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Autore: Mahlerlucia    25/05/2019    1 recensioni
Vivo perché sono morto dentro tante volte,
amo perché ho provato l’odio e mi ha fatto paura,
do perché so che cosa vuol dire non ricevere niente,
ascolto perché mi piace vedere le parole risplendere quando vengono ascoltate,
apro il mio cuore perché è l’unico modo di farlo respirare.
(Fabrizio Caramagna)
[Natsuya x Nao]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirishima Natsuya, Nao Serizawa
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Personaggi principali: Natsuya Kirishima, Nao Serizawa 
Pairing: NatsuNao
Tipo di coppia: Shonen-ai

 


 

Someone you loved

 

 

Now the day bleeds
Into nightfall
And you’re not here
To get me through it all
I let my guard down
And then you pulled the rug
I was getting kinda used to being someone you loved...


 

Ti avrebbe fatto molto più male di quanto tu avresti mai potuto immaginare. Eppure, testardo come un mulo, sei voluto andare fino in fondo alla faccenda per scoprire cosa diamine ti stesse nascondendo Nao.
No, non ti era di certo bastata la sua rapida ed incerta risposta nel corso di quella mattinata post-alcolica, nel suo appartamento. Sai bene che Serizawa non potrebbe mai superare un qualsiasi esame incentrato sull'abilità nel proferire falsità. Non ne sarebbe assolutamente in grado. Fortunatamente la menzogna non rientra nella sua preziosa indole.

Hai dovuto cavartela da solo, senza preoccuparti di fasciarti la testa prima di rompertela. Come tuo solito.
Ti sei rivolto ad alcuni studenti che frequentavano gran parte dei suoi stessi corsi. Volevi scoprire da loro se Nao si fosse mai iscritto al club di nuoto dell'Università.
Gli sguardi increduli che si erano scambiati ancor prima di provare a risponderti ti avevano fatto presagire subito il peggio. E non ti eri sbagliato. Purtroppo.

 

“Serizawa?! Beh, no. Che io sappia non si è mai direttamente interessato né alla squadra di nuoto e tanto meno a qualsiasi altro sport che si possa praticare al campus.”

“Dici sul serio? Nemmeno in veste di allenatore o... che so, di supervisore di qualche talento particolarmente imperdibile? In fondo studia Medicina sportiva con voi! Deve pur far pratica in qualche modo...”

“Nella nostra facoltà, i tirocini veri e propri partono dopo la consegna della tesi finale. Per quest'anno saremo ancora sommersi dai classici esami teorici.”

“Capisco...”

“Aspetta Kirishima. E anche tu Kazuo-kun. Non lo sapevate che Serizawa ha presentato un certificato di esonero da ogni tipo di attività sportiva? Sempre per i suoi problemi fisici legati alla vista.”

Quello che aveva appena proferito parola era un ragazzo che vedevi spesso uscire dal polo dedicato ai corsi di Medicina insieme a Nao. Spesso si erano fermati a studiare insieme e – proprio per questo – ti era capitato di ritrovarti a fare pensieri negativi nei suoi confronti, arrivando persino ad imprecare silenziosamente contro la sua accademica invadenza.
Ma in fin dei conti era un ragazzo trasparente, di sani principi e incapace di mentire dinnanzi ad una questione tanto delicata. Non a caso aveva stretto amicizia con chi si ritrovava ad avere una personalità molto affine alla sua.

“Sarà una cosa provvisoria. Mi ha detto che ultimamente sta facendo dei controlli e magari è solo per questo...”

Avevi cercato in tutti i modi di convincerti che quel certificato – come lo aveva definito quel tizio – non fosse così totalizzante e che poteva essere tranquillamente giustificato dalla situazione momentanea. Non poteva essere successo nulla di grave. L'operazione al nervo ottico andò alla grande ai tempi della Iwatobi.

“Per il momento il certificato è valido. E lo è da diversi mesi. Magari i controlli hanno riportato dei risultati non proprio confortanti. Chissà!”

“Piantala di dire cazzate! Uccello del malaugurio!”

I due futuri medici avevano strabuzzato gli occhi per la sorpresa. Non poteva essere altrimenti, dato che avevi imprecato contro di loro alzando persino la mano stretta a pugno. Non avevi di certo intenzione di colpirli, ma le loro parole ti avevano inevitabilmente portato ad irritarti oltremodo. Non che ci volesse poi molto...
Ti eri morso il labbro inferiore per evitare di peggiorare la situazione, cercando di contenere quel turbine di negatività che stava prendendo piede nel tuo cuore.

“Mi dispiace, Kirishima-kun. Pensavo che lui te ne avesse parlato apertamente, dato che siete molto in confidenza. Se avessimo saputo come stavano davvero le cose ne avremmo prima discusso con lui, per correttezza nei suoi confronti.”

“Correttezza nei suoi confronti?! Correttezza nei suoi confronti, dite?! E lui? Lui è stato corretto nei miei di confronti, eh?! Con tutto quello che ho sempre fatto per lui... Perché? Eh, perché?”

“Se vuoi possiamo...”

Il ragazzo che aveva parlato per primo, anche lui ignaro circa le condizioni di salute del fulcro della vostra discussione, stava tentando in qualche modo di rasserenarti. Aveva poggiato la sua mano consolatoria sulla tua spalla tremante; dal canto tuo, non avevi esitato un solo istante a respingerla con una certa noncuranza.

“Lasciatemi in pace!”

Cercando di trattenere a fatica le lacrime che premevano agli angoli dei tuoi occhi, non avevi potuto far altro che andartene. Scappare via, fuggire. Allontanarti il più possibile da quei due, dalla verità che ti nascondevano da settimane, dalla realtà dei fatti che da troppo tempo lui conosceva e teneva segretamente custodita nella sua anima angosciata. Come a volerti tenere fuori da ogni sua singola sofferenza. Come a tentare di estraniarti dalla parte più beffarda e dolorosa della sua giovane esistenza.
Questa me la paghi Nao, giuro che me la paghi!

 

Le onde s'infrangono sul bagnasciuga mentre continui a perderti tra i tuoi ricordi più recenti. Resti seduto sulla sabbia col mento appoggiato alle ginocchia flesse. Il cappuccio della felpa tirato su, a coprirti metà del viso. Nemmeno ai pochi gabbiani che si muovono liberi nel cielo di quel tramonto primaverile concedi il diritto di poter vedere il tuo viso devastato da calde e copiose lacrime di disinganno. Pura manifestazione fisica della collera che ti porti dietro da giorni, esattamente da quando avevi parlato con quei due sconosciuti che ti avevano finalmente aperto gli occhi.
Essere venuto a sapere in quel modo delle condizioni di salute della persona di cui ti fidavi di più al mondo è stato un duro colpo dal quale non ti sei ancora potuto riprendere.

Sollevi il capo e ti soffermi a fissare il mignolo della tua mano destra. L'immagine di quella pinky promise che vi eravate scambiati anni prima si rifugia senza preavviso in qualche angolo più remoto della tua mente stanca.
Eravate solo due ragazzini che frequentavano l'ultimo anno delle scuole medie quando il destino vi aveva portato a dover affrontare assieme quel delicato intervento chirurgico ai suoi occhi.
L'operazione non era stata di certo una passeggiata, tanto che Nao era stato costretto a passare oltre una settimana nell'oscurità più totale, in una stanza isolata e protetto da bende che gli avevano impedito d'intravedere qualsiasi spiraglio di luce.
Andavi a trovarlo ogni giorno; ogni volta aprivi le tende e la finestra per permettergli perlomeno di avvertire il calore dei raggi del sole e i rumori provenienti da quel mondo reale dal quale il tuo caro amico era stato forzatamente allontanato per poter guarire.
Ricordi, come se fosse ieri, il sorriso che si distendeva sul suo viso placido ogniqualvolta ti permettevi di annunciargli il tuo arrivo. È rimasto ben impresso nella tua mente, proprio come il giorno in cui avevi fatto cadere accidentalmente il vaso di fiori che aveva portato sua madre. La tua irruenza gli era già ben nota all'epoca ed era arrivato a considerarla come un tuo divertente segno di distinzione dalla massa.
La luce che lo aveva avvolto nonostante il buio obbligato.

 

“Per fortuna che il vaso è di plastica!”

“Ah! Ehm... devo comunque sistemare questo casino che ho combinato.”

“Poveri fiori.”

“Mi... mi dispiace!”

“Quindi ho indovinato? Sono tutti a terra?”

“Già... rimedio subito!”

“Allora sappi che ci vedo! Ci vedo bene!”

 

Rimembri ogni singola sensazione provata in quella splendida giornata in cui vi siete stretti l'uno all'altro per celebrare la vostra grande vittoria: l'operazione era perfettamente riuscita! Niente di più vero, nulla di più bello!
Nao si era tolto le bende che proteggevano la zona offesa giusto qualche minuto prima del tuo arrivo; aveva avuto la forza e il coraggio di constatare che l'intervento aveva avuto realmente esito positivo. Il medico gli aveva raccomandato di non toccare nulla fino al mattino seguente, fino al suo prossimo contrordine. Ma il giovanissimo Serizawa non era stato capace di resistere, agendo in completa solitudine.
Non si trattava tanto d'impazienza o d'iperattività. Nao ha sempre avuto quest'attitudine nel voler testare privatamente le sue capacità per evitare di deludere le persone che lo circondano nel momento in cui gliele avrebbero richieste. Non avrebbe mai retto una cocente delusione dinnanzi ad occhi indiscreti: meglio prepararsi sempre a qualunque evenienza, anche la peggiore.

Tiri sul col naso facendo spazio ad un sorriso malinconico sorto tra le tue guance imperlate di lacrime. Quella soave reminiscenza ti ha ridato un po' di refrigerio tra le inquietudini che non hanno saputo concederti distrazioni per l'intera giornata. Ti ha permesso di tornare a respirare dopo l'affanno accorso nel bel mezzo dell'oscurità più totale. La stessa che quel giorno siete stati capaci di scalzare, insieme.

La vibrazione del tuo telefono ti coglie completamente impreparato. Non avverti neanche il desiderio di guardare il display per capire chi stia tentando di mettersi in contatto con te. Speri non si tratti di nuovo di lui, dato che stai evitando le sue chiamate e i suoi messaggi da giorni. Senza dubbio si starà chiedendo cosa sia successo, cos'abbia fatto di sbagliato per meritarsi questo inusuale distacco da parte tua.
Un ultimo, doppio bip: un nuovo messaggio.
Lasci passare ancora qualche minuto prima di estrarre quel terribile e rumoroso arnese capace solamente di ricordarti il tuo ruolo di animale sociale nel mondo.
Una chiamata persa e l'icona di WhatsApp ben in vista. In entrambi i casi si tratta di Nao.
Non avevi dubbi.

Ciao Natsuya. Non vorrei disturbarti, ma mi piacerebbe tanto poter chiarire tutto il prima possibile. Kazuo e Takeshi mi hanno raccontato della conversazione che hanno avuto con te in facoltà. Posso solo dirti che mi dispiace da morire non essere stato chiaro con te sin dal principio. Spero tu possa avere la forza di perdonarmi.
Appena te la senti richiamami o scrivimi.
Nao

 

I soliti messaggi prolissi di Serizawa. Meno male che gli sms risultano essere oramai ampiamente surclassati, altrimenti finirebbe ogni volta il credito nel giro di tre invii.
Al momento, l'unica risposta che ti sovviene a tutte le richieste che ha avuto il fegato di scriverti è un lapidario 'no'. Una negazione che gli urleresti in pieno viso, rilanciandola con una veemenza tale da indurlo a comprendere in un attimo quanto male ti abbia fatto la sua perpetuata negligenza.
Si è persino scusato e... lo avrebbe fatto anche verbalmente, se solo gli avessi concesso una parvenza di possibilità. Ma non ti basta. No, certo che non è sufficiente!
Non sai ancora quando te la sentirai di tornare a considerarlo come una persona affidabile e degna della tua fiducia. La ferita che ti ha inferto con le sue menzogne e con la mancata condivisione del dolore che sta provando, non potrà rimarginarsi in maniera semplice, come lui stesso vorrebbe farti credere.
Ma a che serve continuare così? Ho bisogno di parlare con te, di capire come stanno davvero le cose! Non m'importa un accidenti di quello che mi hanno detto quei due babbei che si spacciano per amici tuoi! Io voglio sapere perché diavolo non puoi partecipare a nessuna attività sportiva. Cosa cazzo è successo? Mi avevi fatto una promessa, Nao. Era la nostra promessa!

 

***

 

Le sette in punto. Eppure sei stato stranamente puntuale, al contrario di qualcun altro.
Guardi l'orario sul display del telefono per l'ennesima volta, in maniera compulsiva. Nessuna notifica, nessun avviso d'imprevisto dell'ultimo minuto. Deve presentarsi ad ogni costo, dato che è stato lui ad insistere per questo benedetto chiarimento.
Sei curioso di capire quali saranno le parole che userà a suo discapito; quali mezzi e quali emozioni estrapolerà dalle sue argomentazioni per poter giustificare una perseveranza di questo genere.
Sei pronto a tutto, protetto da quella corazza rivestita di fragile orgoglio capace di non stupirsi più di fronte a nulla.

“Ehi, Natsuya! Scusami per il ritardo. Purtroppo l'autobus è rimasto in coda a causa di un incidente al raccordo.”

“Un incidente?”

Sbarri gli occhi puntandoli sul suo viso. Noti immediatamente quanto risulti essere più pallido del solito.

“L'autobus su cui viaggiavo non c'entra. Non è stato coinvolto. È rimasto solamente bloccato in coda per l'ingorgo che si è creato in seguito. Non ti preoccupare!”

Non ti preoccupare? Come cazzo fai a chiedermi una cosa del genere, Serizawa? Non mi fido più di te da quando hai deciso di non raccontarmi nemmeno le cose essenziali!

“Meno male! Entriamo?”

“Certo. Scusami ancora per il ritardo.”

Ti sorride mentre tu ti sforzi – in maniera palese – di non contraccambiare quel gesto di cortesia. Apri la porta e lo lasci entrare prima di te, come un uomo farebbe con la sua donna. Non riesci ad evitare di mantenere un occhio di riguardo ai suoi movimenti. Non noti nulla d'insolito nella sua deambulazione o nei suoi riflessi. Gli unici dettagli degni di nota sono gli occhiali che indossa: le lenti ti sembrano particolari, più spesse delle ultime che gli avevi visto portare prima del vostro breve allontanamento.

L'interno del locale è abbastanza affollato, ma l'ambiente rimane comunque tranquillo ed accogliente. Prendete posto ad un tavolino situato in un angolo appartato. Ordini subito una pinta di birra fresca, a discapito del suo spartano tè alla menta.

“Bene, ora siamo qui, finalmente riuniti. Cos'hai da dire a tua discolpa?”

“Quindi questo è un vero e proprio processo comprensivo del suo imputato più ingiustificabile?”

“Certamente!”

“Ho diritto ad un avvocato?”

“Ne hai già sfruttati due. Devo dire uno più simpatico dell'altro, sul serio!”

“Perché non ci credo?”

“Ah, tu che non credi ad una cosa che dico io?! Scusa, chi era l'imputato qua dentro?”

Il suo sguardo si abbassa, sottomesso a quella sorta di auto-punizione che lui stesso sa di essersi ampiamente meritato. Tenta di trovare la maniera più idonea per provare a spiegarti la terribile verità che ti ha omesso per mesi, per non dire interi anni. Un ampio lasso di tempo durante il quale ti sei aggrappato con le unghie e con i denti a quell'unico desiderio che ancora ti trascini dietro – con un certo orgoglio – dai tempi delle scuole medie.
Una promessa tra due adolescenti che si era infranta, senza alcun reale responsabile. E sei perfettamente conscio di questo.

“Natsuya, mi dispiace. Dico su serio. Avrei dovuto parlartene e non l'ho fatto. Non credo che esista un modo per poter quantificare il mio senso di colpa per averti tenuto nascosto una cosa del genere. Io spero solo che tu-”

“Quanto è grave?”

Solleva il viso e ti guarda dritto negli occhi. La tua domanda è profonda, diretta, risolutiva. Non saresti in grado di tollerare questo muro d'incertezza e mere illusioni – partorite solo ed esclusivamente dalla tua mente – per un solo secondo in più. Necessiti solamente di conoscere la verità. E non t'importa di nient'altro.
Lo senti sospirare, rassegnato dinnanzi a quella patetica condanna a cui lo hai portato con la tua eccessiva audacia unita alla tua totale mancanza di tatto e di comprensione umana.

“Non ne sono ancora al corrente. Ho appena terminato di fare tutti gli accertamenti necessari e sono in attesa che mi facciano sapere per i risultati.”

“Ci sono stati dei commenti 'particolari' da parte dei medici?”

“Il mio oculista sostiene che la situazione sia peggiorata nel tempo. Sospetta un principio di distacco della retina dovuto sempre all'incidente che ho avuto ai tempi delle scuole medie.”

Un principio di distacco della retina.
Non ne sai molto di oculistica, tanto meno di fisiologia dell'occhio e delle sue componenti, ma non serve di certo un luminare della Medicina per intuire quanto la questione sia grave. Non si tratta di un problema molto diffuso tra le persone in giovane età, ma nel caso del tuo amico d'infanzia è tutto ben diverso.
Nao aveva subito un trauma agli occhi scivolando e battendo violentemente la testa. Un corpo estraneo era rimasto impigliato nella sua cornea, generando perdita di liquido interno e sanguinamento. Fu sottoposto ad un intervento chirurgico d'urgenza per poter salvare l'occhio ed evitare, così, l'aggravarsi del quadro clinico.
Fortunatamente tutto andò per il meglio; ma da quel momento Nao è stato costretto a portare gli occhiali, usare quotidianamente colliri e a sottoporsi a periodici controlli di vario genere. Ed è probabilmente ad uno di questi ultimi che avrà scoperto che le cose non stanno andando come dovrebbero, che forse quella maledetta operazione alla quale si è dovuto sottoporre anni addietro non è davvero riuscita appieno come tutti credevano. Come tu avevi sperato sin dal suo ingresso in sala operatoria, con le mani disposte in preghiera.

“Sospetta?! Quindi ancora non ne ha la certezza. Nessuno ce l'ha!”

Pronunci queste ultime parole mostrando un sorriso beffardo e teso. Afferri il manico del boccale di birra e lo sbatti ripetutamente sul tavolo, mandando gocce di birra e piccoli batuffoli di schiuma in ogni dove.
La coppia seduta al tavolo a voi più prossimo ha interrotto la propria conversazione. I loro occhi sono puntati su di te, infastiditi da quel rumore continuo e dal tono della tua voce involontariamente incrementato di qualche ottava. Non hanno nemmeno la più pallida idea del motivo per cui tu sia tanto sconvolto e neanche se lo staranno chiedendo. Tutto ciò che vogliono è tornare alla tranquillità di poc'anzi.
Siete inutili, inutili! Come lo sono io ora, come lo sono tutti!

“In questi ultimi giorni mi sono dovuto recare dall'ottico per cambiare le lenti agli occhiali. Queste che porto ora sono molto più spesse perché ero arrivato al punto di vedere le cose in maniera poco nitida, con elementi di disturbo nel campo visivo che in realtà non esistevano. Diciamo che... i sintomi ci sono tutti. Si attende solo la diagnosi definitiva.”

“Definitiva?! Definitiva per un cazzo!”

Il tonfo secco della seggiola in legno che cade bruscamente sul pavimento risveglia ancor più l'attenzione delle persone presenti intorno a voi. Ti alzi d'impeto e sbatti con irruenza le braccia sul piano del tavolo. Mentre la birra comincia a riversarsi sul pavimento, i tuoi occhi di fuoco restano sbarrati ed incatenati ai suoi.
Le iridi del colore più particolare che tu abbia mai visto. Lo sguardo più dolce a cui gli dèi ti abbiano mai fatto avvicinare. Il sorriso più rincuorante che tu avessi mai avuto la fortuna di poter ammirare da vicino. Tutto questo si sta lentamente spegnendo in nome di uno strano ed indesiderato male che si sta annidando nella parte più interna del suo bulbo oculare, esattamente all'interno di quell'ingranaggio meraviglioso che gli ha sempre permesso di osservare e studiare il mondo che lo circonda. La via di comunicazione più semplice e sincera che l'uomo potesse permettersi.
No! Non può essere così! Nao, tu tornerai a vedere anche meglio di me, che non ho mai capito un cazzo di nulla! Nao. Io ho bisogno di te per andare avanti... Non puoi pensare di abbandonarmi così! Non posso permettere che ti succeda questo! No!

“Natsuya, per favore... calmati! Stiamo parlando di un responso medico. Tratteremo anche delle possibili cure a cui dovrò sottopormi per evitare il peggio.”

“Il peggio si eviterà di base! Chiaro?”

“Io lo spero quanto te, credimi. Ora, per favore, siediti e torna a respirare.”

Volti la testa ripetutamente a destra e a sinistra, reo di aver zittito gran parte della gioventù presente in quell'ala del locale da almeno una manciata di minuti. Raccogli la sedia da terra e ti risiedi, giungendo le mani con l'unico scopo di scusarti con quell'ignaro marasma di gente che, in fondo, non ha nessuna colpa per quanto vi sta succedendo.
Chiudi gli occhi e cerchi di tornare in te. Ma non è poi così semplice, non dopo essere venuto al corrente di una cosa tanto grave.

“Quanto dobbiamo aspettare ancora?”

“Domani mattina dovrei chiamare per avere la conferma per l'appuntamento che mi hanno dato nel pomeriggio.”

“Verrò con te!”

“Non è il caso.”

“Certo che è il caso. Esiste un caso più serio di questo, forse?”

“È solo che non vorrei vederti dare di matto di fronte... agli sconosciuti. Torniamo un po' al discorso del tuo carattere alquanto fumantino...”

“Non ti permetterò di tagliarmi fuori da tutto come hai fatto fino ad ora. Cercherò di contenermi, ma ci sarò!”

Scruti con attenzione l'espressione rassegnata del giovane Serizawa. Scuote la testa mentre sorride divertito da quella tua decisione irremovibile. Allunghi una mano fino ad intrecciare le tue dita alle sue.
Il colore acceso delle sue guance si dimostra essere l'inaspettata risposta che ti mancava.
Nao...

“D'accordo. Domattina ti chiamerò, non appena avrò delle novità. Cocciuto che non sei altro.”


 

… And I tend to close my eyes when it hurts sometimes
I fall into your arms
I’ll be safe in your sound ‘til I come back around...










 



Angolo dell'autrice

 

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia raccolta di one-shot! :)

E fu così che la one-shot scritta in un momento d'esigenza creativa ed emotiva divenne magicamente una raccolta di 'tante' belle shottine. Si, insomma. Diciamo che al momento ho in mente le idee generali per poter buttar giù almeno le prossime due. ;)
La raccolta sarà interamente dedicata a Natsuya Kirishima e Nao Serizawa (i senpai di 'Starting Days'), con sprazzi di narrazione legati ad Ikuya e ad altri personaggi che ruotano intorno a loro.
Il punto di vista sarà alternato e in questo caso toccherà di nuovo a Natsuya. Il tempo della narrazione sarà sempre il presente con la presenza di vari flashback.

Questa terza one-shot segue cronologicamente la precedente ma con dei missing moments volutamente mancanti a scopo di trama.
In questo caso ho preso ispirazione dalla canzone Someone you lover di Lewis Capaldi (da cui ho tratto il titolo e ho riportato parte del testo all'inizio e alla fine del testo).
Natsuya ha scoperto alcune delle verità che il suo adorato Nao gli aveva omesso. Non che quest'ultimo volesse estrometterlo dalla sua vita, sia chiaro. Semplicemente non gli andava di farlo soffrire e di trascinarlo con sé in quel turbine d'angoscia causato dall'attesa degli ultimi esami oculistici. Ma Natsuya non ha mica la pazienza e la coscienza per dargli retta. E così 'convoca' i suoi compagni di corso per farsi spiegare il motivo della sua mancata partecipazione a qualsivoglia attività sportiva e/o agonistica proposta dall'Università. Il resto vien da sé e, dopo qualche giorno di riflessione, il maggiore tra i fratelli Kirishima decide di parlare con il diretto interessato per capire quanto di vero ci sia in tutto ciò. Si resta in attesa degli esiti di questi benedetti esami, ma questa volta hanno deciso di affrontarli insieme, come è giusto che sia.
La storia continua nelle prossime shot! ;)

Grazie ancora a tutti coloro che passeranno di qua. ^^

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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