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Autore: Will Darklighter    14/09/2019    14 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 18 – Le conseguenze della misericordia

VADER

 

Con la consueta ampia e sostenuta falcata, Vader percorreva i corridoi dell’grande e spazioso edificio in pietra lavorata dalle tinte ingiallite per giungere li dove NON era atteso.
Le ispezioni a sorpresa sui presidi imperiali rappresentavano la seconda e non meno importante parte del suo compito nell’Anello Esterno in qualità di Esecutore dell’Imperatore; quella che stava compiendo in quel preciso momento non gli era particolarmente gradita ma gli sarebbe tornata parecchio utile nella realizzazione del suo piano: il suo Spetto lo aveva infatti informato di importanti scoperte fatte da uno dei suoi informatori sul remoto pianeta deserto di Tatooine, un luogo sul quale il Signore Oscuro dei Sith non metteva piede da molto tempo e non lo avrebbe mai fatto se non fosse stato per le rassicurazioni che Etad Deechi gli aveva dato in tal senso; il governatorato del pianeta era corrotto ma sarebbe stata tutto sommato una situazione accettabile data la condivisione nella gestione del luogo che c’era con il Cartello Hutt.

Il problema era che il governatore nonché comandante della guarnigione locale, Fobur Okins, aveva tentato di tenere nascosto un fatto assai increscioso del quale Vader gli avrebbe chiesto di rispondere e assieme alle scoperte fatte da parte di uno degli uomini del suo capo delle spie aveva rappresentato un insieme di motivazioni valide per convincerlo a tornare in quell’immenso deserto.

Li era nato e cresciuto come bambino l’uomo chiamato Anakin Skywalker, sotto i soli gemelli aveva provato l’amarezza della schiavitù ma anche la gioia di avere una …

Vader accelerò ancora di più il passo, concentrandosi su quanto stava per fare; gli assaltatori che lo vedevano passare, si limitavano a salutarlo mettendosi sull’attenti. Finalmente giunse dinanzi alla porta dello studio privato del governatore. Ricorse alla Forza per aprire la porta e per entrare all’interno della stanza: la sua mobilia stonava con la semplicità del resto della caserma. Una scrivania ampia e di pregiato legno dominava lo studio, così anche la poltrona in pelle alle sue spalle. Vi erano poi numeroso scaffali dove erano poggiati con una certa cura numerosi preziosi, inclusa quella che doveva essere una delle preziosissime perle rossastre che si diceva crescessero nelle interiora dei draghi Krayt , i predatori più pericolosi di Tatooine.
Vader si sedette sulla poltrona e accese l’interfono presente sulla scrivania.
“Sala comunicazioni, informate il governatore del mio arrivo. Deve raggiungermi immediatamente nel suo studio.”
E spense il comunicatore senza attendere replica.

Alcuni minuti più tardi, a seguito di una attesa troppo lunga che l’uomo in armatura giudicò altamente offensiva, finalmente Okins si presentò alla porta: era un uomo decisamente grasso, non molto alto e dalle fastidiose fattezze porcine, in particolare il suo naso, che ricordava quello di un Gamorreano. La sua divisa era malconcia e sgualcita, indossata chiaramente in tutta fretta.

“ Lord Vader! – squittì visivamente impaurito, entrando nella stanza – ma quale piacevole sorpresa. Se mi avesse avvisato, le avrei preparato un degno comitato di benvenuto !”
“ Faccia a meno dei convenevoli, generale – lo chiamò con il suo grado militare, come era solito fare in quei casi, per richiamare all’istante l’importanza della gerarchia – sa perché sono qui ?”
“Non riesco proprio ad immaginarlo, milord. Ma se dovesse essere per quanto avvenuto al palazzo di Jabba Desilijic – rispose l’uomo ancora una volta con quella voce irritante e contraddicendosi a causa del terrore che evidentemente provava – le assicuro che è stato tutto un regolamento di conti all’interno del Cartello Hutt, circa il quale siamo stati caldamente invitati a non fare ulteriori indagini e…”
Il respirò di Vader cominciò a tradire una certa rabbia e l’uomo sembrò percepirla al punto che decise di mettersi in ginocchio.
“… e ho preso la decisione di fare come ci veniva suggerito! Le prego di credermi, non era mia intenzione nasconderle nulla, la ritenevo unicamente una questione triviale, non degna della sua attenzione, milord!”
Il Signore Oscuro dei Sith aveva udito abbastanza.
“Faccia silenzio ! – tuonò imperioso – su di un pianeta dove esiste un presidio imperiale è stata fatta detonare una bomba sismica, un’arma il cui solo possesso costituisce un reato passabile di condanna a morte e lei non ha fatto nulla ?”
“Mi-mi-lord – Okins balbettò – l’arma in questione è stata utilizzata da Boba Fett, uno dei cacciatori di taglie al servizio dell’Hutt e …”
Questa volta fu Vader a finire la frase.
“E lei ha ritenuto più importante non infastidire quei criminali piuttosto che fare le dovute indagini ?”
L’uomo in armatura uso la Forza per stringere in una morsa d’acciaio il collo del suo interlocutore come era solito fare quando c’era da punire qualcuno.
“E ha deciso di accettare da parte di quei luridi gangster tutti questi preziosi, che non ha avuto neanche l’accortezza e la dignità di nascondere ?” – disse, riferendosi alle suppellettili presenti nella stanza, mentre il volto dell’ufficiale cominciava a diventare paonazzo e della schiuma cominciava ad uscire dalla sua bocca.
“ E ha messo a loro disposizione i valorosi soldati dell’ Impero, accettando di coprire senza alcun ritegno i loro sporchi affari ? – la voce di Vader si era fatta altissima, era sicuro che si sentisse anche al di fuori dello studio.
Il viso dell’uomo aveva assunto oramai una tinta violacea e il Sith si era stancato della vista di quell’individuo.
“ Lei mi ha deluso per l’ultima volta, generale – e gli spezzò l’osso del collo. L’uomo grasso cadde a terra come un sacco di cibo per bantha.

Conclusa la prima motivazione per la quale si trovava li, decise di passare subito alla seconda. Accese di nuovo l’interfono ma questa volta per comunicare con uno specifico individuo presente in quella caserma.
“E’ il tuo turno, traditore – e spense nuovamente l’apparecchio.
In passato, aveva detto all’uomo con il quale aveva appena comunicato che lo avrebbe spedito nel peggiore letamaio dell’Impero. Lo aveva punito per essersi fatto sorprendere dall’Imperatore, per non avergli riferito per tempo della costruzione della nuova Morte Nera. Ricordava bene quando lo aveva torturato a bordo dell’Executor e alla fine della sua confessione di inadempienza, Vader aveva deciso di lasciarlo vivere, unicamente per tentare di sorprendere il suo Maestro.
E in maniera del tutto inattesa, quell’uomo non solo aveva avvisato il suo Spettro, di cui era alle dirette dipendenze, della mancata comunicazione di Okins ma aveva anche dichiarato di aver fatto delle scoperte di una tale importanza da volerne parlare personalmente con l’individuo che l’aveva torturato e nelle cui grazie confidava di poter tornare. Ma fino a quando non avesse verificato di persona tali scoperte, il Sith avrebbe continuato a dargli l’appellativo di traditore.
 
L’informatore si presentò molto rapidamente li nella stanza occupata dall’uomo in armatura e Vader si accorse, non senza una certa irritazione, che l’uomo non era solo. Con lui c’era una femmina twi-lek dalla carnagione blu, dagli abiti così succinti che lasciavano ben poco spazio all’immaginazione. Entrambi lanciarono una veloce occhiata all’uomo morto a terra ma senza restarne colpiti più di tanto. Del suo ex agente conosceva la freddezza ma a quanto pare anche quella femmina doveva essere abituata alla vista della morte.
“Chi è costei, traditore ? – disse con fastidio malcelato.
“Mi è stata d’aiuto nello scovare quanto il governatore Okins intendeva celarvi, milord. L’attacco al palazzo di Jabba Desilijic e le sue modalità – rispose l’uomo mentre la ragazza aliena, non senza una certa dose di coraggio prese a fissare il Sith con un ghigno insolente sul volto.
“Hai reso un servizio all’Impero, ragazza – disse poi fissando quest’ultima, riuscendo soltanto in parte ad intimidirla, una cosa che normalmente avrebbe punito severamente ma che in quella occasione apprezzò – come possiamo ricompensarti ?”
La twi-lek cominciò a parlare con voce molto suadente.
“Mi chiamo Neena, Neena Lestrin, mio signore – quel particolare non richiesto fece comprendere ancora una volta a Vader che aveva a che fare con una persona poco avvezza al rispetto dell’autorità – e quello che chiedo è di entrare al vostro servizio. Posso esservi di aiuto, come già lo sono stata in questa occasione.”
Insolente e sicura di se, ma almeno un briciolo di competenza lo aveva. L’uomo in armatura si sentiva sufficientemente stuzzicato da darle una possibilità.
“E come vorresti servirmi, ragazza ? – disse il Sith, non avendo alcuna intenzione di chiamarla per nome.
“C’è una persona che desidero uccidere, mio signore, e si tratta di una pericolosa ribelle. Lei mi ha umiliata e io desidero vendicarmi. E so che a voi Imperiali farebbe molto piacere.”
Pronunciò l’ultima frase con grande soddisfazione. Non era granché raffinata ma i suoi modi spicci e il suo parlare semplice non dispiacevano all’Esecutore.
“E chi sarebbe questa persona che vorresti uccidere ? – chiese l’uomo in nero, piuttosto incuriosito.
“La principessa Leia Organa! Quella bastarda mi ha quasi uccisa senza che io le facessi nulla. E Neena Lestrin non perdona chi le fa del male in casa sua, nossignore!”
Il Sith percepiva che non fosse completamente vero quanto era stato appena dichiarato ma non gli importava. La rabbia di quell’aliena lo compiaceva e già aveva un’idea di come servirsene.
“La tua richiesta di servire l’Impero è accettata, ragazza – volse lo sguardo al  traditore – addestrala affinché possa infiltrarsi quanto prima tra le file dei Ribelli. Ritengo abbia già delle solide basi.”
L’informatore eseguì un cenno di assenso con il capo mentre la twi-lek fece un piccolo salto, visibilmente soddisfatta in volto.
“Grazie mio signore, non ve ne pentirete!”
“ Io no – replicò impassibile Vader – ma tu sì se oserai fallire o disobbedire ai miei ordini. Avvicinarsi alla ribelle che hai nominato non sarà affatto facile e se i suoi alleati dovessero accorgersene ti ucciderebbero. Ma se riuscirai, avrai la tua possibilità. Ricorda però, non agirai fino a quando non sarò io o chi per me ad ordinartelo. Sono stato chiaro ?”
“Si, milord ! – rispose ancora una volta visibilmente eccitata.
“Bene, adesso puoi andare. Ci sono affari di cui posso solo discutere con il tuo accompagnatore.”
La ragazza si inchinò ben poco elegantemente per poi uscire dallo studio.


“Venendo a noi, traditore. C’è altro che devo sapere sulla questione del regolamento di conti tra Hutt ?”
“Si, milord – rispose l’uomo. Era piuttosto alto, dal volto piuttosto scarno e portava l’uniforme in maniera assolutamente impeccabile – c’è stato un sopravvissuto, nientemeno che il maggiordomo personale di Jabba, un altro twi-lek di nome Bib Fortuna.
“Fett se lo è lasciato sfuggire ? Non è da lui.”
Vader non aveva alcuna intenzione di rivelare che a compiere quell’atto non poteva essere stato il cacciatore di taglie mandaloriano ma molto probabilmente qualcuno degli amici di Luke o qualche altro ribelle. Era una informazione che per ora intendeva mantenere segreta, avrebbe potuto tornargli utile in futuro.
“La cosa singolare è questa, Fortuna è stato usato come messaggero della vendetta di Gardulla Besadii ; Fett lo ha colpito in modalità stordente , lasciandogli i saluti personali della vindice Hutt.”
Gardulla… quel nome gli ricordava qualcosa, gli ricordava di un bambino che era stato suo schiavo prima di essere venduto ad un certo mercante toydoriano per una scommessa persa. E ancora una volta si trovò a dover arrestare quel suo divagare e ad accelerare i tempi della sua visita su Tatooine.
“Quindi Fortuna è stato arrestato ? – disse alfine l’uomo in armatura.
“Si, milord. Purtroppo il fu governatore Okins ha comunicato agli sgherri della Hutt della sua cattura e come era ovvio aspettarsi ne chiedono la consegna. Il twi-lek potrebbe conoscere molti segreti del suo ex padrone ed è di quelli che la Besadii vorrà impossessarsi.”
“E noi non glielo permetteremo – rispose Vader – torturate il twi-lek affinché riveli i segreti del suo defunto datore di lavoro a noi per primi e poi consegnatelo a Gardulla. Non vi preoccupate neanche di curarlo.”
"Si Milord – rispose l’informatore – a questo riguardo, bisognerà nominare un nuovo governatore …”
“Parleremo di questo più tardi – rispose Vader seccato – ora desidero sapere di QUELLE altre informazioni, traditore.”
L’uomo in divisa tirò fuori dalla tasca interna della sua divisa un datapad e lo consegnò all’Esecutore, senza aggiungere nulla.

Il Sith cominciò a leggere i dati, con sempre maggiore interesse man mano che li scorreva. A quanto pare qualcuno dalla Corte del Centro Imperiale e qualcuno di molto importante per via dei codici di sicurezza che utilizzava, si era servito del pianeta deserto come ponte radio, per raggiungere un altro luogo localizzato nelle Regioni Ignote, oltre l’Anello Esterno, e di cui Vader leggeva per la prima volta: Jakku. Il contenuto di quelle comunicazioni era estremamente bizzarro: erano inerenti spettacoli teatrali, sinfonici, opere d’arte esposte nella capitale dell’Impero e su tutti quegli argomenti il mittente chiedeva pareri al destinatario. Vader pensò subito che doveva trattarsi di un altro codice di sicurezza, un codice nel codice, per rendere ancora più sfuggente il significato di quelle parole. E conosceva soltanto un individuo nella Corte che avesse tutti quegli interessi culturali così ricercati: il suo Maestro.
Quindi Palpatine comunicava con codici ancora più secretati del “normale” top secret imperiale con qualcuno che si trovava su di un remoto pianeta che, a memoria dell’uomo in armatura, non compariva sulle normali mappe iperspaziali. E il suo desiderio di indagare sulla faccenda non poteva essere più elevato. Sentiva che svelando quel mistero così minuziosamente nascosto, avrebbe compiuto un fondamentale passo in avanti nella sua lotta per ora silenziosa contro l’Imperatore.
“Dai tracciati della comunicazioni – disse il Sith dopo un lungo silenzio – è stato possibile ricavare le coordinate di Jakku ?
“Si Milord – disse visibilmente compiaciuto l’informatore – li troverete alla fine del rapporto.”
“ Mi hai servito bene, traditore. E’ tempo che io ti riabiliti.”
L’uomo in divisa si mise in ginocchio.
“Ardus Kane – Vader lo chiamò con il suo vero nome  – sei il nuovo governatore e comandante militare di Tatooine. Mantieni ordine e disciplina e fai rispettare le leggi dell’Impero. Imponi agli Hutt maggiore discrezione nel trattare i loro affari.”
Gli occhi di Khane erano densi di felicità misti ad incredulità e l'uomo in armatura seppe in quel preciso istante di essersi guadagnato la sua lealtà per sempre.
Ora ci sarebbe voluto ben più dei fulmini della Forza per sottomotterlo: ora non sarebbe stata soltanto la paura a tenerlo vicino al suo signore ma anche quella fedeltà che sgorga dal riconoscimento di un merito.
“Milord! Vi servirò fino alla morte! Non vi deluderò mai più!”
“So che non lo farà, Governatore Kane.”
E senza aggiungere altro, Darth Vader si mise in piedi e ritornò velocemente al suo caccia, con il quale era giunto in solitudine sul pianeta deserto.
Era stato fin troppo in quel luogo e anche se la visita era stata proficua , il prezzo da pagare per la sua mente era stato tutt’altro che basso
   
 
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