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Autore: KiaraGhost    06/06/2019    1 recensioni
Chiudo gli occhi.
Le mie dita si muovono.
Rigide.
Dure.
A volte mi fanno male.
Altre volte ancora, sembra stiano quasi per spezzarsi.
L'energia inizia a fluire, prendendo un colore grigiastro.
Posso plasmarla a mio piacimento.
Potrei spaccare il globo in due, se solo volessi.
Respiro.
Espiro.
Tutto quello che voglio è un mondo senza più notti oscure.
Quando la libero segue i disegni della mia mente.
Muovo le mani per guidarla, per darle una forma.
Diventa quello che voglio.
Può essere forte e impetuosa come il mare in tempesta
Può essere calma e fresca come una brezza primaverile.
Sempre bella, argentea e forte.
Come sono io.
Mi chiamo Kristine, ma molti mi conoscono come Silver Witch.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Ero totalmente sola in una stanza buia, dove solo una figura si distingueva; era di spalle, sembrava essere l'uomo che ci attaccò all'USJ, insieme al mostro che fratturò il Sensei e quel Warp Gate. 
Ricordavo le tante mani che aveva addosso,
"Che sia il suo costume? Perché scegliere una cosa del genere? Se voleva cercare di spaventare qualcuno, ci è riuscito appieno."
L'uomo si girò lentamente verso di me, aveva una mano anche in faccia, ma nonostante questo s'intravedeva la sua bocca e si capiva che stava ridendo.
-Non sei stata in grado. Non lo sarai mai.-
La stanza si faceva sempre più stretta, le pareti nere continuavano ad avvicinarsi e lui rideva a squarciagola.
Tremavo.
Non riuscivo a dire una parola, a controbattere.
La sua risata era fredda e risuonava nella mia testa.
Non potei fare altro che accasciarmi e piangere.
Improvvisamente aprii gli occhi e mi misi seduta, il respiro affannato e le lacrime che ancora scorrevano sul mio viso. Cercai di tranquillizzarmi guardandomi intorno: ero a casa di Yagi, nel suo letto, ma lui non era lì; mi rassicurai quando vidi della luce provenire dal salone, così mi alzai e andai a controllare.
Lo trovai sul divano, intento a guardare un film del suo genere preferito, che stavano trasmettendo in televisione; appena mi vide il suo sguardo si fece subito preoccupato:
-Che ci fai sveglia a quest'ora, my darling?-
Io mi avvicinai fino a sedermi accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla,
-ho fatto un incubo. Penso di avere ancora i sensi di colpa per quello che è successo al Sensei...- guardai il vuoto per qualche secondo, prima che lui potesse ripetere,
-non è stata colpa tua, perché ti fai pesare così tanto questo fatto?-
-Potevo fare di più, ma sono rimasta a guardare.- mi si strinse il cuore a pronunciare quelle parole.
-Tu avevi già fatto abbastanza, non riuscivi più neanche a reggerti in piedi, eri stremata e questo significa che hai combattuto, lo hai aiutato.-
Yagi cercò di consolarmi in ogni modo, ma la visione di quell'uomo e le sue parole non riuscivano ad uscirmi dalla testa.
-Vuoi che ti prepari un the?- chiese poi.
A quella domanda mi venne in mente la prima volta che parlammo, mi preparò il the ed era il più buono che avessi mai bevuto.
-Magari-, gli risposi, -anche se fa caldo penso sia un'ottima idea. Ricordo che tu sei davvero bravo a fare il the- dopo quella frase mi tornò il sorriso, lui si alzò sogghignando e, dopo aver acceso le luci, si mise all'opera.
Passai dei minuti ad osservare come procedeva e infine mi sorse una domanda spontanea,
- cosa ci fai tu sveglio, invece?-
Quasi esitò a rispondermi -ormai non riesco più a dormire come una volta, anche io faccio degli incubi, sai my darling?-
-come puoi avere paura, proprio tu, l'hero number one?- la mia incredulità non conosceva limiti in quel momento; sapevo che ognuno temeva qualcosa, ma non lui, sembrava davvero perfetto e senza alcun timore a guardarlo come All Might. Conoscendolo a fondo, però, imparai a capire molte cose di Yagi Toshinori, cose che ad una persona qualunque sarebbero passate inosservate.
-ho avuto delle brutte esperienze, e quasi ogni notte quei momenti tornano a farmi visita, incubi che tutt'ora vivo.- si toccò quell'enorme cicatrice, che avevo visto solo la sera precedente, dopo aver parlato.
Io mi commossi assistendo a quella scena, così mi alzai e andai ad abbracciarlo: quando posai la mano sul lato sinistro del suo torace, sussultò, 
-Yagi, io sono qui per curare tutte le tue ferite-, poggiai la testa sulla sua schiena e sentii battere il suo cuore, era una sensazione indescrivibile.
Lui si girò e mi baciò, infine mi disse:
-il the è pronto, my darling, portalo con te e torniamo a letto. Dormire farà bene ad entrambi.-
Annuii e seguii il suo consiglio.
Una volta sotto le coperte mi tornò nuovamente in mente quell'uomo, ma ora il pensiero non mi spaventava più, perché sapevo di non essere sola.
- Grazie di tutto- gli dissi, una volta finita quella bevanda dal gusto eccellente.
-Non devi ringraziarmi, ci sarò sempre quando avrai bisogno d'aiuto, non dimenticarlo mai.- mi accarezzò la guancia, guardandomi dritto negli occhi.
"E chi aiuterà te?"
Sorrisi, cercando di non pensare alle parole che rimbombavano nella mia testa, e lo baciai. Fu un bacio talmente appassionato che delle lacrime iniziano a farsi strada sulle mie guance.
-Che succede my darling, perché piangi?-
-È che sono così felice di essere qui, con te, quasi non credo possa essere possibile; insomma, la nostra relazione è strana, però sento quanto tu mi ami e non sono sicura di poterti ridare indietro un 1% di quello che mi dai tu ogni giorno, di tutto ciò che hai fatto anche in passato, solo per farmi sentire meglio, mettendo il mio bene davanti al tuo. Sei così perfetto, in tutto, invece io sono un disastro in qualsiasi cosa.-
Rimase stupefatto dal mio discorso:
-ma cosa dici? Tu mi dai molto di più di quello che credi anche solo standomi accanto. Ieri sera, quando abbiamo fatto l'amore sulla spiaggia, è stato il raggiungimento di un importante obbiettivo, per me. Tu non sai da quanto tempo lo desideravo e, senza di te, non avrei mai avuto il coraggio di spogliarmi ed entrare in acqua, senza preoccuparmi che qualcuno mi vedesse. My darling, sei molto più di quello che pensi, fai ogni giorno qualcosa di speciale e non solo con me.-
Il suo splendido sorriso mi tranquillizzò ancora una volta e, con le sue carezze, riuscii a riaddormentarmi senza pensare all'uomo delle mani, all'Unione dei Villain.
La mattina seguente ci svegliammo quando il sole era già alto, forse era l'ora di pranzo o poco prima, così decidemmo di riprovare ad andare a mangiare il sushi più buono della città, anche se quel posto non rievocava bei ricordi.
-Questa volta sarà totalmente diverso-, mi tranquillizzò lui, quando arrivammo nel locale, -anche se dovesse accadere qualcosa, ormai potremmo persino combattere insieme.- Sussurrò poi, mentre spostava la sedia per farmi accomodare.
"Combattere insieme? Potremmo essere una coppia a tutti gli effetti, ma... Il Sensei. Cosa ne penserebbe?"
Non riuscii a capire bene se la sua fosse totale ironia o se le sue parole nascondessero un filo di serietà, gli sfuggì però una risata dopo quelle parole, quindi pensai bene di non renderlo partecipe dei miei pensieri.
Proprio mentre stavamo consumando la portata principale, il mio telefono squillò e rimasi piacevolmente sorpresa a leggere il nome sullo schermo: era una delle mie più care amiche, che non vedevo da troppo tempo.
-Scusa un secondo, non risponderei se non fosse importante.- Mi giustificai con Yagi prima di alzarmi dal tavolo e uscire dal locale.
-Sayuri! Da quanto tempo non ci sentiamo, come stai?-
-Io tutto bene, volevo dirti che sono tornata e chiederti se hai voglia di vederci, un giorno di questi.-
Sentii dalla sua voce un pizzico di esaltazione.
-Certo che si! Ti faccio sapere appena ho un pomeriggio libero, così possiamo uscire e prenderci qualcosa di fresco, visto che fa davvero caldo questi giorni.-
Risi e la sentii fare lo stesso.
Sayuri era una delle mie più care amiche, ci eravamo conosciute alle medie e, da quegli anni, non ci eravamo mai perse di vista.
Quella ragazza viaggiava tanto per lavoro e si trovava sempre fuori dal Giappone, ma quando tornava non c'era volta che non passassimo del tempo insieme.
-Ti ho vista in tv! - 
La sua affermazione mi confuse, poi ripensai alla trasmissione del giorno precedente e capii.
-Già, a volte non fa male partecipare a qualche concorso.-
-Non ti facevo tipa da concorsi.- 
Scossi le spalle, come se lei fosse lì e potesse vedermi, -ogni tanto ci provo.-
La tenni ancora qualche minuto in linea, poi mi congedai dicendole che ero a pranzo con un uomo e non avrei voluto assentarmi troppo, così tornai da Yagi che mi aveva aspettato per continuare a mangiare.
-Grazie.- gli dissi, mentre prendevo posto
-Di nulla- fece una pausa, aspettando che tornassi a usare le bacchette, poi continuò a parlare -era per caso il Sensei?- chiese, tenendo la voce bassa.
-No, era una mia amica che non vedo da troppo tempo.- Sembrò rilassato quando sentì quelle parole uscire dalla mia bocca, -un giorno di questi dobbiamo vederci, spero solo di trovare il tempo. Se lo dicessi al Sensei non penso che sarebbe d'accordo.-
Annuì, tenendo un'espressione contrariata, -hai detto che stasera hai da fare, vero? Dovrebbe darti più tempo libero. Fa male lavorare così tanto.-
-Hai ragione, però non posso permettermi di prendermi certe libertà, tantomeno di riposarmi quando lui ha bisogno di me.
Sai, mi avrebbe fatto felice rimanere una giornata intera con te, specialmente la sera...- dopo l'ultima parola gli lanciai un'occhiata maliziosa che lui ricambiò con un'espressione altrettanto perversa.
-Ne avremmo di tempo per dedicarci a noi, don't worry my darling.-
Le sue parole riuscivano sempre a darmi la tranquillità di cui avevo bisogno.
Dopo il pranzo mi propose di andare a passeggiare in un parco poco lontano da lì, un posto che lui frequentava spesso, anche solo per fare jogging o rilassarsi.
Arrivati in quel luogo mi persi ad ammirare i tanti ciliegi che allungavano i rami fioriti proprio sopra le nostre teste,
-non trovi che sia uno spettacolo fantastico?- gli chiesi, tenendo lo sguardo alto.
-Ormai lo vedo quasi sempre, conosco alla perfezione questo posto. Tu, invece, sembra che sia la prima volta che lo vedi.-
-Sì, non ci ero mai stata prima d'ora, questa parte della città non la frequento molto.-
Continuai ad ammirare i fiori,
"Come sarebbe bello averne uno a casa, o avere una casa con un giardino abbastanza grande da poterlo contenere."
-Sei rimasta colpita? Eppure per strada ce ne sono davvero tanti- la sua voce mi fece risvegliare dai miei pensieri.
-È vero, ma non sono come questi- tornai a guardare Yagi e continuai, -immagina che spettacolo sarebbe averne uno a casa, così grande. Tutti invidierebbero il mio giardino, se solo ne avessi uno...-
Lui non riuscì a contenere una risata, poi mi prese dalla vita e mi avvicinò al suo corpo,
-magari, quando un giorno sarai una professionista famosa, la tua casa avrà un magnifico ciliegio.-
Le sue parole ispirarono molta fiducia in me e quasi riuscii ad immaginare quel giorno come se fosse davvero vicino.
"Ce la posso fare, supererò anche il Sensei, un giorno."
Ma, purtroppo, il futuro che mi aspettava non era così raggiante come speravo.

  
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