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Autore: queenjane    16/09/2019    2 recensioni
Olga Nicolaevna Romanova, figlia dello zar Nicola II, a teatro durante le celebrazioni del 1913, trecentesimo anniversario della presa del potere dei Romanov al trono di tutte le Russie, potenza e fragilità, sviluppi e pensieri, frammenti brevi, fino al 1914, con lo scoppio della Prima Guerra mondiale:.. " Non si trattava di scaramucce banali, tutti erano contro tutti, già parte della storia.
Il 31 luglio, a mezzanotte, l’ambasciatore tedesco, Pourtales, si recò dal ministro russo degli esteri,Sazonov, con un messaggio da Berlino: la Russia, doveva annullare entro 12 ore la mobilitazione delle truppe.
A mezzogiorno del primo agosto non era giunta alcuna risposta e il Kaiser ordinò alle sue truppe di andare sui confini.
Sempre quel primo agosto Pourtales si recò da Sazonov, chiedendo che la Russia annullasse la mobilitazione, lo chiese tre volte e la risposta fu sempre negativa, era tardi. “In tal caso, Signore, il mio Governo mi incarica di trasmettervi il seguente messaggio”la voce si inceppò, riprese “ Sua maestà l’imperatore, mio augusto sovrano, nel nome dell’impero, accetta la sfida e si considera in stato di guerra contro la Russia” Erano le 19.10. .." Prima della fine.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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In ogni caso, la stagione mondana del 1913, a prescindere dalla solita assenza di Nicola II e dei suoi più intimi famigliari, brillò per sfarzo ed arroganza.  La madre di Catherine,  Ella,  partecipò al ballo della principessa Obolenskij ispirato alla mitologia ellenica,  gli ospiti si aggiravano nel magnifico palazzo neoclassico avvolti in tuniche e sandali, mangiando grappoli d’uva e sorbendo i vini provenienti dalla Crimea, mentre la neve cadeva copiosa. Meriel Buchanan, figlia dell’ambasciatore inglese, per il ballo nella loro ambasciata si premurò di creare vari tableaux vivants avente un tema macabro, basti pensare che, tra gli altri, figuravano Barbablù e Jack the Ripper. E la contessa Kleinmichel organizzò una serata di splendide danze in bianco e nero, ove gli ospiti parevano confondersi sullo sfondo dei pavimenti marmorei del suo palazzo, appunto a scacchi, candidi e neri.
Fiorivano le danze ed i pettegolezzi, come quello sul famoso Nijinskij, ballerino di punta al teatro Marinskij, che ebbe l’idea di danzare con un costume indossato direttamente sulla pelle, le sue grazie en plein air sotto gli occhi dell’imperatrice madre, che, presente sul palco imperiale, si era fatta dare un binocolo e aveva osservato per un momento o due, salvo allontanarsi in fretta. Il giorno dopo, il ballerino era stato bandito.
E  Catherine sapeva, visitando poveri e orfanotrofi, che la situazione era satura, una volta suo zio R-R sbraitò che per ogni poliziotto e per ogni centocinquanta abitanti di Piter vi erano, a voler stare modesti, tre o quattro prostitute, che era incredibile!
Si diceva che tutto fosse compromesso, perduto, come era  perduta la dinastia, a febbraio si era tenuto un ricevimento al Palazzo d’Inverno, per tre ore dignitari e dame erano sfilati dinanzi allo zar, inchinandosi, e baciando la mano alle due imperatrici, la vedova e la regnante, salutando poi lo zarevic, il ragazzino delle tragedie, delle sventure.
Il ragazzino non ce la faceva a stare in piedi, perché soffriva ancora per i postumi di Spala, una crisi quasi ferale,   ed era semisdraiato su una poltrona, pallido e sofferente, distante nel suo mondo.
 Pareva un addio, un funerale, non un omaggio a una speranza, tutto era perduto. Quando era stato il  turno di Catherine l’aveva riconosciuta, di primo acchito, stendendo una mano, gli aveva stretto il palmo, allontanandosi poi veloce dopo l’inchino di rigore.. Stai tranquillo Alessio, ci vediamo poi, non ora, non  è il caso, il protocollo incombe, il suo sussurro, le loro dita strette l'avevano riempita di dolore e dolcezza.
Volle attribuire alla stanchezza, allo sfinimento fisico delle lunghe ore in piedi, per le cerimonie civili e religiose che  la voglia di piangere. 
 Ah Alexei.. il principe combattente.
   
 
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