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Autore: MadLucy    17/06/2019    0 recensioni
{Tomarry | Harrymort | what if | post Chamber of Secrets | grey!Harry}
Il ricordo del diario di Tom Riddle riesce nel suo intento: riacquistare un corpo. Una nuova profezia gli indica la strada: Harry Potter è l'unico che può sconfiggerlo, ma anche l'unico che può portarlo al trionfo. Tutto ciò che Tom deve fare è usare la sua arma più potente contro di lui: l'amore. Harry viene rapito ed introdotto suo malgrado ad una nuova vita, inspiegabile ma affascinante. Avviluppato in un seducente, caleidoscopico vortice dove verità e menzogna finiscono per confondersi sempre di più, il suo obiettivo è non perdere se stesso.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tom O. Riddle | Coppie: Harry/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Settimo atto

«Dolohov» esclamò Harry, interrompendo il suo procedere nel corridoio. «Una parola.»
L'uomo gli rivolse un'occhiata di aperta ostilità. «Che vuoi?» Proprio come Bellatrix, la maggioranza dei Mangiamorte tendeva a trattarlo con sgarbo in assenza di Tom. Più il tempo passava, più l'avversione cresceva. 
Harry non si lasciò scalfire. «Devi fare una commissione per mio conto.» Il tono non lasciava adito a potenziali rifiuti. 
Dolohov non battè ciglio. «Richiedilo all'Oscuro Signore e sarà lui a comandarlo a me, se ne avrà voglia. Non prendo ordini da un Potter.» 
«Oh, a Tom dispiacerebbe molto sapere che mi hai infastidito» insinuò Harry. «Non vuoi che gli vada a riferire questo, vero?»
Lui non rispose. «Il Signore Oscuro deve essere informato» ripetè, fissandolo con odio. 
Harry sfoderò la bacchetta, impaziente. «Imperius!» Fu talmente rapido e determinato che non ci fu modo per il Mangiamorte di respingere la Maledizione. «Ho bisogno di una pozione.»
Le cene di Harry e Tom erano sempre più simili a comizi elettorali. Popolate di Ministri corrotti, lupi mannari convertiti, maghi oscuri da tutte le parti del mondo. Tom discuteva, impeccabile, perfetto, muoveva sempre le corde giuste in tutti. Indovinava i loro interessi ed elargiva equilibrati premi in cambio. Si era conquistato mezzo mondo magico, e non c'era mai stupore sul suo viso, nè espresso compiacimento. Tutto era andato nell'unico modo possibile: come doveva andare. Sale sempre più grandi per accogliere tutti, quelli che avevano cambiato idea, quelli che erano stati torturati per cambiare idea, quelli che avevano ceduto alla paura. Ogni livello dell'umanità sfilava sotto gli occhi di Harry. Poi si immaginava come lui stesso dovesse apparire agli altri. Il primo venduto, l'esempio. Un ragazzo pallido e smilzo, involto in una tunica nera troppo larga, il medaglione di Serpeverde al collo, lo sguardo assorto, la bocca chiusa, una sposa e una prigioniera di guerra al contempo. Sembrava un bozzetto dell'artista che aveva disegnato Voldemort. Non era più un bambino, e il modo in cui stanziava nell'ombra di Tom aveva un nuovo, cupo significato. Le sue ricerche erano state interrotte: Harry Potter si era schierato dalla parte di Voldemort, Hogwarts lo sapeva, Ron e Hermione lo sapevano e non ci credevano, Silente lo sapeva e taceva. Come poteva una resistenza nascere da un fallimento simile? Se non poteva farcela nemmeno il Prescelto, chi avrebbe potuto? 
Non sopportava più il suo umorismo, il Prescelto.
«Il mio sangue e quello di Harry, insieme, fanno quello di un mago purosangue» aveva affermato, sferzante, ad un Lucius Malfoy bianco come un lenzuolo, atterrito all'idea di pronunciare la parola sbagliata.
«E quello di un Babbano intero» aveva aggiunto Harry, impassibile. 
Tom teneva d'occhio i suoi sbalzi d'umore. Il ragazzo passava da giornate di ostinato silenzio a quelle uscite, improvvise, rabbiose, come se tutto il rancore che accumulava fosse infiammabile quand'erano insieme. Non erano vere ribellioni... Era come se volesse fargli capire che nonostante tutto era ancora vivo. 
Tom aveva cominciato a mangiare quello che mangiava lui, più per fargli compagnia che per altro. Cercava di avvicinarsi quando Harry si allontanava.
Tossicchiò. «Mi dicono che hai liberato un prigioniero oggi.» Non c'era rimprovero nella voce, solo freddezza.
Harry masticava a testa bassa. «Sì.» 
Tom lo studiò, inclinando il capo. Non aveva mai smesso di suggestionarlo, un gentile incantamento che gli solleticava i sensi dolcemente. «Perchè lo hai fatto, Harry?»
Harry gli sorrise. Era così bello sorridergli. Tom era sempre così carino con lui. Gli aveva dato una casa, gli aveva dato delle carezze, gli aveva persino fatto conoscere i fantasmi smunti dei genitori che gli aveva ammazzato. «Perchè tutto quello che fai mi disgusta» rispose, affabilmente. 
Tom sogghignò, come se prevedesse quella risposta da lungo tempo. «Capisco. E perchè fino ad ora sei stato tutto tranne che riluttante ad aderirvi? Dev'esserci qualche ragione meno nobile che non faresti bella figura a comunicarmi.» Sgranò le dita e indicò il tavolo, in un gesto ampio. Tutto ciò che li circondava. «Cos'è che non ti va più a genio? Il cibo? Il sesso?»
«Tu non mi vai più a genio, Tom» concluse Tom, semplicemente. «Adesso che l'ho detto puoi cancellarmi la memoria e infilarci dentro quel che vuoi, come fai sempre, visto che sono di tua proprietà. Per te è più comodo pensarlo così.» La sua voce distruggeva, avanzando. «Tu riesci ad amare solo gli oggetti, vero, Tom? Così puoi chiuderli in una scatola, incantarli e romperli quanto vuoi. Quando si tratta di persone, con intenzioni, idee, valori, diventa tutto complicato, vero?»
Tom non appariva ancora scosso. «Tu sei l'unica persona al mondo che ha il coraggio di parlarmi in questo modo, Harry» osservò, divertito. «È questo che apprezzo di te. Il fatto che sei un mio eguale e non un mio sottoposto qualunque. Sei una parte di me. Il mio piccolo Horcrux.» La sua voce sarcastica si fece di nuovo pungente. «Danneggiare il tuo spirito non mi piace, ma se è l'unico modo per averti con me lo farò. Non mettermi alla prova, le conseguenze sarebbero prevedibili e sgradevoli per entrambi.»
«Sei ancora in tempo per lasciar perdere tutto» disse Harry, improvvisamente. La sua espressione era imperscrutabile. 
«Lasciar perdere?» ripetè Tom, grondando di ironia. «E perchè? Per te
Harry non si fece scoraggiare dal suo tono. «Prima non avevi niente per cui valesse combattere. Adesso sai cosa significa avere qualcuno. Ti è stata offerta una possibilità, probabilmente l'unica.»
Il ghigno di Tom svanì. «L'eternità sarebbe nulla per cui valga combattere?» 
«Un'eternità di cosa? A cosa ti serve l'eternità se non hai nessuno con cui condividerla?»
Per un attimo sembrò incapace di rispondere. «Ho te. Te lo sei scordato? Io e te non possiamo dividerci più.»
«E se fossi costretto a scegliere?» lo incalzò Harry, alzandosi in piedi e poggiando i palmi sul tavolo. «Tra l'Horcrux che ho dentro e ci terrebbe in vita per sempre, e me
Il viso di Tom era chiuso e duro. «Resteresti deluso dal verdetto. Credi davvero di essere diventato così indispensabile?»
La voce di Harry si ammorbidì. «La morte diventa soltanto un semplice passaggio se la vita è stata vissuta amando delle persone e lasciando loro qualcosa di tuo. Saresti davvero invincibile, se comprendessi questo.»
«Non venire da me, che l'ho data mille volte, a insegnare cos'è la morte» sputò Tom, furioso. «Tu sei stato il primo ad aggrapparti pateticamente alla vita, la notte in cui provai a ucciderti. Perchè non ti sei lasciato ammazzare, se la morte non è niente di che, come dici?»
Harry scosse il capo. «Piantala di parlare come se fossi quello di prima, Tom. Non ci credi nemmeno tu.»
Nagini risalì la gamba di Tom, come se percepisse il suo stato d'inquietudine. Il ragazzo iniziò ad accarezzarla, distrattamente. «Sei sopravvissuto per me. Fai così tanta fatica a ficcartelo in testa? Il tuo futuro sarà al mio fianco. Non c'è niente che tu possa fare per cambiare questo.» Era brusco e stizzito.
«Io al contrario tuo sono in grado di ricredermi. È questo che fanno le persone sagge. Ammettono i loro errori e vi pongono rimedio» affermò Harry.
«Oh, Harry, piantala» sbottò Tom, con derisione. «A te piace tutto questo, anche se non vuoi ammetterlo con te stesso. Ti piace oltrepassare i confini, rompere le regole. Ottenere quello che desideri senza curarti degli stupidi limiti imposti dai deboli. Ti piace perchè condividiamo la mente, perchè io ti ho contagiato di ciò che sono, perchè mi appartieni da molto prima di ricevere il marchio» ed indicò il suo braccio, dove c'era il Marchio Nero, poi spostò l'indice verso la sua fronte, «da quando hai ricevuto quella. Tu rimani con me perchè sei come me.»
«Io rimango con te perchè sono innamorato di te.» Harry avvertì delle lacrime di compassione per se stesso negli occhi. «Sono condannato a sperare per la tua anima, e a lottare fino alla fine. Ti amo perchè non posso fare a meno di vedere la persona che saresti stato, se le cose fossero andate in modo diverso. Ed è una persona che merita amore, Tom. Tutti meritiamo amore. Non è mai troppo tardi.»
Tom evitava il suo sguardo. «Non essere melenso, Potter. Mangia. Sarò magnanimo, fingerò che questa conversazione non sia mai avvenuta.»
Harry liberò una risatina amara, di sprezzo. «Quasi dimenticavo che tu semplicemente rimuovi ciò che si oppone ai tuoi piani, senza un minimo di buonsenso. L'opposizione ti darà anche un brivido sessuale, ma alla fin fine non la tolleri. Invece di superare l'ostacolo, lo aggiri, e fingi che sia tutto come prima. Se tu rimani dei tuoi propositi e io divento una marionetta vuota che ti segue ovunque, per te questo è un successo assoluto.» Lo costrinse a rispondere al suo sguardo. «Non è tutto come prima. Tu mi ami, Tom Riddle. Devi fare i conti con questo sentimento nel modo giusto, per una volta. Altrimenti, fai pure, continua a ripetere i soliti errori del cazzo.» Spalancò le braccia, con insolenza. «Cosa devo fare adesso per compiacerti? Lanciare qualche Maledizione Senza Perdono? Chiamarti Mio Signore?» Simulò la parodia di un inchino profondo. «Ti sentirai contento e realizzato? Il grande Signore Oscuro che è riuscito a convertire un orfano solo al mondo?»
Tom tornò al piatto. Faceva finta di nulla, ma il suo sguardo era un po' più vitreo. «E io cosa devo fare per risparmiarti la vita? Fingere che tu non sia mai cambiato?» sibilò a voce bassa.
Harry si sedette a sua volta. Fissò il vino nel calice. Il loro sangue mischiato, sangue puro e sangue sporco, sangue di lupo e di agnello. Non era cambiato. Era tornato ad essere l'unica persona che poteva diventare. Quella di cui il mondo aveva bisogno.
  
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