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Autore: The_Storyteller    22/05/2019    1 recensioni
Ovvero come il più impreparato dei dalish divenne l'Araldo di Andraste prima e l'Inquisitore poi.
In questa serie di storie vi racconterò le cose più strane e divertenti successe durante la mia seconda run, grazie ad alcuni glitch e situazioni surreali accadute in vari momenti.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cassandra Pentaghast, Inquisitore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una brezza leggera portava con sé versi striduli di pappagalli, mentre gli alberi riflettevano con una vivida luce verde i raggi del sole.
- Ma quanti ce ne sono ancora?- chiese Dorian spazientito.
- Eddai Dorian! I vallasdahlen sono importanti per noi dalish!- replicò Taliesin, mentre piantava lo stendardo dell’Inquisizione davanti a un tumulo di pietre.
- Non lo metto in dubbio, Tal, ma diciamo che l’ambiente non è dei migliori...- commentò il mago del Tevinter.
I passi dei giganti risuonavano in tutta la foresta, e il fatto che in giro ci fossero ancora dei templari rossi non faceva altro che intensificare il nervosismo del gruppo.
 
Il dalish stava per piantare un altro stendardo, quando alcuni scossoni gli fecero rizzare i capelli.
- Per i corvi di Dirthamen!- imprecò l’elfo, mentre il gigante si preparava ad attaccarli.
- Vediamo di fare in fretta, non voglio rischiare di finire spiaccicata!- disse Cassandra sfoderando la spada.
Taliesin aspettò che Solas lanciasse la barriera, quindi si lanciò in direzione del mostro sguainando i pugnali, pronto per la lotta.
 
Il mostro cominciava a mostrare segni di stanchezza, ma nonostante le ferite continuava a colpire.
Taliesin conficcò la lama nel polpaccio del gigante, quando diede un’occhiata dietro di sé.
“Oh. Miei. Numi.”
Un altro gigante si stava avvicinando con fare minaccioso, e cominciò ad attaccare i due maghi.
- Non ti permettere!- disse rabbioso l’elfo, dando un’ultima coltellata al primo gigante per poi accorrere in soccorso dei suoi compagni.
 
I quattro non sapevano quanti minuti fossero passati, ma dopo la morte del primo mostro anche il secondo stava iniziando a cedere.
Taliesin si girò sorridente verso Cassandra, ma il suo sorriso sparì un attimo dopo: a poca distanza da loro, un bronto dall’aria inferocita li stava per caricare.
- Non posso crederci...- commentò sgomento l’Inquisitore, mentre con un salto si allontanò giusto in tempo per evitare l’impatto col quadrupede.
“Speriamo solo che ci bastino le pozioni.” aggiunse fra sé e sé.
 
Quella bestia si stava rivelando ancora più coriacea del secondo gigante, ma cominciava a dare segni di stanchezza. Taliesin e i suoi compagni combattevano senza sosta da un tempo che sembrava infinito, ed erano ormai arrivati a metà delle pozioni.
- Oh oh...- esclamò all’improvviso Solas.
Un altro bronto si stava avvicinando con un’aria poco rassicurante.
- Non farlo.- disse Taliesin.
Il bronto abbassò la testa.
- NON OSARE!- disse a voce più alta l’elfo, sperando quasi che l’animale lo ascoltasse.
Cosa che ovviamente non fece, visto che iniziò la carica.
- Ma vaff...- imprecò il dalish, lanciando contemporaneamente una delle sue lame verso la bestia.
 
Finalmente il silenzio ritornò nelle Tombe di Smeraldo, dopo un tempo che era parso interminabile.
- State tutti bene?- chiese Taliesin tirando il fiato.
- Se per bene intendi dire miracolosamente vivi, allora sì, stiamo benissimo.- rispose Dorian appoggiandosi dolorante al suo bastone.
- Consiglio vivamente di ritornare a un accampamento, e di dormire almeno cinque ore.- aggiunse Solas, asciugandosi la fronte dal sudore.
I quattro recuperarono ciò che avevano lasciato di utile le bestie, poi si diressero verso l’accampamento più vicino.
 
Il giorno seguente il gruppo decise di fare un ultimo giro di ricognizione per la regione, giusto per assicurarsi che non ci fossero in giro altri Uomini Liberi o templari rossi. Taliesin notò una grotta ed entrò seguito dagli altri, speranzoso di trovare qualcosa di utile.
- Un’altra bottiglia! Evvai, la collezione avanza!- esclamò contento l’elfo. Cassandra sospirò alzando gli occhi al cielo, ma non riuscì a trattenere un sorriso per l’uomo che amava.
Tutto a un tratto, delle scosse del terreno misero in allarme i quattro.
- Fasta vass, non di nuovo...- borbottò Dorian sottovoce, tentando di nascondere una sensazione di terrore.
Un gigante si avvicinò all’entrata della grotta e si chinò a raccogliere un masso grande quanto un cavallo.
- Attenti!- gridò Taliesin, lanciandosi in avanti per evitare l’enorme roccia. Il dalish si girò indietro per controllare come stessero i suoi amici, e vide che Dorian e Solas erano stati colpiti in pieno e giacevano a terra privi di senso. Adesso si era veramente stufato.
- Cassandra, vhenan, luce dei miei occhi. Ti dispiace risvegliare i nostri maghi? Io ho un istinto omicida da assecondare...- disse Taliesin con la voce tremante di rabbia, prima di lanciarsi con furia verso il gigante.
 
La Cercatrice si avvicinò velocemente a Dorian, e con un paio di pozioni il mago si risvegliò dolorante: - Quanti bronto erano questa volta?- chiese ancora mezzo intontito.
- Niente bronto, solo l’ennesimo maledetto gigante.- rispose sbuffando Cassandra. Stava per avvicinarsi a Solas, ma Dorian la fermò: - Tranquilla, ci penso io al nostro eretico elfico. Vai ad aiutare il tuo fidanzato, prima che gli venga un colpo.- disse, facendo un cenno in direzione di Taliesin mentre massacrava di coltellate il polpaccio del mostro.
Cassandra raggiunse il dalish e nello stesso tempo il mago del Tevinter lanciò l’incantesimo di risveglio su Solas.
- Qualcuno ha visto chi guidava quel carro?- domandò l’elfo massaggiandosi la testa. Dorian lo aiutò ad alzarsi, poi gli diede una pacca amichevole sulla spalla: - Animo Solas, abbiamo solo un altro gigante da ammazzare. Ora diamo una mano al nostro Tal, prima che venga posseduto da un demone dell’ira.- scherzò Dorian, prima di lanciare una scarica di fulmini verso la bestia.
 
Finalmente, dopo un po’ di tempo, il gigante si abbatté al suolo morto stecchito. Tutti i componenti del gruppo stavano riprendendo fiato, e Tal fissava con astio il cadavere del mostro. Rimase in silenzio per qualche secondo, poi esplose in una serie di insulti e imprecazioni.
- Maledetti giganti! Siete le bestie più inutili del Thedas! Se ci fosse una classifica di inutilità verreste dopo le zanzare di palude! Stupidi, maledetti, schifosi giganti! Che Fen’Harel usi la vostra anima come lettiera!!- gridò Taliesin inferocito, tirando calci al corpo del gigante.
- Tal, ti prego, calmati.- gli disse Cassandra mettendogli una mano sulla spalla. Il dalish prese un respiro profondo e riuscì a rilassarsi: - Sto bene. Sono calmo. Sto benissimo.- replicò lui sospirando, poi riprese la sua solita aria allegra: - Forza ragazzi, si torna a Skyhold!- esclamò.
I quattro si incamminarono verso l’accampamento, ma Solas lanciò un’ulitma occhiata al gigante morto. “Andiamo Tal, nemmeno io merito di dover aver a che fare con quelle creature...”

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E finalmente un altro capitolo dedicato alle fatiche di Taliesin!
Ragazzi, veramente, quando ho avuto a che fare con quei giganti e quei bronto alle Tombe di Smeraldo stavo impazzendo, mi avranno portato via almeno venti minuti di gioco. Nemmeno coi draghi ho sudato e imprecato così tanto O-O!
Spero che vi piaccia e alla prossima =D!
   
 
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