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Autore: Flaminia_Kennedy    25/07/2009    2 recensioni
Per la sesta volta in un giorno mi chiesi perché mi ero voluta trasferire a Forks, la zona più piovosa di tutto il continente americano.
Certo, non adoravo il sole di casa mia in Texas, ma nemmeno il perenne strato di nubi che nascondeva il cielo.
[...]
Ridacchiai, perché il volto di quel ragazzo dai capelli bruni e corti mi ispirava simpatia, un po’ come gli orsacchiotti che avevo nella mia vecchia camera a Dallas.
Quando l’auto, guidata da un ragazzo dai capelli ramati e sparati in aria, arrivò a pochi metri da me il ragazzone si infilò dentro la vettura, parlando concitatamente con il ragazzo vicino a lui.
Era un tipo dai capelli color miele e in quel momento il volto meraviglioso e pallido era contratto da una smorfia addolorata.
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Avviso: il capitolo è un po' corto perchè non riuscivo molto a figurarmi altro, ma spero che piaccia lo stesso :3 Il prossimo sarà meglio, giurooo!

*bearhug* Raxas

6.

Horror tales

 

Durante la settimana che ci separava dalla gita, Jasper sembrava letteralmente cambiato.

Non mi guardava più, non mi rivolgeva la parola e mi evitava in ogni modo possibile.

Cercai una spiegazione negli occhi dei suoi fratelli, specialmente in quelli di Raven; una volta sembrò sul punto di rivelarmi qualcosa, ma Edward al suo fianco l’aveva bloccata.

Così io passai un’altra settimana completamente ignorata dal mondo: Jacob aveva rinunciato a cercarmi e da una parte ne fui felice, perché dovevo ancora metabolizzare l’accaduto tra me e lui; Jasper e i Cullen mi evitavano come la peste e io non mi ero ancora spiegata il perché; Bella e Mike avevano praticamente chiuso i ponti e la ragazza non voleva vedere nessuno.

Così passai altri giorni a casa da sola, senza la consolazione dell’unico ricordo del ragazzo biondo.

Un pomeriggio mi ritrovai a pensare un po’ alla mia vita: avevo lasciato la mia casa natia perché non ne potevo più di sopportare i miei genitori e l’usurpatrice.

Ero arrivata in una cittadina circondata da immense foreste, dove gli animali pullulavano e dove la pioggia cadeva quasi tutto l’anno.

Avevo incrinato l’amicizia con Jacob e avevo avuto il mio primo vero innamoramento con un ragazzo complicato e bello come un dio.

Ripensai al sorriso dolce di Jasper e subito il mio cuore saltò un battito, come mi succedeva da quando lo avevo incontrato.

Ammisi che lui era diventato lo scopo della mia vita e che nessun’altro sarebbe stato capace di farmi sentire così dannatamente amata e protetta.

Così al centro del mondo.

Un debole dliin dal mio portatile mi fece stare su dalla posizione supina che avevo assunto sul letto ancora fatto e mi fece avvicinare al computer.

Sulla barra blu di Windows brillava arancione la finestra ridotta ad icona di una conversazione MSN.

Era Jacob.

Mi misi seduta a gambe incrociate e poggiai il computer sulle cosce, aprendo la conversazione.

Aprii la finestra e lessi quello che il mio ex migliore amico mi aveva scritto.

Sarah ti prego scusami :<

Ti giuro che vorrei spiegarti ma non posso.

Sono preoccupato per te.

Io emisi un rumore di sufficienza, poi appoggiai le mani e iniziai a scrivere «cosa intendi dire che non puoi spiegarmi? Sei andato fuori di capoccia perché qualcuno ti ha ipnotizzato? » brontolai quello che scrissi, con le sopracciglia aggrottate.

Un altro dliin arrivò dopo pochi minuti.

Un giorno forse potrò raccontarti tutto.

Ti prego, davvero, stai lontana dai Cullen.

Fallo per me.

«Ah! Assurdo! » esclamai tra me e me, fissando irata la finestra del programma.

Come si permetteva?

Jasper non mi aveva fatto nulla, non aveva fatto come una certa persona –che aveva tentato di rubarmi un bacio nella cucina di casa mia–.

Senza perdere troppo la testa, scrissi un secco perché. Senza punto interrogativo, senza lettera maiuscola all’inizio.

Jake sapeva che voleva dire quando non badavo all’ortografia: che ero semplicemente troppo arrabbiata per farlo.

Sono pericolosi.

Due parole che non mi avevano spiegato poi molto.

Ma Jacob stava continuando a scrivere.

Senti, domani vieni in spiaggia qui a La Push.

Ti racconterò tutto quello che so su di loro.

Pace nanetta? :<

Già me lo immaginavo, con gli occhioni sbrilluccicanti che aspettava speranzoso una mia risposta positiva.

Io sorrisi, addolcita da quella visione.

Prendendo un lungo respiro gli scrissi che doveva togliersi dalla testa qualsiasi pensiero su di me e su di lui, che doveva promettere che non lo avrebbe fatto mai più e che si sarebbe guadagnato venti frustate.

Certo Sarah, parola di lupetto, capo scout! ^w^

Ma riguardo ai pensieri, credo che non potrò assicurare nulla.

Sono stufo di fingere.

Rimasi di stucco a quella frase.

Piacevo a Jacob? Gli ero sempre piaciuta? Oppure erano solo gli ormoni del ragazzo in crescita che stavano parlando?

Sospirai, chiusi MSN senza rispondere al mio amico e mi misi a dormire.

Appena serrai gli occhi iniziò uno di quelli che chiamavo dejà-vue: solitamente erano dei sogni che spesso si avveravano.

Mai ci avevo dato troppo peso, come le immaginazioni ad occhi aperti, ma quella notte fu abbastanza vivida.

Eravamo io e Jasper, nella foresta di Forks, ed eravamo soli.

Non c’era nessun ragazzo della gita –la prima cosa a cui pensai– o insegnante.

Solo noi due.

Lui pareva combattuto, irato con me e con se stesso e vedevo che stava realmente male.

Io ridacchiavo, per una cosa che lui mi aveva detto, ma non sembrava che fosse una battuta; all’improvviso lui sollevò un masso gigantesco e lo lanciò oltre la mia testa, abbattendo un albero come se fosse stato un birillo.

Il rumore del crollo fu tanto forte nei miei pensieri che mi svegliai di colpo.

Ridacchiai, pensando che la mia fantasia a volte non aveva limiti.

 

Il giorno dopo pioveva e faceva più freddo del solito.

Mi vestii in modo molto pesante: un maglione color panna, i jeans più spessi che riuscii a trovare nel mio armadio e i miei stivali da motociclista.

Presi inoltre in prestito una giacca imbottita dall’armadio di mia zia e un ombrello dal portaombrelli accanto all’uscita.

Non seppi spiegarmi del tutto perché Jacob aveva voluto che andassi fino alla spiaggia di La Push, forse per spiegarmi le cose che non poteva spiegare virtualmente, forse per riprovarci con me.

Lo avevo perdonato, ma da quel momento rimasi diffidente verso di lui; dopotutto mi aveva detto che non poteva fingere, che era stufo.

Fingere di essere mio amico. Davvero aveva finto fino a quel momento?

Salii sul mio Toyota e accesi il motore, preparandomi per quel pomeriggio intenso.

Ringraziai che fosse domenica e che ebbi il tempo di dormire la mattina.

Il nonno si era di nuovo dato alla macchia –o meglio, alla bocciofila– e così mi toccò per l’ennesima volta preparare il pranzo sia per me che per lui.

Non che mi dispiacesse, solo che mi mancavano le mani fatate di mia zia Lindsay.

Imboccai la strada per La Push e mi ci diressi appena sotto il limite di velocità.

Volevo che tutto finisse il prima possibile.

Giunsi alla spiaggia alle dieci e mezza, e la giornata mi sembrava più cupa che mai «hey, Sarah! » mi chiamò Billy, quando ebbi parcheggiato di fronte a casa Black «se cerchi Jacob è giù in spiaggia» aggiunse.

Io sorrisi, annuendo e salutandolo con la mano «quando vedi tuo nonno salutamelo! ».

Rimasi un attimo immobile, guardando Billy rientrare in casa.

Non lo aveva visto andare alla bocciofila?

Mi preoccupai, ma in quel momento per la testa avevo solo Jacob e quello che aveva da dirmi.

Arrivai alla spiaggia che le onde salate e fredde si infrangevano sulla sabbia color ocra in grandi cavalloni; lo spettacolo era a dir poco apocalittico: il mare era agitato come non mai, le onde si infrangevano contro la scogliera, alzandosi alte e lasciando in balia del vento le piccole goccioline di schiuma.

Jacob era appoggiato a un tronco spiaggiato e mezzo sbiancato dal sale «sei arrivata presto» mi disse con un sorriso, a mo’ di saluto.

Io mi avvicinai e gli tirai forte una ciocca dei lunghi capelli «non osare mai più fare una cosa simile» gli dissi, irata «o veramente ti arrivano venti frustate».

Lui ridacchiò, massaggiandosi la cute offesa «ok ok, va bene! Niente più avances» mi disse «anche se sarà dura» aggiunse e la mia faccia divenne una maschera di pietra.

Mi sedetti vicino a lui, a guardare le onde che si gettavano come impazzite contro la scogliera.

Il vento poi tirava da nord ed era molto freddo «allora, sputa il rospo naso a patata» dissi, senza staccare lo sguardo dal mare.

Mi metteva dentro rabbia e tristezza al tempo stesso, quel mare agitato.

Jacob si infilò le mani nelle tasche e incassò per un attimo la testa nel colletto dell’incerata scura «una leggenda della nostra gente parla dei Freddi, persone non proprio umane che vivono bevendo sangue. Tu li conoscerai come vampiri» disse «Beh, i Cullen non sono proprio differenti dai Freddi».

Silenzio, interrotto dal mare iroso.

Poi non riuscii a trattenermi e scoppiai in una risata fragorosa, così alta che per un attimo non sentii più il mare «tu sei solamente geloso! » esclamai guardandolo «ora ho capito. Non sopporti che io passi del tempo con Jasper e speri che questa tua grande rivelazione mi faccia allontanare da lui» dissi guardandolo un po’ con astio «beh mio caro, non ci sei riuscito. Dovevi avere più fantasia. Sai cosa ti dico? Io amo Jasper, con tutta l’anima.

È come uno di quegli scogli, per me. C’è solo lui a difendermi dall’ira del mare e anche se fosse veramente un vampiro, come in quei racconti dell’orrore, io non cambierei idea.

Parliamoci chiaro Jake, io ti piaccio. Ti piaccio da impazzire e non sopporti che a me tu non piaccia in quel senso.

Per me resterai sempre il mio migliore amico. Se non ti sta bene puoi anche cancellarmi dalla tua vita».

Non gli lasciai il tempo di aprire bocca. Semplicemente mi alzai e me ne andai, lasciandolo lì nel vento a mugugnare frasi sbocconcellate riguardo ai suoi sentimenti verso di me.

Raggiunsi il pick-up e piansi, tirando un debole pugno alla carrozzeria.

Non seppi perché, in quel momento, ma sentivo che era meglio farlo in quel momento.

 

 

 

 

Risposta alle recensioni:

Sa chan: cercherò di aggiornare ogni volta che finisco un capitolo, tranquilla :3 anche io adoro Jazz, è il migliore e il suo passato è meraviglioso.

Norine: Ehe già, Jacob è bleah quando è in calore XD Sarah non ha le visioni, diciamo che sogna il futuro in delle specie di dejà-vue.

Nanerottola: ohoh si scoprirà abbastanza presto, tranquilla! :D

   
 
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