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Autore: alaska_young    25/09/2019    1 recensioni
“Che diavolo ti dice il cervello?!” A grandi passi entrò in casa scostando Courtney.
“C-che vuoi dire? Di cosa stai parlando?”
“Courtney...perché diavolo hai invitato Duncan al tuo matrimonio?”
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: PWP, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Non appena si svegliò Courtney trovò al suo fianco il ragazzo dai capelli rossi a cui stava per giurare amore eterno.

“Buongiorno bellezza.” La voce addormentata del ragazzo fece capolino alle orecchie della ragazza, questa sorrise andando ad abbracciare Scott.

Lui prese a baciarla con foga per poi entrare con le mani nelle mutande.

“Scott sono in ritardo devo andare a spedire gli inviti.” Disse la donna tra un gemito e l’altro.

“Dai cinque minuti Court, è da un po’ che non stiamo soli.” Continuò a baciarla, ma quella si scansò e si alzò dal letto lasciando il fidanzato a bocca asciutta.

“Devo spedire quegli inviti tesoro.” Sorrise e gli mandò un bacio dalla porta.

Dopo aver fatto colazione con del caffè corse nell’ufficio postale più vicino e consegnò la scatola con gli inviti.

Poi corse nel suo ufficio per incontrare il primo, o in questo caso la prima, cliente della mattinata pronta a parlare del suo divorzio.

Dopo un’intensa mattinata Courtney uscì per la pausa pranzo che si svolse nel ristorante sotto lo studio legale dove lavorava.

Incredibilmente riuscì a liberarsi prima delle 17 e così fece un salto in un luogo in cui era solita andare qualche anno prima: dopo circa 40 minuti di auto arrivò all’Accademia di Belle Arti di Toronto.

Gwen, che prima studiava lì, ora insegnava nella struttura ed era una professoressa eccellente; aveva uno spirito creativo che ai ragazzi piaceva molto e riusciva a far sognare molta gente.

Poco più là, all’incrocio tra Richmond Street e University Avenue, si trovava un bar con l’insegna rossa al neon che recitava “THE BUTCHER”.

Ora il bar era chiuso, era presto per aprire ma la mente della mora cominciò a vagare mentre ricordava quante volte aveva ballato dentro a quel locale.

Era sempre pullulante di giovani, per lo più ragazze, che puntualmente facevano gli occhi dolci al barista dalla cresta verde ed il sorriso malizioso.

Nonostante i documenti falsi per entrare, Duncan riconosceva sempre i minorenni e si divertiva vederli credere di essere ubriachi con drink analcolici.

Sei crudele.” Gli diceva sempre l’ispanica incrociando le braccia al petto.

Il mondo lo è per primo.” Rispondeva pronto lui prendendole il volto con una mano per poi baciarla, fino a quando quei suoi occhi da cerbiatta non si addolcivano di nuovo.

Ed era stato in quello stesso bar, sotto gli occhi di Duncan, che qualcuno aveva trovato la ragazza, l’aveva raccolta e cercato di aggiustare ciò che il punk aveva rotto dentro di lei.

In un primo momento sembrò funzionare; Scott era fantastico, la faceva ridere, le faceva scordare ogni brutto momento ed era sempre vicino a lei.

Ma poteva mentire a tutti tranne che a se stessa, Scott non era Duncan.

“Hey Court! Che ci fai qui?” Gwen la abbracciò forte.

“Passavo per di qui, per un cliente sai, quindi ho pensato di fermarmi qui a prenderti!” Grande Courtney, gran bella balla.

Beh già che ci siamo allora mi puoi dare un passaggio da Trent? Gli ho detto che l’avrei raggiunto finito il lavoro.”

“Ovvio, sali.”

In quel tragitto parlarono degli inviti spediti, del vestito e tutti gli argomenti che deviassero verso il matrimonio.

“Court grazie mille! Ti scrivo!” La corvina scese dall’auto per andare nel negozio di musica del marito.

La mora pensava a come fossero felici e che magari questa felicità arriva solo dopo il matrimonio, quando ormai si è una coppia “finché morte non vi separi”.

Chissà.

Durante la settimana arrivarono messaggi a Courtney da ogni persona che avesse invitato al matrimonio, ringraziandola.

Tutti si erano fatti sentire eccetto Duncan.

Probabilmente avrà stracciato l’invito, io l’avrei fatto.

Fece spallucce per poi sentire il telefono suonare; erano i suoi genitori.

“Ciao mamma! Si hai visto? Si sì, mi hanno già chiamata...no, non credo..”

Improvvisamente sentì un’auto sgommare nel suo vialetto, bussare alla porta freneticamente ed urlare senza sosta.

“Mamma ti devo lasciare, credo sia arrivato un pacco per me saluta papà.”

Si avvicinò alla porta spaventata mentre le urla si facevano più distinte.

“COURTNEY APRI SUBITO QUESTA PORTA!” Era Gwen, non la vedeva così arrabbiata da anni.

“Ho anche un campanello se non ti ricordi.” Sputò acida la mora aprendo la porta.

“Che diavolo ti dice il cervello?!” A grandi passi entrò in casa scostando Courtney. 

“C-che vuoi dire? Di cosa stai parlando?”

“Courtney...perché diavolo hai invitato Duncan al tuo matrimonio?!”

 
   
 
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