Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Riflessi    29/07/2019    11 recensioni
Draco lo sapeva che quella donna -prima o poi- l'avrebbe fatto morire...
D'odio, o d'amore.
Che, in un modo o nell'altro, lei non sarebbe mai uscita dalla sua vita, per tormentarlo deliziosamente fino alla fine dei suoi giorni.
Hermione Granger era nel destino di Draco Malfoy come Tom Riddle era stato in quello di Harry Potter: una persecuzione costante, continua, perenne, che l'avrebbe portato alla pazzia totale... o forse chissà, l'avrebbe invece salvato dal profondo abisso della solitudine!
SEQUEL DE "LE FIABE OSCURE"
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 17
-Questione di dignità-


 

Prigione di Azkaban.

Draco era sdraiato sulla misera brandina cigolante, e guardava il soffitto da più di venti minuti, ormai.
I raggi del sole che durante la giornata filtravano attraverso la piccola finestrella a sbarre, avevano ceduto il posto alla notte; ed ogni volta che ciò avveniva, a lui non restava altro che ascoltare, nel buio più completo, il ticchettio delle gocce d'acqua che cadevano ritmicamente dal rubinetto del bagno (se quel buco di due metri per due dentro la sua cella poteva definirsi bagno, ovviamente) ed il russare pesante e fastidioso proveniente dalle stanze vicine alla sua.

Tre giorni.
Tre maledetti giorni chiuso là dentro... ed il suo cervello stava già dando i numeri.

"Voglio uscire di qui, cazzo!" Mormorò a denti stretti.
E diede un pugno sul muro, ritrovandosi a gemere di dolore come un cretino. L'angoscia lo stava letteralmente divorando, lui che già di suo soffriva d'ansia da circa dieci anni, da quando il Signore Oscuro gli aveva affidato un incarico più grande di lui minacciando di morte la sua famiglia.

La sensazione di soffocare, in quelle quattro lerce mura, era così prepotente che lo stava mandando letteralmente nel panico. Era scarmigliato, gli era cresciuta la barba, il cibo era vomitevole, aveva un costante batticuore dovuto all'inquietudine, e non dormiva esattamente dal momento in cui lo avevano rinchiuso.

Draco aveva fame, sonno, paura, e rabbia. Tanta rabbia.

In quel mare di deliri, ad un certo punto pensò pure ad Hermione, ma questo purtroppo non lo aiutò a trovare pace anzi, se possibile aumentò il suo disagio.

Lei era perfetta, e lui invece, era troppo dannato per meritarla davvero. Draco sapeva di non avere alcun diritto su Hemione, neanche quello di sentirla in qualche modo sua.
Cos'erano loro due, in fondo? Né amici, ma neppure più nemici.
Non poteva definirla la sua donna, né la sua amante.

L'aveva disprezzata, maltrattata, schifata. Poi, per colpa di Harry Potter e del bracciale dei Belby, aveva dovuto avvicinarla, e si era subito ritrovato a combattere contro una strana ed inammisibile attrazione, che gli aveva fatto perdere il senno e smarrire tutti i dogmi su cui la sua vita si era sempre basata. Hermione Granger l'aveva travolto come un uragano, e Draco si era innamorato di lei come un ragazzino che scopre per la prima volta il fascino femminile. Così... l'aveva posseduta, e si era pure odiato, per questo! Dopo, l'aveva allontanata da sé per non farla cadere insieme a lui nel baratro, per paura che perdesse credibilità stando accanto ad un mangiamorte pentito, e per evitarle di passare una vita a difenderlo dall'odio della comunità magica. Ma Draco aveva sofferto come un cane lontano da lei, si era sentito perso, vuoto, incapace di poter amare un'altra... allora aveva ceduto di nuovo, e per un po' era stato tutto meraviglioso. Fino al momento in cui Hermione però, lo aveva creduto capace di farle del male: male fisico.
E questo Draco non era riuscito a sopportarlo. L'idea che lei, nonostante tutto, ancora non riuscisse a fidarsi di lui, lo aveva fatto impazzire!

Hermione, per quell'errore madornale, gli aveva chiesto perdono un milione di volte, l'aveva cercato, aveva pianto... eppure Draco, troppo orgoglioso per perdonarla, l'aveva tenuta lontana da sé per tre mesi, combattendo nello stesso tempo contro la voglia matta di andare a riprendersela, stringerla fra le braccia, scusarsi con lei per quella sua maledetta testardaggine, e farla sua in tutti i modi concepibili. Alla fine si era arreso come un tossico in crisi d'astinenza, e l'aveva amata di nuovo, affondando nel suo corpo di donna, perdendosi fra i suoi gemiti, baciandola fino a lasciarla senza fiato, mettendoci una foga disperata e piena di passione.

Draco Malfoy aveva finalmente capito di non poter fare a meno di Hermione Granger.

Ma proprio quando era riuscito a venire a patti con questa realtà, il destino si era messo ancora in mezzo e, alla lunga lista dei suoi peccati da razzista purosangue, si era aggiunta perfino la follia di farsi sbattere ad Azkaban.
A quel punto, sarebbe stato tanto assurdo se Hermione avresse deciso una volta per tutte di chiudere con lui? No! Ed onestamente ne avrebbe avuto tutto il diritto. Perché mai doveva rovinarsi la sua brillante vita con un avanzo di galera? Infatti, nonostante lui avesse avuto finalmente il coraggio di dirle che l'amava, Hermione non gli aveva risposto, limitandosi solo a ricambiare i suoi baci disperati.

"Vaffanculo..."
Disse rivolgendosi a se stesso in un moto di rabbia, e spezzando così il silenzio totale della sua cella. Poi si portò le mani sul viso, esasperato.
La sua testa stava esplodendo di pensieri, preoccupazioni, dubbi, mentre il suo corpo smaniava di insoddisfazione e voglia di riscatto. Solo una cosa era certa, in quella tempesta emotiva: e cioè che Potter doveva farlo uscire di lì.

Per forza.


 
***
 


Wiltshire, Inghilterra. Il giorno dopo.

Il cuore di Hermione batteva all'impazzata mentre avanzava il più lentamente possibile all'interno del grande atrio stuccato della villa, vergognandosi perfino del rumore insistente che facevano i suoi tacchi sui marmi del pavimento. Si era convinta che rallentando il passo avrebbe avuto tutto il tempo di darsi una calmata, prima di imbattersi in uno dei proprietari.

Non sapeva chi augurarsi di trovare però: tanto, in ogni caso, sia Narcissa che Lucius le mettevano addosso un'ansia istintiva! E non contava ripetersi a mente che loro non potevano farle nulla di male, che i tempi della caccia ai sanguesporco era terminata da oltre un decennio e soprattutto che non avevano nulla di concreto in mano per farla sentire davvero inferiore. No! Purtroppo quello di sentirsi una nullità dinanzi a loro, per lei ormai era diventato una specie vizio, che affondava le sue radici in un passato troppo doloroso per essere dimenticato con leggerezza.

Quando infine Hermione giunse, torcendosi le mani, nel salotto dell'ala nord di villa Malfoy, trovò ad accoglierla entrambi i coniugi -come nelle sue previsioni più catastrofiche- e allora dovette inspirare a fondo, chiedendo a Dio di darle la forza di non soccombere. Poi... aprì la bocca per porgere i suoi rispettosi saluti:

"Buongiorno sign..."
"SA DIRMI PER QUALE FOTTUTISSIMO MOTIVO MIO FIGLIO E' AD AZKABAN?!"

Non appena aveva scorto la giovane entrare nella stanza, il padrone del maniero si era alzato bruscamente dalla poltrona su cui sedeva. Si era fatto livido di rabbia mentre parlava, stringendo i pugni e mandando scintille di puro odio dai suoi occhi grigi.

Non era un mistero che Lucius Malfoy non accettava la relazione che Draco aveva intrapreso con Hermione Granger. Anzi, egli era così ottuso da esser ancora convinto che, per aver rincoglionito suo figlio in quel modo osceno, la ragazza gli avesse propinato qualche variante più duratura dell'Amortentia, o peggio: che gli avesse lanciato una potente fattura di legamento.
Il risentimento che il vecchio Malfoy provava per questo fatto, era arrivato a livelli tali che qualsiasi cazzata Draco combinasse, secondo lui era invariabilmente colpa di Hermione Granger, anche quando lei ne era totalmente estranea.

Come d'altronde succede a chiunque quando ha del risentimento per qualcuno in particolare, e vede in quel qualcuno la causa di ogni male. Sempre. Anche quando non c'entra nulla.

In realtà, Lucius aveva quasi dimenticato le originarie cause che lo avevano portato a provare tanta antipatia nei confronti di quella ragazza: più e più volte aveva stilato, nel silenzio della sua mente, un elenco dei pro e dei contro di quella improbabile relazione sanguepuro/natababbana, ed era giunto anche lui all'innegabile conclusione che i vantaggi erano molto più numerosi dei danni!

Era assolutamente vero, che il nome di Hermione Granger avrebbe portato nuovo lustro al loro, ormai decadente, casato! Come era vero che suo figlio avrebbe riavuto certamente le porte spalancate, grazie a lei! E forse chissà, magari in questo modo, di riflesso, sarebbero stati perdonati pure loro, per gli errori che avevano commesso.

Perfino Narcissa lo aveva spesso rimproverato dicendogli che, invece di lamentarsi e borbottare, doveva ringraziare Merlino che Hermione Granger si fosse innamorata del figlio: che era una fortuna inaspettata per la loro famiglia caduta in disgrazia e, di conseguenza, dovevano vederla come la loro UNICA possibilità di risollevarsi dall'oblio!

Ovviamente, Lucius era troppo opportunista per non comprendere da solo i giovamenti che la ragazza avrebbe portato alle loro vite, però... disprezzarla era diventata quasi un'abitudine per lui, che ormai lo faceva più per presunzione, e per mantenere l'onore, insieme a quel certo contegno tipico dell'aristocratico sprezzante! D'altronde, dopo aver schifato Hermione Granger per una vita, Lucius non poteva certo farle intendere di essere disposto a prostrarsi ai suoi piedi babbani solo perché lei era l'unica con il potere di far risplendere, come una volta, la stirpe dei Malfoy!!!

Era una questione di dignità.

Così, gli era venuto spontaneo accusarla per l'arresto di suo figlio non dandole nemmeno il tempo di entrare nel salotto. Ed aveva pure continuato a colpevolizzarla:
"Lei c'entra qualcosa con questa storia, vero signorina Granger? Perché io sono assolutamente certo che mio figlio non è così imbecille da farsi buttare in una cella di Azkaban senza motivo!"

Hermione però, nonostante fosse arrossita, boccheggiò solo per un attimo prima riprendersi e dire, assolutamente indignata:
"Buongiorno, signori Malfoy! Mi scuso per il disturbo, e visto che mi sembra di non essere esattamente la benvenuta in questa casa, cercherò di liberarvi più in fretta possibile dalla mia sgradita presenza."

Era rimasta in piedi, rigida come un palo, guardando i due coniugi con una serietà e una compostezza invidiabili.

La signora Malfoy però, malgrado la sua solita austerità, fu più ragionevole del marito, e con un elegante gesto della mano fece intendere ad Hermione di accomodarsi, mentre con lo sguardo fulminava silenziosamente Lucius.

Lucius che, nel frattempo, aveva disgraziatamente captato il brillio argenteo di un anello decisamente familiare, al dito di Hermione Granger... Ed in silenzio, fra sé e sé, giurava che avrebbe ammazzato quell'imbecille di suo figlio a mani nude non appena fosse uscito di galera.

"Buongiorno a lei, signorina Granger!" La accolse Narcissa: "Cosa la porta qui? A dire il vero, la sua è una visita inaspettata, più che sgradita."

Hermione crollò a sedere su una poltroncina, stanca di reggere il peso delle troppe avversità, ed ignorò di proposito l'uomo, guardando invece negli occhi la moglie, nella speranza di trovarvi un briciolo di solidarietà femminile:
"In realtà, sono venuta qui perché ho bisogno del vostro aiuto."

"E chi le dice che l'aiuteremo?" Si intromise Lucius, gelido.

Hermione fu risoluta, nel rispondere: "Ne ho bisogno per Draco. So che lo amate molto! Lo farete per lui."

Narcissa la guardò, nascondendo bene la soddisfazione che provava nel vedere la giovane farsi in quattro per suo figlio, ed affermò: "Ci spieghi, allora!"

Hermione inspirò a fondo, cercando le parole adatte per riassumere in modo esaustivo fatti avvenuti nell'arco di diversi mesi:
"Tempo fa, Draco ha provato a distruggere un quadro colpito da una maledizione molto potente, signora Malfoy. Sfortunatamente non c'è riuscito, la situazione è degenerata, ed il demone che occupava la tela ha iniziato a provocare danni, uscendo perfino fuori dal suo spazio."

La donna bionda aggrottò le sopracciglia come nel tentativo di ricordare qualcosa, infatti dopo un attimo chiese, facendo trapelare una punta di preoccupazione: "Lei sta parlando del quadro che mesi fa vi aveva risucchiato entrambi e che uccise il suo folletto della Cornovaglia, signorina Granger! Vero?"

Hermione annuì con serietà, e poi continuò il suo racconto: "Dopo quell'episodio, Draco aveva accettato di trasferire l'oggetto al Ministero, sotto la custodia degli Indicibili, credendo che almeno loro potessero rimuovere la maledizione. Purtroppo non è stato così."

"Incompetenti..." Borbottò a bassa voce Lucius Malfoy, che aveva preso ad ascoltare la ragazza con molta attenzione.

"Non so se sulla Gazzetta vi è capitato di leggere l'articolo che parlava di un Obscurus vagabondo..." Aggiunse Hermione facendoli assentire entrambi. Dopodiché aspettò qualche secondo per esser sicura di avere la loro completa attenzione, e rivelò:
"Quell'Obscurus ed il bambino maledetto del quadro sono la stessa creatura! E la cosa più sconvolgente, purtroppo, è l'aver scoperto che il loro creatore è Gellert Grindelwald, il mago oscuro che terrorizzò il mondo prima della comparsa di Voldemort."

A quel punto, Narcissa si agitò sulla sua poltrona, lasciando trapelare dai suoi occhi sgomento ed orrore, mentre Lucius provò a nascondere la preoccupazione dietro il tono secco che usò per dire:
"Continui!"

Probabilmente, in un altro contesto, Hermione si sarebbe sentita piccata per l'incitazione troppo autoritaria del signor Malfoy, ed avrebbe risposto per le rime prendendosi la soddisfazione di farlo sentire in difetto, ma... si rese conto con estrema saggezza che quello non era il momento adatto per mettersi a sindacare. E poi doveva pure ammettere che, in parte, aveva lasciato correre perché, sotto sotto, si era abituata già con Draco, a quel tono di comando: padre e figlio avevano lo stesso carattere dispotico!
Perciò si limitò a sospirare, e proseguì: "Quel piccolo demone ha continuato a perseguitare Draco anche dopo aver messo la tela in sicurezza al Ministero. Anzi, tempo fa è riuscito addirittura prendere le sue sembianze per farmi del male, e più volte è apparso in casa vostra per tormentarlo. E' per questo motivo che Draco è andato fuori di testa! Lui è sceso al nono livello perché voleva tentare di distruggere il quadro, invece... la situazione gli è sfuggita di mano, e all'Ufficio Misteri è praticamente scoppiato il caos."

Hermione finì il racconto con la voce dimessa, senza potersi impedire di venire sopraffatta dall'angoscia.

"Lo sapevo che lei c'entrava qualcosa!" Scattò Lucius. "Il bambino maledetto ha provato a molestarla, giusto? E quell'idiota, per vendicarla, si è fatto sbattere ad Azkaban!"

Hermione, stavolta, non seppe cosa rispondere.

"Si rende minimamente conto che lei sta portando solo guai, nella vita di mio figlio?" Aggiunse lui.

"I-Io... Non..." La giovane balbettò senza sapere cosa dire.

La signora Malfoy intanto, aveva osservato in silenzio l'intera scena, con il dolore straziante che solo una madre può provare sapendo il figlio, il suo UNICO figlio, nei guai fino al collo. Solo che, a differenza del marito, Narcissa non credeva che la colpa fosse di Hermione Granger, anzi... in realtà era convinta che proprio grazie ad essa, Draco prima o poi avrebbe ritrovato la pace!

Solo l'amore, d'altronde, ha il potere di salvare gli uomini...

Era in nome di questa certezza infatti, che Narcissa qualche giorno prima aveva preso il coraggio a due mani e si era presentata in casa della Granger: per capire una volta per tutte cosa provasse davvero quella ragazza per suo figlio, e spronarla a prendere una decisione in merito al loro altalenante rapporto.
La signora Malfoy ricordava di essere uscita molto soddisfatta da quel tête-à-tête fra donne: vedere la paura ed il dolore sul viso di Hermione Granger quando aveva minacciato di obliviare Draco sui suoi ricordi con lei, le aveva dato la certezza assoluta che la giovane strega lo amava sul serio, suo figlio!

Allora, decise di spezzare la tensione che si era venuta a creare fra l'eroina del mondo magico e suo marito, intromettendosi con una domanda semplice e legittima:
"Aveva detto che le serviva il nostro aiuto, signorina Granger! Ma aiuto per cosa, esattamente?"

Hermione si illuminò subito, e non ci mise molto a rispondere, di nuovo animata dalla sua solita grinta: "Avrei bisogno di qualche biografia che tratti in modo approfondito la vita di Grindelwald, per chiarire dei dubbi che mi sono sorti. Voi per caso possedete libri simili, nella biblioteca del manor?"


 
***


Londra, Ministero della Magia.

"E' successo al nono livello! Sì, esatto... proprio nell'Ufficio Misteri!"

"Ma ne sei sicuro?"

"Che ne so!?! A me l'ha detto la segretaria del coordinatore delle passaporte, che l'ha saputo dal dirigente della compagnia che gestisce i biglietti del Quiddich, che a sua volta l'ha saputo da un suo amico del comitato scuse ai babbani. Quindi sì, penso sia vero!"

"Incredibile..."

Quella mattina al Ministero della Magia i pettegolezzi stavano facendo concorrenza a quelli del settimanale delle streghe, pensò un infuriato Harry Potter mentre sfrecciava per i corridoi che l'avrebbero portato direttamente nell'ufficio del Primo Ministro. Ovunque svoltasse, si imbatteva in capannelli di due o più persone che, invece di lavorare, confabulavano fantasiosamente su Malfoy e su quello che era successo all'Ufficio Misteri.

"Dicono che avesse addirittura organizzato un vero e proprio attentato per far saltare in aria tutto il Ministero!"

"A me invece hanno confidato che le sue intenzioni erano quelle di avvelenare tutti i nati babbani che lavorano qui!"

"Io non credo! Perché mai avrebbe dovuto farlo, in fondo?"

"Perché??? Beh... perché è uno psicopatico, ecco perché!!! Come tutti quelli della sua famiglia, d'altronde! Ed è andato totalmente fuori di testa da quando Hermione Granger l'ha lasciato, te lo dico io! Allora ha pensato di vendicarsi di tutti i sanguesporco come lei."

"Mmh... forse hai ragione!"

Harry, che stava camminando rapidamente verso l'ascensore, sgranò gli occhi di stupore nel sentire le congetture assurde di quei dipendenti linguacciuti, così si fermò di scatto e si girò a guardarli senza riuscire a contenere il rimprovero aspro che gli salì alle labbra:
"Ma non avete nessun lavoro da svolgere, oggi? Se non trovate proprio nulla con cui occuparvi la giornata, ci sarebbero i bagni dell'Atrium da sturare!"

Quelli ovviamente impallidirono di colpo e, borbottando un paio di patetiche scuse, tornarono nei loro uffici con la coda fra le gambe.

"E che cazzo!!!" Sbuffò Harry riprendendo il suo tragitto, ormai irrimediabilmente innervosito.
Un minuto dopo, bussava alla porta del Primo Ministro con l'intenzione ancora più salda di risolvere quella faccenda una volta per tutte:
"Kingsley!"

"Harry, buongiorno! Come mai sei qui? Hai bisogno di qualcosa?" Gli chiese l'omone nero con tono gentile e pacato.

"Devi farlo uscire. SUBITO!" Proruppe d'impeto il Capo Auror.

Shacklebolt sulle prime lo guardò confuso, senza capire a chi si riferisse: "Ma di chi parli?"

"Di Malfoy, ovviamente! La notizia del trambusto all'Ufficio Misteri è trapelata nonostante le precauzioni prese. Dobbiamo assolutamente farlo uscire prima che la gente venga a sapere che si trova ad Azkaban! Altrimenti, sarà impossibile scagionarlo in segretezza quando tutta l'opinione pubblica gli darà addosso tirando in ballo per l'ennesima volta la lista dei suoi peccati!" Sputò fuori Harry senza riprendere mai fiato.

Il Primo Ministro invece sospirò, prima di esprimere i propri dubbi: "E come facciamo a giustificare ciò che è successo, se ormai lo sanno tutti?"

"Ci inventeremo qualcosa, intanto manderò una squadra di obliviatori a cancellare la memoria dei dipendenti dell'Ufficio Misteri che quel giorno hanno assistito al fatto. A mali estremi, estremi rimedi, Kinsgley!"

Shacklebolt ragionò qualche secondo toccandosi pensierosamente il mento, poi... prese in silenzio una pergamena pulita, intinse la piuma nell'inchiostro e vergò alcune righe. Dopo aver apposto il sigillo del Ministero, arrotolò il documento e lo consegnò all'Auror, dicendogli:
"Non ti nego che se fosse stato per me, Malfoy sarebbe uscito fra qualche mese, ma... mi fido di te, Harry Potter! Non farmene pentire, ok?"


***


Wallingford, Oxfordshire. Inghilterra.

Lo scricchiolio delle pagine ingiallite che venivano voltate con cura, era un suono che Hermione aveva sempre amato, fin da quando, ancora bambina, si chiudeva per ore nella biblioteca della sua adorata scuola magica. Aveva trovato quel grosso tomo nella grande libreria dei Malfoy, e lady Narcissa le aveva dato il permesso di prenderlo, dopo averla guardata con uno sguardo di quelli che dicevano tutto. Hermione aveva capito subito che quell'occhiata un po' ermetica le era stata rivolta per ricordarle che la minaccia di obliviare Draco era ancora perfettamente valida, però... non si era fatta intimorire, anzi! Aveva incrociato fieramente i suoi occhi risoluti con quelli orgogliosi e freddi di Narcissa Malfoy ed aveva annuito, facendole indendere che aveva preso la sua decisione.

Hermione aveva scelto Draco. Avrebbe combattuto per lui, e con lui. Sempre.
E non ci sarebbe stato bisogno di scagliare alcun Oblivion.


Narcissa allora, che aveva molti difetti ma sicuramente non quello di essere stupida, aveva sorriso brevemente, soddisfatta di aver raggiunto il suo scopo; dopodiché, si era ricomposta assumendo la sua solita espressione distaccata, e poi aveva congedato Hermione con le sue perfette maniere da nobildonna educata.

L'odore della carta vecchia ed ammuffita del libro intanto, era penetrato nelle sue narici facendola starnutire a ripetizione. A quel punto Hermione mise da parte le sue riflessioni, e decise di iniziare finalmente a leggere il primo capitolo della biografia di Grindelwald:

Gellert Grindelwald nacque nel 1883 in Europa orientale, presumibilmente in Ungheria.
Non  è chiaro se egli fosse un purosangue o mezzosangue: dei suoi genitori, purtroppo, si conosce poco o nulla.
Il suo nome, Gellert, è sinonimo di forte, coraggioso. Grindel ha invece un'etimologia variegata: nel tedesco antico significava "fulmine", mentre nell'inglese antico "distruttore". Wald infine, sempre in tedesco, stava per "foresta".


Ad Hermione non interessava un granché il racconto della vita del mago, visto che conosceva quasi a memoria tutte le sue gesta ignobili... ma aveva preso in prestito il libro nella speranza di trovarvi qualcos'altro, in realtà.

Grindelwald manifestò poteri magici fin da subito, e questo gli valse l'ammissione alla scuola di Magia e stregoneria di Drumstang; istituto dal quale venne espulso a soli 16 anni, per aver condotto esperimenti oscuri ed inquietanti. Infatti, già in quegli anni da studente, Gellert Grindelwald era ossessionato dalle sue manie di grandezza e potere-

Hermione dovette voltare delicatamente pagina per continuare a leggere, ma appena lo fece... si ritrovò a saltare violentemente dalla sedia per lo shock: di fronte ai suoi occhi, c'era una fotografia.
L'immagine prendeva l'intero foglio, e ritraeva Gellert Grindelwald all'età di undici o dodici anni...
Indossava una tutina azzurra, aveva i capelli biondi e l'espressione seria.

"Dio santissimo! No... non è possibile." Mormorò Hermione, sbiancando di colpo.

Era lui.
Era il bambino del quadro!




Continua...






Note:

Vi dico, con assoluta sincerità, che in una storia le visualizzazioni contano poco se non si conosce affatto il parere di chi la sta silenziosamente leggendo! Ed io, beh... avrei abbandonato tutto se non fosse stato per: Galaxia, Simoko, Like_A_Phoenix, LadyAthena, Roxhope08, LadyStark, e Graznapoli.

Se qualcuno tra di voi ama "Il cacciatore di maledizioni" non deve affatto ringraziare me, ma piuttosto loro, perché se non fossero state sempre presenti a farmi capire cosa c'era di bello o di brutto, io avrei chiuso baracca e burattini e probabilmente mi sarei messa a fare la lettrice frustrata, acida e disillusa che, per pura vendetta, lasciava recensioni negative a destra e manca con tutta la più cinica sincerità che possedeva, rimproverando voi scrittrici di essere irrispettose nei confronti del lavoro di J.K. Rowling, e di avere la straordinaria faccia tosta di cancellare completamente sette anni di odio e di ideali radicati per far imboscare (già al secondo capitolo!) Draco ed Hermione nello sgabuzzino delle scope, e solo perché si scontrano in un corridoio e si accorgono, per la prima volta, che il colore dei loro occhi è bellissimo!

Vi avrei rimproverate dicendovi che non è giusto far passare Ron per un marito poco presente, distratto, amante dell'alcool e delle belle tettone, solo per levarcelo facilmente dalle palle e dare ad Hermione il "via libera" per lasciarsi sfilare le mutande da Draco Malfoy senza troppi sensi di colpa!

Poi vi avrei massacrate ribadendo, come una presuntuosa rompipalle, che non sta scritto da nessuna parte che Lucius è stato un padre violento ed autoritario... ma anzi, risulta piuttosto palese che ha viziato e coccolato suo figlio in maniera scandalosa!

Vi avrei sottolineato malignamente che nei libri non viene menzionata MAI un'ipotetica avvenenza di Draco Malfoy: i suoi pettorali scolpiti, la tartaruga, il fisico da urlo e la virilità che fuoriesce da tutti i pori!!! Che poi, volendoci magari soffermare su chi lo interpreta... mi pare che neanche Tom Felton sia tutto sto Jason Momoa!

Che Hermione non è buona ed altruista come tutte noi ci siamo messe in testa, ma è anche e soprattutto saccente, competitiva, stronzetta, e primadonna!
Che non è assolutamente vero che lei piangeva disperata ogni volta che Draco la insultava o cercava di metterla in ridicolo, ma in realtà... diciamocelo: se ne sbatteva altamente i coglioni dei suoi patetici "schifosa sanguesporco", e considerava Malfoy talmente inetto, viscido, idiota, viziato e vanitoso, che secondo lei non valeva neanche la pena sprecarci fiato, lacrime e delusione.

Vi avrei fatto presente che Blaise Zabini e Theodore Nott sono stati menzionati da J.K. Rowling sì e no un paio di volte in sette libri, e che una di queste era la scena dello smistamento, quindi beh... dovremmo seriamente arrenderci al fatto che NON loro, bensì quei due troll di Vincent Crabbe e Gregory Goyle, erano davvero gli amici di Draco (anche se ci sarebbe da ridire pure su questo).

Che Ginny Weasley non è una sciaquetta che convince Hermione ad andare ai festini dei Serpeverde, ad infilare minigonne striminzite, perizomi e tacchi a spillo! Cioè... ma voi ce le vedete seriamente, tutt'e due?! Senza contare il fatto che Hogwarts è una scuola serissima e rigida, e non credo proprio che un Severus Piton o una Minerva McGonagall siano così tonti da non accorgersi che, sotto il loro naso, gli studenti organizzano serate che manco al Cocoricò se le potevano immaginare!

Infine, vi avrei bacchettate affermando che, tra le altre cose tremendamente OOC divenute ormai fatti indiscutibili, la fama da Giacomo Casanova di Draco Malfoy è del tutto ingiustificata, e che io personalmente non ho mai letto (o forse ho saltato qualche paragrafo per sbaglio? Nel caso fatemelo presente!) di svenimenti o sospiri struggenti in sala grande al solo passaggio del "biondo ossigenato", sul cui volto si leggeva l'ennesima nottata a base di oche tassorosso, Pancy, droga e Greengrass a volontà!

E adesso che sono in ballo, faccio pure il nome della peggiore, sì!
Una certa "Riflessi", che si è messa in testa che Draco è un uomo tormentato e pieno di paure, solo, depresso, e segnato dagli errori di gioventù! Ma stiamo scherzando!?! Lui, nella sua "Mangiamortaggine" ci sguazzava beato!!! L'unico problema è che alla fine gli ha detto male, povera stella...

Riflessi, nella sua patetica versione dei fatti, ha descritto Hermione come la solita inguaribile crocerossina che, (scopiazzando dalle mielose storie d'amore stile Harmony), va ad innamorarsi proprio del nemico, quello dal carattere ombroso, scostante, cattivo, amareggiato, e che finge indifferenza e disprezzo nei suo confronti. Roba trita e ritrita!
Ah... nemico che, ovviamente, nella realtà dei fatti non si è MAI davvero accorto della sua discreta bellezza! Che non ha MAI visto, nel pugno che lei gli ha propinato al terzo anno, la lucente determinazione dell'unica donna ad avere avuto il coraggio di sfidarlo; nemico che non l'ha MAI insultata solo ed esclusivamente per nascondere la sua conturbante e segretissima attrazione per lei!
Ma quando mai!?!?!?

Eeeeeeh, l'OOC... che strana e bellissima creatura!

Ora, scherzi a parte...
La verità (ammettiamolo) è che Draco Malfoy avrebbe cancellato Hermione Granger dalla faccia della terra senza alcuna pietà! Punto.

E nonostante la morte di Voldemort, la caduta del suo regno di terrore, la fine dei Mangiamorte, del razzismo contro i sanguesporco, e la vittoria del buon senso... Draco, nella sua inettitudine, in ogni caso non avrebbe mai trovato il coraggio, o piuttosto, la necessaria apertura mentale, per amare una come Hermione. Mai, nella sua vita.

Quindi, rassegnamoci a sognare con le fanfiction... di qualsiasi tipo!!!
Penso sia normale in fondo, trovare ogni possibile escamotage per farli innamorare a forza, e allora ben vengano pure sgabuzzini, aule in disuso, stanze della necessità, punizioni condivise, Weasley maneschi, Ginny troppo allegre, Blaise Zabini improvvisamente elevati a ruoli di migliori amici, e tutto quello che ci passa per la testa! Spero solo che nessuno si sia risentito troppo!

Ho divagato? Sì, ho divagato!
Per chi è riuscito ad arrivare sin qui allora, auguro buone vacanze!

A settembre, Riflessi
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Riflessi