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Autore: ineedofthem    23/05/2019    4 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 53
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 53


Il sole filtra dalle tende della finestra, insinuandosi dispettoso nella stanza e portandomi a reprimere un verso di lamento. Non ho intenzione di svegliarmi, non dopo quella che è stata la notte più bella della mia vita. Se potessi resterei così, per sempre, tra le braccia di Luca.
Mi stiracchio, sciogliendo i muscoli indolenziti e reprimo uno sbadiglio. Luca giace ancora addormentato al mio fianco, il suo braccio che mi circonda, tenendomi stretta a sé.
Mi ritrovo a non riuscire a reprimere un sorriso davanti alla sua espressione così serena e appagata. Mi accovaccio di nuovo al suo fianco, accarezzando con lo sguardo ogni dettaglio del suo viso, da come i capelli gli ricadono scompigliati sulla fronte, donandogli un'aria quasi da bambino, a come le sue labbra siano arricciate in un tenero broncio. Dalla vicinanza in cui sono, posso avvertire il suo cuore battere in sincrono con il mio e porto una mano proprio lì, a sfiorare il suo petto, lasciato scoperto dal lenzuolo. Imprimo le mie dita sulla sua pelle e nella mia mente si fanno spazio i ricordi della notte appena trascorsa.
Ha ammesso di amarmi, Luca, in un mormorio sommesso prima di stringermi di nuovo a sé. Le sue parole sono state inaspettate e mi hanno lasciato sorpresa. Il cuore ha iniziato a battere ancora più forte, facendomi tremare dalla gioia. Mi sono sciolta in un sorriso emozionato, guardandolo mentre avvertivo ogni fibra del mio corpo tremare e non ero capace di articolare parola alcuna. Non sono riuscita a dirgli che lo amo, che lo amo tanto anche io, ma Luca non mi è sembrato fosse turbato dal mio silenzio, anzi. Poco dopo mi ha baciato, catturando le mie labbra in un bacio mozzafiato, forse per togliermi dall'imbarazzo della situazione. Magari ha sospettato che non mi sentissi pronta a esternargli i miei sentimenti, ma non credo che dopo quello che avevamo condiviso, ci fosse bisogno di rimarcare il concetto. Ogni nostro gesto era dettato dall'amore che ci lega.
Luca mi ama, e la notizia ancora mi sorprende. Forse perché non riesco ancora a capacitarmi a pieno che sia possibile. Mi sembra di vivere in un sogno, ed è sicuro che se così fosse, non vorrei mai svegliarmi.
Ci pensa proprio lui a riportarmi alla realtà, artigliando i miei fianchi e rotolando con il suo corpo sopra di me. Avverto il suo respiro infrangersi sul mio collo, facendomi abbassare lo sguardo al capo di Luca adagiato sul mio petto.
Porto le mani ad accarezzare i suoi capelli.

"Buongiorno..." gli sussurro, abbassandomi per parlargli a un palmo dall'orecchio.

Luca mugugna qualcosa, ancora intontito dal sonno, lasciando strofinare il naso sulla mia spalla e facendomi bruciare sotto le sue attenzioni.
Lascio risalire le mie mani lungo il suo viso, facendo in modo di incrociare il suo sguardo.
"Buongiorno..." borbotta lui in un sorriso, prima di abbassarsi su di me per baciarmi.

Sorrido sulle sue labbra, intrecciando le mie mani dietro la sua nuca per tenerlo stretto a me.
"Dormito bene?" gli domando, strofinando il mio naso con il suo.
Luca ridacchia, punzecchiandomi i fianchi e facendomi sussultare dalla sorpresa.
"Mmh, avresti dovuto avvisarmi che sei solita tirare calci quando dormi o devo pensare volessi attentare alla mia vita?" mi chiede con un cipiglio divertito.
"Che scemo..."borbotto, lasciandogli un buffetto sulla spalla, ma senza fare a meno di ridere sotto il suo tocco.

"Ehi!" si lamenta lui, facendo infrangere il suo respiro sul mio viso, "non puoi trattarmi così, proprio adesso che sono diventato il tuo ragazzo!"

Mi porto una mano alle labbra, cercando di soffocare una risata. "Scusa, puoi ripetere?"gli chiedo, catturando il mio labbro inferiore tra i denti.

Luca fa finta di imbronciarsi, mettendo su un labbruccio. "Cosa?"
"Quello che hai detto!"

Lui tentenna, pensandoci su. "Non trattarmi così?" mi domanda, falsamente ingenuo.

"No...prova ancora..." gli faccio presente, accarezzando il suo viso, in modo suadente.
"Mmh" Luca sta al gioco e si avvicina a me con fare tentatore. "Forse che sono il tuo ragazzo?!" soffia sulle mie labbra.

Avverto le sue mani insinuarsi sotto il tessuto della mia maglietta e risalire lunga la mia schiena.
Mi inarco, alzandomi verso di lui e tenendolo sempre stretto a me.
"Mi piace sentirtelo dire..." gli confesso, lasciandogli un bacio sul naso.

Luca sbuffa un sorriso, riappropiandosi delle mie labbra e trascinandomi con sé in un turbinio di emozioni. Socchiudo gli occhi, lasciandogli libero accesso alla mia bocca e facendo in modo che approfondisca il bacio.
Luca lascia scontrare la sua fronte con la mia, appoggiando le sue mani sulle mie guance per incrociare il mio sguardo. Lascio che i suoi occhi catturano i miei e ci osservo così, entrambi con il respiro corto mentre aspetto cosa abbia da dirmi.
"A proposito di questo, voglio presentarti alla mia famiglia" mi confessa.

Cerco di dissimulare cosa le sue parole abbiano scaturito in me, abbassando lo sguardo per nascondere l'emozione.

Luca mi ama, Luca vuole presentarmi alla sua famiglia, Luca fa sul serio.
Mi apro allora in una piccola risata, pizzicandogli le guance. "Luca, la tua famiglia mi conosce già. L'hai dimenticato?"

"No" ammette, spingendosi verso il bordo del letto e tenendomi stretta ancora a lui.
"Ma ho intenzione di presentarti come la mia ragazza" mi fa presente con un sorriso sicuro di sé.
Soffoco un gridolino quando lui mi afferra per le cosce, prendendomi in braccio e facendosi strada verso il bagno.
Allaccio le mie braccia al suo collo, senza smettere di sorridergli.

L'ho già detto che sono felice?

Luca si muove in casa mia, facendo suoi i miei spazi, come se li conoscesse da sempre. Non posso fare a meno di osservarlo estasiata in qualsiasi gesto compia, scoprendo una complicità che ho sempre desiderato ci fosse. Così sorrido mentre prepariamo la colazione e la gustiamo insieme, seduti al bancone della mia cucina come se fossimo una coppia sposata da anni. Io lo guardo e mi viene da pensare a come sia possibile ch fino a poco tempo fa, svolgessi questi piccoli gesti, sola. E poi quando ci prepariamo, riscopro di non sentirmi assolutamente in imbarazzo, nuda, sotto il suo sguardo e mi rendo conto che stare lontani ci sia difficile.
E mentre, una volta pronti, lasciamo il mio appartamento, mi ritrovo a desiderare che tutto questo diventi parte della mia, nostra, quotidianità.

Non riesco a smettere di sorridere nemmeno dopo aver salutato Luca. Lo osservo allontanarsi, mantenendo lo sguardo rivolto a me, mentre alzo una mano nella sua direzione per fargli ciao, ciao.

E non riesco nemmeno quando volto lo sguardo al mio reparto e ne attraverso i corridoi.
Raggiungo lo spogliatoio, chiudendomi la porta alle spalle e sospirando sognante.

"Wow!" esclama Arianna alle mie spalle. "Quasi stento a riconoscerti!"

Mi volto nella sua direzione, riprendendo fiato dopo il piccolo spavento che la sua voce ha suscitato in me e mi apro in una breve e leggera risata.

"Devo dedurre che l'appuntamento sia andato alla grandee" ammette lei, con un certo fare malizioso.
"Ah, ah" annuisco, vaga.

Lei saltella verso di me, arricciando le labbra in una smorfia. Punta un dito nella mia direzione con fare minaccioso, una volta che mi è accanto.
"Dai su, non puoi presentarti qui, con quell'espressione e pretendere che io non voglia sapere..."
Mi sciolgo in un sorriso malandrino. "Sì!" ammetto, "sì, è andato benissimo. Stiamo insieme!"

Arianna mi soffoca nel suo abbraccio, se è possibile più su di giri di me. "Aaah, sono così contenta!" trilla. "I miei Lunita stanno insieme! Non aspettavo altro!"

Mi trasporta con sé in un saltellio di gioia pura, facendoci sciogliere entrambe in una risata fragorosa.
Forse è vero, è stato un anno difficile, ma la vita mi ha regalato anche una ventata di positività permettendomi di avere una collega/amica frizzante e sincera.

Quando ci separiamo, per riprendere fiato, Arianna mantiene il suo sguardo costante su di me.
"E dove ti ha portato? E come è stato?" indaga, curiosa, tenendo le sue mani sulle mie spalle.
Porto lo sguardo lontano, puntando su un punto fisso alle sue spalle, come se volessi ripercorrere tutta la serata trascorsa nella mia mente.
"Siamo andati al mare, abbiamo cenato in un ristorantino con una romantica vista, ed è stato perfetto, p.e.r.f.e.t.t.o." le confesso, trasognante.
La mia amica ridacchia. "E poi? Che è successo?"

Scuoto il capo, sbuffando una risata. Non ho intenzione di rivelarle nient'altro. Voglio che quello che è accaduto tra di noi, ieri sera, rimanga solo mio, quasi come se fosse un segreto da custodire.

"E poi niente, stiamo insieme. Ti basta sapere questo"le faccio presente, aprendomi in una linguaccia e sottraendomi al suo tocco per avvicinarmi al mio armadietto.
Arianna rimane stranamente silenziosa ma dura un attimo perché poco dopo ritorna all'attacco, appoggiandosi alla parete dietro di sé.
"Non è successo nient'altro?" mi domanda, facendo su e giù con le sopracciglia, eloquentemente.
Roteo gli occhi al cielo, divertita, richiudendo l'armadietto dietro di me.
"Quante cose vuoi sapere..."
Lei sbuffa, prendendo a seguirmi come un cagnolino, mentre mi avvicino alla porta.
"Mi avrei promesso un racconto fornito di dettagli!" protesta, pedante.
"Gne, gne" la scimmiotto, inoltrandomi in corridoio.

"Ah, ah!" replica, trionfante. "Stai temporeggiando, quindi c'è qualcosa che non vuoi dirmi..."

Mi batto una mano in fronte, suscitando una certa ilarità nel suo sguardo.
"Arianna..."la supplico.
"Oh, wow!" le sue labbra si spalancano in un'espressione sorpresa. "Voi avete..."

Copro la sua bocca con le mie mani, spaventata dalla piega che potrebbe prendere questa conversazione. Non voglio che questa notizia diventi di dominio pubblico. Non quando potrebbe alimentare solo falsi voci.
I miei occhi le intimano di far silenzio, mentre lei ride divertita, sottraendosi al mio tocco.

"Dottoressa!" la voce del dottor Visconti ci esorta a voltarsi entrambe nella sua direzione.
Arrossisco, improvvisamente, come se fossi stata colta in flagrante.
Lui fa scorrere il suo sguardo serioso su di noi, alternandolo prima su di me e successivamente sulla collega al mio fianco.
"Stavo cercando proprio lei..." ammette, incrociando le braccia dietro la schiena, ma senza specificare a chi si stia riferendo.

Corruccio la fronte, portando un dito a indicarmi. "Cercava me?" gli domando, flebilmente.

Lui rotea gli occhi al cielo, come a farmi presente fosse ovvio. Avverto Arianna, al mio fianco, sospirare di sollievo, e lanciarmi un'occhiata di sottecchi, adesso incuriosita dal perché il nostro tutor mi cercasse.
"Allora, dottoressa? Ha intenzione di seguirmi o vuole rimanere qui tutto il giorno?" mi fa presente lui, spazientito.
Sussulto, avvertendo la sua voce, e annuisco lievemente, lasciandomi la mia amica alle spalle.
"Certo, certo".
Mi volto a guardarla un'ultima volta prima di seguire Visconti, notandola accennare un sorriso per rassicurarmi.

Mi trascino, poi, al suo fianco, silenziosa, come se stessi per andare al patibolo. Non riesco a sentirmi a mio agio al suo fianco, non più almeno, soprattutto perché il suo comportamento così ostile nei miei confronti non mi rende le cose facili.

Rilascio un sospiro impercettibile, mentre ci facciamo spazio per il corridoio e il silenzio che ci avvolge è interrotto solo dallo scalpitio dei nostri passi.

Visconti cammina accanto a me, austero, con lo sguardo rivolto dritto davanti a sé.
Il mio gesto, però, attira la sua attenzione, perché lui si volta a guardarmi, inchiodandomi con i suoi occhi.
"Qualcosa non va?" mi chiede, corrucciando la fronte e aggiustando gli occhiali che gli sono calati sul naso.

Vedi tu...

"Nono" ammetto in un borbottio, sommesso, riprendendo a camminare.

Avverto il mio tutor ridacchiare alle mie spalle, tanto da indurmi a riportare lo sguardo su di lui.
Arriccio le labbra in una smorfia, senza ben capire cosa lo diverta tanto.
"Si rilassi, dottoressa" mi fa notare, indicandomi con un gesto del capo. "La cercavo perché voglio lei mi accompagni nel mio giro delle visite" ammette, con un sorriso sardonico.
Oh, sì, adesso sì che sono tranquilla...

Niente, il dottor Visconti proprio non ce la fa a essere gentile. Abbiamo concluso il nostro giro delle visite, che ho trovato assai frustrante e demoralizzante per la mia persona. Lui proprio non riesce a darmi la soddisfazione di dirmi che ho fatto bene, che sono brava. E incomincio a sentirmi un po' stanca della sua pressione, del controllo che la sua figura esercita sul mio lavoro. Ho sempre l'impressione che voglia starmi con il fiato sul collo. E mi viene da pensare se riuscirà mai a perdonarmi per come mi sono comportata.

Rilascio un sospiro, sistemando il mio camice con stizza nell'armadietto. Non vedo l'ora di poter raggiungere Luca e lasciarmi stringere dalle sue braccia per appianare ogni malumore.
Così mi lascio la porta antipanico del mio reparto alle spalle, accompagnandola affinché non provochi un suono sordo e attendo che Luca, da un momento all'altro, arrivi.
Lo aspetto, invano, perché dopo mezz'ora di lui non c'è minima traccia.
Tiro uno sbuffo, pensando che la mia giornata, iniziata nei migliori dei modi, stia per concludersi peggio di quanto mi aspettassi. Luca mi aveva parlato, stamattina, di avere degli interventi in programma, ma non voglio davvero credere che questi lo tengano ancora occupato. Quindi, decido di andare a cercarlo.
Busso alla porta del suo studio, aspettando impaziente che Luca dia segni di vita dall'altra parte. Così, quando avverto i suoi passi farsi più vicini, mi ritrovo a corrucciare la fronte, lievemente indispettita. Lui è qui.
La porta si apre con uno scatto, rivelando Luca sulla soglia.

"Luca?!" esclamo, con un velo di sorpresa, suscitando la sua confusione.

Lui accenna un sorriso, lasciando vagare i suoi occhi sulla mia figura.

"Ti stavo aspettando!" ribatto, pensierosa.
Lui si porta una mano dietro il collo, grattando la nuca con le dita.
"Immagino tu non abbia letto il mio messaggio. Giusto?" mi domanda, arricciando le labbra per il divertimento.
Aggrotto la fronte, portandomi una mano alla bocca per nascondere un certo stupore. Non ho pensato per niente a guardare il cellulare e per un attimo mi sento davvero sciocca.

"Oh..." mormoro, in una smorfia.

Prima che me ne renda conto, però, Luca mi ha già tirato a sé, lasciando richiudere la porta dietro di noi. Le sue braccia si intrecciano dietro la schiena, facendo collidere i nostri corpi.
"Ti avevo scritto che devo sostituire un collega. Mi spetta fare il turno di notte" mi fa presente, mentre lascia che la mia schiena aderisca alla parete dietro di noi, sostenendomi per i fianchi.
In un attimo, la mia attenzione è catalizzata tutta sulla sua figura. Nonostante sul suo viso siano evidenti i segni della stanchezza, io non riesco a fare a meno di trovarlo bellissimo.

"Oh, io, scusa non..."

"Shh..." sussurra lui, posando l'indice sulle mie labbra.
"Non ha importanza, adesso sei qui" mi fa notare, aprendosi in un sorriso luminoso, che di riflesso, si impossessa anche delle mie labbra.
Così, prima che possa anche solo rendermene conto, Luca si abbassa su di me e mi bacia, facendomi socchiudere gli occhi sotto le sue abili carezze.
Allaccio le mie braccia dietro il suo collo, sospirando per la sua vicinanza e lascio che le sue labbra lambiscano le mie, in un bacio capace di togliermi il respiro. Mi rendo conto che ogni suo gesto, adesso, metta a dura il mio autocontrollo. È un supplizio sapere che lui deve rimanere in ospedale e mi rendo conto che anche per lui sia lo stesso da come faccia difficoltà a staccarsi da me.
Luca lascia scontrare le nostre fronti, sorridendomi, mentre cerchiamo di regolarizzare il fiato. Avverto le sue mani posarsi sulle mie guance, scendendo a sistemare alcuni capelli che sono sfuggiti alla mia coda dietro l'orecchio.
"Mi dispiace non poter tornare a casa con te..." mi confessa, rocamente, facendomi intuire che i suoi piani combaciassero con i miei.
"Mmh..." mugugno, strofinando il mio naso contro il suo.

Mi appoggio alle sue spalle, sostenendomi per alzarmi sulle punte.
Luca, a quel punto, sbuffa una risata, stringendomi a sé e sospirando sul mio collo.
"Non provocarmi..."

Ma sono sorda a qualsiasi suo tentativo di allontanarmi da lui.

"Anita." il tono di Luca assume un'inclinazione seria, portandomi a dargli tutta la mia attenzione. "Hai qualcuno che possa venire a prenderti?"

"Farò due passi..." ammetto, sporgendomi verso di lui per baciarlo.
Luca si sottrae al mio tocco, facendomi roteare gli occhi al cielo.

"Non mi va che te ne vada in giro, da sola, di notte..."
"Ok..." sbuffo, ma senza nascondere un sorriso davanti alla sua preoccupazione.
"Manderò un messaggio a un'amica".
Luca annuisce, rilassando le spalle.
"Scrivile, dai" mi esorta, indicandomi con lo sguardo la borsa che, ormai, giace a terra.
Segue i miei movimenti, assicurandosi che lo faccia davvero.
Mi sbrigo a digitare un messaggio nel gruppo che abbiamo in comune, sperando che qualcuna di loro risponda e ributto, con una certa impazienza, il cellulare nella borsa.

"Contento, adesso?" gli faccio notare, spalancando le braccia, per enfatizzare il concetto.

Luca ridacchia, accarezzandomi una spalla con le dita.
"Mi preoccupo solo per te..."ammette, a un palmo dal mio viso.
"Lo so..."sbuffo un sorriso, avvicinandomi per fargli una smorfia.

Lui si sporge verso di me, catturando il mio labbro inferiore tra i denti, dispettoso.
Recepisco il suo gesto come un chiaro segno a baciarlo, ancora, ancora e ancora.
E non ho intenzione di sottrarmi alla sua richiesta.

Ridacchio quando le dita di Luca si insinuano sotto la maglietta che indosso, solleticandomi i fianchi e mi spingo più vicino a lui, faceno scivolare le mie mani sul suo collo.
Sospiro all'idea di lasciarlo andare, ma ci pensa qualcun altro ad interromperci. Un qualcuno di fastidioso che bussa alla porta.

Io e Luca provvediamo a darci un contegno, prendendo le distanze. E mentre lui schiarendosi la voce procede a vedere chi ci abbia interrotto, mi premuro di ricompormi e abbassare la maglietta che si è un po' stropicciata.
"Dottore, buonasera!" annuncia la ragazza dall'altra parte della porta. Una giovane infermiera tutta sorrisi.
"Sto andando via, ho cambiato il drenaggio al paziente della 212 e ho dato tutte le pastiglie al..."
Luca la ascolta silenzioso, le braccia portate al petto e una certa impazienza disegnata in volto.
Ma lei si interrompe improvvisamente, rendendosi conto della mia presenza e le sue labbra si arricciano in un'espressione costernata.
"Oh...salve!" aggiunge, aprendosi in un sorriso cordiale. Poi trae un sospiro, passandosi le mani sul tessuto dei jeans, tornando a porre la sua attenzione su Luca.
"Allora vado, arrivederci dottore. Buon lavoro" ammette, defilandosi velocemente.
Luca accenna un saluto, annuendo con il capo, per poi richiudere di nuovo la porta dietro di sé e permettersi di roteare gli occhi al cielo.
Poco prima che io possa solo muovere un passo nella sua direzione, è invece il mio cellulare a interrompere l'idillio del momento.
Io e Luca ci lasciamo andare a una piccola risata, mentre rilasciando uno sbuffo, recupero l'apparecchio nella mia borsa.
Il nome di Cristina lampeggia sullo schermo. Provvedo a risponderle, e la nostra telefonata è breve e concisa: è di sotto e mi sta aspettando.

"Devo andare" ammetto, intristita, nonostante Luca abbia ascoltato la nostra conversazione.

Lui annuisce con il capo. "Vai" replica, indicando la porta dietro di noi e sciogliendosi in un sorriso.

Mi avvicino quanto basti per lasciargli un ultimo bacio a fior di labbra e avverto Luca trattenermi a lungo pur di non farmi andare via.
Ma sono costretta a farlo.
"A domani..." mormoro, ormai sulla soglia, alzando una mano nella sua direzione a mo' di saluto.

"A domani..."replica lui allo stesso modo.

E nonostante appena metta piede fuori dal suo studio, mi lasci prendere da un pizzico di tristezza, comincio a contare le ore che mancano prima di poterlo rivedere. 

Avvisto l'automobile di Cristina poco distante e mi appresto a raggiungerla.
Prendo posto nell'abitacolo, sospirando per il calore che aleggia nell'ambiente.
"Ciao!" la saluto, voltandomi nella sua direzione, prima che la voce delle mie altre due amiche, nascoste nei sedili posteriori, mi faccia sussultare dallo spavento.
"Sorpresa!" trillano, spalancando le braccia e mettendo su dei gran sorrisoni, fiere di aver sortito in me l'effetto sperato.
Scuoto il capo, portandomi una mano al petto e incrocio lo sguardo di Cristina che ridacchia, complice.
"Scusa, Anita. Ma non ho potuto fare a meno. Morivamo dalla voglia di sapere come sia andato il vostro appuntamento" mi fa presente la mia amica, entusiasta.
Dopo lo spavento iniziale, finalmente mi rilasso, facendomi coinvolgere dall'ilarità delle mie pazze amiche.
Così, mentre Cristina, mette in moto, inoltrandosi in strada, mi rendo conto che ogni malumore e segno di tristezza, accanto a loro, sia sparito.
"Avanti" mi esorta Giulia, sporgendosi nella mia direzione. "Raccontaci tutto!"

"State insieme?" aggiunge Carlotta, al suo fianco, curiosa. "Dove ti ha portato?"

"Oi,oi, calma, quante domande!" le rimprovera Cristina, bonariamente, prima di voltarsi maliziosamente verso di me e partire alla carica.
"Devo presupporre che sì, stiate insieme e che abbiate dormito insieme, dato che sei venuta con lui in ospedale. O mi sbaglio?"
Spalanco le labbra in un'espressione sorpresa, facendola gongolare di soddisfazione.
"Sì, stiamo insieme!" confesso, sognante. "Luca mi ha detto che mi ama..."ammetto, lasciando trapelare tutta la mia incredulità.
"Ed è stato tutto bellissimo...".

Così, senza che me ne renda conto, Giulia comincia a battere le mani, entusiasmata dalla notizia, esibendosi in un vero coro da stadio.
"Luca e Anita stanno insieme! Luca e Anita stanno insieme!" strepita, facendoci ridere tutte, chiassosamente.
Ci pensa Carlotta, però, a riportare la serietà, facendoci fare i conti con una realtà che non avevo ancora considerato.

"Nicola lo sa di già?" mi chiede.

Traggo un sospiro, riportando lo sguardo davanti a me. La sua domanda mi ha spiazzata.
"No, Nicola non lo sa ancora..." ammetto.

"Ma chissenefrega di Nicola, Luca e Anita stanno insieme! E direi era ora!" le fa presente Giulia, irriverente.
"Ehi, Nicola è nostro amico!" ribatte Carlotta, indispettita.

A quel punto, Cristina placa qualsiasi battibecco sul nascere, riportando la calma, mentre le due dietro mettono il broncio. Quasi come se fossero due bambine.
"Glielo dirai, giusto?" mi domanda, notando il mio inaspettato silenzio.

"Certo" le replico, cercando di dissimulare la mia tensione, "non vedo perché non dovrei..."
"Anita" Cristina rilascia un lungo sospiro, lasciandomi un'occhiata di sottecchi. "Nicola ha ammesso di aver superato la cosa, quindi per lui, questo, non deve essere una problema, indipendentemente dal resto. Però, forse, se non gli hai raccontato dell'appuntamento, forse vuol dire che tu non pensi sia così..."

"No, non è per questo".
"Ah, no?"

"No, Cris. Io voglio davvero bene a Nicola, stiamo recuperando il nostro rapporto, e gliene parlerò, ma adesso possiamo ritornare a parlare di me e Luca?" le chiedo, supplicandola con lo sguardo di darmi pietà.
"Oh, sì, io non vedo l'ora!" esclama Giulia, facendomi un occhiolino.

Prossimo passo: parlare con Nicola. 

ANGOLO AUTRICE:
Buon pomeriggio a tutti, miei cari lettori❤
Mi scuso per averci messo tanto ad aggiornare, ma ho impiegato un bel po' di tempo a scrivere questo capitolo. Ho avuto una sorta di blocco: sapevo benissimo cosa volevo accadesse, ma non ero capace di scriverlo. Ma finalmente ce l'ho fatta🎉
Mi auguro che il capitolo possa piacervi e, lo so, in realtà non accade niente di che, ma ci sono degli spunti per i prossimi a venire. E poi, finalmente, abbiamo scoperto chi avesse pronunciato quel ti amo: è stato Luca e ve lo aspettavate?☺☺
Prima di salutarvi, ci tengo a ringraziarvi tantissimo per i feedback allo scorso capitolo. Non mi aspettavo riscontrasse un tale successo. GRAZIE, GRAZIE DAVVERO!❤❤❤
E grazie mille a chiunque abbia aggiunto la storia nelle sue liste, a chi la legge, e mi fa sapere cosa ne pensa.
Vi adoroooo❤
Purtroppo devo farvi presente che la sessione di esami è vicinissima, e non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo, ma cercherò di fare il prima possibile.
Passate a dare un'occhiata alle altre storie della serie, se vi va:) Alla prossima. Un abbraccio😘

  
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