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Autore: Lunetta 12    29/08/2019    1 recensioni
Ace si rifugia nei suoi ricordi per scappare dalla sua esecuzione a Marineford, mentre sfoglia le sue memorie si sofferma su un ricordo in particolare, il momento più strano ed assurdo di tutti.
[...] Pensare a quanto fosse esasperante Luffy da bambino o a come avesse trovato una famiglia più che una ciurma, in un momento come quello lo distraevano, trasportando il suo "Io" in una dimensione ben più serena. Si concentrò su di essi consapevole che non avrebbe lasciato quel luogo vivo tanto facilmente, ma mentre scavava a fondo nella sua coscienza un'avvenimento lo colpì.
SBAM!
Era stato come ricevere un calcio nelle palle dalla vita stessa. [...]
Genere: Angst, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Marco, Portuguese D. Ace, Satch
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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ESASPERAZIONE
 
- prima parte -







Era stato un avvenimento improvviso e di cui ancora oggi lui stesso non capiva bene le dinamiche, semplicemente era accaduto. 
Aveva sempre riscosso successo fra le ragazze, dopotutto era giovane e sapeva bene come usare il suo fascino per incantare delle docili fanciulle, lo charme dei cattivi ragazzi, degli uomini che intraprendono il mare e ritornano con storie da raccontare, storie che hanno dell'incredibile e che le ragazzette dei villaggi costieri sono avide di apprendere, tutto ovviamente senza rinunciare a qualche flirt. Per un giovane pirata come Ace, però, pensar di avere una fidanzata gli dava la nauseava. Aver qualcuno da cui tornare per alcuni poteva essere considerato come un punto di salvataggio su cui far sogni tranquilli quando il mare era in tempesta, ma per lui, questa diveniva un'ancora che lo teneva legato ad una responsabilità indesiderata non permettendogli di essere davvero libero, e la libertà era la ragione per cui aveva deciso di prendere la via per il mare. Lui era un uomo fatto per star su di una barca, coccolato dalle onde, dalle tempeste, dagli uragani, star sulla terra ferma lo nauseava, non era il tipo da fermavisi per troppo tempo. Avere qualche storia occasionale o passare qualche nottata col gentil sesso gli permetteva di rilassarsi svuotandogli la mente da ansie o paure, niente responsabilità o preoccupazioni, il sesso era soltanto sesso, perchè a cosa gli serviva una fidanzata se aveva una famiglia così numerosa? I suoi fratelli compensavano a pieno il suo bisogno di affetto e accettazione, a lui così andava più che bene, o almeno così credeva. 

Ricordava bene quel giorno, dentro di sè brontolò, era stato bizzarro ed al tempo stesso esasperante, eppure era da là che tutto aveva iniziato girare nel senso opposto, a tratti risucchiandolo e a momenti respingendolo, facendolo girar su se stesso più e più volte per poi lasciargli la mente confusa ed attorcigliata, facendolo cadere in un vortice di sentimenti contrastanti che mai prima aveva avuto modo di provare.
Quel dannato giorno doveva dar il cambio ad uno dei comandanti nel sorvegliare un prigioniero, catturato proprio quella mattina in seguito alla distruzione di una delle navi più piccole che componevano la flotta di Barbabianca, una di quelle caravelle che trasportavano principalmente viveri e rifornimenti vari. Non era la prima volta che accadevano fatti simili, il mare era vaso, vasto quanto i nemici di quel vecchio imperatore che lo aveva accolto nella sua famiglia ed ora era solito chiamare "padre". Una cosa però gli fece storcere il naso, la sorveglianza di un prigioniero era un compito noioso e di poco conto, poteva benissimo essere liquidato anche ad un semplice soldato, quindi, se era stato chiesto l'intervento dei comandanti significava che il soggetto era molto pericoloso. Così quel giorno scese pigramente nelle zona della nave dedita a prigione, ovviamente zona che non frequentava spesso, diede il cambio a Vista e girando la sedia ci si mise a cavalcioni posando le braccia sullo schienale di fronte al suo petto. C'era un forte odore di muffa misto a qualcosa di dolciastro e indefinibile.

- Sono Ace pugno di fuoco, chiunque tu sia vedi di non far scherzi o ti incenerisco - 

Provò ad intimidirlo facendo lo sbruffone vantandosi sicuro di sé, ormai si era fatto un nome anche lui quindi era impossibile che quel tale non lo conoscesse. Il ragazzo ghignò soddisfatto della propria presentazione.

- Ma io non centro! -

Il giovane sgranò gli occhi sollevando la visiera del proprio cappello, che fino a quel momento gli aveva coperto metà del volto, per i baffi di Barbabianca! 
Una ragazza! 

- Fammi uscire pliz pliz plizzzzz!!! - 

Rimase incantato per alcuni secondi, lo sguardo perso nel vuoto e le labbra schiuse. Non era permesso portar donne sulla Moby Dick, neanche per una serata a puro sfondo sessuale, eppure quella non era un'allucinazione. La ragazza in questione aveva all'incirca la sua stessa età, aveva un bel fisico tutto curve, il corpetto probabilmente le stava anche stretto visto il seno abbondante intrappolatovi, i capelli erano ramati e mossi, raccolti in una coda alta fermati con una molletta ritraente il simbolo di una probabile bandiera pirata che non riconosceva, aveva un occhio coperto da una benda - chissà se lo aveva perso davvero - mentre quello visibile era azzurro. L'abbigliamento era colorato ed eccentrico, i pantaloncini più simili a mutande erano in pelle nera e sull'orlo erano cucite delle balze azzurre a pois viola, tutto in pieno contrasto con le calze in tessuto che iniziavano con una fantasia a righe bianche e rosse che si interrompeva al ginocchio per lasciar spazio ad un motivo diverso con note musicale nere su sfondo rosso, al suo outfit non mancavano di certo cinghie di pelle e stivaloni, anche quelli rigorosamente in pelle marroni e pieni di lacci. 

- Dai liberami! Non centro niente con questa storia! - 

Ace si destò dallo stupore e si sciolse vedendo che la prigioniera sembrava innocua. 

- Se sei lì dentro devi pur aver fatto qualcosa, no? -

Disse retorico.

- Ero solo nel posto sbagliato al momento sbagliato! Devi credermi! Liberami dai! - 

Il moro sospirò, non era suo compito giudicarla, anche se sembrava tutto fuor che pericolosa, lui era solo di passaggio.

- Se mi liberi in cambio posso darti... -

La vide guardarsi attorno cercando qualcosa con cui contrattare. 
Cosa mai avrebbe potuto raccattare in una cella muffosa come quella lo sapeva soltanto lei.
Tese le braccia in avanti, mentre le labbra si stendevano in un sorriso gentile ed amichevole.

- Queste bellissime manette di agalmatolite! Non ci crederai mai, ma sono gratis ed in omaggio c'è anche una splendida catena! Cosa potrebbe mai desiderare un uomo? -

Quella doveva aver qualche rotella fuori posto, ma sorrise divertito.

- Oppure vediamo... posso darti un bacio! Tutto al solo prezzo della libertà - 

Lei gli sorrise angelica, sembrava così innocua e quasi quasi l'avrebbe anche liberata, ma preferì abbandonare l'idea, se era rinchiusa una ragione c'era senz'altro.

- Dai è gratis! Plizzz accetta! -
- Quindi fai questo per vivere? -
- Cacciarmi nei guai? Mh si, succede spesso -
- No, intendo venderti -

La ragazza lo guardò perplessa.

- Se mi vendo come faccio a guadagnarci qualcosa? E a chi vanno poi i soldi? Mi sembra una cosa impossibile e controproducente -
- No, intendo vendere il tuo corpo -
- Ma se ho ancora tutti gli arti attaccati e gli organi ... tralasciando l'occhio -

Ace sospirò e con un tono un po' alterato le rispose.

- Prostiturti! -
- AHHHH!!! -

Lei cadde totalmente dal mondo delle nuvole, dove tutto è morbido, carino e coccoloso. Non sembrava molto sveglia ed ancora non gli era chiaro il motivo per cui lui dovesse sorvegliarla, era anche ammanettata a dovere.
Mistero...

- Ma io non mi prostituisco, ma tu sei proprio carino, si mi piaci proprio un sacco! Penso di Amarti! -

Disse quelle parole con l'innocenza di un bambino ed un grosso sorriso sincero che mandarono per un attimo in tilt il cervello di Ace. Aveva iniziato lui a parlarle e poi le aveva dato corda, quindi se l'era proprio cercata, però con che facilità poteva dire di amarlo? Per giunta proprio a lui! 
Questo fu un duro colpo da incassare per il suo orgoglio. 

- Non dovresti dire certe cose con tanta leggerezza -
- E tu ed i tuoi compagni non dovreste giudicare una persona con così tanta facilità -

Touchè.

- Ti prego! Dai plizzz!! TI VU BI! Lasciami andare! -
- No! Piantala! -
- Per te farei di tutto! Dai liberami! - 

Lei lo guardava con l'occhione da cucciolo supplicante, ma ovviamente non fece effetto al ragazzo, che irritato dall'affermazione precedente, battè un pugno contro le sbarre della prigione facendole oscillare. Ci fu qualche attimo di silenzio.

- Dai! -
- No -
- DAI! -
- NO! -
- DAIII!!! -
- NO!!! -
- PLIZZZZZZZ!!! -
- TI HO DETTO DI NO! - 

Il moro scoppiò in fiamme irritato. Quella ragazza era infantile, irritante, scema, ma soprattutto esasperante! Ciò che era peggio non si rendeva minimamente conto della situazione in cui si era cacciata e non sapeva nemmeno il significato ed il peso delle parole che pronunciava.

- Lo sai che stai andando a fuoco vero? -
- Si! Lo so! -

Una vena gli pulsava forte sulla tempia, ma quella ragazzina sembrava totalmente ignorare i sintomi della sua rabbia, lei continuava a parlargli allegra e tranquilla, quella bestia di satana! Il comandante della seconda flotta girò i tacchi andando verso la porta, aveva bisogno di prendere assolutamente una boccata d'aria.

- Dove vai? -
- Non son affari tuoi ragazzina -
- Non mi chiamo "ragazzina"-
- Non mi interessa! -
- A me si! -
- Chissenefrega! -
- Ehi, non ti scaldare -

A quel commento Ace espirò l'aria nei polmoni facendovi uscire del fumo e aprì la porta con forza.

- Ho fame... -
- Cazzi tuoi! -
- Mi porti del cibo? -
- NO! -
- Anche delle arance! Grazie! -
 
Non dando peso alle richieste della ragazza fuggì da quel luogo soffocante.
Possibile che quella bestia demoniaca non si rendesse conto del mondo attorno a lei?! 
Non ci poteva credere, quella era proprio un idiota con i fiocchi, non che lui brillasse di intelligenza, ma lei lo superava alla grande. 
Raggiunse finalmente il ponte e si affacciò alla balaustra della nave, chiuse gli occhi per godersi al meglio le carezze che gli regalava la brezza marina inspirando a fondo il profumo del mare.
L'odore della salsedine era pungente. 
 
Libertà.
 
Si mise ad ascoltare lo sciabordio delle onde che battevano contro lo scafo della nave facendola dondolare, in un momento simile, anche lo stridio dei gabbiani era un suono che mescolato a quello delle onde e al brusio sulla nave creavano una melodia in grado di calmarlo. In quel luogo si sentiva a casa, libero, accettato e questo gli permetteva di rilassarsi.
Si lasciò sfuggire un sospiro che lo aiutò a liberarsi del nervoso e lentamente riaprì gli occhi, ora si sentiva decisamente meglio.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando Satch gli diede una poderosa pacca sulla spalla riportandolo alla realtà.

- Ti vedo stressato fratellino, che succede? -

Il comandante della quarta flotta era come un vero e proprio fratello maggiore, da quando era entrato a far parte della ciurma lo aveva preso sotto la sua ala insegnandogli tutto quel che sapeva sulla vita da pirata, inoltre era uno dei pochi a conoscenza del suo passato e quindi delle ragioni per cui era diventato un pirata.

- È tutta colpa della ragazzina che hanno catturato questa mattina! -
- Oh! Una ragazza a bordo, che cosa rara, ed è carina? -
- Mha! È strana... e penso le manchi qualche rotella -

Il corvino sospirò di nuovo. 

- Come si fanno stare zitti i mocciosi troppo cresciuti? -
 
Il maggiore lo guardò perplesso, una richiesta simile da lui non se la sarebbe mai aspettata visto la sua bravura a giostrarsi con i bambini.

- Non saprei, penso facendo far loro un riposino dopo un pasto abbondante, perchè ti interessa? -
- Allora prepara della carne! Tanta carne! Ti prego non farmi domande -

Satch confuso si grattò la testa guardando il più piccolo che a sua volta lo fissava deciso. Il cuoco non si fece domande ed andò in cucina seguito dal moro.
 


Ace entrò nella stanza dove era rinchiusa la ragazza portando con sè due enormi piatti contenenti solo carne, aveva intenzione di farla mangiare fino a scoppiare, perchè si sa, dopo lo spuntino arriva il pisolino. 

- Avevi fame no? Ecco! Ti ho portato del cibo - 

Gli allungò un cosciotto succulento da cui colava salsa mista al grasso stesso della carne, per chiunque sarebbe stato una gioia per gli occhi, ma con sua grande sorpresa quella ragazzina si allontanò storcendo il naso. 

- Che schifo! Io non mangio carne -
- Sei seria?... -
- Serissima issima issima -

Lui inspirò per evitare di dare in escandescenza, letteralmente. Cosa pensava gli avrebbe portato? Erba? Ma poi si ricordò della richiesta di portarle delle arance e casualmente se ne era infilato una in tasca uscendo dalla cucina. Glie la mise di fronte e la vide illuminarsi per poi prenderla felice iniziando a sbucciarla, che strana quella ragazzina.

- Felice ragazzina? -

Chiese sedendosi a terra ed addentando il cosciotto che prima le aveva offerto, quasi quasi era contento che lei lo avesse rifiutato, quel pezzo di carne era proprio delizioso ed ora era tutto suo. 

- Si, ti sei ricordato, che gentile -

Non era gentilezza, lo aveva fatto senza pensarci, era una pura coincidenza.

- Comunque non mi chiamo ragazzina -
- Giura! -

La vide gonfiare le guance, con l'arancia in mano e seduta a gambe distese e aperte sul pavimento sembrava tanto una bambina troppo cresciuta, chissà, magari era vittima di un qualche effetto di un frutto del mare ed ora era una bambina intrappolata nel corpo di una giovane donna, o semplicemente, da bambina aveva battuto molto forte la testa. 

- Allora come ti chiami ragazzina? -
- Non te lo dico -
 
Lei gli fece la linguaccia.
Lui si ripetè di aver pazienza. 

- Ma puoi chiamarmi Siren - 
- Ti chiamano così perchè sei snervante quanto una sirena? -
- No, mi chiamano così perchè incanto come una sirena -

Ora che la osservava meglio si rendeva conto che la ragazza non era niente male, o almeno se la immaginava nuda, quei vestiti erano troppo appariscenti ed in contrasto fra loro, se fosse stato ubriaco forse un pensierino ci sarebbe stato, ma avrebbe dovuto essere proprio tanto ubriaco o l'avrebbe scambiata per un clown. Esaminato meglio il corpo salì al viso. Aveva un bel viso ovale, ma al tempo stesso paffuto ed il contrasto degli occhi azzurri con i capelli ramati non gli dispiaceva affatto, aveva anche due labbra carnose che sembravano mashmallow. Il problema era l'insieme, era tutto un continuo contrasto, era tutto troppo troppo, quella ragazza era il troppo del troppo, l'esagerazione dell'esagerato, una palla di cannone in un occhio.

- Attento che se mi fissi troppo a lungo poi ti innamori -

Gli fece l'occhiolino. In realtà tutti quei colori ed elementi di disturbo gli stavano facendo venir mal di testa.

- A te chiamano ACE perchè sei ricco di arancia, carota e limone?  -
- Ehi! Si dice "eis"-
- Ace il succo di fuoco, che nome buffo! -
- Ragazzina! Ehi! -
- Che c'è? Mi vuoi far uscire e dare un bacio? -
- Si dice "eis" -
- No è ACE -
- TU!!! -
- Stai facendo amicizia? -
- Oh Marco, sei qui per darmi il cambio? -
- No, la liberiamo, sta dando problemi, gli uomini non fanno che cercar di scendere, è da un po' che non vedono una donna -

Marco aprì la cella facendola uscire e togliendole le manette, il tutto con la sua estrema calma. 

- Quindi verso che isola siamo diretti? -

Chiese lei massaggiandosi i polsi.

- Oh no, ti scarichiamo direttamente in mare -
- EHHH?!!! -
- Ti daremo una scialuppa -
- M-Ma se poi cado e affogo? O se arriva una tempesta e cado e affogo? O se arrivano dei mostri marini e cado e affogo?! -
- Ti arrangi! -

Passarono alcuni minuti di silenzio.

- EHHH?!!! NOOO!!! NON VOGLIO!!! -

Siren spezzò la quieta mettendosi a piangere e a strillare, non voleva di certo morire così. Marco ed Ace la guardarono male condividendo la stessa aura di esasperazione.

- Ehi ragazzina! Non sono ammesse donne su questa nave! Quindi o accetti la scialuppa oppure... -
- O-oppure? -
- Oppure diventi cibo per pesci! -

La Fenice non era famoso per il suo tatto, certo sapeva essere paziente, ma per quella ragazzina chiassosa non ne aveva di pazienza.

- Io non me ne vado! -
- Ma se mi hai rotto perchè volevi che ti liberassi?! -

Intervenne Ace, finora rimasto fuori dalla discussione.

- Ora te ne vai! -
- Ma io volevo essere libera dalle catene per abbracciarti -

Marco guardò il moro assottigliando lo sguardo, non era la prima volta che il suo bell'aspetto causava disordini, ma quella ragazzina doveva sloggiare. Il comandante della prima flotta si mosse in avanti con l'intenzione di afferrarla e trascinarla fuori da quella stanza con la forza, l'avrebbe anche gettata in mare, l'importante era liberarsene. Siren dal canto suo non ci teneva ad andarsene dall'imbarcazione, ma soprattutto non aveva nessuna intenzione di lasciar Ace, per cui provava interesse, così appena vide Marco muoversi fece un balzo verso il lentigginoso aggrappandosi a lui come un koala. 

- NON ME NE VADO SENZA ACE! -
- Ragazzina! Staccati! -

Ace ovviamente non se lo aspettava e barcollò all'indietro rischiando di cadere.

- No non voglio! Tu mi devi ancora un bacio! -
- Cosa?! Io non ti devo proprio nulla! Staccati! - 

Siren sporse le labbra in avanti per baciare Ace, che iniziò ad arcuare la schiena all'indietro per evitarla. La Fenice andò in aiuto del fratello minore tirando la rossa per il corpetto.

- Va bene! Basta ragazzina! -
 
Lei si fermò.

- "Va bene" Cosa? -
- Puoi restare -

A quelle parole le brillò l'occhio e lasciò libero Ace che stava rischiando di spaccarsi la schiena seriamente. 

- Però ti occuperai tu di lei, Ace -

Siren si era aggrappata felice al braccio del comandante della seconda flotta.

- Cosa?! Perchè proprio io?! -
- Le piaci, quindi ora è un tuo problema -

In quel momento il moro maledì il suo bell'aspetto di cui si era sempre vantato con i fratelli. Marco riprese a parlare serio ed autoritario come sempre.

- Baderai a lei finchè non troveremo un'isola su cui sbarcare e non lasciarla in giro da sola, se me la trovo fra i piedi la getto in mare -

Detto questo il comandante della prima flotta uscì augurando buona fortuna al fratellino. Il moro sospirò per l'ennesima volta durante quel giorno, sentiva che sarebbe stata una lunghissima e snervante giornata di babysitting. Lui ci sapeva fare con i bambini e gli piacevano, ma Siren era una bambina intrappolata nel corpo di una donna eccentrica, incapace di abbinare i vestiti, ma soprattutto chiassosa in modo irritante.

- Allora ragazzina, vuoi venir a conoscere gli altri? -
- Se mi chiami Siren e mi dai un bacio si -
- Ancora con questa storia? Per il nome va bene, ma non intendo baciarti -
- E perchè no?! Tu mi piaci proprio tanto! -
- Va bene ho capito, allora ti propongo un gioco, se riuscirai a farmi innamorare di te ti darò un bel bacio, se invece fallirai non avrai nulla e dovrai lasciar la nave -

Non voleva perdere la testa e se assecondarla poteva aiutarlo a mantenere la calma, sia sua, che della ragazza, era ben disposto a farlo. Ovviamente lui non faceva sul serio, di storie occasionali ne aveva avute, ma nessuna era basata sull'amore, "amore" era una parola importante e lui non era mai stato innamorato di nessuno fino a quel momento, non era neanche ben sicuro di sapere cosa significasse amare e le persone che più si erano avvicinate al suo cuore erano stati i suoi due fratelli: Luffy e Sabo. Quindi era sicuro di essere in vantaggio fin dall'inizio, un vantaggio che solamente lui conosceva. Siren sembrò pensarci un attimo, ma in fondo anche lei aveva fiducia in sè e nelle proprie doti ancora sconosciute al suo avversario, così accettò con un largo sorriso sulle labbra. 
 
I due ragazzi si strinsero la mano per sancire l'inizio della sfida, erano entrambi certi della propria vittoria seppur non sapessero nulla l'uno dell'altro, se non che erano determinati a vincere.
 
 



Note dell'autrice

Qui entra in scena la mia OC Siren, che spero di essere riuscita a rendere infantile ed irritante al punto giusto
 
Ci tengo a precisare che vorrei mettere questa storia su un piano più realistico e meno "family friendly" (?) Mi spiego meglio, di sicuro Ace girando il mondo ha avuto le sue esperienze col gentil sesso (e non... chi lo sa...) inoltre non si innamora subito di Siren perchè è bellissima/sexyssima... etc, anzi, è lei che appena lo vede si prende una di quelle tipiche cotte adolescenziali a "colpo di fulmine", l'interesse poi viene alimentato dal gioco che le propone il ragazzo... il resto ve lo lascio scoprire leggendo i futuri capitoli.
 
Al prossimo capitolo

Lu
  
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