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Autore: Mahlerlucia    22/07/2019    2 recensioni
[Smells like green spirit]
{Questa mini-long partecipa alla challenge “Look at the Mirror”, ideata dal gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic & Fanart's World”}
Come vivi la tua vita sono affari tuoi. Ma ricordati, cuore e corpo ci vengono dati una volta sola. La maggior parte di noi non riesce a fare a meno di vivere come se avesse a disposizione due vite, la versione temporanea e quella definitiva, più tutte quelle che stanno in mezzo. Invece di vita ce n’è una sola, e prima che tu te ne accorga ti ritrovi col cuore esausto e arriva un momento in cui nessuno lo guarda più, il tuo corpo, e tanto meno vuole avvicinarglisi.
Adesso soffri. Non invidio il dolore in sé. Ma te lo invidio, questo dolore.
(André Aciman – 'Chiamami col tuo nome')
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Questa mini-long partecipa alla challenge "Look at the Mirror" del gruppo Facebook

Boys Love - Fanart & Fanfic's World



  

Fandom: Altri anime/manga yaoi
Manga: Smells like green spirit
Autrice: Nagai Saburou
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico
Personaggi: Futoshi Mishima, Makoto Kirino (Tarou Yumeno)
Tipo di coppia: Yaoi


 

Prompt utilizzato: 'What if?'

E se la storia prendesse una direzione differente?
E se i personaggi si muovessero in altra maniera, modificando di fatto il corso degli eventi?
E se noi fossimo i fautori di questi cambi di rotta, così da stravolgere il canon e reinterpretare il tutto?

 


 

La bellezza




 

Passa la bellezza
nei tuoi occhi neri
e stravolge il canto
della vita mia di ieri;
tutta la bellezza,
l’allegria del pianto
che mi fa tremare
quando tu mi passi accanto...


 

Non hai mai avuto il coraggio di confessare a Yumeno alcuni tra i vizi più reconditi che porti con te sin dall'infanzia. Tra questi si è sempre ben difesa la passione per i profumi maschili, specie per le fragranze più intense ed afrodisiache. Di tanto in tanto ami entrare in profumeria col mero intento di lasciarti trasportare dai sensi e dalla fantasia, laddove la vita reale non te lo consente. Molte delle commesse con cui hai avuto a che fare hanno imparato a conoscerti e a capire le tue particolarissime esigenze. Un tempo si limitavano a lasciarti entrare liberamente; ora sono in grado di segnalarti le ultime novità presenti sul mercato non appena ti vedono varcare l'ingresso del loro punto vendita.
Non ti sorprende affatto constatare quanto lo stesso Kirino s'intenda a suo modo di fragranze maggiormente adatte al suo status sociale. Il suo effluvio ti è entrato dentro in maniera indelebile sin dal primo, innocente contatto. E sai bene sin da ora che, con ogni probabilità, resterà incastrato tra i tuoi ricordi per molto tempo, per non dire per sempre.
Yoshiko è in grado di trattare a dovere il proprio uomo.

Nascondi il viso nell'incavo tra il suo collo e la spalla per poterti perdere di nuovo in quell'essenza. Poco t'importa della sua provenienza finché è lui stesso ad emanarla.
Le sue dita iniziano a muoversi soavemente tra le tue lunghe ciocche scure e scarmigliate, nell'arduo tentativo di donarti un minimo di sollievo a seguito di ciò che si è appena avverato in quella banale stanza d'albergo. Il vostro umile rifugio dalle intemperie che vi attendono – inesorabili – al di là di quelle fragili mura insonorizzate.
Avverti il calore delle sue labbra umide posarsi sulle tue tempie ancora imperlate di sudore. Un ciuffo di capelli fastidioso viene riposto con delicatezza dietro al tuo orecchio per permettere alla sua mano di scivolare dal tuo zigomo sino alla tua spalla. Quel tocco porta con sé piacevoli brividi che si dipanano rapidamente per tutto il tuo esile corpo. Gemi flebilmente chiedendogli di continuare, rivelandogli di aver atteso per troppo tempo questi indescrivibili momenti d'intimità da poter condividere con lui. Solamente con lui.

“Davvero?”

Riapri appena gli occhi, non pienamente sicuro di aver udito quella domanda formata da un'unica parola. Ti stringi a lui cercando di risollevarti quel minimo necessario per poterlo guardare dritto negli occhi. Puntelli entrambi i gomiti sul suo petto, poggiando il mento su di un palmo chiuso a coppa. Sorridi sornione, lasciandolo penare ancora per qualche istante nel suo più che sincero interesse. In realtà non vorresti nemmeno far trapelare la tua difficoltà nel trovare le parole più adatte per rispondere a quell'arguta domanda dovuta alla tua incapacità di trattenere le tue emozioni a dovere.

“Tu che ne pensi?”

Solleva solamente uno dei due angoli della bocca, mostrandoti un'infantile espressione di scherno misto a curiosità dirompente. Non resisti, è più forte di qualsiasi tua volontà. Ti avvicini al suo viso e non puoi far altro che racchiudere le sue labbra tra le tue, lasciandogli il tempo necessario per adattarsi e per approfondire quel contatto tra le vostre lingue.
Nulla di particolarmente complesso, se paragonato all'unione completa che avete condiviso solamente pochi minuti prima. Le tue grida di piacere si confondevano con l'affanno con cui Makoto si era accinto a pronunciare più volte il tuo nome mentre si muoveva nel tuo corpo, nell'attimo in cui stingeva la tua vita sottile con le sue mani vigorose donandoti quella gioia che di sicuro non avevi mai raggiunto prima. Non in quella maniera così onesta e totalizzante.

“Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.”

Ti afferra per gioco la punta del naso racchiudendola tra l'indice e il medio, come avrebbe fatto un padre al cospetto di un figlio in piena protesta di fronte ai compiti scolastici da svolgere per il giorno seguente.
Non puoi di certo negare quello che è appena stato detto. Kirino era sempre stato bravo con le parole e con il passare degli anni aveva ulteriormente sviluppato le sue già forbite capacità dialettiche.

“Hai ragione. Sto solo cercando di tergiversare...”

“Me ne sono reso conto. Hai per caso detto delle cose che non avresti voluto dire?”

Quel sorrisetto malfermo sparisce dal tuo viso per lasciare campo libero ad uno sguardo ben più stupefatto. Per l'ennesima volta – e dopo anni – ancora ti chiedi come faccia a leggerti così chiaramente tra i pensieri. Cominci quasi a sospettare che possa essere dotato di qualche raro superpotere o, più semplicemente, di un livello di empatia fuori dalla norma. Qualunque sia la motivazione intrinseca, non puoi far altro che ringraziare gli dèi per averti fatto incontrare una persona così disponibile e delicata lungo quel groviglio che sei costretto a considerare come la tua vita.

“Può darsi. Guarda che la colpa è tua.”

“Ah, sì. Questo lo so bene!”

“Non intendevo in quel senso. Voglio dire che sei davvero bravo a stuzzicarmi...”

“Solo in questo?”

Liberi una veloce risata prima di abbassare lo sguardo. La prova a cui ti sta sottoponendo sta cominciando a diventare più difficoltosa del previsto. D'altronde, non puoi di certo fuggire dall'opprimente pensiero che t'inchioda alla realtà che sarai costretto ad affrontare una volta fuori da quell'albergo.
E non ti sei nemmeno ricordato di spegnere il telefono.

“No, ovviamente non sei bravo solo a stuzzicarmi. Se vuoi farmi domande più dirette fammele ora.”

“O taccio per sempre, come sull'altare?”

Kirino si rende conto di aver toccato con le sue stesse mani un tasto ancora troppo dolente, un tabù che ripercorre un'amara situazione che lo aveva visto protagonista indiscusso. Lui su di un altare ci era veramente stato, e senza alcun diritto di replica. Il suo 'sì' non era stato altro che un'affermazione sospinta da una forza tale da negare la sua vera natura. Un destino segnato fin dalla sua prima adolescenza. Un'unione alla quale non aveva potuto sottrarsi, nonostante le sue volontà, nonostante il profondo dolore provato e tenuto inevitabilmente nascosto per anni.
Ti chini di nuovo su di lui e questa volta lo baci sulla guancia, permettendogli di voltarsi ancora una volta nella tua direzione. I vostri occhi si perdono gli uni dentro gli altri e tu non puoi fare a meno di notare quanto la sua espressione sia totalmente disarmata di fronte alla sua sensibilità mascherata da padre di famiglia.
Chissà cosa devi aver passato, Makoto. Se solo avessi potuto fare qualcosa... Se solo mi avessi fatto una telefonata, lo sai che io sarei giunto sino a te il più velocemente possibile... Se solo il nostro viaggio insieme verso la fantomatica Shangri-La non si fosse interrotto in quella piccola stazione nella quale ti sei premurato di chiamare casa per avere notizie della tua famiglia... Se solo tua madre avesse potuto comprendere quanto la felicità di un figlio venga prima di qualsiasi stupida tradizione o diceria di paese... Se solo non fosse troppo tardi per pensare a tutto questo. Se solo...

“In realtà ho già chiesto. Poco fa volevo domandarti se è vero che attendevi questi momenti da condividere con me da così tanto tempo. Sto ancora aspettando una risposta, sai.”

“E io avevo capito, sai! Secondo te potrei mai rispondere negativamente ad una domanda del genere? Se l'ho detto vuol dire che... vuol dire che... oh!”

Sul suo viso si apre un luminoso sorriso capace di tramutarsi immediatamente in una sonora risata. Picchietti qualche lieve pugno sul suo petto come segnale di fastidio nei confronti di quella reazione dai toni decisamente troppo leggeri di fronte alla profondità dei tuoi sentimenti. Ma non ti ci vuole poi molto tempo per realizzare che non sta affatto ridendo delle tue emozioni, ma semplicemente per la titubanza e per i giri i parole che siete stati costretti ad impiegare per giungere ad una verità che conoscete entrambi.
Con un rapido gesto inverte le vostre posizioni. Il suo corpo allenato sovrasta la tua figura snella, non troppo diversa da quella che avevi lasciato nei suoi ricordi sin dai tempi delle scuole medie. Lo sport non era mai rientrato in maniera particolare tra i tuoi interessi, per quanto ti piacesse ancora muoverti con la bicicletta nei periodi in cui ti recavi al paese per far visita a tua madre e – quando era possibile – alla famiglia di Tarou.

In un attimo le vostre fronti si toccano, i vostri occhi si perdono nella luce che riflettete l'uno verso l'altro. Il suo respiro regolare soffia leggero sulle tue labbra. L'impeto di afferrarlo per le spalle e non lasciarlo mai più ti coglie impreparato, come un eccentrico dittatore di reazioni mai interpellato. Così come quella famelica bramosia di averlo tutto per te, senza intoppi o terzi incomodi pronti a considerarvi come due fedifraghi senza rispetto o, peggio ancora, come due poveri pervertiti affetti da seri deficit mentali. Due omosessuali capaci solo di far vergognare le rispettive famiglie per le proprie 'malefatte'.
No, la vostra bellezza non è riducibile a questa meschina e bigotta visione delle cose. Voi due resterete assolutamente estranei a tutto questo scempio fintantoché le vostre anime non smetteranno di cercarsi.

Leghi le tue esili gambe ai suoi fianchi e lo inviti a fare l'amore per l'ultima volta, almeno per quel frangente che vi ha di nuovo visti uniti, dopo un lungo periodo nel quale avete entrambi potuto commettere i vostri errori senza la benché minima libertà. Anime allo sbando in cerca di appigli provvisori a cui aggrapparsi disperatamente in attesa di piccole parvenze di gioia. In attesa di quell'impossibile noi.
Ti bacia mentre si lascia scivolare lentamente dentro di te. Ancori le tue braccia alla sua schiena e, inconsciamente, inizi a ghermire la sua pelle. Ti penti quasi subito di quel gesto inconsulto, ma non puoi farne a meno. Il piacere che sta invadendo ogni membrana del tuo corpo ed ogni componente della tua mente necessita della sua valvola di puro e semplice sfogo fisico.

“Makoto... chiedimelo ancora... chiedimelo...”

“Futoshi, tu hai sempre voluto-”

“Sì... ti ho sempre voluto. Sempre.”

“Chiedilo tu... chiedilo tu a me, ti prego!”

Le sue spinte stanno diventando sempre più decise. Non vorresti mai che un momento importante ed intenso come quello che state condividendo possa rovinarsi a causa della tua insicurezza. Ma davvero non te la senti di porgli quella domanda che tu stesso hai cercato di evitare come un macigno in mazzo ad una strada che non sei abituato a percorrere. Il suo responso potrebbe non essere positivo come vorresti, specie con una moglie e due figli piccolissimi a cui dover pensare. E soprattutto, non dopo tutto quello che era successo con la sua famiglia d'origine e la dovuta separazione che vi aveva visti passivamente coinvolti. Non con quel metaforico e tangibile squarcio in pieno petto che sarete costretti a portare con voi a vita, come un fardello capace di ricordarvi ogni giorno chi siete e dove vorreste essere. Ovunque, eccetto il posto in cui vi troverete in quei momenti di rimpianto cronico.

“Futoshi... chiedimelo!”

“Makoto, tu hai... tu hai sempre pensato a me?”

“Sì. Ogni singolo giorno della mia vita.”

Un attimo dopo senti il suo seme liberarsi tra le tue gambe. Era venuto mentre sentenziava quelle ultime, meravigliose parole. Una delle ammissioni più lancinanti che si sia mai trovato a dover affrontare, nonostante la costante trasparenza mostrata dai suoi sentimenti. Emozioni e stati d'animo che, con ogni probabilità, si teneva dentro da tempo immemore, non avendo mai avuto la forza e la possibilità di rivelarli a nessuno.
Ma davanti ai tuoi occhi sa bene di potersi sentire svincolato da tutti questi assurdi dettami, assaporando la possibilità di sentirsi al cento per cento in pace con se stesso almeno per qualche ora. Le ali della splendida farfalla intrappolata nel suo spirito possono finalmente dispiegarsi per mostrare al mondo la bellezza racchiusa nella semplicità dell'amore. Eterosessuale od omosessuale che sia. La sua autenticità non è stabilita dall'orientamento o dall'essere fedeli o meno. Si può amare chi non si può avere finendo per nascondersi dietro una relazione di facciata, all'ombra di una famiglia imposta ed impostata.
È forse amore questo?

“Makoto, abbiamo appena combinato un enorme ed irrecuperabile disastro!”

“Probabilmente sarà così. Ma non mi sono mai sentito così bene. Sarà un peccato imperdonabile anche questo?”

“No, non lo è. Non per me, almeno. E non dopo tutto questo. Makoto, io...”

“Cosa?”

Sospiri mandandoti silenziosamente a quel paese. Stavi per commettere l'ultimo, grande errore che poteva ancora essere commesso all'interno di quella piccola camera: mettere la tua anima completamente a nudo rivelandogli i tuoi veri sentimenti. Non che lui non li avesse intuiti autonomamente, ma il suono di quel 'Ai shiteru' avrebbe di sicuro mandato in frantumi ogni vostra coercitiva certezza legata a quella realtà nella quale vi eravate oramai incastrati da tempo. Un compagno, una famiglia, il vostro lavoro, i vostri genitori, le vostre routine quotidiane...
Ancora una volta tutto ciò viene prima di noi. Ancora una volta ne usciamo sconfitti, ma circondati da una nuova ed inconsueta bellezza: la nostra.

 

***

 

Controlli il display del cellulare solamente una volta fuori dall'hotel. È quasi mezzanotte e Yumeno aveva tentato già diverse volte di mettersi in contatto con te. Ben tre chiamate e due messaggi. Nessuno di questi aveva ricevuto la benché minima risposta.
Sospiri voltandoti verso la hall dell'albergo. Kirino stanzia di fronte al bancone della reception, in attesa di un chiarimento con l'addetta di turno. Vedi la ragazza in questione incrociare più volte il tuo sguardo attraverso il vetro, come se stesse indagando sull'entità del rapporto che intercorre tra te e il loro cliente. Di primo acchito ti sembra quasi infastidita, come se volesse arrogarsi il diritto di esprimere la sua opinione al riguardo. Chissà, forse si sarà fermata a chiacchierare con Makoto durante uno dei suoi precedenti soggiorni nella capitale. Probabilmente saprà della sua famiglia, della sua attività lavorativa, del ruolo di prestigio che ricopre all'interno della sua azienda. Magari lo troverà persino attraente. Tutti motivi che la staranno spingendo a chiedersi il perché abbia passato così tanto tempo chiuso nella propria camera con uno come te. Un ragazzo che non dovrebbe avere nulla a che fare con 'Kirino-San', come amava chiamarlo dal basso della sua ben più giovane età.

Il telefono squilla con prepotenza riportandoti ad una realtà ben più concreta che non puoi più raggirare. Tarou sarà sicuramente preoccupato ed arrabbiato per la tua assenza. Una tua mancata risposta potrebbe gettarlo nello sconforto più totale e sai bene che non se lo meriterebbe. Non è di certo lui il capro espiatorio delle vostre azioni impudiche.
Chiudi gli occhi e deglutisci, sperando di riuscire ad accampare una scusa che sia quantomeno credibile alle sue orecchie. Impresa di certo non facile, considerando il numero di domande con il quale partirà la conversazione.

“Pronto?”

“Futoshi! Finalmente ti sei degnato di rispondermi! Si può sapere dove sei? Ti avevo detto che avrei fatto tardi, ma non che sarei arrivato a casa domani mattina! Avrei anche preparato del ramen e ti starei aspettando per poter cenare insieme. Sempre se non hai già cenato in giro! Mi dici dove sei? A che ora arrivi?”

Un bombardamento di domande ed esclamazioni che racchiudono tutta l'ansia che il tuo compagno sta provando a causa tua. Vorresti quasi dirgli la verità per discolparlo. Desidereresti fargli sapere che lui non c'entra nulla con l'assurdo comportamento che avevi messo in atto nell'arco di quell'indimenticabile giornata. Ma non puoi. Hai troppo rispetto per la sua persona e per quello che ha rappresentato per te da quando avevate deciso di provare a vivere la vostra storia alla luce del sole, condividendo persino vita domestica e doveri.
Torturi il tuo labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Nemmeno il sapore metallico di quel liquido vitale riesce a donarti il coraggio necessario per avviare una discussione sensata con lui. E come se tutto ciò non bastasse, i tuoi occhi si stanno gonfiando di lacrime. Quel tremendo senso di colpa che avverti nei suoi confronti sta forzatamente cercando la propria via di fuga.

“Futoshi?! Sei in linea? Si può sapere perché non parli? È successo qualcosa? Dove sei?”

“No... no, sto bene. Sto per venire a casa. Dammi il tempo di prendere un taxi e ti racconto. Ci vediamo dopo, ok? Aspettami!”

“Che? Perché non mi puoi dire ora cosa ti è successo?”

“Appena arrivo. Lo so che sei stanco, ma se riesci aspettami!”

“Non credo che riuscirò a chiudere occhio fino a quando non ti vedrò varcare la porta di casa. Perciò, sbrigati!”

“Scusami. Cerco un taxi e arrivo. A dopo!”

Riattacchi rapidamente, senza attendere i suoi burrascosi saluti finali. In questo modo lo avrai insospettito oltremodo, ma non puoi fare altrimenti. Cosa pensi di dirgli una volta che arriverai a casa? Quale scusa t'inventerai per non raccontargli quello che è accaduto realmente? Come credi di uscire a testa alta da questa situazione? Sarà mai possibile, poi?
La tua coscienza ti sta inondando di interrogativi quasi quanto lo stesso Yumeno. Tenti di scacciare ogni negatività scuotendo più volte la testa. Ma in verità, l'unica cosa che riesci a liberare sono le lacrime che non sei più in grado di trattenere a causa della rabbia e della paura. Il terrore di perdere tutto per un errore che non ti porterà a nulla. Uno sbaglio che resterà per sempre impresso nella tua memoria come la notte più dolce e intima della tua giovane esistenza.

“Futoshi, stai bene?”

Stessa domanda, tra le tante che avevi sentito per telefono. Ma i toni ora sono decisamente più calmi e comprensivi. Kirino conosce i motivi che ti stanno dilaniando il cuore e non si permetterebbe mai di giudicarli o di importi quella che lui ritiene essere la maniera più idonea per affrontare la delicata questione. Non può permetterselo, dato che si trova in una posizione altrettanto scomoda. Anzi, ancor più sconveniente.

“Yumeno...”

“Avete discusso?”

“No, mi aspetta a casa. Mi ha fatto un sacco di domande e io... non... lui... non se lo merita!”

Nascondi il tuo viso tra le mani, giusto un attimo prima di essere accolto dalle braccia di Kirino. Ti lasci andare ad un pianto liberatorio poggiando la testa al suo petto, ancorandoti disperatamente ai lembi della sua giacca. Non vuoi in alcun modo separarti da lui e dalle indimenticabili ed indescrivibili emozioni che avete provato insieme in quella stanza. Ma non può essere altrimenti. Non puoi pretendere di prendere il posto della madre dei suoi figli, così come non puoi permetterti di ridurre in cenere la fiducia che Tarou ti ha sempre dimostrato da quando avete deciso d'intraprendere insieme la vostra avventura edochiana.
Ogni tassello deve rimanere al suo posto, come sempre. E poco importa se la vostra unione vi ha cambiati definitivamente, forgiando una nuova, tenue speranza nei vostri cuori affranti. Un sentimento che è cresciuto dentro di voi all'ombra di chi è stato costantemente al vostro fianco, nonostante tutto. Un germoglio che meritava da tempo il suo nutrimento per poter crescere vigoroso all'interno delle vostre anime spezzate. Uno spiraglio di luce che riusciva a farsi largo tra i vostri contorti pensieri carichi di insicurezze ed aspettative. I coperchi dei vostri rispettivi Vasi di Pandora che si spostavano per lasciarvi la possibilità di scoprire quello che avevate lasciato in sospeso nel momento in cui vi eravate separati per andare incontro ai vostri destini. Sì, perché solo ora te ne stai rendendo pienamente conto, ma anche il tuo Vaso si è chiuso nell'attimo in cui hai salutato Kirino gridando su quella stradina che ti avrebbe condotto all'abitazione di tua madre, reduce di un meraviglioso viaggio mai compiuto. Continuare a mostrare al mondo la tua vera essenza non era servito a molto dato che non potevi donarla all'unica persona di cui ti sei mai realmente innamorato.
Scoprire che quegli stessi sentimenti sono addirittura ricambiati ti ha fatto ancora più male. Ti ha portato a comprendere, in maniera ancora più letale, quanto sia vile fingere ogni giorno di essere felici. Ma soprattutto, ti porta inesorabilmente a idealizzare quanto tempo abbiate perso e cosa avreste potuto realizzare in quegli anni buttati a rincorrere il sogno di qualcun altro, qualcuno che state prendendo palesemente in giro, oltretutto.

“Sono d'accordo. Lui non se lo merita.”

“Makoto, i tuoi bambini hanno bisogno di te.”

Kirino si limita ad annuire, assumendo un'espressione vacua, accondiscendente e rassegnata. Accenna un piccolo sorriso prima di alzare il braccio e puntare il dito nella tua direzione, ma oltre le tue spalle.
Un'auto ha appena frenato sul ciglio del marciapiede. Un taxi di colore giallo.

“Devi prendere un taxi?”

“No, l'ho fatto chiamare per te. In realtà si è offerta la ragazza della reception dopo che le ho spiegato che sei un mio cliente. Tu sei qui per una consulenza, giusto?”

Cosa?

“Mi stai prendendo in giro?!”

Il suo occhiolino è la risposta che riesce a risollevare in parte il tuo umore, letteralmente finito sotto le scarpe. In un attimo intuisci che ti ha semplicemente dato un input per poterti giustificare con Tarou, una volta arrivato a casa.
Una consulenza in tarda serata. Sì certo, ci crederà!

“Ti ho scritto una mail, leggila e memorizzala. Poi cancellala.”

“D'accordo.”

“Bene, ci salutiamo allora. Mi ha fatto davvero piacere rivederti.”

“Anche a me.”

“Ti auguro il meglio... per tutto.”

“Abbi cura dei tuoi bambini. Ciao, Makoto.”

Ciao, Futoshi.”

 

***




Caro Mishima,
Ti scrivo questa mail per dirti ciò che non sono riuscito a dirti di persona.
Il mio lavoro mi porterà a venire almeno due volte l'anno qui, nella tua Shangri-La. Mi sembra di avertene già parlato quando ci siamo visti in paese, se non ricordo male.

Quello che sto cercando di dirti è che tenterò di avvisarti ogni volta che potrò. Mi piacerebbe poterti rivedere. Sarei un pazzo a non ammettere che l'incontro di oggi non mi è bastato.
Futoshi, grazie per aver realizzato il sogno che mi porto dietro da oltre un decennio. Grazie per aver dato vita alla serata più bella della mia inutile esistenza. Grazie per la buona considerazione che hai di me, nonostante il modo in cui ti ho trattato in passato. Semplicemente... Grazie.
Un caro saluto,
Makoto Kirino

 

 

 

 

… Tutta la bellezza
che mi fugge via
e mi lascia in cambio
i segni di una malattia.
Tutta la bellezza
che non ho mai colto,
tutta la bellezza immaginata
che c’era sul tuo volto,
tutta la bellezza
se ne va in un canto,
questa tua bellezza
che è la mia
muore dentro un canto...


[Roberto Vecchioni - “La bellezza (Gustav e Tadzlo)” (2002)]










 


 

Angolo dell'autrice
 

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia mini-long. :)

Questa storia è tratta dal manga Smells like green spirit di Nagai Saburou, concluso e facilmente reperibile sul web.
Tutto quello che posso fare, nel mio piccolo, è consigliarvi caldamente la lettura di questa bellissima (e sottovalutata!) opera su carta. Se vi aspettate il solito manga yaoi in cui i ruoli vengono incasellati a dovere, dove ci si rigira tra le lenzuola ad ogni capitolo o vi è la costante presenza delle solite tresche tra ragazzini all'interno di una scuola nipponica... sappiate che vi state sbagliando. E di grosso! Questo è davvero uno dei manga di genere più belli, intensi e realistici che abbia mai letto! I personaggi sono perfettamente caratterizzati e non esiste un 'buono' o un 'cattivo'. Questi ragazzi sono vittime della stessa società che ha dato loro la vita, non ancora pronta ad accettare la loro naturale omosessualità.

La storia è scritta al tempo presente, in seconda persona. Il punto di vista è quello di Mishima, dato che l'intero arco narrativo della storia originale parte da lui e dai suoi intricati rapporti con Kirino e Yumeno.
Ho utilizzato una citazione tratta dal libro Chamami col tuo nome di André Aciman come introduzione, mentre il titolo generale della mini-long (Uomini farfalla), è tratto da una bellissima canzone di Mia Martini.

Altre piccole annotazioni:

  • L'estratto di testo che ho aggiunto all'inizio e al termine del capitolo appartiene al brano La bellezza (Gustav e Tadzlo) di Roberto Vecchioni.

  • Yoshiko è un nome da me attribuito alla moglie di Kirino. Nell'ultimo capitolo del manga (cap. 14) viene chiaramente fatto intendere che Kirino si sia sposato e che abbia avuto una bambina di nome Natsuki. In una battuta della bambina si evince che la madre sia di nuovo incinta. Non si specifica altro.

  • Ai shiteru significa proprio 'Ti amo' in giapponese.

  • L'ultima parte del capitolo è il testo che Kirino scrive nella mail che ha mandato a Mishima.

 

Breve riassunto della trama di Smells like green spirit:

Futoshi Mishima è uno studente delle scuole medie dichiaratamente omosessuale e con la passione per il cross-dressing. Proprio per questo viene preso spesso di mira da alcuni suoi compagni di classe, tra i quali ci sono Makoto Kirino e Tarou Yumeno.
Un giorno Kirino interviene per salvare Mishima da un gruppo di ragazzi più grandi che volevano provarci con lui, scambiandolo per una ragazza. In quell'occasione Mishima perderà un rossetto che aveva sottratto alla madre. Il giorno seguente il ragazzo scopre che l'oggetto perduto è stato ritrovato proprio da colui che lo aveva salvato. Infatti, i due si ritrovano sul tetto della scuola proprio mentre Kirino cerca di dare colore alle sue labbra, rivelando rabbiosamente di essere a sua volta omosessuale. Da quel giorno i due diventano amici e confidenti. Yumeno, nel frattempo, intuisce il loro avvicinamento e ne è persino geloso.
A seguito di una quasi violenza sessuale subita da Mishima da parte di un professore represso e pedofilo (Yanagida), Kirino e Yumeno si avvicineranno ancora di più al giovane Futoshi. Yumeno, diversamente da Kirino, avrà fin da subito un approccio più fisico (dichiarando a sua volta le sue reali preferenze sessuali), arrivando a baciarlo e ad avere quasi (!) un rapporto completo con lui. Kirino, dal canto suo, riesce ad essere più cauto, preferendo una vicinanza maggiormente 'affettiva'.
Purtroppo, come spesso capita nei paesini di campagna in cui sono ambientate le vicende, le voci su due/tre ragazzi che escono spesso assieme cominciano a girare e ad essere volgarmente esagitate. Questi pettegolezzi arrivano fino alle orecchie delle tre famiglie in questione e le conseguenti reazioni risulteranno essere completamente diverse l'una dall'altra. C'è chi verrà accettato e compreso di buon grado, chi dovrà essere aiutato dal genitore più 'open minded' per convincere anche il coniuge e chi, venendo da una situazione familiare piuttosto travagliata, sarà costretto a fare diversi passi indietro per non arrecare ulteriori 'danni'.
Nell'ultima parte del manga (esclusi i 4 spin-off) la trama è spostata in avanti di circa una decina di anni; ci vengono mostrate come sono cambiate le vite dei tre protagonisti in base alle loro scelte adolescenziali.
Sul finale non vado nei dettagli sia per evitarvi l'eventuale piacere della lettura, sia perché è stato un epilogo che mi ha fatto letteralmente incazzare, ve lo dico!


Una dedica speciale va a _aivy_demy_ e BlueRoar, le due fantastiche amministratrici del gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic e Fanart's World” che hanno saputo dar vita a questa splendida challenge dedicata al mondo del 'What if?'.
Questa storia meritava davvero il suo finale alternativo e ho potuto realizzarlo anche grazie a voi! :*

Un abbraccio,

Mahlerlucia

   
 
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