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Autore: foschi    31/08/2019    5 recensioni
[GaaLee]
«Ci vediamo presto, Gaara. Te lo prometto.» e gli regalò un bacio sulla fronte, lì dove c’era il tatuaggio che lui stesso si era disegnato anni addietro, racchiudendo quello che provava per lui: amore. Un amore dolce e paziente, che si era insinuato lentamente fra loro, crescendo finché tutte le difese erano cadute e loro si erano trovati nudi l’uno di fronte all’altro a scoprirsi reciprocamente.
Cap.1 - Sei tu la soluzione
Cap.2 - Fino a quando il sole non c’è
Cap.3 - Ti regalo la mia illusione ("Questo capitolo partecipa alla “Fast Challenge di Fandom Deserti: Occhi” del gruppo Facebook “Il Giardino di Efp”)
Cap.4 - E vorrei fuggire via, vorrei nascondermi
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Rock Lee, Sabaku no Gaara
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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~ The secret boyfriend of the Kazekage ~

 

 

 

 

Titolo: ~ The secret boyfriend of the Kazekage ~

Raiting: Arancione

Genere: Angst, Introspettivo, Romantico

Personaggi: Sabaku no Gaara, Rock Lee

Avvertimenti: OOC

Note dell’autore:  Ben ritrovati in questo nuovo capitolo, costruito sulla base di un flash back in cui viene spiegato come è nata la relazione fra Lee e Gaara!

Ringrazio di cuore chi legge e Sato, AryaDream, Nao Yoshikawa ed evil 65, _aivy_demi_ ed Harriet Strimell  per averla recensita! **

Questo capitolo partecipa alla “Fast Challenge  di Fandom Deserti: Occhi” del gruppo Facebook “Il Giardino di Efp”

Prompt: “Cosa guardi?” “Guardo te”

 

Che la giovinezza sia con voi! ~ <3

 

 

 

~ Cap.3 – Ti regalo la mia illusione

 

 

 

 

   Quando si era fermato a guardarlo, Rock Lee aveva capito di essersene innamorato ed aveva quasi desiderato che quella non fosse un’illusione: era così estremamente dolce ed intenso quello che si stava ritrovando a provare mentre guardava il ninja dai capelli rossi del Villaggio della Sabbia, che avrebbe voluto vivere per sempre in quella dimensione.

Non sapeva come fosse successo, né perché, né quando, ma era successo. Forse era bastato uno sguardo in più lanciato di sottecchi all’altro; forse era stata la sfumatura dei suoi occhi impassibili al tramonto – eppure, lui avrebbe voluto solo sprofondare in quelle pozze chiare e non riemergere più, strappando il velo scuro di tristezza che li aveva ricoperti per troppo tempo.

Forse era stata la sua pelle, così bianca da sembrare innaturale, oppure era stato il suo carattere schivo, solitario, quasi scostante - anche se, dall’ultima volta in cui ne era stato a contatto, anni ed anni indietro, quando l’aveva salvato dallo scontro contro Kimimaro, era stato ben felice di notare quell’accenno di cambiamento.

Forse erano state quelle cose tutte insieme o forse non era stata nessuna di esse; quello che contava era che Rock Lee sapeva che, da quando il suo volto aveva assunto un colorito rosa accesso ed ogni muscolo allenato del corpo si era irrigidito, non appena Gaara aveva ricambiato lo sguardo – quasi con fastidio in realtà, visto che in passato gli sguardi rivolti a lui erano stati puramente di odio e disprezzo –,  lui si era sentito in trappola, come se una morsa si fosse stretta intorno al suo cuore e lo avesse schiacciato – esattamente come aveva fatto la sua sabbia, in quel dannato esame di selezione dei chunin, quando aveva compromesso la sua carriera di ninja –, mozzandogli il respiro.

Più aveva continuato a pensarci, più gli era sembrata una sensazione strana, dolce-amara: ora gli faceva battere forte il cuore, facendogli desiderare di incontrarlo presto; ora lo abbatteva, poggiandosi sul suo petto come un masso e schiacciandolo con la paura – ossessione quasi – che nemmeno si ricordasse di lui.

Non sapeva ancora come definirla, ma sapeva solo che gli piaceva, che lo faceva sentire bene e per la prima volta aveva pensato che la forza della giovinezza c’entrasse ben poco.

 

*****

 

     

   La sensazione che qualcuno lo stesse fissando aveva fatto scorrere un brivido lungo la sua schiena. Era fastidioso: gli sembrava di essere legato, vincolato, impossibilitato a muoversi. Nessuno poteva osare tanto senza rischiare la propria vita e qualche sfortunato ninja nemico aveva avuto il dispiacere di provarlo.

 E tutto perché, nonostante i tentativi di aprirsi agli altri, a volte sentiva ancora quelli sguardi di odio e disprezzo che gli bruciavano l’anima, incolpandolo per quello che altri avevano deciso al suo posto e della sua vita. Erano ancora lì quegli sguardi, marchiati a fuoco nell’animo; ancora lo tormentavano e lo costringevano a vivere isolato, facendogli temere anche sé stesso – perché lui aveva ancora quella paura: quella di ferire, o peggio, uccidere qualcuno.

  Il suo cervello era andato in totale black out quando gli occhi insolitamente più grandi di Lee avevano incontrato i propri: non aveva mai fatto caso a quanto fossero brillanti, sembrava che dentro di loro brillasse davvero quello di cui vaneggiava, la fiamma della giovinezza o qualcosa del genere.

Con sua sorpresa, si era ritrovato a non riuscire ad interrompere quel contatto: c’era qualcosa di strano, che lo faceva sentire confuso, ma che allo stesso tempo gli aveva scaldato il petto. Era stata una sensazione nuova ed inaspettata, ma che comunque gli aveva fatto bene: per un attimo, gli era sembrato che qualcuno gli avesse donato una carezza, una di quelle che le mamme davano ai propri figli e che lui non aveva mai ricevuto.

Quando aveva interrotto il contatto, quando la ragione aveva ripreso il controllo dei suoi pensieri, nonostante il cuore battesse più veloce del solito, il sangue gli avesse colorato appena le guance, si era ritrovato a pensare che, per un momento, aveva sperato che il ninja di Konoha non smettesse più di guardarlo. Per la prima volta, sentire uno sguardo su di sé l’aveva fatto sentire bene. Per la prima volta, le labbra si erano distese in un accenno di sorriso.

 

 

 

*****

 

 

  La Bestia Verde della Foglia aveva trovato Gaara in cima alla collina raffigurante i volti degli Hokage, quando lo sguardo di pece si era soffermato sulla sua figura e la mente si era persa in pensieri che riguardano in ninja di Suna. Aveva sussultato quando, ritornato dalle sue riflessioni, Gaara lo aveva guardato apparentemente impassibile – in realtà, era incuriosito da quell’insolito atteggiamento di Lee, sembrava quasi timido ed a lui non era mai sembrato di conoscere un Lee timido.

«Cosa guardi?» aveva sussurrato neutro, come se la cosa non gli interessasse.

 

Le labbra sottili di Lee si erano aperte un sorriso dolce – no, non uno di quelli imbarazzanti che accompagnavano la ridicola posa del ‘nice guy’, ma uno davvero dolce. Nessuno si sarebbe aspettato che un tipo espansivo come lui potesse essere in grado di avvicinarsi a qualcosa che fosse la dolcezza.

«Guardo te.»

Era stato poco più che un sussurro, ma Gaara l’aveva sentito benissimo, visto che aveva sgranato appena gli occhi e si era voltato a guardarlo, permettendo che i colori opposti delle loro iridi si incontrassero: cosa dicevano quelle iridi? Cosa cercavano? Non ne era sicuro, ma le sue cercavano la fine delle sofferenze che si portavano dietro da una vita; cercavano un rifugio sicuro dove si sarebbero sentiti a casa. E quelle di Rock Lee? Sembravano promettergli quel rifugio, quel calore e quell’amore che, gli era stato difficile ammettere a sé stesso, aveva desiderato ricevere. Per un momento, Gaara si era illuso che potesse essere così, che tutto quello fosse vero ed aveva permesso che la mano dello shinobi del Villaggio della Foglia prendesse timidamente la sua.

Erano diverse, esattamente come le loro iridi, i loro caratteri, loro due: quella di Lee era grande, ruvida e callosa, coperta di cicatrici, lì dove le bende non arrivavano, e dalle dita tozze - eppure, nonostante quell’aspetto, era capace di trasmettere tutto il calore che emanavano. La sua mano invece era piccola, dalle dita affusolate e lunghe; era bianca e fredda, ma desiderosa di quel calore.

La stretta si era rafforzata mentre un altro sguardo reciproco accompagnava i loro sorrisi: entrambi sapevano ora che tutto quello non era un’illusione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

Buonasera!

Grazie per essere arrivati fino a questo angoletto, necessario per qualche spiegazione che vi fornisco subito.

Come avrete notato, il capitolo è suddiviso in parti e più precisamente:

  • La prima riguarda Rock Lee e descrive i suoi pensieri non appena si rende conto di essersi innamorato di Gaara;
  • La seconda riguarda lo stesso Gaara e descrive i suoi pensieri. Spero di averlo reso bene, ho cercato di mettere in luce il motivo per cui non vuole essere guardato/toccato e perché permette che lo faccia solo Lee;
  • Le due scene, quelle di Lee e Gaara si svolgono contemporaneamente mentre quella finale spiega come i due si siano avvicinati, anche fisicamente (non ho voluto inserire baci o contatti più intimi per non snaturare il personaggio di Gaara).

 

Credo di aver concluso. Nel caso qualcosa non fosse chiaro scrivetemi pure ^^

Alla prossima,

Olivier_Rei

 

   
 
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