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Autore: ghostmaker    13/08/2019    2 recensioni
La leggenda narra di un uomo che portò la pace tra gli esseri viventi. Egli riuscì a instaurare un governo democratico nel quale ogni Re manteneva la propria predominanza nel suo regno, ma che con gli altri quattro formava un consiglio ristretto dal quale veniva nominato l'Imperatore dei Cinque Regni, un uomo o una donna la cui saggezza fosse riconosciuta da tutti. I secoli si susseguirono nella pace, ma l'Era dei Diamanti stava per concludersi.
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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L’anziano maestro dalla lunga barba bianca ha smesso di raccontare, si alza in piedi e osserva tutti i suoi alunni che lo guardano con sospetto.
«Bambini, è il momento di rientrare; dobbiamo continuare la lezione prima che arrivi l’ora del pranzo.»
I bambini, tornati in aula, osservano il maestro che sulla lavagna scrive la parola “magia”.

La magia è la capacità di dominare le forze della natura mediante il ricorso delle arti oscure e le uniche persone in grado di utilizzarla sono i Saggi. Non perché siano più intelligenti degli altri, ma perché nascono già con questo potere che si sviluppa dopo anni di allenamento nei quali, prima di tutto, imparano la concentrazione mentale e la meditazione spirituale. Anche voi potreste essere nati con questi poteri, ma si manifesteranno solo in tarda età.
La magia non è infinita, anzi, è proprio il contrario. Il Saggio che utilizza questo potere perde istantaneamente tutte le sue energie e prima di poter fare un’altra magia deve riposare per almeno un giorno; chi tenta ugualmente di sprigionarne un'altra muore all’istante senza avere successo. Ricordate bene miei cari alunni: la magia uccide, non fa vivere, infatti, come vi ho raccontato prima in giardino, tutti i Saggi che la utilizzano contraggono il morbo di Tulle. Certo, in molti casi è un aiuto importante però fate attenzione: l’energia che si perde utilizzando la magia è sempre di natura spirituale quindi chi la esegue, riduce la propria aspettativa di vita, quindi comandare un Saggio di utilizzarla per scopi personali equivale a chiedergli di morire prima del suo tempo.
La magia si divide in quattro elementi: fuoco, terra, aria e acqua e ogni Saggio nasce con il dono di uno solo di questi poteri. Il Mito ci racconta che la magia fu liberata quando il Leggendario, prima di diventare l’Imperatore Atua, Primo del suo nome, sconfisse i quattro Re mostruosi che detenevano queste capacità, ed è questo il motivo per cui definiamo la magia “un’arte oscura”. Sempre attraverso i testi antichi del Mito, sappiamo che il Leggendario era stato capace di usare tutti gli elementi, ma anche un quinto che servì per riportare la pace nel mondo. Il medico Tulle ipotizzò che il Leggendario apprese il nuovo elemento nella foresta proibita, e come vi ho raccontato in precedenza, ottenne anche l’effetto negativo della malattia. Il quinto elemento è tuttora un mistero: non sappiamo di cosa si trattava, come funzionasse e neppure cosa comportasse l’utilizzo di questa magia; nessuno vide direttamente il Leggendario mentre la sprigionava e tale potere non si ripresentò in nessun altro, già da Atua II del suo nome.
L’unica persona che è in grado di utilizzare due elementi è l’imperatore però, anche lui, non può sprigionare due magie nello stesso giorno.
Bene, queste sono, a sommi capi, le regole basilari della magia, ma ci sono tanti altri aspetti, molto più importanti, che in questo momento non sono utili da sapere per voi che siete giovanissimi. Nella vostra seconda fase di studi ci sarà un professore che spiegherà tutto nel dettaglio.

Il maestro ha portato a termine la lezione appena in tempo dato che le campanelle annunciano l’ora di pranzo. L’anziano dalla barba bianca estrae dal cassetto un contenitore nel quale c’è della frutta; il suo pranzo è tutto lì. Alza gli occhi verso i bambini e si accorge che nessuno di loro si sta dirigendo verso l’uscita per raggiungere la mensa, ma che si sono riuniti al centro dell’aula e confabulano tra loro. Vorrebbe chiedere il motivo di questa riunione, ma il solito bambino che fa domande alza la mano.
«Curioso che sia sempre tu quello delegato a chiedermi qualcosa. Come posso esserti utile questa volta?»
«Maestro, abbiamo deciso di saltare il pranzo e di mangiare anche noi della frutta, quella che abbiamo per la merenda. Siamo tutti d’accordo che queste due ore siano belle per continuare ad ascoltare la vostra storia.»
«Questa è una vera sorpresa, non pensavo di aver attirato, così tanto la vostra attenzione. Va bene, basta che non mi sgridiate perché parlo mentre mangio» risponde sorridente l’anziano dalla barba lunga e bianca.
I bambini saltano di gioia, il maestro apre il contenitore della frutta, ma mentre esegue questa semplice operazione il suo sorriso si spegne e traspare dai suoi occhi una grande tristezza. Il bambino si accorge. «Maestro, che cosa succede? La vostra frutta è avariata per colpa del caldo?»
«Non fateci caso, va tutto bene» risponde il maestro, ma in realtà si è intristito perché il seguito della storia è l’inizio della fine dell’Era dei Diamanti.





3° capitolo – L’amico del mio amico è mio nemico





La mattina seguente alla festa del compleanno, Atua, CCXV del suo nome, si era svegliato con dolori lancinanti in tutto il corpo, non era in grado di prendere parte alla riunione, doveva assolutamente fare le cure del morbo di Tulle prima di affrontare la giornata, così aveva fatto chiamare i Cinque Saggi Reali.
«Dheat?» chiese Atua indispettito per quest’assenza ingiustificata.
«Imperatore, nessuno di noi l’ha visto» rispose la Saggia Wicaksana di Apen.
«Forse è tornato a Dwr insieme a una parte della loro delegazione» disse con poca convinzione Saga, il Saggio di Tan.
«Adesso non sono in grado neanche di adirarmi per questa sua grave mancanza di rispetto per tutti noi. Comunque amici, ascoltatemi. Come vedete non sono in grado di alzarmi quindi dovrete annunciare ai vostri Re che la riunione del Concilio ristretto sarà posticipata a dopo pranzo. Considerando l’assenza di Dheat manderò una delle guardie da Cristalya per farle sapere la mia decisione. Data la situazione, vi chiedo di contravvenire “all’ordine delle verità” e di comunicare che ho un semplice mal di stomaco causato dai troppi bagordi di ieri. Ora andate.»
L’imperatore non poteva sapere che il ritardo della riunione sarebbe stato l’inizio di una serie di eventi catastrofici che avrebbero cambiato il mondo.

L’assenza di Dheat non era stata l’unica di quella mattina, anche altre personalità importanti erano partite per tornare ai loro regni dato che il concilio ristretto prevedeva la presenza solo di Titan e Wasa e che il secondo Concilio dei Cinque era una pura formalità alla quale potevano partecipare dei delegati nominati dai Re. Tra le assenze destava sensazione la partenza di quasi tutta la famiglia reale di Apen con l’esclusione del solo Oak che, nell’attesa della convocazione, s’intratteneva con Metalo.
«Bella responsabilità ti ha lasciato tuo padre.»
«Metalo, che vuoi che sia, potevo andarmene anch’io, bastava la nostra Saggia Wicaksana per concludere i “lavori”.»
«Eppure caro amico, se mio padre fosse stato costretto a partire avrebbe lasciato qui chiunque tranne me.»
«A te non importano queste cose; sarebbe stata una decisione logica» disse Oak sorridendo.
«Forse sì, ma ciò non toglie che tu sia ancora giovane e che rappresentare il regno è qualcosa di molto importante anche in occasioni che appaiono superflue, e personalmente comprendo la fiducia che ripone tuo padre nelle tue capacità.»
«Lusingarmi non cambia la situazione.»
«Che sciocco! Nonostante i piccoli dissidi tra Apen e Metel io ti ho sempre ammirato. Fin da piccoli ero affascinato dal tuo comportamento regale che sfoggiavi in ogni situazione e spesso mi sono chiesto come sarebbe cambiata la nostra vita se i due regni fossero stati più legati» disse Metalo mostrando una strana timidezza che non faceva parte del suo carattere.

Explodon stava camminando freneticamente nella sua stanza.
«Caro, cosa ti sta angustiando?» chiese Bruligida al marito.
«Questa è una bella domanda mia amata. C’è troppa tranquillità ed è una cosa che mi preoccupa. Anche il rinvio delle riunioni è strano, non credi? Ieri, io ero uno di quelli che premeva per fare subito il Concilio dei Cinque e quindi osservavo attentamente i movimenti dell’imperatore, e ti dico che ha mangiato e bevuto senza strafare.»
«Immagini che ci sia altro dietro a questo rinvio?»
Il re sorrise. «Incredibilmente, non ti so rispondere di nuovo.»
Bruligida si era avvicinata al marito per abbracciarlo. «Non fare supposizioni se non hai idee, ti rovini la giornata, piuttosto pensa a come rendere il matrimonio di Torcon una festa indimenticabile.»
«Ci ho pensato. Basta tenere fuori Fajro» era stata la risposta di Explodon a cui aveva fatto seguita la sonora risata del re.
«Che pessimo che sei» disse Bruligida spingendo via il marito dalle sue braccia, ma sorridendo contenta che l’uomo cercasse un modo per rilassarsi attraverso battute spiritose che non gli erano mai mancate.

Nel cortile del palazzo Otoke, seduti su una panchina immersa nel grande giardino, Titan e Wasa attendevano la chiamata per il concilio ristretto.
«Hai ripensato a ciò che ti ho detto questa notte?»
«Tu sei un uomo affascinante Titan, su questo non c’è dubbio, e qualsiasi donna sarebbe onorata ad averti come marito, indipendentemente dal ruolo che ricopri, però la mia risposta non cambia» rispose Wasa guardandolo dritto negli occhi.
«Perdonerai le mie continue insistenze?» disse Titan prendendo la mano della regina.
«Ma certo, sei una persona gentile e ci conosciamo da una vita; apprezzo i tuoi modi sempre delicati nell’affrontare questo argomento e le tue reazioni composte ai miei continui rifiuti. E poi, oggi la risposta è sempre uguale, ma un domani chi potrà dire cosa mi suggerirà il cuore.»
«Questo è una delle tue virtù più adorabili, mia cara; riesci a respingermi con tatto, però lasciando le porte sempre aperte. Magari, un giorno, cederai alle mie lusinghe.»
«Adesso è importante il futuro dei figli. Tu cosa ne pensi del mio di discorso notturno?»
«Tua figlia è una creatura bellissima che rivaleggia con te, e in qualche modo mi ha sorpreso la tua proposta di intavolare discussioni per un possibile matrimonio con Metalo. Lo conosci anche tu, è completamente inaffidabile. In qualche modo sono incuriosito da ciò che sta accadendo.»
«In che senso?»
«Non sei la prima a propormi un contratto matrimoniale, anche Cristalya, circa un mese fa, mi ha sondato per capire se c’erano margini per un’unione tra Metalo e Oceanya.»
Wasa non appariva sorpresa a questa rivelazione. «Ti dico la verità; immaginavo che Cristalya potesse proporre la stessa cosa, e i miei pensieri sono diventati certezza quando mi è stato riferito del matrimonio tra Torcon e Willa. La ragazza non è l’erede al trono di Apen, ma la loro unione mette in difficoltà Dwr che si ritrova due regni continentali uniti da un vincolo matrimoniale che sopperisce alla mancata apertura del ponte doganale avendo a disposizione il ponte libero tra Apen e Dwr. Non mi meraviglierei neanche di scoprire che Cristalya abbia fatto una simile offerta a Wit per far sposare Oceanya a Oak in modo da avere più potere di Explodon su Apen.»
A essere davvero sorpreso era Titan che non immaginava che la competenza della Regina di Tera spaziasse anche su questioni diplomatiche. «Che strana situazione; ci sono tre ragazzi e due ragazze libere, e i loro matrimoni potrebbero spostare il potere da una parte all’altra.»
«In realtà ci sono anche due donne e un uomo… liberi» rispose Wasa sorridendogli.
Titan aveva ben recepito il messaggio e decise di non negare quello che la regina immaginava . «Appena si è accorta che Torcon aveva indirizzato la sua scelta su Willa, ci ha provato, ma lei è troppo giovane per me, mi mangerebbe vivo e sputerebbe le mie ossa nel mare per completare l’opera.»
L’arrivo della Saggia di Metel, Ohlaka, interruppe il loro divertimento chiamandoli a entrare nel palazzo per la riunione del concilio ristretto.

All’ultimo piano del palazzo di Otoke c’era soltanto una stanza e nei due giorni di festa era stata occupata dalla Regina di Dwr e dalla sorella. Nel corridoio c’era una seconda porta che apriva verso una lunga scalinata a chiocciola che raggiungeva la parte più alta della struttura dove era stato sistemato il faro di questa piccola isoletta del Mare del Nord. Cristalya era salita fin lassù per vedere l’altra parte del mare, quella che bagnava le coste della sua isola. Doveva attendere che terminasse il concilio ristretto, così parve normale a tutti che volesse trovare tranquillità in quel luogo dopo che era partita sua sorella. La regina però aveva anche altri motivi per salire in cima al palazzo, infatti, da minuti, stava ricevendo dei messaggi portati da piccioni viaggiatori, ma soprattutto non era sola in quel luogo appartato.
«Avete compreso la necessità di dare inizio ora al nostro piano? Il rinvio della riunione richiesto dall’imperatore vi ha dato modo di prendere una decisione prima che questa giornata finisca, e voi dovete…»
«Io non devo niente!» aveva gridato Cristalya interrompendo l’interlocutore. «A interpellarmi su questa faccenda è stato il vostro padrone, chiunque esso sia, ed io soltanto decido se accettare la sua offerta.»
«Le chiedo umilmente scusa se avete interpretato le mie parole come un insulto alla vostra Maestà. Il mio padrone desidera che l’accordo sia soddisfacente per entrambi e non vede l’ora di incontrarla per saldare la vostra amicizia.»
«Bene, ora voglio una risposta sincera da voi. Siete sicuro della notizia?» «Certamente mia Signora. Il mio padrone non ha motivi per mentire sulla questione perché non gioverà alle sue finanze perdere un referente importante come lo siete Voi, Maestà.»
«E allora sia, mi fiderò ancora una volta delle vostre delazioni, e mi aspetto che il vostro padrone mi fornisca il grosso contributo che abbiamo pattuito per dare inizio al piano concordato. Ora lasciatemi sola e non fatevi scoprire.»
«Essere una spia introvabile è il mio pregio migliore.»
«Non siate così troppo presunt…» Cristalya interruppe la risposta notando che quella persona era letteralmente scomparsa.
La Regina scrisse le risposte ai vari messaggi ricevuti affidandoli ai volatili per la consegna.

§   §   §

Il concilio ristretto era durato poco più di un’ora. Nella mattinata i Saggi di Metel e Tera avevano redatto una lista, piuttosto lunga, di possibili quote risarcitorie  studiando i tomi imperiali che trattavano di accordi matrimoniali sciolti per scelta di un unico contraente. L’imperatore, Wasa e Titan, dopo avere discusso ogni paragrafo della lista, avevano consegnato ai Saggi i punti definitivi per essere trascritti sulle pergamene ufficiali che sarebbero state consegnate ai re. Terminato il lavoro di trascrizione, entrarono nella sala tutti i delegati, così da chiudere anche il Concilio dei Cinque. Fecero il loro ingresso Re Explodon e il Saggio Saga di Tan, il principe Oak e la Saggia Wicaksana di Apen, e per ultima Cristalya senza il Saggio Dheat che era sparito durante la notte.
L’imperatore prese la parola. «Il concilio ristretto ha deliberato le sanzioni adeguate per la questione del contratto matrimoniale e, tra le altre, vi è anche inserita, constatato il caso particolare, la richiesta fatta dalla Regina di Dwr che il concilio ristretto ha ritenuto giustificata. Le pergamene che trovate davanti a voi, già firmate con il timbro imperiale, contengono tutte le informazioni necessarie per iniziare, già da questo momento, la procedura di pagamento. Prendetevi il tempo che vi serve per leggere ogni cosa.»
Cristalya leggeva ciò che era contenuto nella pergamena soppesando parola per parola mentre Explodon, sapendo di essere in difetto, dopo aver letto soltanto il primo paragrafo, inerente a un pagamento morale, attese che la Regina completasse la lettura.
«Io, Explodon, Re di Tan, mi scuso per la mia mancanza, confermo che non sia stata fatta per dispetto, ma per la scelta, legittima, di considerare mio figlio come padrone della propria vita. M’impegno a saldare ogni debito così come stabilito dalla Legge» disse Explodon alzandosi in piedi.
Cristalya prese la parola. «Io, Cristalya, Regina di Dwr…» fece una pausa che sembrava interminabile. «…ritengo che questo documento sia da invalidare.»
Ciò che stava dicendo sbigottiva ogni presente, ma tutti avevano notato la determinazione assoluta con cui stava proferendo quelle parole. Wasa disse stizzita: «Mia Signora, ritieni che il concilio ristretto abbia deliberato ponendo le scelte in base ai propri interessi?»
«Niente affatto mia Signora. Il documento è da invalidare perché viola la Legge essendo confermato da persone non aventi diritto.»
I presenti nella sala non stavano comprendendo cosa volesse dire Cristalya, soprattutto Oak, non avvezzo a questo tipo di riunioni. Il ragazzo disse candidamente: «Mia Signora, ho qui con me la delega di mio padre.»
Cristalya sorrise, ma la sua smorfia era così beffarda da mettere i brividi al ragazzo. «No caro giovanotto, non sei tu l’errore» poi, volgendo lo sguardo verso l’imperatore, aggiunse: «La legge prevede che nel caso l’imperatore abbia manifestato i sintomi del morbo di Tulle, Egli sia sollevato da tutti gli incarichi e sostituito dal Conclave dei Saggi fino a che tale organismo non abbia deliberato la concessione all’imperatore di proseguire nei propri compiti, o abbia stabilito un successore che si affiancherà all’imperatore nelle decisioni amministrative.»

Ciò che aveva sempre temuto Atua, fin dal momento in cui aveva iniziato ad avere i dolori tipici del morbo, si stava concretizzando. La “Legge delle Verità” prevedeva che ogni Saggio, compreso l’imperatore, rispondesse in maniera veritiera a tutte le domande che gli fossero state poste da qualunque persona di qualsiasi regno, ma prevedeva anche una postilla, il “tacito silenzio” di ogni Saggio sulle condizioni fisiche dell’imperatore. Il motivo era semplice, quanto delicato: ogni re, sapendo della malattia di un imperatore, poteva organizzarsi scegliendo da solo il Saggio che preferiva insediare sul trono con il risultato di spostare la politica interregno a proprio favore. Il Conclave dei Saggi era nato per gestire le candidature per il successore ed entrava in azione subito dopo la morte dell’imperatore; depositari delle Leggi avrebbero garantito la continuità amministrativa per il periodo in cui il trono fosse stato vacante e avrebbero riunito un Concilio dei Cinque per fare decidere ai re chi, tra tutti, sarebbe diventato il nuovo Atua. La situazione attuale era capitata pochissime volte in passato, ma mai mentre un Concilio deliberava una sentenza; con la sua mozione di sfiducia Cristalya non solo delegittimava l’imperatore davanti agli altri re, ma rivelando di essere a conoscenza della malattia stava dichiarando, seppur non apertamente, che aveva già deciso chi sarebbe stato il successore al trono imperiale e, con tale posizione prevalente, avrebbe potuto farlo insediare con la forza nominandone uno lei stessa.
Atua era pietrificato, ma a questo punto era costretto alla verità. Wasa, avvicinatasi all’imperatore, chiese: «Vi obbligo alla Legge. Ciò che dice la Regina di Dwr è realtà oppure fantasia?»
«Lei dice il vero.»
«Mio imperatore, sono desolata che il morbo di Tulle sia apparso, ma ora dobbiamo agire secondo le Leggi e voi dovete attivare immediatamente il Conclave» disse perentoriamente la Regina di Tera.
«Avete ragione mia Signora» rispose Atua mentre gli scendevano delle lacrime.
Cristalya interruppe il momento urlando. «Ora è tardi! Nessuno dei Saggi di Dwr risponderà alla chiamata o li metterò tutti a morte! Esigo che il mio debitore paghi per il suo tradimento!»
«Che cosa stai dicendo, Cristalya! Come credi che possa pagarti le quote di denaro previste dalla pergamena?» disse Explodon in tono aggressivo.
«Probabilmente non sono stata chiara. Disconosco completamente questo documento e le tre riunioni del Concilio. Ti offro due alternative: rispettare il contratto matrimoniale o accettare la pena pecuniaria che deciderò ascoltando la voce dei miei Saggi. Ti concedo due mesi per decidere quale possibilità scegliere, ovvero il tempo che manca al giorno del matrimonio, così come deciso nel contratto.»
«Lo sai bene che non accetterò nessuna di queste condizioni.»
«Pensaci bene, perché la terza alternativa si chiama guerra!» risponde Cristalya uscendo dalla sala.

L’imperatore era rimasto immobile, incapace di dire una qualsiasi parola che potesse calmare gli animi. Non poteva, lui era in difetto, anche se aveva agito secondo le Leggi. Osservava il viso indurito dalla furia di Explodon e certamente sentiva gli occhi rancorosi di quell’uomo invadere il suo corpo, avrebbe voluto tranquillizzare il giovane Oak, scosso da questo evento imprevisto a cui aveva avuto la sfortuna di assistere e sicuramente stava rimpiangendo l’assenza di Wit, l’unico re a cui avrebbero dato tutti ascolto per non far degenerare la situazione. Atua, senza dubbio, non avrebbe mai pensato di essere l’imperatore che causava una guerra dopo secoli di pace.  Atua CCXV del suo nome, con l’anima distrutta dal dolore, chiuse gli occhi e non li riaprì più.

§   §   §

Era passato un mese dall’improvvisa morte di Atua, CCXV del suo nome. Al funerale di Ukwu, questo era il suo vero nome, che si era svolto sull’isola imperiale di Puna, situata nel Mare dell’Est, avevano partecipato pochissime persone: semplici delegati dei Cinque Regni, i servitori dei palazzi imperiali e le poche ex guardie pretoriane che avevano raggiunto da molto tempo l’età dei “giusti”. I Saggi avevano dovuto rinunciare alla cerimonia di cremazione dell’imperatore perché erano stati invitati dai loro re a rispettare la regola dello “stato di guerra” che prevedeva il loro obbligo di rimanere a disposizione dei rispettivi regnanti.

Era passato un mese senza che fosse successo qualcosa di particolare, ma una mattina una piccola imbarcazione, raggiunta la costa esterna del Mare dell’Ovest, aveva attraccato a uno dei pontili del Regno di Tan. Alcune persone incappucciate scesero a terra e Fajro, che stava aiutando alcuni pescatori a sistemare le reti, accortosi dell’arrivo di questi sconosciuti, aveva preso in mano un lungo coltello e si era diretto verso di loro con fare minaccioso.
«Chi siete?»
Una di queste persone gli aveva mostrato il viso e il giovane si mise a urlare verso i pescatori. «Fate presto, chiamate i cocchieri, dobbiamo andare in città!»

La villa reale di Tan era una splendida magione situata nella parte più a sud della capitale del regno. La sua costruzione risaliva ai tempi antichi e i re che si susseguirono non la modificarono mai ritenendo più adeguati i materiali delle epoche passate a quelli che si susseguirono nel corso del tempo. Unica eccezione era stata fatta per la fortificazione che veniva adeguata al tipo di invasore che tentava di impadronirsi della città. Nell’ampio cortile c’erano parcheggiate le carrozze, all’interno della villa, in una grande sala confortevole, due persone importanti stavano conversando.
«Quello che ti chiedo è per quale motivo hai preso questa decisione» disse Explodon alla sua ospite.
«Potrei risponderti che disprezzo quella ragazzina impertinente e boriosa, oppure potrei dirti che la nostra alleanza dura da secoli e non è mai stata interrotta, sai benissimo che non sono un ipocrita. Ho scelto di allearmi con te per la guerra imminente perché abbiamo un obiettivo comune: liberare i ponti doganali di Dwr» rispose la Regina Wasa.
«Capisco, e questo ci porta a uno dei problemi che dovremo risolvere il prima possibile perché potrebbe rivelarsi determinante: i ponti liberi. Se tra i nostri regni c’è sempre stata un’ottima intesa e abbiamo sempre risolto insieme le situazioni più difficili, forse, il motivo è che siamo uno dalla parte opposta dell’altro sulla mappa del mondo e non ci pestiamo i piedi a vicenda. La stessa situazione accade per gli altri due che hanno però forti legami con Dwr per svariati motivi.»
«Sono voluta venire fino a qui proprio per trovare una soluzione a questo problema, e puoi immaginare che la navigazione della mia nave, seppur senza bandiera ufficiale, è stata seguita miglio dopo miglio dal momento in cui siamo passati dal Mare del Sud. Sarò schietta; tu ti puoi fidare di Wit?»
La domanda di Wasa era pertinente ma Explodon non poteva rispondere dandole certezze, così decise di essere franco come aveva fatto lei in precedenza. «Torcon in questo momento è ospite ad Apen con la scusa di stare vicino alla sua promessa sposa, però sta anche indagando per capire cosa abbia intenzione di fare Wit. Mio figlio mi ha fatto sapere che fino a oggi non si sono presentate delegazioni di Dwr nella capitale. Entrambi però sappiamo che il sostentamento del Regno di Apen dipende totalmente dagli accordi commerciali siglati con Dwr; io sono quasi al sicuro, ma se ti schieri con noi non ho idea di quale reazione avranno ad Apen.»
«Prima che tu mi faccia la stessa domanda ti rispondo. Sappiamo che Metel ha una posizione predominate su Dwr perché senza le materie prime che Titan vende a prezzo bassissimo, Cristalya non avrebbe la flotta navale, sai bene che l’appoggerà nella vostra guerra perché il ponte libero fa comodo anche a lui, però con il mio ingresso nella guerra sono certa che non si metterà in gioco in una battaglia diretta contro di me perché è consapevole che se decidessi di chiudere le Corporazioni si ritroverebbe un enorme paese, però senza mano d’opera.»
«Ed io che pensavo che non ti avrebbe infastidito perché è follemente innamorato di te» rispose Explodon ridacchiando e stuzzicandola.
La regina, come sempre, aveva la risposta immediata. «Certo, ma quello era così ovvio che non necessitavo di ribadirlo.»
Risero insieme mentre nella sala era entrata la Regina Bruligida.
«Mia Signora, vi devo ringraziare. Pensavo che il mio truce marito avesse perso definitivamente il sorriso e invece eccolo qui.»
Il momento d’ilarità aveva stemperato la tensione, ma la discussione non era conclusa. Explodon disse a Wasa: «Dovremmo progettare un piano di battaglia coordinato, ma osservando le mappe credo che non ci sia altra soluzione che combattere separatamente.»
«Concordo con te. Dividere le truppe non ci porta benefici, anzi, rischiamo di indebolirci per gli spostamenti che dovrebbero fare. Se vuoi ascoltarmi, ho pensato a un piano, ma alla fine dipenderà tutto da cosa deciderà di fare Dwr e molto probabilmente saranno le scelte di Cristalya a determinare chi uscirà vincitore.»
«Bene, ti ascolto.»

Nel piccolo parco adiacente alla villa, altre due persone stavano parlando mentre passeggiavano tranquillamente.
«È bello che sia venuta anche tu, Aarde.»
«Ho detto a mia madre che volevo rivedere il tuo brutto muso, Fajro.»
I due ragazzi risero. Ridevano sempre molto quando avevano l’opportunità di vedersi. «Aarde, di quando eravamo piccoli, hai qualche ricordo delle tante volte che sei stata a casa mia per le mezze estati? »
«Perché me lo chiedi?»
«Ho ricordato che litigavamo sempre, per qualsiasi cosa, ma poi facevamo sempre la pace mangiando i dolci che preparava mia madre.»
«Sì, è vero. Prima mi facevi piangere, poi ti scusavi nei modi più stupidi che potevi immaginare… facendomi piangere ancora di più. Che tipo che eri. Anzi, a dire il vero non sei cambiato molto, sei sempre una testa calda e rozzo come nessuno che abbia conosciuto in vita mia.»
«Sai, leggendo le lettere che ci siamo scambiati ogni mese, ho sempre provato una specie di tranquillità interiore, e adesso che risento la tua voce provo le stesse sensazioni» disse Fajro guardando negli occhi la ragazza. «E ti ricordi cosa dicevo dopo aver mangiato il dolce?»
Aarde si sentiva immobilizzata mentre ascoltava Fajro, le gambe le stavano tremando e il battito del cuore accelerava.
«Mi dicevi che ero brutta» rispose la ragazza nascondendosi il viso dietro ai lunghi capelli.
«Quasi esatto. Ti dicevo che eri brutta e che quindi l’unico che ti avrebbe sposato ero soltanto io. Senti Aarde, perché non ci sposiamo oggi?»
La ragazza non sapeva più dove nascondersi per l’imbarazzo che quella semplice frase le stava causando. Cercando di cambiare discorso rispose sorridendo: «Che scemo che sei. Se mia madre ti sentisse, direbbe quello che ti ripeteva sempre.»
«Piuttosto che dare mia figlia a un pazzo scatenato come te, faccio fare una magia a Wijs per farla diventare uomo» rispose ridacchiando Fajro mentre cercava di imitava la voce della Regina di Tera.
Il momento d’imbarazzo per la ragazza svanì grazie alla voce della madre che la chiamava. «Aarde! Andiamo.»
«Sì madre, arrivo subito» rispose la ragazza, ma mentre stava per fare il primo passo si era sentita trattenere per un braccio.
«Ciao Aarde, scrivimi ancora» disse Fajro.
«Lo farò» rispose senza voltarsi verso di lui.

In quello stesso giorno, anche in altri luoghi si stavano svolgendo delle riunioni. Nella Reggia di Dwr, la regina era a colloquio con la sorella.
«Voglio che ti metta in contatto al più presto con il tuo amichetto; scopri quali sono le loro intenzioni e se manifestano l’idea di allearsi con Tan minaccialo senza scrupoli.»
«Sorella, non sono ben vista in quel luogo, dovresti mandare qualcun altro, magari  il Saggio Glic potrebbe… »
«Maledizione Oceanya, sei forte come uno squalo in battaglia, mentre nelle relazioni private sei un'ameba! Ricordati bene che quel ragazzino tutto impettito potrebbe essere tuo marito alla fine della guerra e il matrimonio di quella puttanella, a quel punto, varrà come lo sterco di maiale. Io VOGLIO che tu vada là! Glic è già partito e in questo momento starà dialogando con la Saggia Ohlaka e Re Titan a Metel.»
«Va bene sorella, farò ciò che chiedi» rispose frustrata Oceanya.
Cristalya voleva bene alla sorella e l’averla sgridata le dava enormemente fastidio. «Tesoro, scusa se sono stata irruenta» le disse stringendola a sé. «Laggiù ci sarà sicuramente Torcon, tu dovrai solo parlare in privato con quel ragazzino e non fare altro. Starai attenta?»
«Sì Cristalya, e cercherò di comportarmi come desideri.»
«Brava la mia sorellina.»
Uscita Oceanya dalla stanza, da un angolo buio era sbucato all’improvviso il personaggio misterioso del faro di Otoke.
«Non avevo previsto di incontrarti… spia.»
«Mia Signora, se non è di troppo disturbo, il mio padrone desidera riscuotere ora il suo credito.»
«Come mai questa fretta dopo un mese nel quale non vi siete più fatti sentire neppure con dei messaggi? Che cosa nasconde il tuo padrone? E perché si è schierato dalla mia parte, e…»
«Perdonate mia Signora, sapete bene che non posso rispondere a nessuna vostra domanda, anche perché non ho le risposte a ciò che state chiedendo. Io eseguo solo gli ordini che mi sono impartiti.»
«Quando tutto sarà finito perché non entri nella mia guardia personale? Mi piacciono le persone che non discutono e ubbidiscono. Potrei premiarmi anche con altro e non solo con il denaro, spia e mercenario.»
Cristalya non era interessata davvero a quella persona, ma voleva indurlo a scoprirsi, in modo da comprendere chi fosse questo padrone che lo muoveva come una marionetta.
«Mia Signora, ciò che si dice di voi è meritato; avete un intelletto sopraffino e siete scaltra come una faina, però vi consiglio di non cercare in anticipo ciò che vi sarà dato nel futuro.»
«Ascolterò il vostro consiglio giacché presumo che voi siate un Saggio dalle doti nascoste. Ciò che vuole il vostro padrone sta nelle segrete della Reggia; prendetelo e portatelo via, non m’interessa ciò che ne farete.»
«Vi ringrazio mia Signora. Non disturbate i carcerieri, preleverò il compenso senza creare confusione.» La spia scomparve così velocemente com’era apparsa.

Nel grande castello di Metel, dopo aver conversato con il Saggio di Dwr, Re Titan si era seduto su una soffice poltrona posizionata davanti a un tavolino di vetro sul quale c’era una scacchiera. Titan osservava le pedine pronte per una partita quando disse ad alta voce: «Ora puoi uscire, vieni a sederti davanti a me.»
Un graduato dell’esercito reale era rimasto nascosto dietro una delle tende della sala in attesa di essere convocato nuovamente dal re.
«Come hai sentito Cristalya ha già tutto pronto e non ascolterà neanche una parola di Explodon. Lei ha già deciso che ci sarà la guerra in ogni caso. Ma tu sei sicuro di ciò che mi stavi dicendo?»
«Sì Maestà. Una nave senza insegne è partita dalle coste di Tera, ha circumnavigato le isole Raumati e Ngahuru, poi, si è diretta verso Tan. Uno dei nostri informatori ha confermato che su quella nave viaggiava la Regina Wasa.»
«Tanto bella quando astuta quella affascinante creatura. Prima di raggiungere la destinazione prefissata si è data da fare per controllare se i suoi vicini stanno tramando qualcosa. Grazie soldato, vai a rifocillarti nelle cucine reali e poi riposati; hai fatto un ottimo lavoro.»
Mentre il soldato si alzava ringraziando il suo re per le belle parole, nella sala era entrato Metalo con un libro in mano.
«Figliolo, siedi al tavolo degli scacchi.»
Metalo sorrise. «Non vorrai sfidarmi di nuovo? Poi lo sai che ti prendo in giro perché sei negato a questo gioco» rispose il ragazzo sedendosi sulla poltrona.
«Sai Metalo, pensavo che dopo la prima mossa della regina nera avrebbe risposto il re bianco e invece a fare la giocata è stata la regina gialla. Hai mai fatto caso che noi diciamo che sono pezzi neri e bianchi, ma i secondi sono più di un colore giallo sbiadito?»
«Dovrebbe avere senso ciò che mi stai dicendo?» chiese Metalo perplesso.
«L’amico del mio amico è mio nemico» aveva risposto sovrappensiero Titan.
«Prima la disamina del colore degli scacchi, poi questa frase ribaltata da quella originale; padre state bene?»
«Non badare, sto pensando ad alta voce. Ora, faccio… la mia mossa.»





N.d.A.
Ho pensato che fosse divertente aggiungere due particolari al termine di ogni capitolo:
- il Cast in modo da comprendere immediatamente chi è il personaggio (in verità tornerà utile nelle due storie facenti parte della serie che seguiranno questa) e che nei prossimi capitoli si amplierà a dismisura con l’imminente inizio della guerra;
- la Mappa del Mondo, così potete avere una visione semplice dei luoghi in cui si svolgono le azioni.

Spero di avervi proposto un’idea carina e utile e vi supplico di non prendermi in giro per la mappa ^^. Come sempre commentate, criticate e correggetemi se trovate degli errori. La vostra opinione è sempre gradita.

Grazie




CAST
Anziano Maestro – Insegnante della scuola imperiale e narratore della storia
Atua Primo del suo nome – Leggendario primo Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Atua CCXV (vero nome Ukwu)  – Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]

Cristalya – Regina di Dwr
Oceanya – sorella e principessa ereditaria di Dwr, comandante dell’esercito reale
Dheat – Saggio di Dwr [scomparso]
Glic – Saggio reale di Dwr

Wit – Re di Apen
Pine – consorte del Re di Apen
Willa – principessa di Apen
Oak – principe ereditario di Apen
Wicaksana – Saggia reale di Apen

Explodon – Re di Tan
Bruligida – Regina di Tan
Torcon – principe ereditario di Tan e comandante dell’esercito reale
Fajro – principe di Tan
Saga – Saggio reale di Tan

Wasa – Regina di Tera
Aarde – principessa ereditaria di Tera
Wijs – Saggio reale di Tera

Titan – Re di Metel
Metalo – principe ereditario di Metel
Ohlaka – Saggia reale di Metel

Spia/mercenario - identità sconosciuta

Kwakhala – Regina dei mostri marini





MAPPA
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