3. Sweet
pandemonium
Quando Scorpius
si era svegliato la casa era totalmente vuota. Prima di alzarsi dal letto era
stato a rigirarsi tra le lenzuola circa mezz’ora e aveva pensato che James avesse
proprio un buon profumo; si era sorpreso di non averlo trovato lì accanto ma,
da un lato, si era anche sentito sollevato poiché non doveva scusarsi di un
qualche comportamento sconveniente.
Era quasi
mezzogiorno quando si decise a trascinarsi fuori dal letto; raggiunse la cucina
per prepararsi un Cinnamon Latte: James aveva ragione a
considerarlo squisito! Camminando per la cucina notò poi che sul tavolo c’erano
un piatto e un bigliettino, che si affrettò a leggere.
“Ciao
Scorpius!
Ti
ho lasciato una bella porzione di pancakes alla
marmellata di frutti di bosco. Terence dice che ti aspetta alle 16:30 al
Ministero e Jamie ti saluta– è andato via questa mattina! Io sarò al San Mungo
fino a sera, quindi immagino che ci vediamo domani!
PS:
ti è arrivato un gufo da tuo padre, gli ho dato della cioccolata ma ha
rifiutato con un morso. Ti ho lasciato la lettera sul mobile all’ingresso. Fa’
attenzione e buon lavoro!
-
Albus”
Scorpius storse
il naso e, dopo aver preparato il caffè, si accomodò per mangiare dei pancakes. Non aveva molti ricordi chiari della serata
precedente ma era sicuro che Terence fosse rimasto a dormire lì, così come
aveva fatto James, e lo aveva intuito dai calzini sporchi che erano rimasti sul
divano. Per un secondo li intravide su quel sofà: li guardò baciarsi con foga,
immaginò le mani di Drake vagare sul petto nudo del suo Albus e poi togliergli
tutti i vestiti con l’impeto dovuto a quel desiderio di possederlo, e riuscire
nel suo intento. Scosse la testa, perché quei pensieri sembravano ucciderlo e
sapeva di non poter continuare in quel modo oppure avrebbe perso il controllo
definitivamente.
Tagliò un
quadrato dai dolcetti e mandò giù il boccone: erano veramente tremendi, avevano
un sapore inacidito e salato. Tuttavia li mangiò ugualmente e solo perché
glieli aveva preparati l’amico: sarebbe stato il ragazzo più felice del mondo
se avesse potuto avere un Albus seminudo a preparargli la colazione tutte le
mattine. Anche se questa fosse stata piena di muffa e dal sapore sgradevole.
♪♪♪♪♪♪♪
Scorpius
raggiunse il Ministero all’orario prestabilito e, una volta in ufficio, si mise
subito all’opera nell’esaminare dei fascicoli che erano finiti sulla sua
scrivania. Drake arrivò con qualche minuto di ritardo, portando con sé delle
ciambelle ripiene.
- Ehilà,
Scorpius! –
- Ciao Drake. –
- Come ti senti
oggi? –
- Come ieri e
come sempre: benissimo! –
- Beh, ieri sera
non stavi proprio benissimo con quei tre litri di birra che hai bevuto. –
- Ho esagerato…
però era una birra buonissima. –
- Una? Erano
almeno sei! –
- Ma di una sola
marca, - obiettò Scorpius, afferrando una ciambella al caramello.
- Mangia pure…
queste, per fortuna, non le ha fatte Al! –
- Ehi, la cucina
di Al non è così male… -
- …no? –
- Fa schifo, però
ci mette tanto impegno. –
- Dovrebbe
prendere lezioni dal fratello, - ridacchiò.
- James è
bravissimo, ha preso da sua nonna! Quello che ha fatto ieri non vale neanche la
metà del suo talento ai fornelli, - proferì Scorpius, quasi sentisse il bisogno
impellente di difendere il ragazzo.
- Cucina, canta,
è un mago coi controfiocchi, è coraggioso, leale, gestisce un pub… -
- Stai pensando
di cambiare fratello? – chiese Scorpius, inarcando un sopracciglio.
- No, io amo
Albus ed è questo il motivo per cui continuo a mangiare i suoi pancakes. Dico solo che tu potresti mangiare qualcosa di
diverso, di più dolce, come dei muffin… -
- Cosa stai
blaterando, Drake? –
Malfoy non
accennava ad abbassare il sopracciglio e appariva vivamente risentito da quel
discorso. Dove voleva arrivare?
- Beh, -
introdusse Langley, accomodandosi alla propria scrivania posizionata proprio di
fronte a quella dell’altro, - dico solo che lui è tanto gentile con te, che è
rimasto a farti da balia tutta la notte… -
- James è tipo
mio fratello, Drake! Hai presente che sono una specie di Potter acquisito? –
- Peccato, - si
limitò a dire l’altro, afferrando la piuma per iniziare a firmare dei verbali.
Scorpius lo
ascoltò in silenzio mentre mangiava la ciambella, però la curiosità ebbe la
meglio e decise di spezzare quell’attimo di quiete.
- Peccato per
cosa? –
- Per James. –
- In che senso,
Drake? Merlino, sei più enigmatico dei dormitori Corvonero! –
- Oh, andiamo, ma
dove vivi? Cosa guardi? Quel povero James ci prova con te da quando ho memoria!
–
- Ma… tu sei
fuori! – rise Scorpius, evidentemente sconvolto. James provarci con lui? E
perché mai uno come lui, che avrebbe potuto avere chiunque ai suoi piedi, che
avrebbe dovuto provarci con l’amico di famiglia innamorato di suo fratello?
Fece per obiettare o contrastare quello che aveva appena ascoltato, quando gli
venne in mente quello che James stesso gli aveva detto il giorno prima: “so
cosa si prova”.
Certo, se Langley
aveva ragione, James sapeva cosa si provava a causa sua. Restò ad occhi
spalancati e in silenzio per degli attimi quasi infiniti, prima di poter
pronunciare qualcosa di senso compiuto.
- Non può essere,
cioè… lui è un figo, gira il mondo con la sua band, qui lo conoscono
praticamente tutti, io sono solo uno che prova a diventare Auror… -
- Dovevi vederlo
come era preoccupato ieri sera! –
- Preoccupato? –
- Sì, ti ha
soccorso praticamente subito. Sai, dovresti considerare l’idea di frequentarlo
in quel senso. Però sì, lo so, questi non sono affari miei e bla bla, quindi me ne resterò qui in
silenzio a fingere di lavorare. –
- Sarà meglio, -
concluse Scorpius.
La verità era che
lui non aveva mai visto James sotto una luce diversa da quella del fratello
maggiore iperprotettivo, altrimenti si sarebbe sicuramente accorto di qualcosa.
Certo era che la supposizione di Langley non corrispondeva a verità assoluta;
perché a James sarebbe dovuto piacere uno come lui?
Malfoy si
soffermò su quella pagina che rilesse dieci volte distrattamente, senza
veramente dare peso alle parole che erano scritte sul foglio. La sua mente
viaggiava verso altri lidi: sapeva che il cuore di Albus apparteneva a Drake e
che quindi doveva andare avanti, e l’idea di poter iniziare proprio da James
non gli sembrò tanto ridicola, forse solo un pelino egoista. Scosse la testa
per tornare alla realtà e tirò un respiro profondo, poi qualcuno bussò alla
porta e lui si ridestò da quella scia di pensieri sconclusionati.
- Avanti, -
esclamò l’altro.
Il capo del
dipartimento entrò nella stanza avvolto nel suo solito cappotto di panno e sorrise,
- Buonasera, ragazzi, - salutò.
- Buonasera,
signor Potter, - dissero i due all’unisono.
- Io sto andando
via e, ehm, volevo chiedervi un paio di cose… -
- Ci dica pure
signore, siamo qui ad ascoltare. –
- Ehm ok, allora…
la prima cosa è che vi chiedo di fare un controllo tra le strade di Diagon Alley stasera. Pare ci sia qualcuno che spaccia una
specie di Artiglio Di Drago con effetti allucinogeni… ci sono stati diversi
ricoveri al San Mungo, nulla di grave, ho qui i rapporti di Albus, - farfugliò
nell’allungare i fogli a Scorpius, - però, insomma, meglio che vengano
acciuffati e fermati. –
- Leggerò tutto e
andrò anche al San Mungo per controllare, signore. –
- Verrò con te, -
aggiunse Drake.
Harry sorrise a
entrambi e poi proseguì, - la seconda… vi sembrerà strano ma vorrei sapere dove
si trova il locale di mio figlio. –
- È a Hogsmeade,
non è lontano da Godric’s Hollow.
Lo vedrà di sicuro, ha un’insegna più che appariscente! –
- Oh, perfetto,
grazie. –
- Va a trovare
James? – chiese Scorpius in tono accomodante, lasciando trasparire la
confidenza che lo legava all’uomo.
- Sì… è da
qualche tempo che abbiamo un rapporto particolare, vorrei parlargli… -
- Ne sarà felice,
- lo rassicurò, infine.
- Lo spero.
Allora vado… so che siete in gamba ma, nel caso in cui abbiate bisogno di me,
inviatemi un gufo, d’accordo? –
- Non si
preoccupi signor Potter, io e Malfoy torneremo interi e non faremo esplodere il
Ministero! –
- Ci conto, -
rise Harry, - a domani allora, - li salutò, chiudendo la porta dietro di sé.
♪♪♪♪♪♪♪
La musica
riempiva il locale aiutata da tante lucine blu e rosse: il The Wizard Pandemonium era il locale più in vista dell’ultimo
decennio. Il successo era dovuto in primis al nome del proprietario, un
cantante famoso, e poi al format originale che si adattava ai giovani e a
quelli più maturi. Il pub si sviluppava su due piani; al primo si servivano
cocktail e si ballava musica rigorosamente live, mentre al piano superiore,
molto più tranquillo, i maghi potevano mangiare qualcosa di caldo o giocare con
gli ultimi giochi da tavolo inventati da George Weasley.
James, quando non
era sul palco a esibirsi, si trovava dietro al banco del bar e, infatti, quella
sera era di turno proprio lì.
- Beh, questi
sono bravi però, - commentò Vanessa.
- Abbastanza… la
chitarrista sembra un po’ annoiata. –
- So che ha una
relazione col cantante, magari hanno litigato. –
Vanessa, una
ragazza minuta dai capelli azzurri, era la sua impiegata preferita: divertente,
spigliata e senza alcun pregiudizio. Il fatto che fosse la sua migliore amica
fin dai tempi della scuola, poi, la rendeva una delle persone più importanti
della sua vita.
- Sei
un’impicciona, - la prese in giro il ragazzo, ridendo.
- Beh, sono solo
una buona osservatrice e… oh cavolo! –
- Uhm? Cosa? –
- Quello lì… è
Harry Potter! –
James aprì le
labbra e si voltò verso la porta che si era spalancata da poco: era davvero suo
padre!
Harry aveva fatto
l’ingresso nel locale avvolto nel proprio cappotto blu navy;
si guardò intorno disorientato per dei secondi e successivamente di diresse
verso il banco del bar, dopo aver intravisto lì suo figlio.
- Papà, - lo
bloccò James stringendo uno strofinaccio tra le mani, - se sei qui ancora per
quel discorso giuro che… -
- No, Jamie,
tranquillo. Vengo in pace. Puoi procurare una Burrobirra al tuo vecchio? –
- Solo una
Burrobirra? – chiese James scetticamente, tant’è che lo guardò assottigliando
gli occhi.
- Una Burrobirra
e qualcosa da mettere sotto ai denti. Ho saltato la cena… -
- Va bene, -
accettò James, sotterrando l’ascia di guerra, - Vanessa, accompagna mio padre
al piano di sopra, io vado a vedere cosa possiamo preparargli per cena. –
Dopo circa
mezz’ora, tempo che Harry aveva impiegato per bere metà della Burrobirra e
leggere un articolo su “La Gazzetta del Profeta”, James si presentò a lui con un piatto pieno di carne speziata
alla paprika. Suo figlio indossava un paio di jeans e una
polo con il logo del pub, ma il dettaglio che aveva attratto la sua
attenzione era lo strofinaccio ripiegato sulla sua cintura: era un chiaro segno
che suo figlio era rimasto umile nonostante la notorietà.
- Che profumino!
–
- È il massimo
che sono riuscito a far preparare al cuoco, - disse James, sedendosi di fronte
al padre.
- Ha un aspetto e
un profumo buonissimo, - ripeté l’uomo, sorridendo con dolcezza; quando
assaggiò la pietanza, infatti, la propria opinione restò immutata. – Questo
cuoco dovrebbe dare lezioni a tuo fratello, - rise.
- Mica può fare
miracoli, - rispose James.
- Anche questo è
vero. Allora, figliolo, come vanno le cose? –
- Bene, sono
rientrato ieri dalla Bulgaria. –
- Come mai eri
lì? –
- Per una serie
di concerti… forse riusciamo ad andare in Francia la prossima estate, -
commentò.
- Fantastico! Fra
un po’ la tua fama supererà anche la mia, - scherzò Harry.
- Nessuno può
superare la tua… quando eri un pargolo eri già più famoso di me ora! –
- Si fa quel che
si può, - disse l’uomo sorridendo; terminò la cena e trattenne uno sbadiglio.
- So che ieri sei
stato da tuo fratello! –
- Sì, ho cenato
da loro e sono rimasto a dormire lì. –
- Qualche volta
potresti anche venire a cena da noi… -
- Papà, avevi
detto solo una Burrobirra, - sbuffò James alzandosi.
- James, aspetta…
so che l’ultima volta le cose sono peggiorate ma io e tua madre… -
- Tu e mia madre mi
volete serio ed eterosessuale. Invece io faccio il pagliaccio cantando e,
ancora peggio, a me piace il cazzo, - sancì James, stringendosi nelle spalle, -
quindi no, non verrò a casa vostra. –
- So che sei
omosessuale, ma prova a capire anche noi… non eravamo preparati! Lo sai che
siamo di larghe vedute e… -
- …e mi volevate
portare al San Mungo! –
- James, eravamo
solo preoccupati che qualcuno potesse averti plasmato o incantato… -
- Perché io sono
stupido e non so pensare con la mia testa, dimenticavo. –
- Non travisare
ogni parola che dico… -
- Per favore, vai
via, - disse James a denti stretti.
- Tesoro… -
- Per favore, vai
fuori, - ripeté il ragazzo mantenendo un tono di voce basso.
- Va bene, come
vuoi, - sbuffò Harry. L’uomo si alzò e iniziò a frugarsi nelle tasche, per
cercare dei galeoni con cui pagare il pub.
- Non voglio i
tuoi soldi, - disse James, - fa’ come se ti avessi offerto la cena. –
- James, io… mi
dispiace… -
- Lo so. –
Il ragazzo aveva
fissato il padre con uno sguardo decisamente poco cordiale che convinse Harry a
lasciare il locale. Quando l’uomo andò al piano inferiore, diretto verso
l’uscita, James tornò a sedersi e si accasciò, poggiando la testa sul tavolo e
cercando di trattenere le lacrime di rabbia.
♪♪♪♪♪♪♪
Quando l’insegna
del The Wizard Pandemonium si spense erano da poco
scoccate le 03:00 del mattino. James era rimasto da solo per fare tutte le cose
che generalmente fanno i proprietari dei negozi: pulizia e contabilità. Aveva
appena chiuso la cassa e rifletté sul fatto che sarebbe dovuto andare a
depositare gli incassi alla Gringott; inoltre,
sebbene sapesse di poter usare un paio di incantesimi per facilitarsi il
lavoro, il ragazzo preferì sistemare le bottiglie di alcolici manualmente,
canticchiando qualcosa sulla scia della melodia strimpellata la sera
precedente.
- Will this one be a
freakish love, uoh uoh… Mh, no, forse è meglio Maybe this one will be a deviant love, uoh uoh… No, meglio prima… -
James proseguì,
in quella maniera tanto strampalata, nella ricerca delle parole più adatte per
quel motivo, quando sentì il campanello squillare. Come uno stupido non aveva
chiuso la porta e quindi si voltò, con ancora tra le mani una bottiglia di
vodka, - mi dispiace siamo… Scorpius? –
- Siete chiusi,
vero? – chiese Scorpius entrando, - Forse dovevi sigillare la porta. Sarebbe
potuto entrare chiunque e colpirti con un incantesimo alle spalle. –
- Hai ragione, è
che me ne sono dimenticato… -
- Meno male che
ero solo io, - sancì il ragazzo più giovane.
- Che ci fai in
giro a quest’ora? –
- Ho appena
concluso un turno infinito, - spiegò Malfoy trattenendo uno sbadiglio e poi gli
allungò un pacchetto, - e poi volevo ringraziarti per ieri… -
James guardò
alternativamente il ragazzo e la scatola rosa, dando l’impressione di essere
molto confuso, - Per me? –
- Sì, prendilo, -
sorrise Scorpius.
- Grazie, ma io
non ho fatto nulla… -
- Oh, invece sì,
- commentò Scorpius sedendosi di fronte al ragazzo, - ieri pomeriggio mi hai ascoltato
e so che ieri sera, dopo le sei birre, mi hai subito portato in camera prima
che potessi, ehm, complicare la situazione… -
- Tranquillo,
sono solo scaltro. A volte, non sempre… quindi non abituartici, - scherzò James
che scartò quel regalino, trovando all’interno dell’involucro un muffin al
cioccolato ricoperto da frosting bianco e voluminoso.
Sorrise impercettibilmente e recuperò un coltello per dividerlo a metà, - ora
lo mangiamo. –
- No, è tuo! –
- Appunto: è mio
e voglio dividerlo con te, - disse James in tono autoconclusivo.
Scorpius gli
sorrise e accettò la porzione di dolce, - Allora… buon muffin! –
- Buon muffin
anche a te! –
- C’è anche il
cioccolato dentro! Non lo sapevo! –
- È veramente
buono! –
- Ho scelto bene…
anche se oggi mi sono nutrito di soli dolci. Presto diventerò un ciccione! –
- Beh, se ti
interessa questa è la prima cosa solida che infilo nello stomaco oggi. Grazie
per avermi nutrito, - sorrise James in maniera dolce. - Senti… io in realtà
vorrei uscire di qui. Ti va se facciamo un giro? –
- Sì, ma solo se
ti pulisci la punta del naso: è sporca di crema, - lo schernì l’altro, che rise
subito dopo.
- Il mio naso
voleva assaporare questo muffin e tu non hai capito nulla! –
Anche James rise,
però poi si ripulì con un fazzoletto.
- Ora sei
decente. Possiamo andare, - concesse Scorpius.
Dopo qualche
minuto i due erano usciti dal locale e Scorpius si era sincerato che James
sigillasse per bene la serratura del locale; infine, riposte le bacchette, i
ragazzi si erano incamminati per le strade prematuramente innevate di
Hogsmeade.
- Allora, dove si
va? –
- Ho in mente un
posto fighissimo… il Babylon! –
- Cosa?! No! Sono
vestito malissimo, non ci sono mai andato e… -
- È pieno di
ragazzi sexy, - rise James, - una volta lì trasfigurerò i nostri vestiti e li
conquisteremo tutti. –
- Ma io ho
lavorato tutto il giorno e sono stanco e… -
- …e noioso! –
l’apostrofò James, sbuffando. – Hai vent’anni, non duecento. –
- Non sono
noioso! –
- Lo sei, anche io
ho lavorato tutto il giorno ma fidati… il Babylon allontana la negatività e poi
puoi trovare sempre qualcuno disposto a farti un pomp…
-
- …ok, ok, basta!
Vengo. Andiamo. Ma niente roba sconcia con gli sconosciuti. –
- Ma io volevo… –
- Cosa? Non
voglio restare lì da solo mentre ti fanno quelle cose! Poi sono sconosciuti, le
malattie, i germi… -
- Per stasera
farò il bravo, anche se in realtà avrei veramente bisogno di una dose di sano
sesso. Sarò costretto a fare da solo e sarà solo colpa tua, - l’ammonì James
ridendo. Gli allungò poi il braccio e domandò: - materializzazione congiunta? –
- Perfetto! -
♪♪♪♪♪♪♪
Il Babylon non
era altro che una discoteca per maghi omosessuali, dove tutti potevano andare
per ballare musica da club e conoscere persone nuove, o entrambe le cose. Il
locale prevedeva anche una sorta di camera buia, conosciuta come darkroom, nella
quale i maghi si scambiavano liquidi corporei o si dedicavano ad attività
sessuali promiscue. Scorpius era stranito dal fatto che James fosse un assiduo
frequentatore del posto; insomma, data la sua popolarità, non avrebbe dovuto
avere grosse difficoltà nel trovare del sesso occasionale, eppure sembrava
totalmente a suo agio a ballare su quella musica a volume altissimo sotto gli
sguardi languidi di molti dei ragazzi lì presenti.
- Ma che ci trovi
in questa roba? Insomma, non c’entra nulla con quella che suoni tu! –
- Vero, ma questa
qui ti sovrasta i pensieri! –
- Beh, io
continuo a pensare… -
- A cosa? –
- A Drake che
dorme a casa mia, al fatto che adesso avrà baciato Albus, l’avrà spogliato e
buttato sul letto, e… -
- Balla! –
- Cosa?! –
- Balla, - ripeté
James. Gli prese le mani e lo trascinò letteralmente al centro della pista da
ballo, mentre un DJ gli ricordava di “let it go for the
night, that would be the
best therapy for me”.
♪♪♪♪♪♪♪
Il terzo capitolo di
questa storia è online! Ne sono veramente felice anche perché questa storia mi
sta dando un sacco di belle soddisfazioni (soprattutto nel creare insulti
variopinti verso i miei personaggi, ahah).
In primis volevo
ringraziare la mia beta/fratella Pally93 per
aver revisionato il capitolo, e poi ringraziare tutti voi che mi lasciate
sempre un pensiero o che, silenziosamente, vi godete il capitolo!
Per questo capitolo la
canzone è “Sweet Pandemonium” degli HIM, che
potete ascoltare qui.
“The truth that
could set souls free
Is buried
within sweet pandemonium
Concealed by disbelief
The riddle stays
veiled in sweet pandemonium.”