2. Save tonight
Erano
da poco passate le quattro del pomeriggio quando Scorpius aveva lasciato il
supermercato babbano; aveva comprato il necessario per preparare la cena, dato
che nella loro dispensa non c’erano altro che gallette di mais e Cioccorane.
Aveva deciso di preparare un pollo al curry con patate e carote; odiava andare
in quel posto ma se ci avesse mandato Albus, quest’ultimo si sarebbe ritirato
con una pizza congelata da dividersi in quattro e, quindi, si era sacrificato
per il bene superiore.
In
realtà non aveva una gran voglia di cucinare per Drake o James, ma il suo amico
era così contento all’idea di una serata tutti insieme che non poteva di certo
lasciarli a stomaco vuoto! Camminava lungo Shaftesbury Avenue stancamente,
portando con sé due borse di canapa ricche di cibo, e sbuffò nel soffermarsi di
fronte alla vetrina di un negozio d’abbigliamento babbano.
- La
moda babbana sta veramente perdendo colpi. –
- Ma
che… - farfugliò Scorpius voltandosi, - James? –
- Ciao
Scorpius! –
- Che
ci fai qui? –
- Beh,
sono stato invitato a casa vostra… -
- Per
cena… sono a malapena le cinque. –
- Non
stavo salendo ora, infatti! Ti ho visto da lontano e sono passato a salutare,
ma in realtà stavo andando da Starbucks per un Cinnamon Latte. Ti unisci a me? –
- Lo
farei volentieri, ma, ehm… - disse il ragazzo nel sollevare le due borse, come
a volergli far intendere che il cibo contenuto in esse potesse andare a male.
Nel notare lo sguardo dispiaciuto dell’altro, però, tentò una controproposta.
- Che
ne dici se il caffè lo prendiamo a casa? Ho comprato anche del latte e della
cannella! –
-
Quand’è così, come rifiutare? – rispose Potter, afferrando le due borse dalle
mani dell’altro. Scorpius avrebbe voluto opporsi ma restò impalato ad
osservarlo per alcuni secondi; James aveva l’aria un po’ stanca ma,
ciononostante, sembrava sempre attraentissimo. Indossava un jeans strappato, un
paio di anfibi e un chiodo di pelle nera dal quale fuoriusciva una camicia
rossa con fantasia tartan e, per concludere, portava la chitarra come se fosse
uno zaino e aveva un borsone a tracolla.
- Hai
già un sacco di roba… - cercò di persuaderlo, infine.
James,
invece di rispondergli, si limitò a sorridere e riprese a camminare, seguito
dall’altro.
- Il
forzuto e cavalleresco James, - lo schernì Malfoy, - Grifondoro nell’animo. Il
tuo ego sarà alle stelle, con la storia dei concerti fuori dal Regno Unito! –
-
Pensa, sono da poco tornato dalla Bulgaria. Proprio mezz’ora fa! –
-
Davvero? E com’è? So che la mia famiglia ha origini lì ma non ci sono mai
andato. –
- Fa
molto freddo, pure più di qui! Però è un bel posto, anche se preferisco
l’Austria. Ho anche firmato un sacco di autografi: non me l’aspettavo! –
- Ormai
ti riconoscono ovunque… -
- Tu e
Al, invece? Come ve la cavate? –
- Oh,
bene, non abbiamo ancora fatto esplodere la cucina quindi… - scherzò Scorpius,
recuperando le chiavi di casa dalla tasca aprendo la porta qualche attimo dopo,
- Tuo padre è il capo ideale: severo ma giusto. Certo, preferirei non lavorare
con quello Schiopodo essiccato di Langley ma… -
- Ti
prego, dimmi che lui e Albus non stanno più insieme, - lo supplicò James,
seguendolo nell’appartamento.
-
Vorrei tanto, ma no: stanno ancora insieme! E ti dirò di più… stasera ci sarà
anche lui! –
- Oh, -
soffiò James, per poi restare in silenzio a osservare i gesti scattosi compiuti
da Scorpius nel togliere la spesa dai sacchetti. Aveva le sopracciglia
aggrottate e le labbra assottigliate: cattivo segno. Gli si avvicinò, solo dopo
aver risposto chitarra e borsone ai piedi del divano, e l’aiutò in silenzio con
la spesa.
-
Caffè? – chiese poi Scorpius.
-
Caffè! –
♪♪♪♪♪♪♪
- …e
quindi, le cose stanno così, - sbuffò Scorpius, affranto.
Sebbene
si fosse riproposto di preparare la cena, aveva ceduto il posto a James che,
con una dimestichezza inaspettata, aveva tagliuzzato e sminuzzato erbe e
verdure.
- Come
fai a sopportarlo? –
- Non è
sempre facile… -
- Lo
vedi anche tutti i giorni! –
- Non è
solo vederlo… lui non si prende cura di Albus e questa cosa mi strazia, -
ammise Scorpius, strofinandosi gli occhi: James era l’unico ad averlo capito e
quindi riusciva a parlare con tranquillità di quello che provava per suo
fratello.
- In
che senso? –
- Non è
che lo maltratta o robe del genere, in quel caso sarebbe già morto
accidentalmente durante una missione, ma… non si cura dei suoi sentimenti, non
gli scrive spesso e gli fa anche troppe scenate di gelosia. Io capisco, ma da
qui a dire che Albus non può andare a bere una Burrobirra con dei colleghi mi
sembra esagerato. –
-
Questa non è gelosia, è ossessione. Ne hai parlato con Albus? – chiese James,
inserendo nel forno la leccarda che conteneva la loro futura cena.
- Ci ho
provato ma lui dice che non esce perché è stanco o cose del genere. Ho paura
che tenda ad isolarsi e tremo al solo pensiero che un giorno loro due possano
andare a vivere insieme… - disse Scorpius, fermandosi quando un nodo gli si
strinse attorno alla gola. Non voleva piangere, non di nuovo, e si coprì gli
occhi con le mani.
James
gli si accostò e lo avvolse in un abbraccio.
-
Scusami, - bisbigliò Scorpius, - vieni qui per una cena e una serata divertente
e io ti ammorbo con i miei drammi quasi adolescenziali… -
- Non
devi preoccuparti, - lo rassicurò James continuando a tenerlo stretto, - so
cosa si prova a essere innamorato di qualcuno per anni senza essere ricambiato…
-
- Anche
tu? – chiese Scorpius sorpreso, senza accennare a liberarsi da quella morsa.
L’altro
ragazzo si limitò ad annuire e lo strinse un po’ di più, incapace di lasciarlo
andare. Sapeva esattamente cosa voleva dire vedere la persona amata
completamente invaghita di qualcun altro, qualcuno che magari non gli dava il
giusto spessore; per questo, lo strinse con più forza.
- Ah,
chissà quante persone mi staranno invidiando in questo momento! – esclamò
Scorpius, staccandosi delicatamente da quella stretta; gli piaceva stare tra le
braccia di James, avvertiva uno strano calore rassicurante, ma non voleva approfittare
della sua sconfinata gentilezza.
-
Almeno un migliaio, - scherzò il ragazzo.
Qualche
attimo dopo udirono il rumore della serratura girare e, con un paio di
incantesimi, ripulirono tutti gli utensili sporchi e ripristinarono l’ordine
nell’ambiente.
Erano
le diciotto passate e Al e Drake si erano presentati insieme. Il più piccolo
dei Potter aveva gli occhi gonfi e arrossati, dettaglio che non poteva passare
inosservato.
- Al,
vieni qui ad osannare tuo fratello, - chiamò James. - Oh, ciao Drake! –
Scorpius
assottigliò gli occhi verso il proprio collega che, con fare gnorri, si
avvicinò per salutarlo. Quella serata era iniziata nel peggiore dei modi.
♪♪♪♪♪♪♪
Grazie
ai numerosi interventi di James, che avevano smorzato i toni delle battute
acide di Scorpius, la cena era andata piuttosto bene. A mezzanotte passata,
dopo aver apprezzato la cucina di Potter Senior, si ritrovarono a condividere
qualche birra e ad ascoltare le avventure vissute da James in giro per i locali
bulgari; infine, lui stesso li deliziò con una canzonetta improvvisata.
Fu un
momento magico che lasciò tutti senza parole. James si mise in piedi sul tavolo
e le sue dita sembrarono scivolare fluidamente sulle corde dello strumento
dando vita a una melodia penetrante, che faticava a essere dimenticata. Non
c’era un vero e proprio testo e quindi aveva cantato parole a caso acclamato,
però, dai presenti.
- Sei
bravissimo Jamie, - commentò Albus applaudendo, - appena il testo sarà pronto
voglio ascoltarla in anteprima! –
- Anche
io, - aggiunse Scorpius.
- E
anche io! – si accodò Drake.
- La
farò ascoltare al miglior offerente, - scherzò James, accovacciandosi sul
tavolo.
- Io sono
tuo fratello! –
- Io so
preparare degli ottimi biscotti, - disse Langley.
- Io
posso pagarti in natura, - rise Scorpius ammiccandogli. Il ragazzo era
evidentemente ubriaco, tant’è che fece un altro lungo sorso dalla bottiglia di
birra, terminandola.
- Tu
sei alticcio, - sancì James, assottigliando gli occhi per scrutarlo.
- Non
sono ubriaco, - singhiozzò Scorpius, alzandosi in piedi, - guarda, so anche
camminare! –
- Oh,
cammini benissimo, - l’assecondò James, scendendo dal tavolo per raggiungerlo.
- Ehm,
Scorp, forse dovresti andare a dormire… - suggerì Albus col supporto del
fidanzato.
- Non
ho sonno! Non sono stanco, - si ribellò Scorpius, inciampando e cadendo sul
divano. Scoppiò a ridere senza motivo e qualche attimo dopo esplose in un
pianto esasperato.
James
lanciò uno sguardo agli altri due prima di sedersi accanto a Malfoy e
poggiargli una mano sulla spalla, - Perché piangi? –
-
Perché… non posso… - pianse Scorpius, soffocando le lacrime in un cuscino.
- Al,
tesoro, hai una pozione anti sbornia o qualcosa del genere? –
- Devo
prepararla ma forse mi mancano degli ingredienti, - farfugliò nell’alzarsi per
sbirciare in credenza.
-
Tesoro, - ripeté Scorpius piangendo. James storse il muso e cercò di sollevarlo
per rimetterlo in piedi, - vieni, andiamo di là così me lo spieghi, - suggerì,
infine.
- Solo
io e te? – chiese.
- Solo
io e te, - confermò l’altro.
- Solo
io e lui, tesoro! – rise Scorpius rivolgendosi a Drake; avvolse poi un braccio
intorno alla vita di James e proseguì con tono seducente, - così ti pago in
natura! –
- Ehm,
ok, però dopo, - rise James, accompagnandolo in camera, mentre Albus e Drake
erano alla ricerca di quanto necessario per un rimedio.
- Ho
trovato tutto, ora mi metto all’opera, - disse Albus.
- Va
bene, - rispose Drake, tornando a sedersi al tavolo, - ti dispiace se stanotte
resto a dormire qui? – chiese, infine.
- No,
affatto! Come mai? –
- Non
mi fido a lasciarti qui con Scorpius ubriaco… è sempre così? –
- No,
in genere è tranquillo, è strano che ora stia così… -
- Sarà
la cattiva influenza di tuo fratello… -
- Ma
sei serio? –
Albus
sollevò un sopracciglio, indispettito.
- Beh,
ora è decisamente sbronzo. Lo sai che non mi piace. È un Malfoy e anche quando
lavoriamo mi guarda male. Non mi fido a saperti da solo in casa con lui, -
confessò.
-
Scorpius è il mio migliore amico, Drake, non iniziamo con questa storia. –
-
“Migliore amico” … si dice sempre così e poi… -
- E poi
niente. Ci conosciamo da più di dieci anni, ha passato più Natali a casa mia
che sua, Lily lo chiama addirittura per farsi consigliare sul trucco e mio
fratello James è innamorato di lui da sempre. Quindi la tua teoria è assurda. –
- Il
fatto che tuo fratello sia innamorato di lui non vuol dire nulla! –
- Come
sarebbe a dire? –
- Che è
James ad essere innamorato di Scorpius, non viceversa. –
- Per
me Scorpius è solo un amico. Un fratello, anzi! E anche se a te non piace
dovresti fidarti di me, - sbuffò Albus, versando poi gli ingredienti nel
calderone.
Piombò
il silenzio tra i due e fu interrotto solo dall’ingresso di James.
-
Disturbo? –
- No
Jamie, dimmi, come sta? –
- Ha
smesso di piangere, - rispose James sorridendo. - La pozione? –
- Tra
due minuti sarà pronta, - lo rassicurò il fratello.
- Bene,
allora io gliela porterò e poi andrò via… -
- Va
bene, Jamie, - disse stancamente Albus.
Non
voleva prendersela con suo fratello né tantomeno rovinarsi l’umore ma la
diffidenza del proprio fidanzato lo rendeva suscettibile. Versò il liquido in
un flaconcino che allungò al fratello, forzando un sorriso. James ricambiò e,
una volta recuperata la boccetta, tornò da Scorpius. Quest’ultimo era seduto
sul letto e, in preda ad un attacco di magia involontaria, aveva fatto apparire
una decina di conigli saltellanti.
-
Scorpius… - chiamò l’altro, sedendosi accanto a lui, - tieni, bevi questa. –
- Cos’è?
Io non bevo cose che non conosco! –
- Bevi
e basta, - lo rimproverò James, allungandogli la boccetta. Scorpius afferrò
l’intruglio ma guardò Scorpius in maniera sospettosa.
- Se
bevo resti qui con me? –
- Okay,
- rispose l’altro consapevole che, una volta sobrio, il ragazzo gli avrebbe poi
chiesto di allontanarsi.
- Tutta
la notte? –
- Tutta
la notte, però ora prendi questa cosa altrimenti ti verrà mal di testa. –
Scorpius
sollevò la fiala come se fosse un grosso boccale di birra e, infine, lo bevve
in un unico sorso; un secondo dopo i coniglietti erano spariti e il ragazzo si
era steso sul letto, senza forze. James gli passò una mano tra i capelli biondi
e, dopo essersi alzato, gli rimboccò le coperte. Era così bello…
-
Buonanotte, - bisbigliò, facendo per lasciare la stanza.
- Te ne
vai? – chiese Scorpius a metà tra veglia e sonno, - Avevi detto tutta la notte…
-
-
Pensavo non l’intendessi per davvero, - si giustificò James.
- Resta
qui, - chiese l’altro.
Il
maggiore dei Potter sorrise amareggiato, ma aveva fatto una promessa e non
poteva di certo spezzarla; così si avvicinò alla porta per chiuderla e tolse
gli stivali. Sarebbe rimasto a dormire nello stesso letto con Scorpius: una
volta sola, una notte sola, che male c’era?
♪♪♪♪♪♪♪
Quando James
riaprì gli occhi l’orologio appeso sulla parete segnava le sei e mezzo. Era
decisamente troppo presto per lui, abituato a vivere e lavorare dalle
diciassette in poi, eppure, nonostante gli occhi impastati dal sonno, non
riusciva a riaddormentarsi.
Scorpius,
invece, sembrava dormire beatamente, tanto da tenere la testa poggiata sulla
sua spalla; che male c’era, dopotutto?
James
continuava a chiederselo, ancora convinto che non fosse stata una buona idea
rimanere a dormire lì. Restò immobile in quel letto una mezz’ora buona ma
quando l’orologio segnò le sette e dieci decise di alzarsi; il ragazzo accanto
a lui mugolò qualcosa e si voltò a dormire sull’altro fianco.
Con
tutta la calma del mondo, e nel modo più silenzioso possibile, James uscì dalla
stanza raggiugendo la cucina.
Conosceva
bene quella casa, dato che vi aveva passato molte notti con Victoire e Teddy, e
quindi si diresse verso il bagno.
Albus e
Scorpius non avevano apportato grosse modifiche, a eccezione della rimozione di
qualche poster o cornice fotografica; avevano perfino lasciato intatto il
cactus poggiato sul lavandino. James sorrise per questo e si prodigò a lavarsi
il viso: aveva l’aria distrutta e non si sarebbe fatto vedere in quel modo da
persona alcuna.
Dopo
una decina di minuti uscì dal bagno e incrociò suo fratello, praticamente nudo
al di sotto della t-shirt che indossava, intento a preparare dei pancakes.
-
Albus. –
- Uh?
Ah, Jamie! Buongiorno! Sei rimasto qui stanotte? –
- Sei
praticamente nudo, - si lamentò, ignorando volutamente la domanda che gli era
stata posta.
-
Indosso una t-shirt, - gli fece notare il fratello, versando una dose d’impasto
sulla piastra bollente.
- Sì
ma… -
- Oh,
andiamo Jamie! Sono stato tutta la notte in camera con il mio fidanzato, credevi
che avremmo pettinato le bambole? –
- No,
ma almeno rivestiti dopo, per la barba di Merlino! –
-
Pensavo che Scorpius fosse ancora a letto e non sapevo che tu fossi qui… -
- Non è
una scusa e, porca Morgana, tu… hai una vita sessualmente attiva! –
-
James, ma che palle! Vado via di casa per non dovermi subire papà e ti ci metti
tu? –
- Ma tu
sei il mio fratellino… -
- E
sono maggiorenne. Pensa a Lily piuttosto! –
- Lily!
Dimmi che almeno lei è ancora illibata. –
- Anche
se si trattasse di una bugia? –
- Oh
santissimo Dippett, anche Lily! –
James
sembrò veramente sconvolto da quella rivelazione, tanto da doversi accomodare
su una delle sedie che circondavano il tavolo quadrato.
-
Pancake? –
- No,
mi fanno schifo i tuoi pancakes e tu non sai cucinare. –
- Non è
vero! Scorpius e Drake mangiano sempre quello che gli propino… -
- Lo
fanno per amore e io, date le ultime rivelazioni, non ho voglia di essere
amorevole! –
- Sei
antipatico e scortese, - l’apostrofò Albus, impilando tre pancakes per piatto.
- E con
chi va a letto Lily? –
- Ma
che ne so, James! Prima stava con quel tipo, quel Patrick, ma ora credo si
siano lasciati. –
- Cioè
quel bamboccione si è preso la giovinezza di Lily e poi l’ha lasciata? –
- Si
sono lasciati, Jamie, comune accordo… e poi scusa, fatti i fatti tuoi! Noi non
ti chiediamo con chi hai fatto sesso, dove, come, quando o roba del genere. –
- Ma io
sono grande… -
- Lo
siamo anche noi, - sancì Albus, usando un tono che non ammetteva repliche. Per
quanto detestasse l’apprensione del fratello era in realtà felicissimo che
James si preoccupasse così tanto per lui, ma non l’avrebbe ammesso neanche
sotto tortura.
Una
volta riempiti i piatti, Albus farcì i dolcetti con della cioccolata spalmabile
e poi, con un incantesimo, li fece svolazzare per trasportarli nella camera da
letto.
- Io
vado però, - disse James prendendo la propria roba, - ci vediamo qualche altra
volta, ok? Magari da me o al pub… –
- Va
bene! Sarò sicuro al pub per il tuo prossimo concerto, - lo rassicurò Albus,
abbracciandolo.
-
Allora ciao, salutami anche Scorpius e Drake, - disse, ricambiando la stretta
del fratello.
Una
volta fuori la porta, James decise di smaterializzarsi e materializzarsi nel
proprio monolocale. Avrebbe voluto preparare un caffè e mettere qualcosa di
solido nello stomaco ma, al contempo, si sentiva già sazio. C’era qualcosa che
gli pungeva lo stomaco, come una lunga serie di aculei infiammati, e la testa
iniziò a fargli male; così, dopo aver buttato chitarra e borsone sul primo
spazio libero, si tuffò sul divano e provò a chiudere gli occhi per riposarsi.
Gli
piaceva passare del tempo con i ragazzi ma aveva preso indiscutibilmente una
pessima decisione la notte scorsa; Scorpius si era addormentato subito e lui
era rimasto ad osservarlo per diversi minuti. Era così bello poterlo tenere
vicino ma al contempo così doloroso… L’amore era strano e contorto, e lui aveva
finito con il covare dei sentimenti profondi per un ragazzo che era, invece,
innamorato di suo fratello.
James
ripercorse mentalmente gli anni scolastici condivisi con loro, le partite di
Quidditch, le vacanze di Natale, i duelli, il coro di Hogwarts, il club delle
Gobbiglie, le sere in biblioteca, le notti brave piene di festini nei dormitori
Tassorosso; una volta, ricordò, stavano facendo un gioco e gli era toccato
baciare Scorpius per una penitenza. In quell’istante aveva capito che era
giunto a un punto di non ritorno perché non avrebbe voluto baciare altre labbra
all’infuori di quelle. Era consapevole di doversi mettere l’anima in pace e
andare avanti ma non era riuscito più a sbaciucchiare nessun’altro da
quell’istante.
Forse
avrebbe solo dovuto dichiararsi e ottenere un rifiuto, soffrire e rinascere
dalle proprie ceneri come una fenice. Ma non era una cosa facile; lui era
capace di affrontare situazioni ben più gravi, sapeva gestire ansia e stress,
ma l’amore… quello era un’altra cosa.
Si addormentò
quasi senza rendersene conto, lasciandosi cullare da quei pensieri malinconici.
♪♪♪♪♪♪♪
♪ Note a margine:
Nessuno lo voleva, nessuno ne aveva
bisogno ma il secondo capitolo di Fortis Manes è qui, pronto per essere letto!
Come al solito, sono doverosi i
ringraziamenti per la mia beta/fratella Pally93!
I commenti on-the-go sono veramente
unici, e, grazie ai suoi rimproveri, sento di poter migliorare molto!
Partiamo subito carichi di sano angst! Ne
sentivate la mancanza? Sì, no? Beh, tenetevelo.
Per chi l’avesse notato, la scena della
canzone in piedi sul tavolo è un chiaro riferimento a “Nana”! Amatemi e amate
il manga, James e la musica. La colonna sonora di questo capitolo è “Save
Tonight” degli
Eagle-Eye Cherry, che potete
ascoltare qui.
“Well we know I'm going away
And how I wish, I wish it weren't so
So take this wine and drink with me
And let's delay our misery
Save tonight and fight the break of dawn
Come tomorrow, tomorrow I'll be gone.”
Per spoiler, info, chiacchiere e insulti
prego visitare la mia pagina facebook!
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui
e pensatemi molto, dato che in questi giorni sarò veramente stressata a causa di
una grande fiera di cui sarò standista!