~ Tralalù ò_ò:
Per prima cosa, vorrei ringraziare chi mi ha
letta.
Pensavo di eliminare questa fic, nata come
piccolo sclero mentale.
Invece
ora, spero continuerete a seguirmi xD.
[Fossi in voi non lo farei,posso portare a
demenza senile]
Ah, il capitolo è dedicato a:Neko88.
Sì, Ciccia, proprio a te! ò_ò
Ora vi lascio alla storia. Io non la leggerei,
ma se proprio insistete…
Secondo
©: Legami di promesse.
Il
mio corpo era percosso da potenti fremiti di angoscia. Ero immobile, rossa in
viso ed avvampante di vergogna e timore, sotto gli occhi di sei ragazzi, che
tutto avevano tranne che una faccia rassicurante.
Mi
strinsi le mani, come per graffiarle a vicenda e trovare un modo per distrarmi
e fuggire.
No!
Non potevo fuggire. Avrei avuto una fine peggiore fuori da quella stanza
grondante di lussuria e sfarzo.
Ino,
enigmaticamente sorridente, mi porgeva con la candida mano il dolce. Cercai di
guardare altrove, di trovare una via di fuga esterna, per la quale nessuno mi
avrebbe mai seguita.
Inutile.
Inutile
e patetica strategia.
Cercai
conforto sulle facce di qualcuno dei presenti, sapendo benissimo che era una
mossa vana.
La
rosa si divincolava dal solletico o meglio dalle mani del grosso ragazzo
castano, che, come sempre, mi lanciava occhiatine fugaci e fameliche.
Allontanai
subito lo sguardo, delusa, posandolo sul ragazzo solare che mi aveva trattata
con tanta cordialità.
Si
stava dolcemente immergendo nella bocca del compagno, assaggiandone i bocconi
che quello, di tanto in tanto, cercava di mangiare in pace, ma allo stesso
tempo voglioso dell’insaziabilità dell’altro. Il solo guardarli era travolgete.
Seppure immobili nel loro piccolo istante di eccitante passione, lottavano
l’uno nella bocca dell’altro, con tanta veemenza e forza, da sembrare impossibile
concepire il pensiero che potessero vivere separati.
Erano
uno spettacolo singolare e fuori dagli schemi di quel mondo inspiegabilmente
perverso. Sarà stato perché era la prima volta che assistevo a tanta voglia
dell’altro che non potei fare a meno che invidiarli terribilmente. Erano
bellissimi, di quella bellezza sentimentale rara e data a pochi.
Erano
felici.
Mi
morsi un labro, famelica di quelle attenzioni, rendendomi conto che spettacoli
del genere mi erano appena stati concessi quanto e dove volevo.
Fu
quella la volta che buttai al vento i valori di una vita.
Ero
davanti a due scelte. Potevo scappare. Vigliacca come sono nessuno se ne
sarebbe sorpreso, nascondendo la mia innocenza nel mio solito goffo e timido
comportamento, oppure, potevo accettare di far parte di quel mondo a me tanto
estraneo. Desiderare la felicità di Naruto e forse trovare la mia. Scappare
così alle angherie di Temari, ma a quelle prezzo?
A
cosa stavo andando incontro?
Se
la paura e quell’aria di piacere, non mi avessero logorato i sensi e quel
briciolo di senno rimastomi, avrei scelto la prima strada, supplicando mia
madre per trovarmi una soluzione, ma invece, destino volle che l’unico pensiero
che il lato della mia mente, curioso e voglioso, potesse comprendere fosse di
affrontare per una volta le mie paura e dare addito ad ogni mio o loro,
ipotetico sfogo.
Tornai
a fissare gli occhi indaco e sicuri di sé della principessa, accettando il
croissant, che suggellò così un patto indissolubile.
Vendetti
così, la mia anima al demonio.
-
Benvenuta!- mi sussurrò lei mentre addentavo la pietanza, mentre le sue mani e
successivamente quelle di tutti gli altri, battevano un ritmo lento e
lusinghiero.
Con
calma, ad ogni morso, ritrovavo la serenità e il piacere di stare in quella
stanza, come quando ci misi piede sbadatamente. Mi sentivo fiera di me come mai
in tutti quegli anni. Mordevo sempre più avidamente, con sempre maggior
possesso di me e delle mie possibilità. Mangiavo in silenzio, in piedi
osservando l’angelo che mi aveva reso così. Non so nemmeno quanto in quei
minuti, le fossi riconoscente.
Ino,
vestita di un sorriso che nascondeva malizia e malignità, scostò la sedia alla
sua destra, accennandomi con la mano marmorea di sedermi al suo fianco.
Al
rumore, flebile delle gambe della sedia che strusciavano lungo il limpido
pavimento, i ragazzi si bloccarono, preoccupati e confusi. Tutti tranne il
ritroso Gaara, che lanciò solo un’occhiata muta verso il suono, per tornare ad
osservare i due piccioncini. Mi accorsi
così, che soffriva, in silenzio, curvando leggermente verso il basso, gli
angoli della bocca ad ogni bacio, sorriso e premura non dedicati a lui. Ciò che
gli vedevo non era tanto gelosia, quanto rammarico e frustrazione e compresi
che ciò che indossava era solo una maschera. Non compresi bene il perché di
quel suo atteggiamento apparentemente indifferente, né se ciò che avevo pensato
fossero solo mie ipotesi, ma ciò aumentò la pena che provavo per lui.
Però,
me lo sentivo.
Quel
tenebroso ragazzo era ferito gravemente.
Qualcuno,
forse l’allegro Naruto o il perspicace Sasuke, gli aveva spezzato il cuore.
-
Cosa stai facendo Ino?- domandò a mezza bocca Sakura, osservando la sua signora
preoccupata.
-
Sto mostrando il suo nuovo posto ad Hinata!- rispose repentina, come se la sua azione
fosse scontata e di facile comprensione.
-
L’ho notato.- aggiunse veloce il bocciolo di ciliegio, cercando di riprendere
un contegno.
-
Sembrava di no!- la guardò scettica l’apparente angelo al mio fianco, giocando
con i miei capelli lunghi e neri.- Come sono soffici e setosi.- mi sussurrò
all’orecchio – Hai altro di simile?-
Mi
voltai di scatto verso di lei, rossa e senza aver capito cosa volessero
significare le sue parole.
Provai
a dire qualcosa, ma la bocca mi si aprì e richiuse come fossi un pesce, senza
far uscire un fiato.
-
Ino!- si alzò Kankuro irritato sbattendo i palmi delle mani sul tavolo.
-
Calmati Kankuro!- cercò di rassicurarlo la rosa, posandogli una mano sul
fianco.
Kankuro
la scansò violento.
- A
che gioco stai giocando Ino?- le ringhiò – Ora che hai il giocattolino nuovo ,
ti sei dimenticata di ciò che abbiamo scoperto fino ad adesso?-
Ino gli scoccò uno sguardo ammonitore, pieno
di forza e cattiveria. Se fino a poco prima avevo sostenuto che quella ragazza
fosse il più magnifico degli angeli, ora dovevo ricredermi. La ragazza meglio
conosciuta come Ino, era il più perfido e sadico dei demoni. Non avevo mai
visto una persona desiderare punirne un’altra così avidamente ed intensamente.
Sembrava come se, dai suoi occhi, Ino cercasse di inghiottire in una spirale di
rimorsi e paure l’impudenza di Kankuro.
Stavamo
tutti osservando la reazione di Ino, impauriti. Anche gli altri avevano
appurato le mie stesse supposizioni riguardo lei e la sua apparenza.
Sarebbe
stato troppo strano, che tutta quella gente si facesse comandare a bacchetta,
per il puro di gusto di farlo. Certo, Ino era pur sempre la figlia della
Regina, ma pensate che, una volta all’interno della congrega, non distingui più
le persone per rango sociale, ma per il carisma e le abilità di ognuno. Io,
stranamente, pur non avendo alcuna abilità e peculiarità, fui sempre rispettata
ed ammirata. Forse, fu più per la strana
simpatia di Ino nei mie confronti che per semplice gentilezza.
- Lo
sai che Temari è infuriata con questa giovine e tu le dai anche la sua sedia?
Sai cosa succederà vero? Sai cosa stai causando?- proseguì il ragazzo. Le vene
gli pulsavano strette schiacciate sotto la pelle.
-
Sto ottenendo una prova Kankuro!- lo zittì acida e saccente lei.
-
Che prova?- si immischiò Naruto.
Alla
sinistra della principessa, si sentirono delle vaghe risate di scherno.
-
Cosa hai da ridere Sasuke?- lo ammonì Sakura.
La
sua voce era dura, ma non era tanto il comportamento del moro ad infastidirla. I
suoi occhi erano titubanti sul suo viso, scivolando sulla sua figura,
fissandone particolari insignificanti. Mani, bocca, bottoni della camicia, ma
mai osava guardarlo negli occhi.
Forse
il suo era timore o forse umiliazione o magari passione repressa. Tutte
possibili ipotesi, Sta al cuore decidere quale è più giusta.
Ma
il mio, che non aveva mai conosciuto amore, in quel momento non seppe dare una
risposta.
-
Scimmione che non sei altro.- accusò provocatorio il moro, astuto, Kankuro,
poggiando i gomiti sul tavolo e posando il mento sopra le mani congiunte – Lo
capisci che la nostra signora vuole solo provocare Temari?- lanciò un’occhiata
alla bionda al mio fianco, compiaciuto della sua loquacità.
Ino
sorrise flebilmente, accarezzandomi la nuca, come solitamente fanno le madri
apprensive. Le parole di Sasuke furono come pietre, capaci di infrangere i
cristalli che brillavano intorno a me. Tante piccole gioiose idee rilucenti.
Loro
mi stavano usando. Ma perché? Per quale scopo?
Ero
stordita, incredula. Però, Ino era pur sempre un demonio, da lei potevo
aspettarmi qualsiasi tranello.
-
Perciò principessa, l’hai fatta entrare nel gruppo solo per usarla a nostro
vantaggio?- cercò conferma Sakura, osservandomi costernata con i lucidi occhi
smeraldini.
-
Non proprio.- rispose improvvisamente lei.
Mi aspettavo
si sarebbe limitata ad annuire. Speravo di non dover sentire la sua voce
ammettere che io ero solo un burattino, ma quelle parole, così misteriose ed
allo stesso tempo comprensibili, mi rincuorarono di una meravigliosa gioia.
-
Hinata, sai cosa siamo noi?- mi domandò pacata.
I
partecipanti alla riunione seguivano silenziosi, senza muovere un muscolo. Mi
guardai intorno, in cerca di vane risposte. Notai che persino Gaara, ora era
vigile ed attento, fissandomi impassibile attraverso gli offuscati occhi
acquamarina.
-
N-nobili?- balbettai a disagio.
Ino
scoppiò in una fragorosa risata, mista a semplice divertimento e sbigottimento
per tanta stupidità.
-
No, mia adorata.- tornò sorprendentemente seria, mutando drasticamente e
velocemente espressione, fissandomi ipnotica con i suoi intensi occhi – Noi
siamo dei detective, diciamo.-
-
D-detective?- chiesi ancora più sorpresa e stupita.
-
Esatto.-mi picchiettò l’indice sulla bocca – Devi sapere che qualcuno cospira
alle spalle di mia madre ed a me, essendo
piccola ed insospettabile, mi hanno chiesto di indagare riguardo alla faccenda,
naturalmente concedendomi ogni sorta di immunità per ogni mia azione.- sorrise
compiaciuta dell’onore, sbattendo le palpebre – Ho così formato un gruppo, col
compito di scoprire chi o cosa si cela dietro a questa cospirazione, avendo in
cambio dei servigi resi, immunità e libertà per ogni loro azione.-
La
guardai torva, immersa nei suoi intrigati ragionamenti.
- Ad
esempio; mi serviva qualcuno di sveglio. Trovai Sasuke, che, però, doveva
reprimere i suoi sentimenti per Naruto. Io gli offrii la libertà di professare
il loro amore senza conseguenza per loro e le loro famiglie e in cambio mi
avrebbero aiutata.- si voltò verso gli innamorati – Naruto un po’ meno.-
aggiunse.
- Io
faccio da mascotte- aggiunse allegro e spensierato quello, sbracciandosi, non
avendo compreso la battuta detta dalla principessa.
- Insieme a Sasuke e Sakura, mia cugina, conoscemmo la baronessa ed il barone
Sabaku. Questi avevano tre figli, Temari, Kankuro e Gaara. Dal momento in cui misero
piede in questa reggia, le minacce e gli attentati verso mia madre si
moltiplicarono enormemente.- il suo sguardo cercò quello dei componenti della
famigli Sabaku, come ad indurli a proseguire il racconto. Io ero rimasta sorpresa
dallo scoprire che quei tre fossero imparentati. Erano completamente diversi
sia caratterialmente che fisicamente. Ma ciò che non riuscivo a comprendere,
era perché facessero parte della Casa.
Kankuro,
accorto della richiesta sorda di Ino prese la parola, respirando profondamente.
-
Neanche noi sappiamo perché siamo venuti, semplicemente il Re ha insistito per
averci a corte. Io, mia sorella e mio fratello, non siamo mai andati molto
d’accordo, né tra noi né con i nostri familiari. Ciò che mi stupì maggiormente, era la strana
affinità, appena giunti, tra mia madre e mia sorella. Mi confidai con Gaara,
che, però, non mi fu di grande aiuto, ma neanche si intromise nella mia ricerca
della verità. Conobbi così Ino, che tentò di sedurmi – un leggero tono amaro
accentuò quelle parole, come irritato da quella presa in giro – e le confidai i
miei sospetti. Lei, ipotizzò che poteva
esserci una connessione, tra le stranezze nella mia famiglia e le minacce
rivolte alla Regina.- le lanciò un’occhiata di sdegno- Così, mi chiese di
entrare a far parte della sua congrega insieme a mio fratello e di raccontare
lo stesso a mia sorella ed invogliarla, con qualsiasi promessa e lusinga, ad
unirsi a noi.-concluse sedendosi.
-
Capisci ora Hinata?- mi chiese gentilmente la bionda, alzandomi il mento verso
il suo viso con la punta dell’indice candido e freddo - Sospettavo di Temari e
l’ho portata da me, per poterla tenere a bada e vedere le sue mosse, ma poi sei
arrivata tu e l’hai fatta scappare.- mi lasciò i viso, bruciandomi con il tono
della voce - Ce l’avevamo in pugno, eravamo così vicini a sapere cosa tramasse
e tu hai rovinato tutto, ma poi ho pensato: “Usiamo la ragazza, lei farà esasperare
Temari e se ci casca si scoprirà da sola, in cambio, le salveremo la permanenza
nella reggia.”- concluse.
Mi
girai intorno, gli altri componenti evitavano il mio sguardo.
-
Perciò,- cercai di schiarirmi le idee, ma avevo la bocca terribilmente secca e
la voce debole –voi mi state usando!?-
-
Non lo definirei usare. Ci stiamo aiutando a vicenda.- precisò la bionda,
accavallando le gambe.
Ero
finita in trappola, proprio come una mosca nella ragnatela. Non potevo
scappare, né divincolarmi. La mia permanenza a Versailles era condannata. Non
mi restava altra scelta che sottostare ai voleri di quel demonio.
-
Cosa devo fare?- domandai rassegnata, trattenendo le lacrime e abbassando il
capo.
- Mi
fa piacere che ti sia decisa a collaborare di tua iniziativa.- Ino si alzò dal
tavolo, seguita da Kankuro, Naruto e Sasuke. Chiudendosi la porta dietro si se,
senza richiamare chi si era fermato, né voltarsi verso di me o rassicurarmi e
cercare di farmi sentire a kmo agio com’è compito della padrona di casa.
Ero
diventata una marionetta, nulla di più, nulla di meno. Non potevo fare altro
che sottostare al volere di qualcuno, era lo stesso con mia madre, mia sorella
e mio padre. Ero solo una debole.
Il
pensiero di aver perso la libertà che mi era sempre stata negata, mi fece
sprofondare in un profondo baratro emotivo. Se dovevo essere un pupazzo, tanto
valeva perdere anche l’anima.
Singhiozzai,
cercando di non farmi sentire, ma l’eco mi sgamò, rimbombando maligno.
Insieme
a me, erano rimasti Gaara e Sakura.
Lei,
mi guardava benevola, comprendendo il mio dolore o immaginando quanto fosse
terribile e mi si avvicinò, abbracciandomi e sfregandomi le spalle, scosse dai
singhiozzi sempre più forti. Mi vergognavo ad alzare il viso e vederla benevola
accanto a me. Mi vergognavo a farmi vedere piangere, come era mio solito, ma
soprattutto, temevo un giudizio, un’etichetta che mi ero portata dietro come pesante
macigno per anni.
Non
volevo pensassero che fossi totalmente inutile.
- Se
ti può consolare, anche io e Gaara soffriamo sai?- cercò di consolarmi
baciandomi ogni tanto la testa.
-
Vedi, - mi scostò una ciocca umida di capelli appiccicati al volto – anche a
noi Ino ci ha fatto delle promesse e ci tiene stretti a sé attraverso le nostre
debolezze.-
Cercai
di farmi coraggio, anche per non essere scortese verso Sakura. In lacrime,
cercai di alzare la faccia verso di lei, gentile e disponibile.
- A
voi che ha promesso?- chiesi curiosa, tra un singhiozzo e l’altro.
- La
stessa cosa!- mi rispose il rosso guardandomi con la sua solita maschera
incurante.
- Ci
ha promesso che avremmo avuto rispettivamente Sasuke e Naruto.- mi spiegò
Sakura in un sussurro di disappunto schifato.
Chissà
perché mi sorpresi tanto a sentire quelle promesse al vento. Da Ino si deve
essere pronti ad aspettarsi di tutto.
Il
sacrificio di pochi, per il tuo beneficio.
Non
ripetevi sempre queste parole, Ino?
- Ci
ha promesso che avrebbe diviso quei due.- concluse Gaara con la sua voce ferma
e tombale, troppo dura e scorbutica per un ragazzo della sua giovane età.
Lì
per lì, mi sembrò qualcosa di inaudito, ripensando al forte legame tra i due innamorati.
Credevo che, se Ino fosse un demonio, Gaara e Sakura non le erano da meno.
Pensavo che fosse orrendo separare due amanti, che avevano faticato tanto per
avere un po’ di pace. Ritenevo Sakura e Gaara solamente due egoisti senza
principi né ritegno.
Ora
invece riesco a comprenderli e non li biasimo affatto.
Io
al loro posto avrei fatto di peggio.
Ciò
che più mi domandai a quel tempo non era tanto se Ino avrebbe mantenuto le sue
promesse, che si scioglievano l’una per mantenere le altre, ma: cosa ci avrebbe
guadagnato alla fine lei?
Avrei
preferito non conoscere mai la risposta.
~
Recensioni:
YUKO CHAN : Grazie dei calorosi complimenti, ne sono
onorata, soprattutto perché sono una tua fun xD.
Infatti, mi sono divertita moltissimo a leggere “
Un’estate movimentata” e se non ricordo
male il titolo, eventualmente correggimi “ Sabaku, due Uchiha e un Dobe in
fuga”. Spero ti sia piaciuto questo capitolo. Pensavo di dedicarti il prossimo xD.
Mi piace scrivere dedicando le mie opere a qualcuno. Lo trovo ispirativo. Spero
che non mi abbandonerai adesso. Al prossimo cap.
Karin93 : Grazie del complimento, mi
ha fatto piacere sapere che hai trovato carino l’inizio. Spero che ti sia
piaciuto anche questo capitolo. Mi spiace che ti sia spaventata cercando di
immedesimarti in Hinata xD, ma ho cercato di attenermi il più possibile al suo
carattere in una circostanza simile.
A presto cara, spero non mi abbandonerai.
Ringrazio anche chi mi ha messo tra i preferiti e le
seguite. Spero non mi abbandoniate proprio adesso, il meglio deve ancora
venire.
Chu <3