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Autore: marziaaadm    26/07/2009    3 recensioni
Versailles, quanti segreti!
La giovane Hinata si trasferisce nella sfarzosa reggia insieme alla madre. Da quel giorno la sua vita subirà una svolta importantissima per lei ed i partecepanti al famoso quanto misterioso gruppo denominato: La casa delle Bambole.
Qual'è il loro compito?
Ma sopratutto, chi o cosa, trama alle loro spalle?
Tra amori, balli di gala e misteri apparentemente irrisolvibili, la tenera Hinata percorrerà la sua strada di ricordi fino al fatidico finale.
Siete pronti ad entrare a corte?
Genere: Romantico, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 2

~ Tralalù ò_ò:

Per prima cosa, vorrei ringraziare chi mi ha letta.
Pensavo di eliminare questa fic, nata come piccolo sclero mentale.
Invece ora, spero continuerete a seguirmi xD.
[Fossi in voi non lo farei,posso portare a demenza senile]
Ah, il capitolo è dedicato a:Neko88.
Sì, Ciccia, proprio a te! ò_ò
Ora vi lascio alla storia. Io non la leggerei, ma se proprio insistete…

 

 

 

 

 

Secondo ©: Legami di promesse.

 

Il mio corpo era percosso da potenti fremiti di angoscia. Ero immobile, rossa in viso ed avvampante di vergogna e timore, sotto gli occhi di sei ragazzi, che tutto avevano tranne che una faccia rassicurante.
Mi strinsi le mani, come per graffiarle a vicenda e trovare un modo per distrarmi e fuggire.
No! Non potevo fuggire. Avrei avuto una fine peggiore fuori da quella stanza grondante di lussuria e sfarzo.
Ino, enigmaticamente sorridente, mi porgeva con la candida mano il dolce. Cercai di guardare altrove, di trovare una via di fuga esterna, per la quale nessuno mi avrebbe mai seguita.
Inutile.
Inutile e patetica strategia.
Cercai conforto sulle facce di qualcuno dei presenti, sapendo benissimo che era una mossa vana.
La rosa si divincolava dal solletico o meglio dalle mani del grosso ragazzo castano, che, come sempre, mi lanciava occhiatine fugaci e fameliche.
Allontanai subito lo sguardo, delusa, posandolo sul ragazzo solare che mi aveva trattata con tanta cordialità.
Si stava dolcemente immergendo nella bocca del compagno, assaggiandone i bocconi che quello, di tanto in tanto, cercava di mangiare in pace, ma allo stesso tempo voglioso dell’insaziabilità dell’altro. Il solo guardarli era travolgete. Seppure immobili nel loro piccolo istante di eccitante passione, lottavano l’uno nella bocca dell’altro, con tanta veemenza e forza, da sembrare impossibile concepire il pensiero che potessero vivere separati.
Erano uno spettacolo singolare e fuori dagli schemi di quel mondo inspiegabilmente perverso. Sarà stato perché era la prima volta che assistevo a tanta voglia dell’altro che non potei fare a meno che invidiarli terribilmente. Erano bellissimi, di quella bellezza sentimentale rara e data a pochi.
Erano felici.
Mi morsi un labro, famelica di quelle attenzioni, rendendomi conto che spettacoli del genere mi erano appena stati concessi quanto e dove volevo.
Fu quella la volta che buttai al vento i valori di una vita.
Ero davanti a due scelte. Potevo scappare. Vigliacca come sono nessuno se ne sarebbe sorpreso, nascondendo la mia innocenza nel mio solito goffo e timido comportamento, oppure, potevo accettare di far parte di quel mondo a me tanto estraneo. Desiderare la felicità di Naruto e forse trovare la mia. Scappare così alle angherie di Temari, ma a quelle prezzo?
A cosa stavo andando incontro?
Se la paura e quell’aria di piacere, non mi avessero logorato i sensi e quel briciolo di senno rimastomi, avrei scelto la prima strada, supplicando mia madre per trovarmi una soluzione, ma invece, destino volle che l’unico pensiero che il lato della mia mente, curioso e voglioso, potesse comprendere fosse di affrontare per una volta le mie paura e dare addito ad ogni mio o loro, ipotetico sfogo.
Tornai a fissare gli occhi indaco e sicuri di sé della principessa, accettando il croissant, che suggellò così un patto indissolubile.
Vendetti così, la mia anima al demonio.
- Benvenuta!- mi sussurrò lei mentre addentavo la pietanza, mentre le sue mani e successivamente quelle di tutti gli altri, battevano un ritmo lento e lusinghiero.
Con calma, ad ogni morso, ritrovavo la serenità e il piacere di stare in quella stanza, come quando ci misi piede sbadatamente. Mi sentivo fiera di me come mai in tutti quegli anni. Mordevo sempre più avidamente, con sempre maggior possesso di me e delle mie possibilità. Mangiavo in silenzio, in piedi osservando l’angelo che mi aveva reso così. Non so nemmeno quanto in quei minuti, le fossi riconoscente.
Ino, vestita di un sorriso che nascondeva malizia e malignità, scostò la sedia alla sua destra, accennandomi con la mano marmorea di sedermi al suo fianco.
Al rumore, flebile delle gambe della sedia che strusciavano lungo il limpido pavimento, i ragazzi si bloccarono, preoccupati e confusi. Tutti tranne il ritroso Gaara, che lanciò solo un’occhiata muta verso il suono, per tornare ad osservare i due piccioncini.  Mi accorsi così, che soffriva, in silenzio, curvando leggermente verso il basso, gli angoli della bocca ad ogni bacio, sorriso e premura non dedicati a lui. Ciò che gli vedevo non era tanto gelosia, quanto rammarico e frustrazione e compresi che ciò che indossava era solo una maschera. Non compresi bene il perché di quel suo atteggiamento apparentemente indifferente, né se ciò che avevo pensato fossero solo mie ipotesi, ma ciò aumentò la pena che provavo per lui.
Però, me lo sentivo.
Quel tenebroso ragazzo era ferito gravemente.
Qualcuno, forse l’allegro Naruto o il perspicace Sasuke, gli aveva spezzato il cuore.
- Cosa stai facendo Ino?- domandò a mezza bocca Sakura, osservando la sua signora preoccupata.
- Sto mostrando il suo nuovo posto ad Hinata!- rispose repentina, come se la sua azione fosse scontata e di facile comprensione.
- L’ho notato.- aggiunse veloce il bocciolo di ciliegio, cercando di riprendere un contegno.
- Sembrava di no!- la guardò scettica l’apparente angelo al mio fianco, giocando con i miei capelli lunghi e neri.- Come sono soffici e setosi.- mi sussurrò all’orecchio – Hai altro di simile?-
Mi voltai di scatto verso di lei, rossa e senza aver capito cosa volessero significare le sue parole.
Provai a dire qualcosa, ma la bocca mi si aprì e richiuse come fossi un pesce, senza far uscire un fiato.
- Ino!- si alzò Kankuro irritato sbattendo i palmi delle mani sul tavolo.
- Calmati Kankuro!- cercò di rassicurarlo la rosa, posandogli una mano sul fianco.
Kankuro la scansò violento.
- A che gioco stai giocando Ino?- le ringhiò – Ora che hai il giocattolino nuovo , ti sei dimenticata di ciò che abbiamo scoperto fino ad adesso?-
Ino gli scoccò uno sguardo ammonitore, pieno di forza e cattiveria. Se fino a poco prima avevo sostenuto che quella ragazza fosse il più magnifico degli angeli, ora dovevo ricredermi. La ragazza meglio conosciuta come Ino, era il più perfido e sadico dei demoni. Non avevo mai visto una persona desiderare punirne un’altra così avidamente ed intensamente. Sembrava come se, dai suoi occhi, Ino cercasse di inghiottire in una spirale di rimorsi e paure l’impudenza di Kankuro.
Stavamo tutti osservando la reazione di Ino, impauriti. Anche gli altri avevano appurato le mie stesse supposizioni riguardo lei e la sua apparenza.
Sarebbe stato troppo strano, che tutta quella gente si facesse comandare a bacchetta, per il puro di gusto di farlo. Certo, Ino era pur sempre la figlia della Regina, ma pensate che, una volta all’interno della congrega, non distingui più le persone per rango sociale, ma per il carisma e le abilità di ognuno. Io, stranamente, pur non avendo alcuna abilità e peculiarità, fui sempre rispettata ed ammirata. Forse,  fu più per la strana simpatia di Ino nei mie confronti che per semplice gentilezza.
- Lo sai che Temari è infuriata con questa giovine e tu le dai anche la sua sedia? Sai cosa succederà vero? Sai cosa stai causando?- proseguì il ragazzo. Le vene gli pulsavano strette schiacciate sotto la pelle.
- Sto ottenendo una prova Kankuro!- lo zittì acida e saccente lei.
- Che prova?- si immischiò Naruto.
Alla sinistra della principessa, si sentirono delle vaghe risate di scherno.
- Cosa hai da ridere Sasuke?- lo ammonì Sakura.
La sua voce era dura, ma non era tanto il comportamento del moro ad infastidirla. I suoi occhi erano titubanti sul suo viso, scivolando sulla sua figura, fissandone particolari insignificanti. Mani, bocca, bottoni della camicia, ma mai osava guardarlo negli occhi.
Forse il suo era timore o forse umiliazione o magari passione repressa. Tutte possibili ipotesi, Sta al cuore decidere quale è più giusta.
Ma il mio, che non aveva mai conosciuto amore, in quel momento non seppe dare una risposta.
- Scimmione che non sei altro.- accusò provocatorio il moro, astuto, Kankuro, poggiando i gomiti sul tavolo e posando il mento sopra le mani congiunte – Lo capisci che la nostra signora vuole solo provocare Temari?- lanciò un’occhiata alla bionda al mio fianco, compiaciuto della sua loquacità.
Ino sorrise flebilmente, accarezzandomi la nuca, come solitamente fanno le madri apprensive. Le parole di Sasuke furono come pietre, capaci di infrangere i cristalli che brillavano intorno a me. Tante piccole gioiose idee rilucenti.
Loro mi stavano usando. Ma perché? Per quale scopo?
Ero stordita, incredula. Però, Ino era pur sempre un demonio, da lei potevo aspettarmi qualsiasi tranello.
- Perciò principessa, l’hai fatta entrare nel gruppo solo per usarla a nostro vantaggio?- cercò conferma Sakura, osservandomi costernata con i lucidi occhi smeraldini.
- Non proprio.- rispose improvvisamente lei.
Mi aspettavo si sarebbe limitata ad annuire. Speravo di non dover sentire la sua voce ammettere che io ero solo un burattino, ma quelle parole, così misteriose ed allo stesso tempo comprensibili, mi rincuorarono di una meravigliosa gioia.
- Hinata, sai cosa siamo noi?- mi domandò pacata.
I partecipanti alla riunione seguivano silenziosi, senza muovere un muscolo. Mi guardai intorno, in cerca di vane risposte. Notai che persino Gaara, ora era vigile ed attento, fissandomi impassibile attraverso gli offuscati occhi acquamarina.
- N-nobili?- balbettai a disagio.
Ino scoppiò in una fragorosa risata, mista a semplice divertimento e sbigottimento per tanta stupidità.
- No, mia adorata.- tornò sorprendentemente seria, mutando drasticamente e velocemente espressione, fissandomi ipnotica con i suoi intensi occhi – Noi siamo dei detective, diciamo.-
- D-detective?- chiesi ancora più sorpresa e stupita.
- Esatto.-mi picchiettò l’indice sulla bocca – Devi sapere che qualcuno cospira alle spalle di mia madre ed  a me, essendo piccola ed insospettabile, mi hanno chiesto di indagare riguardo alla faccenda, naturalmente concedendomi ogni sorta di immunità per ogni mia azione.- sorrise compiaciuta dell’onore, sbattendo le palpebre – Ho così formato un gruppo, col compito di scoprire chi o cosa si cela dietro a questa cospirazione, avendo in cambio dei servigi resi, immunità e libertà per ogni loro azione.-
La guardai torva, immersa nei suoi intrigati ragionamenti.
- Ad esempio; mi serviva qualcuno di sveglio. Trovai Sasuke, che, però, doveva reprimere i suoi sentimenti per Naruto. Io gli offrii la libertà di professare il loro amore senza conseguenza per loro e le loro famiglie e in cambio mi avrebbero aiutata.- si voltò verso gli innamorati – Naruto un po’ meno.- aggiunse.
- Io faccio da mascotte- aggiunse allegro e spensierato quello, sbracciandosi, non avendo compreso la battuta detta dalla principessa.
- Insieme a Sasuke e Sakura, mia cugina, conoscemmo la baronessa ed il barone Sabaku. Questi avevano tre figli, Temari, Kankuro e Gaara. Dal momento in cui misero piede in questa reggia, le minacce e gli attentati verso mia madre si moltiplicarono enormemente.- il suo sguardo cercò quello dei componenti della famigli Sabaku, come ad indurli a proseguire il racconto. Io ero rimasta sorpresa dallo scoprire che quei tre fossero imparentati. Erano completamente diversi sia caratterialmente che fisicamente. Ma ciò che non riuscivo a comprendere, era perché facessero parte della Casa.
Kankuro, accorto della richiesta sorda di Ino prese la parola, respirando profondamente.
- Neanche noi sappiamo perché siamo venuti, semplicemente il Re ha insistito per averci a corte. Io, mia sorella e mio fratello, non siamo mai andati molto d’accordo, né tra noi né con i nostri familiari. Ciò  che mi stupì maggiormente, era la strana affinità, appena giunti, tra mia madre e mia sorella. Mi confidai con Gaara, che, però, non mi fu di grande aiuto, ma neanche si intromise nella mia ricerca della verità. Conobbi così Ino, che tentò di sedurmi – un leggero tono amaro accentuò quelle parole, come irritato da quella presa in giro – e le confidai i miei sospetti.  Lei, ipotizzò che poteva esserci una connessione, tra le stranezze nella mia famiglia e le minacce rivolte alla Regina.- le lanciò un’occhiata di sdegno- Così, mi chiese di entrare a far parte della sua congrega insieme a mio fratello e di raccontare lo stesso a mia sorella ed invogliarla, con qualsiasi promessa e lusinga, ad unirsi a noi.-concluse  sedendosi.
- Capisci ora Hinata?- mi chiese gentilmente la bionda, alzandomi il mento verso il suo viso con la punta dell’indice candido e freddo - Sospettavo di Temari e l’ho portata da me, per poterla tenere a bada e vedere le sue mosse, ma poi sei arrivata tu e l’hai fatta scappare.- mi lasciò i viso, bruciandomi con il tono della voce - Ce l’avevamo in pugno, eravamo così vicini a sapere cosa tramasse e tu hai rovinato tutto, ma poi ho pensato: “Usiamo la ragazza, lei farà esasperare Temari e se ci casca si scoprirà da sola, in cambio, le salveremo la permanenza nella reggia.”- concluse.
Mi girai intorno, gli altri componenti evitavano il mio sguardo.
- Perciò,- cercai di schiarirmi le idee, ma avevo la bocca terribilmente secca e la voce debole –voi mi state usando!?-
- Non lo definirei usare. Ci stiamo aiutando a vicenda.- precisò la bionda, accavallando le gambe.
Ero finita in trappola, proprio come una mosca nella ragnatela. Non potevo scappare, né divincolarmi. La mia permanenza a Versailles era condannata. Non mi restava altra scelta che sottostare ai voleri di quel demonio.
- Cosa devo fare?- domandai rassegnata, trattenendo le lacrime e abbassando il capo.
- Mi fa piacere che ti sia decisa a collaborare di tua iniziativa.- Ino si alzò dal tavolo, seguita da Kankuro, Naruto e Sasuke. Chiudendosi la porta dietro si se, senza richiamare chi si era fermato, né voltarsi verso di me o rassicurarmi e cercare di farmi sentire a kmo agio com’è compito della padrona di casa.
Ero diventata una marionetta, nulla di più, nulla di meno. Non potevo fare altro che sottostare al volere di qualcuno, era lo stesso con mia madre, mia sorella e mio padre. Ero solo una debole.
Il pensiero di aver perso la libertà che mi era sempre stata negata, mi fece sprofondare in un profondo baratro emotivo. Se dovevo essere un pupazzo, tanto valeva perdere anche l’anima.
Singhiozzai, cercando di non farmi sentire, ma l’eco mi sgamò, rimbombando maligno.
Insieme a me, erano rimasti Gaara e Sakura.
Lei, mi guardava benevola, comprendendo il mio dolore o immaginando quanto fosse terribile e mi si avvicinò, abbracciandomi e sfregandomi le spalle, scosse dai singhiozzi sempre più forti. Mi vergognavo ad alzare il viso e vederla benevola accanto a me. Mi vergognavo a farmi vedere piangere, come era mio solito, ma soprattutto, temevo un giudizio, un’etichetta che mi ero portata dietro come pesante macigno per anni.
Non volevo pensassero che fossi totalmente inutile.
- Se ti può consolare, anche io e Gaara soffriamo sai?- cercò di consolarmi baciandomi ogni tanto la testa.
- Vedi, - mi scostò una ciocca umida di capelli appiccicati al volto – anche a noi Ino ci ha fatto delle promesse e ci tiene stretti a sé attraverso le nostre debolezze.-
Cercai di farmi coraggio, anche per non essere scortese verso Sakura. In lacrime, cercai di alzare la faccia verso di lei, gentile e disponibile.
- A voi che ha promesso?- chiesi curiosa, tra un singhiozzo e l’altro.
- La stessa cosa!- mi rispose il rosso guardandomi con la sua solita maschera incurante.
- Ci ha promesso che avremmo avuto rispettivamente Sasuke e Naruto.- mi spiegò Sakura in un sussurro di disappunto schifato.
Chissà perché mi sorpresi tanto a sentire quelle promesse al vento. Da Ino si deve essere pronti ad aspettarsi di tutto.
Il sacrificio di pochi, per il tuo beneficio.
Non ripetevi sempre queste parole, Ino?
- Ci ha promesso che avrebbe diviso quei due.- concluse Gaara con la sua voce ferma e tombale, troppo dura e scorbutica per un ragazzo della sua giovane età.
Lì per lì, mi sembrò qualcosa di inaudito, ripensando al forte legame tra i due innamorati. Credevo che, se Ino fosse un demonio, Gaara e Sakura non le erano da meno. Pensavo che fosse orrendo separare due amanti, che avevano faticato tanto per avere un po’ di pace. Ritenevo Sakura e Gaara solamente due egoisti senza principi né ritegno.
Ora invece riesco a comprenderli e non li biasimo affatto.
Io al loro posto avrei fatto di peggio.
Ciò che più mi domandai a quel tempo non era tanto se Ino avrebbe mantenuto le sue promesse, che si scioglievano l’una per mantenere le altre, ma: cosa ci avrebbe guadagnato alla fine lei?
Avrei preferito non conoscere mai la risposta.

 

 

~ Recensioni:

 

 YUKO CHAN :  Grazie dei calorosi complimenti, ne sono onorata, soprattutto perché sono una tua fun xD.

Infatti, mi sono divertita moltissimo a leggere “ Un’estate movimentata” e  se non ricordo male il titolo, eventualmente correggimi “ Sabaku, due Uchiha e un Dobe in fuga”. Spero ti sia piaciuto questo capitolo. Pensavo di dedicarti il prossimo xD. Mi piace scrivere dedicando le mie opere a qualcuno. Lo trovo ispirativo. Spero che non mi abbandonerai adesso. Al prossimo cap.

 

Karin93 : Grazie del complimento, mi ha fatto piacere sapere che hai trovato carino l’inizio. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Mi spiace che ti sia spaventata cercando di immedesimarti in Hinata xD, ma ho cercato di attenermi il più possibile al suo carattere in una circostanza simile.

A presto cara, spero non mi abbandonerai.

 

Ringrazio anche chi mi ha messo tra i preferiti e le seguite. Spero non mi abbandoniate proprio adesso, il meglio deve ancora venire.

Chu <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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