Il test d'ingresso
Alla fine ho deciso. Circa.
La mia convinzione in questi giorni ha vacillato un sacco, ma farò il test
d'ingresso all'Accademia degli Avventurieri.
Ho continuato ad allenarmi, e finalmente sono riuscito ad integrare bene un
incantesimo con un fendente di spada. Mi ha soddisfatto un sacco, e mi ha dato
la carica che cercavo per continuare a studiare.
Più o meno. Ho avuto un'altra crisi di demotivazione l'altro ieri, e mi sa che
come risultato non sarò preparatissimo sulla parte di storia della rivolta dei
goblin, ma alla fine sono pronto a farmi valere. Ho anche mandato il modulo con
la richiesta di diventare Bi-Classe in caso facessi un buon punteggio.
Adesso devo solo arrivare all'esame tranquillo.
Più facile a dirsi che a farsi.
"Zerik! Vieni, farai tardi agli esami!"
Scendo le scale di corsa, afferrando al volo un panino con la marmellata e al
contempo cercando di sistemarmi i capelli, perennemente spettinati.
"Cfono in rifardo!" bofonchio.
"Sì, lo so" risponde mio padre con un sospiro. "Sicuro che non
vuoi che ti accompagni?"
Scuoto la testa. "La MetaMetro ferma praticamente dentro
l'Accademia!"
"E va bene, come preferisci! Sbrigati però, se arrivi tardi non ti
lasceranno fare l'esame!"
Afferro al volo la giacca, lo zaino che ho preparato ieri e la spada e mi
fiondo fuori dalla porta, salutando con la mano.
"Buona fortuna!" mi urla mio padre dalla soglia.
Corro verso la stazione della MetaMetro. Grazie ai lunghi allenamenti con la
spada arrivo appena in tempo, e quasi senza fiatone.
La stazione si trova a pochi isolati da casa. In mezzo a un parco si erge una
piattaforma di cemento, sormontata da una cupola bislunga di vetro e acciaio; è
praticamente una galleria trasparente abbandonata in mezzo al prato.
Corro verso i tornelli, alla ricerca del mio abbonamento. Sono proprio all'ingresso,
ma l'abbonamento non salta fuori.
Oh no... eppure sono sicuro di averlo preso! Sono un idiota!
Appoggio lo zaino a terra e comincio a cercare freneticamente.
Non ho tempo di tornare a casa a cercarlo... Non arriverò in tempo!
"Ehi... scusami... hai perso questo?"
Mi giro. Dietro di me c'è una ragazza minuta con i capelli corti e rossi,
lisci, tagliati in modo asimmetrico: a destra le arrivano sotto al mento,
mentre a sinistra sono praticamente rasati. Mi porge una tessera.
Mi alzo e la prendo. L'abbonamento!
"Ti è caduto là dietro" spiega lei, indicando qualche metro alle sue
spalle.
"Grazie mille!" rispondo.
Cosa devo dire ora... è carina... mi devo presentare? Oppure penserà che ci
voglio solo provare con lei?
Faccio per dire qualcosa ma lei mi anticipa.
"Be', buona giornata! Scusami, ma sono un po' di corsa oggi!" e
scatta, rapida, verso uno dei tornelli.
La fisso qualche secondo, imbambolato come un imbecille.
Penserà che sono un maleducato? Dovevo chiederle il suo nome? Offrirle
qualcosa? Ma cosa? E poi non ho il tempo per offrirle nulla!
Mi sa che ci stavo pensando troppo. Scuoto la testa e, armato di abbonamento,
attraverso il tornello e mi posiziono sulla banchina.
"MetaTreno in arrivo da Helsin - Ospedale in direzione Gerfer in arrivo
al binario 2. Allontanarsi dalla linea gialla" annuncia una voce che
riecheggia per la stazione.
È il mio!
Mi allontano dal binario appena in tempo per vedere un lungo serpente argentato
planare a tutta velocità e inchiodare proprio davanti alla banchina. Veniamo
sferzati da una fortissima folata di vento e devo fare qualche passo indietro
per cercare di mantenere l'equilibrio. Vedo gente barcollare e sorreggersi a
vicenda per evitare di essere sbalzati a terra. Poi tutti insieme, in sincrono,
scattiamo verso il MetaTreno, alla ricerca di un posto a sedere.
Essendo l'ora di punta, non ci spero neanche di riuscire a trovarne uno, e mi
accontento di stare aggrappato ad un paletto accanto ad una porta.
"MetaTreno per Gerfer in partenza. Allontanarsi dalle porte".
Come tante piccole ghigliottine, le porte si chiudono e il MetaTreno si solleva
di alcuni centimetri da terra, prende velocità e sfreccia fuori dalla stazione,
sollevandosi in aria alla volta della stazione successiva.
Osservo dal finestrino, schiacciato tra le altre persone, la città che scorre
sotto di noi, e stringo forte il mio paletto ad ogni stazione per evitare di
cadere.
I MetaTreni sono guidati da maghi grazie a un incantesimo di volo, ma per
evitare che gli autisti consumino tutte le proprie forze prima della fine del
turno (ehi, trasportare centinaia di persone dev'essere faticoso!) l'AMH
(Azienda MetaTrasporti Helsin) si serve di Cristalli Magici di altissimo
livello, che amplificano i poteri degli autisti. A quanto pare sono parecchio
costosi, ed è per quello che biglietti e abbonamenti non sono proprio a buon
mercato (anche se molti sostengono che i prezzi lievitino anche a causa dei
continui rimborsi che l'agenzia deve ai passeggeri che rimangono feriti ogni
giorno durante le brusche partenze e frenate dei MetaTreni, anche se queste
voci non sono mai state confermate dall'Azienda. Motivo per cui molti -
soprattutto gli anziani - preferiscono prendere i MetaBus, meno cari e più
sicuri ma decisamente più lenti visto che utilizzano Cristalli Magici di più
basso livello).
Ancora 5 fermate e saremo all'Accademia...
"Scusami". Un passeggero mi urta per riuscire a scendere. Mi volto
per farlo passare e noto la ragazza minuta di prima. Ha trovato un posto a
sedere e sta leggendo un libro. È parecchio concentrata... sembra che stia
studiando.
Mi sporgo un po' per leggere la copertina: Matemagia: gli incantesimi e
la matematica - volume 1.
È uno dei libri consigliati per l'esame. Sta a vedere che...
"Fermata Helsin - Accademia degli Avventurieri. Apertura porte a
destra".
La ragazza si riscuote di soprassalto dalla lettura. Mi vede e mi saluta con la
mano.
La saluto e arrossisco mentre scendo dal MetaTreno. Lei scende da un'altra
porta e la vedo dirigersi verso l'Accademia, insieme ad una moltitudine di
ragazzi, e presto la perdo di vista.
L'Accademia degli Avventurieri una volta era un castello, e uno di quelli
veramente grandi. Nonostante fuori ne abbia mantenuto l'aspetto, all'interno le
aule sono all'avanguardia.
Una volta arrivati all'ingresso, una serie di cartelli guida noi esaminandi
verso l'auditorium, una sala assolutamente enorme, dove ci dovrebbero essere
spiegate le modalità d'esame.
File di banchi si arrampicano verso l'alto, in modo che anche chi siede in
ultima fila possa vedere il relatore. Prendo posto a destra, più o meno a metà
della scalinata, e attendo.
La sala è piena, ci saranno centinaia di persone. Mi guardo in giro alla
ricerca di qualche volto noto, ma c'è troppa calca e non vedo nessuno.
Passano circa una decina di minuti, poi finalmente un professore alto e incredibilmente
magro si siede alla cattedra. Lancia un incantesimo verso di sé e la sua voce
tuona per tutta la sala.
"Buongiorno, esaminandi. Vi prego di accomodarvi in silenzio".
Quando anche gli ultimi ritardatari hanno finalmente preso posto, l'insegnante
comincia a parlare.
"Sono il professor Mels Grevis, e insegno Incantesimi ai ragazzi del primo
e secondo anno. Sono qui per illustrarvi le modalità d'esame".
Tutti ammutoliscono e si sporgono leggermente in avanti.
"Per prima cosa, svolgerete la prova scritta. A seconda del vostro numero
di ammissione e della scuola media di provenienza siete stati smistati in varie
aule. Le tessere che avete ricevuto quando vi siete iscritti vi indicheranno
dove recarvi". Agita una mano e varie luci blu si accendono per l'aula,
una anche nel mio zaino.
Quando mi sono iscritto, il mio MagiComp aveva automaticamente stampato una
tesserina con la mia foto e i miei dati, che diceva semplicemente che andava
presentata il giorno dell'esame. Ora si è illuminata e reca la scritta
"Aula 126, piano 1".
Mi guardo intorno: si è sollevato un certo brusio, mentre tutti confrontano le
proprie tessere con quelle dei vicini.
"Ehm, ehm". L'insegnante riporta rapidamente l'attenzione su di sé, e
il silenzio si ristabilisce.
"Molto bene. Al termine della prova scritta potrete mangiare in mensa, e
dopodiché si terrà la prova pratica. Anche per quella sarete smistati, e la
vostra tessera indicherà dove. In ogni caso, alle 13:30 dovrete trovarvi sul
retro dell'Accademia. Tutto chiaro?"
Si sente qualche timido "sì" e il professore, soddisfatto (o almeno
credo) ci lascia liberi di andare.
La prova scritta è impegnativa, ma tutto sommato fattibile. Dalle voci che
girano sul test d'ingresso, sembrava dovessimo risolvere problemi di ingegneria
alchemica avanzata.
Non ho avuto molto tempo per scambiare due chiacchiere praticamente con nessuno
- mi sono perso e sono arrivato nell'aula giusta appena in tempo - e mi sento
un po' nervoso. Non ho neanche visto la ragazza gentile della MetaMetro... chissà
se davvero si trova qui anche lei.
In mensa trovo un tavolo con un altro paio di persone: un ragazzo biondo chino
su dei libri e uno castano che sembra in grado di ammazzare chiunque provi a
parlare con lui. Mangio in fretta e in silenzio, sempre più nervoso.
Anche gli altri ragazzi si sono preparati al massimo
per quest'esame.
Mi dirigo verso il retro della scuola con largo anticipo, anche perché non
saprei dove altro andare. Mentre sto camminando, la mia tasca si illumina di
blu.
Ah, dev'essere la tessera...
La guardo: dice "Area C, 13:30". Sospiro, e continuo a
camminare.
Sul retro della scuola c'è un'ampio prato, leggermente in discesa, e più avanti
una foresta che si estende a perdita d'occhio. Verso la linea degli alberi sono
radunati molti studenti. Probabilmente è lì che fanno l'esame pratico.
Sento la tensione che mi annoda lo stomaco, ma continuo a camminare fino alla
foresta. Quando arrivo, vedo che la foresta è stata divisa in varie aree con
delle corde - sospetto che siano incantate per evitare che qualcuno
semplicemente le scavalchi - e ogni area è denominata con una lettera.
Cavolo... Sono alla H!
Le aree sono piuttosto grandi, e mi ci vuole parecchio prima si trovare la
C. La mia area dev'essere quella con i ritardatari, perché ci sono solo due
ragazze che confabulano.
"Hai visto quello" dice una, che probabilmente è convinta di star
sussurrando.
"Mi sembra di averlo già visto in giro... è famoso?" risponde
l'altra, più o meno con lo stesso tono.
"È un Kerys! Uno di quella famiglia di avventurieri!"
Divento di colpo paonazzo e mi volto, allontanandomi di qualche passo. La
maggior parte delle volte che sono stato riconosciuto per il mio cognome la
gente voleva solo favori da mio padre... odio questo genere di
situazioni.
Approfitto dei minuti ancora disponibili per prendere sistemarmi la spada sulla
schiena - secondo il regolamento è consentito portare armi da casa. Più che con
la normale spada a una mano, preferisco quelle a due mani o a una mano e mezza,
come quella che attualmente porto.
Cammino un po' con lo sguardo fisso a terra ripassando mentalmente qualche
incantesimo quando sento una voce dietro di me: "Mi stai seguendo, per
caso?"
Mi volto, e dietro di me c'è - come nel più banale dei cliché - la ragazza
gentile della MetaMetro.
"No... ehm... io... ehm..."
Lei scoppia a ridere. "Ti sto prendendo in giro, scemo! Io sono Elys, tu
come ti chiami?"
Tende una mano. La guardo un po' meglio: ha la carnagione piuttosto chiara e labbra sottili e leggermente incurvate all'insù, ma la cosa che più mi colpisce sono gli occhi; sono entrambi azzurri, ma ha una leggera eterocromia: quello destro è di un azzurro ghiaccio, quello sinistro un blu più profondo.
Le stringo la mano. "Io sono Zerik... Sei nell'area C anche tu?"
Lei annuisce e mi mostra la sua tessera, con un gran sorriso.
"Hai dei capelli strani" commenta. Arrossisco un po': i capelli neri
con qualche ciocca rossa erano uno degli innumerevoli tratti distintivi della
famiglia. Prima che possa aggiungere altro, veniamo chiamati a raccolta.
"Buongiorno a tutti, aspiranti avventurieri!". Lo stesso professore
di prima ci scruta con aria severa all'ingresso dell'area C... e di ogni altra
area.
Probabilmente è un'illusione... però bisogna essere molto esperti per mantenerne
così tante nello stesso momento!
"La vostra missione è di ritrovare il medaglione dorato che è stato
rubato al vostro cliente" continua, "come questo". Mostra un
semplice medaglione appeso ad una catenella, con una greca sul bordo. "Lo
scenario è questo. Ne troverete uno in ogni area, e solo chi lo troverà passerà
l'esame. Avete due ore".
Si solleva un certo brusio, e anch'io mi sento parecchio teso: ormai, di fronte
all'area, siamo in una quarantina... è una selezione troppo alta! E se due
persone meritevoli di entrare si trovassero nella stessa area?
Se passo io non passerà Elys, la ragazza gentile...
"Potete combattere contro i vostri avversari ma non attentare
alla loro vita, o sarete squalificati. Anche invadere le aree altrui o
abbandonare la vostra vi porterà alla squalifica. Come dovrebbe esservi stato
comunicato, potete usare armi portate da casa, purché ordinarie. Per il resto,
tutto vi è concesso. Buona fortuna!"
L'immagine dell'insegnante svanisce, e al suo posto compare un conto alla rovescia.
Dieci, nove, otto...
Mi preparo con la mano sull'elsa, pronto a scattare.
Sette, sei, cinque...
Elys ha una sacca legata in vita, e stringe tra le mani svariate boccette
di vetro.
Quattro, tre...
Ma dai... è un'alchimista?
Due, uno... START!
Faccio per lanciarmi in avanti ma mi ritrovo completamente bloccato,
stretto da qualcosa di duro e gelido fino al torace.
Ma che...
Io e buona parte degli altri esaminandi siamo bloccati in una stretta di
ghiaccio!
Vedo Elys che corre, le mani libere dalle boccette.
"Scusa!" grida.
Ragazza gentile un corno.
Abbastanza alterato per essermi fatto fregare da un trucco così scemo,
raccolgo la mia forza e lancio un incantesimo del fuoco - in fondo, è la
specialità dei Kerys. Vengo praticamente avvolto dalle fiamme, e anche se con i
capelli mezzi bruciacchiati mi libero e corro verso la foresta.
Non lontano dall'ingresso, tre ragazzi - probabilmente guerrieri - stanno
combattendo. Li evito, e prendo una direzione a caso, cercando di essere il più
furtivo possibile.
Cammino per un po' senza incontrare nessuno. Lanciarsi in scontri con persone a
caso sarebbe controproducente; la cosa migliore sarebbe trovare un mago in
grado di usare qualche incantesimo di ricerca, seguirlo e fregargli il
medaglione sotto al naso. Non ne andrei esattamente fiero, ma è l'unico piano
decente che mi viene in mente.
Chiudo gli occhi, cercando di percepire se intorno a me vengono usati
incantesimi.
Uno... dietro di me!
Mi volto di scatto estraendo al contempo la spada dal fodero, appena in
tempo per vedere un ragazzo che cerca di lanciarmi un incantesimo paralizzante.
Riesco ad evitarlo tuffandomi di lato, ma lui è più veloce di me. Scatta in
avanti con un pugnale, e questa volta non riesco a schivarlo.
Dannazione!
Sulle corte distanze, i pugnali vincono sulle spade. Sento la lama
tagliarmi il fianco. Mi piego d'istinto, stringendo i denti.
Mentre indietreggia, cerco di colpirlo con l'elsa. Mi evita, ma riesco a
riprendere la distanza di sicurezza.
Stavolta sono io ad attaccare: scatto con un fendente, cercando di sfruttare
per bene il peso della mia arma, e lui lo para maldestramente con il pugnale.
Mi stupisco del fatto che non si rompa. Essendo probabilmente un assassino,
dev'essere abituato ad attacchi a sorpresa e rapidi, non a battaglie durature.
Quindi sono passato in vantaggio.
Deve averlo capito anche lui perché lancia a terra qualcosa che esplode e
rilascia del fumo nero, permettendogli di fuggire.
Maledizione!
Inseguirlo sarebbe inutile e mi farebbe sprecare troppo tempo. Decido che è
meglio allontanarmi e cercare di far perdere le mie tracce.
Corro a zig zag, e quando ritengo di essermi allontanato abbastanza mi fermo al
riparo contro una roccia. L'adrenalina sta un po' scemando, e il taglio
comincia a far male.
Lo guardo: fortunatamente è piuttosto superficiale, ma sanguina comunque
parecchio.
Strappo la parte inferiore della maglietta e ci faccio delle bende di fortuna:
almeno bloccherò in parte l'emorragia.
Respiro profondamente, cercando di calmarmi. Non posso più farmi sorprendere da
trucchetti e assassini.
Continuo a camminare, alla ricerca di qualche indizio su come trovare il
medaglione.
A un certo punto sento qualcuno singhiozzare.
Chi è? Una trappola?
Mi avvicino di soppiatto, mi acquatto dietro un cespuglio e sbircio. Le due
ragazze di prima, quelle amiche che borbottavano, sono inginocchiate a terra e
una delle due sta piangendo.
"Non c'è nessun altro oggetto d'oro nel raggio di cinque chilometri!"
singhiozza una delle due.
"Magari è occultato..."
"No, non è occultato! L'hanno già preso ti dico, l'esame l'ha già passato
qualcuno!"
"Forse..."
"Non c'è nessun medaglione! Non diventeremo mai avventuriere!"
Mi allontano, sempre in punta di piedi, con un nodo allo stomaco. Quella
ragazza doveva essere una maga decisamente potente per poter fare un
incantesimo del genere: e se davvero il medaglione fosse già
stato trovato? Se fossi già bocciato?
Anche i maghi di questa scuola sono potenti. Forse il medaglione è davvero
occultato. In ogni caso non posso arrendermi ora!
Continuo a camminare, concentrandomi sulla percezione degli incantesimi e
finalmente ne trovo uno che attira la mia attenzione: un incantesimo di
ricerca!
Trovato!
Mi avvicino furtivamente e, tra gli alberi, scorgo Elys: ha in mano uno
strano dispositivo arrangiato con bastoncini e spago, cosparso da una polverina
viola. Lo tiene con due mani ed è totalmente concentrata su quello che sta
facendo.
Dev'essere un qualcosa per cercare l'oro... ma anche se glielo rubassi non
saprei che farmene. Meglio seguirla finché non rileva qualcosa.
Cammino piano, attento a non calpestare rami secchi o a fare troppo rumore.
Non ho la furtività dell'assassino di prima, ma la ragazza è talmente persa nel
suo mondo che neanche mi serve. Continuiamo ad avanzare per venti minuti buoni,
e comincio a temere che non troveremo nulla prima dello scadere del tempo,
quando l'aggeggio di Elys inizia a vibrare. Lei si riscuote e corre verso un
punto davanti a sé.
Scatto in avanti, pronto ad anticiparla. Ma non sono l'unico.
Ma che... mi stava ancora seguendo?!
Anche il ragazzo che mi ha attaccato prima è all'inseguimento
dell'alchimista! Ci guardiamo per qualche secondo, increduli, ma Elys ci
anticipa entrambi.
"Andate via!" grida, e scaglia una delle sue ampolle contro di noi.
Mi ritrovo a terra, stringendomi il fianco. Mi tiro a sedere più velocemente
che posso: Elys sta scappando e l'altro ragazzo è a terra come me.
Non c'è tempo per un altro combattimento: Elys prenderà il medaglione!
Quasi nello stesso istante ci alziamo e corriamo dietro alla ragazza. Lei si
china a terra, guardandoci spaventata da sopra una spalla. Allungo una mano per
afferrarla, ma vengo colpito da una gomitata dell'assassino. Rispondo con un
pugno dritto contro il suo mento, ma non vedo l'ennesima ampolla di Elys:
qualcosa esplode tra noi tre e veniamo tutti scagliati a poca distanza, insieme
allo strano strumento, ormai distrutto.
Ma la ragazza aveva già iniziato a scavare: il punto in cui si trova il
medaglione è ben evidente sul terreno, proprio in mezzo a noi.
Ci studiamo per qualche secondo, poi vedo Elys cercare qualche altra boccetta
dalla sua saccoccia e il ragazzo muovere le labbra per lanciare qualche
incantesimo.
È ora di mettere in pratica la mia nuova tecnica!
Sfodero la spada, la stringo saldamente con entrambe le mani e vi infondo
un incantesimo: intorno alla lama si forma una specie di tornado.
Vediamo dove verrete spediti con questo!
Nello stesso momento, l'alchimista scaglia la sua pozione, l'assassino il
suo incantesimo e io lancio un fendente nella loro direzione.
Non capisco bene cosa succede dopo; sento un botto assordante e poi so solo che
mi ritrovo a terra parecchi metri più indietro e senza fiato. Il fianco mi fa
male da morire, le orecchie mi fischiano e ormai ho praticamente esaurito l'adrenalina.
Resto fermo per qualche secondo cercando di riprendere fiato, poi aggrappandomi
a varie sterpaglie riesco a mettermi seduto.
La scena che mi si presenta davanti mi lascia piuttosto perplesso: il tratto di
bosco davanti a me è stato sferzato dal vento ed è tutto bruciacchiato, come se
vi fosse caduto un fulmine. Elys si trova ancora a terra dalla parte opposta
rispetto a me e si stringe il polso sinistro, con le lacrime agli occhi.
L'altro ragazzo è qualche metro sulla mia destra, ed è stato scaraventato in
mezzo a dei rovi. Si dimena, cercando di liberarsi.
Sto cercando di capire se sono in grado di fare uno scatto per impossessarmi
del medaglione quando una voce riverbera nell'aria.
"Tempo scaduto! Ripeto, tempo scaduto! I partecipanti sono pregati di
cessare i combattimenti e di tornare all'ingresso!"
Sospiro. Alla fine ci ho provato con tutte le mie forze.
Mi aiuto con rami bassi e alla fine riesco ad alzarmi in piedi. Il lato destro
della mia maglietta e parte dei pantaloni sono imbrattati di sangue: a quanto
pare tutti quei movimenti e le cadute hanno peggiorato la situazione.
Ci penserò dopo.
Recupero la spada, che è caduta poco lontano da me e la rinfodero. Poi
cammino verso Elys, un po' incerto, anche se il fischio nelle orecchie sta
scemando un po'. Quando la raggiungo si è messa a sedere e stringe il braccio
contro il petto.
"Accidenti a voi" dice, "Ce l'avevo quasi fatta!"
Però, nonostante gli occhi lucidi, sorride.
"Ti serve una mano ad alzarti?" le chiedo.
Lei scuote la testa e si mette in piedi. "Piuttosto, tu stai bene? È
sangue quello?"
"Sto bene. Forza, andiamo a vedere quello là".
Ci avviciniamo all'altro ragazzo, che sta ancora cercando di liberarsi dai
rovi.
"Tutto okay?" gli domanda Elys.
"Più o meno..." risponde lui, "Nulla di rotto. Non è che mi
dareste una mano?"
Elys gli tende la mano sana e lo aiuta ad alzarsi. È pieno di taglietti e
graffi, ma tra i tre è quello messo meglio. Si abbassa il cappuccio nero che
gli copre il volto. Ha gli occhi di uno strano colore rossastro e i capelli
biondi, lunghi e legati in una coda dietro la nuca. È piuttosto alto - sarà
almeno un metro e ottantacinque - e ha un fisico piuttosto secco. Ha il labbro
spaccato, probabilmente per colpa del mio pugno.
Quando mi vede sbianca.
"Ommioddio, scusami!" esordisce, "Io volevo solo rallentarti,
non farti male sul serio! Mi dispiace!"
"È solo un taglietto" spiego, "Sono io che mi sono sforzato
troppo".
Poi guarda il polso di Elys. "Te lo sei rotto?"
Lei alza le spalle. "Ci sono caduta sopra quando sono stata sbalzata
via... ma credo sia solo slogato. A proposito, io sono Elys".
"Derv", si presenta lui. Mi presento anch'io.
"Che ne dite di vedere cosa c'era lì?" propone Elys.
Io e Derv annuiamo, e ci dirigiamo verso il segno lasciato dalla ragazza.
Essendo l'unico nelle condizioni per farlo, Derv scava con le mani.
"Era un dispositivo per trovare metalli?" chiede.
"No, per l'oro. C'erano troppe armi per una ricerca generica sui
metalli".
Derv solleva una placchetta. Non c'è dubbio, è d'oro, ma non è un medaglione.
"Ci hanno fregati".
Camminiamo insieme verso l'ingresso. Siamo tutti e tre piuttosto delusi. Dopo
qualche metro, vedendomi un po' barcollante, Derv si offre di aiutarmi a
camminare.
"Sto bene, davvero..."
Incurante delle mie parole, il ragazzo si passa il mio braccio sulle spalle e
mi costringe ad appoggiarmi a lui.
Qualunque cosa dica, non mi dà alternativa. Decido di lasciarlo
fare, anche perché ora che l'adrenalina è scemata del tutto comincio ad essere
veramente stanco.
"Ma che cavolo di incantesimo era quello che hai fatto alla spada?"
chiede Elys "Non avevo mai visto niente del genere".
"È una tecnica che integra scherma e magia".
"Scherma e magia?" commenta Derv, "Aspetta... ma tu sei..."
Mi guarda a bocca aperta. Sospiro.
"Sì... Zerik Kerys".
Tacciamo tutti e tre.
"Ma che figata!". È Elys a spezzare la tensione, "Diventerai un
avventuriero fortissimo!"
"Ma non abbiamo trovato il medaglione..."
"Secondo me il vero test d'ingresso si basava su ben altro che uno stupido
medaglione". Sorride ancora, stavolta con aria enigmatica. Non ci dà il
tempo per chiederle cosa intende dire perché continua a parlare: "E questo
spiega la potenza del vento. Io ho lanciato una semplice pozione esplosiva... e
tu?"
Si volta verso Derv.
"Un incantesimo elettrificante. Volevo paralizzarvi per abbastanza tempo
da prendere il medaglione e filarmela".
"Ecco perché sembrava fosse caduto un fulmine! Che strano come si sono
combinati gli incantesimi!"
Squadro Elys per qualche secondo. "E quella cosa che hai fatto alla partenza
che accidenti era?"
Il sorriso sul suo volto scompare. "Scusami! Ero tutta presa a pensare
all'esame e credevo che limitando il numero di partecipanti avrei avuto più
possibilità... non ce l'avevo con te... ci ho pensato solo dopo che un metodo
di valutazione del genere non aveva senso... mi dispiace, davvero..."
Scuoto la testa. "Non sono arrabbiato. È stata una buona idea!"
"Aspetta aspetta" interviene Derv, "Sei stata tu a
fare quella cosa del ghiaccio?"
La ragazza annuisce. "Ho usato una pozione che fa gelare l'umidità
dell'aria. Ha funzionato anche meglio di quanto mi aspettassi, probabilmente
per via dell'umidità dell'erba..."
"È stata assolutamente una figata! Per poco non ci rimanevo bloccato
anch'io!"
Elys sorride di nuovo e, tra un commento e l'altro, arriviamo all'ingresso.
Per terra c'è ancora un po' di ghiaccio, qualche insegnante che soccorre i
feriti e una carovana di ragazzi con espressione mesta sta uscendo dalla
foresta. In effetti, solo noi tre sembriamo allegri. Le osservazioni di Elys
sull'esame ci hanno dato un po' di speranza.
Un ragazzo alto e ben piazzato attira la mia attenzione: sta sbraitando contro
un insegnante.
"SQUALIFICATELA, QUELLA STRONZA!"
"Non ha violato il regolamento".
"È TUTTA COLPA SUA SE SONO RIMASTO BLOCCATO QUI!"
"Se non si calma..."
"NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI CALMARMI!"
Il ragazzo a quel punto ci nota. Vedo i suoi occhi sgranarsi poi, senza alcun
preavviso, scatta verso Elys mentre estrae un coltello dalla tasca.
Spintono Derv e mi paro davanti alla ragazza per farle da scudo. Derv barcolla,
dice qualcosa e tende la mano verso l'aggressore. Una sottile scia di fulmini
colpiscono il ragazzo che crolla a terra e, dopo un paio di convulsioni, rimane
immobile.
A quel punto interviene l'insegnante; agita una mano e delle corde compaiono
dal nulla e bloccano il ragazzo.
"CHE CAVOLO PENSAVI DI FARE?!" gli urla, furibondo, "DOVRAI
SPIEGARLO NON SOLO A ME, MA ANCHE ALLA POLIZIA!"
L'uomo schiocca le dita e il ragazzo scompare. Poi si volta verso di noi:
"L'ho teletrasportato dal preside: ci penserà lui".
"P-perché..." mormora Elys. È ancora parzialmente nascosta dietro di
me, ed è visibilmente terrorizzata.
"È arrabbiato per la storia del ghiaccio. A quanto pare è stato l'unico
che non è riuscito a liberarsi. In ogni caso, se si arrende per così poco
dubito che avesse la stoffa per diventare avventuriero".
Io, Elys e Derv ci lanciamo delle occhiate un po' perplesse.
"Forza, voi tre, continuate verso la scuola: uno dei nostri studenti vi
accompagnerà in infermeria".
Annuiamo e continuiamo a camminare. Elys è ancora piuttosto spaventata e non si
allontana da me più di qualche centimetro. Decido che, visto che lei ci ha
confortato nel bosco, adesso è il mio turno.
Mi faccio avanti e la abbraccio. "Sta' tranquilla".
Lei, dopo qualche secondo, ricambia. Anche Derv si unisce all'abbraccio.
"Grazie" dice lei, e quando la lasciamo andare finalmente sorride di
nuovo. È ancora nervosa, ma sembra in grado di respirare meglio.
Arriviamo all'ingresso della scuola dove un gruppo di ragazzi, probabilmente
del terzo o quarto anno, aiutano i feriti distribuendo ghiaccio e bende e dando
indicazioni.
"Ehi, voi tre!" urla uno, indicandoci, "Venite qui!"
Ci avviciniamo. Il ragazzo ci osserva. "Tu" indica Derv, "hai
solo ferite leggere, puoi andare in auditorium. Se vuoi fartele medicare passa
dopo l'annuncio dei promossi, altrimenti vai pure a casa. Voi due invece"
indica me ed Elys, stavolta, "seguite quella ragazza. Ehi, Gem! Porta
anche loro in infermeria!"
Gem? Gemma?
La ragazza interpellata, alla giuda di un gruppetto di altri ragazzi
feriti, ci fa cenno con la mano di avvicinarci.
"Zerik! Mi stavo giusto chiedendo che fine avessi fatto".
Lo sguardo di Elys rimbalza tra noi due. "Vi conoscete?" chiede.
"È mia cugina" rispondo. Gemma è un po' la pecora nera della
famiglia: anziché avere i classici capelli neri con ciocche rosse, ha i capelli
rossi con ciocche nere. In più, invece di essere guerriera-maga, si definisce
sempre maga-guerriera, l'unica che si sia mai concentrata più sulla magia che
sul combattimento. Non l'ho mai vista usare la magia, ma durante le risse di
Natale (sì, da noi a Natale scoppia sempre qualche rissa) è un'avversaria
veramente temibile e cercano sempre tutti di evitarla; posso solo immaginare
quanto sia potente come maga.
"Ma che cavolo hai combinato? E lei chi è? Una tua amica?"
"Veramente ci siamo appena conosciuti..." rispondo.
E ora posso essere sicuro al cento percento che a mio papà arriverà la
notizia che mi sono fatto la fidanzata.
"Va bene, va bene..."
Continuando a chiacchierare - anche se perlopiù parla solo Gemma - veniamo
condotti in infermeria.
L'infermiera è una donna piuttosto taciturna, sulla quarantina ma con i capelli
già strati di grigio. Ci fa sedere sui lettini, isolati da tende separatrici.
Il fatto che ce ne siano così tante mi mette un po' a disagio... che genere di
allenamenti fanno qui?
Quando arriva il mio turno, osserva il mio taglio e chiama un assistente. Gli
dà istruzioni sulle pozioni da usare e come ricucirmi.
Nel giro di una mezz'oretta sono fuori dall'infermeria e trovo Elys ad
aspettarmi, con il polso steccato.
"Slogato?" le chiedo.
Lei scuote la testa. "Proprio rotto, ma con le medicine che mi ha dato
dovrei tornare come nuova nel giro di un paio di settimane. Gli intrugli dei
chierici sono proprio forti! Tu, invece?"
"Sto bene, mi hanno messo solo qualche punto... anche se mi hanno rimesso
a riposo forzato. Tra una settimana potrò farli togliere, a quanto pare".
"Torniamo in auditorium? Derv ci starà aspettando".
Camminiamo in silenzio, seguendo gli altri ragazzi che, come noi, sanno uscendo
dall'infermeria. Quando arriviamo in auditorium vediamo Derv in fondo
all'aula.
Quando lo raggiungiamo Elys chiede: "Non potevi trovare dei posti un
pochino più avanti? Il professore ci sembrerà un francobollo!"
"Ehi, preferisco stare nascosto nelle retrovie! Sono un assassino-mago, in
fondo... o almeno, vorrei... "
Elys lo guarda storto. "Ti sei perso e sei arrivato tardi!"
A quanto pare c'ha preso. Mentre loro due bisticciano mi guardo in giro: c'è
qualcuno con qualche fasciatura, ma non sembrano esserci feriti gravi.
Che razza di test...
Eles e Derv stanno ancora discutendo quando il solito insegnante attira la
nostra attenzione.
"Silenzio per favore. Sono qui per illustrarvi le modalità di valutazione
del test".
Mormorii si spargono per la sala.
"Silenzio! Allora, per superare la prova scritta, bisognava ottenere il
65% del punteggio, e non meno del 50% in ogni materia, a parte logica, che
aveva una soglia del 60%. Tutto chiaro?"
I ragazzi annuiscono, e il professore continua: "Per quanto riguarda la
prova pratica... immagino che qualcuno di voi l'avesse capito, ma non c'era
nessun medaglione".
Evidentemente ci aveva sopravvalutato, perché un coro di voci alterate si leva
nell'aria. Guardo Elys: aveva indovinato!
In effetti, come metodo di valutazione era troppo arbitrario...
"Ma allora potremmo avercela fa..."
Le parole di Derv si spengono all'improvviso. Tutti i rumori si spengono. A
quanto pare il professore, spazientito, ha lanciato un incantesimo del silenzio
su tutto l'auditorium.
Sospira. "Finalmente. Ora, anche se non ve ne siete accorti, eravate
seguiti da vari famigli, e vi abbiamo osservato tutto il tempo. Valuteremo le
vostre capacità di raccogliere informazioni, di combattimento, la vostra
strategia, condotta, reazioni a situazioni inaspettate e, soprattutto, se vi
siate arresi o meno. E questa è la caratteristica fondamentale per diventare
avventurieri: se vi arrendere alla prima difficoltà, questo non è il mestiere adatto
a voi".
Io, Elys e Derv ci scambiamo sguardi eccitati: allora c'era davvero speranza!
Elys è così contenta da non riuscire a rimanere ferma sulla sedia. Un po'
ammiro la sua sicurezza.
"Riceverete i risultati entro giovedì, compresi se siete stati accettati o
meno come Bi-Classe e, per i promossi, lunedì inizieranno le lezioni. È tutto,
buona fortuna ragazzi!"
E con queste parole scioglie l'incantesimo del silenzio.
"Che ne dite di andare a mangiare qualcosa?" propone Elys. Io e Derv
accettiamo, e ci dirigiamo insieme all'uscita.
Durante la strada, chiacchieriamo del più e del meno. Derv si informa delle
nostre condizioni di salute, ed Elys non la smette di fare supposizioni su cosa
ci abbia potuto far guadagnare punti o meno. Troviamo un tavolo in una
caffetteria. Io bevo un semplice caffè, Derv ordina un'aranciata ed Elys
un'enorme coppa gelato.
"Ceni con quella?" le chiede Derv.
"No, è solo uno spuntino".
"Come sarebbe, uno spuntino?"
"Ho corso tanto e mi è venuta fame! In ogni caso, credete che la cosa del
ghiaccio sia stata considerata scorretta?"
"Secondo me saresti passata solo con quella. È stata geniale"
commento io.
"E quel ragazzo? Quello che mi ha attaccata?" la ragazza si rabbuia.
"Credete che l'abbiano davvero portato dalla polizia?"
"Io penso di sì" dice Derv, "Ha cercato di farti del male anche
se l'esame era già finito. È un reato, no? Non è che te ne puoi andare in giro
ad accoltellare la gente, anche se ti ha fatto un torto".
Mi dichiaro d'accordo con Derv, ed Elys sembra tranquillizzarti un po'.
"Mi fai assaggiare un po' di gelato?" le chiedo.
"No! È il mio gelato! Ordinatene uno!"
"Ma dai, ne hai una tonnellata!"
"Guarda che ti faccio saltare le dita!"
Prendere la MetaMetro quando si è doloranti è veramente un disagio, ma io ed
Elys, con il sostegno morale e fisico di Derv, ce l'abbiamo fatta.
Mi sento più sereno; è vero, non sono ancora sicuro di aver passato il test, ma
ora sono sicuro di una cosa: io voglio passarlo. È questo che
voglio fare: esplorare, combattere... e passare più tempo con i miei nuovi
amici.
Sul treno io ed Elys salutiamo Derv, poi io saluto Elys fuori dalla stazione (a
quanto pare deve fare un altro paio di fermate su un MetaBus). Mi incammino
solo verso casa.
Non avevo mai avuto degli amici... amici. Sì insomma, da piccolo
giocavo con gli altri bambini e ogni tanto uscivo con qualche compagno di
classe, ma non avevo legato molto con nessuno. Chissà che quei due...
Non faccio in tempo ad aprire la porta di casa che mio padre è già lì che mi
aspetta.
"Bentornato!" grida, correndomi incontro a braccia aperte.
Schivo il suo abbraccio. "Non posso, no, mi sono fatto male!"
Lui appoggia le mani sui fianchi e finge di essere arrabbiato. "Si può
sapere che hai combinato? E che cos'è questa storia che ti sei trovato la
fidanzata? Guarda che Gemma vi ha visti!"
Rido. "Non ho trovato la fidanzata... però adesso ho due nuovi
amici".
Mio padre rimane perplesso per qualche secondo, ma poi fa un enorme sorriso. Mi
appoggia il braccio sulle spalle: "Raccontami tutto".
Ripubblico questo capitolo perché ho fatto alcune piccole correzioni. Visto
che mi hanno fissato un esame il 25, il prossimo capitolo uscirà probabilmente
la settimana dopo (1 o 2 di luglio).
Lasciatemi qualche suggerimento con una recensione!