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Autore: Succisana    02/08/2019    0 recensioni
Sono passati 3 anni da quando Sarah ha superato il labirinto. I sentimenti che provava per Jareth, però, ogni giorno si fanno sempre più forti ma da quando lei è diventa colei che lo ha sconfitto, ancora non ha mai avuto modo di rivederlo. Fino a quando, una sera, accadono dei fatti strani dove Sarah sarà costretta a ritornare nel labirinto e riaffrontare sfide difficili e pericolose e fronteggiare un nemico temibile e crudele. Riuscirà Sarah, insieme a Jareth, a rimettere ordine nel labirinto e nella sua vita? E come si evolveranno i sentimenti tra i due?
La storia è un continuo ipotetico del film, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo si era fermato intorno a noi e pensai per un momento che anche lui ricambiava i miei sentimenti e che forse le parole che mi aveva dedicato tempo fa non erano mere scemenze. Lui si avvicinò a me. Stava per parlare quando fummo bruscamente interrotti. «Maestà, maestà!» mugolò un goblin alto quanto una gallina «Il pranzo è pronto, il pranzo è pronto!» disse sbraitando. Jareth gli fece cenno con la mano e il piccolo esserino sparì. «Sarah, dobbiamo andare...» si avvicinò al mio viso, sussurrandomi nell’orecchio «...non finisce qui mia preziosa.» e mi indicò la strada, ponendomi la sua mano. L’afferrai un po’ incredula. Ero sempre prevenuta nei suoi confronti per paura di essere “ferita” da un momento all’altro ma la voglia di lasciarmi andare era tanta. Arrivammo nella sala da pranzo, dove trovai una lunga tavola con sopra qualsiasi tipo di pietanze! Jareth mi fece sedere e lui si mise accanto a me «Prego Sarah, non fare complimenti.» Effettivamente avevo una gran fame e senza farmelo ripetere due volte iniziai a mangiare. Era tutto squisito. Finimmo di pranzare e ciò che ne era rimasto di tutte quelle prelibatezze, Jareth le diede ai pochi goblin rimasti nel castello. Avevo notato che ce ne erano molti di meno rispetto all’ultima volta che sono venuta e, anche se erano esserini alquanto fastidiosi e rumorosi, si sentiva la loro mancanza. E sono certa che anche il Re la sentiva. Finiti gli ultimi “preparativi” nel castello, potemmo partire. Entrammo nel Labirinto, per dirigerci alla sua uscita, e riattraversando quel luogo così magico, molto ricordi della mia avventura rivennero a galla. Era una sensazione strana ma bella allo stesso tempo. Arrivammo subito all’uscita del Labirinto, stranamente non me lo ricordavo così corto ma poi capii che era grazie a Jareth che avevamo fatto presto. Dovevo immaginarlo. Prima di varcare la soglia dell’uscita Jareth mi bloccò e aprì la mano: sul palmo aveva una sorte di amuleto, simile al suo, ma invece di essere grigio scuro era di un bianco puro e delicato. Lo guardai «A cosa serve?» chiesi. «È un amuleto protettivo e può amplificare la tua magia, rendendoti più potente.» rispose Jareth. Presi l’oggetto e lo misi intorno al collo «Come immaginavo, ti sta davvero d’incanto addosso mia cara.» lo guardai in malo modo e così, per evitare l’imbarazzo, affettai il passo. Sentii lui ridere dietro le mie spalle. Era consapevole dell’effetto che aveva su di me. Giungemmo ai confini e li lo vidi. Il regno di Rainel. Era incredibilmente vicino o così sembrava al regno di Goblin. «Non è lontano come pensavo!» affermai «Purtroppo Rainel ha sconfitto un altro regno confinante con il nostro. Visto che non è riuscito a corrompere Goblin, poiché sono abbastanza potente...» affermò con modestia «...ha deciso di ottenere il potere della Campionessa, ovvero tu.» disse. «Beh, se è me che vuole, si faccia avanti invece di rintanarsi come un coniglio!» dissi «Purtroppo per noi è intelligente e non si sposterà dal suo Labirinto. Cercherà sempre i momenti più propizi per attaccare e non possiamo permetterlo. Perciò lo affronteremo apertamente, senza dargli modo di attaccarci alle spalle !» concluse Jareth. Man mano che ci avvicinavamo, l’aria si faceva sempre più pesante e la natura intorno a noi era senza vita. Nessun animale, nessun avvistamento di qualche nemico. Niente di niente. Solo pura desolazione. Intravedemmo una sorte di entrata e li scorgemmo una sagoma vicino a quello che sembrava un cancello di ferro. Ci avvicinammo e la figura che vedemmo sembrava avere una statura umana, ma era completamente incappucciata, con indosso una veste violacea. Il viso non gli si vedeva, era come se nell’apertura del cappuccio ci fosse il vuoto. Tutto ad un tratto si mosse dalla sua posizione ed emanò un sussurro profondo è inquietante: «Benvenuti nel Regno di Rainel. Cosa vi porta qui?» disse la strana creatura «I nostri affari ci appartengono. Facci passare.» intimò Jareth. «Non credo sia il miglior modo per entrare...» dissi «Ve lo richiederò un’altra volta: Cosa vi porta qui nel Regno di Rainel?» ripetè la creatura «Vogliamo arrivare alla fine del Labirinto e incontrare il tuo padrone.» affermai. L’essere si stizzì per un secondo ma poco dopo incomincio a emanare una risata alquanto malvagia, che risuonava nell’aria come un eco tra le montagne. Si librò in volo e riprese a parlare: «Bene allora, avete 10 ore per arrivare alla fine e risolvere il Dedalo Oscuro. Ci rincontreremo più avanti...se vivrete abbastanza a lungo.» e finita la frase, l’essere si volatilizzò. Le porte del cancello si aprirono e io e Jareth ci guardammo perplessi. Mi porse la mano con delicatezza per darmi coraggio e io la presi. Varcammo le soglie dell’entrata e notammo l’oscurità che avvolgeva quel luogo. Tutto era ricoperto da nebbia e pulviscolo, e i mattoni delle mura grondavano dalle fessure una sostanza simile al catrame. In quel momento, capimmo che la nostra discesa verso la malvagità vera e propria, era appena iniziata.
   
 
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