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Autore: blackwhite_swan    23/07/2019    2 recensioni
[Miles Bletchley, Gemma Farley, Terence Higgs, Adrian Pucey, Malcolm Urquhart, Cassius Warrington]
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Inghilterra, estate del 1994.
Gemma aveva affermato con certezza di non avere alcuna voglia di perdere tempo ad assistere alla Coppa del Mondo di Quidditch, ma alla fine gli altri cinque componenti della banda l'avevano convinta, facendo vena sui suoi pressoché inesistenti istinti materni, ad accompagnarli.
Perché, nonostante la ragazza a malapena distinguesse il boccino dalla pluffa, senza di lei non sarebbe stato ugualmente divertente.
Quello che però i sei Serpeverde neomaggiorenni non si aspettavano affatto era che quell'estate avrebbero provato sulla propria pelle un assaggio dei futuri tempi bui che attendevano il Mondo Magico.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrian Pucey, Altro personaggio, Serpeverde
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'La Gang di Serpeverde'
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La lunga estate calda

Parte III

 

26 agosto 1994

Nel grazioso salottino azzurro della tenda, Sebastian Farley stava parlando in tono calmo ai ragazzi, spiegando loro che i mangiamorte se n’erano andati con l’arrivo degli Auror i quali, con l’aiuto degli obliviatori, dei quali il signor Farley faceva parte, e dei medimaghi stavano assistendo tutti coloro, maghi o babbani che fossero, che erano in qualche modo avevano subito danni o infortuni.

Fortunatamente non c’erano state vittime, sembrava che nessuno dei feriti fosse in pericolo di vita e gli auror stavano facendo del proprio meglio per ricostruire i fatti.

«Gli auror raccoglieranno le testimonianze di coloro che erano presenti?» chiese ad un certo punto Cassius con voce roca, parlando per la prima volta da quando erano rientrati quasi due ore prima nella tenda, facendo sobbalzare gli altri cinque ragazzi.

Sebastian Farley fissò con espressione seria il volto cupo e allo stesso tempo deciso del ragazzo seduto di fronte a lui, avendo purtroppo un’idea di dove volesse andare a parare «Raccoglieranno informazioni, ma saranno interrogatori su base volontaria, aperti solo a coloro che si sentano in grado di fornire informazioni e prove certe» aggiunse, precedendo il ragazzo che aveva aperto la bocca per parlare «Non potranno accettare informazioni che non siano verificabili e purtroppo dubito fortemente che qualcuno possa aver identificato con precisione di notte e con tutto quel trambusto una persona che indossava un cappuccio e una maschera…e sono abbastanza certo che tutte quelle persone avessero fatto il possibile per assicurarsi un alibi. Non credo di provocarvi stupore dicendovi che questa era sicuramente un’azione progettata con cura e anticipo» c’era amarezza nella voce del signor Farley e anche molta preoccupazione: se già a loro sei, rifletté Terence, aveva fatto così impressione vedere il Marchio Nero, per qualcuno che era già adulto durante la Guerra Magica doveva essere un terrificante déjà-vu.

Cassius inspirò dalle narici, abbassando il capo e annuendo all’indirizzo dell’obliviatore che, dopo aver guardato con affetto i sei ragazzi di fronte a sé, si alzò in piedi, stampando un bacio sulla testa della figlia e augurando buona notte a tutti prima di uscire dalla tenda lasciandoli soli.

Miles emise un verso sfinito e si lasciò andare contro lo schienale del divano, sfregandosi forte gli occhi con le mani «Non era proprio così che mi immaginavo la nostra prima vacanza» borbottò facendo incurvare le labbra di Malcolm e Terence mentre Adrian e Gemma si scambiavano occhiate preoccupate, spostando di tanto in tanto lo sguardo su Cassius, che aveva assunto quella sua espressione apatica che non prometteva mai nulla di buono.

«Era Damian» disse dopo quasi altri cinque minuti di assoluto silenzio Cassius «Il mangiamorte che ha schiantato quel babbano…era Damian, ne sono certo» Gemma e Adrian, che l’avevano già capito, sospirarono abbassando lo sguardo mentre Miles, Terence e Malcolm guardarono l’amico con apprensione «Sei certo che fosse lui?» chiese lentamente Terence, guadagnandosi un’occhiataccia da Cassius «So riconoscere mio fratello» sibilò con voce troppo intrisa di dolore perché potesse suonare veramente minacciosa.

Cassius sapeva che i suoi famigliari erano sempre stati sostenitori di Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato, sapeva che suo padre e suo nonno erano stati dei mangiamorte e quando aveva visto quelle persone incappucciate aveva immaginato che potesse anche esserci Aurelius Warrington tra di loro, ma realizzare che anche Damian era lì era stato un colpo. Aveva riconosciuta subito la risata del fratello, ma finchè non se l’era visto davanti aveva sperato di essersi sbagliato.

Poteva avere il volto coperto e quella pesante veste nera addosso, ma avrebbe riconosciuto Damian tra mille, fisicamente identico a lui come una goccia d’acqua nonostante ci fossero quattro anni a separarli.

Da quanto stavano organizzando quell’attacco? Da quanto Damian si era unito a loro? Tutto il tempo che aveva passato nello studio di suo padre, le chiacchierate fino a tarda notte tra i Warrington più anziani e l’improvvisa voglia di spedire Cassius dai Pucey erano tutte collegate ai fatti di quella notte, dunque?

Damian aveva solo quattro anni più di lui, era troppo giovane per poter essere davvero un mangiamorte!

«Tu non sei Damian» disse dopo un po’ Adrian, guardando con espressione seria il suo migliore amico, che alzò gli occhi scuri pieni di vergogna e rabbia «Non hai alcuna responsabilità per quello che fanno i tuoi genitori o i tuoi fratelli» continuò mentre Gemma, appollaiata sul bracciolo della poltrona di Cassius, gli posava una mano sulla spalla, annuendo con convinzione.

«Non devi vergognarti di colpe che non hai, non con noi» aggiunse la ragazza, facendo immediatamente annuire gli altri quattro ragazzi.

Cassius guardò gli amici uno per uno: non c’era traccia di pietà nei loro occhi e di questo fu loro grato, solo una luce decisa e ferma mentre lo fissavano.

Noi ci siamo.

E bastava quello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono la prima a difendere strenuamente la causa delle serpi, ma non sono così naïve da pretendere di sostenere che tutti quanti i membri della Casa di Salazar siano brave personcine, soprattutto non se si parla di purosangue. Però i miei sei bambini sono tutti dei maghi a modo, come avete potuto vedere.

I toni sono decisamente più cupi di quelli che sono abituata ad usare nelle mie storie, ma voglio un po’ mettermi alla prova. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questa brevissima storia!

Rimanete sintonizzati su questi canali per i futuri sviluppi riguardanti questo magico sestetto verde-argento!

 

Un bacione a chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fino a qui,

Em

 

 

   
 
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