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Autore: _Its_Nisee_    19/05/2019    0 recensioni
E cosa succederebbe se nella vita di Eleonor, una piccola ragazza londinese con un passato tortuoso alle spalle, arrivassero, in una sera come un'altra, due iridi azzurre a mettere a soqquadro ogni cosa?
•••
-Almeno inventati qualcosa di più sensato la prossima volta che vorrai evitare che qualcuno ti aiuti- gli disse sincera lei, accennando un sorrisino istintivo, smettendola di insistere e lasciandolo andare, con un pizzico di amaro in bocca.
Il biondo si poggiò allo stipite della porta, non degnandola più di uno sguardo, bensì si diede la spinta per rimettersi in piedi per poi ricominciare a camminare verso il locale vero e proprio. Anche sul suo volto, senza che lei potesse vederlo, si era dipinto un minuscolo sorriso, anch'esso spontaneo e senza una motivazione logica.
-Grazie per non aver insistito troppo, occhi verdi-
•••
Storia sui Queen ambientata nei tempi odierni, i fatti e gli affetti dei ragazzi sono quasi del tutto reinventati.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Chapter 4- Playboy
Nel primo pomeriggio John, qualche ora dopo essere uscito dal College, in cui stava approfondendo la sua materia preferita in assoluto, cioè economia, si recò con l’automobile del padre in una villetta poco distante dal centro.
Spense il motore non appena fu davanti ad essa, scrutando attentamente la siepe che ne copriva una buona parte di visuale, per poi decidersi a scendere dal veicolo. Suonò il citofono, udendo subito dopo una voce dolce e tranquilla a rispondergli, chiedendo chi fosse.
-Chi è?-
-Sono John- disse semplicemente, essendo più che conosciuto dalle persone all’interno dell’abitazione
A quel punto il cancello, di modeste dimensioni, fece uno scatto, così che il ragazzo potesse aprirlo senza difficoltà, e varcarlo, attraversando tutto il vialetto che conduceva direttamente alla porta d’ingresso, la quale era bianca lucida, di un’eleganza quasi disarmante, come tutta la villetta in sé per sé.
Il primo ad accoglierlo fu un gattino di colore rossastro, tendente all’arancione, il quale, avendolo riconosciuto, iniziò a fargli le fusa rumorosamente. John non poté impedire a sé stesso di piegarsi sulle ginocchia quel tanto che bastava per raggiungere l’animaletto, che si lasciò subito coccolare dalla grande mano del ragazzo, giocandoci di tanto in tanto con le minuscole zampette munite di piccoli artigli che gli facevano il solletico.
-Ciao piccola Shelly, è sempre un piacere vederti- disse alla gattina, continuando ad accarezzarla premurosamente
-Credo che lo stesso valga anche per lei, mio caro John-
A risvegliarlo fu la stessa voce di prima, che lo fece ritornare subito in piedi, portando i suoi occhi ambrati in quelli grigio-verdi della donna di fronte a sé. Dovette abbassare lo sguardo, dato che ella si trovava su una sedia a rotelle, per poterle parlare faccia a faccia.
-Ciao Jade!- il riccio la salutò con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra, venendo subito ricambiato
-Ciao caro, entra pure, cosa ci fai fermo lì?- lo intimò lei, in tono sarcastico, ma sempre gentile
-Il mio amore per Shelly mi deve aver distratto-
La frase fece ridere Jade, che lo condusse cordialmente nel grande salone di casa sua, facendo girare energicamente le ruote della sua sedia a rotelle per potersi spostare in completa indipendenza.
-Ti trovo bene Jade- le fece notare lui, sincero, vedendola particolarmente arzilla
La donna, in tutta risposta, gli dedicò una smorfia.
-La stessa cosa non si può dire di quel testone del tuo migliore amico- fece cenno con il capo, indicando la scalinata ricoperta dalla moquette color mogano, perfettamente intonata ai muri dell’abitazione
John si portò una mano sul viso, esasperato.
-Non so più cosa fare con lui- parlò nuovamente Jade, affranta nel parlare del proprio figlio, che si trovava in camera sua, segregato
-Sono venuto qui apposta per parlargli-
-Spero possa servire a qualcosa, perlomeno- confessò, incerto
La bionda lo guardò con immensa ammirazione, come avesse davanti un altro figlio, perché in un certo senso John lo era un po’ per i genitori di Roger.
-Sei troppo paziente con lui John, a volte mi trovo a chiedermi come tu faccia a non perdere mai le staffe con lui. E’ veramente difficile stargli accanto, dato il modo in cui si comporta tante volte, e lo dico da madre perdutamente innamorata del proprio figlio-
Il riccio sorrise spontaneamente, stringendosi nelle spalle con fare timido.
-Gli voglio bene e sono consapevole che anche lui ne vuole a me, questo basta a consolidare sempre più il nostro rapporto di fratellanza, ormai- spiegò in poche parole
-Grazie per esserci nella sua vita- gli fu riconoscente Jade, quasi commossa dalle sue parole piene di affetto
-Per me è un piacere, non lo vedrò mai come un sacrificio Jade, puoi stare tranquilla-
-Lo so, sei un ragazzo veramente buono, beata la donna che ti sposerà!- lo elogiò per l’ennesima volta, divertendolo
-Oh, come una sbadata non ti ho offerto nulla! Desideri un caffè, una tazza di tè, uno spicchio di torta di mele, non so, un frutto..- elencò
John iniziò ad agitare le mani, in segno di rifiuto.
-Ti ringrazio molto, ma ho mangiato con mio padre in un ristorante circa trenta minuti fa, quindi sono più che sazio- batté due volte la mano sul proprio stomaco
La donna annuì con il capo, decidendo di non insistere.
-Sono consapevole che non faresti mai complimenti a casa nostra, quindi se dovesse venirti fame o sete, ti basta chiedere-
-Certo-
-Ora però vado dal principino- indicò con il pollice la scalinata, decidendosi poi a salirla congedandosi dalla donna, giungendo in poco tempo al piano superiore
Senza esitazione si recò dritto nella stanza che gli interessava, bloccandosi di fronte alla porta, bianca come quella d’entrata, di essa. Nonostante la confidenza che aveva con Roger, bussò in ogni caso. Non ricevette alcuna risposta in un primo momento, così ritentò.
-Mamma, ti ho detto che non ho fame! Lasciami stare!- si udì dall’altra parte della porta
John non disse nulla, bensì aprì e si appoggiò allo stipite, guardando l’amico a braccia conserte, steso sul proprio letto e intento a fissare il soffitto senza alcun apparente motivo.
-Peccato, e io che ti avevo preparato una sfiziosa torta alle fragole- il riccio imitò una voce femminile, attirando finalmente su di sé gli occhi azzurri del biondo, che lo guardò stranito
-Sei pessimo con le imitazioni- si portò seduto, rimanendo coperto fino alla pancia dal suo plaid rosso fiammeggiante, a gambe incrociate
-Rimango il più intelligente tra i due- abbassò e alzò le sopracciglia il riccio, dandosi delle arie
-Ti piacerebbe- Roger stette al gioco, ritornando immediatamente serio, stranendo in automatico John a causa di tale comportamento
Non era da lui essere così giù di morale, non così tanto perlomeno.
-Dimmi che succede, sono tutto orecchie- il riccio si gettò a peso morto sul letto a due piazze dell’amico, smuovendolo di poco a causa dell’impatto
Il biondo lo guardò scocciato -non ti si può nascondere niente, eh?- parve rassegnato
-Non mi devi nascondere niente, il che è nettamente diverso-
-Dove sta scritto?-
-Da nessuna parte, ma è una questione di morale, Rog!- il tono di John divenne serio in modo del tutto repentino
-Se hai un problema, io sono qui pronto ad ascoltarti, esattamente come faresti tu in caso contrario-
Roger mantenne vivo quel religioso silenzio, iniziando a giocherellare con un lembo casuale del plaid.
-Terra chiama Roger Taylor!- esclamò John, alterandosi leggermente, non ricevendo nuovamente una tanto attesa risposta
-Cos’è questa novità? Ora non vuoi nemmeno più parlarmi?-
-Deaky, tu per me sei come un fratello, lo sai, ma..- lasciò la frase in sospeso
-Ma?-
-Non sempre sono in vena di raccontare come io realmente mi senta, mettiti nei miei panni-
-Non posso se non so cosa ha scatenato tutto questo, razza di imbecille- John alzò il tono di voce, portandosi dritto, di fronte al letto
-Mi rifiuto di pensare che siano bastate due stronzate dette da Charlie per ridurti in questo stato! Guardati, sembri un depresso cronico, e oltretutto non vuoi nemmeno parlare con me, il che mi manda in bestia, nonostante di natura io sia calmo e tranquillo, come tu ben sai-
Il biondo sbuffò rumorosamente, frustrandosi i capelli con la mano sinistra, rendendoli ancor più ribelli di quanto già non fossero.
-Non c’entra niente Charlie, le sue parole non mi hanno toccato più di tanto- parlò finalmente
-Ci mancherebbe altro-
-Soddisfatto?-
-No, perché nonostante tutto ancora non so quale diavolo sia il problema- entrambi iniziarono ad usare dei toni molto più elevati rispetto a qualche istante prima
-John i miei problemi sono gli stessi, non cambiano da un giorno all’altro-
-Appunto perché sono gli stessi non dovrebbero stravolgerti improvvisamente in questa maniera-
-Sono umano John! Ogni tanto ci sta che io abbia dei momenti di crollo- Roger teneva gli occhi puntati sul letto, non sapendo come reggere lo sguardo del suo migliore amico, che in quel momento aveva tutte le ragioni del mondo per essersi innervosito
-Non dico questo- il riccio prese un lungo respiro, notandolo molto distaccato, deciso a calmarsi per non peggiorare la situazione
-Ti sto solo implorando di dirmi cosa ha peggiorato la situazione, perché non è normale questo tuo atteggiamento. Dannazione, mi sento fottutamente ripetitivo- si grattò la nuca
Il biondo si poggiò totalmente alla testiera del letto, portandosi un cuscino in faccia, sempre più afflitto.
-Ho avuto un crollo, un momento di puro sconforto- confessò, tirando via lo stesso cuscino subito dopo
-Non chiedermi il motivo, perché in sé per sé non lo conosco nemmeno io-
-Dentro di te conosci il vero motivo, ma non lo hai ancora capito-
-E’ sicuramente così- concluse John
Roger poggiò un gomito sulle sue gambe incrociate e sua volta la testa sul palmo della propria mano, riprendendo a fissare un punto indefinito di fronte a sé.
-Ogni tanto a certe ferite piace bruciare di nuovo, anche peggio di prima, se possibile- disse, non tradendo emozioni, né con la voce e né con lo sguardo
-Queste ferite di cui parli non si cicatrizzeranno mai se tu continui a comportarti da idiota- lo riportò alla cruda realtà il riccio
-Annegare nell’alcool e ammazzarti di droghe non guarirà quelle ferite, mai Rog, te lo posso garantire-
-Forse farlo può anestetizzarti per un paio d’ore se ti dice bene, ma se poi il giorno seguente ti senti peggio di prima, che senso ha continuare?-
Non era certamente la prima volta che John si trovava a fargli quella paternale.
-Quel paio d’ore, per quanto inutili possano essere per te, mi servono, John Richard- lo chiamò con il suo nome completo, innervosendolo soltanto
-E’ un discorso privo di senso-
-Non puoi capire se non ci sei dentro- disse freddo il biondo, ripensando subito alla botta di adrenalina che lo aveva invaso la sera prima, mandandolo quasi al tappeto all’interno di quel gelido bagno
-Forse è vero, non posso capire, ma posso aiutarti-
-Sei in grado di donarmi una nuova vita? Magari più semplice e meno tormentata?- gesticolò
-Non lo farei neanche se potessi, perché la tua vita è questa e devi apprezzarla per come è- ammise sincero John, beccandosi un’occhiataccia
-Si, bello venire al mondo e portare solo guai- disse amareggiato Roger
Il riccio lo guardò con la coda dell’occhio, scuotendo il capo, non volendo accettare certe parole che stavano uscendo dalla bocca di quello che per lui era un fratello.
-I tuoi genitori ti amano Rog!- sbottò, perdendo la pazienza, con un’amara voglia di piangere come un moccioso
-Non importa quali siano state le circostanze, loro ti amano, ti hanno sempre amato e ti ameranno per il resto della tua vita e tu questo lo sai anche meglio di me-
-Io ho rovinato loro la vita!- il biondo si alzò di scatto, mostrandosi a petto nudo e con solo il pantalone del pigiama addosso
Il suo petto si alzava ed abbassava ad intervalli irregolari, il tutto era causato dal nervosismo e dalla rabbia, mischiati alla tristezza nel vedere il suo migliore amico in quello stato.
-Tu non sai cosa stai dicendo fratello, davvero-
-Sarebbe tutto migliore se io non ci fossi, loro starebbero meglio senza di me, e tu..-
-Oh no, questo non te lo permetto, non azzardarti ad aggiungere altro Taylor, o giuro che ti sferro un pugno in pieno volto- gli puntò un dito contro il riccio, intuendo le sue intenzioni, minaccioso
Roger rimase immobile, coprendosi successivamente il volto con entrambe le mani, per l’ennesima volta.
-Sei mio fratello- disse John in un sussurro, dandogli le spalle, chinando il proprio capo verso il basso
-Sei l’unica persona che so che ci sarà sempre per me e sentirti dire certe cose ogni volta, mi fa male, così come fa male a tua madre e a tuo padre-
-Non voglio sentirmi più l’errore di turno-
I loro sguardi s’incontrarono dopo vari attimi. Entrambi avevano delle espressioni serissime dipinte sul volto, non volendo tradire emozioni superflue in quella circostanza.
-Non lo sei, idiota- lo insultò per l’ennesima volta John, a causa dell’ira
-E comunque rimango io il più intelligente tra i due- aggiunse, però, immediatamente, strappando un fioco sorriso al biondo, che annuì con il capo
-Non spargere la voce però- si arrese, alzando le mani in aria
-Non mi piace litigare con te-
-Non abbiamo propriamente litigato Deaky-
-Beh allora abbiamo discusso, o parlato animatamente- gesticolò animatamente il riccio -in ogni caso non mi piace farlo-
-Nemmeno a me, però ti ringrazio per le belle parole-
-Non dovrebbero sorprenderti, siamo fratelli-
-Già- confermò il tutto Roger, provando a cancellare dal suo cervello tutti quei pensieri che lo avevano ridotto in quella maniera, benché fosse arduo, anche fin troppo
-Però ora via quel muso lungo, fammi spazio-
John raggiunse gattonando l’amico, il quale era tornato a sedersi, poggiando la propria schiena contro la testiera del letto, tenendo le gambe distese lungo il materasso.
-Cosa si fa stasera?-
Roger improvvisò una faccia disgustata, alzando le spalle -Non lo so, dopo ieri sera non avevo nemmeno intenzione di uscire, a dirla tutta-
-Wow, deve essere stata proprio brutta la tua situazione, se ti ha fatto passare addirittura la voglia di uscire-
-Peggio di quel che pensi fratello- precisò il biondo
Un suono proveniente da uno dei loro cellulari li distrasse dalla conversazione. Tutti e due afferrarono l’oggetto in questione, scoprendo che il rumorino era stato emesso da quello di John, il quale si stava già preparando a leggere il messaggio ricevuto.
-Chi è?- gli chiese il biondo, curiosamente
Il riccio avvampò e strabuzzò gli occhi subito dopo, riconoscendo nell’immagine di profilo una Claire più che sorridente, ancor prima di leggere il nome del contatto.
Roger, che si era scorto per vedere chi fosse, lo interrogò subito -Chi sarebbe ora questa Claire?-
Lo spintonò un po’, giocosamente, volendo saperne di più.
-Nessuno- si sbrigò a dire John, balbettando
-Beh, a vedere la sua foto da qui sembra davvero una figa stratosferica- parlò nuovamente il biondo, continuando a far capolino sul cellulare dell’amico
-E’ una mia amica-
-Presentamela!- esclamò Roger ritrovando il buon umore, beccandosi un’occhiata di fuoco da parte di John
-Prima di tutto è fidanzata- gli infranse immediatamente i sogni -e poi ha un caratterino niente male, saprebbe fin troppo bene come tenerti a bada, fidati-
-Siete proprio in confidenza noto. Se è fidanzata perché allora ti ha invitato a cena?- chiese maliziosamente, ammiccando
-E’ una cena tra amici, genio- il riccio portò il palmo sul volto dell’amico, spingendolo senza troppa forza indietro per non farlo più impicciare dei suoi affari
-E poi non saremo soli-
Stavolta il biondo aggrottò le sopracciglia, mostrando la propria confusione.
-E’ la sorella maggiore di Eleonor-
-La fiamma di Charlie intendi?- collegò il nome, non capendoci più un tubo
-Sì è una lunga storia. Per qualche strano gioco del destino io e la sorella della ragazza che piace a Charlie siamo diventati amici e dato che la serata di ieri si è conclusa male, vuole recuperare facendo una cena, stasera-
-Ah perché alla fine quella Eleonor è venuta al locale?- domandò, dato che lui se ne era andato poco prima del suo arrivo
-Sì ma Charlie ha dato il peggio di sé, spaventandola-
-Sapevo che sarebbe andata a finire così- il biondo ridacchiò, alzandosi poi dalla sua postazione per prendere una sigaretta dal pacchetto adagiato sul comodino, che iniziò a fumare vicino alla finestra
D’un tratto, però, nella sua mente balenarono alcune immagini della sera precedente, costringendolo a socchiudere di poco gli occhi. Dapprima si ricordò della discussione avuta con Charlie, poi della sua immagine riflessa nello specchio del bagno subito dopo aver fatto uso di sostanze stupefacenti  e infine di quei due enormi occhi verdi che lo avevano scrutato attentamente, tra l’apprensione e l’ansia.
-Io ieri sera mi sono imbattuto in una ragazza invece- esordì, guadagnandosi l’attenzione di John, il quale stava rispondendo fittamente ai messaggi di Claire
-Ah si?-
Roger confermò con il capo, buttando del fumo fuori dalle labbra.
-Carina?- il riccio finse uno sguardo malizioso, divertendo automaticamente l’amico
-Me la ricordo vagamente a dire il vero, ero troppo fuori di me-
-Beh, un’idea te la sarai pur fatta-
-Mi ricordo solo i suoi occhi.. verdi, con delle striature dorate, grandi e brillanti- li descrisse attentamente, non tralasciando nemmeno il minimo dettaglio, aspirando nuovamente dal filtro della sigaretta
-Ti ci devi essere soffermato parecchio fratello se sei in grado di dare una descrizione così accurata- gli fece notare John
-Avevano un loro perché- si limitò a dire
-Come siamo profondi oggi, Taylor- lo beffeggiò un po’ il riccio
Roger roteò semplicemente gli occhi, concentrato sui suoi pensieri e sulla sua sigaretta, ormai giunta quasi alla fine.
-Per quanto riguarda il resto?-
-Te l’ho detto ho un vago ricordo- gesticolò gettando fuori dalla finestra l’ultimo frammento rimasto dell’oggetto, del tutto consumato
-Però mi ricordo di aver pensato che una bottarella gliel’avrei data volentieri-
John strinse gli occhi, scuotendo poi il capo, scoppiando in una fragorosa risata, contagiando il suo migliore amico, non sospettando minimamente che la ragazza di cui lui stava parlando, fosse proprio Eleonor.
-Sei sempre il solito-
 
 
Dopo un’estenuante mattinata lavorativa, seguita da ulteriori ore nel pomeriggio, Eleonor poté festeggiare, in quanto il suo turno si era concluso, lasciandola finalmente libera di buttarsi a peso morto sul divano, seguita dallo sguardo divertito di Claire, impegnata a mangiare una fetta di torta al pistacchio che sua nonna Betty aveva preparato loro. Di tanto in tanto controllava il proprio cellulare, attraverso il quale si stava scambiando dei messaggi con John.
-Sono a pezzi- si lamentò Eleonor, passandosi varie volte la mano sugli occhi, sentendoli pesanti così come la sua testa
-Giornata impegnativa?- le chiese Claire
La castana alzò il braccio sinistro in alto, mostrando il pollice, rispondendo così alla domanda della sorella.
-Oltretutto abbiamo fatto tardi ieri sera, devi essere stremata- le ricordò la mora, non invidiandola affatto
-Esatto, infatti oltre ad essere debole fisicamente, sto morendo di sonno. Stanotte non ho fatto altro che pensare allo spettacolino ridicolo di Charlie, un vero incubo-
-Non immaginavo veramente che fosse un tipo del genere, altrimenti sarei stata la prima a tenerti lontana da lui-
-La verità è che ormai da una vita attiro soltanto casi umani Claire, sono destinata- disse frustrata Eleonor, controllando l’ora sul display del suo cellulare, non prestandogli poi nessun’altra attenzione
-In compenso abbiamo guadagnato un amico, guarda il lato positivo- disse Claire con la bocca piena, ridendo leggermente nel leggere i messaggi che John le stava inviando
-Sì, John sembra proprio un tipo apposto-
La mora continuava a piegarsi dalle risate e ciò fece capire ad Eleonor che stesse parlando proprio con il ragazzo in questione.
-Non pensi che Michael si innervosirebbe a saperti così felice di avere un nuovo amico.. maschio?- chiese spontanea
Claire, tra una risata e l’altra, le rispose.
-Problemi suoi, io ho la coscienza apposto, è lui quello che dovrebbe sentirsi responsabile di come stanno andando le cose tra noi- disse non perdendo il buonumore
-Posso sapere cosa ti sta scrivendo di così esilarante?-
-Può sembrare strano, ma mi sta solo raccontando un aneddoto in cui un suo amico ha indossato un perizoma- soffocò l’ennesima risata
-Divertentee- si finse entusiasta la castana, raggiungendola e sedendosi di fronte a lei
-So che detto così può sembrare estremamente noioso, ma fidati, se leggessi ciò che mi sta scrivendo moriresti anche tu-
-Si può sapere quando diavolo vi siete scambiati i numeri?-
-Ieri sera, nel momento in cui sei andata in bagno. Ci siamo smezzati una birra e abbiamo deciso di rimanere in contatto, ci troviamo bene a parlare insieme, è molto carino quando si rivolge a me. Credo sia il primo ragazzo a parlarmi senza doppi fini-
Eleonor inclinò di poco il viso, addolcendosi un po’ ascoltando le parole della sorella, ripensando improvvisamente a ciò che era successo in quel benedetto bagno e di cui Claire non era a conoscenza.
“Grazie per non aver insistito troppo, occhi verdi.”
Occhi verdi. Un nomignolo davvero originale da affibbiare ad una ragazza mai vista prima, con dei banalissimi occhi verdi, appunto.
-A proposito del momento in cui sono andata in bagno..- iniziò coraggiosamente, cercando di farsi dare spago dalla mora
Non ottenne subito ciò che voleva, così, come unica soluzione, decise di sferrare un calcio sullo stinco di Claire, che ansimò all’istante di dolore, non aspettandosi un gesto tale.
-Sei impazzita?- sbottò dolorante, mordendosi il labbro inferiore
-Così impari a non starmi a sentire!- ribatté la castana, con un sorriso fintissimo stampato in faccia
-Stavi dicendo? A proposito del bagno?- la intimò di continuare, prendendo a massaggiarsi il punto dolorante con le dita, avendo voglia di prenderla a sua volta a calci sugli stinchi
-Beh, quando mi sono recata lì è successa una cosa.. beh, bizzarra-
-Del tipo?- pretese spiegazioni Claire, bloccando definitivamente il cellulare
-Ah no, non dirmelo! Come minimo dal gabinetto è uscito un topo- parlò di nuovo, nauseata da quel pensiero
-No!- negò la sorella, schifata allo stesso modo
-Mi sorprende, in quel ghetto mi aspetterei di trovare questo ed altro- rabbrividì al solo pensiero
-Potresti farmi finire di parlare, Claire?- la pazienza di Eleonor si stava esaurendo ogni secondo di più
-Okay, okay- alzò le mani, mentre la castana si schiarì la voce
-Sono entrata in quel bagno e.. prima mi sono sciacquata il viso nell’apposito reparto femminile, dopodiché ho sentito un tonfo e, cagandomi addosso, lo ammetto, sono uscita a controllare chi ci fosse e lì ho conosciuto un ragazzo, cioè non conosciuto, ho scambiato due chiacchiere con lui..-
Gli occhi di Claire si illuminarono d’immenso, come fosse una bambina intenta ad ascoltare una fiaba.
-E quindi? Vi siete presentati? Lui è carino? Ti piace, gli piaci?- saltellò varie volte sulla sedia
-Niente di ciò che speri Claire, ci ho semplicemente scambiato due parole, non stava molto bene, credo fosse in uno stato simile a quello di Charlie, a dirla tutta-
-E dimmi, lui com’è?- la mora ignorò totalmente l’ultima frase pronunciata dalla sorella, volendo soltanto saperne di più
-Oh ehm, biondo- boccheggiò Eleonor
-Entusiasmante, caratteristica davvero rara per un ragazzo-
-Cosa vuoi sapere?-
-Qualche ulteriore dettaglio, sai com’è, esistono milioni di ragazzi biondi a questo mondo-
-I capelli gli arrivavano fino alle spalle che io ricordi e la sua pelle era pallida. Non era molto alto, anche se ci vuole poco ad esserlo più di me- elencò ulteriori caratteristiche riguardanti il biondo in questione
-E gli occhi?-
Una strana fitta pervase lo stomaco di Eleonor quando si ricordò degli occhi del ragazzo, nei quali la sera prima si era persa per dei buoni attimi, paragonabili ad interminabili ore.
-Azzurri chiari, leggermente tendenti al grigio- fu precisa, mordendosi l’interno guancia
-E’ finito ora l’interrogatorio riguardante il suo aspetto fisico?-
-Non mi hai ancora detto come si chiama in realtà- le fece gli occhi dolci Claire, battendo numerose volte le ciglia
-Questo non lo so- rispose secca, non potendola accontentare stavolta
-Non vi siete presentati?-
-Claire, stava male ed è già tanto se ci ho scambiato quelle due parole!- esclamò -te l’ho voluto raccontare solo perché siamo solite a dirci tutto, ma non ha significato niente per me quell’incontro, sappilo-
-Peccato, dalla descrizione sembra proprio un figo da paura-
-Chissà che viaggi si starà facendo la tua mente in questo momento-
La castana non volle pensarci, così aprì il frigo e si versò della spremuta d’arancia fresca in un bicchiere di vetro, dissetandosi.
-Io e John ci stiamo accordando per andare a mangiarci una pizza, sei dei nostri vero?- le chiese Claire tralasciando il precedente discorso, la quale stava sciacquando il piatto che aveva utilizzato per mangiare la torta, così da lasciare tutto in ordine
-Saremo solo noi tre?-
La mora la rassicurò, facendole “si” con il capo.
-Non è che hai organizzato qualche altra stronzata con Charlie?-
-Ma sei impazzita? L’ultima cosa che voglio è che tu esca con quel deficiente, specie dopo il bel complimento che mi ha fatto-
Eleonor si sentì totalmente rassicurata a quel punto, nonostante un dubbio continuasse a sorgerle.
-Tu sei davvero sicura che Michael non si innervosirà per questo, mh?- domandò alla sorella, tirando in ballo nuovamente il suo fidanzato
-Ha la partita di football con i suoi amici, quindi non ha tempo per me- le rispose Claire, amareggiata, incrociando le braccia al petto, fingendo del menefreghismo
-E poi anche se così non fosse, non posso di certo sacrificare una serata con un amico e con mia sorella solo perché Michael ogni tanto si ricorda di avere una ragazza-
-Vorrei soltanto che evitassi di usare John come ripiego- ammise sincera Eleonor, preoccupata che potesse essere così
-Non lo farei mai, anche perché non servirebbe a nulla, io amo davvero troppo Mike-
La castana accennò un sorrisino.
-John mi ha fatto una buona impressione fin dal primo momento e mi farebbe soltanto molto piacere conoscerlo e diventare sua amica, tutto qui. Sapete tutti che sono socievole e che mi piace stringere sempre nuove amicizie- sospirò, pensando al proprio carattere, talvolta fin troppo espansivo
Eleonor, vedendola giù un’altra volta per colpa di Michael, le si piazzò davanti, afferrandole le mani con estrema dolcezza.
-Ehi, non abbatterti adesso- le accarezzò una ciocca di capelli, portandogliela dietro l’orecchio premurosamente
-Stasera ci divertiremo e stavolta sul serio, te lo prometto!-
Claire le sorrise riconoscente, sapendo che, per qualsiasi cosa, avrebbe sempre potuto contare sull’aiuto della più piccola, senza indugio.
 
 
Intorno alle otto e mezza, Eleonor e Claire si trovarono imbottigliate nel traffico di una Londra fin troppo caotica quella sera. Scocciate dalla situazione e non avendo a loro disposizione uno stereo con il Blutooth, dato che avevano preso l’automobile della madre, nettamente meno tecnologica di quella del padre, avevano deciso di ascoltare la radio, la quale non passava altro che canzoni degli anni 30, noiose e fin troppo patriottiche, oppure notizie dell’ultima ora, ancor meno interessanti delle canzoni.
Ogni tanto le auto di fronte avanzavano di qualche centimetro, ma mai abbastanza da poter dichiarare concluso quell’imbottigliamento.
-Io ti giuro che tra un minuto do di matto- scattò Claire seduta di fronte al volante, più che scocciata dalla situazione
-Eppure è giovedì, non capisco il perché di tutto questo movimento- ragionò ad alta voce Eleonor, fissando le luci della città circostante
-Perché la gente non ha una casa in cui cenare e decide di uscire per farmi perdere le staffe-
-Potrebbero pensare la stessa cosa di noi, allora- la fece riflettere la castana, mostrando una fossetta
-L’appuntamento era alle otto e venti, siamo in ritardo di quindici fottuti minuti- la mora portò nuovamente le mani al volante, immettendosi in un’altra corsia, in cerca di una via di fuga
-John capirà, non è colpa nostra- si strinse nelle spalle Eleonor, decidendo poi di creare una storia di Instagram
Inquadrò con il suo IPhone i palazzi fuori dal finestrino, scattando poi loro una foto, alla quale non aggiunse alcun effetto, limitandosi a disegnare un cuoricino con la penna di colore rosa, riponendo in mezzo ad esso la scritta “Londra”, pubblicando poi la sua opera, soddisfatta come non mai.
-Fammi capire, io sclero con l’auto e tu giochi a fare la fashion blogger?- le chiese Claire, ingranando la seconda
-Ogni tanto è un privilegio essere minorenne e non dover guidare- fece una linguaccia alla sorella, che ricambiò il gesto alzando il suo dito medio
Passò un’altra decina di minuti prima che il traffico si disfacesse, così che le due sorelle potessero finalmente giungere alla pizzeria in cui John le stava aspettando. Una volta parcheggiata l’auto, le due raggiunsero velocemente l’entrata del locale, dove ad attenderle videro il riccio, intento a ridere guardandole correre.
-Ben arrivate!- salutò entrambe, notandole stremate
Nessuna di loro proferì parola, dato il fiatone della corsa fatta, così si limitarono ad alzare le mani in segno di saluto.
-Come mai ci avete messo tutto questo tempo?- gli domandò tranquillamente, quando si furono ricomposte
-Traffico maledetto- batté un piede Claire, indignata, avvicinandosi poi a lui, salutandolo decentemente con due baci sulle guance
Eleonor, dal canto suo, rimase ferma, non trovando fosse ancora il momento di salutarlo in quel modo. Perlomeno lei la pensava così, essendo molto diversa dalla propria sorella.
-Vogliamo entrare?- propose loro il ragazzo, aprendo poi la porta e facendole passare da perfetto gentleman
Le sorelle annuirono, affamate come non mai, entrando nella pizzeria e andando subito alla ricerca del loro tavolo, che era stato prenotato da John stesso.
-Per caso cercate il vostro tavolo?- un cameriere sulla quarantina si avvicinò a loro, vedendoli leggermente spaesati
-Sì, ho prenotato un tavolo per tre- parlò John, un po’ in agitazione
-Nome?- l’uomo estrasse un taccuino dalla tasca della sua uniforme, con su scritti i vari nomi
Il riccio prese un bel respiro, chiudendo poi gli occhi, pronto a sprofondare dalla vergogna -Playboy-
Claire e Eleonor si guardarono negli occhi, spalancandoli contemporaneamente, non capendo il senso di quel nome ridicolo. Invece il cameriere decise di far finta di nulla, notando l’imbarazzo sul volto del ragazzo, che era arrossito all’istante, indicandogli cordialmente la direzione del tavolo e congedandosi da tutti loro con un “buona serata”.
I tre raggiunsero la propria postazione in religioso silenzio.
-Pretendo spiegazioni sappilo- Claire non riuscì più a trattenersi, scoppiando letteralmente a ridere in faccia a John, che si stava grattando la nuca, paonazzo
Eleonor la seguì a ruota, mentre sistemava il cappotto dietro la sua sedia.
-Non sono stato io a prenotare- ammise il ragazzo, che pian piano sembrava star riprendendosi
-E allora chi è stato?- gli domandò la castana
-Quel coglione del mio migliore amico, Roger, che in teoria avrebbe dovuto farmi un favore- scosse il capo, ripensando al momento in cui il biondo in questione aveva prenotato al suo posto
-Il tizio di Cenerentola?-
-Esattamente-
-Un vero e proprio comico questo Roger- disse acida Eleonor, nonostante il fatto di quella sera l’avesse realmente divertita
-Un genio- lo elogiò invece Claire, reggendosi la pancia
-E’ un vero idiota, però in fin dei conti sa sempre come farmi divertire- lo difese John, anche se a dirla tutta lo avrebbe voluto ammazzare quel pomeriggio
-Questo del tavolo è stato un vero e proprio colpo basso- disse poi il riccio
-Dovrai provvedere a vendicarti- strizzò l’occhio Eleonor malignamente
-Oh eccome se lo farò-
-Potrei darti qualche suggerimento-
-Sono tutto orecchie-
Claire passò il suo sguardo varie volte dal menù ai due, non riuscendo a trattenere un tenero sorriso, notando la sorella già molto a suo agio con il ragazzo, il che non succedeva molto spesso.
-Strappargli le unghie a vivo per esempio- improvvisò un sorrisetto sadico la castana
-Giusto! E successivamente potrei affettargli le gambe con una motosega- John stette al gioco, facendola ridere per l’ennesima volta
-Geniale direi!-
-Voi mi spaventate, sul serio, finitela con questi discorsi- commentò Claire inarcando un sopracciglio, abbastanza nauseata
-Non metterti mai contro di noi- l’avvertì di rimando Eleonor
-Potresti fare una bruttissima fine, dolcezza- John imitò la voce di alcuni personaggi di film paurosi, beccandosi un leggero pugno dalla mora sulla spalla
-Queste cose mi mettono ansia- mise il broncio Claire
-Non sei tu quella che verrà affettata da viva con una motosega- ridacchiò la castana, leggendo poi attentamente il menù
-Piantala El!-
-Davvero ti mettono ansia questo genere di cose?- le domandò John
-Fin troppo, sono capace a non dormire per giorni se solo mi capita di vedere una scena horror-
-Sai che è tutto finto, vero?-
-Certo, ma rimango comunque una persona facilmente impressionabile-
-Oh allora non potresti mai passare del tempo con me e Roger insieme- sorrise divertito lui
-Che intendi?- lo interrogò la mora
-Beh diciamo che siamo due veri dementi quando vogliamo- si limitò a dire il riccio
-Spiegati meglio- Eleonor poggiò il mento su una mano, curiosa e realmente interessata
-Ad esempio ci sono giorni in cui ci prende voglia di farci scherzi per delle intere giornate e finiamo inevitabilmente per farci venire degli infarti a ruota. Una volta ho quasi rischiato di perdere un occhio-
-Voi siete dei pazzi- lo indicò la mora con una forchetta
-Deve essere fighissimo avere un’amicizia così- esclamò in preda all’incanto la castana, invidiandolo un po’
-Trovati un amico che sia come lui e non ti annoierai mai, te lo garantisco-
-Sembra interessante questo Roger dal modo in cui ci parli di lui- disse Claire, anch’ella ormai interessatissima alla conversazione
-Lo è- confermò John
-E quando ce lo presenterai?-
-Claire!- la riprese subito Eleonor, come a volerle ricordare dell’esistenza di Michael
-Che c’è? Non voglio fidanzarmi, voglio avere nuovi amici, come ti ho già detto- si difese la mora, imbruttendo alla sorella
La castana scosse il capo, riportando poi i suoi occhi smeraldo a quelli ambrati del ragazzo.
-E’ un tipo particolare, dovrei trovare il momento più adatto per farvelo conoscere- gesticolò lui
-In più è un dongiovanni di prima categoria-
-Scontato- fece una risatina Eleonor non sorprendendosi, contagiando John
-Ti aspettavi di trovar marito, sorellina?- la provocò Claire
-Meriti il Nobel per la simpatia, sai Claire?-
-Scusa, dimenticavo che per te esiste solo il biondino del bagno- la sfotté ancora
Eleonor, udendo tali parole, quasi si strozzò con l’acqua che da qualche secondo aveva iniziato a sorseggiare. Lanciò un’occhiata di fuoco alla sorella, intimandola di far silenzio di fronte al loro amico.
-Biondino del bagno?- ora quello ad essere curioso era John
-Storia lunga, lascia stare- provò ad evitare in ogni modo il discorso la castana
-Mi piacciono le storie a dire il vero-
-John Deacon, vuoi starmi subito sulle palle?-
-Sei già pazza di me, lo so- le sorrise angelicamente, addolcendola leggermente, convincendola che fosse davvero impossibile provare antipatia per quel ragazzo
-Vorrei evitare a priori questo discorso- rimase ferma e decisa, nonostante tutto
-Ha semplicemente conosciuto un biondino in un bagno e cerca ancora di convincere sé stessa di non averlo trovato figo- parlò Claire per la sorella
Quest’ultima alzò gli occhi al cielo.
-Vaffanculo-
-Davvero interessante- commentò John
-Però ora ho fame quindi decidete cosa ordinare o vi faccio a pezzi e mangio voi due-
-Oltre che profondamente irritante ed insistente, sei anche cannibale?- si finse scioccata Eleonor, descrivendolo in modo ironico
-Finirò per farti innamorare- alzò ed abbassò varie volte le sopracciglia con un ghigno dipinto sulla labbra e ciò fece ridere di cuore le due ragazze
 
 
-Perché non siamo mai venute a mangiare in questa pizzeria?- furono queste le prime parole pronunciate da Claire dopo aver messo piede fuori dal locale in questione
-Gradito?- le domandò John, notandola euforica e piacevolmente sazia
-No, gradito no, ho adorato!-
-Modestamente me ne intendo in fatto di cibo- si pavoneggiò il riccio
-Pensavo fossi un genio dell’economia, non della gastronomia- si intromise Eleonor, ripensando a tutto quello che si erano raccontati durante la cena
-Sono un uomo dalle mille risorse a dire il vero, tesoro-
-Un uomo da sposare!- esclamò Claire, attaccandosi amichevolmente ad un braccio del ragazzo
-Non sei la prima persona che me lo dice, a dire il vero-
-A mio parere ti hanno fatto montare tutti un po’ troppo la testa caro signor Playboy- lo sfotté la castana, facendolo avvampare nuovamente per l’imbarazzo provato qualche ora prima
-Io strozzo Roger domani, ve lo giuro!- strinse un pugno facendosi quella auto-promessa
-A proposito- Claire fece un saltello attirando l’attenzione di entrambi su di sé
-Che ne dici di andare a prenderci un caffè, o una cioccolata calda? Puoi chiamare anche Roger, così ce lo presenti- propose mantenendo il suo solito buonumore
-Perché no- Eleonor la trovò una buona idea, non avendo niente da perdere dopo la brutta, se non orribile, esperienza vissuta con Charlie
-Non credo sia una buona idea- si grattò la nuca John, deludendo le aspettative della mora
-Come mai? Si tratta di un caffè tra amici, cosa c’è di male?-
-Non c’è niente di male, anzi da parte vostra è davvero gentile, ma non sta vivendo un bel periodo e non penso abbia molta voglia di uscire- spiegò rapidamente
-Magari invece uscire un po’ potrebbe fargli bene- provò di nuovo Claire
-Non lo so, tende a volersi isolare in certi momenti- si strinse nelle spalle il riccio, non nascondendo la sua malinconia
-Provaci- esordì in modo gentile Eleonor
-Mal che vada ti dirà semplicemente di no-
La mora sorrise smagliante alla sorella, venendo ricambiata subito, per poi guardare John con insistenza.
-Non so..- il riccio non era ancora del tutto convinto, dato che conosceva fin troppo bene il suo migliore amico
-Tu digli che ci sono due ragazze, magari è un input in più- scherzò la mora facendolo ridere leggermente, la quale però perse subito il proprio buonumore udendo delle mani battere rumorosamente, riconoscendo colui che stava compiendo tale azione a pochi passi da lei
Michael.
-Beh, mi sembrano davvero delle belle parole pronunciate da una ragazza fidanzata da ben tre anni- il moro parlò in modo serio e tagliente
Eleonor, che lo aveva alle spalle, si voltò per poterlo guardare in faccia, affiancando subito la sorella, che era rimasta gelata sul posto. Notò la sua mascella particolarmente contratta in quel frangente di tempo.
-Buonasera anche a te Michael- pronunciò sarcastica, nel tentativo di smorzare un po’ la tensione creatasi su quel marciapiede
-Starei aspettando spiegazioni- allargò le braccia lui, non calcolando minimamente la cognata
-Non c’è nulla da spiegare Mike, era solo una battuta- Claire balbettò, sorprendendo John a causa di quella sua improvvisa insicurezza
-Di pessimo gusto aggiungerei-
-Sempre meglio di quelle che solitamente spari tu sulle cheerleader della tua squadra, addirittura davanti ai nostri genitori- lo provocò Eleonor, difendendo Claire
-Sono cose tra noi Ele, non intrometterti- la mora la riprese gentilmente
-Michael, stavo scherzando perché un suo amico sta attraversando un periodaccio e allora..- la ragazza indicò il riccio di fianco a sé, venendo subito interrotta in malo modo
-E chi sarebbe questo qui?- chiese acido squadrando da cima a fondo John, irritando maggiormente Eleonor, se possibile
-John Deacon- il riccio porse la mano all’altro con la sua solita gentilezza, non ricevendo alcuna stretta, se non uno sguardo assassino, ritraendola immediatamente
-E’ un..- iniziò Claire
-E’ un mio caro amico- terminò Eleonor, nel tentativo di togliere la sorella da quel macello inutile che il suo fidanzato stava creando
-E cosa c’entra Claire con voi?-
-E’ mia sorella ed è normale che sia amica dei miei amici- spiegò la castana, incrociando le braccia sotto il seno, stanca di quelle scenate bambinesche
-Non mi hai neanche consultato prima di uscire-
-Stai scherzando?- sbottò Claire sentendo gli occhi pizzicarle a causa del nervoso
-Tu avevi un fottuto impegno con i tuoi amici, come di consueto in questo periodo oltretutto, ed io dovrei farmi scrupoli ad uscire con mia sorella ed un suo amico per una sera?-
-Io esco con i miei amici della squadra di football, siamo tutti maschi-
-Che scusa idiota! E Catherine ti sembra un maschio? Vedo le sue storie di Instagram mentre vi abbraccia tutti, non sono né cieca né stupida mio caro- lo bruciò con quelle poche semplici parole, battendo un piede a terra
-Sai benissimo che Catherine esce con Luke!- si difese il moro in qualche modo, boccheggiando
-E tu sai benissimo che puoi fidarti di me, ciecamente. Non è di certo un’uscita con un mio amico a farmi dimenticare i sentimenti che provo per te!-
John si stava sentendo davvero male dentro di sé, perché a causa della sua presenza Claire stava discutendo con il suo fidanzato e questa era l’ultima cosa che avrebbe voluto accadesse.
-Ora non cominciare a fare la sentimentale, non hai scusanti-
-Ah, essere innamorata è una scusa per te?- delle lacrime mute scesero lungo le guance della mora, lasciando Eleonor interdetta e con la voglia di prendere a schiaffi il ragazzo di fronte a sé
Michael non si scompose minimamente, facendo provare dello schifo anche allo stesso John, che pensò che se fosse stato lui il fidanzato di Claire, non avrebbe esitato un secondo ad abbracciarla forte per farla star meglio e, soprattutto, per farla sentire amata.
-Forse è meglio che io vada- disse il riccio in un flebile sussurro, muovendo alcuni passi indietro
-No!- lo fermò Eleonor, mortificata nel vederlo in tremenda soggezione
-Tu non hai colpe e non sei in dovere di andartene-
-El, è meglio così..-
-No, Deaky- a parlare stavolta fu Claire, tra vari singhiozzi, leggermente tremante a causa del pianto
-Fammi un favore- riuscì a pronunciare appena, sentendosi travolta dalla tristezza più totale, non reggendo ulteriormente lo sguardo del ragazzo di fronte a sé, il quale pareva sempre più apatico
-Dimmi- la incoraggiò il riccio, incurante del fatto che Michael lo stesse fissando male, anche peggio di prima
-Accompagna mia sorella a casa, le lascio le chiavi-
-E tu?- le domandò subito Eleonor, prendendola per le spalle, come a volerla sorreggere dal non cadere sulle proprie ginocchia
-Ci vediamo domani mattina- le sorrise tra le lacrime, sperando capisse da sola senza spiegazioni ulteriori
-La affido a te-
John ricambiò il sorriso malinconicamente, annuendo e salutandola con un cenno della mano.
La mora diede le spalle ai due definitivamente, prendendo Michael per il polso, trascinandolo di malavoglia dietro di sé.
Per Eleonor fu un enorme sacrificio lasciarla andare via in quelle condizioni, senza poterla consolare o trasmetterle sicurezza, ma nonostante tutto si fidava di Claire e sapeva di poter stare tranquilla, perché in un modo o nell’altro sarebbe riuscita a risolvere le cose.
-Mi sento male- John si prese la testa fra le mani
-No, no!- lo fermò subito la castana, afferrandolo per i polsi con cautela
-Non incolparti, non c’entri-
-Vederla in quello stato mi ha fatto star male, avevo delle fitte assurde allo stomaco ti giuro- il riccio mostrò ulteriormente il proprio dispiacere, abbassando il capo
-John, lo hai visto con i tuoi occhi, è un idiota patentato-
-Resta il fatto che se l’è presa con lei per colpa mia-
-Non è di sua proprietà, cazzo! Claire è libera, esattamente come lui, di avere amici del sesso opposto senza sentirsi oppressa-
-Lo so, ma se questo provoca tensioni..-
-John smettila, mi stai dando ai nervi, sul serio- la castana portò repentinamente una mano sulle sottili labbra del ragazzo, costringendolo a tacere una volta per tutte
Lui si strinse nelle spalle.
-Spero si risolva tutto tra loro, non voglio che Claire sia triste-
Eleonor gli sorrise dolcemente, trovandolo estremamente carino e davvero troppo buono.
-Claire è una con le palle, si saprà far rispettare, fidati- lo rassicurò
-Tu, piuttosto, mi avevi promesso di andare a prendere un caffè al bar qualche momento fa- lo indicò con finto fare minaccioso, cercando di distrarlo dai pensieri riguardanti Claire, nonostante la prima realmente preoccupata al pensarci fosse lei
John, seppure ancora scosso, le sorrise.
-Dove vuoi andare?-
 
 
La campanella del bar suonò non appena Eleonor e John varcarono la porta d’entrata, attraversando il corridoio di fronte al bancone, dietro il quale i baristi salutarono i due in modo gentile, specie la ragazza, dato che non era un volto nuovo là dentro. Non appena finirono di ordinare, John pagò da vero gentiluomo per entrambi, lasciando esterrefatta la castana, e tutti e due si diressero ad un tavolo all’angolo. Oltre a loro vi erano altre poche persone, prese a parlare del più e del meno.
-Carino questo bar- si complimentò per la scelta il riccio, guardandosi intorno incantato
-E’ il bar preferito di me e Claire, fanno una cioccolata strepitosa qui!- si leccò le labbra pensando che di lì a pochi minuti l’avrebbe avuta di fronte a sé
-Mi sono fidato eh!- la indicò lui, dato che sotto consiglio di lei aveva ordinato quella famosa cioccolata calda
-Non te ne pentirai Deacon-
-Se proprio devi chiamarmi per cognome, chiamami Deaky ti prego, tanto è simile- la pregò unendo le mani
-Cosa c’è di male?-
-Troppo professionale?- storse le labbra lui, non sapendo spiegare il reale motivo
-Ma smettila, tu che hai un cognome figo sfruttalo-
-Cos’ha che non va Cooper?- la interrogò
-Niente, ma è meglio Deacon- si strinse nelle spalle lei, respirando a pieni polmoni l’aria del bar, ornata dall’odore paradisiaco dei croissant appena sfornati
-Tu sei pazza- scosse il capo divertito John
-Quello è il ruolo di Claire solitamente- rivelò con aria innocente
-Non nominarla ti prego-
-John!- lo riprese in quattro e quattr’otto lei, vedendolo ancora fare lo stesso sguardo colpevole di prima
-Che c’è? Te l’ho detto che mi sento in colpa-
-Stop- Eleonor chiuse definitivamente il discorso, non dandogli modo di aggiungere ulteriori parole, nonostante fosse la prima a star attendendo un messaggio incoraggiante da parte di Claire
-Okay, taccio che è meglio-
-Ecco a voi le vostre cioccolate- un cameriere molto giovane e ben curato, che doveva avere suppergiù la loro età, portò loro le ordinazioni, congedandosi poi con un sorriso smagliante, rivolto soprattutto alla castana, che non ci fece caso più di tanto
-Credo tu gli piaccia- sussurrò John
-A chi?-
-Al cameriere-
Eleonor corrugò la fronte, scuotendo poi la testa in segno di negazione.
-Ma che dici? Mi conosce da anni ormai, se davvero gli piacessi si sarebbe già fatto avanti- lo fece riflettere senza scomporsi
-Chi ti dice che non lo farà?-
-Ho una teoria-
-Sarebbe?-
-A mio parere è gay- ammise senza tante cerimonie Eleonor
-Cosa te lo fa pensare, scusa?- le domandò leggermente divertito
-Non so, alcuni suoi atteggiamenti- si strinse nelle spalle
-Sarà, a me sembrava molto attratto da te invece, miss Cooper-
La castana fece una smorfia per come lui l’aveva chiamata e non gli rispose, bensì lo indicò con il proprio cucchiaino.
-Com’è la cioccolata, Deacon?-
John ne assaggiò un po’ dal cucchiaino, sorridendo immediatamente, ammaliato.
-Divina-
-Cosa ti avevo detto?- si pavoneggiò lei
-Ti si può dar fiducia- il riccio continuò a gustarsi la sua cioccolata, facendo sorridere automaticamente Eleonor, che si ritrovò a pensare a che amico meraviglioso fosse riuscita a trovare in meno di un giorno e mezzo, nonostante la sua solita difficoltà nel socializzare ed affezionarsi a chiunque
John, difatti, a differenza di parecchi amici che aveva avuto in passato, aveva qualcosa di diverso. Lui era gentile, sarcastico al punto giusto e mai indiscreto ed invadente. Ciò era riuscito a conquistarla subito.
-Il tuo amico alla fine?- domandò di getto Eleonor, ricordandosi dell’esistenza di Roger
-Oh- il riccio si pulì le labbra con il proprio tovagliolo
-Mi ha detto che stava uscendo per farsi un giro, quindi gli ho consigliato di raggiungermi, spero non ti dispiaccia-
Sebbene alla castana prese un colpo a quella rivelazione, dovuto al fatto che non trovava semplice farsi degli amici senza l’essenziale appoggio della sorella, alzò i pollici, tranquillizzandolo.
-Tranquillo John, nessun problema- mascherò l’ansia con un sorriso stirato
-Dovrebbe essere qui a momenti, quindi ne approfitto per andare in bagno- il riccio si portò dritto con uno scatto felino, guardandosi attorno, spaesato
-Infondo a destra- gli indicò lei
-Gentilissima- le disse semplicemente, allontanandosi dal tavolo
Eleonor, dal canto suo, riprese a sorseggiare la propria cioccolata, soffiando di tanto in tanto nella tazza per non scottarsi. Il suo cervello era totalmente immerso nella preoccupazione per la sua Claire.
Come starà? Cosa starà facendo? Quell’idiota le starà portando il dovuto rispetto?
Tutte queste domande le stavano facendo venire l’emicrania, fino a che non venne distratta dalla campanella della porta, che le fece portare automaticamente gli occhi all’entrata, facendole scorgere una figura magra, che le parve familiare. Assottigliò di poco gli occhi e per poco non le prese un altro colpo secco quando riconobbe in un ragazzo, il ragazzo biondo con cui aveva parlato la sera precedente, nei bagni di quel pub. Fece di tutto per non farsi notare, mentre da dietro al volantino dei prodotti lo guardava intento a togliersi il giubbotto di pelle che indossava, tenendolo tra le mani. Dopodiché il biondo incominciò a guardarsi intorno varie volte, come fosse alla ricerca di qualcuno in particolare e fu allora che Eleonor abbassò il capo sul cellulare, coprendosi il più possibile con i capelli, così che in nessun caso avesse potuto riconoscerla.
-Ehi Rog!- la voce di John la riportò alla realtà e ciò che vide non fece altro che far aumentare la sua ansia, tramutandola in panico puro
Difatti, al pronunciare di quel nome da parte di John, era stato proprio il biondo in questione a rispondere, dirigendosi sicuro verso il riccio, con il quale si sorrise e si strinse la mano immediatamente dopo.
Solo allora Eleonor realizzò. Roger, il migliore amico di John, oltre ad essere il simpaticone che l’aveva chiamata Cenerentola al party, era anche il ragazzo in cui si era imbattuta la sera prima nel bagno del pub e con il quale aveva parlato, seppure non molto.
La situazione peggiorò non appena vide il riccio indicare verso la sua direzione e dirigervisi con l’amico al suo fianco, raggiungendola con pochi passi.
-Ehi El-
Ansia.
-Ti presento il mio famoso migliore amico, Roger-
Panico.
Non appena Eleonor trovò il coraggio di alzare lo sguardo verso i due, anche a Roger quasi non prese un colpo, riconoscendola immediatamente, da quelle carnose labbra rosee e leggermente screpolate e da quei due occhioni verdi di cui si era memorizzato ogni singolo particolare, la sera precedente, nonostante le sue pietose condizioni.
-Piacere, Eleonor- la castana forzò un sorriso, sentendosi in fiamme a causa dell’insistente sguardo serio del biondo su di sé, che in pochi attimi lasciò spazio ad un sorrisetto divertito
-Ben ritrovata, occhi verdi-

   
 
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