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Autore: QueensOfFandom94    17/07/2019    1 recensioni
Salve. Sono Meramadia94. Purtroppo ho perso le credenziali di acceso al mio vecchio account, e negli ultimi mesi questo Pc ne ha viste di ogni colore, dal dover sostituire l'hard disk e quindi la cancellazione di quasi tutti i file al dover sostituire il cavo e l'avere la batteria limitata... ma la cosa importante è che finalmente posso tornare alle mie adorate storie, e poter riprendere da dove ho lasciato.
Oscar e Andrè malgrado l'ignobile ricatto della contessa di Polignac sono più che mai decisi a vivere il loro amore, e decidono di fuggire assieme... ma il loro amore verrà messo alla prova dal più terribile disastro navale di tutti i tempi. E la notte in cui si giurano amore eterno diventa una folle corsa per sopravvivere al disastro.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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C'era una notevole differenza tra l'essere toccata da Girodelle e da Andrè. Le mani di Girodelle erano bianche e soffici, tipiche di un uomo che per quanto gentile e di buon cuore non aveva mai lavorato una sola volta in tutta la sua vita.
Le mani di Andrè erano più ruvide, piene di graffi e tagli, ma nonostante ciò aveva un tocco delicato, soffice, quasi come essere sfiorata da una nuvola.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che chiederle se quello che stava facendo andava bene e di avvertirlo se per caso le avesse fatto male.
Quando la contessa di Polignac aveva combinato il suo matrimonio con Girodelle, suo padre si era dimostrato d'accordo con la proposta della sua nuova moglie asserendo che non avrebbe potuto trovare un marito migliore: leale, forte, che non le avrebbe mai fatto mancare nulla e dato tutto ciò che una signora potesse desiderare.... che si sarebbe preso cura di lei. 
Indubbiamente Girodelle era un brav uomo, ma come tutti i giovani nobili era un po' superficiale ed era dell'idea che prendersi cura di qualcuno e renderlo felice, equivalesse a non fargli mancare nessun bene materiale e portarlo a cena in ristoranti costosi.... ma c'era una bella differenza tra il ricoprire qualcuno di regali e il prendersene cura.
Andrè si prendeva cura di lei, nonostante non avesse la stessa disponibilità economica di Girodelle.
Si preoccupava dei suoi bisogni, di cosa pensava, di cosa voleva, e non riusciva in alcun modo ad assumere dei comportamenti che potessero farla sentire a disagio.
Era la prima volta che qualcuno faceva una cosa così semplice eppure così bella per lei. 
Dopo aver fatto l'amore, si raggomitolarono assieme sul sedile posteriore della macchina.
- Stai bene....?- si premurò Andrè. 
- Io sto sempre bene quando sono con te.- fece Oscar appoggiandosi sulla sua spalla.
Andrè le baciò la nuca.
- Ho deciso.... quando la nave attraccherà, io scenderò con te.- fece Oscar - voglio essere tua moglie, Andrè.- 
Andrè, per quando la cosa lo riempisse di gioia, sgranò gli occhi dalla sorpresa - Ma io non ho niente da offrirti. Non sono ricco, non posso nemmeno garantirti che in America avremo una casa...- 
- Non m'importa.- fece Oscar. Al diavolo la ricchezza e il denaro. Aveva vissuto circondata da cameriere pronte ad accorrere ad ogni suo passo fin da quando era in fasce, passando da una festa all'altra, sempre la solita gente falsa e gretta, sempre le stesse chiacchiere deleterie... ora voleva un po' di semplicità, di leggerezza, accanto all'uomo che amava.
Anche se questo voleva dire vivere alla giornata, magari sotto i ponti o in una soffitta alla Bohemienne.
Avrebbero avuto poco ma almeno sarebbero stati assieme.
- A me basta che tu resti con me... promettimi che non ci lasceremo mai. Che sarò tua moglie.- 
- Certo...- fece Andrè baciandole una mano - certo... appena arrivati in America e non appena potrò comprare l'anello...- 
- Non è necessario.- fece Oscar tirando un filo dalla coperta con cui si erano avvolti per girarlo attorno all'anulare sinistro - questo sarà il mio anello.-
- Appena arriveremo a New York ci sposeremo. Te lo prometto.- fece Andrè baciandola con passione.
Mentre erano ancora intensi a godersi la pace e l'intimità di quel posto che ormai sentivano come se fosse loro, avvertirono una leggera vibrazione. 
Tipo una leggera scossa di terremoto. 
- Che succede?- fece Oscar.
- Non lo so...- fece Andrè iniziando a rivestirsi per poi scendere ad aiutare anche Oscar a fare lo stesso.
I due si diressero sul ponte di prua, per cercare di capire cosa fosse accaduto.
Quando arrivarono il ponte era pieno di pezzi di ghiaccio.
...
...
...
Erano le 23.40 di domenica 14 Aprile quando Reginald Lee e Frederick Fleet notarono l'iceberg proprio davanti alla prua della nave.
Subito diedero l'allarme ed avvisarono gli ufficiali in cabina di comando del pericolo imminente. Il primo ufficiale Murdoch diede ordine di virare a sinistra, nel tentativo di evitare la collisione con l'iceberg. Purtroppo, tutta la sua prontezza di spirito, l'impegno dei macchinisti e del timoniere non servirono a nulla. 
L'iceberg sfiorò la nave, causando uno squarcio di circa novanta metri, toccando almeno cinque compartimenti.
Negli anni successivi, molte persone avrebbero cercato una spiegazione su come fosse stato possibile che una nave del genere non fosse riuscita nemmeno a sopravvivere al suo primo viaggio inaugurale, dalla teoria del complotto che parlava di un tentato omicidio ai danni dei miliardari a bordo e del tentativo di truffare l'assicurazione alla teoria che la nave fosse stata maledetta e mille altre ipotesi fantasiose.
Ma la verità nuda e cruda era che la nave viaggiava alla sua massima velocità, lo spazio per virare era stato calcolato male e l'assenza di binocoli avevano fatto si che il pericolo fosse avvistato quando ormai era troppo tardi.
All'inizio,nessuno capì cosa stava realmente succedendo. Si pensò ad un guasto tecnico, alla perdita di un'elica, nulla che non si potesse risolvere facilmente.... tant'era che alcuni passeggeri di terza classe si erano messi a giocare a pallone con un pezzo di ghiaccio sul ponte di prua.
Ma il capitano de Mercy, il capocostruttore Hans Axel Von Fersen e pochi ufficiali, erano molto preoccupati.
Oscar e Andrè li udirono parlare.
- Nel locale caldaie l'acqua ha superato i due metri sopra la lamiera, e la stiva postale è ridotta ancora peggio.-
- Potete puntellare?- chiese il capitano.
- No, a meno che le pompe non lavorino al massimo.- 
- Avete constatato i danni alla stiva postale?- fece Fersen con aria inquieta.
- Impossibile signore, è tutta allagata.- fece il capo carpentiere per poi allonatanarsi assieme ai due.
- E' gravissimo.- fece Andrè, anche se ancora non aveva capito quanto in realtà fosse grave il pericolo a cui stavano andando incontro. 
- Dobbiamo avvertire mio padre, Rosalie, Charlotte e anche Alain e Bernard.- fece Oscar.
Andrè la guardò con un sorriso.
- E la tua matrigna?-
- Stai scherzando?- fece Oscar ridendo - a seconda dei casi la butterò io stessa nella stiva allagata.- 
...
...
...
Nel frattempo la contessa  di Polignac aveva messo a punto il suo piano. Conoscendo benissimo la combinazione della cassaforte di Girodelle, aveva avuto da questi il permesso di mettere al sicuro i suoi gioielli. Era stato in quel modo che aveva scoperto il disegno... e subito aveva avuto un'idea per togliere di mezzo Andrè una volta per tutte.
E aveva anche le prove per dimostrarlo. Infatti, nella fretta di uscire dalla cabina, il ragazzo si era dimenticato la cartellina con i disegni, prova incontestabile del fatto che fosse stato lì. Non le fu quindi difficile prendere il collier che Girodelle aveva donato ad Oscar come dono di fidanzamento per poi correre dal ragazzo, in sala brandy con altri gentiluomini della nave, fingendosi sconvolta e spaventata e gridare al furto. 
Girodelle chiamò subito l'ufficiale di bordo per denunciare il furto.
I due innamorati, ancora mano nella mano, giunsera nella cabina in cui vi era l'ufficiale di bordo, assieme a Girodelle e alla contessa di Polignac... e al tirapiedi di questa, il duca D'Orleans. Il quale al momento giusto aveva messo nelle tasche di Andrè, il gioiello che risultava rubato. 
- E' lui...- fece l'ufficiale di bordo indicando Andrè riferendosi al duca - l'uomo che avete visto scappare da qui assieme alla signorina Oscar?- 
L'uomo annuì.
E non era una bugia, in quanto lui aveva realmente visto i due che scappavano mano nella mano, per poi correre ad informare la sua prediletta.
- Che sta succedendo?- fece Andrè che non capiva.
Fu Girodelle a rispondere - Ecco... signor Grandier, mi rendo conto che per lei è molto imbarazzante... però dalla mia cassaforte è sparito un gioiello di grande valore.... la collana dell'ultima regina di Francia che ho donato ad Oscar come dono di fidanzamento.... ed il duca di Orlèans dice che lei è stato l'ultimo ad uscire di qui.-
- Sì...- fece Andrè abbastanza seccato per quell'insinuazione. Nessuno gli aveva mai dato del ladro. O meglio... l'unica cosa che aveva rubato, senza nemmeno accorgersene, era il cuore della donna più bella e coraggiosa del mondo, alla quale non avrebbe rinunciato nemmeno sotto le peggiori torture - ma io non c'entro niente.- 
La Polignac sorrise beffarda, già pregustandosi lo spettacolo.
- Non ne dubito.- fece Girodelle - anzi, sono certo che è solo un malinteso, ma le chiederei di mostrarmi il contenuto delle vostre tasche.- 
- Girodelle, ascolta, sono certa che Andrè non...- fece Oscar.
Andrè la fermò - No, va tutto bene, Oscar. Io non ho niente da nascondere.-
Nel dir così diede il permesso all'ufficiale di bordo di perquisirlo, certo e sicuro della propria innocenza....ma incredibilmente, nelle tasche della sua logora giacca, venne ritrovato proprio il gioiello.
Andrè ebbe quasi un infarto quando lo vide.
Girodelle lo guardò con occhi sgranati, colmi di incredulità e delusione.
- Signor Grandier....- 
- No, non è come sembra!- fece Andrè mentre l'ufficiale di bordo lo ammanettava - Oscar, diglielo anche tu, ti prego!-
- Ha ragione!- fece Oscar certa come non mai dell'innocenza del suo amato - è stato con me tutto il tempo, non l'ho mai perso di vista, non ne avrebbe avuto occasione ne...- 
La Polignac le strinse forte il braccio, sibilando velenosa - Chissà.... magari ne ha approfittato mentre ti rivestivi.- 
Girodelle scosse la testa, e a malincuore fece cenno di portar via Andrè, ancora incredulo che una persona che lui stesso avesse così ben apprezzato, malgrado venisse dai bassifondi, si fosse rivelato un poco di buono.
- OSCAR, NON SONO STATO IO, LO GIURO! LO GIURO, DEVI CREDERMI!!!- urlava Andrè mentre veniva trascinato nei meandri della nave, dove venivano portati coloro in stato di arresto.
Il tutto sotto lo sguardo confuso ed innamorato di Oscar e quello tronfio e soddisfatto della contessa di Polignac.
Poco dopo, il generale, informato dell'accaduto e dopo che la moglie gli mostrò il disegno in questione, prese a schiaffi la figlia.
La colpì così forte da spaccarle il labbro inferiore.
- Spero che tu ti sia divertita finora.- fece il generale, sotto lo sguardo divertito della contessa - perchè appena arriveremo a destinazione, passerai così tanto tempo chiusa a chiave da dimenticarti com'è fatta la luce del sole fino a quando non avrai sposato Girodelle.
E ringrazia il cielo che non ha visto quell'obbrobrio.- fece il Generale - che nessun'altro l'abbia visto. Che avrebbero detto i nobili nel sapere che MIA figlia ha posato nuda per un topo di fogna e d'appartamento?-
- NON VI PERMETTO DI CHIAMARLO COSì!- urlò Oscar livida di rabbia, non tanto per le minacce ricevute, ma per il modo in cui stavano denigrando l'uomo che amava e che avrebbe sposato - ANDRE' E' MIGLIORE DI TUTTI VOI MESSI INSIEME, MI AMA E MI RISPETTA, PADRE, NON COME VOI CHE VI SIETE FATTO ABBINDOLARE DALLA PRIMA ARRAMPICATRICE SOCIALE CHE AVETE INCONTRATO E CHE HA PROGETTATO TUTTO PER DIVENTARE LA PADRONA DI CASA!- 
- Non rivolgerti così a...- fece il generale. Ma non riuscì a terminare la frase, in quanto un membro dell'equipaggio li raggiunse in cabina riferendo gli ordini del capitano: dovevano coprirsi bene, indossare il giubbotto di salvataggio ed uscire sul ponte.
...
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'' Non importa cosa facciamo o cosa pensiamo di potere fare...''- aveva detto Fersen dopo aver ricevuto tutte le informazioni relative ai danni provocati dall'iceberg terreo in viso per il terrore -'' ll Titanic affonderà.''
Il duca di Germàine non voleva crederci. Quella nave non sarebbe potuta andar giù nemmeno per il volere di Dio - '' Ma questa nave non può affondare...''
'' Lei dice? Parliamo di quaranteseimila tonnellate di ferro.''- gli fece notare Fersen -'' le assicuro che può affondare. E affonderà. E' una certezza matematica.''
'' A questo punto l'unica cosa che possiamo fare è iniziare subito l'evacuazione e inviare richieste di aiuto ad altre navi''-fece il capitano de Mercy per poi riferirsi a Murdoch -'' Quante scialuppe ci sono a bordo?''
'' Solo venti signore.... per oltre duemila anime''- fece l'uomo visibilmente agitato e sconvolto. 
Già lo sapevano come sarebbe finita.
Ci sarebbero state molte vittime.
'' Ho idea che la prima pagina non gliela toglierà nessuno, in ogni caso''- fece il capitano riferendosi al duca.
...
...
...
- Oscar?- chiese Charlotte alla sorellastra. Lei e la sorella erano state tirare giù dal letto e si erano messe abiti pesanti ed il giubbotto di salvataggio, per poi dover andare nel salone - come mai ci siamo fermati e ci hanno fatto vestire così?- 
Fu la madre a prendere la parola - Sta tranquilla cara. Sono sicura che non è niente, sarà solo un' esercitazione.... guardatevi attorno.- fece la contessa indicando i camerieri che sfrecciavano da una parte all'altra della sala offrendo da bere agli ospiti e l'orchestra che suonava la danza nuziale - se fosse successo qualcosa di brutto, sarebbe impossibile non accorgersene.-
Quello che però la contessa, così come gli altri passeggeri, non sapevano era che nemmeno il personale di bordo e l'equipaggio, eccezion fatta per pochissime persone, erano al corrente di cosa sarebbe successo. Anzi, di cosa sta già succedendo.
Una scelta del capitano per evitare un'esplosione di crisi di panico. 
La donna cercò di rassicurare le figlie - Tranquille, appena sarà passata questa seccatura torneremo in cabina a goderci un bel tè caldo e il riscaldamento acceso.- 
Oscar però non era convinta, così appena ebbe a tiro Fersen, lo raggiunse. Era l'unico che le avrebbe detto la verità.
Suo padre la seguì, per assicurarsi delle sue intenzioni.
- Fersen.- fece Oscar - La prego, mi dica la verità...- vedendo che Fersen quasi rifiutava di guardarla negli occhi, la giovane disse - Ho visto l'iceberg. E lo vedo ancora, nei suoi occhi.-
A quel punto mentire o tentare di svicolare o cambiare discorso fu impossibile.
- La nave affonderà.- fece lo svedese con lo sguardo di un uomo che sapeva di dover portare il peso sulla coscienza di oltre mille anime fino a quando avrebbe avuto vita.
- Ne è sicuro?- fece Oscar iniziando ad aver paura.
- Purtroppo si. Non c'è modo di evitarlo. Tra un'ora, due al massimo... tutto questo sarà sul fondo dell' Atlantico. Avverta solo chi deve e soprattutto se deve. Non voglio essere considerato il responsabile di una crisi di panico. E si rifugi su una scialuppa il prima possibile. Non c'è molto tempo prima che la gente capisca e sia pronta a gettarsi in mare a vicenda pur di aver anche solo l'illusione di potersi salvare.- 
E mancava molto poco a quel momento.
Una cosa che aveva sempre colpito gli uomini era questa: perchè l'orologio camminava velocemente solo quando si era immersi in qualcosa di piacevole o nell'attesa di qualcosa che nessuno di loro voleva mai affrontare?-
...
...
...
Nel frattempo, Andrè era stato ammanettato ad un tubo del gas nella cabina del commissario di bordo, il quale era dovuto andare a dare una mano al resto dell'equipaggio per controllare la folla che iniziava a spazientirsi e a chiedere insistentemente spiegazioni.
- Vada pure...- fece il duca D'Orlèans - resto io a fargli compagnia.-
Una volta soli Andrè lo affrontò a muso duro.
- Sei un bastardo leccapiedi lo sai?- fece Andrè - So cos'hai fatto... me lo hai messo tu in tasca.- 
- Oh beh...- fece il duca - allora devi subito informare il commissario di bordo sull'identità del vero colpevole. Ops. Dimenticavo. 
Tu sei solo un pezzente di terza classe... ed io viaggio in prima classe. Il che vuol dire... che nessuno sarà tanto pazzo da darti retta, ed anche se lo fosse, se fosse tanto pazzo da accusare un nobile basandosi sulle tue parole... dopo non troverebbe lavoro nemmeno come mozzo su una zattera.- e nel dir così si avvicinò ad Andrè - Mi hanno chiesto di farti avere un pegno della nostra gratitudine...- e nel dir così gli mollò un pugno all'altezza dello sterno che gli fece quasi uscire l'unico occhio rimasto dall'orbita.
- Con i gentili omaggi della contessa di Polignac e del suo consorte.- fece il duca lasciando la stanza e Andrè semisvenuto per il dolore commentando - Dovresti ringraziarmi.
Almeno affogherai senza accorgerti nemmeno di quello che ti succederà.- 
...
...
...
Intanto, sul ponte A, erano cominciate le procedure di evacuazione mentre i marconisti continuavano a spedire S.O.S alle radio di altre navi, nella speranza che qualcuna di esse fosse nelle vicinanze e potesse raggiungerli e caricare a bordo quanta più gente possibile. 
Alcuni passeggeri collaboravano con l'equipaggio, tra cui Girodelle, mentre altri esigevano di stare comodi nelle scialuppe o che venissero suddivise per classe.
Tra cui la contessa di Polignac.
- Scusate, le scialuppe sono divise per classe? Spero che non siano troppo affollate...- fece la donna ridacchiando come un'oca giuliva.
A quel punto Oscar non ci vide più e le diede un ceffone così forte da farla quasi cadere sdraiata nella scialuppa. ( Ammettiamolo. In quanti ci abbiamo pensato almeno una volta? nda)
- Ma ti ha dato di volta il cervello?!?- fece la contessa - come ti sei permessa?-
- E voi come vi siete permessa?- fece Oscar - vi rendete conto di cosa sta succedendo? La nave sta affondando. L'acqua è gelida e non ci sono scialuppe sufficenti per tutti. Bastano a malapena per una metà.
L'altra metà che è a bordo morirà. E voi vi preoccupate del voler stare comoda?- se fino a poco tempo fa si era sempre chiesta cos'avesse quella donna al posto del cuore, adesso si chiedeva cos'avesse al posto del cuore e del cervello.
Probabilmente niente.
Due spazi vuoti che avrebbe potuto dare in affitto e viverci di rendita.
- Non la metà che conta per lo meno.- fece la contessa mentre il marito le passava il mantello.
Fu allora che dalla tasca della cappa della nobildonna, cadde qualcosa.
Un diamante.
Oscar lo riconobbe immediatamente come uno dei diamanti che formavano il collier del cui furto avevano accusato Andrè.
E allora capì. Era stata la contessa a rubarlo per poi far incastrare Andrè, solo per allontanarlo da lei, per screditarlo, e magari farle credere che si fosse avvicinato a lei solo per fare fortuna ed ottenere il massimo con il minimo sforzo.
Probabilmente mentre lo teneva in tasca un diamante si era staccato.
- Maledetta....- ringhiò quasi.
Al momento di salire sulla scialuppa si rifiutò. Non ci pensava nemmeno di mettersi in salvo con una donna tanto ignobile e meschina.
- Dai Oscar...- fece il padre mentre la scialuppa con la moglie e Marron Glacè iniziava a scendere. Charlotte e Rosalie avevano ceduto il loro posto a due donne anziane - sali sulla scialuppa.-
- Non preoccuparti per noi Oscar.- fece Rosalie - Io e Charlotte saliremo sulla prossima.- 
Oscar fece cenno di no con il capo e corse via, con il padre che le correva dietro e le afferrò il braccio.
- Dove diavolo credi di andare?- gli bastò guardare gli occhi della più giovane e della più ribelle delle sue figlie per capire ed esserne sconvolto - Cosa? Da quello là? 
Per... per diventare la puttana  di un topo di fogna senza casa?- 
Oscar lo guardò senza paura negli occhi. Per tutta la vita aveva cercato di essere un sostegno per suo padre. Aveva sempre cercato di rispettarlo, e di farsi andar bene tutte le sue scelte. Anche quando si era messo in casa quella vipera della contessa di Polignac non aveva detto niente. Non le piaceva ma si era sempre detta che l'importante, in un matrimonio, non era tanto che lo sposo o la sposa piacessero ai parenti ma che piacessero alla persona che avevano preso la scelta di sposarla.
Aveva cercato di farsi andare bene persino la decisione '' congiunta'' di sposarsi con un uomo che stimava ma che non amava...
Poi aveva conosciuto Andrè. Per appena due giorni. 
E in due giorni lui le aveva insegnato il valore della vita, di ogni singolo giorno, e che l'unica vita sprecata non era quella di una persona che a dire degli altri non aveva combinato niente di buono o che si cacciava in grane peggiori cercando di venir fuori da altre grane, ma quella che si '' viveva'' nel tentativo di far felici gli altri e di essere esattamente come gli altri volevano che fosse.
Se suo padre voleva rovinarsi la vita vivendo accanto ad una donna che  amava solo il suo denaro e il suo titolo nobiliare, liberissimo di farlo. 
Ma lei aveva sprecato abbastanza tempo a fingere di essere tutto quello che una ragazza di buona famiglia doveva essere.
Ora voleva essere felice e libera con colui che amava.
Anche se per poco tempo, anche se questo significava andare incontro a tempi difficili fatti di miseria  e privazioni. 
- Preferisco essere la sua puttana ed essere senza casa, piuttosto che ridurmi come voi!- nel dir così lottò per liberarsi dalla presa del padre che pareva non pensarci minimamente al lasciarla libera, iniziando a trascinarla verso la scialuppa.
- SALI SU QUELLA SCIALUPPA! HO DETTO SALI!-
Oscar a quel punto gli mollò una ginocchiata in mezzo alle gambe e scappò via. In quei due giorni, Andrè l'aveva salvata in mille modi diversi.
Ora toccava a lei salvarlo. 
Non sarebbe scesa da quella nave se prima non avesse avuto la certezza che anche Andrè sarebbe sceso con lei. 
   
 
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