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Autore: Mooky    15/07/2019    1 recensioni
STORIA INTERATTIVA- ISCRIZIONI PROROGATE AL 31 LUGLIO
Hogwarts, 1930. Horace Lumacorno, giovane professore di Pozioni e capocasa Serpeverde, recluta gli studenti più promettenti nel proprio circolo d'élite che chiama Lumaclub. Intanto ,fuori dalle mura del castello, il mondo magico è in tumulto, scosso dalle nefandezze del mago oscuro Gellert Grindelwald e alla sua ideologia che punta alla dominazione dei Babbani. In questo clima di tensione, in quanto fiori all'occhiello della gioventù magica, i membri del club saranno chiamati a decidere da quale parte della barricata vogliono stare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Prologo- parte 2
 
1° Settembre 1930, Espresso per Hogwarts, in un punto imprecisato della campagna scozzese
 
Avevano salutato pochi minuti prima la madre e la sorellina di dieci anni, Josephine, alla stazione. La bambina era in lacrime, desiderosa di partire con loro. e Peter cercava di consolarla.
“Manca solo un anno. Fra poco potrai andare ad Hogwarts ed imparare tutti gli incantesimi che vuoi. Poi ho sentito che faranno portare le scope anche a quelli del primo anno, magari te ne comprerò una” aggiunse dato che lungo le guance della sorella continuavano a scendere grossi lucciconi. Poi colse lo sguardo preoccupato della madre: i manici di scopa costavano e loro, da quando il loro padre risultava disperso in una missione del dipartimento auror, non navigavano in acque propriamente floride. “Oppure ti darò il mio, così me ne comprerò uno nuovo, tanto non mi servirà subito” aveva quindi aggiunto velocemente.
“Te lo scordi, quello lo prendo io!” si era inserito nel discorso Edward “E poi al massimo Josie può iscriversi al Club di Gobbiglie” aveva aggiunto prendendola in giro, sarcastico; Josephine tornò a piangere e Peter guardò il fratello infastidito.
“Non riesci proprio a stare zitto?”
“Stavo solo scherzando. Tranquilla Josie, se non ti prende il Club di Gobbiglie puoi provare il Coro delle rane” aveva rincarato la dose il fratello, con un luccichio irriverente nello sguardo.
Peter aprì la bocca per insultarlo, ma sua madre lo precedette, preoccupata dal degenerare della conversazione: “Basta così, tutti e due. Josephine, amore, devi aspettare solo un anno, passerà in fretta e poi Edward ti darà la sua vecchia scopa, se vuole prendere quella di Peter.”
“Ma non ci sarà Peter l’anno prossimo” piagnucolò la bambina. Edward alzò gli occhi al cielo.
Il fratello maggiore si inginocchiò in modo da arrivare alla sua stessa altezza. “Vorrà dire che ci sarà un posto per te nella squadra di Quidditch, visto che mi aspetto che tu sia una Grifondoro”. Alle sue spalle Edward alzò nuovamente gli occhi al cielo, poi si lasciò abbracciare dalla madre, che lo guardava ansiosamente. “Edward, per favore tesoro, comportati bene e ascolta tuo fratello”.
“Lo faccio sempre mamma, non preoccuparti” replicò vagamente ironico sciogliendosi in fretta, ma gentilmente, dall’abbraccio.  Anche Peter abbracciò la madre che gli raccomandò di tenere d’occhio il fratello e di scrivere spesso, poi i due attraversarono la barriera che separava il binario 9 e ¾ dal mondo babbano.
Una volta sul binario Peter era esploso contro il fratello: “Non la potevi lasciare in pace? Lo sapevi benissimo che si sarebbe messa a piangere, idiota!”
“Ho detto che stavo scherzando, qual è il tuo problema?” Sibilò l'altro.
“Il mio problema sei tu. Quando metterai un  po’ di giudizio?”
“Oh senti da che pulpito viene la predica!” Edward scoppiò a ridere “Fino all’anno scorso la parola giudizio non esisteva nel tuo vocabolario ed ora vieni a farmi la predica? Piantala, non sei papà, Peter!” e ringhiate le ultime parole il fratello si era volto a grandi passi verso il treno quasi in partenza.

Ed ora, dopo quelle grandi manifestazioni di affetto fraterno, Peter camminava lungo il corridoio del treno lanciando di quando in quando un’occhiata dentro gli scompartimenti alla ricerca dei propri amici. Si volto indietro verso il fratello che sbuffò, mentre trascinava il pesante baule in mogano, e si scostò un ciuffo di capelli scuri dalla fronte. Ovviamente era troppo orgoglioso per chiedergli di far levitare anche il suo bagaglio, come stava facendo con il proprio, non avendo la possibilità di compiere magie fuori dalla scuola in quanto ancora minorenne, e lui era ancora troppo arrabbiato per aiutarlo.
“Peter!” sentì chiamare una voce femminile. Si volto è vide Susan Lindon venirgli incontro, la divisa perfettamente stirata ed in ordine e i lunghi capelli scuri tenuti indietro da un cerchietto nero. “Ma non sei ancora pronto? Fra poco inizia la riunione dei prefetti” aggiunse perplessa, guardando i calzoni beige e la camicia azzurra  che indossava.  
“Abbiamo tardato per cause di forza maggiore, arrivo subito” borbottò. Poi, ricordandosi delle buone maniere, aggiunse: “Tutto bene? Non vi abbiamo visti  in stazione, Josephine avrebbe voluto salutarti”.
“Mi spiace, mamma e papà erano di fretta, comunque hanno intenzione di invitarvi tutti a cena per Natale, avrò sicuramente modo di stare con lei” replicò Susan dispiaciuta. “Oh, ciao Edward!” aggiunse con un sorriso incerto quando il ragazzo li raggiunse ,ansante, lasciando ricadere il baule con un tonfo.
“Susan. Bel cerchietto” replicò lui, con il solito tono vagamente ironico che le lasciava sempre il dubbio se la stesse prendendo in giro o meno. 
Susan gli rivolse un’occhiata in tralice e si rivolse nuovamente a Peter. “Dopo la riunione siamo stati invitati nello scompartimento di Lumacorno per una riunione del Lumaclub.”
“Bene, così se a cosa procede per le lunghe non dovrò nemmeno cercarmi uno scompartimento” borbottò esasperato. “Ed porti tu il mio baule? Poi quando scendiamo vengo a riprendermelo”
“Scordatelo” fu l’ovvia risposta, data con voce ancora ansante. “Io raggiungo gli altri, divertitevi al Lumaclub” Concluse beffardo, anche se aveva negli occhi un luccichio di fastidio. Peter, intuendo che con “gli altri” Edward intendesse un gruppetto di persone che non approvava affatto, fece per parlare, ma il fratello, dopo aver rivolto un cenno della testa alla ragazza, si era già incamminato lungo il corridoio.
“Beh” borbottò rivolgendosi alla ragazza, che lo guardava con un sopracciglio alzato e l’aria fra il severo e il divertito “Spero che Lumacorno ci offra dell’ananas candito almeno”
Susan scoppiò a ridere.
 
***

Spazio autrice


Purtroppo per problemi tecnici ho dovuto ripostare il capitolo. Eccovi la seconda parte del prologo! Iniziamo a conoscere alcuni dei protagonisti della storia. Per chi dovesse ancora inviare la scheda, potete scrivere in che rapporto sono i vostri OC con questi personaggi. Abbondate pure con i particolari, sono ben accetti!

 
OC


Peter Abbott | VII anno | Grifondoro | Battitore e Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, Prefetto e membro del Club dei Duellanti | 

Bacchetta: Olmo e piuma di fenice, 12 pollici, rigida.

Affascinante e a modo, conversatore brillante e sicuro di sé al punto da risultare a volte arrogante. E’ un leader naturale ed molto competitivo ed orgoglioso

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Edward Abbott | VI anno | Serpeverde | Cercatore di Serpeverde, membro del Club degli Scacchi e del Club di Pozioni

Bacchetta: Biancospino e corda di cuore di Drago, 11 pollici e tre quarti, ragionevolmente elastica

Irriverente, sarcastico ed estremamente ambizioso. Non concede nessuna considerazione a chi non considera degno del proprio tempo, mentre si dimostra piuttosto affascinante con le persone che desidera impressionare.
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Susan Lindon| VI anno | Corvonero | Prefetto di Corvonero, membro del Club degli Scacchi e Presidentessa del Club di Incantesimi

Bacchetta: Sorbo e corda di cuore di drago, dieci pollici e un quarto, rigida​

Assennata, razionale e giudiziosa. E’ una ragazza decisa e determinata ed è molto perspicace.
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