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Autore: queenjane    12/07/2019    4 recensioni
Su Andres Fuentes e i suoi primi amori, i dolori e le gioie.. un ragazzo coraggioso, egoista, impetuoso, sarebbe stato un uomo meraviglioso, un ingombrante armadio, dall'adolescenza alla prima età adulta, con lui, Elisabetta d'Asburgo, figlia di Rodolfo, nipote di Sissi, in parallelo e da lontano .. che il passato non è terra straniera..
Per MG
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Vienna, agosto 1896

La ragazzina rifletteva sulla storia dei suoi avi, in quella chiara,calda mattina di fine estate. 
I raggi di sole facevano scintillare i particolari delle cornici degli specchi, gli stucchi e le dorature, danzavano sui petali dei fiori freschi.. la stanza era deliziosa, a suo parere, e lei si sentiva deliziosa.
Almeno così la definiva suo nonno, di cui era la nipote prediletta, che amava passeggiare con lei quando non era con la sua amica, l’attrice, Frau Kathi, che amava le violette e con cui faceva volentieri conversazione.
Un vago sorriso le sorse sulle labbra, un lampo negli occhi scuri, a volte, rifletteva con ironia che, pur essendo il matrimonio dei suoi nonni principiato come una fiaba,  la vita, il destino, o chi per loro, aveva ben presto presentato il conto. 
Sua nonna era  nata la vigilia di Natale 1837, Elisabetta Eugenia Amalia in Baviera, figlia del duca Max e di sua moglie Ludovica, quarta di dieci figli.
Tutte le  zie materne della piccolina di cui sopra avevano sposato un re, Sofia era maritata  a un arciduca Asburgo, se non avesse rifiutato la corona nel 1848, passandola a suo figlio Franz, marito di Elisabetta, sarebbe stata imperatrice.
Ludovica, principessa di Baviera, aveva sofferto per un matrimonio poco importante, in termini di rango, meno prestigioso rispetto a quello delle sue sorelle. E quando Elisabetta aveva sposato l’imperatore tutto il mondo la aveva invidiata. 
Fidanzata imperiale a 15 anni, sposa il successivo anno e madre quello dopo.
Dalla nursery al trono..
In apparenza aveva un marito giovane e bello e innamorato, ricchezze e privilegi, era potente e riverita, imperatrice d'Austria..
In verità,la suocera e zia controllava tutto e tutti..
E lei era  solo una fertile urna, un vaso da riempire..
La mucca degli Asburgo, .
Tre figli nel giro di quattro anni... fino a Rodolfo, nato nel 1858. 

"..mi metteranno addosso molte maschere, i posteri mi vedranno come una donna che tutto aveva e che si è sottratta ai suoi doveri, per puntiglio, egoismo, sterile vanità ..", così aveva confidato una volta a una sua dama.
Come i contemporanei, la corte di Vienna non ha perdonato il peccato originale di non avere un impeccabile albero genealogico, di non saper ballare bene, di parlare poco e male e francese, di odiare i pettegolezzi e l’etichetta..
Diversa fin dal principio, all’inizio si paragonava a una farfalla impazzita, a una prigioniera in catene ..
Poi era diventata il gabbiano, che vola di onda in onda, che non appartiene a nessuna terra..
Aveva cercato la libertà, pagando un alto prezzo ..
E lasciando rovine..
E nei capelli metteva le stelle di diamanti, una ninfa, un’ondina,  leggenda.
Il 21 agosto 1858, al castello di Laxemburg l’imperatrice Elisabetta aveva messo al mondo un erede al trono, una speranza, l’imperatore aveva un discendente.
I cannoni erano tuonati, festosi, per 101 colpi, per il lieto annuncio.
Il suo nome Rodolfo, come un lontano antenato.
L’imperatore lo nominò colonnello onorario di un nuovo reggimento, chiamato "Principe Ereditario". Adorava l’esercito, sulla culla gli fece mettere l’insegna dell’ordine del Toson d’oro.
Doveva essere un soldato, invece il bambino aveva l’animo di un poeta, era sensibile, precoce, con grandi occhi castani come la madre.
Madre assente, per malattie, ripicche, litigi, grande affetto di Rudi era sua sorella Gisella e viceversa.
Amava l’ornitologia, le scienze naturali e la caccia, era di idee liberali, un corpo estraneo alla corte degli imperatori di idee conservatrici.
Il matrimonio con Stefania del Belgio, nel 1881, fu combinato. In principio erano abbastanza felici, nacque una bambina.
Era un incompreso come sua madre,Elisabetta, la posizione che ricopriva era in contrasto con le sue opinioni, inclinazioni e modi di essere.
Un dilemma irrisolvibile, che lo portò alla depressione, a cercare conforto nelle droghe, nello champagne e in altre donne, come quando era un adolescente dai grandi occhi di ambra e miele.
Aveva tutto e riteneva di non possedere nulla.
Il 30 gennaio 1889 venne trovato morto al padiglione di caccia di Mayerling nel bosco viennese insieme alla sua ultima amante, Mary Vetsera.
Si parlò di un omicidio e di un suicidio, per seppellirlo in chiesa venne dichiarato incapace di intendere e volere.
La Kapuzinergruft in Vienna fu la sua ultima dimora, l’imperatore convertì il padiglione di caccia in un convento di suore carmelitane, le preghiere sono dette ancora oggi per l’eterno riposo della sua anima.
Si disse che lo avevano ucciso i massoni, infinite ipotesi e una sola certezza, a poco più di trenta anni era morto, non avrebbe mai regnato.
Era anticlericale, di vedute politiche liberali, per il popolo era una speranza, la sua dipartita segnò l’Apocalisse.
Quella morte gettò Sissi nella disperazione, si vestì di nero o grigio perla, i colori del lutto, da allora in poi, lasciando la corte di Vienna appena poteva, Frau Kathi, l'attrice svolgeva le mansioni che sarebbero state di sua spettanza, parlare e passeggiare con l'imperatore. Una amicizia inopinata, che faceva parlare molti.

Rodolfo si era sposato nel 1881, con la principessa Stefania del Belgio. La loro prima e unica figlia era nata il  2 settembre 1883. 
 E non ero un santo, un eroe, quanto un comune mortale, con i suoi difetti ed allegrie, rifletteva anni dopo il principe dagli occhi verdi. Come no, ribattè lei, non ci pensare, mentre un’ombra le scuriva gli occhi. “A chi pensi?” “A mio padre, anche lui diceva così” Strano, lei sosteneva di non ricordarlo, non aveva nemmeno sei anni quando era morto, invece .. Era rotolata sulla schiena, le braccia incrociate dietro la nuca, una caviglia, la coscia che sfioravano quelle di lui “Qualcosa mi ricordo, invece, sai”

“Parlamene”
Sorrideva quando aveva scorso un suo biglietto per il suo compleanno, scritto in bella calligrafia, nel 1888, Rodolfo era nato il 21 agosto 1858, lei il 2 settembre 1883. “Auguri, al mio caro Papa “, in tedesco, francese, ungherese, una piccola poliglotta. “Grazie” lei gli aveva accarezzato la barba castana. Era tenero, solenne, le aveva detto che era una brava amazzone, la aveva fatto montare su un suo cavallo e ..Poi era morto, suicida o ammazzato poco rilevava, era morto e lei era orfana.
Nel suo diario, Maria Valeria, sua zia, figlia di Franz Joseph e Elisabetta, aveva citato un episodio particolare. Nel giugno 1889, l’imperatore aveva annunciato che le aveva trovato un nuovo insegnate, Sissi, il nomignolo di sua nonna, le aveva chiesto se si ricordava del Natale trascorso con suo padre, se pensava ancora a lui. L’aveva fissata, con spavento, dicendo di sì, salvo mettersi a parlare di altro.
Venti e rotti anni dopo, parlava di lui. Era con Andres dei Fuentes. 



Erszi, eri con me.
 
Si chiamava Elisabetta, in onore della nonna paterna, il suo nomignolo era il corrispettivo ungherese, Erzsi.
Anni dopo, Andres lo avrebbe pronunciato con fervore, rendendo morbide le sillabe, incantandola con quel suo lieve, indefinito accento, raccontando di Ahumada, il castello dove era nato. 
ERSZI. 
   
 
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