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Autore: unaCoccs    19/05/2019    0 recensioni
Joy studia fisica, il suo obbiettivo è costruire una macchina in grado di viaggiare nel tempo.
Brian studia astrofisica, il suo obbiettivo è diventare una leggenda del rock.
Devono solo trovare il momento giusto... Ma sarà questione di fisica o di chimica?
Genere: Generale, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pensai molto al discorso di Mary, ma non avevo nessuna intenzione di arrendermi davanti a quel tipo di sentimento prima di aver raggiunto i miei obiettivi scientifici. Mi avrebbero distratta, avrebbe significato una perdita di tempo ed impegno volontaria, iniziare un “nuovo progetto” -sta volta sulla chimica e non sulla fisica- non avrebbe avuto nessun senso se alla fine di tutto non avessi realizzato ciò che avevo in mente da più tempo. Legai molto con la ragazza di Freddie, in pochi mesi diventò un'amica molto cara sia a me che a Darcy, nonostante inizialmente avessero avuto diverse discordie.
E, per la gioia della nuova compagna di merende, legai moltissimo anche con Brian che diventò il mio migliore amico, un fratello maggiore, il mio insegnante, una figura su cui poter contare in ogni situazione.
Era ormai gennaio, ed in pochi giorni saremmo partiti per Praga. L’emozione si fece spazio tra i miei pensieri in modo sempre più frequente, perciò mi concessi due settimane di pausa dai libri per preparare la valigia, la mente e per passare un po’ di tempo con i miei amici.
Brian era in un momento di crisi assoluta: aveva tantissime idee per delle nuove canzoni, ma tra i concerti che pian piano aumentavano sempre di più ed i suoi studi non aveva il tempo materiale per scriverle e provarle, ed ovviamente rimaneva di pessimo umore quando non riusciva a fare tutto ciò che gli passava per la mente.
 Nelle giornate uggiose di solito ci trovavamo a casa mia a bere un tè caldo, oppure in un bar con una cioccolata all'arancia e cannella, mentre discutevamo dei nostri argomenti preferiti: scienza, musica, animali, cucina..
Sì, scoprii tante cose nuove su di lui, alcune di esse mi traumatizzarono nel profondo: per esempio era vegetariano, adorava gli animali ed aveva una passione per la cucina. Fu un veramente scioccante immaginare il chitarrista di una Rock band… cucinare cibo vegetariano per rispettare gli animali. Spesso lo prendevo in giro per le sue abitudini, ed a volte anche lui faceva lo stesso con me, ma non c’era mai nessuna offesa. 
Il giorno della partenza arrivò dopo un periodo di tempo che sembrava infinito, riuscimmo ad includere anche i tre nuovi arrivati, John, la sua nuova ragazza Veronica e Mary, i quali si integrarono perfettamente al gruppo in pochissimo tempo.
Il viaggio da Londra a Praga fu lunghissimo e noioso, infatti per la metà del tempo mi dilettai nella mia attività preferita: dormire. Nel restante tempo rivoluzionai la storia dei viaggi in aereo. Iniziai a perdere tempo con la lettura del mio Shakespeare preferito, Molto Rumore Per Nulla (recitando le parti di Ero e Beatrice, con l'intento di dare fastidio al riccio seduto alla mia sinistra), poi presi un piccolo quaderno ed iniziai a scarabocchiare parole in fila come per comporre una poesia, ma arrivata ad un certo punto persi l'ispirazione, osservai meglio il foglio e la mia mente iniziò a vagare…
-Bri, giochiamo a qualcosa?- picchiettai sul braccio del riccio nel sedile di fianco al mio, che distolse la sua attenzione dal libro che stava leggendo.
- A che cosa vorresti giocare in aereo, a nascondino?- rise lui, guardandomi da dietro i suoi occhiali da sole.
-no.. Pensavo a qualche gioco da tavola. Tris?-
-possiamo fare qualche partita ma dopo un po’ mi scoccia.-
Presi un'altra penna dalla mia borsa e cambiai pagina, disegnando un reticolo da 9 caselle. Brian sembrò pensare seriamente ad una strategia, poi segnò un cerchietto nella prima casella in basso, quindi cercai di capire il suo obiettivo e tracciai una X sul riquadro centrale… davvero inutile ricordare le mie sconfitte a tris. Dopo altre 5 partite (di cui una sola vinta), cambiammo gioco e passammo ad un altro classico: nomi, cose, città.
-che categorie scriviamo?- chiese Long Legs.
-nomi, cose, città, animali… cibo? Cinema? Musica!- 
Aggiungemmo quelle categorie, poi scrissi le lettere sul retro del mio foglio, ne strappai un altro per lui e gli feci scegliere la prima lettera. K. Passarono 2 minuti esatti, poi controllammo le risposte e dopo diverse discussioni scoppiate perché lui cercava sempre di barare, cambiammo lettera.
Sentii improvvisamente il sedile spostarsi da dietro la mia schiena, quindi mi girai e vidi la testa di Freddie spuntare con un sorriso infantile e due occhioni che imploravano di farlo giocare. Non passarono più di cinquanta secondi che fermammo il gioco perché Freddie chiedeva aiuto a Mary o John.
- non è più logico che giochiate anche voi?- 
Diedi un foglio ai due e tirai fuori dall’astuccio altrettante penne, quindi iniziammo a cercare delle parole che iniziassero con la lettera F.
-Nomi: Frederick!- iniziò Brian.
- Felicia- 
-Francis -
-Philip- 
-hey, non vale, inizia con la P! E anche io ho scritto Francis. 5 punti!- l'ultimo a parlare fu John, che si lamentò contro l'ennesimo tentativo di barare di Freddie, inoltre sia lui che Mary presero solo 5 punti per aver scritto lo stesso nome.
 Il gioco continuò e alla lettera successiva si aggiunsero tutti gli altri, quindi iniziammo ad alzare leggermente la voce cercando di comunicare da un sedile all'altro, ma a quanto pare fu abbastanza per far avvicinare una hostess.
-ragazzi, scusate, i passeggeri iniziano a spazientirsi. Potreste abbassare i toni? In fondo, questo gioco non è uno dei più adatti per passare il tempo in aereo…- disse, cercando di mantenere un atteggiamento calmo e gentile. La osservai bene, era giovane e di bell’aspetto, portava una camicetta bianca con tre bottoni aperti sul petto, infilata in una gonna blu a tubino che non copriva oltre la metà coscia- considerato l'enorme spacco.
 Rivolse le sue successive parole principalmente a Roger e Brian, forse aspettandosi di essere invitata a giocare con loro… nonostante i suoi continui movimenti riuscii comunque a leggere il suo nome inciso sulla spilla che portava attaccata alla tasca all'altezza del seno, Alexis.  Cercò di intavolare una conversazione che attaccò solo con Blondie per poco più di un minuto, ma sembrava totalmente svogliato, al contrario Brian la ignorò sfacciatamente rivolgendole persino qualche occhiataccia. 
-cercheremo di fare silenzio, allora. Grazie per averci avvisati, non ci siamo resi conto di aver alzato troppo la voce.- sembrava leggermente nervoso nel pronunciare quelle parole, come se la ragazza in piedi lo stesse facendo arrabbiare in qualche modo, ma io non riuscivo a capirne il motivo.. Abbassò lo sguardo tornando a contare il punteggio sul suo foglio.
-non c’è nessun problema. È solo il mio lavoro..- rispose lei, marcando l'ultima frase in modo sarcastico, come se intendesse qualcosa.
Brian si fermò un attimo, mi sussurrò un silenzioso “fidati di me”, quindi poggiò lentamente la sua mano sopra il mio ginocchio ed iniziò ad accarezzarlo con il pollice, poi sollevò lo sguardo fino agli occhi della biondina e le rivolse un sorriso impossibile, per poi concentrare nuovamente l'attenzione sul foglio di fronte a lui, iniziando a pasticciare sul retro finché non ebbe la certezza che si fosse allontanata. 
Lo guardai con aria interrogativa, ma non pensai di togliere la sua mano da quel punto…in qualche modo non mi infastidiva.
-è la mia ex. Ci siamo lasciati perché voleva che non suonassi più con gli Smile ma mi rifiutai dicendole che quello era il mio lavoro e che avrebbe dovuto accettarlo o lasciarmi. Mi ha lasciato, grazie a Dio…- spiegò. Non sembrava triste, né tantomeno dispiaciuto o nostalgico, al contrario era soddisfatto di aver eliminato dalla sua vita quella persona che si dimostrò tossica. 
-
Arrivammo a Praga dopo un'altra mezz’ora di volo, mi persi ad osservare le nuvole e le luci della città sotto esse con la testa distante dal finestrino, poggiata sulla spalla del mio migliore amico che  continuò a tenermi la mano fino all'atterraggio.
Appena usciti dall’aeroporto l’aria gelida di gennaio mi fece rabbrividire, punzecchiando come mille piccolissimi aghi sulle mie guance ormai rosse. Fortunatamente un taxi-van ci aspettava per condurci al nostro hotel, salimmo tutti e mi sedetti in ultima fila, tra Darcy e Mary, che si coalizzarono e subito iniziarono una conversazione con me.
-gioco a parte, come è andato il volo?-
-bene, anche se quella Alexis ha distrutto il divertimento. Non stavamo facendo poi così tanto chiasso! – risposi, ero sincera.. ma la mia mente vagava su altri frame del volo.
-ho visto come vi facevate le coccole in aereo… con me non le fai così!- ribatté Darcy, alludendo al piccolo momento di dolcezza con Brian.
-non era niente… l'hostess era la sua ex e voleva farle vedere che è andato avanti ed è felice, quindi abbiamo finto di stare assieme per tutto il volo.- deviai la risposta. Non era completamente una bugia, in fondo lui aveva iniziato quel gioco e io lo aiutai a far reggere la storia. 
In dieci minuti le due continuarono ad immaginare qualcosa tra me ed il chitarrista, poi si persero nell'ammirare la città al tramonto e quando passammo sopra un piccolo ponte le seguii rimanendo incantata dalla bellezza dei colori e dei palazzi dallo stile così antico ed impregnato di storia.
 Scendemmo dal van e pagammo 150 corone a testa (l'equivalente di circa 5 sterline), poi prendemmo le valigie ed entrammo nell'hotel. Era bellissimo: sembrava un castello, il cancello era nero con tante rifiniture dorate, le pareti erano dipinte di un bianco tendente al panna e su ogni lato vi erano dei luminari con i dettagli in cristallo, proprio come l'enorme lampadario appeso al soffitto, dal quale oscillavano delle gocce sempre di cristallo, dando l’effetto di sfarzo e nobiltà, inoltre il pavimento era di un bellissimo marmo opaco.
Appena entrai in camera sistemai la valigia e tornai fuori a prendere una bloccata d’aria e ad osservare l'inaspettata bellezza di quell'angolino di città visibile dalla strada. Brian mi raggiunse fuori con la mia stessa espressione affascinata sul volto, si sedette vicino a me e poggiò il suo braccio attorno alle mie spalle, tenendomi calda.
-benvenuti in Boemia…-
   
 
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