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Autore: lady hawke    07/05/2005    5 recensioni
Per anni ho vissuto confinato in questo limbo, per anni ho vissuto nei rimpianti di ciò che ho perduto in quella notte...quella terribile notte quendo tutto ha avuto fine ed inizio..ed ora di nuovo Hogwarts
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di tela

Frammenti di tela

 

L’orizzonte si tinse di rosso in quella sera d’ottobre, era il segno che Halloween era alle porte. La festa degli spiriti era appena all’inizio. Tutti gli studenti erano ormai ritornati nelle proprie sale comuni, tutti quelli che avevano visitano Hogsmeade avevano qualcosa da raccontare a chi, volente o nolente, era rimasto confinato entro quelle mura. Molti raccontarono dei bizzarri personaggi che avevano incontrato, qualcuno giurava di aver visto un folletto, un altro assicurava che in quelle vicinanze ci fosse una colonia d’orchi. Migliaia di leggende metropolitane e storie varie vedevano la luce, l’atmosfera attorno al fuoco invogliava a racconti terrificanti. La Stamberga Strillante godette d’immane popolarità. Più di uno giurava di avere sentito distintamente rumore di catene trascinate e urla strazianti provenire da quel decrepito casolare.

< Ti assicuro, passavo di lì per caso, naturalmente non ho mai creduto a quelle storie, ho sempre pensato fossero bubbole, nient’altro che bubbole, però io ero curioso di vedere che aspetto avesse la casa più infestata d’Inghilterra. Beh ti dicevo, passavo di lì quando ho sentito degli strani rumori >

< Che rumori? >

< Boh, non lo so però erano ben strani, sembrava che qualcuno stesse trascinando qualcosa, era un rumore ritmico, ogni tanto c’erano delle pause. Era come qualcuno che trasporta qualcosa di pesante e che ogni tanto si ferma. Credimi sembrava qualcosa di metallico, ho pensato a delle catene, era la prima cosa che mi veniva in mente. >

< E poi? >

< E poi quando mi sono avvicinato alla staccionata ho sentito un urlo, così forte che mi ha fatto rizzare i capelli sulla testa, sono corso via, non ho mai sentito niente di più agghiacciante >

< Io invece non ho mai sentito niente di più idiota >

Ovviamente c’era chi rimaneva molto scettico riguardo agli spiriti, ma certo era lo stesso molto affascinante.

Giunse l’ora di cena e tutti si precipitarono giù ad assaporare le delizie offerte dalla cucina. Che importava che avessero speso dieci galeoni per dei dolci che erano stati spazzolati via in dieci minuti? Era tutto così buono, valeva la pena un’indigestione. Anche Remus Lupin partecipava attivamente al meraviglioso banchetto, dopo la crisi che aveva avuto si sentiva molto meglio, come nuovo. Nessuno avrebbe potuto immaginare che solo un paio d’ore prima era stato così male, solo lui e il professore di pozioni che continuava a dardeggiarlo con lo sguardo.

 

Qualcuno invece non poteva godere del tepore di un caldo camino, del buon cibo, di un morbido letto a baldacchino. Qualcuno era all’addiaccio, al freddo e all’umido dell’autunno.

Un grosso cane nero stava attraversando di corsa il nebbioso parco di Hogwarts, aveva fretta, una fretta terribile. Prese a correre verso l’ingresso, sembrava che i Dissennatori di guardia non lo intimorissero, e, in effetti, lui non aveva alcun motivo di temerli, i Dissennatori non percepivano gli animali, le loro emozioni erano troppo elementari e primitive. Salì la scalinata silenziosamente e spinse con il muso il portone, lo trovò chiuso. Non parve sorpreso, semmai piuttosto seccato. Scese nuovamente le scale e si precipitò in un’altra direzione. Raggiunse non molto distante dall’ingresso quella che una volta era stata una porta secondaria; ora murata, ma non del tutto. C’era un piccolo passaggio a terra chiuso da alcune inferriate arrugginite. S’infilò velocemente dentro approfittando del pertugio che era riuscito a trovare, non trovò alcuna difficoltà pelle e ossa com’era, scivolò all’interno facilmente, e cominciò ad inoltrarsi nel buio dei corridoi. Sapeva bene dove doveva andare, lo sapeva maledettamente bene, ma non doveva farsi scoprire, nessuno doveva vederlo. A quell’ora l’unica presenza in circolazione era Mrs. Purr, l’odiosa gatta, ma la si poteva depistare con poco. Con un balzo fu sulle scale. Cominciò a salire il più velocemente che poteva, compiendo lunghi giri a vuoto per evitare di incontrare chicchessia, ma aveva le tenebre dalla sua parte. Stanco di quella folle corsa rallentò e sicuro di sé si mise a trotterellare allegramente come se fosse stato il padrone di quel luogo.

Ad un tratto si fermò, era giunto finalmente a destinazione.

Era fermo su di un pianerottolo anonimo, ma il quadro che stava osservando era la chiave, la chiave per raggiungere il suo scopo, dopo dodici anni era vicino al successo. Qualcosa cominciò a cambiare, al posto dell’enorme cane denutrito comparve una sagoma, irregolare da principio, poi sempre più chiara, più nitida, la sagoma di un uomo.

Era alto e terribilmente magro, pareva uno scheletro, addosso indossava ancora una divisa da prigioniero, era sporca, logora e stracciata in più punti. Sembrava respirasse a fatica e il suo petto andava avanti e indietro in modo irregolare e innaturale, era stremato dalla corsa; erano giorni che viveva quell’inseguimento alla caccia di un fantasma senza mai fermarsi, senza mai dormire. I capelli erano lunghi, sporchi e incolti quanto la sua barba irregolare. La bocca aperta in una smorfia di fatica, da un lato gli usciva un filo di bava, come ad un cane. Ricordava un cadavere in tutto e per tutto ma i suoi occhi, quei magnifici occhi scuri pieni di vita…emanavano da soli la luce, una luce opaca e malsana come la pazzia. Erano occhi lucidi, diabolici e feroci. Fissarono attentamente una sagoma nell’ombra. Stava guardando un quadro con aria innocente. Sorrise sarcastico ad un tratto, emise un grugnito, si pulì la bocca con la manica lisa della casacca, poi finalmente parlò con voce rauca sputando le parole lentamente, ad una ad una, come chi ha perso l’abitudine di parlare.

< Ehi sveglia, SVEGLIA! >

La signora grassa del ritratto si svegliò di colpo. Aprì gli occhi e cominciò a guardarsi intorno perplessa, poi individuò la sagoma che l’aveva chiamata, passò qualche attimo prima che lo riconoscesse, quando capì tremò.

< Tu…tu che ci fai qui? >

L’uomo rispose rabbioso, come chi non ha tempo da buttare via, e, in effetti, ogni secondo per lui era dannatamente prezioso.

< E a te che può importare sciocca signora?EH? >

< Allora…dimmi..dimmi la parola d’ordine e ti lascerò passare >

Si udì un latrato, un latrato feroce e ringhioso, l’uomo rideva, rideva di gusto.

< Starai scherzando spero! Sai bene che non ho la parola d’ordine >

< Allora..te ne devi andare >

La donna tremava, conosceva fin troppo bene la fama di quell’uomo, era una creatura malvagia e terribile, un assassino, aveva paura.

< Fammi entrare, o te ne pentirai amaramente, te lo giuro sul mio nome >

< Senza la parola d’ordine non puoi passare >

< Davvero? >

Fu un attimo e l’uomo si scagliò sulla tela, né umano, né animale. Graffiava la tela con forza, con rabbia, con cattiveria. Sfogava in quel momento tutto quello che aveva dovuto reprimere in quegli anni, e borbottava, borbottava come un folle, vaneggiando.

< E’ importante…io..de..devo entrare TU SCIOCCA…NON CAPISCI…E’ Lì, E’ Lì DENTRO! >

La signora grassa cercava di sfuggire a quella furia, ma non ci riusciva, in quel momento le era impossibile scappare, a terra cadevano frammenti di tela e di colore secco.

< DEVE PA..PAGARE! E’ Lì…E’ Lì…DEVO SCOVARLO…IO…IO…DEVO TROVARLO LO SO! >

Urlava e si dibatteva come una fiera ferita e disperata, cieca, fuori d’ogni realtà e logica. Poi capì, era inutile, non sarebbe riuscito ad entrare, non quella volta, non in quel momento. Doveva andarsene, doveva fuggire o lo avrebbero trovato…doveva correre via, era preso ormai da una frenesia incontrollabile.

Sentì una risata ghignosa poco distante, qualcuno lo aveva visto, lo aveva osservato. Sentì la signora grassa correre via in lacrime, che gliene importava a lui di uno stupido quadro.

< CHI SEI? FATTI VEDERE! >

< Pix, per servirla > disse una voce untuosa.

L’uomo si fermò un attimo a pensare e se…se quel poltergeist avesse visto tutto?

< Diavolo di un poltergeist, proprio te dovevo incontrare >

< Già già, proprio me >

< COSA HAI VISTO? > ringhiò

< Tutto quanto, signore, al preside non piacerà quando lo verrà a sapere >

Il preside, il preside, doveva pensare, in fretta, in fretta non aveva più tempo ormai.

< Digli questo, piccolo demone, digli che Sirius Black è stato qui >

< Come desiderate, sarà fatto signore >

     ***

Casa dolce casa, il mio buio ufficio silenzioso…Quel banchetto sembrava non voleva finire mai. Mezzanotte in punto, l’ora delle streghe. Sciocche credenze babbane, se solo immaginassero quante streghe girano in mezzo a loro, e non solo la notte di Halloween…

Presto ci sarà la luna piena, quella enorme sfera bianca sta diventando sempre più tonda, sempre più piena, un mese passa in fretta, troppo in fretta. Anni fa passavo delle serate intere a guardarla, notte dopo notte in attesa che completasse il suo ciclo, in attesa che sparisse dal firmamento. Mi prendevano in giro a scuola, mi davano del sentimentale per questo. In effetti, beh forse non avevano completamente torto. Per chi è al corrente della mia natura “nascosta” sembra ovvio che la luna sia la cosa più terrificante che esista ai miei occhi; eppure non è solo paura, mera paura. La luna è molto bella a vedersi, eterea e delicata mentre illumina leggera la notte, eppure così fredda a volte.

Quella disgustosa pozione deve avermi rincitrullito completamente, a che sto pensando adesso…

C’è agitazione fuori, e rumore, troppo rumore per quest’ora e per i miei gusti. Non hanno ancora capito questi ragazzi? Devono stare nelle loro sale comuni, e dovrebbero dormire, non possono andarsene in giro fino all’alba. Sono davvero un’ipocrita visti i miei trascorsi. Forse dovrei uscire e farmi valere, ho bisogno di dormire o domani non reggerò un’altra dose di quella cosa imbevibile, tanto Gazza sarà già sulle loro tracce.

< Cielo, Severus, il preside era una furia, Percy l’ ha appena fatto chiamare, non capisco cosa stia succedendo >

< Nella tua Casa? Probabilmente Potter o un altro della sua piccola banda n’avrà combinata una delle loro, al solito. Voglio sperare che il professor Silente prenda provvedimenti questa volta >

< Non credo si tratti di questo. Anche se sarebbe un sollievo scoprire che si tratta solo di una sciocchezza, era troppo preoccupato. Sì, sono sicura, deve essere successo qualcosa >

Ecco svelato il mistero del chiasso in corridoio, Piton e la McGranitt. Di cosa staranno discutendo così animatamente? Il preside, Grifondoro, Minerva sembra particolarmente preoccupata. Grifondoro? E se fosse successo qualcosa di grave? Piton si sbaglia, Percy non avrebbe chiamato Silente, non avrebbe allertato la scuola intera per niente, non per una semplice punizione, ma allora? E se Harry…se Harry? Devo accertarmene di persona, voglio vedere se sta bene.

< Che cosa sta succedendo? >

Sembra che entrambi abbiano appena visto un fantasma, Minerva ha i nervi a fior di pelle, si è aggrappata a Severus quando mi ha visto, anche il professore di pozioni ha un’aria strana, sembra quasi stupito di vedermi, ma la mia presenza non è poi così estranea, sono appena passati davanti al mio ufficio.

< E’ successo qualcosa alla sala comune dei Grifondoro, ma non so nulla di più, io e Severus stavamo andando a controllare che fosse tutto a posto >

< Verrò con voi allora >

 

Perché ho questa sensazione? Perché ho questo bruttissimo presentimento? Perché non sono tutti dentro la sala comune? Sono tutti ammassati sul pianerottolo. Dov’è Harry? E il preside? Eccolo là davanti al quadro che…Oh santo cielo!

< Dobbiamo trovarla. Professoressa McGranitt, la prego di andare da Mastro Gazza e di dirgli di cercare la Signora Grassa in tutti i quadri del castello >

Chi diavolo ha fatto quello scempio? Hanno completamente distrutto la tela, non ne è rimasto quasi nulla, non mi stupisce che la Signora Grassa sia fuggita. Non possono aver aggredito questo quadro casualmente, non così violentemente. Chiunque sia stato doveva sapere che questo quadro è la porta d’accesso alla sala comune…questo restringe notevolmente in campo di ricerca e…

< Buona fortuna! >

Piccolo, maledetto, ottuso poltergeist, avremmo dovuto prevedere che c’eri di mezzo tu. E se fosse stato lui? no, non è possibile, non si accanirebbe mai così tanto contro qualcosa, non darebbe mai a Gazza o a chiunque altro la soddisfazione di vederlo buttato fuori a calci da questo castello. Può essere stata una sola persona, temo che…

< Che cosa vuoi dire Pix? >

< Si vergogna, signor Capo, signore. Non vuole farsi vedere. È un vero disastro. L’ ho vista correre dentro il paesaggio del quarto piano, signore, e nascondersi dietro gli alberi. Urlava qualcosa di terribile. Poverina >

< Ha detto chi è stato? >

< Oh, sì, Capodirettore, signore. Sa, si è arrabbiato moltissimo quando lei non l’ ha lasciato

entrare >

Fa che non sia lui, ti prego, non può, non deve essere lui…

< Che caratteraccio quel Sirius Black >

< Cominciate a perlustrare il castello, io e Minerva portiamo questi ragazzi in sala grande >

Dovevo capirlo fin dall’inizio, è riuscito di nuovo a fregare quei dissennatori, ci è riuscito ancora! Ci è andato vicino, ci è andato così vicino! Sapeva che non c’era nessuno nei corridoi, lo sapeva benissimo; nessuno a parte Mrs. Purr. Figurarsi se lei ha notato qualcosa, per una volta, una sola volta che quella vecchia gatta poteva rendersi utile…Al diavolo la gatta, sono io l’idiota, un completo idiota, un perfetto imbecille. Me l’ ha fatta sotto il naso come se niente fosse! Avrei dovuto vigilare, avrei dovuto sorvegliare; non doveva arrivare così vicino ad Harry, non doveva assolutamente. Purtroppo con tutti questi “ avrei dovuto” non andrò lontano, devo darmi una svegliata, devo muovermi e andarlo a cercare. Ma ormai temo che sia tutto inutile, non sarà rimasto qui, sarà fuggito, sarà lontano da questo castello ora. Se non fosse comparso in questo periodo a dir poco inopportuno, la luna piena è vicina e io ho le mani legate…

< Tu ne sai niente di questa faccenda Remus? >

Piton è ancora qui? Non doveva perlustrare la scuola? Mi sta spiando, sospetta ancora di me; ecco perché aveva quell’aria stupita quando sono apparso nel corridoio, non si aspettava di vedermi lì. Mi seguirà fino a che non avrà scoperto ciò che vuole, che gli interessa, ma con lui alle calcagna non potrò andare davvero alla ricerca di Black.

< No, stavo solo pensando..mi chiedevo come può essere entrato >

In realtà so bene com’è entrato, o almeno ne ho un’idea abbastanza precisa, ma lui avrà mai scoperto nulla sui tre Animagi illegali?

< Già, ha del miracoloso non trovi? Considerando che qui non ci si può materializzare…>

< …E che i dissennatori sono a tutte le porte >

Non lo sa, non lo ha ancora scoperto, ma se comincerà a ficcanasare gli ci vorrà davvero poco per intuire.

< Dividiamoci i compiti, io andrò alla Guferia, tu alla torre di Astronomia, ma non emozionarti, se ti metterai in contatto con Black, io lo saprò >

E’ bello sapere che ho voce in capitolo..

< Bene >

Cosa significa quel “ io lo saprò”? Cosa vuol dire? Niente, suppongo che non significhi proprio nulla, una delle sue solite minacce vuote e senza significato. Anche se lo desidererebbe,non può venire a sapere cosa io combini. Spera che io faccia qualcosa di stupido e mi scopra da solo, ma, contrariamente a quanto lui crede, sono estraneo ai fatti quanto lui.

 

La torre di Astronomia, il posto più isolato e scomodo del mondo, quasi irraggiungibile; Piton si è scelto un posto ben più accogliente, la Guferia si ispeziona in un attimo, sarà già corso giù dal preside a lamentarsi di me. Però qui c’è una buona, anzi ottima visuale del cielo e del parco. Sirius, no anzi Black, potrebbe essersi addentrato nella Foresta Proibita, raggiungerlo sarebbe praticamente impossibile, lì può sentirsi al sicuro e al riparo pur mantenendosi vicino a Hogwarts, sì, deve essere lì. È inutile, sarà già lontano ormai, in un nascondiglio ben protetto da sguardi indiscreti. Ma tornerà, tenterà ancora, lui vuole entrare a tutti i costi, e a conti fatti lui non ha niente da perdere. Se lo prendono prima che compia la sua vendetta verrà sacrificato ai dissennatori, e anche se riuscirà a portare al successo la sua missione, senza l’ausilio dell’Oscuro Signore, subirà la stessa sorte. Per sapere quando entrare vorrà di nuovo perlustrare la zona prima di agire, non rischierà un altro fallimento, anche perché se proverà ancora verrà preso sicuramente. Potrebbe approfittare di un altro giorno di festa, più vuoto è questo posto, meglio lui potrà infiltrarsi.

Si ricordava che a Halloween…aspetta un momento, forse non era un caso, lui ha scelto questo giorno. L’anniversario della caduta di Voldemort, il giorno in cui li ha traditi e uccisi! Voleva che Harry morisse oggi come la sua famiglia dodici anni fa. Avevo completamente dimenticato che Lily e James…

Che razza di amico sono, un traditore anche io, ho dimenticato i miei amici..beh in realtà, li ho voluti dimenticare, ho preferito non pensarci, o meglio, farlo il meno possibile. Sono diventato anche spergiuro, avevo giurato di non farlo mai, mi ero ripromesso di non trascurare la loro memoria, di tornare a trovarli ogni anno, non l’ ho mai fatto. So che loro non avrebbero potuto apprezzare il mio gesto, ma non è questo il punto; io li ho abbandonati, sono un vigliacco traditore che non ha avuto nemmeno il coraggio di andare a piangere sulle loro tombe, mentre il loro assassino è libero, senza che io faccia nulla, lasciando Harry in pericolo. Forse Severus ha ragione sul mio conto.

Cos’è questo rumore?

< Trovato niente nella torre? >

Per poco non mi prende un colpo, stavolta anche io ho visto un fantasma, ma per davvero.

< No, Sir Nicholas, come temevo qui non c’è nessuno >

< Bene, anzi male. Comunque riferirò >

< Come mai siete venuto fin qui? >

< Ordini del preside. Comunicazioni via fantasma, per sicurezza >

Sir Nicholas se ne va come era arrivato.

Ancora quel rumore?

Allora non era il fantasma…

Viene da fuori, che sia un Dissennatore? No, loro non camminano, scivolano, mentre io sento dei passi, sento dei passi felpati. Con questo buio però, non si vede praticamente nulla.

È Black! È lui sottoforma di cane. È ancora qui? Si farà prendere se non se ne va, è completamente idiota? Cosa me ne importa se lo prenderanno, è quello che devono fare, prenderlo e distruggerlo. Si sta fermando, si volta indietro, allora sta aspettando qualcuno. Ha un complice? C’è qualcuno che spia Hogwarts per lui.

No, è solo un gatto, un enorme peloso gatto rosso, probabilmente appartiene a qualche studente. Se riesco a raggiungerlo, lo obbligherò a mostrarsi, voglio sentire cos’ ha da dire..

< Preside? Tutto il terzo piano è stato perquisito. Non è lì. E Gazza ha ispezionato le segrete: anche là sotto niente >

< E la torre di Astronomia? La stanza della professoressa Cooman? La Guferia? >

< Tutto controllato >

< Molto bene, Severus. Non che mi aspettassi di trovarlo. >

< Ha idea di come possa essere entrato, preside? >

< Parecchie, Severus, una meno probabile dell’altra >

Conversazioni piuttosto attive in Sala Grande. Se solo sapessero come è entrato. Ma non posso, non posso dirglielo, non posso distruggere la sua fiducia nei miei riguardi, non posso. In fondo potrebbe scoprirlo lui stesso, o qualche altro insegnante senza il mio intervento. Ma se non lo hanno scoperto allora…devo solo trovare il modo di uscire ora..

< Devo scendere dai Dissennatori. Ho detto che li avrei informati alla fine dell’ispezione >

I dissennatori sono a corto di prede, presto potrebbero farsi più prepotenti, ma non troveranno ugualmente Black fin che rimarrà sotto forma di Animagus, nemmeno Silente temo. Non vorrei che quei mostri decidessero di avvicinarsi agli studenti…

Se Silente esce però io dovrò rimanermene rintanato con le mani in mano, o darò a Piton un altro tassello per il suo puzzle, e sarà davvero pericoloso. Dannazione, Black è riuscito a mettermi in gabbia come se, tra i due, io fossi il ricercato e lui l’uomo libero.

 

  
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