Doverosa
premessa:
Ciao a tutti, questa è la prima volta che oso scrivere in
questo fandom e
ammetto di avere un po’di paura. Faccio, dunque, una piccola
premessa. Ho iniziato
a leggere Harry Potter solo ora, a 26 anni suonati, senza aver visto
nemmeno i
film. Sono quasi a metà de I Doni
della
Morte e ho il terrore della fine e questa
mia lacuna la ammetto con
un certo rammarico, perché solo ora mi rendo conto di
essermi persa un pezzo di
infanzia.
Certo,
avendo dei gusti un po’ difficili, forse da bambina non avrei
apprezzato appieno
questa Saga e forse l’avrei anche snobbata. Tuttavia, io
seguo la mia personale
teoria de: “il libro giusto arriva al momento
giusto” e, infatti, Harry Potter
mi ha aiutata in un momento difficile della mia vita, in cui ero
addirittura
arrivata a scappare di casa (alla fine ho seguito il richiamo della
libreria,
dove mi aspettava Harry con la sua storia... si parlava di
“momento giusto”,
no?).
Cerco
di entrare in questo fandom in punta dei piedi, senza fare troppo
rumore, con
una fanfiction su una coppia forse non molto popolare, ma che a me
piace
davvero tanto.
Spero
che questa breve OS vi emozioni almeno un pochino, come ha emozionato
me. Il
titolo è lo stesso del brano citato, All
of me di John Legend.
Siate
pazienti e comprensivi, sono una novellina.
Grazie
per l’attenzione e buona lettura!
My
head's under water
But
I'm breathing fine
You're
crazy and I'm out of my mind
-
All of me,
John
Legend (ft. Lindsey Stirling) -
Luna
ignorò le risatine alle proprie spalle e si sedette al
tavolo di Corvonero con
disinvoltura. Era abituata a quei mormorii intorno a lei ed era anche
abituata
a quelle dita che si sollevavano per indicarla, seguite da qualche
sonoro sghignazzo.
«Ehi,
non ti sedere qui, c’è Lunatica
Lovegood!» urlò un ragazzo, uno della sua
stessa Casa, tirando a sé l’amico.
Luna
li guardò entrambi, accusando il colpo. Non le piaceva
essere chiamata
“Lunatica”. Aveva chiesto tante volte, con la sua
voce sottile e trasognata, di
non essere appellata in quel modo, ma aveva solo ricevuto in risposta
delle
risatine, come quelle che udì di nuovo dai ragazzi e dalle
ragazze lì vicino.
Tornò
a immergere il naso nel libro di Erbologia, con un leggero groppo alla
gola. Le
sarebbe tanto piaciuto avere un’amica...
«Volete
smetterla di chiamarla “Lunatica”?»
Al
suono di quella voce, Luna risollevò di scatto la testa.
Ginny Weasley era
comparsa alle spalle dei due ragazzi, con le braccia conserte e la mano
destra
stretta intorno alla bacchetta. La sua espressione era furente, i
capelli
scompigliati parevano fiamme.
«E
tu che vuoi?» rispose il ragazzo che aveva chiamato Luna
“Lunatica”.
«Voglio
che la lasciate in pace, altrimenti vi rifilo un bel Maleficio
Mucovolante!»
rispose Ginny e sollevò in aria la bacchetta.
«Ehi,
sta’ attento, che questa piccoletta è pericolosa.
Quel Maleficio, poi, è la sua
specialità!»
I
due ragazzi si guardarono in viso e si defilarono
all’istante, gettandosi
veloci occhiate alle spalle.
«Bene.
Spero che la smettano sul serio di chiamarti
così», disse Ginny, soddisfatta,
rivolgendosi direttamente a lei. Luna ricambiò lo sguardo e
le sorrise,
inclinando il capo.
«Grazie,
Ginny», le disse.
«Non
c’è di che. Ci vediamo a lezione di
Incantesimi», rispose Ginny e si allontanò
a passo lesto verso il tavolo di Grifondoro.
Da
quel giorno, Luna e Ginny iniziarono a parlare più spesso, a
incontrarsi anche
dopo le lezioni, a ridere e a scherzare. Passavano molto tempo insieme
ed erano
diventate quasi inseparabili. Luna iniziò a considerarla
come la sua migliore
amica... l’unica che avesse mai avuto. Non era raro che si
scambiassero
occhiate e sorrisi da un tavolo all’altro della Sala Comune
quando nessuno le
vedeva, così come non era raro che Luna assistesse Ginny
mentre si allenava a
lanciare un perfetto Maleficio Mucovolante. La costanza con cui lo
faceva,
quasi tutti i giorni, senza risparmiare nemmeno le ore di riposo,
suscitò in
Luna una profonda ammirazione.
Un
giorno, mentre si trovavano all’ombra nel parco della scuola,
dopo che Ginny
aveva lanciato il suo ormai quasi infallibile Maleficio contro un
ignaro
Serpeverde che passava di là, le si sedette accanto,
raggiante.
«Sei
diventata davvero brava», le disse Luna, sorridendole. Da
così vicino, poteva
quasi contarle le lentiggini sulle guance.
«Diciamo
che sto cercando di fare pratica, così da diventare
eccellente per la persona
che mi interessa davvero», le rispose lei.
«Harry?»
Ginny
si volse, ricambiando il sorriso.
«No,
Luna. Non Harry», e si sporse quel tanto che bastava per
sfiorarle le labbra con
le proprie.
Luna,
che aveva sempre un po’ la testa fra le nuvole,
ripiombò nella realtà, che le
parve comunque un sogno. Il cuore iniziò a batterle
all’impazzata, mentre un
sentimento sconosciuto, ma bello le dava un capogiro.
«Ginny...»
«Sei
tu quella persona», la interruppe l’altra con un
leggero rossore sulle guance,
«voglio imparare a difenderti da tutti quelli che ti chiamano
“Lunatica”,
perché per me sei davvero speciale.»
Luna
trattenne il fiato e, abbandonata la sua copia de Il Cavillo sul
prato, le gettò le braccia al collo, rovinando
entrambe a terra.