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Autore: irYsblackeyes    19/06/2019    0 recensioni
Quando credi di essere un individuo potente, perfetto, che riesce a controllare tutto e tutti, ti senti un Dio.
Pensi di poter manipolare le menti delle persone, di poter giocare con coloro che per natura possiedono un carattere fragile e buono.
Con il passare del tempo però ti accorgi che ciò che hai e ciò che fai non ti bastano più. Cerchi di più, ma più in là di così non puoi andare e di conseguenza, riversi tutta la tua cattiveria e la tua incapacità di accontentarti, sulle persone più deboli di te.
Ma se anche questo, ad un certo punto, non ti bastasse più?
Ti affidi alla droga più potente che riesca annebbiare i tuoi sensi pur di non doverti fermare a pensare a ciò che sei diventato.
Ma cosa succede ancora, se il tuo modo di vivere di colpo ti scaraventa nel mondo "reale" e ti porta quindi a confrontarti con i comuni esseri umani?
Cosa succede se da "Dio" quale eri, per motivi non decisi da te, ti ritrovi a diventare un comune mortale?
E cosa succede se l' unica persona che in qualche modo può aiutarti a galleggiare è la stessa persona che ha subito abusi e
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il giorno successivo, Faust Schulz, uno dei peggiori fra noi guardie S.S., aiutato dall'efficace memoria visiva di Koch, convoca le cinque, subito dopo pranzo, in mezzo alla "Appellplatz".

Piove. E' una pioggia forte e fastidiosa che ticchetta nel cervello; come avere mille orologi a pendolo nel cranio.

Noi soldati, con addosso impermeabile ed ombrello, siamo pronti a scoprire la punizione che Faust ha in serbo per quelle donne .

Sembriamo spettatori di un circo all'aperto.

Faust convoca tutte le prigioniere appartenenti al blocco delle colpevoli e le fa disporre una accanto all'altra.

Schulz possiede una calma quasi spaventosa in tutto ciò che fa. Persino mentre punisce od uccide e qualcuno, dal suo volto non ho mai visto trasparire alcuna emozione.

Le donne sono spaventate; nei loro occhi leggo paura mentre si guardano interrogative.

Con il manganello, Faust indica le cinque prigioniere che saranno vittime della sua furia sottile e fa loro fare un paio di passi avanti alla linea.

Con estrema lentezza, percorre la mischia di donne e con accuratezza ne sceglie altre cinque ordinando loro di porsi a fianco alle prime selezionate.

Ad ognuna di esse, consegna un pezzo di stoffa ed ordina di legare i polsi delle vittime.

Le prescelte eseguono l'ordine ad occhi bassi, senza fiatare.

Successivamente dà comando alle colpevoli di inginocchiarsi a quattro zampe e poggiare le mani legate, a terra.

Faust provvede personalmente ad alzare a livello del collo, la casacca di ogni singola colpevole lasciandole la schiena nuda.

Un fuscello di legno per ogni fustigatrice.

Imperativamente ordina di iniziare a colpire con forza le colpevoli.

Sessanta frustate, e sarebbero dovute andare tutte a tempo perché al contrario, avrebbero dovuto ricominciare tutto daccapo.

Al terzo tentativo riuscirono a sincronizzarsi.

-Frustate, che banalità- sogghigno mentre sbuffo un po' di fumo.

Osservo Anita. Il suo volto è terrorizzato, paonazzo, sta soffrendo ma non mi provoca nessun effetto; mi sento solo un po' stranito dal fatto di non essere io a procurarle dolore.

Oso affermare che quasi mi fa pena, il vederla in quelle condizioni.

L' "Alt" di Faust mi risveglia dai pensieri.

Più esauste di quelle colpite, le fustigatrici lasciano cadere per terra il fuscello sporco di sangue e si accasciano a terra piangendo.

Le fustigate, immobili ed inermi, piangono lacrime di sangue.

Non finisce così perché il terribile soldato, battezza una ad una la schiena delle donne con una gran quantità di alcol che infuoca le ferite ancora fresche e aperte.

Le ragazze gridano, due di loro si accasciano per terra e rotolano infettando di sabbia le lacerazioni sul loro fragile e minuto dorso.

-Quanto spreco!- sussurra Koch indignato scuotendo la testa – me ne vado!-

Volgo lo sguardo verso Anita e per un attimo penso a quella fatidica sera. Quella notte in cui.. non ci voglio ripensare.

Prepotente riaffiora il ricordo di quando per svegliarla, decisi di inondare di alcol la ferita sulla sua fronte. Si destò in un istante urlando come un vitellino al macello.

Quel momento fu una scossa di adrenalina pura.

Mentre mi dirigo verso il mio alloggio, rifletto sulla bestialità dell'essere umano.

Siamo animali dotati di un cervello. L'evoluzione ci ha fatto veramente un gran bel regalo. Abbiamo un organo in grado di ragionare, di capire il giusto e lo sbagliato, possiamo fare scelte, provare sentimenti, amare, odiare.

Abbiamo nel cranio un'arma ancora più potente delle carabine in nostra dotazione.

Eppure a volte, anche noi esseri umani regrediamo allo stato di Bestie.

Chi come Anita e le altre quattro ragazze, per una questione di necessità, di sopravvivenza e chi come noi soldati, per una questione di Onore, di scelte.

Noi soldati siamo Bestie consapevoli di esserlo e forse felici di esserlo diventato.

Uccidiamo esseri umani inutili, che contaminano l'umanità come dei virus.

Il campo ti trasforma, ti rende un animale. Il campo è un inferno a parte da tutto il resto del mondo. Un inferno che ti ingloba e, se non ti evolvi anche tu in un demone, ti uccide.

   
 
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