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Autore: Solitary_soul_    01/08/2019    2 recensioni
Sono passati vent'anni dalla seconda guerra magica, e tutto procede normalmente: i figli del Golden Trio sono tornati ad Hogwarts per il nuovo anno e i genitori alle loro routine. Ma una serie di incidenti attira l'attenzione del ministero. Qualcosa sta minacciando la sicurezza della scuola, ed Hermione nonostante gli innumerevoli problemi coniugali, interverrà procedendo con le indagini aiutata dal suo acerrimo nemico di infanzia.
Riusciranno ad andare d'accordo a sufficienza e sistemare le cose? Cosa succederà?
Storia presente anche su Wattpad, chi vuole mi segua anche lì mi trovate come @Solitary_soul_
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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5 anni dopo

Scorpius si agitava sulla sedia tamburellando la penna sul tavolo.
Si passò una mano tra i biondi capelli scompigliandoli.
Spazzientito si alzò di scatto dalla sedia, come guidato da una forza invisibile corse fuori dal castello, e lì la vide... la causa dei suoi tormenti.
La folta chioma rossa e riccia era dolcemente mossa dal vento mentre correva dentro carica di libri. Rimase incantanto a guardarla, ancora non capiva come fosse possibile ma la trovava bellissima.
La rossa si voltò attirata dallo sguardo che sentiva su di sé. I suoi occhi azzurri cercavano di individuare la fonte di tale sensazione, incrociando alla fine quelli grigi di Scorpius con un espressione confusa. Si avvicinò a lui a grandi falcate, con la grazia di un elefante e il viso arrossato dalla fatica. Una volta a pochi metri da lui si fermò ad osservarlo.
«Scorp, abbiamo lezione di trasfigurazione. Si può sapere dove stai andando?» il biondo si limitò a sorridere impacciato
«Devo parlare con mio padre, farò un po' tardi» la tranquillizzò allontanandosi, correndo via fuori dai confini.
Appena li superò si smaterializzò a casa propria, trovando Draco che sostava contro lo stipite della cucina. Gli si accostò per vedere cosa stesse guardando: Hermione teneva in braccio una bambina di circa cinque anni, dai lunghi capelli castani e ricci ed gli occhi grigi tempesta. La pelle diafana colorata solo da un leggero rossore sulle guance. La piccola stava colorando un disegno con i pastelli, mentre la madre leggeva un libro.
Lo sguardo sereno del padre era incorniciato da un sorriso sincero, mai lo aveva visto così rilassato. Nemmeno quando sua madre era ancora in vita.
Gli posò una mano sulla spalla richiamando la sua attenzione, quando il padre finalmente si rese conto della sua presenza si voltò mutando radicalmente la sua espressione. Il grigio dei suoi occhi si rifletteva in quelli del figlio, lo sguardo sereno ed allo stesso tempo triste lo scosse profondamente. C'era qualcosa di diverso in Draco.
«Mi dispiace averti sempre dato la colpa della malattia di tua madre, sono stato un padre terribile. Non voglio commettere gli stessi errori con loro, e voglio rimediare con te.» terminate queste parole abbracciò il figlio per la prima volta dopo anni. Il ragazzo rimase immobile qualche secondo prima di lasciarsi andare e abbracciare a sua volta il padre.  Quando si allontanò cercò di riordinare le idee per non rovinare quel momento, non aveva un vero confronto con suo padre da troppo tempo.
«Papà devo parlarti di una cosa importante... da soli» accennò con la testa un saluto alla donna che li stava guardando ancora seduta con la bambina. E lasciò che suo padre lo guidasse lontano dalla cucina.
Uscirono in giardino appena scaldati dal timido sole di maggio, si sedettero sui gradini osservando il paesaggio.
Nel silenzio che si era creato il padre riusciva quasi a percepire i rumori del cervello del figlio che elaborava come iniziare il discorso
«Papà io non so bene come dirvelo, e soprattutto come la prenderete tu ed Hermione ora che volete sposarvi...» iniziò titubante. Passò le mani  tra i capelli in modo compulsivo, l'idea di dire ad alta voce quello che provava lo terrorizzava, lo rendeva reale.
«Io... io credo di provare qualcosa per una ragazza. Cioè... non lo credo. Lo so. Ma è complicato.» lasciò stare i capelli quando sentì in braccio del padre appoggiarsi sulle sue spalle.
«Ti rende felice?» gli chiese l'uomo al suo fianco interrompendo il flusso sconclusionato dei suoi pensieri.
Al solo pensiero delle lentiggini e di quegli occhi azzurri, gli crebbe un gran sorriso.
«Si, lo fa. Anche se mi picchia per la metà del tempo. Ma papà è più difficile di così» sorrise quasi impercettibilmente al pensiero di quella tappetta rossa che lo picchiava prima di una partita a Quidditch, o mentre studiavano insieme. Ma al pensiero di chi in realtà fosse il sorriso si spense.
«Figliolo non fare le stesse stronzate che ho fatto io, se ti rende felice... Non c'è nulla che può impedirvi di stare insieme» cercò di rassicurarlo.
Ma si allontanò dal pare balzando in piedi e posizionandosi davanti a lui.
«No cazzo! È di mia sorella che mi sono innamorato porca puttana! Quella stupida grifondoro testarda!
È Rose... lei mi fa impazzire, è l'unica che riesce a tenermi testa, è così dannatamente intelligente. E sono perdutamente innamorato di lei» urlò infuriato più con se stesso che altro. Lo sguardo del padre se all'inizio era sconcertato alle parole volgari usate dal figlio, si trasformò velocemente in un leggero sorriso. Riconoscendo nel ragazzo gli stessi sentimenti che per per troppo tempo lui non aveva avuto il coraggio di esprimere ad Hermione.
«Scorpious. Non venirmi a raccontare puttanatate, non lo accetto!
Non è tua sorella. È la figlia di Ron ed Hermione. Non avete alcun legame di sangue quindi vedi di finirla di fare il cagasotto. Io sposerò comunque quella donna e nostra figlia vivrà anche se voi due vi metteste insieme.
E... per quello vale. Lo sapevo già. Ora vai da lei e diglielo, ad Hermione ci penso io» gli fece un leggero cenno del capo verso qualcosa dietro di lui, il ragazzo si voltò notando una esile figura dai capelli rossi sul vialetto. Lanciò un ultimo sguardo per ringraziare il padre che gli stava sorridendo incoraggiandolo.
Si avvicinò alla ragazza che invece era rimasta immobile a guardarlo.
«Rose...c-che ci fai tu qui? Non volevo farti perdere l'ora» gli tremava leggermente la voce, erano a meno di un metro e aveva il serio timore che avesse sentito tutto. Lei continuava a fissarlo senza proferire parola, stringendo di più i libri che teneva tra le braccia.
«Rose?» tentò di nuovo avvicinandosi di più fino a sfiorarle il braccio con la mano, la sovrastava di almeno venti centimetri ma i suoi occhi grigi rimanevano incastrati a quelli azzurri di lei.
«Ho-o capito... hai sentito tutto, vero? senti n-non è un problema se non ricambi. Lo capisco, forse è meglio così» balbettò cercando inutilmente di non fare trasparire la delusione. Lei continuò a non muovere un muscolo spostando freneticamente gli occhi dai suoi alle sue labbra.
Poi accadde in un secondo, la rossa lasciò cadere al suolo i libri e gettò le braccia al collo del ragazzo alzandosi sulle punte, e finalmente premette le labbra contro le sue zittendo ogni pensiero del ragazzo.
Rimase spiazzato da quel gesto ma nel giro di pochi secondi le aveva passato un braccio sulla vita e l'aveva sollevata dal suolo portandola alla sua altezza, la ragazza intrecciò le dita ai morbidi capelli biondo platino del ragazzo.
Sull'uscio di casa Draco avvolgeva le spalle di Hermione con il braccio, mentre lei teneva in braccio la piccola Elizabeth. Osservavano i figli sul vialetto, Draco la avvicinò di più a se lasciandole un bacio sulla fronte.
«Sono come noi...» le sussurrò all'orecchio prima di lasciarli soli.

Altri 10 anni dopo

«Rose e Scorpius saranno qui tra poco. Va Hugo a prendere Elizabeth in stazione. Fai il bravo e non assillarla come l'ultima volta chiaro?» la donna ormai sulla sulla cinquantina superata si stava destreggiando con assoluta calma tra i fornelli, lasciando le ultime raccomandazioni a suo marito che invece era intento ad aggiungere le ultime stoviglie alla tavola imbandita.
«Ma sono suo padre. Ho il diritto di sapere se devo cruciare qualche piccolo stronzo che l'ha fatta soffrire!» asserì il biondo avvicinandosi alla sua dolce metà, mostrando lo sguardo da cucciolo bastonato più tenero che riuscì ad assumere.
«Io credo che sappia benissimo cavarsela da sola, sai?» rise dolcemente lasciando che le braccia dell'uomo la cingessero.
Si voltò a guardare il viso ormai segnato da qualche piccola ruga, accarezzandolo.
La donna sorrise immaginando l'inutile discussione che sarebbe scoppiata tra Draco e la figlia.
Trovava sempre divertente vedere come il suo compagno fosse geloso della piccola (anche se ormai piccola non era più). Nonostante il fatto che quest'ultima avesse ereditato il carattere del padre, quindi avrebbe dovuto preoccuparsi di più per i ragazzi che lei avrebbe fatto soffrire piuttosto del contrario.
«Certo che sa cavarsela! È nostra figlia!» confermò lui lasciandole un bacio a fior di labbra. La lasciò solo per dirigersi alla porta e far entrare i primi ospiti. I due figli maggiori, diversi come il giorno e la notte, fecero il loro ingresso nella baita tenendosi per mano salutando i genitori.
Poco dopo il campanello trillò nuovamente, segno che anche i più giovani erano giunti a destinazione.
Hugo entrò per primo affrettandosi ad abbracciare entrambi e sussurrò all'orecchio del patrigno qualcosa di simile a "È uguale a te" prima di allontanarsi ridendo.
Quando si spostò, la visuale sulla porta fu nuovamente libera e davanti agli scalini una figura avvolta dal buio della notte stava imprecando contro il suo baule che sembrava non voler contribuire ad aiutarla per salire le scale. Ormai spazientita estrasse la bacchetta dal mantello e con un incantesimo fece levitare il baule davanti a se fino all'ingresso dell'abitazione. Una volta dentro lo lasciò cadere al suolo sbuffando.
«certo che con tre uomini a casa, almeno uno poteva aiutarmi! Scansa fatiche.» esordì un acuta voce femminile da sotto il pesante e scuro mantello che non lasciava intravedere quasi nulla dell'esile figura.
Finalmente scoprì il viso spostando il cappuccio dalla testa, una montagna di boccoli castani che circondavano un tondo viso pallido dalle guance rosee, le ricaddero sulle spalle.
Non curante dei parenti che la stavano aspettando si tolse il mantello gettandolo su una sedia, per poi buttarsi sul divano sbuffando sonoramente.
Hermione si fermò ad osservare il biondino al suo fianco che a sua volta stava fissando l'ultima arrivata.
«Elizabeth... la tua divisa non è troppo corta?» cercò di fargli notare leggermente infastidito. Ma la moretta non se ne preoccupò limitandosi a fare spallucce e puntare i suoi occhi grigi tempesta in quelli del genitore. I colori verde e argento della sua divisa le facevano risaltare le iridi chiare ed il sorriso furbo.
«Me l'hai comprata tu ad inizio anno, quindi non credo proprio papà. Però ai miei compagni non credo dispiacerebbe più corta» lo rimboccò lei con fare malizioso. Il padre scosse la testa rassegnato e lasciò cadere il discorso.
Si sedettero a mangiare tutti insieme, trascorrendo una magnifica vigilia di natale.
Hugo si abbuffò divorando ogni cosa presente sul tavolo.
Rose ed Hermione non fecero altro che parlare di libri affianco a Draco che ascoltava assorto i loro discorsi su quale fosse l'opera migliore fi Shakespeare tra Otello ed Amleto.
Elizabeth invece si stava confidando con Scorpious. Con lui aveva un rapporto diverso rispetto a quello con Rose ed Hugo, certo voleva bene anche a loro, ma a causa dell'affidamento congiunto li aveva visti molto meno rispetto a Scorpious.  Con lui aveva creato un forte legame, non era solo suo fratello, era il suo migliore amico. Se aveva un problema di qualsiasi tipo, chiedeva aiuto a lui e non l'aveva mai delusa.
Terminata la cena, dopo aver scartato i regali, la figlia minore prese da parte i genitori per parlargli.
«Io... dovrei dirvi una cosa.
Vabbè, tanto lo verreste a scoprire un ogni caso.
Frequento un ragazzo.» sputò improvvisamente seria la mora.
«Tu cosa?!» Draco rischiò di strozzarsi con il drink che stava bevendo.
«Chi è?! Io lo ammazzo. Ti ha toccata? Per merlino! Lo crucio.» continuò a blaterare lui preso dal panico.
«Papà... calmati. Sono abbastanza grande da fare le mie scelte, ci frequentiamo da un bel po' ormai e la cosa inizia a farsi seria. Quindi mi sembrava giusto dirvelo» cercò di giustificarsi la figlia.
«Ti ho chiesto chi è! Nessuno può toccare la mia bimba! Io crucio tutta la sua famiglia!» ringhiò il biondo in preda alla gelosia.
«Il punto è questo papà, tu lo conosci e anche bene.
Lui è un grifondoro, ed è più grande. Okay, magari la smetto di girarci attorno: è Louis... Zabini.» sussurrò puntando gli occhi in quelli del padre quasi a sfidarlo.
La madre trattenne a stento una risata sforzandosi a non abbracciare la figlia felice per lei, ma si avvicinò comunque al compagno notando che quest'ultimo era sbiancato completamente alle parole della ragazza.
«Va bene tesoro, a lui ci penso io» Gli strinse la mano costringendolo a voltarsi e lo fece allontanare, lasciando che i ragazzi potessero chiacchierare tranquillamente senza la loro supervisione.
Si diresse in cucina sempre seguita dal marito che stava ancora pensando alle parole della figlia.
«Ma è la mia piccola. Non possono guardarla...» piagnucolò una volta soli, guardando la moglie, che scoppiò a ridere baciandolo dolcemente.
«Sai,  Elizabeth è speciale.
È nata da un amore impossibile per cui abbiamo lottato.
È diversa in tutto, non sembra nemmeno nostra figlia, ad esempio non ha preso i classici capelli platino dei Malfoy. O non è grifondoro come mi sarei aspettata.
Ma poi, vedo il suo sguardo: ha i tuoi occhi, il tuo sorriso malizioso ed i tuoi modi di fare. È una degna serpeverde, proprio come te. Non puoi evitare che ti faccia diventare matto, conosce i tuoi punti deboli e si diverte ad usarli contro di te» gli confessò infine la riccia cingendogli il collo e lasciando che lui facesse lo stesso con la vita.
Si perse ancora una volta a guardare quegli occhi tempestosi che la scrutavano pensierosi.
«Per fortuna ha preso la tua intelligenza» sorrise anche lui stringendo di più la moglie. Sorprendendosi di come, nonostante fossero passati tutti quegli anni, ancora gli mancava il respiro quando le stava vicino.
Appoggiò la fronte alla sua inspirando il suo profumo.
«Avrei solo voluto essere un buon padre, non volevo commettere gli stessi errori che ho fatto con Scorpius, lei è diversa. È la nostra bambina, non posso credere che ormai sia una donna» sospirò l'uomo strofinando il naso contro quello della donna.
«Non dirlo neanche per scherzo. Sei e sei stato un padre fantastico.
Ora devi solo accettare che la tua bambina sia cresciuta e che si veda con il figlio di Blaise, poteva andarti peggio. È il figlio del tuo minore amico almeno, no?» provò a vedere il lato positivo della situazione.
«Hai ragione. Ma giuro che se osa farla soffrire dovrai venire a trovarmi ad Azkaban!» ribattè serio in fine, strappando un ultima risata alla moglie prima di catturare le sue labbra in un bacio sempre più appassionato.
 
***Note***
Ebbene, siamo giunti ad una fine. Non so se in questo capitolo aggiuntivo io sia riuscita a descrivere come volevo l'ultima arrivata a casa Malfoy, ma per ora posso ritenermi soddisfatta.
Ho una mezza idea di creare una storia solo su di lei, ma sono ancora parecchio indecisa.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Bacioni citrioliii e alla prossima!
   
 
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