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Autore: Gapman    22/07/2019    1 recensioni
La donna da cui tutto è partito, colei che per la prima volta ha superato i limiti mentali e fisici umani, ritorna ad Hawkins insieme a sua figlia per risolvere i problemi col Sottosopra.
Questa è la storia di zero - uno, dei suoi intrecci, della sua debolezza nella forza estrema e di come abbia trovato fratellanza tra chi, come lei, ha subito le stesse torture.
Vittoria, invece, è una nerd della letteratura e vive in un mondo relegato alla sua testa che si scontra con la dura realtà - e gli strani compagni con cui si ritrova a condividere le giornate.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Hopper, Joyce Byers, Nuovo personaggio, Undici/Jane
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Piacere, zero uno

Capitolo uno: ‘’Ri-benvenuti a Hawkins’’

Timeline: seconda stagione.


Martedì 30 ottobre, 1984


In quel - stranamente - soleggiato giorno di ottobre, Max varcava per la prima volta la porta della scuola media di Hawkins.
Libri nello zaino, broncio impostato e skateboard per far capire subito a tutti chi fosse. Si sentiva parte di un grande cliché, quello della ragazza nuova che fa la dura con tutti, e avrebbe mantenuto quel profilo con chiunque - anche con la ragazza, nuova arrivata come lei, che aspettava il preside al suo fianco. 
Lunghissimi capelli castano scuro, sopracciglia spesse, occhi scuri come perle nere. Non parlava, ma non sembrava una dura. Era impassibile come una statua.
Ciò che catturò di più l’occhio di Max fu la sedia a rotelle su cui sedeva, nella quale la giovane sembrava a suo agio. Non era imbarazzata dalla sua condizione, anzi, si muoveva con sicurezza e tranquillità. Sua madre l’aveva lasciata vicino alla porta della presidenza, salutandola con un forte abbraccio ed un bacio sulla fronte.
Sembravano molto vicine.
‘’Ciao.’’ Una voce sottile come una piuma raggiunse le orecchie di Max. Si voltò di scatto, vedendo la ragazza straniera con lo sguardo timidamente rivolto verso di lei; ‘’Sei nuova anche tu, e suppongo che saremo nella stessa classe.’’ 
Max la osservò un secondo, prima di rispondere.
‘’Già.’’ Fece una lunga pausa, cercando il coraggio di chiederle il suo nome; ‘’Come ti chiami?’’ 
‘’Vittoria. Tu?’’ Il suo nome suonò nelle orecchie di Maxine in maniera strana.
‘’Victoria intendi?’’
‘’No, no. Vittoria. E’ Victoria, ma in italiano.’’ Le rispose la nuova arrivata, con una calma esemplare.
‘’Io sono Maxine. Max, in breve.’’
Le due si scambiarono un sorriso accennato.
‘’Da dove vieni, Maxine?’’ Non appena sentì quella domanda, furono entrambe chiamate dal preside. 
Fecero un giro breve per la scuola, dove, da una parte, Max era più preoccupata per l’incontro coi nuovi compagni e non aveva ascoltato metà del discorso. Dall’altra, Vittoria fingeva di essere interessata. Di solito, adorava le lunghe spiegazioni, ma quella volta proprio no. Ormai, con tutte le scuole che aveva cambiato, non le interessava nulle.
Quando arrivarono di fronte alla nuova classe, le due si guardarono. Condividevano la stessa paura, e questo le rendeva abbastanza simili.
‘’Ecco, ragazze. Questa sarà la vostra classe di scienza con il professore Clarke. Conoscerete i vostri compagni e parteciperete alla vostra prima lezione!’’ 
La preside bussò alla porta ed entrò, seguita prima da Max, che con un po’ di riluttanza si presentò alla classe. Wow, viene dalla California. Bella la California - Pensò Vittoria.
Quando fu il suo turno, entrò dentro alla classe spingendosi sulla sedia a rotelle. Tutti la osservavano, stupiti, sbigottiti. Li vide anche parlottare, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. 
‘’Incredibile, oggi abbiamo addirittura due nuove arrivate! Come ti chiami?’’
Le chiese il professor Clarke di scienze, un uomo di mezza età che già a prima vista dava l’idea di essere un gran appassionato di quella materia.
‘’Mi chiamo Vittoria. Vengo da Washington D.C.’’
In mezzo alla classe, disposti in un quadrato, sedevano Will, Lucas, Dustin e Mike. Tra tutti, erano quelli più in fermento. L’arrivo di Max li aveva elettrizzati perché, almeno a prima vista, sembrava una nerd. O meglio, MadMax, lo sconosciuto imbattibile della sala giochi. Mentre Vittoria era un po’ più strana.
‘’Non sembra il personaggio di qualche film horror?!’’ Sussurrò Dustin agli altri ragazzi, che annuirono estremamente stupiti.
Vittoria gli rivolse una occhiata abbastanza rassegnata.
‘’Silenzio, ragazzi!’’ Li ammonì il professore; ‘’Molto bene, finite le presentazioni direi che possiamo iniziare la lezione. Puoi sederti vicino a Dustin, visto che c’è un posto libero.’’
Non appena sentì questa affermazione, Dustin sgranò gli occhi e gli altri ragazzi si misero a ridere.




Fuori da scuola


Poco dopo aver lasciato sua figlia davanti alla presidenza, la madre di Vittoria si infilò dentro alla macchina parcheggiata davanti alla struttura e si accese una sigaretta. Erano tante le ragioni per cui si trovavano lì, e Hawkins non era di certo il suo posto preferito. La riportava indietro a dei ricordi atroci, di cui portava ancora i segni evidenti: cicatrici, tagli, e soprattutto un piccolo numerino tatuato sul suo braccio destro. 01. Strinse forte la presa sul mozzicone e chiuse gli occhi, assaporando lo schifoso sapore del fumo.
In quel preciso momento, Joyce e Hopper arrivarono per prendere Will e portarlo ad una visita. 
Non appena uscirono, la donna spense la sigaretta nel posacenere e scese dall’auto. Ecco, proprio chi stavo cercando - pensò.
Fece finta di star semplicemente osservando la scuola e i foglietti attaccati alla bacheca, con il mero intento di farsi notare.
‘’Ha bisogno d’aiuto?’’ Joyce, nel vedere la donna visibilmente confusa, le si avvicinò con Will accanto. Hopper la stava aspettando vicino alla macchina, nervoso.
Lei si voltò con calma, sorridendo. Ma non era un sorriso gioviale, pareva soltanto educata.
‘’Oh, salve. Stavo soltanto guardando gli annunci. Mia figlia ha iniziato la scuola oggi, è nuova. Volevo dare una occhiata alle attività e ai vari club che avete.’’
Joyce notò subito l’accento straniero, contornato da un inglese perfetto e maturato. Le due incominciarono a parlare, avviandosi verso il parcheggio dove Hopper attendeva.
Mentre camminava insieme a quella donna, Will percepì qualcosa. Ebbe un flash veloce di diversi immagini del Sottosopra; niente di preoccupante, ma la cosa lo incuriosì. Tuttavia, la sconosciuta conosceva benissimo quel bambino e tutto ciò che gli era successo. 
‘’Jim, lei è Alma - sua figlia ha iniziato da poco la scuola e si sono trasferite ad Hawkins. Sta cercando lavoro, non è che potresti aiutarla?’’ Joyce era di una gentilezza disarmante, e questo stupì molto Alma.
Hopper la guardò dall’alto al basso, stranito. Era una ragazza giovane, molto alta, vestita con un certo riguardo. Camicia viola, infilata dentro ad un paio di pantaloni neri - presumibilmente da uomo. Capelli castani, talmente ricci che, probabilmente, costituivano gran parte della sua altezza. Sembrava una top model di qualche rivista, con un fisico perfetto e molto allenato. Era bellissima, ma questo non lo rassicurava per niente.
‘’Io sono lo sceriffo Hopper.’’ I due si strinsero la mano, freddamente; ‘’Ma… Cosa porta una donna così giovane a venire da Washington D.C. a Hawkins?’’ L’uomo gettò la sigaretta a terra, incrociò le braccia e si appoggiò contro la macchina. 
Joyce notò subito lo sguardo interrogativo di Hopper; ‘’Beh, dai, magari le piaceva il posto…’’
‘’Sì, Joyce, esatto’’ Rispose la donna, mantenendo uno sguardo fermo e tranquillo. Non era intimorita dallo sceriffo; ‘’Sono venuta qui perché mi piacciono i posti dove non succede niente. Devo averlo letto su qualche opuscolo dal dottore, forse. In ogni caso, come si può sentire dal mio accento, sono nata in Italia e i miei genitori anche. Siamo arrivati qui quando avevo circa… 8 o 9 anni.’’ 
Hopper non rispose, si limitò ad annuire. I dubbi lo attanagliavano, e in quel momento pensava solo alla visita che Will avrebbe fatto di lì a poco.
‘’Ora che ci penso’’ Intervenì Joyce; ‘’Dove lavoro io, cercano un’altra commessa. Prova a sentire lì, metterò una buona parola per te. Ora dobbiamo andare, purtroppo, mio figlio deve fare una visita molto, molto importante.’’
Alma notò la preoccupazione nello sguardo della madre. Una preoccupazione che aveva sempre conosciuto benissimo, e che si ritrovava a condividere pienamente.
‘’Visite e figli non vanno mai d’accordo insieme’’ Rispose, accennando un sorriso; ‘’Ci vediamo presto. Ah! Sicuramente passerò in negozio.’’


Fine capitolo.





Note dell’autore:


Buonasera a tutti*! Avevo in mente una fanfiction di questo genere da tempo, ma la vera ispirazione mi è venuta all’improvviso durante la terza stagione… 
Come sempre, spero di riuscire a rendere al massimo le idee che ho. Non sempre è facile scrivere fanfiction con degli OC, ma mi piace aggiungere qualcosa di mio alle storie e spero piaccia anche a voi :)
Il prossimo capitolo arriverà tra pochissimo visto che questa è solo una introduzione breve dei personaggi. Intanto, se vi va, potete lasciarmi una recensione. P.s. mi fareste un grandissimo piacere votando Alexei nella lista dei personaggi da inserire visto che *spoiler* apparirà più avanti! https://efpfanfic.net/richieste.php?catid=3991

Un saluto,

Gapman
   
 
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