Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Io_amo_Freezer    13/07/2019    1 recensioni
Monkey D. Luffy è un ragazzo di diciannove anni, ma con la testa, troppo, tra le nuvole ed un cuore grande e ricolmo di innocenza. Purtroppo si porta alle spalle un grande segreto e dentro un profondo dolore che continua a tormentarlo senza sosta.
Tornare nella sua città natale gli sembra la cosa migliore per cullarsi nella tranquillità e nella pace, ma lo sarà davvero con quello che sta passando?
E se sulla sua strada incontrasse un gruppo di amici ed uno spadaccino leali e molto speciali? Riusciranno a salvarlo dai suoi incubi? In una città invisibile, lasciata indietro e dimenticata; tra nemici e nuove conoscenze, qui, Luffy si ritroverà ad affrontare un po' di avventure e molte e più distrazioni. Ma il suo sogno lo chiama, riuscirà a liberarsi dai suoi fantasmi per tornare a seguirlo?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: ASL, Donquijote Doflamingo, Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprendo un occhio mi voltai verso l'orologio tecnologico, osservando che fossero solo le 6:00 mi alzai recandomi in cucina e preparandomi la colazione, e appena ebbi finito anche di lavarmi mi diressi al mio solito allenamento quotidiano con i kata, dedicandomi, come sempre anche alle flessioni e agli addominali. E mentre sollevavo il bilanciere di duecento chili nell'altra sala adiacente al dojo, disteso di schiena sulla panca avvertì una presenza avvicinarsi a me, e in un attimo mi spuntò davanti la faccia allegra e pimpante di Luffy. Capisco che non volesse stare solo, ma così era un po' troppo... per me.
-Ciao Zoro!- salutò felice; io sbuffai appoggiando il bilanciere alle sbarre che lo sorreggevano, mettendomi seduto e voltandomi a guardarlo dietro di me.
-Hai deciso di venirmi a trovare ogni giorno, eh?- chiesi con l'affanno, prendendo un asciugamano e avvolgendolo attorno al collo e lui se la rise, annuendo con convinzione.
-Ma puoi continuare ad allenarti.- mi disse tranquillo.
-No, tanto avevo finito.- farfugliai, alzandomi e facendomi seguire in cucina -Vuoi qualcosa?- chiesi aprendo il frigo e prendendo da esso una birra in lattina.
-Oh, sì. Grazie.- esultò con una faccia affamata ed io risi, iniziando a preparargli oltre alla pasta anche un po' di carne visto quanto l'amasse, e visto che fossero di già le 12:30 preparai il pranzo anche per me e mia sorella.
Osservai cuocere la carne nella padella con l'olio che friggeva mentre sentivo Luffy fremere dall'attesa, battendo le mani contro il tavolo e procurando baccano.
-Stai calmo, tra poco è pronto.- sbuffai per frenare quell'entusiasmo e lui chinò il capo da un lato facendo un finto broncio mentre presi i piatti, preparando la tavola per tre.
-Perché per tre?- domandò, un po' confuso.
-Tra poco tornerà mia sorella da scuola.- spiegai e nemmeno a farlo apposta sentì la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi, ascoltando mia sorella arrivare levitando.
-E lui chi è?- chiese, sorpresa dalla visita.
-Ciao, piacere sono Monkey D. Luffy. Un nuovo amico di tuo fratello.- rise ed io rimasi impassibile, portando la pentola sul tavolo per tirare su la pasta per metterla dentro i piatti, guardandolo rifocillarsi senza aspettarci.
-Nessuno ti ha insegnato l'educazione?- protestò lei indignata, prendendo il suo piatto e sedendosi al suo fianco, il suo solito posto, mentre uno dei fantasmini si avvicinò al nuovo ospite con un sorriso e la lingua di fuori, muovendo le lunghe braccia in una strana danza.
-Forte!- esclamò lui smettendo di rifocillarsi, osservando lo spiritello ed io lo scrutai, sedendomi dopo aver tolto dai fornelli la padella con la carne e iniziando a mangiare, ignorando le occhiate maliziose di mia sorella, senza significato.
-Ti consiglio di non toccarlo o ti renderà malinconico.- spiegò Perona richiamando a sé il suo fantasma.
-Capisco.- farfugliò Luffy, tornando a bocca piena e facendola adirare per questo comportamento maleducato.
Continuai a tenerlo d'occhio sereno, guardandolo abbuffarsi, guardandolo ridere finché non finimmo anche il secondo e fui costretto ad alzarmi per mettere a posto e per lavare le stoviglie con l'aiuto imprevisto di Perona prima che tornasse in camera sua.
-Cucini davvero bene.- esclamò con un sorriso a trentadue denti per poi continuare, borbottando -Però Sanji cucina meglio.- e si mise a ridere.
-Ah, sì?- commentai piano, cercando di non pensare a quel cuoco da strapazzo che non sopportavo. -Va bene, lasciamo perdere.- sbottai non avendo voglia di adirarmi per questo, portandomi una mano sui capelli e restando un attimo disorientato nel vederlo saltellarmi intorno entusiasta.
-Non vedo l'ora di andare alla festa!- affermò deciso, fermandosi di colpo e guardandomi dritto negli occhi, felice, e non seppi spiegarmene il motivo ma in quell'istante credetti di aver perso un battito, o forse aveva accelerato?
Presi respiro, rivolgendogli un mezzo sorriso pensando velocemente a qualcosa da dire ma le parole sembravano essermi morte in gola, non riuscivo più a produrre alcun suono mentre avvertivo le mani sudate. Ero completamente bloccato, come una statua di sabbia, e non ne comprendevo il motivo.
-Secondo te si berrà tanto? Perché io sono astemio, però se oso per una sera non credo che mi faccia male. Chissà se ci si divertirà tanto! E che cibi ci saranno! Ma se c'è Sanji sono sicuro che si mangerà da Dio!- esclamò tutto d'un fiato, senza smettere nemmeno per riprendere fiato o per avere delle risposte alle sue domande.
Non sembrava essersi accorto del mio stato attuale ma forse era una fortuna, ed alla fine, anche se non seppi come, riuscì a riprendermi. Ascoltandolo parlare e strofinandomi una mano dietro al collo cercai di riflettere su cosa potesse essermi successo, forse qualcosa che avevo mangiato, finché Luffy non attirò la mia attenzione stringendosi ai lembi della mia camicia ancora sbottonata.
-Tu ti diverti molto a queste feste?- domandò curioso con due occhi enormi, a tratti mi sembrava disperato, come speranzoso che potesse riuscire a godersi quella serata senza cedere a qualcosa di brutto, e capì ancora una volta che celava qualcosa di oscuro dietro a quell'eterno sorriso.
-Sì, non sono male. E poi si sta in compagnia.- spiegai pacato con la mascella ancora dura, serio, avviandomi in soggiorno pensieroso, mentre lui mi stava dietro come un cane.
-Okay.- disse e annuì.
Sedendomi lo guardai fare altrettanto e sorridermi, nonostante nelle parole di prima sentì un lieve tono rauco, come in procinto di piangere, chissà per quale motivo ora. Non sapevo davvero che fare, era inutile chiedere, per quanto ci provassi lui avrebbe continuato a non rispondermi; e poi non volevo restare qui con le mani in mano, avrei preferito tornare ai miei allenamenti, o ai miei pisolini.
-Cos'è questo suono?- borbottò confuso, Luffy, guardandosi attorno, mentre io intuì si trattasse della mia suoneria rock che Usop aveva scelto al posto mio.
Presi il telefono da sopra il comodino al mio fianco, analizzando il numero sbuffai ma poi risposi con uno scatto veloce.
-Ehi.- salutai annoiato, chiudendo un occhio e mugugnando evidentemente innervosito da quella chiamata inaspettata -Adesso? Ma... Grr, e va bene. Arrivo, arrivo.- sbottai, riattaccando malamente e infilandomelo in tasca.
-Chi era?- mi chiese innocente chinando il capo da un lato mentre si era messo a gambe incrociate.
-Jack, uno della mia squadra. Devo andare all'allenamento di football.- e scattai in piedi, avviandomi in camera per prendere il borsone, ascoltando il sottile "Oh..." deluso di Luffy che forse desiderava passare ancora del tempo con me.
Scendendo velocemente le scale lo guardai dirigersi verso la porta con aria mogia, così lo raggiunsi ed insieme uscimmo fuori. Lo guardai di sottecchi, reggendo con un braccio il borsone, sulla spalla.
-Ascolta, se vuoi puoi venire e restare sugli spalti. Non saresti di nessun disturbo, a volte anche gli altri vengono a vedermi, però potresti annoiarti.- lo avvisai, squadrandolo serio.
Sospirai indifferente, sapendo che avrebbe negato ma invece il suo volto si illuminò di gioia e in un attimo me lo ritrovai addosso di botto: mi avvolse il girovita con le gambe, e il collo con le sue braccia reggendosi da solo e annuendo ripetutamente. A quello scatto mi ero irrigidito, avvertendo un tiepido torpore che mi aveva circondato tutto il corpo ma poi sorrisi dolcemente accarezzandogli i capelli, liberi dal cappello che sventolava sulle sue spalle.
-Grazie.- sussurrò scendendo e iniziando a correre per raggiungere il campo prima di me.
Ghignai e lo seguì a ruota, desideroso di non farmi battere così facilmente in quella sfida.
 
Mi destai di soprassalto sentendo un peso sull'addome arrivato dal cielo, sgranando gli occhi mentre tossii per quella botta improvvisa.
-Ciao!- rise Luffy, togliendosi da sopra di me.
-Che ci fai qui?- domandai rauco prima di riprendermi del tutto.
-Oramai sono le 20:30, manca poco.- borbottò imbronciato.
Credeva che me ne fossi dimenticato, così lo rassicurai dicendogli che non era così e mi distesi di nuovo contro il tetto, pronto a riaddormentarmi guardando prima il cielo blu notte pieno di stelle e con una luna immensa al centro ed il tutto si poteva paragonare ad un maestoso quadro.
-Tu dormi tanto.- rise, mettendosi a gambe incrociate di fianco a me.
-Lo so.- borbottai, già ad occhi chiusi e con le braccia dietro la testa.
-Ti porti sempre le katana dietro?- mi domandò ed io mugugnai affermativo, non volendo rispondere a parole.
-Dai, non dormire.- protestò deluso, scuotendomi con forza e foga a tal punto da farmi rischiare di cadere dal tetto per la sua voglia di stare in compagnia.
-Va bene!- scattai con uno sbuffo e mi misi seduto, osservandolo dritto in faccia con un'occhiataccia.
-Finalmente.- e si mise in piedi energicamente -Andiamo!-
Ordinò tirandomi per la casacca bianca che mi ero cambiato dopo essere tornato a casa dall'allenamento a cui Luffy aveva assistito per qualche ora prima di andarsene via per colpa della solitudine. Lo notavo seduto sugli spalti ma alla fine, capendo che sarebbe andata per le lunghe aveva deciso di andarsene, salutandomi con la mano e correndo via.
Sbattei le palpebre e tornai alla realtà e con uno scatto gli feci mollare il mio indumento dalle mani, guardandolo scendere con un salto dal tetto e tenersi sempre con una mano il cappello in testa, per non farlo volare via nonostante la cordicella che circondava la base del suo collo sospirai amaramente, forse pentendomi di aver fatto la sua conoscenza, ma poi, riprendendo le katana, lo raggiunsi.
-Ehi, ma dove vai?- mi chiese mentre io proseguivo dalla parte opposta alla sua.
Venendomi a prendere per mano con un broncio bambinesco, borbottò:
-Perché vai di là, e di qui che dobbiamo andare!- e poi mi sorrise.
-E' ancora presto.- gli ricordai invece.
-E con ciò?- borbottò per poi controllare il telefono -In realtà mancano solo dieci minuti.- e rise ancora.
Lo ignorai e alla fine arrivammo a destinazione venendo accolti in quella accogliente casa da tutti i nostri amici per poi raggiungere il soggiorno dove la maggior parte ballava, cantava e suonava a tutto volume. Scrutai i soliti due proiettori in cima allo scaffale, su due lati opposti, che trasmettevano diversi e particolari giochi di luce sulle pareti, colorando di svariate tonalità il muro con puntini o fasci luminosi.
-Wow! Ma ci siete già tutti.- esclamò felice Luffy, sedendosi sul morbido divano accanto a Robin e Nami.
-Noi abitiamo qui.- lo corresse il cuoco accendendosi un'altra sigaretta, accanto alla finestra della cucina che era separata dal soggiorno solo da un muretto elegante.
-Fate tutti il college?- domandò curioso, con le mani sulle caviglie incrociate tra loro sul divano.
-No, solo Chopper e Usop. Ma visto che ci siamo trasferiti qui per la scuola, anche se l'abbiamo finita abbiamo deciso di pagare l'affitto e così ci fanno restare. Abbiamo deciso di fare così finché non finiscono loro due.- espose Nami, alzandosi per prendere da bere mentre Luffy si abbuffava già con il banchetto che era sull'enorme tavolo.
-E non disturbate con tutto questo baccano?- borbottò con la bocca piena di cibo.
-No. Questa è un'area dove, oltre agli studenti non c'è nessuno, e a quest'ora saranno tutti nei locali a divertirsi.- spiegò pacata, Robin, ridendo e tenendo in braccio la renna che lo salutò con una zampina mentre io mi ero seduto sul divano davanti a lui, iniziando a bere birra da un boccale.
-Ehi, Zoro!- chiamò Nami poggiando un vassoio con le bibite -Ti va una scommessa?- mi chiese con una piccola linguaccia, facendo vacillare a destra e a sinistra un boccale vuoto che reggeva dal manico.
-No, ti devo anche troppo con queste scommesse.- affermai seccato con gli occhi chiusi, e lei fece una smorfia delusa.
-E tu?- domandò poi rivolgendo un sorriso furbo a Luffy che, spaparanzato sul divano, aveva finito di mangiare e si teneva la pancia piena.
-Mhm... Va bene.- annuì deciso, ridacchiando dolce.
-Sai almeno in cosa consiste di preciso?- chiese Sanji con un ghigno lieve, con Nami che esultava, sapendo di poterci ricavare davvero molto.
-No.- rispose con naturalezza e innocenza.
-E' una gara a chi beve di più.- spiegò la renna, e Nami annuì, porgendogli un boccale pieno che lui prese con tutti gli occhi su di sé, bramosi di sapere il verdetto finale.
-Sicuro di volerlo fare? Sei astemio.- gli ricordai serio, sperando cambiasse idea: mettersi contro Nami scottava tutti.
-Non fa niente! Ho accettato e non mi tiro più indietro.- proclamò fiero scolandosi il primo bicchiere, seguito a ruota dalla ragazza che si sedette al suo fianco con in mezzo a noi il tavolino che traboccava di boccali ricolmi di sakè e rum.
 
 
Singhiozzai ripetutamente, barcollante, ormai del tutto ubriaco mentre sentivo il pavimento molle, cedere e dondolarsi ad ogni mio movimento facendomi venire le vertigini, e forse anche la nausea. Mi toccai la camicia sbottonata e la sentì bagnata dalla birra che per errore mi ero versato addosso, così ci risi su.
-Ehi...- sentì una voce opaca, ma non riconobbi la sua identità intanto che avvertivo una mano sulla mia spalla sorreggermi prima che cadessi. -Forse è meglio se ti riporto a casa.- borbottò ma la voce era troppo confusa e alle mie orecchie non arrivò nessun suono definito.
Risi divertito, senza pensieri, stringendo le mani contro un tessuto bianco e soffice davanti a me mentre sentivo voci ovattate tutte intorno a me, con alcune sagome sbiadite che danzavano ed altre che bevevano sommessamente tra mille colori che si versavano a terra come vernice fresca, con la mia sfidante che festeggiava la vittoria tra mille e altri liquori, sostenuta da un innamorato Sanji. Provai ad allontanarmi dalla figura dietro di me, non riuscendoci continuai a ridacchiare spensierato finché i muri, il pavimento, gli oggetti, tutto in quella sala non si tinse di un'inquietante colore rosso lasciandomi con il fiato mozzato e gli occhi sgranati. Le mie mani tremolavano inconsciamente nel vedere ogni cosa color sangue, quel sangue che mi perseguitava dal giorno dell'incidente. Singhiozzai, ma non per i bicchieri di troppo stavolta. Respirai con l'affanno, sentendo gli occhi lucidi ed il cuore che batteva all'impazzata come desideroso di uscire dal mio petto intanto che tutto si faceva più confuso, ogni attimo più intricato e terrificante del precedente, perché quel sangue cercava di raggiungermi, immergendo il pavimento dove c'ero solo io e lui ormai, e la stanza si scurì di nero, ma non abbastanza da farmi perdere i sensi.
-Luffy, che hai? Ti senti bene?- disse ancora quel qualcuno, quel ragazzo dalla maglia bianca di cui non ricordavo niente. Ero bloccato, sconnesso e spezzato in due da quel dolore.
Mi sentii scuotere e pensai che tutto stesse crollando come avvolto da un terremoto, tutto stava per svanire, tutto stava per scivolarmi dalle mani guardando tutto il luogo vorticare troppo veloce intorno a me in quell'oscurità mischiata di sangue viscido, ed io non potevo fare niente per fermarlo.
Decisi di tornare ad ispezionare la persona davanti a me non volendo cadere nel tetro oblio, ma fu un grosso errore. Non mi aspettavo di trovarmi di nuovo con le mani imbrattate di sangue e che ora si propagava contro la maglia del ragazzo, con il cuore in gola e i polmoni che non ricevettero più aria. Rimasi sconvolto, con il fiato sospeso all'amara consapevolezza che ogni cosa che toccavo distruggevo mentre sentivo le gambe cedermi. Ma in un attimo, prima di finire bruscamente a terra sotto il peso crudele della gravità mi sentì sollevare in braccio e fu bellissimo quel gesto, anche se non ne seppi il perché. Annaspai, strizzando forte gli occhi per non vedere più quella scena che mi traumatizzava.
-Ma... sei bollente.- commentò lui, e dopo avermi toccato la fronte tornò ad avvolgere con il braccio la mia schiena, all'altezza del mio ventre mentre l'altro arto continuava a tenermi le gambe sollevate da terra -Chopper, vieni.- chiamò ruggente, sembrava preoccupato, davvero tanto.
Mi sentì poi venire messo disteso su un divano mentre i rumori forti cessarono e delle voci iniziarono a sussurrare tra di loro di me, o forse sembrava solo a me che ci fosse tutto questo sussurrio. Avvertì qualcosa di freddo contro il mio petto che mi raggelò, irrigidendomi ma cercai di non pensarci, rigirandomi per alzarmi e mettermi seduto anche se la sbornia era troppo forte per me, e poi non ero riuscito a dormire nemmeno quella mattina ed ero davvero stanco in quel momento, come se tutto il sonno si fosse accavallato in quel momento facendomi perdere tutte le forze. Riaprì le palpebre, vacillando a tutto quel sangue che continuava a persistere e guardando la luce offuscarmi di più la vista intanto che venivo circondato dai ragazzi che cercavano di interagire a parole che io non capivo. Era tutto ovattato e incomprensibile, davvero fastidioso.
-I... Io sto bene.- sussurrai con un sorriso forzato.
Reggendomi a malapena in piedi e scrutandomi attorno alla ricerca del mio cappello che non avvertivo più su di me e della porta feci un passo avanti prima di essere avvolto dalle fiamme che si accesero da sotto il pavimento, impedendomi di proseguire. Quasi urlai per lo spavento, ma cercai di restare calmo, non potevo farmi vedere così da loro. E nonostante non capissi cosa stesse accadendo ricordavo esattamente quelle scene; erano quelle dei miei sogni, dei miei incubi peggiori.
Due volti conosciuti si pararono davanti a me e mi sentì morire, sgretolarmi nel nulla e quasi voler scoppiare a piangere, con il cuore che sembrava percorso da delle scariche brucianti che mi stremarono. Senza volere tornai a singhiozzare, con i brividi lungo la schiena consapevole che quelle persone davanti a me fossero morte.
-Mi dispiace... davvero tanto...- borbottai diretto a quei fantasmi con un tono spezzato, le guance bagnate, e le lacrime che scendevano copiose prima di svenire tra le braccia di qualcuno che si trovava difronte a me per prendermi, quel ragazzo perennemente dalla maglia bianca.

 
  
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