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Autore: Anonima Italiana    29/04/2019    8 recensioni
Uno dei miei primi racconti, scritto a 15 anni, seguito del film "Intervista col vampiro".
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era l’alba quando Malloy arrivò a casa.
 
Andò subito nel bagno  e si guardò allo specchio: era pallido e stanco, come le altre volte quando lavorava di notte; ma questa volta era stato diverso.
La notte precedente Malloy era andato sulla 34 Castle Street per intervistare una persona, un giovane un po’ strano e misterioso che durante l’intervista gli aveva confessato di essere un vampiro. E quando il giornalista aveva capito che non era uno scherzo aveva ascoltato la allucinante  storia della sua vita, legata ad un altro vampiro, Lestat, a causa del quale doveva scontare quell’eterna condanna.
Louis però non era cattivo, non gli piaceva fare del male alle persone; e così Malloy se ne era andato sano e salvo, anche se sconvolto. MA mentre tornava a casa era stato assalito dal temibile Lestat, che voleva succhiargli il sangue e ucciderlo, punendolo così per aver scoperto quale terribile segreto lo legava a Louis, ed era riuscito a stento a sfuggire ai suoi canini.
Un rumore lo riscosse dai suoi pensieri, ma subito si tranquillizzò vedendo Louise, la sua fidanzata che lo guardava dalla porta con sguardo un po’ assonnato. Il giovane la salutò e si scusò per averla svegliata; Louise rispose che era già sveglia da un po’ quando lui era arrivato, ma non se ne era nemmeno accorto.


- Stai bene? Mi sembri un po’ strano- gli chiese lei, che aveva notato subito che c’era qualcosa che non andava.

- Sì, perché me lo chiedi? Sono un po’ stanco, d’altronde ho lavorato tutta la notte, e alle 10 devo essere in redazione, quindi non ho neanche molto tempo per riposarmi. Non preoccuparti- le disse dandole un bacio.Ma Louise continuò: - Eppure sembri strano stamattina, addirittura sconvolto. E’ forse successo qualcosa?-

- Beh, a dire la verità sì. Mentre tornavo a casa sono stato aggredito da un teppista, probabilmente un drogato; per fortuna sono riuscito a liberarmene ma sono rimasto un po’ sconvolto, come dici tu.Ma in fondo non è niente di grave-
 

- Allora sarà meglio che ti riposi e ti prepari l’argomento del tuo prossimo articolo- fece la ragazza, e lo lasciò ai suoi pensieri.


Alle 10 Malloy era già in redazione ed era andato dal suo editore, per consegnargli la cassetta sulla quale era registrata l’intervista. Per ora era un semplice cronista, ma avrebbe voluto essere qualcosa di più e sperava nel suo lavoro.
Ma qualche ora dopo l’editore lo chiamò di nuovo nel suo ufficio per parlargli: il giovane si accorse che non era affatto di buon umore, anzi.


- Caro il mio ragazzo, lavori qui da abbastanza tempo per capire che io non amo essere preso in giro- esordì infatti, quasi urlando- Ma come si fa ad inventare una farsa del genere?! Addirittura un vampiro hai ntervistato! La prossima volta ti manderò a intervistare E.T!!-

Malloy si difese dicendo che l’intervista era perfettamente autentica, e lui poteva dimostrarlo.

L’editore rise: - Va bene- disse- allora vedi di dimostrarmelo il prima possibile, altrimenti ti licenzio!-

Il ragazzo quella sera tornò a casa più in ansia che mai. Ma perché non aveva dato ragione al suo capo? Era logico che non ci credesse, come si fa a credere ad uno che dice di essere un vampiro?
E come avrebbe fatto a dimostrare che l’intervista era autentica?
Arrivato a casa ne parlò con Louise e le raccontò tutto quello che era accaduto la notte prima e durante il giorno.


- Io penso che tu sia stato vittima di un brutto scherzo- gli disse la ragazza cercando di consolarlo.

- C’è gente che pur di vedere il proprio nome da qualche parte si inventerebbe di tutto. Il tizio con cui hai parlato ieri non si è preoccupato del fatto che magari nessuno gli avrebbe creduto, e si  inventato quella storia, cercando di renderla veritiera-

- Pensi allora che io sia uno stupido per avergli un po’ creduto?- chiese Malloy un po’ offeso. Louise sorridendo gli rispose che in fondo anche lei, sul momento, avrebbe creduto a quell’abile messinscena; ma ora che si era convinto dello scherzo doveva parlare col suo capo.

Cosa che Malloy fece il giorno seguente, inventando abilmente una scusa: infatti disse che il giorno prima aveva avuro dei problemi extra lavoroe che era di malumore; a sentirsi dire ce il suo lavoro era uno scherzo ci era rimasto male e si era arrabbiato, dicendo cose senza senso.
L’editore gli disse che lo perdonava, perché sapeva che in fondo era un bravo ragazzo, oltre che un bravo cronista, e che non l’avrebbe licenziato solo per un’intervista fatta male; l’uomo aveva però capito che aveva di fronte una persona un po’ ambiziosa egli aveva consigliato di non dare retta a chiunque, se voleva fare carriera.

 (

(fine prima parte)
 
   
 
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