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Autore: Mav_7    17/09/2019    4 recensioni
Un angelo e un demone sono stati ripudiati dalle rispettive fazioni.
Un amore come solo scoglio.
Una guerra è in procinto di esplodere.
Crowley e Aziraphale ce la faranno a resistere?
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Breve premessa: il rating di questa storia è arancione però in questo capitolo potrebbe diventare rosso

 

 

Proserpina aveva mantenuto la promessa.

Aveva giurato di aiutare l’angelo e così aveva fatto, sfidando coraggiosamente il Signore degli Inferi.

Quando ancora era una giovane mortale aveva conosciuto l’amore più sincero, aveva corso a piedi nudi nei campi di grano mentre i suoi lunghi capelli ramati ondeggiavano al vento e si era tuffata nelle limpide acque dei laghi per trovare sollievo dalla calura estiva.

Tutto questo le era stato portato via in pochi attimi per la superbia e la gelosia del Re degli Inferi; aveva dovuto barattare la sua anima per salvare la terra da carestie e siccità abbandonando per sempre la sua giovinezza spensierata.

Aveva conosciuto l’amore nella sua forma più pura e conosceva il peso che comportava la separazione: per questo aveva scelto di aiutare quel demone così particolare e quell’angelo dallo sguardo fiero.

Dopo tutti quei secoli passati all’ Inferno conosceva suo marito e conosceva i demoni, sapeva che sebbene in quel mondo glaciale e mai riscaldato dal sole non potesse esistere la gioia, i demoni non erano in grado di resistere alla dolcezza che solo la musica sapeva regalare. Forse agli angeli caduti ricordava la musica divina, un canto lontano e antico, ormai perduto per sempre.

Aveva raccomandato all’angelo di sbrigarsi perché sapeva che suo marito non avrebbe aspettato molto a infliggere la sua condanna dal momento che il verdetto era già deciso.

Aveva aperto il cancello delle carceri, avendo libero accesso a ogni parte dell’Inferno, per recarsi poi negli alloggi di Lucifero e con dedizione aveva iniziato a suonare il violino: era una melodia malinconica e armoniosa che incantò subito il Re, lasciando così ad Aziraphale un margine di tempo per sgattaiolare nel cuore delle prigioni.

Molti demoni erano usciti dai loro angoli bui per ascoltare incantati quella melodia così magica: le fiamme stesse smisero di ardere in torno ai peccatori per concedere un po' di pace alle anime perdute.

 

 

Another promise, another scene,

Another package lie to keep us trapped in greed

With all the green belts wrapped around our minds

And endless red tape to keep the truth confined

 

 

Crowley aveva afferrato per la mano Aziraphale conducendolo su per le scale e poi via, di corsa fuori dalle prigioni.

Conosceva quei vicoli tenebrosi e stretti a memoria.

Non ne aveva mai parlato all’angelo degli anni trascorsi tra le fiamme dell’Inferno dopo la caduta, erano stati troppo dolorosi anche per un’anima fiera come la sua.

Si era sentito sporco, macchiato dal peccato di aver sfidato Dio e di aver perso contro di Lei.

Aveva combattuto al fianco di Lucifero contro i suoi stessi fratelli, aveva combattuto, per quanto ne sapeva, contro Aziraphale stesso: avrebbe potuto ucciderlo lui stesso.

Ecco perché non ne aveva mai parlato con l’angelo.

Come avrebbe potuto esprimere tramite le parole tutti i sentimenti contrastanti che si erano susseguiti in lui fino a lasciar posto alla disperazione più cruda quando aveva scoperto con orrore di ritrovarsi sul fondo.

Come avrebbe potuto spiegargli l’angoscia che gli aveva stretto lo stomaco mentre vedeva le bianche piume diventare nere e le pupille allungarsi?

E poi c’era stata la vergogna.

La vergogna di aver stretto la mano a Lucifero, l’unico che in quel momento sembrava essere in grado di poterlo rialzare, di poterlo trascinare furi dal baratro nel quale era sprofondato; e così gli aveva creduto una seconda volta. Si era unito a lui e agli altri angeli Caduti pensando che quella potesse diventare la sua nuova famiglia e per un certo periodo aveva creduto che fosse proprio così.

Questo fino a che non aveva conosciuto Aziraphale sulle mura del Paradiso Terrestre.

Allora era rimasto incantato a fissare le ali regali della creatura maestosa che aveva di fronte e nell’incontrare il suo sorriso impacciato aveva capito fin da subito di non poter appartenere a nessun altro se non a lui.

E adesso che correva a per di fiato nelle tenebre, stringendo tra le dita la mano morbida dell’angelo, era sicuro che quella non fosse mai stata la sua casa e che mai avrebbe potuto esserla.

Ma l’angelo sapeva perfettamente ciò a cui stava pensando Crowley mentre correvano per uscire dalle tenebre.

Sentiva la vergogna che provava nel conoscere così bene quel luogo.

Gli stringeva con forza la mano, come a volersi scusare di ciò che era e di ciò che aveva fatto per essere sepolto in quel luogo senza luce.

 

 

They will not force us

They will stop degrading us

They will not control us

We will be victorious

 

 

Crowley spinse con forza il cancello arrugginito che separava le carceri dal resto del mondo infernale e la porta ancora una volta si aprì lasciandoli liberi di passare.

Le voci alle loro spalle urlavano per essere liberate intimandogli di tornare indietro.

Aziraphale commosso da quelle voci spezzate rallentò fino a fermarsi.

“Che fai angelo? Corri o ci saranno addosso in un attimo!” gli disse col fiatone e strattonandolo per invitarlo a proseguire.

“Che ne sarà di quelle povere anime?” gli rivolse uno sguardo preoccupato.

“Oh angelo” lo guardò con tenerezza “non tutti possono essere salvati..” ma si morse la lingua per non rivelare le vere ragioni del perché quelle anime fossero rinchiuse.

Ciò non sfuggì allo sguardo attento dell’angelo.

“Dimmelo, lo so che volevi aggiungere altro”

“Non adesso, forza andiamo!” disse girandosi per riprendere il cammino ma sentì Aziraphale afferrarlo per la manica imponendogli di voltarsi.

“Dimmelo”

Da quando il suo angelo era così determinato?

“Quelle sono le anime che hanno compiuto i crimini peggiori, ma non credere che siano state imprigionate solo per volontà di Lucifero… L’Inferno è una pena inflitta da Dio. Perciò se non ti vuoi nuovamente scontare con Lei, e direi che per ora ne abbiamo avuto abbastanza, ci conviene andare”.

Aziraphale annuì in silenzio e abbassò lo sguardo per nascondere a Crowley quanto quella verità l’avesse ferito, ma il demone fu più veloce e lesse nei suoi occhi tutto il dolore che provava per la sua impotenza di fronte al volere di Dio.

“Mi dispiace” gli sussurrò abbracciandolo.

“Grazie”

“E di cosa?”

“Di avermi detto la verità”.

Crowley, commosso, gli posò un lieve bacio sulla guancia.

“Ora andiamo” lo richiamò intrecciando le dita con quelle dell’angelo.

Ripresero a correre: Crowley apriva la strada e guidava l’angelo per gli stretti cunicoli, questi lo seguiva cercando di mantenere il passo e brandendo la spada pronto ad usarla in caso di necessità.

Girarono un angolo e di colpo andarono a sbattere contro una sagoma scura.

“Ma che diamine!” imprecò tra i denti la figura.

Crowley riconobbe la voce e fece un passo indietro rabbrividendo.

“E rieccoci! Siamo alle solite, vero Crowley?” lo derise Belzebù, “tu scappi, combattiamo, noi ti prendiamo, tu ti ribelli…uff stai diventando noioso!” sbuffò.

Crowley la guardò con occhi carichi di odio, sapeva bene che Belzebù non si riferiva solo a quest’ultimo episodio o alla storia dell’Apocalisse. No, quella storia era molto più antica e dolorosa.

 

 

 

 

Interchanging mind control

Come let the revolution take its toll if you could

Flick a switch and open your third eye, you'd see that

We should never be afraid to die

 

 

“Emm scusate se mi intrometto” iniziò l’angelo, ma fu subito interrotto da un ringhio che gli gelò il sangue nelle vene. Si guardò in torno e constatò con orrore che Belzebù non era sola: occhi famelici li osservavano da ogni lato bloccandogli qualunque via di fuga.

“Stavamo giusto venendo a prenderti ma ti ringrazio per averci fatto la cortesia di venire tu da noi, ci hai evitato molte rampe di scale!” ghignò.

“Caro” lo richiamò l’angelo vedendo il cerchio stringersi attorno a loro.

Crowley non rispose e non si mosse continuando a fissare Belzebù come se il suo sguardo fosse in grado di incenerirla.

“Caro!” lo chiamò di nuovo con voce più acuta.

Belzebù scoppiò a ridere.

“Lo sai angelo, Crowley non ha paura di affrontarmi; teme però che ti riveli chi è veramente: un traditore! Ecco chi è, lo è sempre stato e per sempre lo sarà. Farà così anche con te. Dirà di amarti, ti dirà che per lui sei la sua famiglia e poi? E poi ti volterà le spalle alla prima buona occasione” continuò in tono canzonatorio.

“Belzebù non osare…” sibilò stingendo i pugni.

“Altrimenti?” lo sfidò.

“Zitta!”

“Non mi sembri nella posizione di dettare le regole” fece una pausa teatrale “Bè angelo devi sapere che non era la prima volta che il tuo caro demone frequentava certi alloggi, insomma le carceri”

“Ti ho detto che devi tacere!”

Aziraphale lo scrutò interrogativo: sapeva che Crowley aveva trascorso molto tempo lì sotto ma mai gli aveva detto di essere stato imprigionato.

Belzebù scoppiò nuovamente a ridere di gusto, subito seguita dei demoni.

Crowley gli strappò di mano la spada e approfittò della situazione per trafiggere alcuni demoni che si erano avvicinati qualche passo di troppo.

“Davvero Crowley? Siamo di nuovo a questo punto?” nei suoi occhi brillarono le fiamme dell’Inferno.

Aziraphale non sapeva cosa fare: non aveva armi e anche se le avesse avute di certo nulla avrebbero potuto contro tutti i demoni dell’Inferno.

Crowley afferrò per la gola Belzebù puntandole contro la lama, ma questa per nulla intimorita continuò a sghignazzare.

Improvvisamente si udì una dolce melodia spargersi per le buie gallerie fino a giungere alle loro orecchie.

I demoni, Crowley compreso, si fermarono come incantati da quella triste musica.

“Proserpina!” esclamò l’angelo sentendo nuovamente la speranza fluire nelle vene.

“Correte” urlò la ragazza.

Prese Crowley per mano trascinandolo in direzione della luce e continuò a correre finchè non vide finalmente sopra le loro teste le acque scure dell’Averno, schioccò le dita e le acque si separarono lasciando intravedere il cielo.

Aziraphale spiegò le ali, prese Crowley, ancora sotto shock, tra le sue braccia e spiccò il volo verso il cielo offuscato dai fumi infernali.

 

They will not force us

They will stop degrading us

They will not control us

We will be victorious

 

 

L’angelo schioccò le dita una seconda volta e le acque si chiusero dietro di loro: erano finalmente in salvo.

Aziraphale volò il più lontano possibile da quel luogo infernale, planando dolcemente in aperta campagna, ormai al sicuro.

“Come stai?” chiese al demone che continuava a sbattere le ciglia incredulo.

“Che è successo? Ricordo che stavo per tagliare la gola a Belzebù e all’improvviso si è sparsa una musica…” si guardò intorno per cercare di identificare quel luogo sconosciuto.

“Angelo dove siamo?”

“Al sicuro, dobbiamo ringraziare Proserpina se siamo ancora vivi. Sai, non credo che il tuo piano di fare a fette Belzebù sarebbe stato vincente” lo rimproverò con un mezzo sorriso sulle labbra.

Crowley in risposta gli fece il verso tirando fuori la lingua.

Si sentivano bene come non lo erano stati da tanto tempo: erano insieme, avevano vinto contro il Paradiso e l’Inferno!

Aziraphale, preso da quell’improvvisa euforia, si gettò sulle labbra del demone. Non voleva correre, voleva assaporarlo, sentire ancora il sangue fluire nel suo corpo, per fare l’amore come si deve ci sarebbe stato tempo.

Lo baciò a fior di labbra sentendo il suo profumo così famigliare, anche sotto tutti quegli stati di fuliggine.

Strofinò il naso contro il suo mentre col pollice gli accarezzava piano la guancia.

Crowley gli portò una mano alla nuca spingendolo contro di se e succhiandogli piano un labbro.

Aziraphale fu il primo a staccarsi: c’era una domanda che gli ronzava nella testa.

“Caro a cosa si riferiva Belzebù? Perché ti avevano già rinchiuso là sotto?” gli domandò fissando i suoi occhi turchesi nelle pupille sottili del demone.

Crowley sbuffò girando il capo per interrompere il contatto.

Si alzò in piedi guardandosi in torno, ma non c’era nulla a eccezione dei campi di grano e pannocchie su cui posare lo sguardo.

Tornò a guardare l’angelo ai suoi piedi e sentì il cuore scoppiare di felicità.

Oh quanto era bello.

Bello era riduttivo: magnifico ,maestoso, divino!

 

I know you've suffered

But I don't want you to hide

It's cold and loveless

I won't let you be denied

 

Era sporco di terra e fuliggine; i capelli erano scompigliati e avevano assunto un colore più scuro a causa dei vapori infernali, eppure gli occhi brillavano come non mai e sorridevano alla luce del sole.

Aziraphale si lasciò guardare in silenzio sentendo su di sé lo sguardo del demone che gli accarezzava il viso.

“Caro?” era determinato a ricevere una risposta.

“Sì ti ho sentito” disse tornando a sedersi vicino a lui “non mi va di parlarne”.

Aziraphale posò una mano sul suo ginocchio invitandolo a continuare.

“E’ stato tanto tempo fa, subito dopo la Cacciata” si passò stancamente una mano sul viso strofinandosi gli occhi.

“E’ vero quello che dice Belzebù: sono un traditore. Prima ho tradito Dio, poi Lucifero e..”

“No” lo interruppe l’angelo.

Crowley gli rivolse un sorriso triste.

“Non mi tradirai” continuò determinato l’angelo.

“E come fai a saperlo?” guardò la mano ancora posata sulla sua gamba.

“Perché mi ami più di Dio stesso, ricordi? Me lo hai detto tu” disse prendendogli il mento tra le dita e obbligandolo a guardarlo negli occhi.

Crowley sentì una lacrima scendere silenziosa lungo la guancia, prontamente asciugata dalle dita premurose dell’angelo.

“Dopo la Cacciata mi vergognavo tremendamente, volevo tornare da Dio… volevo farmi perdonare e per questo mi sono ribellato a Lucifero, l’unico che in realtà mi stava aiutano a superare il dolore. Per questo mi hanno rinchiuso…” proseguì col fiato corto.

“Oh Crowley! L’ho sempre detto che sei buono!” disse posandogli un bacio sulla fronte.

“Ma sono un traditore della peggior specie” rispose nascondendo il volto contro il collo dell’angelo.

“No, significa che avevi capito i tuoi errori e che non sopportavi la malvagità degli altri demoni”

 

Soothing

I'll make you feel pure

Trust me

You can be sure

 

Crowley lo fissò negli occhi in silenzio per alcuni secondi poi lo spinse contro il suolo salendo su di lui a cavalcioni.

Gli baciò prima il naso, poi la fronte e infine gli passò la lingua sulle labbra.

Aziraphale gli prese il viso tra le mani e schiuse le labbra esigendo un bacio come si deve.

“Caro” lo fermò, “Andiamo a casa, i miei libri sono stati abbandonati per troppo tempo”

“Ma mi avevi promesso che se fossimo sopravvissuti avrei potuto farti tutto quello che volevo, ricordi?” protestò mentre l’angelo lo spingeva giù da sé per potersi rialzare.

“E un angelo mantiene sempre le promesse” rispose con un sorriso malizioso che lo rese ancora più irresistibile agli occhi del demone.

“Angelo ancora non so cosa ho fatto per meritarti” disse posandogli un lieve bacio sull’angolo della bocca.

“Pronto?”

“Mai stato così felice di rivedere Londra”

Con uno schiocco di dita la campagna sparì intorno a loro.

 

Aziraphale non ebbe bisogno di aprire gli occhi per riconoscere la sua libreria.

Inspirò a fondo lasciandosi inebriare dal profumo dei tomi antichi.

“Quanto mi sono mancati” sospirò.

Riaprì gli occhi guardando gli scaffali ricolmi di libri illuminati dalla dolce luce del tramonto.

Poi spostò lo sguardo sul demone, che fino a quel momento era rimasto in silenzio a guardare Aziraphale beandosi della sua visione.

 

I want to reconcile the violence in your heart

I want to recognize your beauty is not just a mask

I want to exorcise the demons from your past

I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

 

La calda luce del crepuscolo faceva risplendere maggiormente i suoi capelli fiammanti e Aziraphale non potè fare a meno di avvicinarsi per intrecciare le mani tra le sue ciocche.

“Sei bellissimo” gli sussurrò sulle labbra, “sei la Creatura più bella che abbia mai visto. Ti amo Crowley. Ti amo con tutto me stesso” continuò alternando alle parole dei leggeri baci a stampo che stavano facendo impazzire il demone.

“Ti amo anche io mio folle angelo” rispose stringendolo per i fianchi e trascinandoselo contro, “ma smettila con tutti questi complimenti altrimenti il mio ego spropositato non farà altro che aumentare.”

Scoppiarono a ridere entrambi con il cuore leggero.

“Bè” iniziò l’angelo attorcigliando una ciocca rossa tra le dita “sembra proprio che siamo sopravvissuti…” lo guardò di sottecchi con un sorriso provocante “cos’è che volevi farmi vedere?” continuò con il tuono più innocente possibile mentre la mano andava a posarsi quasi con non curanza sul membro di Crowley ancora intrappolato nei pantaloni.

Lo sentì fremere.

“Oh angelo non hai capito chi conduce i giochi” disse afferrandolo per le cosce e sollevandolo.

 

You trick your lovers

That you're wicked and divine

You may be a sinner

But your innocence is mine

 

Lo sbattè contro uno scaffale.

In un’altra occasione l’angelo lo avrebbe rimproverato di fare piano perché quei libri erano molto delicati, ma ora il pensiero non gli sfiorò nemmeno la mente.

Crowley lo baciò con foga, le sue labbra erano bollenti.

Quanto aveva bramato quelle labbra morbide e gonfie! E ora che ne aveva libero accesso non riusciva a smettere di baciarle, morderle e succhiarle.

Aziraphale rispondeva a qui rudi baci forse anche con maggior passione: aveva pianto così tanto credendo di non poter più baciare quelle labbra rosse!

Crowley gli strappò la camicia di dosso e lo stesso fece l’angelo passando le mani sul petto finalmente scoperto.

Il demone lo gettò sul divano salendogli immediatamente in grembo e facendo cozzare le erezioni ancora separate dalla troppa stoffa.

Aziraphale gemette nella sua bocca e il demone rispose mordendogli la lingua.

Con uno schiocco di dita si ritrovarono completamente nudi.

L’angelo fece per girarsi sul ventre sapendo quanto piacesse al demone prenderlo da dietro la Crowley lo fermò.

“Hai idea di cosa ho provato pensando di non rivedere mai più i tuoi occhi?”

Aziraphale lo guardò con gli occhi lucidi e carichi di amore posandogli dolcemente una mano sulla guancia.

“Voglio che i nostri sguardi siano incatenati per sempre”

“Oh amore” gli sussurrò stringendolo contro il suo petto.

 

Please me

Show me how it's done

Tease me

You are the one

 

Crowley gli morse il collo e gli leccò la giugulare per poi abbassarsi sui capezzoli e iniziare a stuzzicarli.

Ne morse uno con maggior forza e sentì Aziraphale inarcare la schiena per cercare un maggior contatto.

Crowley continuò a scendere lasciando una striscia di saliva sul ventre, gli morse dolcemente l’interno coscia e gli fece il solletico con la lingua.

Aziraphale gli strinse i capelli in segno di incoraggiamento e reclinò la testa completamente abbandonato al piacere.

“Guardami angelo” disse con voce roca, facendo fremere l’angelo.

Aziraphale aprì gli occhi e per poco non venne vedendo quella visione divina: Crowley completamente nudo tra le sue gambe divaricate, i capelli rossi arruffati, la schiena leggermente sudata e già marchiata dai graffi che l’angelo gli aveva lasciato. Crowley incatenò gli occhi ai suoi mentre tirava fuori la lingua e la passava su tutta la lunghezza dell’angelo con una lentezza esasperante. Sempre guardandolo prese in bocca il suo membro e iniziò a succhiare aumentando il ritmo sentendo la presa tra i suoi capelli diventare più forte.

L’angelo iniziò a muovere il bacino, incapace di resistere alla bocca del demone.

Crowley passò la lingua sul glande per poi accarezzargli le vene gonfie, Aziraphale urlò di piacere spingendosi contro la sua bocca. Crowley continuò a succhiare e leccare finchè non sentì l’angelo tendersi sotto di lui e riversarsi nella sua bocca.

Crowley sorrise soddisfatto del suo lavoro.

Risalì posandogli un leggero bacio sulle labbra ancora aperte alla ricerca di ossigeno.

Aziraphale lo spinse di lato così che potesse prendere il controllo e gli salì in grembo iniziando a strusciarsi.

Crowley reclinò il capo mentre una mano afferrava i capelli ricciolini dell’angelo e l’altra andava a stringergli una natica.

Aziraphale si sollevò quel tanto che bastava per far scivolare Crowley dentro di sé.

Si sentì completo come non lo era stato da quando li avevano separati.

Iniziò a muoversi prima più lentamente e poi aumentando le spinte.

Si guardavano negli occhi come se tra loro esistesse una forza magnetica; gemettero l’uno nella bocca dell’altro avvinghiandosi sempre con maggior foga finchè Crowley venne dentro di lui e Aziraphale gli sporcò il ventre.

Si baciarono intrecciando le lingue mentre gli ultimi sussulti dell’orgasmo scemavano.

Si bearono l’uno della vista dell’altro: erano sporchi, sudati e stanchi morti ma i loro occhi brillavano di felicità.

“Dovremmo farci una doccia” disse Aziraphale senza però muoversi dal suo grembo.

Crowley lo baciò nuovamente e lo sollevò dirigendosi verso il bagno.

“Non pensare che abbiamo finito, c’è ancora molto da dover recuperare”.

 

I want to reconcile the violence in your heart

I want to recognize your beauty is not just a mask

I want to exorcise the demons from your past

I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

 

 

 

Buongiorno a tutte, siamo finalmente giunti all’ultimo capitolo. Grazie a chi è arrivato fino a qu<3<3<3

Spero che questa storia vi sia piaciuta e se vorrete lasciare una recensione ne sarò molto felice.

Baci

  

 PS le canzoni sono “Uprising” e “Undisclosed Desires” dei Muse

   
 
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