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Autore: poisontequila    26/07/2009    4 recensioni
Eleanor è sempre stata invisibile per tutti, ma nell'ultimo anno di Hogwarts le cose sono destinate a cambiare. Infatti Eleanor si ritrova improvvisamente immersa in un oceano di dramma e sfortuna e costretta a dover passare un sacco di tempo con Sirius Black...cosa succederà tra i due? Sirius/Oc, James/Lily, Remus/Oc
Genere: Romantico, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BOLLA DI VETRO



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Fui una delle prime ad alzarsi la mattina seguente nel mio dormitorio. Scoprendomi la faccia dalle coperte in modo da poter respirare, rotolai sulla schiena e fissai il soffitto per solo Merlino sa quanto tempo. La nebbia del sonno continuava ad aleggiare su di me, ma ci mettevo sempre un bel po' di tempo per riprendere i sensi al  mattino. Con un gemito, districai i miei arti dalle lenzuola e le calciai giù dal letto. Sedendomi, feci scendere le gambe da una parte del letto e sfregai via il sonno dagli angoli dei miei occhi con il palmo della mano.


Con un sospiro, mi costrinsi ad alzarmi dal materasso e camminai senza fretta verso il bagno, che era dall'altra parte della stanza. Sebbene sarei stata la prima a scappare in caso di incendio, se avessi dovuto fare la pipì o vomitare, allora avrei rovinato tutti gli effetti delle mie compagne di stanza e sono piuttosto sicura che non ne sarebbero state molto contente. Camminai sulla punta dei piedi attraverso la stanza, sperando che gli assi del pavimento con cominciassero a scricchiolare spiacevolmente e che non svegliassero le mie compagne. Ma ahimè, visto che non esaurivo mai la mia scorta di sfortuna, il pavimento scricchiolò minaccioso sotto il mio piede e io rabbrividii, chiudendo gli occhi.

Incredibilmente, sembrava che nessuna delle ragazze si fosse mossa di un centimentro nel letto. Marlene McKinnon russava detestabilmente come sempre; Leanne Mason era rannicchiata nelle profondità del suo piumone di lana; Alice Harper era, beh, a dire il vero, non riuscivo a vederla visto che era così minuscola; e Lily Evans era stesa sul suo letto, che era di fianco al mio, con un'aria incredibilmente pacifica. Oh quanto le invidiavo tutte per la loro capacità di dormire più di otto ore a notte. Con un'occhiata attorno alla stanza, entrai nel bagno e chiusi la porta il più silenziosamente possibile.

L'aria gelida del bagno fece apparire la pelle d'oca sulle mie braccia e gambe mentre accendevo la doccia e aspettavo che l'acqua si riscaldasse. Mi guardai allo specchio e rabbrividii; una scia bianca di, presumo, bava essicata decorava la mia guancia. Non era esattamente una sorpresa, visto che sbavavo sempre più di una lumaca. Sentii l'acqua, e una volta soddisfatta della temperatura, feci scivolare a terra la maglietta enorme che usavo come pigiama ed entrai nell'acqua calda e fumante.

Mentre l'acqua bollente accarezzava la superficie della mia pelle, filtrando nei miei muscoli e rilassando i punti di tensione nelle mie spalle, feci girare il collo da parte a parte, godendomi la sensazione. Benchè avessi dormito per quasi dieci ore, non era stato per niente risposante. Mi ero svegliata più volte nel corso della notte, la fronte inzuppata di sudore e il petto ansimante. Non mi ricordavo di aver avuto degli incubi, ma dubito altamente che qualsiasi incubo avrebbe potuto farmi svegliare improvvisamente in quello stato; era davvero raro che io mio svegliassi dai cattivi sogni, almeno negli ultimi anni. Ma comunque, ero riuscita a tornare a dormire dopo solo alcuni secondi. Anche se era solo questione di tempo prima che mi svegliassi ancora. Era strano, davvero, e sapevo che non poteva essere un buon segno.

Poi, come se un mucchio di mattoni mi fosse caduto addosso, mi resi dolorasemtne conto della ragione per la quale ogni muscolo del mio corpo era così teso e per la quale non ero riuscita a dormire la scorsa notte. Era per tutti gli avvenimenti accaduti il giorno prima. Non importava quanto volessi negarlo, non potevo. Era successo ieri. Avevo origliato Lucinda Matthews e colto una conversazione che non avrei decisamente dovuto cogliere.

Mi appoggiai contro la parete di mattoni, i miei occhi si strascicarono sul pavimento scivoloso, guardando l'acqua insaponata turbinare nello scarico. Con un sospiro leggero, spensi l'acqua ed uscii dalla doccia, afferrando un asiugamano e fissandomelo attorno al corpo. Per poco non caddi a terra, ma riuscii ad aggrapparmi all'angolo del lavandino. Imprecai sottovoce, chiedendomi se la sfortuna mi avrebba mai lasciata da sola. Mi asciugai il più velocemente possibile, visto che, nonostante il vapore continuasse a impregnare la stanza, il bagno era ancora congelato. Una volta asciutta, indossai una nuova uniforme pulita e mi piegai sul lavandino per far sgocciolare i capelli.

Per la barba di Merlino, in cosa mi ero andata a mettere? Scossi la testa a me stessa mentre asciugavo il vapore che copriva lo specchio e fissavo il mio riflesso. Benchè la linea di bava essicata potesse essere scomparsa, le borse violacee sotto i miei occhi erano ancora ben visibili e non molto attraenti, per usare un eufemismo. Mi sporsi verso lo specchio esaminando il mio occhio quando qualcuno colpì la porta con il pugno.

"Ahì!" piansi, visto che mi ero appena ficcata un dito nell'occhio per la sorpresa.

"Hai finito lì dentro?" la voce roca di Marlene McKinnon gridò dall'altra parte della porta. Colpì la posta di nuovo con irritazione. "Sono quasi le sette e mezza e non sei l'unica che ha bisogno dell'acqua calda per farsi la doccia."

Aprii la porta, il mio occhio sinistro lacrimante, e mi spinsi oltre Marlene, che stava mormorando cupamente tra sè e sè. Come facevo a sapere di essere stata nella doccia per quasi 45 minuti? Di sicuro non sembrava così tanto da sotto l'acqua. Diamine, alcune persone avrebbero bisogno di rilassarsi un po'.  Erano tutti ipersensibili da queste parti.

Senti chi parla, Briggs.

Ignorai quella vocina irritante che sembrava esprimere qualsiasi cosa io non volessi riconoscere e camminai verso il mio letto. Le mie compagne di stanza erano in vari stadi nel prepararsi: Leanne aveva uno specchio in bilico sulle ginocchia mentre applicava un ombretto grigio sulle palpebre; Alice stava sistemando i suoi lunghi riccioli  color caramello in due codine; e quando guardai verso il letto di Lily, non solo lei non c'era, ma il suo letto era già perfettamente fatto, come se non ci avesse nemmeno dormito. L'unica a riconoscere la mia presenza fu Alice, che era davvero una ragazza amichevole e mi sorrise mentre le passavo davanti diretta al mio letto.

Mi piegai sulle ginocchia ai piedi del letto e aprii il baule, rovistando in cerca della mia spazzola per togliermi i nodi dai capelli. Quando la trovai, la tirai con degli strattoni attraverso i capelli bagnati, facendo delle smorfie quando incontravo dei nodi. Lanciai di nuovo la spazzola nel mio baule e lo chiusi  per poi mettermi a gattoni e cercare le mie scarpe sul pavimento. Una era sotto il letto e l'altra era gettata di fianco al mio baule. Le raccolsi e dopo aver infilato un paio di vecchie calze, infilai i piedi nelle tennis e afferrai la mia borsa dei libri. Controllai due volte per assicurarmi di avere tutto prima di aprire il cassetto nel comodino ed estrarne una cioccorana, lanciandola nella borsa. Me la sarei tenuta per la lezione di Storia della Magia, una lezione durante la quale il mio stomaco gemeva sempre per la fame.

Lasciai il dormitorio il più velocemente possibile, visto che Marlene era appena uscita dalla doccia e probabilmente si sarebbe comportata da vacca quale era. Sbattendo la porta dietro di me, mi trascinai giù per le scale, quasi inciampando ancora arrivata al primo gradino, ma mi aggrappai a una primina e mi salvai. La primina non si accorse di niente, comunque. Alzai gli occhi al cielo e andai verso il ritratto. Ma mentre camminavo, sentii un paio d'occhi su di me e, quando lanciai un'occhiata veloce oltre le mie spalle per vedere chi mi fissava, non vidi nessuno. Scrollando le spalle mi arrampicai attraverso il ritratto e mi feci strada verso la Sala Grande dove una pila enorme di uova strapazzate, aringhe affumicate e bacon  implorava il mio nome.

Come sempre, mi sedetti al tavolo di Grifondoro. C'erano gruppi di amici da ogni mio lato, eppure io sedevo, completamente isolata, nel mezzo del tavolo, accerchiata da piatti di cibo. Le persone mi parlavano durante i pasti solo quando avevano bisogno di qualcosa che io avevo e loro avevano finito. Una ragazza del quinto anno mi chiese se poteva rubarmi la caraffa di succo di zucca, visto che loro l'avevano finito, me l'avrebbe riportata in dieci secondi. Prima che potessi dirle di si, la ragazza l' afferrò e tornò verso la sua banda di ridacchianti ragazze pettegole. Non me la restituì più.

Stavo mangiando un pezzo di toast, visto che, con mio grande disappunto, non servivano le aringhe stamattina, quando arrivò la posta. Un allocco si fermò di fronte a me con una copia della Gazzetta del Profeta nel becco. Presi il giornale e misi una mano nella tasca in cerca dei sette zellini che dovevo all'uccello. Questo allungò la tasca del denaro verso di me, fissandomi minaccioso con i suoi inquietanti occhi d'ambra.  Riuscii a mettere insieme solo cinque zellini e, mentre li lasciavo cadere nella tasca, il gufo saltò nel mio piatto e avvicinò la sua testa verso la mia. Ero faccia a faccia con la bestia e mi spostavo scomoda nel mio posto. Vedi, questo è l'esatto motivo per il qule non possedevo un gufo e non mandavo molti messaggi a nessuno: ero, più o meno, per così dire, assolutamente terrorizzata dalla possibilità che un gufo mi strappasse un pollice, o qualsiasi altro dito se per questo, se si fosse infastidito, come questo gufo proprio ora.

"Okay, okay!" dissi all'uccello mentre cominciavo a mordicchiarmi le unghie, tremando all'idea che la mia paura maggiore stesse per realizzarsi. Squittii e andai con la testa sotto al tavolo mentre rovesciavo il contenuto della mia borsa cercando quei stramaledetti zellini. Poi, improvvisamente, qualcisa di freddo e bagnato filtrava attraverso la mia divisa. Alzai la testa di scatto colpendo il tavolo per scoprire che il gufo spazientito aveva rovesciato il mio calice di succo di zucca. Fortunatamente, comunque, non ne era rimasto molto, quindi i miei vestitti non potevano essere messi molto male.

Potevo sentire parecchie paia di occhi su di mentre mentre davo il resto dei soldi al gufo. Questo fischiò con indignazione, aprì e chiuse il becco due volte e prese quota. Lanciai un'occhiataccia all'uccello in volo mormorando tra me e me mentre la gente tornava ad occuparsi della propria colazione come se niente fosse successo. Bene, non volevo essere fissata comunque. Volevo essere invisibile, non desideravo che la gente si rendesse conto della mia presenza. Mi mancavano solo altri nove mesi di scuola e poi sarei stata libera di fare tutto quello che volevo. E chi lo sa, magari avrei perso il mio mantello dell'invisibilità.

Mi arrotolai le maniche della camicia e guardai l'orologio. Mancavano solo quindici minuti prima dell'inzio della prima lezione, che era Rune Antiche ed era dislocata proprio dall'altra parte del castello. Mi ci si sarebbero voluti almento dieci minuti per arrivare lì e questo senza contare la possibilità che le scale cambiassero posizione, sembrava che le scale pensassero che era arrivato il momento giusto di cambaire posizione sempre quando c'ero sopra io.

Con un sospiro, finii il resto del mio toast, arrotolai la mia copia della gazzetta e la ficcai nella mia borsa. L'avrei letta più tardi, magari durante Storia della Magia. Comunque, non avevo bisogno di quella materia, ma era obbligatoria, quindi perchè non aprofittare dell'ora per leggere il giornale? Senza guardarmi indietro abbandonai la Sala Grande.

Prima che potessi rendermene conto le lezioni del mattino erano finite ed era ora di pranzo. Un'altra volta mi sedetti per conto mio mentre mangiavo. Probabilmente stai pensando che sia un po' triste, ma dopo sei anni di pasti solitari, ti abitui a farti compagnia da sola. Non potei di finire il giornale durante la lezione di Storia della Magia, visto che c'era un test a sorpresa, che sicuramente non avrò passato. Così, mentre infilavo un sandwich in bocca, scorsi la rivista, i miei occhi in cerca di qualsiasi novità riguardo Voldemort o qualche assasinio avvenuto nelle ultime 24 ore. Fortunatamente nessuno era stato ucciso e, mentre finivo ciò che restava del sandwich, mi diressi verso la mia ultima lezione della giornata: doppie pozioni.

Quando raggiunsi i sotterranei non fui sorpresa nel trovare Severus Piton di fronte alla porta con i libri tra le braccia. Mi fissò mentre mi avvicinavo, ma non disse niente. C'era solo un'espressione vuota sul suo viso e non potei fare a meno di notare uno sbiadito cerchio giallo attorno al suo occhio sinistro.  Naturalmente non ero nè abbastanza coraggiosa, nè abbastanza stupida da chiedergli come si era fatto male; mi avrebbe ucciso con una delle sue maledizioni se avessi osato tanto. Potevo ancora sentire i suoi occhi su di me mentre mi appoggiavo contro il muro, cercando di mimetizzarmi con la parete. Non ero un camaleonte, quindi era una cosa piuttosto difficile.

Tuttavia mi sarebbe piaciuto essere un camaleonte. Sarebbe stato davvero carino, se vuoi sapere come la penso. Voglio dire, avrei potuto nascondermi tutto il tempo e nessuno mi avrebbe mai vista. Non che nessuno mi vedesse mai ad ogni modo, ma sarebbe bello diventare dello stesso colore di ciò che mi circonda; sarei stata letteralmente invisibile, in un certo senso. Avrei potuto sgattaiolare nei corridoi di notte, forse intromettermi nella torre di astronomia per osservare le stelle, visto che mi piaceva farlo. OH! Avrei potuto infilarmi nella Sezione Proibita della biblioteca e prendere più libri possibili da portare nel mio dormitorio.

Una dolorosa gomitata sulla schiena mi scosse fuori dai miei pensieri e io alzai la testa per scoprire che quasi tutta la classe stava aspettando fuori dalla porta. Spostai la borsa sull'altra spalla e soffocai uno sbadiglio. La mano di qualcuno sfiorò la mia e una scossa di elettricità attraversò il mio corpo. Spostai la mano dentro la tasca; la mano pungeva, ma stranamente non era una sensazione dolorosa.

Alcuni secondi più tardi la porta della classe si aprì e si potè scorgere una pancia ampia e tonda prima che si potesse vedere la faccia del professore di Pozioni, il professor Lumacorno. Piton scivolò nella classe prima di tutti gli altri ed era già al suo posto quando misi piede nell'aula. C'era solo un posto disponibile, visto che tutti mi avevano spinta per entrare, e quel posto era vicino alla mia compagna di dormitorio, Lily Evans.

"Ciao, Eleanor," mi salutò Lily spostando i libri in modo che potessi metterci i miei al loro posto.

"Ehi, Lily," risposi, restituendole un sorriso mentre mi sedevo. "Non stai tenendo il posto per qualcuno, vero?"

"No," disse scuotendo la testa e con un sospiro leggero. "Nessuno dei miei amici è abbastanza bravo in pozioni o quelli che potevano continuare non hanno voluto."

Sistemai la borsa per terra di fianco ai miei piedi. Dovetti mordermi la lingua per evitare di farle notare che lei almeno aveva degli amici. Aprii la bocca per chiederle come era andata la giornata quando il professor Lumacorno si alzò, facendo stridere la sedia contro i ciottoli.

"Bene, bene, sistematevi ragazzi," disse, ridendo tra sè e sè come faceva sempre, i suoi menti - sì menti, non ne aveva uno solo, ma numerosi - oscillarono pericolosamente avanti e indietro.

Sorprendentemente la classe si zittì subito. Anche se si potevano sentire alcuni ragazzi ridacchiare, ma non ci voleva un ingegnere missilistico per immaginare di chi si trattasse. Dopotutto, Black e Potter sedevano solo due file dietro quella mia e di Lily.

"Come sapete, o dovreste sapere Black e Potter, abbiamo fatto ricerche su vari ingredienti e sui loro poteri ed effetti nelle pozioni nelle ultime settimane," si guardò attorno nell'aula e cominciò a camminare di fronte la cattedra, "insieme all'analisi di questi ingredienti, avete tutti preparato delle pozioni per conto vostro. Ma ora, credo che sia ora di lavorare a coppie in modo da iniziare a preparare pozioni più complicate e complesse." Un mormorio di interesse increspò il silenzio. Lumacorno rise emozionato. "Su, su, calmatevi."

Una  mano si alzò in aria e Lumacorno diede la parola alla ragazza. "Con chi staremo insieme?"

"Buona domanda, signorina Greengrass. La persona che vi siede di fianco sarà il vostro compagno fino alla fine," rispose il professore, sorridendo così tanto, che i suoi diventarono fessure invisibili.

Un'altra ondata di voci si espanse nella classe, alcune felici, altre un po' deluse, comprese due voci ben distine dietro a me. Resistetti all'urgenza di fare una smorifia mentre sentivo James Potter sospirare malinconicamente alla prospettiva di non stare con Lily.

A proposito di Lily, mi girai per guardarla e vidi che anche lei stava sospirando, solo che sono piuttosto sicura che il suo fosse un sospiro di sollievo.

"Felice che Potter non sia il tuo partner?" le chiesi, visto che evidentemente anche lei aveva sentito i due ragazzi conversare alle nostre spalle.

Annuì con vigore. "Non puoi immaginare quanto. Ho già lavorato con Potter prima ed è stato davvero miserabile."

"Non devi lavorare con lui ora? Visto che siete entrambi Caposcuola?"

Annuì di nuovo con la testa.  "Sì. Ma fortunatamente l'unica cosa che dobbiamo fare insieme è orgazizzare le gite a Hogsmead e gli orari di pattuglia dei prefetti e non ci si mette molto."

Mi guardai dietro la spalla per guardare i due - cioè Black e Potter, ovviamente - e vidi che stavano lottando per trattenere le risate. Che ragazzi strani quei due.

"E' davvero così terribile?" le domandai, tornando a guardarla in faccia. Potter non mi sembrava un ragazzo cattivo. Certo, a volte poteva essere un po' arrogante, ma almeno aveva abbastanza qualità per controbilanciare i suoi difetti. E lui aveva cercato davvero di parlarmi più volte nel primo anno, ma rinunciò quando si rese conto che non gli avrei mai risposto.

Lily scrollò le spalle e aprì la bocca per dire qualcosa quando, ancora una volta, il Professor Lumacorno ci interruppe.

"Il vostro primo compito sarà quello di trovare una pozione da fare insieme. Ma ci sono alcuni requisiti per questo progetto e sono i seguenti: uno, la pozione deve impiegare almeno uno, ma non più di tre mesi per essere pronta; due, prima di inizare la pozione, dovrete fare una ricerca da trasformare in un tema che contenga tutte le informazioni sulla pozione scelta; tre, io devo approvare la vostra scelta; e quattro, la pozione deve essere legale e, no, signor Black, la pozione polisucco non fa eccezione."

I Grifondoro nella classe iniziarono a ridere mentre i Serpeverde sbuffarono più forte del necessario, il che mi fece alzare gli occhi al cielo. Erano portati per il dramma, quei Serpeverde. Lumacorno sorrise, prese un respiro profondo e allargò le braccia il più possibile, il che non era molto. "Allora qualcuno ha delle domande?"

Alcune mani sfrecciarono in aria, compresa quella di Lily. Io rimasi lì seduta senza prestare attenzione alle domande o alle risposte che Lumacorno stava fornendo visto che io non avevo domande. Comunque, quando Lumacorno diede la parola a Lily, io uscii dai miei pensieri assolutamente inutili riguardo i vantaggi dell'essere un camaleonte. Cioè, era la mia nuova compagna di pozioni e sarebbe stato decisamente maleducato non prestare attenzione alle sue parole. Non volevo che fosse lei a dover fare tutto il lavoro, anche perchè io ero piuttosto capace in Pozioni.

"Sì, signorina Evans?" chiese il professor Lumacorno,  dedicandole un sorriso smagliante.

"Mi chiedevo quanto tempo avessimo per le ricerche e il tema."

"Oho! Sempre previdente, signorina Evans, molto molto bene." lanciò in aria una mega risata, facendo scuotere i suoi menti come gelatina. Ingoiai una risata e, di fianco a me, anche Lily stava lottando per nascondere il sorriso. "Avrete tre settimane per trovare e fare ricerche riguardo la vostra pozione, e avrete altre due settimane per scrivere il vostro tema, incluse le ore di lezione."

"E quanto deve essere lungo il tema?" continuò Lily.

"Almeno due rotoli di pergamena," rispose Lumacorno.

Mentre i miei occhi cercavano in tutti i modi di uscirmi dalle orbite, Lily rimase composta, annuì e si segnò l'informazione appena ottenuta in un pezzetto di pergamena. Tutt'intorno a me gli studenti sembravano bisbigliare riguardo la lunghezza assurda del tema. Ma ehi, avevamo due settimane per completarlo. E non è che non potessimo metterci avanti.

"Altre domande?" chiese il prof alla classe. Quando vide che nessuno alzava la mano, annuì tra sè sè. "Avete il tempo che manca alla fine dell'ora per discutere con il vostro compagno le possibili pozioni che potreste preparare. Cercate per favore di tenere il livello di casino a un livello rispettabile, d'accordo signori Black e Potter?"

"Sì, signore!" i due suonarono insieme, sebbene le espressioni sui loro volti non erano un granchè convincenti. Anzi, sembravano gridare PROBLEMI. Era ovvio che stavano pianificando qualcosa e , di qualsiasi cosa si trattasse, non poteva essere buona a giudicare dall'espressione di autentica gioia sul viso di Potter; i suoi caldi occhi castani brillavano dietro gli occhiali spessi.

"Oh no," mormorò Lily piano. Evidentemente aveva visto anche lei la stessa cosa e ora scuoteva la testa con costernazione. "Saranno la nostra fine, ci metterei la mano sul fuoco." Infilando un ciuffo di un rosso scuro e vibrante dietro l'orecchio, trasse a se la sua copia di Pozioni Avanzate e sfogliò l'indice. "Allora," non alzò lo sguardo mentre parlava,"Hai qualche suggerimento sulla pozione che potremmo preparare?"

Oh Merlino, odiavo avere i riflettori puntati su di me. Questo era il preciso motivo per il quale sedevo nelle ultime file delle aule se era possibile o per il quale prendevo lezioni che richiedevano una conversazione minima, considerando che non era esattamente il mio forte.

"Ehm...non ancora?" dissi esitante.

Lily ridacchiò tra sè e sè e sorrise. "Non ti preoccupare. Non ho la più pallida idea nemmeno io. E, non per vantarmi nè niente, ma dovrei essere una sorta di genio in Pozioni."

Risi senza entusiasmo al suo tentativo di scherzare. Non sembrò notarlo, mentre continuava a sfogliare il libro. Anche io avrei dovuto consultare il mio di libro, ma non potevo. Invece i miei occhi si portarono automaticamente alla cattedra del professor Lumacorno, dove niente popò di meno di James Potter era in piedi, con la testa piegata verso l'uomo grasso e pelato, mentre evidentemente gli bisbigliava qualcosa. A giudicare dall'espressione di Lumacorno, si stava bevendo qualasiasi cosa Potter gli stesse dicendo e qualcosa mi disse che non era una buona cosa.

Scacciando la strana sensazione, presi il libro e cominciai a sfogliarlo, guardando il testo senza leggerlo in realtà. Strano come succede, no? Non ha molto senso, ma è vero. Potevo a mala pena concentrarmi, visto che avevo cose ben più grandi in testa. Per qualche ragione, fissare Potter mentre conversava in toni sommessi con il professor Lumacorno mi aveva ricordato di ciò che era successo nella biblioteca il giorno prima. E io che stavo cercando con tutte le mie forze di dimenticarlo.

Prima che potessi rendermene conto, il professor Lumacorno stava dicendo alla classe che mancavano solo tre minuti, quindi potevamo anche fare le valige. Chiusi il libro di colpo e raccolsi la borsa dal pavimento, andando a sbattere con la testa contro la gamba del tavolo. Massaggiandomi il mio nuovo bernoccolo sul lato della testa, mi risedetti  bene e misi il libro nella borsa insieme alla penna e tutte le altre cose che avevo usato durante la lezione. La campanella suonò e tutti si fecero strada verso la porta.

"Oh, signorina Briggs!"  gridò Lumacorno. Ero a metà strada verso la porta quando chiamò il mio nome, e se avessi finto di non aver sentito, avrei potuto sfrecciare verso la sala comune e iniziare il mio tema di Rune Antiche.

"Signorina Briggs!" gridò di nuovo, ancora più forte stavolta. Numerose teste si girarono nella sua direzione e io seppi di non poter più scappare. Con un sospiro mi fermai dov'ero e lasciai che la gente mi superasse. Lumacorno mi sorrise  e mi fece cenno di avvicinarmi con un dito grassoccio. Riluttanemente obbedii e mi fermai pochi passi prima della cattedra.

"Si professore?" chiesi con quella che presumevo essere una voce innocente.

A giudicare dalla sua faccia, quello che stava per venire non mi sarebbe piaciuto.




Anche il terzo capitolo è finito e spero che vi sia piaciuto quanto gli altri, è molto descrittivo, è che ci ho preso gusto a raccontare tutti i dettagli della mattinata, ma comunque chissà cosa vorrà dire Lumacorno a Ellen? Non vi preoccupate che lo scoprirete presto, stay tuned!!!

Sono davvero entusiasta dei commenti, si sa gli autori siamo prostitute in cerca di approvazione, quindi grazie mille! mi avete fatto venir voglia di continuare a scrivere.

Hellfire: grazie per avermelo fatto notare, ci starò più attenta! E ovviamente mi fa molto piacere che il capitolo ti abbia divertito! A presto!
Morgana92: appena ho un po' di tempo leggerò la tua fic, così ci ispiriamo a vicenda!
Katerina_21: anche io sono innamorata di Sirius e per quanto riguarda Eleanor spero, mi auguro, che nessuno sia così tanto invisibile, mentre scrivevo ero un po' triste per lei che mangiava sempre da sola, però le cose non saranno sempre così per lei fortunatamente! Sono contenta che ti piaccia!
Mirty_92 e Tatarella: grazie per aver commentato entrambi i capitoli, mi fa piacere che il primo vi abbia fatto venir voglia di continuare.
Hele91: grazie anche a te ovviamente.

Siete molto carine, grazie, non me l'aspettavo. Al prossimo!





  
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