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Autore: Esca_    19/08/2019    2 recensioni
Hermione vide Joyce, se stessa, e un nuovo risvolto della sua vita, positivo o negativo che fosse. Holden.
Era pericoloso, lo sapeva, ma avrebbe potuto aiutarla ad andare avanti.
Andare oltre Ron e Michael, oltre tutto ciò che aveva scritto e che si portava dentro. Oltre tutto ciò che nemmeno lei sapeva di avere dentro di sé.
Nonostante tutto, però, era pur sempre Malfoy, serpe o furetto che fosse.
E lei, poi, era una Grifondoro come mai lo era stata prima. Fiera e testarda come sempre, mai disposta ad abbassare la testa.
Forse, però, questa volta sarebbe stata costretta a farlo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO X - GHIACCIO E FUOCO

 

Draco non ricordava l’ultima volta che era stato così nervoso in vita sua.
Tra le altre cose, Hermione gli stava facendo finalmente conoscere l’ansia, e nel peggiore dei modi.
Il Serpeverde, infatti, camminava da un’ora su e giù per il dormitorio, cercando di tenere a freno il nervosismo. Il posacenere si era riempito dopo i primi due giri per la stanza e sembrava che persino le sigarette martoriate implorassero pietà.
Blaise sbuffò dalla sua poltrona, stufo di vederlo in questo stato, ma divertito dal suo cambiamento.
Era diventato un’altra persona, su questo non c’erano dubbi.
«Draco, non è la prima volta che vi incontrate. Mi spieghi che c’è di diverso questa volta?»
«Questo incontro è decisivo, Blaise. Me lo sento. Non posso pregarla ogni volta che vorrò una pagina, devo convincerla una volta per tutte.»
«Vuoi la mia? Hermione è già decisa, ma non si fida di te perché, insomma, sei pur sempre Draco Malfoy. E poi, non prendiamoci in giro, è una situazione assurda persino per voi due.»
Draco aspirò un ultimo tiro dalla sigaretta distrutta e lo guardò di traverso.
Aveva ragione, lo sapeva, ma doveva convincerla comunque.
«Blaise, non capisci. Non posso più rinunciare, ormai.»
«Amico, ti basta ammetterlo. Sai bene di cosa parlo.»
«Come vuoi, Blaise. Non si tratta più solo del libro, va bene? Si tratta di lei. Devo capire fino a che punto siamo simili come sembra. Devo capirla e basta.»
Detto questo, Draco si rifugiò nella sua camera, innervosito da quella confessione, lasciando Blaise con un leggero sorriso sulle labbra.
Era cambiato totalmente, ormai ne era sicuro.
Fu la cena più lenta della sua vita, togliendo i banchetti infiniti a Malfoy Manor.
Draco non staccò gli occhi da Hermione, ostinatamente seduta di spalle al suo tavolo.
Percepiva il suo nervosismo, però. Ormai la conosceva bene.
I suoi capelli sembravano vittima di una tempesta furiosa, tante volte li aveva spostati da una spalla all’altra o sulla schiena. 
In effetti, non sapeva se essere sollevato che anche lei stesse così male, o darsi dell’idiota perché era tutto per causa sua.
Per un attimo si distrasse, colpito dai suoi stessi pensieri.
Se era arrivato a darsi la colpa per cose del genere, stava davvero passando il limite.
O lo aveva passato già molto tempo fa, quando aveva iniziato quello scambio assurdo?
Con la stessa ostinazione che Draco aveva imparato ad odiare da sempre -e amare, nell’ultimo periodo, la Grifondoro lasciò il tavolo, attenta a non voltarsi minimamente.
Si tradì solo alla fine, accanto alla porta, quando lo guardò quasi di nascosto.
Fece un salto, colta in flagrante dai suoi occhi grigi.
Rimase lì a fissarlo, con il cuore che le batteva a mille.
Per un secondo, la Sala Grande sembrò sparire. Tutte le voci divennero mute, tutti i loro amici non c’erano più, ma non importava. Per un solo secondo, c’erano semplicemente loro due, gli ultimi due che avrebbero dovuto trovarsi lì, insieme.
Lei, ferma alla porta, e lui, immobile al tavolo.
Subito dopo, così come erano spariti, i loro amici riapparvero ed Hermione scivolò via nell’ombra, forse per nascondersi da lui, forse per nascondersi anche da se stessa.

Draco contò i minuti che mancavano per raggiungerla nel bagno dei Prefetti.
Sapeva benissimo che, ormai, il libro era diventata solo una scusa per vederla.
Non aveva mentito, quando le aveva ribadito che quei fogli lo rendevano felice, aveva solo omesso un dettaglio. Che a renderlo felice non erano esattamente i fogli, ma chi li riempiva.
Draco si avviò pensieroso verso il luogo del loro appuntamento, sperando di non sembrare un idiota ad essere lì in anticipo, anche se, a dire il vero, non gli importava nemmeno più di tanto.
In realtà, lei era già lì.
Dopo essere entrato, il Serpeverde si appoggiò alla porta chiusa, godendosi quei pochi attimi di tranquillità. La osservò con calma, consapevole di star guardando una Hermione diversa da tutti gli altri, una versione di lei riservata a lui e a nessun altro.
Lei gli dava le spalle, i capelli disordinati che ricadevano sulle spalle e gli occhi persi a trovare qualcosa nell’acqua della vasca. Fece finta di non averlo sentito, ma sapeva che lui era lì con lei.
Senza fare rumore, Draco si tolse le scarpe e affondò i piedi nell’acqua, seduto accanto a lei.
Pur non sfiorandola di un millimetro, entrambi sapevano che una cosa del genere, due mesi prima, non sarebbe mai successa.
Sapevano di aver passato tutti i loro limiti e che, prima o poi, avrebbero dovuto renderne conto a qualcuno, oltre che a loro stessi.
Hermione alzò la testa senza guardarlo, lo sguardo sempre fisso sull’acqua.
«Malfoy, non possiamo continuare così. Tu sei tu ed io sono io. Questa specie di rapporto non potrà mai funzionare.»
In realtà, era meno convinta di quanto sperasse.
Non voleva abbandonare quell’avventura, o qualunque cosa fosse.
È che nella sua testa continuava a ripetere i loro nomi come se fossero una maledizione.
Hermione e Draco.
Joyce e Holden.
Erano il ghiaccio e il fuoco, l’orgoglio e la fierezza impossibili da unire.
Dentro di sé, Draco tremava come una foglia all’idea di doversi allontanare da lei, proprio adesso che avevano costruito qualcosa e che stava portando a galla tutti i suoi fantasmi.
All’esterno, però, mantenne la freddezza per cui era conosciuto, rotta appena da un’incertezza nello sguardo.
Si limitò a guardarla, sorridendo appena alla sua ostinazione di fissare l’acqua.
«A vedere i tuoi capelli, devo averti fatto innervosire parecchio negli ultimi giorni, Mezzosangue.»
Senza che nessuno dei due se ne fosse accorto, con il passare del tempo avevano imparato lentamente a conoscersi l’un l’altro, a ricordare non solo i gesti di nervosismo di Hermione, ma anche quelli della rabbia di Draco e della sua gioia.
Hermione si rese conto con sgomento che, ormai, uno sguardo le era sufficiente a capirlo: poteva finalmente andare oltre la maschera da duro che tutti conoscevano e vedere la sua anima, svelare una volta per tutte cosa davvero provasse quel ragazzo che nessuno aveva mai capito del tutto.
Quanti altri ci erano riusciti, oltre lei? Due, tre, quattro persone in 18 anni di vita?
In quei brevi attimi, riflettendo sul bordo della vasca con lui in silenzio accanto a sé, Hermione si sentì onorata di tutto ciò, che Draco le avesse
permesso di esplorarlo e persino che l’avesse ricattata.

Quando si decise a guardarlo, quindi, il Malfoy di Serpeverde duro, freddo e spocchioso era sparito senza dire nulla, lasciando posto solo a Draco.
Vide un ragazzo con i capelli biondi e gli occhi grigi che la scrutava con la stessa intensità con cui lei leggeva nell’anima di lui. Accanto a lei non c’era il ricco ereditiero, ma una persona che chiedeva solo di essere felice, e che lo stava chiedendo a lei, Hermione Granger.
In quegli attimi, Draco annegò negli occhi di lei, si tuffò totalmente nelle sue iridi dorate e ne riemerse distrutto, sventrato fino al midollo. Con un solo sguardo, Hermione lo fece sentire puro come mai era stato nella vita, per colpa sua e dei suoi genitori.
Lo fece sentire sicuro, sano e salvo per la prima volta dopo tanto tempo. Gli fece dimenticare le minacce dei Mangiamorte che lo attendevano fuori dalla scuola, gli amici che aveva e i nemici che lo terrorizzavano in silenzio.
Le prese la mano, come a chiederle conferma di tutti quei sentimenti confusi.
Dimmi che li provi anche tu, sembrava dirle con lo sguardo. Dimmi che non sono solo, dimmi che sei qui con me.
I loro corpi si erano mossi appena, ma erano ancora attaccati l’uno all’altro.
Draco le si avvicinò lentamente, forse ancora più spaventato di lei.
«Hermione, ti prego.» soffiò appena, sapendo che lei lo avrebbe sentito anche a chilometri di distanza.
Lei spostò lo sguardo dalle sue labbra agli occhi, sempre mano nella mano.
Il loro orgoglio di Grifondoro e Serpeverde si fuse e crollò quando le loro labbra si avvicinarono  con calma, senza foga, come se si stessero scrutando da lontano.
Il ghiaccio e il fuoco si spensero a vicenda con loro due, naso contro naso, a baciare quanto di più proibito poteva esserci per entrambi.
Draco sentì la sua corazza cadere quando si sporse verso di lei, anelando altri baci, altre carezze, altro tempo.Hermione mise definitivamente da parte la ragazza di una volta quando sperò che quel momento non finisse mai, che lei e Draco rimanessero per se
mpre lì, da soli, persi nel nulla.

Le loro mani erano sempre intrecciate come due innamorati, come a sostenerli in quella prova del fuoco.
Draco si staccò da Hermione con la stessa lentezza di prima, ammirando i suoi lineamenti.
Le guance rosse e gli occhi lucidi non l’avevano mai resa così bella, nemmeno quella volta che lei gli aveva tirato un pugno e lui, steso a terra
dolorante, si era ritrovato a pensare che era bellissima.

Per ironia, Hermione lo guardò convinta di vedere un angelo, bellissimo, puro e dannato come solo Draco poteva esserlo. Passò le dita tra i suoi capelli biondissimi e sorrise, quando lui reclinò la testa per assecondare la sua mano.
Draco si sporse nuovamente verso di lei, baciandola con più passione.
Le sue mani la esploravano in lungo e in largo, passando dalle gambe alle spalle al viso.
Voleva sapere tutto di lei, ogni pregio e ogni difetto, ogni fossetta e ogni neo.
Stesa sul bordo della vasca e baciandole il collo, notò una voglia a forma di fragola, che gli ricordava quelle che lei mangiava sempre a colazione
prima degli esami.

Scoprì di conoscere già la fossetta che ora stava baciando, sorridendo alle fusa che lei faceva sotto di lui.
Quante cose aveva imparato di lei, nel corso degli anni?
Ancora una volta, sentì di non essere solo, ora che il suo orgoglio lo aveva finalmente abbandonato.
Come se lo avesse sentito, Hermione lo guardò dolcemente, piena di paura e di eccitazione.
«Mi sembra di conoscerti da sempre.» gli sussurrò.
Anche a me, Mezzosangue, pensò. Anche a me.

  
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