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Autore: AThousandSuns    21/06/2019    2 recensioni
Il Capitano Rogers è alla guida di una banda di detective indisciplinati e contro ogni previsione, sta davvero migliorando il Distretto.
Ma un nuovo arrivo potrebbe alterare quell'equilibrio e a sentire Stark c'è una tempesta all'orizzonte che rischia di travolgere il Dodicesimo.
Steve odia quando Stark ha ragione.
Una minilong detective!AU sul team Cap + Tony.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Sam Wilson/Falcon, Sharon Carter, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Davvero non credeva che una volta divenuto Capitano avrebbe passato metà delle sue giornate a compilare moduli e protocollare documenti. A volte gli manca la guerra ed è cosciente che un pensiero del genere dovrebbe preoccuparlo. La porta si apre con il solito cigolio e, ancor prima di alzare lo sguardo, Steve sa che si tratta di Stark. Sembra che quell'uomo non sia capace di bussare. O forse lo fa per il semplice gusto d'infastidirlo.

Steve è pronto a farglielo notare per l'ennesima volta, ma quando alza lo sguardo sul suo viso si rimangia il commento. «Non è una faccia da buone notizie, quella.»

Tony appoggia i palmi sulla scrivania e si protende verso Steve. «Che avete combinato con il caso Creel?»

Sempre dritto al sodo, una delle qualità di Stark che Steve ha sempre apprezzato. Ripone il foglio che ha in mano all'angolo della scrivania e appoggia la schiena alla sedia.

«Il signor Creel è stato arrestato seguendo ogni step della prassi burocratica.»

Stark sbuffa. «Un mucchio di belle parole per dire una sola stronzata.»

Steve abbassa la voce. «Importa davvero? Perché a me importa che un criminale sia dietro le sbarre. Chissà, con un po’ di fortuna potrebbe condurci da Fisk.»

Tony scuote la testa e cammina su e giù per l'ufficio un paio di volte. «Fisk non è uno stupido, e poi non è questo il punto.»

Il Capitano lo osserva grattarsi la barba e fa spallucce. «E quale sarebbe il punto?»

Tony si affloscia sulla sedia di fronte a Steve. «Non c’è nulla di ufficiale, ma pare che Ross voglia trasferirti.»

Dritto al punto, come sempre. Quella notizia sorprende Steve, ma tenta di non darlo a vedere. «E perché mai? Sono qui da un paio d’anni e gli arresti sono aumentati di pari passo con i casi risolti: questo distretto è uno dei più efficienti in città.»

«Può darsi» gli concede Tony. «Ross però vede solo una banda di detective indisciplinati che fanno fatica a seguire il protocollo, Romanoff in testa. Nemmeno la Carter è riuscita a frenarla.» Scuote la testa. «I tuoi detective hanno relazioni tra loro e tu non te ne accorgi, o fai finta di non accorgertene. E Barton? Non può portarsi il cane sulla scena di un omicidio!»

Steve lo ignora. «Saranno pure indisciplinati, ma ottengono dei risultati.»

«Sei un Capitano della Polizia ora, Rogers! Non puoi fingere che certe infrazioni non accadano. Credevo fossi Mister Adoro le regole!» Stark stringe le labbra con disappunto e incrocia le braccia sul petto. Lo fa sempre quand'è contrariato e negli ultimi tempi lo è spesso. «Steve, non capisci? Ross aspettava solo un tuo passo falso e tu gli hai servito su un piatto d’argento la faccenda di Creel.»

«Vuoi dire un arresto legittimo?» ribatte pronto.

Tony strizza gli occhi e si porta le mani al viso. «Va bene, lascia perdere Creel.» Torna a guardare Steve con una serietà che raramente dimostra. Non è un buon segno. «Sappi solo che il Vice Capo Pierce approva l’idea di Ross. In un modo o nell’altro ti trasferiranno, Rogers. E se non possono farti apparire come il cattivo, la faranno sembrare una promozione. E le promozioni non si possono rifiutare.»

Per la prima volta Steve pare realizzare la verità di quelle parole e se ne sta in silenzio per un po’.

Alla fine Tony sospira e torna in piedi. Alza un braccio – forse vuole confortare Steve con una mano sulla spalla – ma rinuncia. Scuote la testa e fa per andarsene.

«Tony?»

Stark si volta con la fronte aggrottata. Steve non lo chiama mai per nome e deve averlo notato. Tony ha già la mano sulla porta, ma si ferma in attesa.

«Perché me lo stai dicendo? Voi degli Affari Interni gongolate sempre su queste vicende.»

Tony lo fissa e apre la bocca per dire qualcosa, ma non esce alcun suono. Si guarda le scarpe per un istante e poi sposta i suoi occhi scuri su Steve. «Sei un buon Capitano, Rogers.»

È tutto ciò che dice prima di uscire, ma a Steve basta.

 

Quando Steve rivela ai detective di cui si fida di più in via ufficiosa che potrebbero trasferirlo, la Romanoff è la prima a fiondarsi fuori dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle.

Clint si limita ad abbassarsi per accarezzare Lucky. «Poteva andare peggio.»

«Se siamo fortunati, è andata da Ross per piantargli una pallottola in petto» commenta Stark crudo e per un attimo Sharon si chiede se stia scherzando o no. Mentre l'osserva, si chiede anche perché sia lì con loro. Forse perché non si fida di Ross. Non è l'unico.

«Le passerà» commenta Steve all’apparenza imperturbabile. «Torniamo a lavoro. Se avete bisogno di me, sono nel mio ufficio.»

Sharon incontra lo sguardo di Clint che le sorride appena e annuisce.

Natasha non è in auto a caricare la pistola: Sharon la trova in archivio, seduta a terra, nascosta tra le scatole e i faldoni. Quando alza la testa, Sharon si ferma in mezzo alla stanza, interdetta. Nat ha gli occhi lucidi e per lei equivale a piangere a dirotto.

Sharon si morde il labbro, poi va a sedersi accanto a lei e le bacia la testa mentre le accarezza i capelli. Dalle labbra di Nat sfugge un verso che somiglia a un singhiozzo e l’altra se ne sta in silenzio: sa che la compagna odia le parole superflue, e in quel caso lo sarebbero.

«Avevo sentito delle voci ma… credevo si sbagliassero.»

Sharon sgrana gli occhi. «Lo sapevi?»

«Rumlow va in giro a vantarsi di una sua imminente promozione.»

Sharon le stringe la mano più forte. «Il coglione dell’Unità Crimini Maggiori?»

L’altra ride amareggiata. «Hai avuto il piacere di conoscerlo.»

Sharon si torce le mani e abbassa lo sguardo.

Quell'aria colpevole spinge Nat a chiederle: «Cosa c'è?»  

Ha bisogno di dirlo, è stanca di mentire. O perlomeno, di nascondere la verità. «È a causa sua che me ne sono andata dall'Undicesimo.»

Avverte Nat irrigidirsi accanto a lei. «Cosa ti ha fatto?»  

«Niente di personale!» chiarisce per tranquillizzarla. «Non so bene come spiegarlo. È… tossico, lavorare con lui.»

Natasha la osserva allarmata. «Ho sempre pensato che fosse un viscido, ma non credevo…» Aggrotta le sopracciglia. «Steve lo sapeva quando ha accettato il tuo trasferimento, non è vero? Per questo ci sei anche tu oggi, anche se sei appena arrivata.»

Sharon scuote la testa. «All'inizio non ne era al corrente, ma poi ho dovuto dirgli la verità.»

«Quale verità?»

«Stanno insistendo con il pensionamento di Fury perché… c'è qualcosa che non quadra con il caso Osborn.»

«Qualcuno è compromesso?» Dal suo tono, non pare sorpresa.

«È probabile, ma Fury non ha prove. E si fida solo di me e della Hill.»

«Non avrebbe dovuto mandarti via allora, avresti potuto aiutarlo.»

Sharon sospira portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «È ciò che gli ho detto, ma non ha voluto sentire ragioni. Dovrò testimoniare a breve e la mia deposizione potrebbe rivelarsi decisiva.» Punta lo sguardo su Natasha. «Il posto più sicuro per me adesso è lontano dall'Undicesimo. Qui, al comando di un veterano decorato. Ma ho paura di averlo trascinato a fondo con me.» Non vorrebbe, ma la sua vece si spezza sull'ultima sillaba.

«Steve non è poi molto amato ai piani alti.»

«Forse, ma non vorrei essere l'ultimo chiodo sulla sua bara.»

Natasha le sfiora il mento con l'indice costringendola ad alzare il capo. «Non lo sarai.» La sua espressione s'indurisce e in un attimo torna ad essere la cinica detective Romanoff. «Quindi sospettate di Rumlow.»

«È il primo della lista, ma non possiamo escludere che abbia dei complici.»                   

«Dobbiamo occuparcene, in un modo o nell’altro.»

«Sembra quasi che tu voglia farlo fuori» ridacchia Sharon.

«Lo teniamo come piano B» le sussurra prima di posarle un bacio leggero sulla labbra.

 

«Dici che lo faranno?»

Si sono rintanati in una volante perché in quel distretto il concetto di privacy è inesistente. Sam, seduto al suo fianco, sospira. «Puoi scommetterci la protesi che lo faranno: Ross è uno stronzo e Pierce non è un uomo migliore di lui.»

«Forse è il perché che dovrebbe preoccuparci» mormora Bucky con la fronte aggrottata.

«Giusta osservazione: azzardo e dico che al posto di Steve vogliono metterci qualche loro burattino.»

Il viso di Bucky si contrae in una smorfia di disgusto. «Uno tipo Rumlow?»

Bucky ruba il caffè dalle mani del partner e ne prende un sorso. «Cazzo, spero di no. E poi non è abbastanza in alto.»

Bucky poggia la testa sul sedile. «Forse a loro non importa.»

«Steve è ostinato, lo conosci» insiste Sam. «Non si arrenderà tanto facilmente.»

«Lo spero, altrimenti ci toccherà essere più cauti.»

Capita che Rumlow passi da loro ogni tanto, in via ufficiale per lavoro, ma Sam sa che lo fa perché tra lui e Steve non scorre buon sangue e gli idioti come Rumlow adorano provocare. Si crede intoccabile e in una certa misura questo lo rende pericoloso. E poi… beh, a Sam non piace il modo in cui guarda Bucky. Lo fa rabbrividire, e non in senso buono.

«Rumlow non metterà le sue mani viscide su questo Distretto, non glielo permetteremo.»

«Sei carino quando fai quello geloso.»

Sam decide d'ignorarlo. «Se le cose dovessero mettersi male, ci penserà la Romanoff.»       

Bucky gli rivolge quel mezzo sorriso che adora e lo sguardo di Sam si accende. «A proposito di cautela, in auto non ci vede nessuno…»

Bucky ridacchia sulle labbra del compagno prima di baciarlo, ma sobbalzano entrambi quando qualcuno bussa al finestrino.

«Riunione d’emergenza» ordina Romanoff con un tono che non ammette repliche. «Se avete finito di amoreggiare, s’intende.»

«Pare che qualcuno abbia un piano.» C’è speranza nella sua voce e non si preoccupa di nasconderlo.

Bucky gli sorride. «Non ci vede nessuno, uh?»

«Piantala.»

 
   
 
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