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Autore: Lyla    28/07/2009    4 recensioni
“Temari ne era convinta: non era ancora nato un uomo in grado di legarla definitivamente a sé, né le interessava trovarlo, per il momento. Del resto, l’unico che l’avesse mai attratta in vita sua si era rivelato una delusione. Le piaceva paragonarsi all’impetuoso vento del deserto: nessuno era capace di imbrigliarlo, ed era così che la jonin si sentiva. Da sempre.” Una fanfiction dedicata a Lady Of Evil Nanto86, incentrata sulla nascita di una storia d’amore tra Rock Lee e Temari mentre, alle loro spalle, la guerra si fa sempre più incombente. Contiene uno spoiler per chi segue l’anime in italiano nel terzo capitolo. Tentativo di LeexTemari seria, sconsigliata la lettura a chi non ama i pairing “alternativi”.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rock Lee, Temari
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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9.

 

 

 

Prese di nuovo la mira, pronto a colpire il tronco che resisteva stoicamente ai suoi colpi da più di mezz’ora. Si sentiva in forma come se avesse appena cominciato ad allenarsi. Nella realtà dei fatti, però, erano trascorse cinque ore.

A pochi metri da lui, Neji e Tenten lo fissavano in silenzio, l’uno con le braccia incrociate sul petto, l’altra intenta a rimettere a posto i suoi rotoli, gli occhi fissi sulla figura dinamica e allenata di Rock Lee, investita di una nuova sicurezza.

Le sembrava che da qualche tempo il suo compagno fosse persino più determinato di prima, negli allenamenti e nelle missioni, più tormentato nell’animo… e non era del tutto sicuro di conoscerne la causa.

“Hai intenzione di continuare ancora per molto?”

“E me lo chiedi, Neji? Il fatto che domani abbiamo una missione non significa che sia costretto a riposarmi, se non ne ho voglia.”

Colpito e affondato.

Lo Hyuga scrollò le spalle, allontanandosi dal tronco al quale si era appoggiato, e Tenten scattò in piedi, lanciandogli uno sguardo d’intesa.

“Sei proprio incorreggibile. Non dovresti strapazzarti troppo!” esclamò rivolgendosi a Lee.

Il ragazzo si fermò quanto bastava perché riprendesse fiato, i pugni tesi e i piedi ben piantati nel terreno, pronto a sferrare il suo prossimo attacco.

“Grazie per il consiglio, Tenten, ma credo proprio che andrò avanti almeno per altre due ore. Voi andate pure, ci vediamo domani!”

Rivolse un sorriso determinato ai suoi compagni.

Quindi si rimise all’opera, colpendo il tronco senza alcuna pietà.

Il volto di Temari, la sorella del kazekage di Suna, non abbandonava i suoi pensieri per un momento.

Per un’assurda sfida, spinto da quello che gli si agitava dentro ogni volta che si ritrovava in sua presenza, Rock Lee aveva ottenuto il bacio che le aveva chiesto nonostante il loro scontro fosse finito in parità.

Era stato così sconvolgente e appagante che non era riuscito a trattenersi dal baciarla una seconda volta, prima che lei facesse ritorno a Suna.

Con suo grande stupore, la kunoichi del deserto aveva risposto al suo gesto con inaspettato piacere, accondiscendente come se ambisse a farlo da tempo.

E… sì,  c’era anche stato dell’altro, da quando si erano ritrovati da soli in una caverna sperduta tra le sabbie nel deserto durante una tempesta...

Cosa gli stava succedendo? Cosa lo aveva spinto ad avvicinarsi così tanto a Temari?

Sebbene il suo amore non fosse corrisposto, il suo cuore apparteneva già a un’altra persona.

Non poteva.

Semplicemente non poteva essersi innamorato di quella kunoichi dai capelli color grano e dai felini occhi verdi che lo affascinava suscitando in lui sensazioni che fino ad allora gli erano risultate del tutto ignote.

Eppure non c’era altra spiegazione.

Temari possedeva i suoi tormentati pensieri da tempo, ormai.

Non poteva trattarsi di un semplice caso, così come sarebbe stato stupido da parte sua ignorare il dolore fisico che la sua sola vista gli procurava.

Le bastava un solo gesto per ipnotizzarlo e a fare in modo che i suoi occhi si posassero su di lei più del dovuto.

Lo incantava con i suoi gesti, le sue parole, i suoi enigmatici sorrisi, la sua ironia… lo attraeva molto più di Sakura, ormai. Inutile negarlo ancora.

Temari era diversa da qualsiasi donna con cui avesse mai avuto a che fare.

Lo ammaliava così tanto che Lee non riusciva a smettere di pensare a lei, per quanto cercasse di costringersi a cancellarla dalla sua mente.

Concentrarsi sugli allenamenti e sulle missioni era l’unico modo che avesse per distrarsi dai suoi dubbi.

“D’accordo, come vuoi… a domani!” stava dicendo Tenten in tono rassegnato, gli occhi al cielo. “Poi però non ti lamentare, se non sarai riuscito a rivolgerle nemmeno una parola.”

Il pugno si fermò a mezz’aria, a pochi centimetri dal tronco.

Non l’aveva colpito, eppure era riuscito comunque a scavarlo in profondità con il chakra che gli pervadeva la mano.

“Aspetta un attimo! Vuoi dire che…”

“Sì, è appena arrivata in città, se è quello che ti stai chiedendo.”

Quella era l’unica occasione che aveva per mettere in chiaro le cose.

“Grazie mille Tenten, ma per oggi mi fermo qui. E’ abbastanza.”

Rock Lee scomparve, deciso a scoprire la vera natura del legame che era nato tra lui e Temari e che lo aveva investito come il vento improvviso sferza le fronde degli alberi.

 

 

 

Riconobbe immediatamente la figura solitaria della jonin.

Inconfondibile il ventaglio che giaceva in un angolo mentre lei consumava la sua cena seduta a una bancarella di ramen, inconfondibili i suoi capelli e il fisico fasciato nel nero kimono che metteva in risalto le sue forme mature e armoniose.

“Ciao, Temari! Posso farti compagnia?”

Scivolò sulla sedia accanto a lei senza aspettare la sua risposta.

Gli occhi della kunoichi lo fissarono brevemente, il viso appena rivolto verso di lui, quindi continuò a sorseggiare dalla tazza che aveva in mano, assorta.

“Se proprio ci tieni…”

“Una porzione di ramen anche per me! Pago tutto io, anche la parte della ragazza!” esclamò Lee rivolgendosi al gestore della bancarella, e quest’ultimo lo salutò con un sorriso benevolo.

“Come vuoi, figliolo!”

Temari gli lanciò un’occhiata perplessa.

“Ti ho forse chiesto di offrirmi la cena?”

“No, ma l’avrei fatto comunque.”

Le rivolse un sorriso disarmante, e Temari lo ricambiò senza riuscire a resistere.

Le era mancata la sua gentilezza, e anche la sua genuina spontaneità. 

“E’ da un po’ che non ci si vede. Come vanno le cose?” chiese a Rock Lee mentre mangiavano, e lui assunse un’espressione soddisfatta, le sopracciglia che mettevano ancora più in risalto la luce di fierezza nei suoi occhi.

“Alla grande. Non smetto mai di allenarmi, e ormai sono quasi sempre in missione. Sai com’è, qui al villaggio non è più come una volta. Ne ho una anche domani, ma per stasera ho deciso di rilassarmi. Come sta Gaara?”

Era vero. La situazione stava cambiando davvero, nei loro villaggi come in quelli limitrofi.

Proprio come temeva. Il volto sereno di suo fratello le affiorò nella mente, allontanando quel pensiero all’improvviso.

“Come al solito.”

Rock Lee parve felice di quella risposta, quindi prese un’altra ciotola di ramen.

“Grazie mille! Dovrei venire qui più spesso, è ottimo!”

“Attento a non strafare, bello mio. Non vorrei che fossi costretto a rinunciare alla missione di domani!” gli sorrise, stuzzicandolo per gioco.

La sua reazione fu quella che si immaginava: Rock Lee le mostrò allegramente il pollice sollevato.

“Tranquilla, Temari, ci vuole ben altro per mettermi KO!”

La kunoichi sorrise divertita.

“Se lo dici tu…”

Il ragazzo mise da parte la seconda ciotola, quindi stiracchiò le gambe e si chinò sul bancone, una mano bendata sotto il mento.

La fissava con un sorriso tranquillo, attento a non perdersi ogni suo movimento.

Temari sapeva che faceva così di proposito: quell’atteggiamento le dava sui nervi. 

“Mi fa piacere che Gaara stia bene” disse Rock Lee sincero. “E tu che mi dici? E’ stata la forza della giovinezza  a portarti qui, ammettilo!” aggiunse un attimo dopo, con una luce di scherzosa malizia appena percepibile negli occhi rotondi.

La kunoichi finse di non notarla.

“Che stupido!” tagliò corto. “Sono venuta per affari diplomatici.”

Silenzio.

“Ne sei sicura?” la provocò con leggerezza, ma il suo tono era serio.

Affari diplomatici. Era quello che diceva sempre.

Eppure, era proprio in occasioni come quella che…

“Sicurissima!”

Temari apparve lievemente a disagio, distogliendo gli occhi da quelli scuri e profondi di Lee come se volesse troncare la conversazione.

“E ora lasciami finire la cena, che ho bisogno di riposare. Non vedo l’ora di andare in albergo.”

Si concentrò sulla ciotola di ramen che aveva davanti, ma sapeva che lui la stava ancora guardando.

“Non riesci a farci l’abitudine?” le chiese Lee con aria assorta, appoggiandosi al bancone con entrambe le braccia, lo sguardo lontano.

“Sì, a dire il vero. Dopotutto, è da anni che faccio questa vita, ma devo pur concedermi qualche ora di riposo, prima di tornare a Suna.”

Temari gli lanciò un’occhiata di sbieco, e lui le sorrise apertamente, di nuovo entusiasta come quando l’aveva raggiunta.

“Ti capisco! La giovinezza ha anche bisogno di riposare, qualche volta! E’ così che ritrova la sua energia!”

Ancora con la giovinezza. Era così convinto di quello che diceva, che la kunoichi non riuscì a trattenersi dal sorridere.

“Piuttosto, a cosa devo la visita improvvisa?”

Rock Lee si alzò e pagò il conto come se non l’avesse sentita, quindi salutarono il proprietario e si mescolarono alle persone che affollavano la via principale di Konoha nonostante l’ora tarda.

“Dove alloggi? Ti accompagno!” chiese a Temari con gentilezza, il volto appena illuminato dalle insegne dei vari locali nei dintorni.

“Lo sai. Al solito albergo.”

Dopo qualche minuto di silenzio, il chunin smise di camminare.

“Senti, Temari…”

Erano arrivati in una zona residenziale, ricca di alloggi per gli stranieri, e il tono della sua voce, ora, era stranamente serio. Un tono che esigeva delle risposte.

A pochi metri di distanza, la jonin si voltò a guardarlo. Alle sue spalle, Rock Lee la stava fissando con una intensità tale da metterla a disagio, le sopracciglia appena corrugate.

“Ho bisogno che tu mi dica la verità. Voglio… anzi, devo sapere quello che pensi. Ne ho abbastanza di chiedermi se quello che facciamo è giusto o sbagliato. Per favore, dimmelo tu. Che cosa siamo noi, esattamente?”

Rimase perplessa per un attimo, senza sapere cosa dire. Cercò di dissimulare la sua confusione, ricambiando la sua occhiata con un sorriso appena accennato sulle labbra, andandogli lentamente incontro.

“Perché dovrebbe essere sbagliato? Se fa sentire bene entrambi, non c’è nulla di male. Mi sembra di avertelo già detto, no?”

Frammenti di un passato non troppo lontano si insinuarono nei suoi pensieri.

Ricordi annebbiati, confusi. Sensuali.

Lenzuola gettate in un angolo, una semi-oscurità fatta di sospiri e parole appena sussurrate. Un ambiente intimo, caldo.

Corpi avvinghiati l’un l’altro, labbra che si cercavano con passione.

Respiri regolari, membra appagate in cerca di riposo tra lenzuola umide.

“Temari… perchè lo facciamo?”

“Devi per forza chiedertelo? Perché ne abbiamo voglia tutti e due. Non devi sentirti in colpa. E poi è stato persino meglio dell’altra volta, se è questo che ti preoccupa.”

Shikamaru e Rock Lee erano i soli con cui avesse avuto delle relazioni, ed erano profondamente diversi tra loro. Ma Temari sapeva bene che in fondo gli uomini erano ossessionati dal loro orgoglio, e tutti allo stesso modo.

Tanto valeva rincuorarlo. Non riusciva a vederlo bene in volto, la schiena nuda e robusta verso di lei. Le faceva tenerezza, così insicuro e simile a un bambino. Lo capiva.

In fondo era solo la terza volta, per lui. Era normale che fosse ancora confuso.

“Hai ragione, però non sono sicuro che sia… giusto” mormorò a bassa voce nel silenzio.

Un fruscìo delle lenzuola e Temari fu dietro di lui, le sue mani che lo cingevano da dietro. Lo sentì irrigidirsi per un attimo, poi sembrò rilassarsi contro il suo corpo.

“Se con me ti senti bene, non c’è nulla di male in tutto questo, Rock Lee. Non c’è nulla di sbagliato nel lasciarsi andare, qualche volta. E poi noi due ci frequentiamo da mesi, ormai.”

Non le aveva risposto. Non subito.

“Scusami, hai ragione. Suppongo che sia ancora presto, Temari.”

La jonin sorrise, distendendosi pigramente sotto le lenzuola.

“Per farci l’abitudine? E’ comprensibile!”

Rock Lee ricambiò il sorriso, raggiungendola senza più alcuna ombra di imbarazzo.

“Già, immagino.”

Ma noi… cosa siamo, noi?

In un attimo era accanto a lei, sprofondato nel sonno, i lineamenti rilassati.

Quella domanda, però, l’aveva tormentata per tutta la notte, fino a quando il calore del corpo di Lee vicino al suo non le aveva conciliato il sonno.

Si era abbandonata alla stanchezza. Poi, all’alba del giorno seguente, Temari era ripartita per Suna come faceva sempre, senza riuscire a darsi una risposta. 

Era diventata presto un’abitudine, la loro. 

“Sì, ma… credevo che il tuo tipo fosse più simile a Shikamaru.”

La voce del chunin la riportò velocemente alla realtà.

“Tra me e Shikamaru è finita da tempo. E poi io non sono una ragazzina che si ferma alle apparenze. Tu mi piaci, Rock Lee. Così come sei. Ero convinta che lo avessi capito. Oppure pensavi che ti considerassi un semplice passatempo? Non sono quel tipo di donna, sai” gli rispose con un certo fastidio.

“Hai ragione…”

Le rivolse un sorriso pieno di gratitudine, gli occhi che brillavano.

“Tu non sei come le altre ragazze, Temari. Prima di conoscerti meglio, ero innamorato di Sakura. La amavo con tutto me stesso, davvero. Però da quando sei arrivata tu, io… ho  come la sensazione di averla dimenticata.”

“Anch’io mi sono chiesta per quale motivo lo stessi facendo, lo ammetto. Pensavo non mi sarei mai più legata a nessuno, dopo Shikamaru. Però, c’è veramente qualcosa che mi spinge a starti vicino, Rock Lee. Io lo paragono alla forza del vento. E’ qualcosa di incomprensibile, di indomabile. Non posso farne a meno, credimi.”

Temari parlava in tono sincero.

Profondamente colpito da quello che gli stava dicendo, Lee si ritrovò a corto di parole.

“Sei un tipo forte, determinato” proseguì la kunoichi. “Riesci a farmi ridere. A fare ridere una come me, ti rendi conto? Mettiamola così: non sono molti, i ragazzi con le tue doti, e tu… bè, non c’è che dire. Sei persino riuscito a farmi piacere i fiori, anche se solo quelli del deserto.”

Scosse la testa, incredula. Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe detto cose simili a un ragazzo come Lee, l’ultimo che un tempo avrebbe preso in considerazione.

“Ti assicuro che sei come una boccata d’aria fresca, per me, dopo Shikamaru. Non dovresti esserne felice?”

“Io…”

“Non devi sentirti in colpa per Sakura.”

“Non sto pensando a Sakura!” ribattè deciso. “Ormai non riesco a toglierti dalla mia testa, è per questo che volevo vederti!”

“Ah, è così?”

La kunoichi si sentì intimamente compiaciuta, le parole di Lee che si ripetevano nella sua mente come un’eco infinita.

“Non credevo che sarebbe mai successo, eppure tu ci sei riuscita… mi hai aiutato ad andare avanti e a smettere di illudermi. Mi hai aperto gli occhi. Mi apprezzi per quello che sono. Hai lasciato che mi innamorassi di te, e io… volevo ringraziarti, Temari.”

Come al solito parlava fin troppo, per i suoi gusti.

La jonin si mosse verso di lui per baciarlo, e Lee la strinse a sé con fare protettivo, accorciando rapidamente le distanze.

Le loro labbra si incontrarono per alcuni attimi, si lasciarono andare a quello che entrambi provavano con la stessa intensità.

“Sono io che devo ringraziarti, stupido” mormorò Temari non appena si separarono.

Ormai non aveva più dubbi. Anche lei provava inequivocabilmente gli stessi sentimenti che agitavano Rock Lee come il vento che scuote con impeto le fronde degli alberi.

 

 

Coming soon:

Combatteva per proteggere quello in cui credeva, le persone che amava.

Oltre a Gaara e Kankuro, ora Temari doveva proteggere se stessa, fare in modo di sopravvivere… perché quello era l’unico modo di rivedere Rock Lee.

 

 

**

 

Ciao a tutti! Con questo capitolo fin troppo romantico, dopo tanti ripensamenti i due si sono definitivamente dichiarati, e mancano solo tre capitoli alla conclusione della fic, con la guerra che entrerà nel vivo portandosi dietro tante sofferenze… ok basta, la smetto, ma siete avvertiti! XD

 

Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la fic alle preferite, alle seguite, e che hanno commentato lo scorso capitolo. Andando con ordine:

 

Neko88: Sì sì concordo, Lee è un amore ed è così cavalleresco da fare tenerezza! ^^ Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto nonostante non ami il troppo romanticismo, grazie ancora per il commento!

 

Lady of Evil Nanto86: Non è mai facile scrivere una “lemon”, soprattutto tra due personaggi come Lee e Temari, e sono contenta che quella dello scorso capitolo ti sia piaciuta abbastanza. Volevo mantenerli IC anche nella scena clou, e da quello che dici, mi sembra di esserci riuscita… grazie mille per i complimenti e per il commento! Per la GaiKure, bè, dispiace anche a me, ma non è detto che comunque non ci scriverò mai qualcosa che li riguardi J

 

Rose of the desert: Una new entry tra i lettori fa sempre piacere, e tu poi, mi hai sommersa di complimenti! *__* Ti ringrazio tanto, addirittura mi paragoni a una scrittrice! Mi fa piacere che la fic ti abbia preso nonostante all’inizio non ne fossi convinta… grazie ancora!

 

Shessomaru_junior: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto nonostante non fosse il tuo genere! Mi dispiace deluderti ma come vedi ho deciso di lasciare il ritorno di Temari al villaggio all’immaginazione dei lettori… anche se comunque non credo che Gaara e Kankuro gliene abbiano dette di tutti i colori perché ha passato la notte con Lee XD

In fondo lei è già maggiorenne, comunque la guerra con i morti e i feriti si comincerà a vedere dal prossimo capitolo.

 

Beat: Lieta che li trovi una coppia bellissima! Piacciono molto anche a me, ed è un peccato pensare che non si realizzerà mai, ma pazienza… sono contenta che li hai trovati giovanili e che la storia continua a piacerti, grazie ancora per il commento e i complimenti! *__*

 

E con questo vi lascio! Mi aspetta una vacanza in Calabria, quindi aggiornerò la fic appena sarò tornata (più o meno).

 

Alla prossima e buone vacanze anche a voi!

Lyla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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