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Autore: Little_GirlMoon005    11/08/2019    0 recensioni
"Markus..."
Ciò che gli uscì dalle labbra fu solamente un sussurro,
incapace di dire altro o solamente ripetere quel nome ad alta voce (...) "
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Markus/RK200, Simon, Simon/PL600
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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simarkus 2
Quando Simon venne sparato durante la fuga dalla Torre Stratford aveva immaginato e accettato la sua fine.
Ma Markus era quasi morto per salvarlo. Simon voleva gridargli di andare via, di non rischiare la sua vita perché solo lui era l'unico in grado di portare avanti la loro causa, e Simon non era niente in confronto a lui.

Ma era troppo spaventato, troppo sopraffatto dalle emozioni per dibattere, e quando riuscirono a raggiungere il tetto, North aveva chiuso la porta e Simon si era accasciato al suolo.

"Non riesco a muovere la gamba..." aveva detto, e Markus si era chinato osservando preoccupato la ferita. "Dovevi lasciarmi lì Markus," sussurrò a bassa voce, sentendosi ora inutile per la squadra. "Sono solo un peso-"
"No," lo interruppe Markus, "sei importante Simon. Troveremo un modo!"

Ma Simon sapeva che li avrebbe solo rallentati, e che non poteva saltare in queste condizioni. Ebbe paura.
"Markus, stanno arrivando!" Avvertì North, Simon quasi li guardò con occhi spaventati. Markus si allontanò, voltandosi verso i suoi compagni.
"Non è in grado di saltare..." la sua voce sembrava triste, ma anche leggermente frustata. Simon si chiese perché.

"Accederanno alla sua memoria... Sapranno tutto." ribattè Josh. Tutti sussultarono quando ci furono dei colpi alla porta.
"Non possiamo lasciarlo..." North fece una pausa, "Dobbiamo sparargli."
"Questo è un omicidio! Non possiamo uccidere uno dei nostri!" ribattè contrariato Josh.

Simon si chiese se anche Markus avesse davvero preso in considerazione l'idea di ucciderlo. A differenza di North e Josh, non sapeva cosa aspettarsi da lui.
I colpi alla porta aumentarono, e Simon sapeva che avevano poco tempo per decidere. L'androide chiuse gli occhi, sospirò frustato.
"Markus, la scelta è tua."

Simon li riaprì, incontrando lo sguardo quasi incerto di Markus. Qualsiasi cosa avrebbe scelto, Simon l'avrebbe accettata. Avrebbe capito se avesse scelto di sparargli, pur di non mettere a repentaglio la loro causa.
"Non ucciderò uno dei nostri." Affermò deciso il leader di Jericho, ignorando lo sguardo di disapprovazione di North. Inginocchiandosi davanti a Simon gli poggiò una mano sulla spalla, "Simon, dobbiamo andare... mi dispiace".

Per cosa si stava scusando? Gli aveva salvato la vita. Simon gli afferrò il polso, una stretta quasi delicata, impedendogli di alzarsi. Non voleva lasciarlo andare. Non ora, non adesso. "Grazie," gli sussurrò semplicemente. La mano di Markus strinse quella di Simon. Se gli androidi fossero stati capace di arrossire, le guance di Simon si sarebbero colorate di un delicato rosso porpora.

A malincuore Markus si allontanò, non prima di avergli dato la sua pistola in caso dovesse difendersi. 
Si scambiarono un ultimo sguardo prima che Markus saltasse giù dalla Torre, e Simon cercasse un nascondiglio sul tetto... entrambi convinti di essersi detti un muto ma straziante addio.



Invece Simon era riuscito a scappare, e ora stava percorrendo i corridoi di Jericho.
A parte la gamba ferita, non aveva subito danni gravi, e non aveva perso troppo Thirium. Percepì altri passi, qualcuno che gli si avvicinava.
Quando alzò lo sguardo, oltre alle pareti arrugginite del relitto, vide un altra figura davanti a lui.

Markus...
Simon si bloccò, gli sembrò di non essere più capace di respirare, come se si fosse dimenticato come fare. Poi il cuore artificiale, da fermo che pareva, cominciò a battere all'impazzata. Aprì la bocca, non sicuro di riuscire ad emettere alcun suono. "Markus..."

Ciò che gli uscì dalle labbra fu solamente un sussurro, incapace di dire altro o solamente di ripetere quel nome ad alta voce.
Dall'altra parte Markus lo osservò quasi meravigliato. Simon era di fronte a lui, che lo fissava con gli occhi chiari sgranati, in attesa di una sua risposta.

In quell'istante Markus realizzò che non era ancora pronto affinché ciò accadesse.
Una parte su lui era convinto che non lo avrebbe mai più rivisto, che il fato fosse stato maligno con lui.

Dall'altra aveva fantasticato sul fatto che Simon, in un modo nell'altro, potesse ritornare salvo. E doveva ancora metabolizzare che le sue fantasie erano divenute realtà. Che stava accadendo davvero, e lui non sapeva assolutamente cosa dire.
Dall'altra parte Simon sentiva una strana ansia, pregando di sentire anche solo un'unica parola da parte sua.

D'istinto, scattò in avanti, non potendosi più trattenere, fregandosene della gamba ferita. Ma prima che potesse accorgersene, anche Markus fece la stessa cosa, fino a che quest'ultimo non sentì le mani di Simon gettarsi attorno al suo corpo mentre Markus lo circondava in un abbraccio e affondava una mano nei suoi capelli biondi. Gli occhi gli si velarono, ma non gli importava. Erano così stretti l'uno all'altra che non importava se si sarebbero fatti male a vicenda, non volevano lasciarsi andare mai più.

"Mi dispiace, Markus..."
Il leader di Jericho sentì il suo sussurro vicino l'orecchio, poteva percepire il suo respiro, la sua voce rotta e sapeva che stava piangendo, ma lui non voleva le sue scuse. Simon non doveva dirgli nulla, era stato lui lo stupido, quello ad averlo abbandonato. "No Simon, dispiace a me. Non dovevo lasciarti." sussurrò contro la pelle del suo collo.

Si allontanò un poco, quanto bastava per guardarlo in viso, senza lasciarlo. Simon tremava, e le lacrime scendevano copiose rigandogli le guance.
Senza pensarci, Markus gli prese il viso fra le mani e lo baciò possessivamente. Un bacio forte, quasi prepotente, indelicato; ma, sì, a modo suo era anche dolce, perché racchiudeva la gioia di essersi ritrovati.

Le labbra di Simon andarono in cerca delle sue, le mani cercavano il suo viso, mentre Markus lo attirava a sé con una mano sulla vita e una nei capelli.
Quella bocca umida sapeva di Thirium, mescolato però al forte sapore salato delle lacrime. Ma a Markus piaceva, perché gli dava un senso di... sollievo.
Si resero contro che quel bacio non era freddo come si aspettavano, ma era caldo, come se all'improvviso riuscissero a generare anche il calore, nonostante fossero macchine.

Perché erano solamente macchine. Oppure no...

Markus gli sfiorò il collo con le dita, baciandogli lo stesso punto poco dopo, mentre Simon gli accarezzava la nuca, facendosi sfuggire un singhiozzo. 
"Avevo paura, Markus." sussurrò, "Avevo paura." ripetè, ancora scosso. L'androide dalla pelle scura sospirò e lo strinse ancor di più fra le sue braccia, facendo combaciare le proprie fronti. I loro respiri si mescolavano, i visi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. Markus teneva gli occhi chiusi, accarezzandogli la testa.

"Ssh," sussurrò, dolce. "
Basta lacrime Simon. Sei di nuovo a casa, sei di nuovo con me. Non devi aver paura."
Una delle sue mani cercò quella di Simon, incrociando le dita tra le sue. La pelle artificiale sparì mostrando senza vergogna due mani artificiali, bianche, gelide al tatto. Markus unì nuovamente le loro labbra, e avrebbe fermato il tempo, se solo avesse potuto. Per rimanere intrappolato tra quelle braccia e quelle labbra.
Quando misero fine al loro bacio, Markus si perse in quelle iride azzurre come il mare, felice di potersi perdere ancora in essi.

Un riquadro si aprì davanti agli occhi del leader di Jericho, e una freccia salì verso l'alto...



SIMON
ᴀᴍᴀɴᴛᴇ 
\\ ᴘᴇʀᴄᴏʀsᴏ sʙʟᴏᴄᴄᴀᴛᴏ.







  
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