Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: kia17    24/05/2019    0 recensioni
Dopo 4 lunghi anni lontano da casa, Robb aveva deciso di tornare a casa, ma non si aspettava di certo che le cose finissero in quel modo o che per lo meno fosse lui a dirlo a suo padre.
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eddard Stark, Jon Snow, Robb Stark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Daenerys era felice di aver fatto pace con suo nipote ed era felicissima di accompagnarlo da Robb il giorno seguente. Era sicura che ad entrambi avrebbe fatto bene parlare un po'. Lei sapeva quando gli Stark mancassero al fidanzato mentre era all’università. Passava interi pomeriggi a pensare a cosa stessero facendo o a come stavano e lei lo ascoltava raccontandogli dei Natali che passava con loro. Gli raccontava di come lui mancasse alla sua famiglia e di tutte le volte che Jon le chiedeva dove poteva essere il cugino o di come stesse e lei gli rispondeva sempre che stava bene, che Robb Stark se la sapeva cavare. Ed infatti era così. Robb era riuscito a cavarsela benissimo in quattro anni ed era riuscito pure a dare una mano a lei. Si erano dati una mano a vicenda.
Un messaggio la distolse dai suoi pensieri. Era Jon che le chiedeva conferma per domani. Sorrise al pensiero che il ragazzo fosse convinto della sua decisione.
Jon era felice e in ansia per l’indomani. Non sapeva come iniziare il discorso o a cosa dire. Sapeva che suo fratello lo avrebbe ascoltato qualsiasi cosa avrebbe detto.
Il ragazzo pensò tutta la notte all’incontro con il giovane lupo senza chiudere occhio. Spettro rimase sveglio con lui alzando il muso ogni tanto per vedere se il padrone si fosse addormentato.
Il giorno seguente Jon indossò i soliti jeans, una maglietta bianca e una felpa nera. Si pettinò i capelli e arruffò il pelo al suo cane prima di scendere le scale e aspettare che arrivasse Dany. La giovane arrivò poco dopo e suonò il clacson per avvisare che era arrivata. Il ragazzo salì in macchina e salutò la zia. Quest’ultima aveva i capelli raccolti in una grossa treccia bionda. Indossava un cappotto nero e sotto si intravedeva una gonna rossa. I colori dei Targaryen si divertì a pensare Snow. Gli occhi della ragazza erano di un azzurro profondo. A Jon erano sempre piaciuti. Da piccolo immaginava spesso com’erano i suoi genitori. Con sua madre era più facile dato che suo zio aveva molte foto di lei nel suo studio e una in salotto. Lyanna Stark era una donna bellissima dai lunghi capelli mori e dagli occhi grigi. Ma con suo padre era diverso. Aveva sentito molte storie sul bellissimo Rhaegar Targaryen dai meravigliosi capelli dorati e dagli occhi azzurri. Spesso lo immaginava come la versione al maschile di Dany ma questo non rendeva affatto gloria alle voci che aveva sentito. Solo al liceo riuscì a vedere per la prima il volto di suo padre.
“Allora, sei pronto?” chiese la ragazza.
“Sinceramente no. Ho pensato tutta la sera a cosa dire, ma non mi è venuto in mente niente. E tu? Da quando sei tornata non sei mai andata a trovarlo.” Rispose il giovane.
“Avevo cose importanti da sbrigare. Lui lo sa. Ieri sera l’ho sentito ed era davvero felice nel sapere che saremmo andati a trovarlo.”
“Stava bene? L’ultima volta che l’ho visto non era proprio in forma anche se ieri Sansa è rimasta con lui tutto il giorno e ha detto che stava bene.”
“Dalla voce mi sembrava tutto ok, ma ha imparato a nascondere molto bene il fatto che sta male quindi non saprei proprio.” Disse parcheggiando la macchina “Siamo arrivati.” Annunciò allegra.
I due arrivarono alla stanza di Robb e diedero cambio a Benjen che se ne andò a casa a dormire. Quando l’uomo lasciò la stanza, Dany si gettò fra te braccia del giovane Stark che fu ben lieto di accoglierla. La baciò al lungo imbarazzando Jon che divenne tutto rosso.
“Mi sei mancata.” Disse Robb sorridendo e scostando una ciocca bionda dal viso della giovane.
“Mi sei mancato anche tu. Ti trovo bene. L’ultima volta che eri in ospedale avevi un aspetto orribile.” Disse lei mettendosi a sedere e facendo segno a Jon di avvicinarsi.
“Ciao Jon. Scusami se non ti ho salutato subito.”
“Figurati, nessun problema.” Disse il ragazzo sedendosi sulla poltroncina che aveva lasciato libera suo zio.
“Comunque, l’ultima volta il mio cuore aveva deciso di farmi impazzire mentre ora è piuttosto calmo.” Disse il giovane lupo rivolto alla ragazza.
“Va bene. Allora, io andrei a prendermi un buon caffè caldo così voi due potete parlare e chiarirvi.” Disse Dany scendendo dal letto e uscendo dalla stanza.
I due si guardarono per un paio di minuti facendo calare nella stanza un silenzio imbarazzante. Nessuno dei due sapeva che dire o come incominciare.
“Come stai oggi?” chiese Jon dopo un po' per rompere il ghiaccio.
“Bene. Ogni tanto mi da qualche problema, ma sto bene tutto sommato. Tu?” rispose Robb mettendosi in una posizione più comoda.
“Io sto bene.” Rispose il moro.
“Questa cosa non ci porterà da nessuna parte.” Concluse il giovane Stark “Che cosa volevi chiedermi quando sei venuto?” domandò poi.
“Beh… Ecco io… Io volevo sapere cos’hai fatto in questi quattro anni e perché sei andato via anche se a questo a risposto in parte zio Ned.”
Robb iniziò a raccontargli tutto dall’inizio. Gli aveva raccontato di come prima di partire avesse buttato giù un intero flacone di quello che credeva essere dei sonniferi che Arya aveva accuratamente scambiato con delle mentine, di come si sentisse in quel periodo e di essersene andato per non far soffrire ancora la sua famiglia facendosi del male. Gli raccontò di Londra e di come si trovava a casa dei Mormont. Di come la piccola Lyanna gli ricordasse sua sorella e del liceo che aveva frequentato. Poi gli raccontò dell’università, dei suoi amici, della facoltà di economia e di come si fosse divertito a suonare in una band.
Jon era rimasto in silenzio ad ascoltare tutto quanto meravigliandosi di come suo fratello fosse riuscito a cambiare vita. Snow si ricordava com’era il Robb di 4 anni prima e non era affatto come ora. Era sempre triste ed era diventato quasi l’ombra di se stesso mentre adesso era felice e sorrideva. Aveva una bella vita e Dany.
“E Dany?” chiese quando l’altro ebbe finito di parlare.
“Ci siamo visti il giorno dell’immatricolazione all’università. Ero felice di aver trovato qualcuno che conoscessi. Mi ha salvato la vita.”
“Spero che tu l’abbia trattata bene.” Disse serio prima di scoppiare a ridere. “Sul serio però, sono felice che voi stiate insieme. Credo siate una bella coppia.”
“Grazie. Avevo paura a dirtelo perché, insomma, lei è tua zia e io sono praticamente tuo fratello e la cosa sembra strana a me figuriamoci a te.” Disse il giovane Stark.
“Non preoccuparti. Dopo tutto quello che hai passato, se lei ti rende felice a me sta bene.”
“Uomini, posso entrare? In corridoio si muore di freddo.” Disse Dany dalla porta.
“Certo vieni.” Risposero i due ragazzi.
I tre passarono il pomeriggio chiacchierando come quando andavano al liceo insieme. Dany era seduta sulle ginocchia di Jon e stringeva la mano del suo ragazzo. Era felice che i due si fossero chiariti, non soltanto perché erano l’unica famiglia che le era rimasta ma perché i due litigavano di rado e la cosa non era mai piaciuta a nessuno.
 
Quando Ned andò a trovare il figlio in ospedale, lo trovò che dormiva pacifico nel suo letto mentre il nipote e la giovane Targaryen parlavano fra loro a bassa voce per non svegliarlo.
“Ciao papà.” Esordì Jon quando l’uomo entrò nella stanza. “Robb si è appena addormentato.”
“Ciao ragazzi.” Disse Eddard appoggiando il cappotto sullo schienale della poltrona affianco al letto. “Non si è stancato troppo vero?”
“No, è andato tutto bene.” Lo rassicurò il ragazzo. “È meglio che noi ce ne andiamo. Domani possiamo tornare?” domandò alla fine prendendo la giacca.
“Certo.” Disse Ned prima di salutare i ragazzi.
Lord Stark si rilassò sulla poltrona. I suoi figli avevano fatto finalmente pace e tutto stava andando bene. Suo figlio stava dormendo pacifico così lui decise di imitarlo. Se non ci fosse stato suo fratello o i suoi figli sarebbe impazzito. Non sarebbe mai riuscito a lasciare il ragazzo da solo senza nessuno che badasse a lui anche se aveva ventun' anni. Con qualcuno che gli faceva compagnia poteva chiamare e chiedere come stava andando anche se questo lo aveva fatto solo all’inizio. In quel periodo era difficile per lui lasciarlo andare dopo quello che era successo nella hall, ma ora ci aveva fatto l’abitudine. Robb ci si era abituato.
Il giovane Stark gli aveva raccontato di come si sentisse spaventato quando ha scoperto di aveva un cuore malato. Gli aveva detto di come i suoi amici gli erano stati vicini e gli avevano fatto forza e di come avrebbe voluto chiamarlo, ma pensavo che gli avrebbe attaccato il telefono in faccia.
Era stato così felice di sapere che per lo meno non aveva affrontato tutto quanto da solo, ma si era stupito del fatto che suo figlio pensasse che lui lo avrebbe abbandonato in un momento del genere. Lo aveva abbracciato. Lo aveva abbracciato forte e, se fosse stato per lui, non lo avrebbe più lasciato andare.
  
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