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Autore: Mary P_Stark    10/05/2019    2 recensioni
Cosa succederebbe se gli dèi dell'Olimpo e gli eroi greci camminassero tra noi? Quali potrebbero essere le conseguenze, per noi e per loro? Atena, dea della Guerra, delle Arti e dell'Intelletto, incuriosita dal mondo moderno, ha deciso di vivere tra noi per conoscere le nuove genti che popolano la Terra e che, un tempo, lei governava assieme al Padre Zeus e gli Olimpici. In questa raccolta, verranno raccontate le avventure di Atena, degli dèi olimpici e degli eroi del mito greco, con i loro pregi, i loro difetti e le loro piccole stravaganze. (Naturalmente, i miti sono rivisitati e corretti)
Genere: Commedia, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Efesto – 4 –
 
 
 
“… e così, tutto è bene quel che finisce bene” chiosò Felipe, sorseggiando una birra mentre Artemide serviva delle crudités sotto la veranda di casa.

Efesto assentì e, nel massaggiarsi la gamba destra, un po’ dolorante, disse: “Credo che Zeus stia ancora lagnandosi per il dolore alle orecchie, ma se l’è cercata, alla fin fine. Ognuno vive coi propri difetti e le proprie debolezze. Lui, semplicemente, non ha ancora capito come gestirli, e il risultato sono le urla di Era e le sue vendette perverse.”

Ghignando, Felipe annuì e replicò: “A me basta aver aiutato a salvare Alamo. Col vostro intervento, siamo riusciti a evitare che quell’incendio si espandesse a tal punto da distruggere non solo quella cittadina, ma anche San Josè, perciò ben venga.”

Ciò detto, scrutò dubbioso il dio del fuoco e domandò: “Se lo proponessi a un mio amico pompiere, ti andrebbe di tenere dei corsi su come interpretare i movimenti del fuoco durante gli incendi? Non potranno fare ciò che fai tu ma, con qualche nozione in più, potrebbero essere avvantaggiati durante i prossimi interventi.”

Sinceramente sorpreso, Efesto mormorò: “Credi che… mi ascolterebbero?”

“Puoi falsificare qualche documento per farti sembrare un esperto del settore dal punto di vista umano, no?” scrollò le spalle Felipe, come se non vi fossero problemi. “Vedrai. Dopo pochi minuti di conferenza, ti adoreranno. Che, per una divinità, dovrebbe essere la norma, poi.”

Efesto si ritrovò a sorridere divertito e assentì con piacere mentre Atena, dando una pacca sulla spalla all’ex cognato, commentava: “Hai avuto davvero una bellissima idea.”

Ciò detto, si rivolse a Efesto e aggiunse: “Scusami se non ho mai pensato che Era avesse bisogno di una ripassata, per quello che ti fece. Davo per scontato che non ti interessasse, ma ognuno di noi dovrebbe avere un paladino, e tu non hai mai avuto nessuno. Ti ho sempre considerato mio zio, ma non mi sono comportata da brava nipote.”

Efesto, però, scosse il capo e replicò: “Se ne avessi avuto il coraggio, avrei potuto farlo anch’io, a suo tempo. Inoltre, non ho mai considerato voi, il mio problema. Però, ciò che ha detto Artemide mi ha fatto sentire bene.”

La dea sorrise commossa, arrossendo e, nell’infilarsi un pezzo di carota in bocca, celiò: “Sono forte, come rullo compressore.”

Tutti sorrisero divertiti a quel commento e Felipe, attirandosela sulle gambe perché si sedesse, chiosò: “Sei forte anche come guarda-spalla, anche se hai una fifa blu quando vedi il fuoco.”

Lei rise, annuendo con vigore e, nel rialzarsi, lo afferrò a una mano per poi dire: “Vieni a prestarmi servizio, mortale. Devo portare fuori ancora un sacco di cose.”

“Come la mia dea comanda” mormorò lui, seguendola appresso mentre Artemide rideva come una ragazzina innamorata.

Nel vederli sparire dentro casa, Efesto scosse il capo e mormorò mesto: “Si farà del male, stando con lui.”

“Ne è consapevole, come lo è lui. Ma ho imparato che la gioia è gioia, indipendentemente da quanto essa dura, e vale la pena viverla pienamente” replicò dolcemente Atena, carezzando sul viso Alekos prima di prendere la mano di Érebos e stringerla nella sua.

Efesto annuì, sorseggiando la sua bevanda analcolica e, scrutando i suoi nipoti con rinnovata sicurezza, disse: “Aiuterò gli umani, dove potrò, poi tornerò a Catania e mi costruirò una villa da cui godere la vista del mio monte Etna e del mare.”

“E farai un abbonamento a una SPA?” ironizzò Atena, ammiccando.

“Eccome! Anche se dubito che troverò un altro Adam. Lui ha davvero un tocco divino” sospirò il dio, facendo ridere i presenti.

“Sono sicura che troverai qualcuno di valido…” asserì Érebos. “… e, naturalmente, quando la casa sarà ultimata, verremo a trovarti.”

“Sarete i benvenuti” annuì soddisfatto Efesto.

Non avrebbe chiuso la sua fucina all’interno della bocca dell’Etna. Vi era troppo affezionato per abbandonarla, ma era giusto che vivesse la sua vita immortale al meglio, e non da recluso.

Sua madre non lo aveva voluto, né amato, ma di questo non si faceva più un cruccio. Stava bene nella sua pelle, finalmente.






N.d.A.: qui si conclude la breve avventura californiana del nostro dio del fuoco, che ha finalmente trovato un equilibrio nella sua vita tribolata e dei nuovi amici con cui condividerla.
Abbiamo inoltre avuto modo di notare come Zeus ed Era, nonostante i millenni, continuino a beccarsi come galli per le scappatelle di lui, a riprova del fatto che certe cose sono immutabili.
Ho lasciato in sospeso volutamente la storia tra Felipe e Artemide perché, a momenti alterni, tornerà a ricomparire nelle mie storie ma, in linea di massima, non vi saranno drammi di nessun genere, non temete.
Adesso vedrò quale dio - o eroe - busserà alla mia porta... avete per caso un toto-nomi da propormi?
  
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