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Autore: Shade Owl    18/08/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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- Dave!- gridò, portando il telefono all’orecchio - Dave! Dave!-
Non ebbe altra risposta se non tramestio e urla lontane e sconnesse, poi cadde la linea. Si fiondò verso la porta, cercando di aprirla inutilmente: la maniglia si rifiutò di girare, rimanendo bloccata in posizione di chiusura, mentre un cerchio magico compariva improvvisamente sull’ottone. Senza il violino non l’avrebbe aperta.
Corse indietro, recuperandolo e togliendolo dalla custodia, senza curarsi più del televisore. Avrebbe potuto essere acceso o spento, Allwood avrebbe potuto dire qualsiasi cosa. Per lei non esisteva più.
Quella fu forse la primissima volta in vita sua in cui comprese davvero quanto tenesse a David.
Aveva già quasi portato l’archetto sulle corde quando risuonò uno sparo dall’altro lato della porta e la maniglia schizzò via, aprendo finalmente l’uscio. Keith, in piedi nel corridoio, rinfoderò il fucile e le fece un cenno.
- Muoviti.- grugnì stizzito.
Senza farselo ripetere e senza chiedergli cosa facesse lì, Orlaith corse in corridoio e si fiondò verso le scale, seguita a ruota dal Kolak. Superò gli ultimi scalini con un unico salto e atterrò quasi scivolando sul pianerottolo successivo, correndo verso il suo vecchio appartamento, le teste di alcuni vicini già sporte fuori dalle rispettive porte, incuriositi e allarmati dalla confusione che sentivano poco più in là. Aveva appena recuperato l’equilibrio che vide Nightmare sparato fuori dall’appartamento, urtando con la schiena contro la parete, le armi ancora strette in pugno, emettendo un grugnito.
Si rialzò subito, tornando dentro con un movimento stizzito delle spalle, tra lo stupore generale. Lei zigzagò tra la gente, a volte anche spintonandola, e guadagnò finalmente la porta.
Dentro trovò uno dei Domunculus che combatteva contemporaneamente contro Nova e Nightmare, in piedi nel soggiorno, la pelle escoriata in più punti che già si erano trasformati in argilla polveroso. Come l’ultimo con cui avevano combattuto non aveva un aspetto molto diverso dall’originale Doplanker, ma era molto più grosso e muscoloso, e al posto delle mani aveva due massicci grumi carnosi da cui sporgevano numerose punte ossee.
L’interno era stato devastato, in quei pochi secondi che ci aveva messo ad arrivare, e il pavimento era stato rotto in più punti, così come molti dei mobili e degli elettrodomestici, che ora giacevano a terra in mille pezzi accanto a schegge di legno e a pezzi dell’imbottitura del divano (se non del divano intero).
Rin non stava partecipando al combattimento, ma era stesa a terra, il busto quasi totalmente fuori da una finestra sfondata (copriva tutto lo spazio dal pavimento al soffitto), un braccio che penzolava verso il vuoto e l’altra mano ben stretta attorno alla cornice per sorreggersi. Dalle sue dita stavano uscendo alcune gocce di sangue per quanto serrata era la presa.
- Keith, aiutala!- gridò Nightmare, rotolando sul pavimento per evitare un colpo di mazza del Domunculus, mentre Nova spiccava un salto e colpiva il lato della testa dell’avversario con un pugno che non parve fargli né caldo né freddo.
Subito, il Kolak spiccò una rapida corsa verso la finestra, schivò con una scivolata l’ennesimo tentativo del nemico di mandare a segno un colpo e raggiunse Rin, agguantandola per le caviglie così che potesse mollare la presa e tendere anche l’altro braccio oltre il bordo.
Fu come se un peso trascinasse entrambi verso l’esterno, e nuove grida si unirono all’oscena quantità di suoni prodotti da quel disastro. Keith puntellò entrambe le gambe contro la cornice della finestra senza mollare la presa sulle caviglie della compagna e, grugnendo, si spinse all’indietro con tutta la propria forza.
Lo scatto fu sufficiente a trascinare via sia lui che Rin, riportandoli dentro. A quel punto Orlaith capì che la Kolak si era sporta non perché rischiava di cadere, ma perché stava impedendo a qualcun altro di finire di sotto.
Tra le dita stringeva la mano di David.
Oddio, no…
Abbandonò il violino e corse verso di loro, aggirando il Domunculus che cercava di scrollarsi di dosso Nightmare e Nova contemporaneamente, i quali gli erano saltati sopra nell’istante in cui lei aveva cercato di avvicinarsi, tentando in ogni modo di distrarlo. Appena li ebbe raggiunti, Orlaith si inginocchiò accanto a Rin, insieme a Keith che, assicurato un saldo appoggio alla compagna, la raggiunse subito dopo, e afferrò il polso di un David terrorizzato che scalciava nel tentativo inutile di trovare un appiglio sulla parete.
- Smettila di agitarti, porca miseria!- sbraitò Keith - Prendi la mia mano, cretino!-
Il produttore allungò il braccio, e subito il Kolak lo agguantò saldamente. Rin, accanto a loro, lasciò andare la mano di David e fece per mettersi in ginocchio a sua volta per aiutarli quando, gridando, fu trascinata indietro. Keith le lanciò appena uno sguardo ma non si mosse, cominciando a tirare con Orlaith.
Riuscirono a issare David di nuovo dentro, e sia lui che Orlaith persero l’equilibrio e finirono uno sull’altra sul pavimento, anche perché Keith cominciò a correre verso il Domunculus prima ancora di averlo lasciato andare.
Quando furono entrambi al sicuro, Orlaith cominciò a singhiozzare per la paura, serrando le braccia attorno al collo del produttore, stringendolo con tutte le proprie forze.
- Mi dispiace!- gridò - Oddio, Dave, mi dispiace!-
Tremando come una foglia, David rispose all’abbraccio, mettendosi carponi a fatica, ancora sconvolto e pallido. Lo sentiva scuotersi così forte che aveva paura di vederlo cadere a pezzi da un momento all’altro.
Udirono entrambi alcune grida, poi ci fu un tonfo e un nuovo fracasso di vetri infranti. Videro Nightmare sfondare la finestra accanto e finire all’esterno, proiettato lontano.

Maledizione!
Fu tutto ciò a cui Nightmare riuscì a pensare, mentre la mazza che il Domunculus aveva al posto della mano correva verso il suo petto.
Non riuscì a schivare, e stavolta lo prese in pieno, talmente forte da gettarlo indietro e da fargli perdere la presa sulle armi. Presto la sua schiena colpì un vetro e comprese di essere stato buttato fuori dalla finestra.
Puntò un braccio contro il davanzale, attivando i visori di mira dell’elmetto, i quali evidenziarono l’appiglio migliore. Un sottile cavo indistruttibile partì da un punto nascosto nell’avambraccio della corazza e si ancorò saldamente attorno alla doppia cornice delle finestre frantumate, impedendogli di cadere ulteriormente.
Lo strattone minacciò di slogargli la spalla, ma con un grugnito e un urto alla parete riuscì a sopravvivere a quella che altrimenti sarebbe stata una caduta letale.
- Non è ancora finita, maledetto bastardo...- ringhiò.
L’armatura cominciò a riavvolgere il cavo, riportandolo nell’appartamento in poco tempo. Appena ne fu in grado si aggrappò al pavimento e si tirò su a forza di braccia, giusto in tempo per vedere Nova inginocchiarsi per evitare una mazza ossea diretta alla sua testa e rispondere con un colpo di palmo all’addome nemico. Quello a malapena sussultò, malgrado la botta d’aria rilasciata dalla donna, e sollevò ancora il braccio per schiacciarla. Keith, steso a terra con alcuni tagli sul volto, puntò entrambi i fucili e sparò contro il mostro, mirando proprio alla testa.
Riuscì a produrre un danno non indifferente, staccandogli una grossa porzione di carne argillosa e deconcentrandolo il tempo che bastava a Nova per spostarsi mentre Rin, tramutata in ombra evanescente, guizzava tra loro e gli sferzava una gamba con la spada.
Il Domunculus riuscì a intercettare la lama con una delle mazze appena in tempo per evitare di essere tranciato e sollevò l’altra con l’intento di schiacciarla, ma a quel punto Nightmare intervenne.
Piantando bene i piedi sul pavimento, puntò entrambe le braccia e sparò due cavi contro il suo polso, agganciandolo; subito dopo saltò di nuovo fuori dalla finestra. Lo strattone successivo lo riportò in alto, e a quel punto lui puntellò le gambe contro la cornice della finestra, impedendo al nemico di trascinarlo dentro e di muoversi.
Il Domunculus cominciò a tirare nel tentativo di farlo cedere, di liberarsi dalla presa, ma la distrazione gli costò molto cara.
Approfittando di quell’attimo, Keith gli scivolò tra le gambe e puntò di nuovo i fucili contro ciò che rimaneva della sua testa, facendogliela saltare quasi del tutto e impedendogli così di vedere. Poi arrivò Rin, che mirò di nuovo a una gamba con la spada, riuscendo stavolta a staccargliela di netto, e Nova completò l’opera con un potentissimo colpo di vento alla schiena portato con entrambe le mani.
Appena prima di essere sbalzato via a sua volta, Nightmare mollò la presa dei cavi e si lasciò cadere, aggrappandosi con le mani al pavimento. Il Domunculus gli passò sopra e, con un verso che uscì direttamente dalla sua gola, precipitò inesorabilmente verso il basso, sconfitto.
Sospirando, Nightmare si issò per la seconda volta dentro l’appartamento distrutto, rialzandosi lentamente: malgrado la corazza, sentiva alcuni ematomi pulsare e allargarsi sul suo corpo e forse anche sulla sua faccia. Fortunatamente le capacità rigeneranti dei suoi strumenti interni lo avrebbero curato in breve tempo.
- Tutti vivi?- chiese, ansimando appena.
Guardò Nova, seduta con la schiena contro la parete più vicina, sudata e col fiato corto, piena di escoriazioni che il suo fattore rigenerante stava già chiudendo, e la vide annuire. Rin, in ginocchio poco lontano, ansimante quanto lei, si stava pulendo con un panno preso da qualche parte la mano ferita. Anche lei annuì. Keith, ancora sdraiato dov’era, le braccia e le gambe larghe, sollevò lentamente un braccio e gli fece vedere il pollice. Aveva un bel taglio sulla testa, e non dubitava che entro l’indomani lo avrebbe visto coperto di chiazze viola, ma stava bene.
Soddisfatto, Nightmare guardò Orlaith e David, rannicchiati in un angolo. La violinista era ancora aggrappata al suo collo, persa in mille singhiozzi, e lui era dello stesso colore delle pareti, ma sembrava illeso. Lo vide annuire.
- Hai… dei… dei pantaloni… per caso?- balbettò - I miei… si sono… sporcati.-
Nightmare fece una smorfia divertita.
- Te li procuriamo appena usciti da qui.- rispose.
Recuperò i falcioni e si avvicinò a loro, prendendo Orlaith per le spalle e allontanandola gentilmente da David. Lei ci mise un po’ a lasciarlo andare, ma alla fine si convinse a rialzarsi, anche se tremava come una foglia e faticava ancora a trattenere le lacrime.
- Va tutto bene.- le disse - Ora è finita.-
Orlaith annuì, inghiottendo il rospo.
- Lo voglio morto…- mormorò con voce tremante, strofinandosi la faccia con la manica - Nightmare, voglio vedere il suo cadavere!- sbottò.
- Ce ne occuperemo.- disse - Andiamo, adesso.-
La sospinse verso la porta, dove Rin stava raccogliendo il violino che aveva lasciato cadere.
- Immagino di dovermi scusare.- disse - Avevo supposto che saresti venuta qui. Volevo lasciarti fare un tentativo. Ti abbiamo seguita per sicurezza, e meno male che lo abbiamo fatto.-
Lei scosse la testa.
- Hai fatto quello che dovevi.- disse semplicemente - Tu non mi hai obbligata. Grazie per averlo aiutato.-
Nightmare annuì.
- Ti ho manipolata, te lo dovevo.- disse - David, andia…-
Quando si voltò verso di lui, vide che era ancora in piedi con le spalle a una delle finestre, gli occhi sgranati.
Dal petto spuntava la sommità di una lama bianca.

Nightmare esitò per un attimo, faticando a registrare ciò che vedeva malgrado l’elmetto potenziasse i suoi processi mentali. Solo quando la lama fu ritratta e il produttore cadde a terra comprese cosa stava succedendo.
Vide il braccio della creatura trasformarsi, facendo ricomparire dita e artigli, mentre un verso soddisfatto usciva da quel grugno privo di bocca. Il Doplanker cominciò a indietreggiare lentamente, le dita che gocciolavano sangue.
Orlaith lanciò un grido disperato, gettandosi verso David. Nightmare agguantò i falcioni e cominciò a correre, ma sapeva già che non lo avrebbe mai raggiunto.
Il Doplanker, infatti, dovette solo saltare e, avvitandosi a mezz’aria, si trasformò in un’aquila che, emettendo un richiamo acuto, si levò in cielo senza guardarsi indietro, lasciandolo con un palmo di naso.
- Brutto figlio di puttana...- ringhiò, serrando talmente tanto la presa sulle armi da farsi quasi male.
Si voltò verso Rin, china sul corpo di David, dal quale Orlaith, di nuovo in lacrime, era stata allontanata a forza da Nova e da Keith, entrambi sconvolti.
La Kolak gli restituì uno sguardo rassegnato e scosse la testa.
Era morto.

Povero David...
Ringrazio come sempre i miei lettori, 
John Spangler, Easter_huit, Old Fashioned, Roiben, Arianna96r, LadyTsuky e Thestragereylo, che sono poi il motivo per cui scrivo. A presto!
 

   
 
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