Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Harriet    13/05/2019    1 recensioni
Se potessi incontrare le persone più importanti per te da piccole, cosa diresti loro? Come affronteresti i loro drammi e le loro ferite?
I pro hero Deku, Bakugou e Todoroki, per colpa di un quirk dal funzionamento complesso, si ritrovano imprigionati in un mondo mentale creato dai loro ricordi. L'unica via d'uscita è interagire con un frammento delle personalità degli altri, una versione bambina cristallizzata in un momento drammatico...
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II
Tear in your hand
 
 Shouto non riusciva assolutamente a capire dove si trovasse. Sapeva solo che era corso dietro a Izuku prima che sparisse nella nebbia creata dal quirk della ragazzina, ma prima di riuscire a raggiungerlo era stato inglobato anche lui nel mondo irreale creato da quel potere soprendente. Un mondo mentale, aveva spiegato Yaoyorozu, formato da brandelli di ricordi di quelli che ci finivano dentro. Per uscirne bisognava andare sempre avanti senza cedere, superando ogni ostacolo, oppure si sarebbe perso il controllo.
 Se avesse capito cos’era, quel posto, forse avrebbe potuto elaborare un piano per uscirne. Gli sembrava nient’altro che un’oscurità senza contorni, con una vaga luce distante che si allontanava o si spostava ogni volta che lui cercava di raggiungerla. Dopo un tempo interminabile passato a girare in tondo, il luogo assunse contorni più definiti: era una stanza immersa nel buio. Le pareti diventarono più concrete, mentre la luce assumeva una forma precisa: un rettangolo. Adesso nella stanza c’erano anche dei mobili: un letto, un armadio e… Una scrivania, sopra la quale stava lo schermo di un computer: era quella, la fonte della luce. C’erano delle immagini in movimento, anche se non si sentiva alcun suono. Shouto si fermò a osservarle e riconobbe un vecchio, famosissimo video della prima di All Might.
 Shouto camminò lentamente fino allo schermo, e di fronte al suo sguardo si materializzò qualcos’altro. Una sedia dallo schienale alto, proprio davanti alla scrivania. Sembrava che non ci fosse seduto nessuno. Shouto fece ancora qualche passo avanti e notò che la sedia si stava muovendo. Guardingo, cercò di avanzare senza emettere alcun rumore e si sporse per osservare l’occupante della sedia.
 Il ciuffo spettinato di capelli verdi gli aumentò il battito del cuore. Sulla sedia c’era una versione piccola di Izuku. Lo aveva visto solo nelle foto di cui Inko Midoriya lo aveva inondato, quando il figlio le aveva fatto conoscere il fidanzato, ma avrebbe saputo riconoscere quel bambino ovunque. I capelli mossi, le lentiggini, gli occhi grandi e lo sguardo fiducioso erano rimasti sempre gli stessi.
 Questi sono i tuoi ricordi, allora. Ma perché li sto vedendo? E cosa devo fare? Proseguire oltre o fermarmi con te? E se fosse solo una trappola per bloccarmi qui?
 Convinto da quell’ultimo pensiero, avrebbe ignorato il piccolo Izuku, se un secondo sguardo non gli avesse rivelato che stava piangendo. Ebbe un attimo di esitazione e il bambino si accorse di lui. Grandi occhi colmi di lacrime si fissarono nei suoi. Shouto rimase immobile, con la bocca arida di parole, a guardare il bimbo (che non era reale e probabilmente era lì solo per ingannarlo.) Izuku però piangeva e si sforzava di sorridergli, ed era una così tanto familiare, così vera, che Shouto non riusciva a staccarsi da lì.
 «Ehi» gli disse, incerto.
 «Lo conosci All Might?» gli domandò il bimbo, indicando lo schermo.
 «Certo.» Anche in questo non c’era niente di nuovo: Izuku aveva sempre lo stesso argomento preferito.
 «Io vorrei diventare come lui, da grande. Però non ho un quirk.»
 Le immagini sullo schermo cambiarono: ora si vedeva Inko Midoriya, giovanissima, che abbracciava suo figlio. Erano in lacrime tutti e due. Poi una scuola, un asilo forse, e Izuku che veniva accerchiato da un gruppo di bambini, tra cui uno che somigliava tantissimo a Bakugou.
 Shouto taceva, sempre più confuso. Perché stava vedendo quelle cose? Cosa doveva fare? Interagire con il bimbo aveva senso? Cercò di distogliere lo sguardo dalle scene sullo schermo, che intanto continuavano a ripetersi, mischiandosi con altre simili. Non voleva guardare. Conosceva la storia di Izuku, ma quelli erano i suoi ricordi, e non credeva di avere alcun diritto di vederli in quel modo. Eppure lo schermo attirava irrimediabilmente il suo sguardo. Quando su di esso passò l’ennesima scena di Izuku preso di mira dagli altri bambini, Shouto voltò le spalle alla scrivania e cercò di allontanarsi. Ma le pareti della stanza gli si serrarono attorno e lo spazio si fece strettissimo, appena capace di contenere lui, la scrivania e il piccolo Izuku. Allungò una mano e toccò il muro davanti a sé: era solido, nonostante si trovasse in un posto inesistente. Si spostò in vari punti, toccando e cercando un’apertura, ma non c’era.
 Si voltò, per trovare un’altra soluzione, e vide Izuku ancora perso a guardare lo schermo. Ora c’era di nuovo All Might. Ora Inko che piangeva. Ora il bimbo che tornava a casa sporco di fango e con le ginocchia sbucciate.
Devo andarmene da qui, prima di perdere il controllo, si disse. Quel bambino è sicuramente una trappola. Non mi posso fermare.
 A quel pensiero la stanza si restrinse ancora. Shouto si posò una mano sul petto, come per accertarsi di stare ancora respirando, perché una morsa di angoscia gli stava rendendo difficile quella semplice operazione. Era imprigionato dentro ai ricordi di Izuku, insieme a quel frammento di lui. Non poteva uscire, ma doveva trovare un modo per sbloccare la situazione.
 «Tutti dicono che non posso diventare come lui» gli disse il bambino, indicando All Might, appena ricomparso sullo schermo. «Ma io penso che se mi impegno… Se ci provo…»
 «Ehi, senti» iniziò Shouto, posando timorosamente una mano sulla spalla del bambino. Una lacrima scivolò fino a bagnargli le dita e lui rabbrividì. «Senti, tu lo sai che questo non è… Insomma, tu sei un ricordo. Non sei reale. Adesso sei grande.»
 Izuku sollevò gli occhi verdi e confusi su di lui, scuotendo la testa.
 «Sì, sei adulto, e sei diventato un pro hero.»
 «Ma io sono piccolo.»
     «No, sei adulto. Tutto questo non è reale. Sto parlando con un ricordo.»
     Non ottenne niente, se non di spaventare il bambino e farlo piangere ancora di più. Ottimo lavoro. Se c’era una cosa che non aveva mai davvero imparato era che con i bambini la verità brutale non funziona granché. Shouto sospirò e si soffermò qualche istante sulle immagini che adesso scorrevano sempre più velocemente sullo schermo, mostrandogli volti di adulti e bambini che non conosceva, in frammenti troppo brevi perché potesse capire cosa stava succedendo.
     «Ascoltami bene» riprese, tentando una nuova strategia. «Io vengo dal futuro.»
     «E come fai a essere qui?»
     «È un segreto. Non te lo posso dire. Però io ti conosco, da grande. Tu diventerai un grandissimo hero. Proprio come All Might.»
     «Anche se non ho un quirk?»
     «Lo avrai. Devi solo aspettare un po’. E frequenterai la UA, la miglior scuola per eroi di tutto il Giappone. La conosci? Hai mai visto in televisione il festival sportivo?» Izuku annuì. Sembrava davvero incantato da quel racconto. «Ecco, noi andremo a quella scuola insieme, e…»
     Sullo schermo passò rapidamente l’immagine del liceo.
Sono stato io?, si chiese Shouto. Provò a fissarsi su quel ricordo della loro scuola. Ci riuscì: l’ingresso della UA era proprio lì davanti a loro, con il suo sciame di ragazzi che si apprestavano a entrare.
     «Davvero vado lì?» chiese il bimbo. Shouto cercò di evocare un ricordo più preciso, dove si vedesse anche Izuku. Sullo schermo passò l’immagine di un giorno come tanti a mensa: Izuku era seduto tra lui e Uraraka, davanti a loro c’erano Iida e Tsuyu, e tutti ridevano.
     «Vedi? Quello sei tu, da grande, e ci sono anch’io. E quelli sono i nostri amici.»
     Il bambino allungò le piccole dita verso lo schermo. Aveva smesso di piangere e sul viso aveva un’espressione di puro stupore.
     «Abbiamo fatto così tante cose, negli anni di scuola» proseguì Shouto, regalando al bambino qualche altro frammento del loro passato: una mattinata di allenamenti, la loro aula, una notte passata a guardare un film tutti insieme nel dormitorio… Poi, a un certo punto, ecco comparire una scena sfuggita al controllo di Shouto.
     «Ma perché stiamo combattendo?» gli domandò il bambino.
     «Quello è il festival sportivo del nostro primo anno.»
     «Oooh, tu sei fortissimo!»
     «Anche tu. E in quel momento mi hai salvato.»
     «Come?»
     Shouto gli scompigliò i capelli e sorrise.
     «Capirai quando sarà il momento. Devi solo avere pazienza. Diventerai un grandissimo eroe, e soprattutto…» Si bloccò, come sempre, quando si trattava di sentimenti. Faceva fatica a parlare con l’Izuku reale, a dirgli cosa provava per lui, figuriamoci con quella strana proiezione della psiche di Izuku che gli confondeva le idee. «Diventerai la persona migliore che io abbia mai conosciuto. La persona più importante per me. Quindi non ti preoccupare. Andrà tutto bene.»
     Il bambino gli regalò uno dei suoi sorrisi sconfinati. Lo schermo mostrò per un istante un’immagine di loro due, adulti, per mano, ma Shouto era sicuro che non fosse uscita dalla sua mente. Aprì la bocca per chiamare Izuku – non il bimbo, ma il suo, quello adulto, certo che fosse lì, da qualche parte, ma tutto si fece completamente nero.
     Quando piccole scintille di luce riapparvero intorno a lui, non era più nella stanza ed era solo.
 

***
Grazie di essere qui! Grazie a chi ha letto, commentato e seguito la storia. Grazie ancora alle mie beta a Mari per l'idea. Il titolo di questo capitolo è rubato a una canzone di Tori Amos (decontestualizzato, come tutti i titoli dei prossimi capitoli.)
Dovrei riuscire ad aggiornare 1-2 volte a settimana.
Vi abbraccio, a presto!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Harriet