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Autore: ghostmaker    28/08/2019    2 recensioni
La leggenda narra di un uomo che portò la pace tra gli esseri viventi. Egli riuscì a instaurare un governo democratico nel quale ogni Re manteneva la propria predominanza nel suo regno, ma che con gli altri quattro formava un consiglio ristretto dal quale veniva nominato l'Imperatore dei Cinque Regni, un uomo o una donna la cui saggezza fosse riconosciuta da tutti. I secoli si susseguirono nella pace, ma l'Era dei Diamanti stava per concludersi.
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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5° capitolo: Tutte le carte sul tavolo





– Ora Zero (seconda parte) –



Mare del Nord, lungo le coste.
Il colpo di cannone sparato da uno dei galeoni di Metel ha dato inizio alla guerra contro Tan. Tutte le navi hanno iniziato a muoversi verso la flotta avversaria scagliando colpi a ripetizione. Gli alberi delle vele sono spezzati e crollano sulle teste dei marinai, gli scafi si frantumano e i frammenti di legno pregiato diventano dei proiettili impazziti che trafiggono i corpi di ogni soldato, anche quelli che erano lontani dal punto in cui la palla di ferro ha penetrato l’imbarcazione. Le urla di dolore per le gravi ferite riecheggiano per tutto il mare, persone che hanno perso entrambe le gambe senza neanche essersi accorte di cosa succedeva, mani mozzate di netto o altri schiacciati dalle sartie delle vele, ma nessuno può fermarsi a soccorrerli, quelli che si sono salvati devono continuare a battersi senza sosta. Alcune navi hanno iniziato a colpire per prepararsi la via all’abbordaggio: l’ammiraglio di Metel ha scelto il cannoneggiamento incrociato sfruttando la grandezza della propria flotta, ben cinque volte maggiore di quella avversaria, l’ammiraglio di Tan sfrutta le colubrine centrali che con ogni colpo andato a segno trapassano le navi da poppa a prua, così da permettere alle sue imbarcazioni di mettersi alle spalle del nemico prima che possano essere circondate.
Nelle retrovie si sono posizionati i due vascelli di comando, fino a questo momento al di fuori della battaglia. L’ammiraglio di Metel osserva con il cannocchiale l’evoluzione di questo primo scontro e appare piuttosto nervoso.
«Sipestro ha in mente qualcosa, non stanno tentando di riparare verso Otoke, ma ha accettato la battaglia nonostante l’inferiorità numerica» dice Lyngesydd alla Saggia Ohlaka che gli è accanto.
«Re Titan ha detto che sull’isola si sarebbe diretta la flotta di Dwr. Un ripiegamento non risolverebbe la loro situazione.»
«Sì, anche a me ne ha parlato. Eppure c’è qualcosa di strano nelle scelte di Sipestro. Un uomo del suo calibro e con la sua grande esperienza marinara avrebbe già dovuto capire che non può vincere questa battaglia. Considerando la situazione avrebbe dovuto ritirarsi per salvare i suoi uomini da morte certa.»

Anche sul vascello principale di Tan la tensione è molto alta, ma l’ammiraglio mantiene una calma quasi surreale. Sipestro, sceso nel suo alloggio, ha finito di scrivere, si volta verso il letto, accanto a un appendiabiti c’è una gabbietta con all’interno un corvo.
«Amico mio, ti affido l’ultima missione. Sai dove devi andare vero?» dice l’uomo all’uccello in gabbia.
«Sì» risponde in modo fiero il pennuto.
«Mi raccomando, quando avrai consegnato il messaggio non dirgli…»
«Impiccati al pennone… impiccati al pennone!»
«Appunto» dice sorridendo Sipestro.
L’ammiraglio estrae dalla gabbia il corvo, gli lega alla zampa il cartoccio che contiene il messaggio, gli accarezza il capo e lo lancia fuori dalla grande finestra.

Mare dell’Est, lungo le coste.
Le ciurme delle due navi di Metel partite da Port Coral osservano le coste del loro paese, eppure si sentono sole come se fossero distanti dalle loro case molte miglia. Ogni singolo marinaio si aspettava un incontro, magari una scaramuccia, giusto qualcosa per tenersi in allenamento, invece l’unica cosa che vedono vicino a loro è la nave dei loro compagni. Su uno dei due galeoni un marinaio interpella il comandante che sta seduto su un barile intento a leggere il manuale della marina mercantile di Dwr. «Generale Ceilog, per quanto dovremmo rimanere qui?»
«Giovanotto, il tempo non è importante.»
«Ma la ciurma è spazientita. Alla partenza erano intimoriti sapendo che saremmo giunti qua con sole due navi, adesso non vedono l’ora che succeda qualcosa. Temo che si possa creare qualche disordine sulle navi. Loro si pongono domande, ma non abbiamo risposte.»
Il generale si volta di scatto e squadra il marinaio con lo sguardo di un animale feroce pronto ad avventarsi sulla sua preda. «Giri intorno al discorso ma in pratica parli per tutti. Sei forse il loro portavoce?»
Il marinaio scuote velocemente il capo in segno di negazione.
«Allora farai il mio portavoce?»
Il marinaio scuote velocemente il capo in segno di assenso.
«Orbene, avvisa i tuoi compagni che rimarremo qui fino a quando lo deciderò io. Se qualcuno vuole tornare a casa, può benissimo buttarsi in mare e farla a nuoto fino a riva.»
Il marinaio compie il gesto di muoversi, ma Ceilog continua. «Sempre che…»
«Sempre che?» ripete il marinaio balbettando.
«Sempre che riesca a muovere le gambe con attaccate due palle di cannone su ciascuna!» urla Ceilog in modo che sentano tutti gli uomini in coperta.

Le navi di Tera, guidate dal capitano Vaandrig, che stavano costeggiando la costa del loro regno, sono alle prese con una manovra pericolosa. In quella zona costiera ci sono due grandi isolotti dalla forma a punta, uno molto vicino all’altro; passando attraverso al piccolo spazio che lasciano libero, si raggiunge una baia nascosta da questi strani picchi di roccia. In quel posto, spesso, si nascondono i contrabbandieri per scambiarsi le merci rubate per poi introdurle illegalmente nel regno e la Regia Marina di Tera interviene utilizzando solo piccole imbarcazioni o addirittura delle semplici lance con a bordo pochi rematori e tanti soldati. Questa volta, per esigenze sconosciute ai marinai semplici, devono oltrepassare quel punto delicato sessanta navi. Vaandrig urla ordini in sequenza respirare, il vascello di comando oltrepassa i due isolotti e ora, vista la grandezza della nave, ci vuole una mossa da maestro per evitare un disastro.
«Banda a babordo e arate! Se l’ancora non tiene e finiamo lungo la spiaggia giuro che vi metto a spingere a mano la nave fino a riportarla in acqua!»
La manovra ha successo, il beccheggio è simile a quello di una nave sballottata dalle onde scatenate da una tempesta, ma il vascello si arresta nella posizione voluta.
«Siete fantastici, non avevo dubbio» urla Vaandrig mentre si asciuga il sudore che gli cola per la paura che l’ha attanagliato durante tutta la sequenza dei suoi stessi ordini.

Mare del Sud
La strategia è chiara fin da subito. La flotta di Tera, guidata dal generale Geit, attraversa la zona marittima di confine e inizia a bombardare le navi di Apen, guidate dal generale Miral. Proprio sul vascello di comando il generale non si capacita per quest’aggressione diretta.
«Sono completamente folli. Il numero è pressoché simile, ma la loro marineria non è in grado di sconfiggerci.»
L’ufficiale Ijo ascolta attentamente ed esprime un parere. «Signore, e se fosse soltanto un diversivo per poi dirigersi verso la costa?»
«Anche in questo caso sarebbe follia pura. Al confine lungo la costa non c’è nessuno e sappiamo dalle ricognizioni che il loro esercito si è ammassato verso le zone interne. No, hanno lanciato un attacco deliberatamente da incoscienti. Sembra che siano più interessati a tenerci fermi qui piuttosto che a vincere questa battaglia. Ijo, segnalate alle navi del capitano Menara che devono dare una dimostrazione di forza con i mezzi leggeri, vediamo come rispondono al contrattacco.»

Sulla nave principale di Tera il generale Geit è indaffarato a fornire informazioni alle navi che dalle retrovie muovono verso il fronte. L’obiettivo principale è quello di attaccare in massa il vascello di comando di Apen.

Mare dell’Ovest
Le coste sono visibili dalle navi che si sono fermate improvvisamente nel Mare del Nord. Una lancia partita dal vascello di Tan raggiunge quello di Apen. Il generale Brigada, seguito da tre marinai, sale a bordo e si presenta al cospetto del principe Oak.
«Mio signore, è un piacere rivederla anche se in questa situazione angusta.»
«Generale ben ritrovata. Devo ammettere che avete messo in allarme i nostri equipaggi; non ci aspettavamo di vedere così tante navi di Tan al nostro incontro» dice perplesso il principe.
«Lo Stato Maggiore ha ipotizzato che la marina di Dwr poteva giocare una carta a sorpresa spostando delle navi verso Apen prima dell’inizio del conflitto» risponde Brigada con convinzione.
«Bene, sono contento che la situazione sia quella preventivata da mio padre e dal vostro re.»
«Posso chiedervi quali sono le condizioni d’ingaggio?»
Nella discussione entra il generale Prau con tono brusco. «Re Wit non può appoggiare la vostra invasione!»
«Si calmi Prau, siamo fra amici» interviene Oak calmando l’ufficiale. «Mio padre non ha cambiato i piani. Qualora ricevessi nuove disposizioni, sarete avvisati immediatamente.»
«Grazie mio Signore» risponde Brigada inchinandosi. Torno a bordo del mio vascello e ordinerò la partenza immediata» conclude il generale prima di tornare verso la lancia.
Rimasti soli Oak e Prau discutono su ciò che ha detto l’ufficiale di Tan.
«Quella donna ha nascosto di sicuro qualcosa. Anche noi sapevamo da qualche tempo che Dwr non avrebbe disposto navi oltre a quelle che vanno all’isola» dice il generale sempre più imbronciato.
«È vero, mi sono accorto, però con noi hanno mantenuto il patto quindi presumo che non abbia parlato del motivo per cui sono così in tanti a quest’appuntamento» risponde il principe mentre ritorna sotto coperta.

Confine Nord
La scialuppa partita dalle navi di Metel prima che iniziasse la battaglia nel Mare del Nord, ha raggiunto la costa di Tan. I tre figuri incappucciati, tirata a riva la barca, iniziano a camminare dalla spiaggia verso l’interno, ma all’improvviso uno di loro, una donna, ferma gli altri due.
«Mettetevi giù, nascondetevi, presto. Siamo andati via da una possibile battaglia navale per ritrovarci proprio nel mezzo di una possibile battaglia di terra.»
I tre si rifugiano in una specie di grotta evitando di incrociare l’esercito di Tan guidato da Torcon.

L’esercito di Metel ha raggiunto la linea del confine e si attesta in attesa degli ordini, ma prima che il loro comandante possa dire qualcosa dei forti boati fanno volgere i loro sguardi verso il mare. Nella carrozza il generale Ciffredynol solleva leggermente la tendina e osserva anche lui cosa sta succedendo lungo la costa marittima.
«Capall, ma quali ordini ha ricevuto Lyngesydd?» ma mentre sta chiedendo informazioni una freccia trapassa il tettuccio della carrozza.
Dall’altra parte del confine Torcon ha iniziato le manovre d’assalto. Il fragore di cannoni e le navi che s’incendiano nel mare sono abbastanza, per lui, per avere la conferma che Tan e Metel si stanno combattendo.
«Linea di arcieri continuate a scoccare, legionari in ordine e pronti all’assalto. Diamo a quei bifolchi ciò che sono venuti a cercare!»
L’attacco è tanto a sorpresa che le prime linee di Metel sono abbattute soltanto da colpi di freccia. Capall, smontato dalla carrozza, cerca di riordinare le fila, ma i soldati sono così sparpagliati che il capitano non riesce neppure a comunicare che gli attendenti di campo. Le legioni di Tan si scagliano contro le forze di Metel con ferocia, armati di spade lunghe e asce talmente grosse che con un colpo perfetto possono affettare due nemici in un colpo solo.
Torcon sfrutta il vantaggio. «Ordini per la cavalleria. Aggredire il fianco destro. Andiamo!»
I bellissimi cavalli bianchi, nati e allevati soltanto a Tan, sfrecciano al galoppo attraverso le fila mal organizzate nemiche, i loro cavalieri, con precisione, roteano le spade ricurve contro i malcapitati e ogni sferzata stacca teste o mozza mani. In pochi minuti l’esercito di Metel, che era più numeroso, perde il vantaggio. Finalmente Ciffredynol assume il comando e i suoi soldati iniziano a dare una parvenza di resistenza. Settori dell’esercito di posizionato puntando lunghe lance protetti da una selva di scudi e i cavalieri di Tan devono arretrare per non finire disarcionati, mentre altri soldati utilizzano un’arma da poco inventata chiamata pistola. Dopo l’inizio furioso Torcon deve riorganizzarsi.

La confusione della lotta permette ai tre uomini incappucciati di impossessarsi di alcuni cavalli fuggiti dal campo di battaglia e al galoppo partono in direzione Tan. Uno dei tre, un uomo, esclama: «Siamo fortunati Meirge. Arriveremo a destinazione prima del previsto senza intoppi.»
La donna lo colpisce sulla testa con la parte piatta della sua spada. «Taci Copar. Siamo fortunati, non c’è nessuno, avevi detto prima di raggiungere la riva.»

Confine Est
Re Titan all’improvviso scuote le redini e il suo cavallo spinge il carro da guerra a tutta velocità mentre i suoi uomini, rimasti sorpresi da questo gesto, lo guardano mentre vola come il vento verso il confine. Dall’altra parte il capitano Paard si accorge che qualcuno sta correndo verso di lui, impugna immediatamente una di quelle cose che hanno chiamato “pistola” e la punta verso la sagoma di quel carro che si fa sempre più grande mentre si avvicina. All’improvviso il carro si ferma a due metri da Paard e il capitano abbassa la sua arma appena vede chi c’è alla guida di quel mezzo militare.
Titan scende dal carro e lentamente cammina verso il capitano poi si ferma di nuovo e lo guarda sorridendo.
«Maestà, non pensavo che ci fosse lei da queste parti» dice Paard ricambiando il sorriso ma Titan non risponde, si abbassa e raccoglie da terra un sasso.
Il capitano non fa in tempo a chiedere altro, il re lancia quel sasso e con precisione assoluta lo fa cadere davanti ai piedi di Paard.
«Capitano, giusto?»
«Sì Maestà, capitano Paard dell’Esercito Regio di Tera.»
«Mi può fare il favore di rilanciarmi indietro quel sasso? Le chiedo cautela ovviamente» dice il re sorridendo nuovamente.
Paard è titubante, non capisce cosa voglia ottenere Titan, e per non sfigurare davanti a lui prende il sasso e lo lancia con altrettanta precisione davanti alle calighe del re.
Titan, sogghignando, raccoglie il sasso e lo guarda mentre Paard chiede: «Maestà, se mi è permesso, posso chiederle che cosa stiamo facendo?»
Titan diventa immediatamente serio. «Paard, il sasso che ho in mano è l’unico suddito di Metel che oggi attraverserà il confine tra i nostri due paesi.»
Il re risale sul carro, ride, frusta le redini e mentre riparte urla: «La ringrazio per non averlo arrestato.»

Confine Sud, vicino alla foresta proibita
I due eserciti sono a una distanza relativa l’uno dall’altro. Nelle retrovie i comandanti, Macan di Apen e Buffel di Tera, sono sui loro cavalli e osservano la grande pianura desolatamente arida che fa da contraltare alla grande foresta rigogliosa che hanno al loro fianco, tanto bella da vedere quanto pericolosa da affrontare. Proprio la foresta proibita è un argomento del quale sta parlando un ufficiale con il generale Buffel.
«Signore, posso chiederle per quale motivo la regina ha scelto questo luogo per la battaglia di confine? Non era meglio stare all’interno del paese piuttosto che mettersi un altro pericolo nel fianco?»
«La tua osservazione è corretta, questo luogo è il peggiore che si poteva scegliere, ma la regina ha come obiettivo la conquista di tutte le terre che circondano la foresta. Hai visto con i tuoi occhi il mio paese natale; l’agricoltura è florida ed è possibile che benefici della vicinanza con questo luogo.»
«Però, da quello che sappiamo, ad Apen non ci sono che pochi villaggi vicini a questo luogo e nessuno ha il terreno fertile.»
«Vero, potrebbe essere una scelta azzardata, ma devi inserirla in un progetto di vasta scala. Conquistare queste zone vuol dire estromettere Apen dal mare e una nostra vittoria schiacciante potrebbe addirittura far cadere il regno con l’esilio degli attuali regnanti sull’isola di Raumati. La nostra regina considera quel luogo sacro come re Wit e glielo lascerebbe di certo.»

Se al nord la tecnologia militare sta iniziando a prendere il sopravvento, al sud la battaglia si prospetta come un grande scontro frontale con due eserciti muniti di spade, scudi e lance. Sul leggero crinale nella regione di Apen il generale Macan ha completato di impartire gli ordini e il suono di corni e di tamburi da inizio allo scontro.

Le prime linee dei due eserciti si scontrano prendendo la rincorsa, gli scudi attutiscono l’impatto tenendo le due formazioni attaccate, le spade corte s’infilano tra i piccoli angoli lasciati liberi dalla protezione degli scudi e colpiscono senza pietà i corpi del soldato nemico. I soldati più temerari scavalcano le file facendosi lanciare di là della linea utilizzando i compagni come trampolini e sferrano colpi d’ascia furiosi fino a quando non sono abbattuti dalle lunghe lance della seconda fila. Il capitano Jaran di Apen è uomo di lotta e sta al fianco dei suoi uomini di prima fila sferrando colpi precisi con la sua spada ricurva, tanto potenti da spezzare in due qualsiasi scudo protegga il soldato che cerca di sopravvivere alla sua furia. Passano i minuti e la battaglia s’inasprisce perché i soldati affrontano il nemico a viso aperto, anche senza l’ausilio dello scudo; duelli con la spada, sfide a chi riesce a sferrare colpi d’ascia più potenti, soldati sporchi completamente del sangue del nemico che urlano forsennati cercando di impaurirlo prima della lotta. I cavalieri sono pochi in questi due eserciti ed entrambi i comandanti li hanno mandati poco lontano dallo scontro tra appiedati. Tra questa elite la sfida è totalmente di spada, chi ha in dotazione una pistola spara il suo unico colpo e la getta contro un altro avversario cercando si farlo svenire; i cavalli nitriscono e sbuffano, assecondano le briglie che li dirigono da qualche parte e incrociano il loro sguardo con i propri simili, forse chiedendosi per quale motivo sono lì invece che al pascolo.

I minuti si susseguono incessanti, così come gli scontri sanguinosi, mentre qualcosa nella foresta sta cambiando, ma nessuno ha il tempo di accorgersene.

Confine Ovest
Il confine tra i due regni, due uomini, uno davanti all’altro distanziati da due soli passi. Se avessero in mano una spada e decidessero di allungare il braccio in avanti si colpirebbero mortalmente. Si guardano, i loro volti sono tesi ma non sembra ci sia astio. Dalla zona del campanile una carrozza raggiunge l’uomo che sta sul suolo di Apen. Lo sportello della carrozza si apre e scende una donna mentre l’uomo che sta sul suolo di Tan s’inchina.
«Milady, sono il capitano Serpe. È un onore rivederla nel nostro paese prima del vostro matrimonio.»
«Grazie per questa accoglienza capitano. Ora, mi è stato detto, lei dovrebbe rapirmi. Potrei chiederle di fare anche il furto della mia carrozza? Mio padre non ci pensa a queste piccole attenzioni» risponde la principessa Willa mostrando il suo splendido sorriso.
L’uomo sul suolo di Apen, il generale Terwelu, si volta di spalle. «Capitano, le chiedo anche io una cortesia. Protegga la nostra Signora ad ogni costo.»
«Tan è la seconda casa della principessa, ed io suo umile servitore.»

Regno di Dwr, ponti doganali.
Le battaglie possono avvenire in qualsiasi luogo, tutti ne sono consapevoli, ma sicuramente i due luoghi più a rischio di conflitto sono i ponti doganali perché forniscono l’accesso immediato al regno di Dwr. Il piano strategico di Cristalya è semplicissimo: schierare una truppa al ponte Nord/Ovest comandata dal capitano Ohama, l’altra al ponte Sud/Est comandata dal generale Fharsa, ma il grosso problema per queste due forze di difesa consiste nel numero esiguo di uomini a disposizione perché la maggior parte dell’esercito è stata dislocata per le due battaglia più importanti, almeno secondo la strategia di Cristalya. Per precauzione le barriere sono alzate così chiunque voglia entrare nell’isola dovrà tentare di superarle scavalcandole, trovandosi poi di fronte i cannoni difensivi. E che fossero i ponti un luogo strategicamente importante lo conferma la presenza, seppur ancora nascosta, di due eserciti dall’altra parte opposta di Dwr, ma con strategie completamente diverse.

A Nord/Ovest l’esercito di Tan è posizionato non molto lontano dal ponte doganale, ma rimane completamente nascosto e nessun soldato accenna a muoversi.
«Quali sono gli ordini Cevalo?» chiede ansioso Fajro.
«Stare qui, attendere il primo segnale senza farsi vedere e il secondo senza farsi vedere. Al terzo decidere che cosa fare secondo cosa sta succedendo.»
«E quali sarebbero questi segnali? Chi li farà? Quanto dobbiamo aspettare tra…»
Il capitano interrompe il principe. «Meno male che hai promesso di non fiatare, immagino cosa sarebbe successo se il re ti avesse lasciato scorrazzare sulla nostra parte di ponte.»
Il saggio Saga ride mentre Fajro mette il broncio come un bambino.

A Sud/Est anche la regina Wasa e il suo esercito sono nascosti, ma in attesa di un singolo segnale che darà il via alla conquista del ponte. Le precauzioni adottate dal generale Draak gli hanno permesso di raggiungere la parte opposta del ponte munito anche di armi pesanti.



– Strategie –



Mare del Nord, Isola Otoke
La flotta di Oceanya ha attraccato sull’isola Otoke. La principessa e il suo seguito, spada sguainata in mano, entrano nel palazzo imperiale in cerca di qualche soldato nemico nascosto nelle varie camere. Nessuno così come non c’erano navi straniere attraccate ai vari porti dell’isola.
«Ci hanno giocati!» esclama furibonda Oceanya. «L’isola era un falso bersaglio e noi siamo caduti dritti in questa trappola!»
«Comandante, forse hanno deciso di conquistare prima il mare e poi l’isola» dice un soldato senza essere interpellato.
Oceanya si volta verso la truppa e il suo sguardo è abbastanza truce da far abbassare la testa a tutti.
«Donna, tu che hai parlato, come ti chiami?»
La ragazza fa un passo avanti e s’inginocchia. «Soldato semplice Eas. Le chiedo scusa se ho detto qualc….»
«Alzati, non devi scusarti. Hai detto una cosa possibile alla quale io, presa dall’ira, non ho pensato.»
«Grazie comandante» risponde timidamente Eas.
«Eas, ho per te degli ordini. Prendi dei soldati del tuo battaglione e controllate da cima a fondo ogni angolo dei porti di Otoke. Se qualcosa di sospetto si dovesse muovere, prima lo uccidete e poi vieni a riferire. Attenderò il tuo rapporto caporale Eas.»
Alla ragazza s’illuminano gli occhi, rimane impietrita perché si sta domandando se ha sentito bene ciò che ha detto il comandante.
Oceanya la scuote. «Caporale, sei ancora qui?»
«No signora» risponde Eas correndo fuori dal salone dove solo tre mesi prima c’era stata la grande Festa dell’Imperatore Alua CCXV del suo nome.
«Voi altri tornate alle navi, voglio che siano armate e se ha inizio l’invasione di Otoke, aprite il fuoco senza aspettare il mio ritorno» dice la principessa al resto del gruppo che l’aveva seguita nel palazzo.
Oceanya, rimasta sola, decide di raggiungere il terzo piano dove aveva soggiornato durante la festa. La camera è in ordine così come l’aveva trovata tre mesi prima, apre il grande finestrone e osserva il mare davanti a lei. «La ragazza è stata pronta a trovare una soluzione possibile, ma il mio istinto mi dice che chi sta guidando quelle navi mancanti le sta portando da un’altra parte.»

Stesso mare, ma a ovest di Otoke, su una nave di Tan il capitano Goj starnutisce fragorosamente facendo girare molti marinai del suo equipaggio. «Ragazzi, sono sicuro che da qualche parte ci sia una bella donna che mi sta nominando.»

Mare dell’Est, isola Puna
Strategie vincenti o ipotesi sbagliate? Sono entrambe giuste le definizioni perché anche altri marinai si accorgono che sono riusciti a ingannare l’avversario o sono finiti per essere ingannati. Nel Mare dell’Est la marina di Dwr, comandata dall’ammiraglio Haranche, sbarca sull’isola di Puna trovandola deserta come accaduto a Oceanya per Otoke, mentre la flotta di Tera, guidata dall’ammiraglio Raal, si sta dirigendo verso sud.

Mare del Sud, isola Raumati
Sull’isola imperiale di Raumati invece si sta consumato un accordo non scritto tra due regni amici. Re Wit di Apen è sbarcato con tutto il suo esercito al seguito e si compiace che l’amico Explodon, Re di Tan, abbia rispettato il patto.
«Avevi ragione Wicaksana» dice Wit alla Saggia. «Explodon ha mantenuto la sua parola di non posizionare navi in questo mare e neppure Tera ha tentato di venire qui. Devo dare atto a Wasa di avere rispettato l’isola sacra del Leggendario.»
«Sul secondo punto ho qualche dubbio» dice il comandante Panglito intromettendosi nel discorso. «Sono sicuro che abbiano mandato qualcuno ma si saranno dovuti bloccare per l’intervento di Miral.»
Anche Panglito ha sbagliato previsione. L’ammiraglio Miral sta combattendo contro le navi di Tera guidate dal generale Geit, ma un distaccamento di navi si è diretto verso est guidato dal capitano Majin.

Mare dell’Est, lungo le coste.
Sulla nave di Metel comandata da Ceilog, è arrivato un piccione messaggero. Il generale srotola il foglietto e legge il contenuto ad alta voce. «Ti confermo che la situazione rispecchia le mie aspettative. Raggiungi il punto a nord segnalato sulla mappa con quella bella croce rossa, Titan, Re di Metel.» Ceilog guarda i marinai, sospira mettendosi le mani sulla folta barba, e urla: «Cosa diavolo state facendo lì impalati? Pensate che vi legga anche una favola? Datevi da fare scansafatiche, segnalate all’altra nave che si parte, spiegate le vele e procediamo verso nord! Mi chiedo se adesso siete contenti che dobbiate lavorare o rimpiangete la pacchia che avete fatto fino a ora!»
 
Nel frattempo, nella baia dei contrabbandieri, dalle navi del capitano Vaandrig hanno iniziato a scendere gruppi di soldati dell’esercito. Un ufficiale saluta il capitano e ordina la marcia a questo battaglione che s’incammina verso sud.

Mare dell’Ovest, Isola Ngahuru
Tante le strategie, molti gli uomini imbarcati sulle navi o in marcia sulla terra ferma, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che sull’isola di Ngahuru si sarebbero trovati di fronte proprio i due Re in guerra, uno di fronte all’altra. Sulla parte ovest le navi stanno scaricando le truppe di Tan guidate da Explodon mentre sulla parte est scendono a terra le truppe di Dwr guidate da Cristalya. Il Re di Tan, fino a questo momento, sembra avere adottato la tattica vincente avendo portato molti soldati su meno navi al confronto di Cristalya e l’alleato Nasc che hanno a disposizione più marinai. Entrambe le truppe si sono messe in marcia e hanno raggiunto la grande pianura che ospita il palazzo imperiale, luogo su cui si scontreranno i due eserciti in questa battaglia campale. Explodon è nelle prime linee seguito da duecentomila soldati mentre Cristalya rimane dietro all’alleanza che ha a disposizione centotrentamila soldati. Il suono del corno di guerra è il segnale! E lo scontro è fin dal primo istante cruento perché tra questi due popoli non c’è mai stato un buon rapporto fin dall’antichità. Explodon non è bravo con la spada come il figlio Torcon, ma sa usare una scure a doppia lama in modo impeccabile; colpisce l’avversario troncandogli di netto il braccio che impugna la propria arma, non si cura di eliminarlo, ma procede verso un altro, e un altro ancora, imperterrito, senza paura e senza rimorsi. Dall’altra parte Cristalya, protetta dai pretoriani, scortata dalle ancelle e custodita dagli ufficiali; lei sembra una semplice spettatrice del massacro che sta insanguinando la pianura, guardandola par di vedere una donna intenta a godersi una scampagnata. Eppure il suo sguardo è feroce e non molla un istante l’uomo che vuole abbattere per dimostrare che è lei la Regina di tutti i Re.
L’ufficiale Nasc di Metel, invece, è attivo, lui è un maestro di spada, colpisce gli avversari all’improvviso così come fanno le zanzare, saltella agilmente da un colpo sferrato a una parata impreziosita da un contrattacco letale.
I generali non stanno in disparte, sono attivi e intraprendenti. Turo, un generale della marina, è perennemente attaccato a Explodon, lo protegge dagli assalti laterali spazzando via il soldato avversario con la potenza della sua lunga spada, di là Tarley guida i soldati di Dwr con la sapiente strategia di un uomo d’arme che ha studiato all’accademia imperiale, anch’egli è un generale della marina ma sa toccar di spada meglio di altri soldati, la sua sciabola tronca teste ad ogni colpo, il collo più duro cede alla lama di quest’uomo imperturbabile.
I vivi calpestano i morti, non c’è onore in battaglia quando rischi la vita, devi continuare ad avanzare senza guardarti alle spalle; se volgi lo sguardo dietro di te, è perché stai cercando di trovare una via di fuga. E mentre i soldati continuano la lotta, anche le marinerie iniziano a darsi battaglia a cannonate. In tale frangente Dwr è di sicuro il regno con la marineria migliore di tutti; uomini che vivono su un’isola da sempre imparano a navigare da piccini e conoscono perfettamente ogni fondale angusto così da poterlo evitare invitando la flotta nemica ad avanzare verso quella trappola. Galeoni, brigantini, fregate, addirittura delle galee d’altri tempi sono sul mare e già in queste prime fasi dello scontro molte imbarcazioni finiscono a fondo sommerse dalle acque del Mare dell’Ovest.
Qualcuno prospettava una pace inverosimile e se ora fosse su questo campo di battaglia, rinuncerebbe anche solo al pensiero di trovare un accordo tra i due regni.

Mare del Nord, lungo le coste
La battaglia navale sta continuano e l’evolversi dello scontro assume delle pieghe inaspettate. Nonostante l’inferiorità numerica, la flotta di Tan sta mettendo in crisi le tattiche preparate da Lyngesydd, ammiraglio di Metel. Gli abbordaggi di Metel hanno successo, ma quando gli uomini salgono sulle imbarcazioni nemiche si trovano di fronte molti più soldati che marinai. Armati di asce e spade, gli uomini di Sipestro sbaragliano gli avversari e poi la nave di Tan abbatte quella avversaria facendola sprofondare in mare con il resto della ciurma che non aveva proseguito l’abbordaggio. La differenza di forze in campo si sta assottigliando sensibilmente e Sipestro sembra poter sovvertire le sorti della battaglia.

Mare del Sud, lungo le coste
Le mosse di Geit non hanno successo e il vascello di comando di Apen rimane ben protetto dal resto della flotta. La contromossa di Miral invece sortisce effetti. I brigantini stanno spazzando via, lentamente ma inesorabilmente, i galeoni più lenti della flotta di Tera. La parità delle forze in campo sta scemando e il gruppo d’imbarcazioni comandate dal capitano Menara si sta facendo largo nella parte centrale dello schieramento di Tera.

Mare dell’Ovest, direzione segreta.
Sulla nave comando di Tan, il generale Brigada osserva con il binocolo le navi di Apen che la stanno seguendo come da accordi tra i regnanti. Lei non ha detto tutto al principe Oak, ma è persuasa che neppure lui abbia detto ogni cosa. Se il principe si è spaventato vedendo il numero delle sue navi, Brigada è rimasta sorpresa di vederne così poche provenienti da Apen e ne parla con un ufficiale.
«Stiamo andando in un luogo dove è presumibile che stiano combattendo e ci dirigiamo là con ottanta navi. Il principe Oak è venuto con dieci lenti galeoni, da quel poco che ho visto, sono anche male equipaggiati, e loro hanno la marineria più organizzata dopo quella di Dwr. Secondo te arriveranno fino in fondo?»
L’ufficiale scuote la testa. «Lo credo anch’io. Personalmente non mi sento di incolpare a Re Wit se ha dispiegato la maggioranza delle sue navi nel Mare del Sud, quelli di Tera gli faranno sudare sette camice, però c’è qualcosa che continua a non convincermi.»

Intanto, sulla propria nave, Oak è nel suo alloggio e sta cercando qualcosa di molto importante dato che sembra spazientirsi nel non trovarla. All’interno di un baule, spostando dei vestiti, Oak esclama: «Eccole.» Il principe ha in mano due lettere sulle quali sono impressi dei sigilli sconosciuti.

Confine Nord
Entrambi gli eserciti son arretrati lasciando sul campo migliaia di morti mentre i feriti, quelli in grado di muoversi con le proprie gambe, rientrano ai loro campi lentamente. L’inizio improvviso di Torcon ha messo a segno un punto importante, ma la risposta di Ciffredynol ha rimesso in bilico le sorti della battaglia. Il principe di Tan però ha una contromossa da poter utilizzare e si dirige verso una tenda montata in fretta dove ad attenderlo c’è Ruga.
«Mio Signore, siamo pronti, però temo che anche loro siano in possesso di queste cose.» Il soldato apre una cassa, all’interno ci sono degli strani strumenti, Torcon ne prende in mano uno dicendo: «Secondo il capo dei contrabbandieri di Oazo questi sono dei prototipi realizzati soltanto da loro.»
«Lei si fida di questi cosi, tali… archibugi, giusto?»
«Esatto Ruga. I loro capi sarebbero finiti tutti in galera se non fossi sicuro di quest’arma. Anche noi possediamo qualche pistola, ma le fabbriche sono quasi tutte a Metel e di certo ne avranno una buona quantità.»
«La guerra è proprio cambiata dai secoli passati. Alla fine i mastri forgiatori ci faranno indossare qualche cosa di così pesante che per percorrere un chilometro ci vorranno tre giorni.»

Confine Est
Sia Titan e l’esercito di Metel sia Paard e l’esercito di Tera, sono accampati nelle vicinanze del confine dei due regni. Che cosa abbiano in mente e per quale motivo rimangono fermi in quella posizione è un mistero per tutti i soldati, ma nessuno parla perché trovarsi in quel luogo è stata una vera fortuna, sicuramente da altre parti si starà combattendo aspramente.

Confine Sud
Il suono dei corni ha riportato gli eserciti indietro di qualche chilometro. I comandanti sanno bene che i soldati impegnati in una battaglia di queste proporzioni non può proseguire per ore e utilizza il ripiegamento per farli rifiatare e per dare nuove indicazioni.
Il capitano Jaran, provato come i suoi uomini, esprime le sue perplessità con il generale Macan. «Signore, più si sta andando avanti e più sembra che non ci possa essere una soluzione che determini la vittoria. Le forze si equivalgono, la determinazione è pari per ogni uomo e nessuno ha la forza di prevalere.»
Nel campo avversario invece è l’ufficiale Zeug a parlare con Buffel, ma la discussione tra loro verte su un altro argomento perché lui è l’unico ad avere notato qualcosa di sospetto. «Generale, forse è la mia sensazione, ma i rami degli alberi della foresta proibita sembrano essersi avvicinati al campo di battaglia.»
Buffel sorride. «Probabilmente siamo noi che con l’infuriare degli scontri ci stiamo avvicinando troppo alla foresta», però poi smette di sorridere quando guarda gli occhi del suo ufficiale che esprimono forte disagio. Il generale prende un binocolo e prova a osservare la foresta, ma è immobile ai suoi occhi.

Confine Ovest
L’esercito di Apen è arretrato dalla linea di confine verso la zona del campanile, dove hanno iniziato a sistemare l’accampamento. Dall’altra parte l’esercito di Tan, con al seguito la principessa Willa, sono entrati nel paese. All’interno di una villa lussuosa il capitano Serpe e la principessa stanno bevendo del the.
«Milady, spero che il confort della vostra prigionia sia all’altezza» dice Serpe sorridendo.
«Sa capitano, quando mio padre ha avuto questa idea io ho cercato in tutti i modi di fargliela cambiare. In un momento come questo abbandonare il palazzo, e soprattutto mia madre, mi ha fatto pensare che fosse una follia. Mio padre mi ha dovuto spiegare per bene le motivazioni perché fino all’ultimo ero aggrappata alla maniglia della mia porta.»
«Il mio Re non ha voluto spiegare nel dettaglio il motivo di questa messa in scena, forse era l’accordo tra Re a farlo tacere» dice Serpe perplesso.
«È proprio come dite. Ora posso svelarle io l’arcano. È noto che la maggior parte degli alimenti di Apen provengono dai mercati di Dwr e questa guerra può mettere in ginocchio l’intero regno se ci dovessimo schierare apertamente con voi. Pensare che questa guerra è colpa mia.»
«Milady, non si crucci per questo, il principe Torcon è appoggiato totalmente dal padre e noi di Tan siamo onorati di difendere le nostre terre insieme al loro fianco» dice il capitano senza mostrare titubanza nelle sue parole.
«Lei è troppo gentile capitano» risponde Willa prima di ricominciare il suo discorso precedente. «Ebbene, mio padre non può schierare truppe in favore di Tan, ma nello stesso momento non può fornire aiuti a Dwr, seppur nostra alleata e si è impegnato a mantenere chiuso il ponte che congiunge il mio regno con quello di Cristalya. Però mio padre ha avuto un dubbio, insieme alla Wicaksana ha letto dei vecchi contratti commerciali di marineria e ha scoperto che se Dwr avesse chiesto il permesso di transito con delle navi avremmo dovuto alzare la barriera per permettere il passaggio anche se fossero state delle imbarcazioni militari. A quel punto hanno escogitato questa pazza idea: se uno dei figli del re è in mano nemica, per la difesa del proprio regno e dell’incolumità dei principi, Apen può avvalersi di una Legge Imperiale. In essa è descritto che se il re non ha firmato atti di guerra può proteggere le proprietà, e in esse sono compresi i figli, chiudendo ogni confine a chiunque senza subire conseguenze.»
«Quindi, da questo motivo nasce anche l’accordo delle navi su cui è imbarcato vostro fratello?»
«Esattamente. Sia lui sia io possiamo essere definiti prigionieri a rischio della nostra vita. Dwr non ha fatto giungere messaggi quindi questa idea è stata portata avanti soprattutto in prospettiva, ma l’importante è che Cristalya non può richiedere il nostro supporto logistico nella guerra.»

Ponte doganale Sud/Est
Da qualche minuto si è sparso nella cittadina di Tera che si affaccia sul ponte doganale uno strano silenzio, e la stessa situazione si è creata nella casermetta di Dwr che protegge la barriera sollevata per non permettere l’ingresso a degli intrusi. All’improvviso una piccola esplosione, proveniente dalla casermetta, cancella questo silenzio irreale, il rumore dei grandi argani che crollano a terra è fragoroso, ma non tanto assordante quanto la caduta precipitosa della barriera verso il basso. Nella casermetta il generale Fharsa si ritrova quasi sommerso dalle macerie, a Tera la regina Wasa ordina l’attacco degli artiglieri.
Una serie di cannonate si abbatte sui mattoni della casermetta che lentamente crolla su se stessa mentre migliaia di soldati Tera iniziano una corsa forsennata sul ponte doganale guidati dal generale Draak. Lo smarrimento degli uomini di Dwr permette all’esercito di Tera di raggiungere quasi il confine dell’isola nemica, poi Fharsa, liberatosi dalla trappola in cui era finito, ordina il contrattacco alla postazione dei cannoni. Le grandi sfere di ferro lanciate con forza dal cannone spazzano via i soldati, dilaniandone le carni, soprattutto con i rimbalzi che compiono sul terreno roccioso del ponte e l’avanzata di Draak è fermata prima che possa raggiungere l’obiettivo primario. Inizia il corpo a corpo, altri soldati di Tera accorrono sul ponte, ma vengono bersagliati dagli arcieri che sono riusciti a trovare qualche torretta ancora agibile nella casermetta. La regina Wasa non sembra preoccupata di questa empasse, ma si guarda alle spalle fissando l’orizzonte. E’ da quella parte che sta il suo cuore di madre e non può smettere di pensare che abbia lasciato Aarde al castello in una situazione pericolosa. Il Saggio Wijs si pone davanti alla regina e la guarda con muso duro e lei capisce che se non passerà il ponte sarà inutile qualsiasi cosa accada al castello. Wasa impugna la sua spada, quell’arma che hanno utilizzato i suoi avi e muove la testa in segno di assenso all’indirizzo del suo Saggio che subito le sorride. Anche Wasa corre sul ponte!

Ponte doganale Nord/Ovest
C’è forte tensione tra le fila dell’esercito di Tan appostato poco lontano dal ponte doganale. Cevalo si consulta con il soldato Cindroj.
«Dovrebbe essere già arrivato in queste zone» dice il soldato al suo capitano.
«Per tutti i diavoli del deserto, questo ritardo mi preoccupa. Il suo arrivo è determinante sia per noi sia per gli altri» risponde Cevalo infastidito.
«Mi volete dire chi stiamo aspettando?» chiede Fajro intromettendosi, ma questa volta Cevalo gli risponde in modo tutt’altro che amichevole. «Soldato, non sono questioni che ti riguardano.»
Fajro conosce da tanti anni Cevalo e sa quando è il momento di lasciarlo tranquillo, nota negli occhi di quell’uomo la furente rabbia e comprendere che il capitano è il primo che vorrebbe saltare alla gola dei nemici il prima possibile.
Cevalo si rivolge al saggio Saga. «Conosco ciò che devi fare nel caso estremo, ma ti prego, anzi, ti supplico, di non prendere nessuna iniziativa senza un ordine.»
«Stai tranquillo caro amico, Explodon è stato chiaro.»
Fajro e Cindroj osservano i due uomini senza capire di cosa stiano parlando.

Regno di Dwr, Port Iar
Intanto, a Port Iar di Dwr, il capitano Foeil si è trasferito sull’estremità del faro e scruta il mare piuttosto adirato. «Ma dove diavolo sono quelli di Tan?»
Molto lontano da Dwr c’è la risposta alla domanda di Foeil. La flotta di Tan comandata dal generale Standardo sta per approdare sull’isola Ngahuru per unirsi a Explodon nella battaglia delle battaglie.

Regno di Tera, Port Winkel

Dwr, contrariamente alle previsioni non sta subendo l’invasione di Tan, mentre le notizie che aveva ricevuto la Regina Wasa sull’invasione di Tera si stanno rivelando esatte, infatti, la flotta di navi comandate dal generale Each sono a poche miglia da Port Winkel e ad attenderle sono pronte le milizie del comandante in capo Hebber.










CAST
Anziano Maestro – Insegnante della scuola imperiale e narratore della storia
Atua Primo del suo nome – Leggendario primo Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
Atua CCXV (vero nome Ukwu)  – Imperatore dei Cinque Regni [deceduto]
- Regno di Apen
Wit – Re di Apen
Pine – consorte del Re di Apen
Willa – principessa di Apen
Oak – principe ereditario di Apen
Wicaksana – Saggia reale di Apen
Panglito – comandante in capo dell’esercito
Macan e Terwelu – generali dell’esercito
Catur e Jaran – capitani dell’esercito
Miral – ammiraglio della marina
Prau – generale della marina
Altri: Ijo (ufficiale della marina), Kayu, Gedhe (ufficiale dell’esercito)
- Regno di Dwr
Cristalya – Regina di Dwr
Oceanya – sorella e principessa ereditaria di Dwr, comandante in capo dell’esercito
Dheat – Saggio di Dwr [scomparso]
Glic – Saggio reale di Dwr
Fharsa e Each – generale dell’esercito
Ohama e Foeil – capitani dell’esercito
Haranche – Ammiraglio della marina
Tarley – generale della marina
Luchag – capitano della marina
Altri: Eas (caporale dell’esercito), Dubh, Geodha, Loch
- Regno di Metel
Titan – Re di Metel e comandante in capo dell’esercito
Meyelo – principe ereditario di Metel
Ohlaka – Saggia reale di Metel
Ciffredynol – generale dell’esercito
Capall e Tyred – capitani dell’esercito
Lyngesydd – ammiraglio della marina
Moncai e Ceilog – generali della marina
Altri: Nasc (ufficiale della marina), Gwyn, Juwelo
- Regno di Tan
Explodon – Re di Tan
Bruligida – Regina di Tan
Torcon – principe ereditario e comandante in capo dell’esercito
Fajro – principe di Tan
Saga – Saggio reale di Tan
Brigada e Standarto – generali dell’esercito
Goj, Serpe e Cevalo – capitani dell’esercito
Sipestro – ammiraglio della marina
Turo – generale della marina
Altri: Ruga e Cindroj (soldati dell’esercito), Lumo
- Regno di Tera
Wasa – Regina di Tera
Aarde – principessa ereditaria di Tera
Wijs – Saggio reale di Tera
Hebber – comandante in capo dell’esercito
Buffel e Draak – generali dell’esercito
Paard – capitano dell’esercito
Raal – ammiraglio della marina
Geit – generale della marina
Mijin e Vaandrig – capitani della marina
Altri: Zeug, Haag (ufficiali dell’esercito), Geel

Spia/mercenario – identità sconosciuta

Kwakhala – Regina dei mostri marini

I tre incappucciati – si conoscono il nome di una donna, Meirge e di un uomo Copar



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