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Autore: Noa    03/05/2019    0 recensioni
Storia che parla di una Eos differente, dove Lucis, Tenebrae, Accordo e l'impero del Niflheim non sono i soli giocatori sulla scacchiera. Uno sguardo a come si è arrivati all'intricata situazione di Ardyn con gli Dei che lo hanno reso il demone che è diventato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La piccola delegazione di Lucis lasciò Altissia al tramonto, nel rosso arancio di una sera che sapeva di amarezza. Il volto della città sul mare era irrimediabilmente cambiato, gli stendardi di Archadia lo dicevano silenziosamente, con i vessilli sospinti dal vento marino.
Fu una vera e propria fuga alla chetichella, senza saluti o note ufficiali. Alla popolazione venne solo annunciato che l'Oracolo aveva lasciato la capitale, ma senza pubblicizzare troppo la cosa, il Primo Segretario voleva dare la precedenza all'accettazione del nuovo Impero a capo del Protettorato, in vista degli imminenti scontri con il Nifflheim e chiaramete c'era conflitto di interesse nell'avere una popolazione così sottomessa alla figura della Portavoce dei Divini.
Il cessare dei conflitti aerei con il Niflheim era un evento temporaneo, lo si percepiva chiaramente nelle sedute del riarrangiato Stato Maggiore del Protettorato, guidato dal Principe Larsa Solidor di Dalamasca, che parlava ai governatori di Altissia in nome e per conto dell'Imperatore di Archadia.
Un sovrano assoluto di cui non si doveva parlare, che non aveva incontrato il Primo Segratario e non sembrava intenzionato a mostrarsi, ma che in cambio aveva chiesto la loro lealtà. Difficile da gestire per i diffidenti signori dei mari. Per quanto rassicurante la presenza della flotta delle Gru, l'ansia era percepibile negli abitanti e nei membri del governo, grati al misterioso impero schieratori a loro protezione, ma parimenti diffidenti e timorosi davanti ad una guerra diretta con il Niflheim.

Silenziosamente il vascello realtà lasciò il porto interno di Altissia, nesssuno aveva voglia di parlare e la tensione a bordo era perpecibile, per via della presenza in un luogo circoscritta del Drago e dell'Oracolo.
Noctis fissava la meravigliosa città con occhi cupi. Il Nie non era persona amante dei congedi, ormai l'aveva capito e così era stato il loro separarsi nuovamente.
Era certo che avrebbe avuto il tempo di dire tutto quello che aveva nascosto ad Insomnia, ma si era sentito nuovamente un ragazzino fuori posto, smarrito e manipolato. Era grato di avere il drago con sè, ma aver perso Ignis lo aveva segnato più profondamente di quanto non volesse ammettere.

-Dove devo dirigere?- chiese uno scorbutico Cid quando una volta fuori dal sistema di canali e dighe.
-Livernia, per favore-
-Caem-
Risposero praticamente nello stesso momento Principe e Principessa, vincendo gli occhi di tutti addosso e un'inarcata perplessa di sopracciglio da parte di chi era al timone.
-Luna?- titubante Noctis, anche un semplice dissidio di intenti era complicato da gestire, lo sguardo di Gabranth attento su di lui.
-Principe Noctis, non v'è tempo per gli indugi, dobbiamo dirigere a Tenebrae e negli antichi territori di Solhein che si trovano nel territorio imperiale, dove la Glaciale e il Belligerante vi attendono- accorata come sempre nella difesa alla sua crociata.
-Capisco l'urgenza Luna, ma non possiamo avventurarci oltre i confini senza un piano preciso- argomentò con tono calmo il giovane sovrano, per un secondo spostò lo sguardo sul drago, -devo recarmi nella regione di Cleige e questo ci da tempo perchè tu possa riposare, non puoi pensare di intercedere ancora con un altro Divino oggi come oggi, richiederebbe troppo alla tua persona- preoccupato ed ammaliato, il tono gentile, lo sguardo confuso da emozioni vere e false che si annodavano infide nel suo animo.
L'Oracolo esitò, toccata dalla premura di Noctis, in cui però vi leggeva sotterfugi, specialmente sotto lo sguardo impenetrabile dell'arcade.
-Seguirò la tua decisione, Re Prescelto- sempre tremendamente formale nei modi la principessa. Fece un inchino e si esiliò sottocoperta, dopo aver scoccato una lunga occhiata a Gabranth.
-Bene altezza, Caem sia- tagliò corto Cid mettendo in modo.
Il disagio si percepiva vivido nell'aria.
-Cleige? Noct che succede?- chiese Gladio poco convinto, il fatto di essere tenuto allo scuro lo irritava oltremodo, sentiva come di essere in balia degli eventi e non in loro gestione.
-Voglio incontrare Gilgamesh- il principe non si perse in peamboli, rispose diretto, alzando lo sguardo ad incrociare quello del suo scudo, che trasalì.
-Tu che cosa?- sconcertato.
-Devo capire una cosa che solo chi ha conosciuto un altro Re Prescelto può conoscere. Se hai un'idea migliore sono tutto orecchie-
Prompto fissò allibito il principe, mentre potè vedere in tempo reale la salita dell'ira nel cavaliere.
-Sei completamente fuori di testa? Hai una vaga idea di che inferno sia Taelpar Crag?-
-Dimmelo tu, visto che ci sei stato- secca la ribattuta, non era intenzionato a recedere. Gladio vacillò un secondo, non si aspettava questo autocontrollo determinato nel giovane sovrano, non si aspettava molte delle sue reazioni ormai.
-E' fuori discussione, non ti permetterò di rischiare la vita per raggiungere il maestro di spada del Fondatore-
-Giusto, è una cosa che puoi fare solo tu alle mie spalle- pungente il tono.
-Non è la stessa cosa-
-Non v'è d'aver timore- intervenne Gabranth, che nel frattempo si era avvicinato senza che nessuno lo notasse, -andrò con il Principe incoronato-
-Ci andremo tutti nel caso, ma non è questo il punto!- ringhiò Gladio.
-Questo non è possibile, voi due dovete proteggere Luna- intervenne di nuovo Noctis, sguardo profondo e severo.
-Prompto può occuparsi della principessa allora, io vengo con voi-
Il biondo non obbiettò alla dichiarazione dello Scudo, ma il suo viso si era fatto pallido.
-No- perentorio il principe, autoritario in un modo nuovo, -non dovete solo proteggere Luna, dovetre trovare anche un modo per andare a Fodina Caestino, Cor se ne sta occupando, ma con l'imperversare dei deamons in tutta Lucis avrà bisogno di almeno uno di voi se non di entrambi-
-Perchè lui?- chiese tagliente Gladio, sentendosi in qualcosa modo sostituito dal drago.
-Perchè è un arcade-
La risposta fece in qualche modo male.
-Se vi presentate così tu potrai passare probabilmente essendo il Re di Lucis, ma lui dovrà affrontare la prova, ha un pessimo ricordo del Nie primo e del suo Campione di Smeraldo. Con me abbiamo speranza che sia solo una chiacchierata con Gilgamesh e ci si debba occupare solo dei corpi animati nella faglia- insistete.
-Il maestro di spada non rappresenta un pericolo, affronterò la prova se necessario, ma se è saggio non richiederà scontro alcuno- gelida e calma la voce di Gagranth. Il cavaliere dovette trattenere uno sbotto, la personalità silenziosa dell'uomo gli dava fin troppo facilmente sui nervi.
-Che confidenza, dai per scontato di vincere?-
Il drago si limitò a fissarlo. L'atmosfera si fece elettrica tra i due.
-E' deciso. Appena sbarcati io e Gabranth andremo alla faglia, voi proteggerete Luna e vi occuperete di trovare una via sicura per Fodina Caestino- ricapitolò il principe per smorzare la tensione.
-Appena sbarcati? Quanta fretta, qualcuno sta andando a fuoco?- s'intromise perplesso il biondo.
-Gilgamesh- risposte il drago telegrafico. Tutti gli sguardi furono su di lui.
-Prego?-
-Akodo molto probabilmente estinguerà il suo spirito, dobbiamo raggiungerlo prima che questo avvenga-
Lo sguardo di Gladio peggiorò visibilmente.
-Molto probabilmente?-
-Io lo farei- strano metro di paragone.
-E perchè mai?-
-Misericordia-
Il gelo tra i due stava tornando pungente.
Lo scudo roteò gli occhi al cielo, mal tollerava le risposte criptiche del drago.
-Che significa?-
Silenzio. Gladio stava per scattare, ma Noctis lo intercettò.
-Gabranth, devono sapere-
-Se così desideri- formale, distaccato il tono, -i Sei non posssono controllare il Nie o il suo intorno, ma possono controllare parecchie cose in Eos e nell'intorno dei suoi prescelti. Il maestro di spada rappresenta un potenziale burattino utile da manovrare, una connessione inattesa con il suo successore, abbastanza vicino al principe incoronato da poter avere un asso nella manica-
Il cavaliere finì sul chi vive, irrigidendosi, ma senza dire nulla. Occhi sgranati.
-Non hai ricevuto una benedizione superando la così detta prova del maestro di spada, ma un segno di sudditanza- confermò il drago impietoso, -anche se era genuino il suo agire, lui è semplicemente un altro pupazzo. E' stato contenuto in questi secoli perchè Archadia è intervenuta, cosa che ha infastidito non poco i Sei, è giunto il tempo perchè il Primo Scudo di Lucis trovi riposo, la sua persistenza terrena ha creato sufficienti laghi di sangue-
Prompto fissava l'arcade sconcertato, tenendo in visuale periferica Gladio, anch'esso alquanto perturbarto dalla rivelazione al punto che era senza parole.
-Se porrò le mie domande con un Arcade che è anche un Lucii ho buone possibilità di ottenere risposte veritiene, come se fosse Somnus stesso a domandare. Dobbiamo sapere e questo implica che non possso indossare l'anello dei re-
-Noct?-
-So che per Luna è di prioritaria importanza, ma...-
-Un momento, un momento- mani avanti non solo figurative del biondo, - che significa?-
-L'anello dei Re è un vincolo diretto con il Cristallo, fino a che il principe non lo indossa non è veramente il Re di Lucis, è semplicemente l'erede destinato- intervenne di nuovo Gabranth per la gioia di Gladio che dovette trattenere una successiva vampata di irritazione.
-Ma noi vogliamo che il cristallo riconosca Noct giusto? O come ce lo riprendiamo?-
Il principe sembrò cadere in un conflitto di disagio, lo sguardo corse all'accesso al sottocoperta e successivamente a Cid ai comandi.
-Non può sentirci- intervenne l'arcade quasi gli avesse letto nella mente, -non fino a che sono con voi-
I due cavalieri si scambiarono una strana occhiata, la presa dello Scudo sulla situazione sembrava pari alla presa che si poteva avere su di una manciata di sabbia, intrattenibile, la cosa stava diventando oltre il fastidioso, ma anche la preoccupazione di essere una sorta di fantoccio lo stava invadendo.
-Se metto l'anello l'influenza dei Sei diventerà gravosa, probabilmente non vorrò fare altro che inseguire i Patti mancanti con la Glaciale e il Belligerante- riprese a parlare il principe, -Luna è qui per questo, per tenermi sulla retta via dei Divini-
-La retta via?- si intromise Gladio, -abbiamo fatto di tutto per avere quei contratti e ora mi dici che non è esattamente quello che vuoi?-
-Non è mai stato quello che volevo, ma quello che mi era stato indicato di fare- pacato, paziente, voleva davvero che l'amico e cavaliere capisse. Lui era stato risvegliato dallo schiaffo morale di Aznable, ma loro no, e ora ne capiva l'immenso valore.
Lo Scudo imprecò sottovoce, trattenuto. Si stava sforzando quantomeno.
-Cosa è successo ad Altissia che noi non abbiamo capito o visto?-
-Grazie al Nie abbiamo ottenuto una chance, una vera chance, di capire e scegliere, invece che chinare il capo ed ubbidire- inspirò a fondo, malinconico per un secondo, -si Gladio, la chance è rappresentata anche da Gabranth che è con noi e non con Archadia per via della scelta di Sylas Scintia, un evento accidentale forse, non voluto come tale, ma che ha cambiato le carte in tavola anche per i Sei. E' facile il percorso tracciato, è dannatamente più facile, e no non ho pensato ad alternative dopo Insomnia, era già un miracolo che riuscissi a seguire i passi impostati. Suppongo sia così che mi vogliono, smarrito e confuso, pronto ad ubbidire perchè schiacciato dal ruolo che non sono pronto a sostenere- lo confessò a voce alta fissando il suo scrudo dritto negli occhi, - è così amico mio, non sono pronto ad essere Re, ma sono Re e farò davvero di tutto per non deludere Lucis, ma ai miei termini, non voglio il copione dei Divini- scosse leggermente il capo ed arretrò di un passo.
Lo Scudo di Lucis era rigido, fremente e trattenuto, fissava il principe senza riconoscerlo, senza capire in che momento lo aveva perso di vista. La voce di Ignis che risuonava nella mente.
-E ora dimmi che non stai facendo questa ribellione ai Sei perchè la ragazza con la maschera ti ha detto che ha senso farla- il sarcasmo era tangibile quanto li disprezzo, voluta la mancaza di rispetto verso il sovrano citato.
Noctis sentì lo sguardo penetrante del drago pur dandogli le spalle.
-Il Nie- corresse il principe con severità, -per essere il mio Scudo compensi davvero poco la mia già gravosa mancanza di etichetta- sferzò poi pungente. Doveva esserlo o ci sarebbe state una reazione dall'arcade, Gladio ovviamente non la visse come una protezione, ma uno schiaffo.
-Riesci almeno a sentirti?-
-Mi sento e sono quello che fa una fatica mostruosa a chiamarla Nie, sono quello che ha passato quattro anni a parlaci, ignaro di chi fosse- inspirò a fondo, -Gladio, fa male va bene? Svegliarsi fa male. Aprire gli occhi e vedere che era tutta una farsa fa dannatamente male, ma la domanda ora è una sola, vuoi continuare a tenere gli occhi forzatamente chiusi perchè è troppo angosciante affrontare la verità? Vuoi aggrapparti all'onore di Lucis, il falso onore, perchè di quello stiamo parlando, e proseguire come un soldatino ubbidiente? Vuoi che la catena continui? Con Re ed Oracoli? Vuoi parlare del grande male? Vuoi bisbigliare con reverenza verso gli dei in merito alla Piaga delle Stelle? Vuoi ancora una successione di Amicitia che seguano i passi di Gilgamesh?- lo fissò davvero intensamente, con rammarico.
Prompto li scrutava in silenzio, spostando occasionalmente lo sguardo sull'arcade. Si sentiva estraneo ormai a quel gruppo che era stato affiatato ed inseparabile un tempo, non era solo la mancanza di Ignis a sottolineare le crepe, era Noctis stesso. Erano davvero ciechi.
-Che cosa ti aspetti che dica?- voce grave, il cavaliere sentiva il dissidio, non era stolto, ma non riusciva a lasciare andare il suo dovere, tutta la sua vita era stata costruita sul suo compito, la sua investitura per diritto di nascita.
Fecero male anche queste parole al principe.
-Devo sapere se ti fidi di me, a prescindere dalle convinzioni che porti con te-
Un lungo scambio di sguardi, Gladio non rispose.
-Io credo...- si intromise inaspettatamente Prompto, con un mezzo colpo di tosse imbarazzato, -sono l'ultimo che può parlare, lo so- un disagio trattenuto a stento, -sono l'ultimo ad essere diventato tuo cavaliere, un po' per gioco e un po' per scommessa, Noct- abbozzò un sorriso e si fece avanti di due passi, -a mala pena ti riconosco oggi come oggi, sei cambiato e noi non ce ne siamo accorti, anzi no, Ignis se ne è accorto, io sono un imbecille e Gladio è l'incarnazione del dovere- spostò lo sguardo su Gladio, comprensivo della sua ostinazione, ma anche dubbioso.
Nessuno lo interruppe.
-Loro erano pronti ad essere i tuoi Cavalieri, io stavo andando ad un matrimonio per la pace e si ero nella lista cavalieri, ma...- chinò lo sguardo con profondo imbarazzo, si sentiva uno sciocco, -non mi sono mai posto grandi domande, sulle persone fuori dalla barriera, perchè avrei dovuto? Era così tranquillo ad Insomnia, perchè darsi noia con grandi domande?- deglutì, - quello che voglio dire è che il dovere incrollabile di Gladio e la diciamo missione tracciata da Lady Lunafreya era rincuorante, se però quello che ha detto Gabranth è vero - inspirò a fondo ed alzò lo sguardo sull'arcade, -se per via di questo tracciato stiamo condannando a morte Noct, allora non fa niente se fa paura l'ignoto, buttiamo il tracciato per l'amor del cielo e facciamo qualcosa- stava guardando Gladio ora, -se è la verità, anche tu non vuoi essere lo Scudo del Re rispettoso degli Dei a queste condizioni-
Il silenzio che seguì fu profondamente differente, non c'era rabbia in Gladio ora, c'era sorpresa e una punta di impaccio, come a mostrare imbarazzo per la sua testardaggine, quando entrambi avevano subito la sorpresa dalle parole dell'Oracolo.
-Sei il Re di Lucis, come tale ti seguirò, quale che sia la tua scelta- dichiarò alla fine il cavaliere, dopo un lieve cenno di assenso a Prompto. -Resto contrario sul tuo voler andare da solo con lui dal maestro di spada, ma vedrò di adeguarmi-
-Grazie Gladio- disse il principe con un sorriso davvero carico di gratitudine.
-Come ci comportiamo con la Principessa?- domandò poi Prompto, molto incerto sul tono di voce.
-Dobbiamo proteggerla, primariamente da se stessa temo, dalla sua missione-
-Aspetta, che cosa stai implicando?-
-Non posso sottoscrivere altri Patti, o perderei il poco libero arbitrio rimastomi, ma Luna farà qualunque cosa per intercerdere con i restanti Siderei-
I presenti si scambiarono un lungo sguardo.
-Quindi cosa ci stai chiedendo?-
Noctis sembrò farsi più teso, si guardò indietro verso la sottocoperta.
-Dovete rallentarla-
-Prego?-
-L'Oracolo sta tornando sotto l'influsso dei Sei ora che ha lasciato Altissia e la protezione del Nie- intervenne Gabranth, -se sua altezza resta con lei, ne subirà l'influenza indirettamente, per via dei tre patti sostenuti. Distanziarli è un pagliativo, ma potrebbe farci guadagnare tempo, soprattutto se i Siderei si concentreranno su sua grazia-
-Guadagnare tempo per cosa esattamente? A quanto pare ci sono più guerre in corso, tu quale stai combattento?- sempre ostile Gladio, incape di fidarsi dell'arcade.
-La vostra- impassibile la risposta.
-Ah si? E come la mettiamo con l'avanzare delle Tenebre annunciate dall'Oracolo? Archiviamo tutto come la menzogna dei sei per bocca della sua portavoce?-
Nonostante il discorso con Ignis teneva ben altra facciata davanti al drago.
-E' il destino di Noct, ripristinare la luce? Che succede se si sottrae?- azzardò Prompto.
Il drago fece una strana smorfia, un mezzo sorriso di sufficienza, come un precettore che sorride davanti alla stoltezza di un apprendista.
-Bè?-
-Serve senza dubbio una maledizione divina, per credere che la luce possa estinguersi per sempre o che le tenebre possano venir bandite per sempre. Non può esistere una cosa senza l'altra, il fatto che lo crediate dice parecchio sui vostri Dei-
-Che vorresti dire?- sempre ruvido il tono di Gladio.
-Questo discorso è valido per il percorso. I vostri Siderei ridaranno equilibrio, se il Re Prescelto seguirà la procedura, ma questa non è l'unica soluzione. E' quella che vogliono attuare per continuare ad esistere con l'attuale controllo delle masse-
-Frena, no frena!- ancora il biondo, -quindi tutta la faccenda detta da Lady Lunafreya cosa sarebbe?-
-Un punto di vista distorto, una verità contraffatta per così dire. Sicuramente i Siderei faranno di tutto per attenersi ad essa, per mostrare il dramma delle tenebre, ma la verità è che il vostro adorato cristallo è solo un sasso pieno di poteri che vi illude di essere in controllo, il mondo è più grande di così, la verità è più vasta. Non dico che è priva di sacrifici, badate, ma che dovreste avere la voglia di capire e scegliere, invece che ubbidire ciecamente. Sicuramente una forma di oscurità sta per travolgere Eos, ma ha la stessa origine della luce che è stato profetizzato vi salverà -
Nemmeno Gladio osò ribattere, incassò in silenzio.
-Vado a parlare con Cid, direi che abbiamo un piano giusto?- ruppe lo stallo Noctis. Tutti annuirono e così si allontanò, il suo Scudo andò con lui.
-E' stato arduo, vero? Venire con noi intendo- chiese incerto Prompto, sempre in panne con gli arcadi, un profondo senso di inadeguatezza ad invaderlo.
-E' stato necessario-
-Gladio non è così, di solito, è l'uomo giusto per gestire il panico è il cavaliere della situazione- azzardò, come se dovesse giustificarlo.
-Non lo è- brutale, uno schiffo diretto, -è solo l'uomo con il titolo, il principe ha bisogno di altro in questo momento-
-Di te?- chiese nervoso il biondo.
-Io sono un palliativo-
-Non si direbbe però, organizza piani d'azione con te e non con noi, questo ci dice molto sulla situazione- si morse un labbro e finì per guardarsi i piedi, ineluttabilmente a disagio, -è davvero un pericolo per Noct? L'oracolo intendo-
-La presa dei Sei è salda sulla fanciulla prescelta, difficilmente la sua fede si incrinerà-
-Non farebbe mai nulla per ferire Noctis, lo so per certo-
-No, lo speri, con tutto te stesso- correse l'altro scostandosi, -siamo però al punto in cui la speranza va gestita con la realtà dei fatti. Sei meno illuso di quello che vuoi mostrare agli altri giovane Niflheim, decidi tu a che punto gettare la maschera- si allontò, senza congedo.
Prompto lo fissò ad occhi sgranati trattenendo il fiato.

...

Un libro antico dalla rilegatura in acciaio e lega, pagine in pergamena e filigrana, eleganti ed antiche. La lettura dell'antico testo era tutt'altro che facile impresa per Ignis, i riferimenti di Re Egill e del suo Scudo nei diari erano sibillini, a volte riferimenti effimeri, come se mettere il tutto nero su bianco potesse creare danni irreparabili.
Si trovava su uno dei vascelli di Dalmasca, uno senza guardie, ormeggiato in disparte rispetto gli altri, questo il mezzo designato per lasciare Altissia. Il suo alloggio era gradevolmente arredato, sembrava di fare un tuffo in un'altra epoca, dove la magia compensava l'assenza di tecnologia dando un tocco antico ed elegante alle cose.
Si sentiva estraneo in un modo fastidiosamente formale. Gli Arcadi erano eccezionalmente posati, poco avvezzi a portare i propri pensieri stampati sul viso, lo trattavano con cortesia, cosa che rendeva il tutto più distante e poco confortevole. Una parte di sè si sentiva strappato al suo ruolo per un vezzo di suo zio, un azzardo, si sentiva manchevol verso Re Regis a cui aveva giurato di proteggere Noctis sempre e comunque, d'altro canto però sentiva di essere nella giusta posizione per un cambiamento, anche se significava servire un diverso signore.
Fu un bussare lieve ma fermo a distoglierlo dai suoi pensieri. Ad un suo "avanti" la porta si aprì.
L'ingresso del Campione di Smeraldo lo fece scattare in piedi.
-Sono qui per annunciare una mia improvvisa partenza- esordì senza preamboli, l'albino sapeva essere sia drammaticamente diretto che inrcedibilmente convoluto in sofismi da cerimonia, a seconda dell'occasione, di fatto Ignis ancora non riusciva ad inquadrarlo.
-oh, capisco- titubante, non molto sicuro su cosa dovesse dire in merito a questo suo nuovo signore.
-Non si diventa Arcadi dal giorno alla notte, sono conscio che il tuo cuore è ancora con Lucis- proseguì l'altro, -quello che ti chiedo in mia assenza è che la tua lealtà al Cielo non vacilli. Le tue emozioni sono tue e tue solamente, ma il tuo dovere ha un peso-
-Non ritratterò, Akodo-sama- formale, usando la giusta etichetta e flettendo leggermente il capo in un inchino.
-So che non lo faresti mai consciamente, ma è insidioso il fato dietro le mosse dei Sei. Saranno ingannevoli e tentatrici le occasioni, nascoste in onesti intenti-
Specs si irrigidì sotto lo sguardo del leone, erano inquietanti i suoi occhi rosso sangue.
-Uccidere il Nie è per loro importante quanto imporre il destino preconfezionato al Re Prescelto- il tono calmo, indagatore il suo osserva il cavaliere di Lucis ora sotto il suo vessillo, cercava qualcosa, senza porre reale domanda.
-Non sono certo di...-
-Con il potere del Cristallo e cinque contratti vincolati con i Divini, possono forzare il Re di Lucis contro il Cielo-
La voce di Akodo Toturi era piacevole e pacata, ma per Ignis fu come un suono molesto di unghie su una lavagna d'ardesia. Le implicazioni dell'affermazione appena udita erano chiare, come era chiaro cosa gli stesse chiedendo tra le righe. Si ritrovò a pugni serrati, le unghie che premevano con violenza sui palmi, stava lottando interiormente per non incrinarsi e il leone gli stava concedendo ogni attimo di silenzio necessario allo scopo.
-Parlate di Noctis come di un fantoccio- riuscì infine a dire con voce più o meno stabile.
-Il Vero Re è pensato per essere tale, un burattino nel disegno dei Siderei, un ubbidiente soldato che non pone domande e non chiede comprensione delle cose- brutale nella sua risposta elegante, -ti guardo e dovrei guardare Gabranth, a cui affiderei la vita del Nie senza pensarci due volte, ma sappiamo che non posso ragionare in questi termini-
-Mi chiedete una confessione di intenti? Se posso giurare che tra il Re che è stato il mio signore ed il Re che lo è ora so decidere senza esitazione?-
-No, conosco già la risposta a quella domanda-
Tensione, palpabile ed ingannevole.
-Che cosa chiedete dunque?-
-Proteggerò lo Scudo del Re di Lucis dai Sei, ma devo chiederti di fare ciò che è necessario, anche se sembrerà loro il più vile dei tradimenti. Puoi farlo per il Cielo che hai giurato di proteggere?- chiese veemente, incrociandone lo sguardo.
-Un baratto? Cercate di comprare la mia lealtà?- oltraggiato in parte, ma conscio che l'arcade non aveva torto sulle sue remore.
-Cerco di mettere il tuo animo a suo agio per la decisione che potrebbe seguire-
-Perchè dovreste proteggere Gladio?-
-Il tocco di Gilgamesh è su di lui, è una potenziale pedina per i Siderei. Prometto di troncare quel legame-
Ignis distolse lo sguardo, il fatto che stesse contrattando per questo gli dava uno spaccato molto profondo sul ruolo di questo giovane uomo, almeno all'apparenza, conscio che fossero tutti ben più vecchi di lui in realtà. Alla fine trasse un profondo respiro e sfilò dalla tasca il suo cellulare.
-Non voglio essere meno di Gabranth, so di non poterlo sostituire, ma il mio giuramento al Nie è reale- annuciò con voce ferma e sguardo saldo, poi senza esitare fracassò l'oggetto a terra davanti ai piedi dell'arcade, -che mi credano un traditore se devono, il mio onore è intatto. Proteggerò Noctis come cavaliere di Archadia, e sì, farò di tutto perchè l'imperatore del cielo venga per me prima di ogni cosa-
Toturi sorrise, era completamente diverso quando il suo viso si illuminava con le espressioni. Bello come un dipinto reso più avvenemente dalla malinconia eterea di un perpetuo giorno di pioggia. Il cavaliere di Lucis per un solo secondo vide il peso sulle spalle del Campione di Smeraldo e la grazia con cui lo sosteneva.
-Sei la persona giusta Ignis Scientia, un giorno potresti davvero amare Archadia come se fosse la tua terra-
-Sarebbe onore-
L'altro annuì voltandosi verso la porta, aveva già la mano sulla maniglia, ma parlò ancora, senza voltarsi.
-Ha rinunciato a suo fratello, per il tuo Re-
-Il Nie III è il mio re, Akodo-sama-
Un altro sorriso dell'albino, che questa volta lasciò gli alloggi senza altro indugio.

  
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