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Autore: Khailea    25/09/2019    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
 
 
 
 
 
Johanna, Ailea, Seraph, Cirno, Ayame, Yume, Nadeshiko:
 
 
 
-Ooooh voglio provare tutto quanto!-
Per la gioia di tutte loro, in pochissimo tempo il gruppo di ragazze era riuscito a trovare un negozio che vendesse dei vestiti che potevano soddisfare i gusti di tutte. Andava solo scelto l’abito, ma per Nadeshiko era veramente dura sceglierne solo uno.
-Non abbiamo tutto il pomeriggio, e puoi prenderne solo uno.-
L’ammonì Ailea temendo come sarebbero andate le cose.
-Uffaaa andiamooo! A cosa serve fare shopping altrimenti?-
Chiese l’azzurra con degli occhioni da cucciolo pur di convincerla.
-A comprare il necessario e ad andarsene.-
Alla risposta di Seraph Nadeshiko rispose con una sonora linguaccia, mentre Ayame ridacchiò divertita dalla scenetta.
-C’è sempre tempo per far shopping, per ora troviamo solo qualcosa che ci renda super sexy no?-
-Ma io voglio tanti vestiti che mi rendano sexy!-
Protestò ancora la ragazza, trovando sostegno in Yume.
-Non ha tutti i torti, se si vuol far colpo su tanti ragazzi bisogna aver a disposizione molti abiti da mostrare. Johanna dovresti pensarci anche tu.-
Sentendosi chiamare in causa la ragazza sobbalzò leggermente.
-Ecco…io non voglio far colpo su tanti ragazzi…-
-Però su di uno sì, quindi il principio non è lo stesso?-
Chiese Nadeshiko cercando d’aver ragione.
-Non so se il ragionamento fila così, ma non basta prendere un vestito e basta?-
Chiese stavolta Cirno, già annoiata dallo shopping.
Si erano fermate in un ampio reparto pieno di vestiti, ed al momento erano ferme nella zona dei camerini, provvista anche di divanetti, intente a provarli.
-Diciamo che hanno ragione entrambe. Se si vuole far colpo su un ragazzo è ovvio che bisogna starci a pensare, ma oggi non si può perder troppo tempo.-
Disse Ailea, che fino a quel momento era rimasta dietro alla tenda del camerino per cambiarsi.
Tirandola svelò l’abito da lei scelto, un semplice abito nero con una spaccatura dalla coscia destra e dalla schiena quasi completamente scoperta, ad eccezione di alcune corte che tenevano il tessuto.
-Wooow! Come stai bene!-
Disse Nadeshiko con gli occhi che le luccicavano, avvicinandosi per guardare l’abito al meglio.
L’aveva scelto non solo perché le piaceva, ma perché sperava facesse lo stesso effetto anche su Khal.
-Se lo mettessi io il seno mi uscirebbe completamente tanto è stretto, ma per te non è un problema.-
Disse poi mettendo in evidenza la differenza di fisionomia che c’era tra loro, ma Ailea non ne fu in nessun modo intaccata.
-Menomale allora che a me sta bene, e non mi farebbe sembrare una salsiccia in caso.-
Seraph sorrise leggermente da sotto la maschera, mentre Yume scansò le due per entrare nel camerino.
-Va bene signore, preparatevi a vedere qualcosa di veramente sexy.-
Disse poi chiudendo la tenda.
-Ehi, io dovrei cambiarmi di nuovo, non posso micca uscire con questo senza pagarlo.-
Obbiettò Ailea, ma non venne nemmeno ascoltata, e così sbuffando andò a sedersi sul divanetto nella stanza con le altre.
Rimasero così un po’ in silenzio, fino a quando Cirno non parlò.
-Quindi come pensi la prenderà quel tipo quando gli dirai che ti piace?-
Alla domanda, ovviamente rivolta a Johanna, quest’ultima divenne completamente rossa, mentre tornò sotto l’attenzione di tutte.
-Oooh questa voglio proprio sentirla.-
Disse Yume facendo comparire la testa da oltre la tenda, mentre sembrava indossare solo il proprio intimo visto si vedeva solo il reggiseno.
-Pensi che lo bacerai?-
Chiese anche Nadeshiko portando i pugni alle guance con occhioni dolci.
-I-io…-
Se ci fosse stato un colore più vivo del rosso era sicuramente quello che aveva preso la faccia della ragazza. L’aveva immaginato tantissime volte nella testa, ma se fosse capitato veramente come sarebbe stato?
Stavolta non riuscì nemmeno a pensarlo che l’agitazione e l’imbarazzo la colsero.
-Dai la stai per far svenire.-
La voce di Ailea fortunatamente arrivò in suo soccorso, evitandole di rispondere.
-Ma dai dovrà pur pensarci no?-
Ribatté Ayame sbuffando, quelle ragazze erano una continua interruzione.
-Non mi sembra che baciare i ragazzi sia così interessante però.-
Obbiettò Cirno che ancora guardava i vari abiti, per passare il tempo.
-Forse perché sei ancora troppo piccola per pensarci.-
Sorrise Yume accarezzandole la testa dall’altra parte della tenda, ma non ottenne certamente una buona reazione.
-Io non sono piccola! Sono grande quanto voi e se le vostre gambe sono troppo lunghe la colpa non è mia!-
Nadeshiko si mise a ridere divertita dalla scena, mentre Yume finalmente uscì dalla tenda indossando uno strettissimo abito viola scuro, dai lati tagliati e tenuti stretti solo grazie a delle corde. Le arrivava poco sotto i glutei ed i seni erano messi in risalto con una vertiginosa scollatura.
-Ooooh come ti sta bene!-
Disse l’azzurra avvicinandosi ed abbracciandola, l’abito era sicuramente fantastico.
-Grazie, è veramente bello sì.-
Ailea approfittò subito di quel momento per rientrare e togliersi il suo, parlando comunque dall’altra parte di esso.
-In ogni caso vada come vada, non penso che anche se Johanna pensasse ad ogni minimo dettaglio del loro primo bacio andrà in quel modo. Si vive il momento e basta.-
-Se la vita seguisse gli schemi che ci mettiamo sarebbe tutto facile.-
Aggiunse Seraph guardandola uscire con gli abiti normali, lei preferiva non provarli lì, sapeva già andavano bene.
-L’imprevedibilità rende tutto più bello.-
Concordò Cirno con un sorriso, entrando subito dopo nel camerino.
-Lo so che non andrà come penso io...ma non so cosa aspettarmi.-
-Non per forza è una cosa brutta.-
Disse Yume mettendole una mano sulla spalla.
-Magari per qualcuno dolce come un confetto può agitare, ma andrà tutto bene.-
Disse a sua volta Ayame, che mai aveva avuto simili problemi.
-Ferme tutte! Guardate come il mio abito è il più bello di tutti!-
Urlò improvvisamente Cirno uscendo con un salto dal camerino, con indosso un vestito blu scuro la cui parte inferiore aveva dei piccoli triangoli gialli come decorazione, e con il bustino stretto con un fiocco.
-Come sei carina!-
Disse Johanna sorridendole.
-Non è male.-
Annuì Seraph non trovandolo troppo esagerato.
-Mette anche in risalto le gambe.-
Ayame conosceva molto bene il modo per far risaltare il corpo femminile, e la ragazza aveva certamente trovato un abito adatto a lei ed alle sue forme.
-Sì, non penso una scollatura andrebbe bene per te.-
Disse poi Nadeshiko innocentemente.
-Ogni cosa mi sta bene.-
Replicò energicamente l’altra.
-Questo sì che è lo spirito.-
Yume sicuramente adorava la sua energia, ed istintivamente l’abbracciò portando il viso dell’altra contro il suo petto.
-Mph! Sopphoco!-
Mentre parlava Cirno agitava le braccia in aria alla ricerca d’aria, facendo ridere sia Nadeshiko che Yume, alla fine però riuscì a liberarsi da quella presa mortale.
Nelle risate Johanna notò con la coda dell’occhio un’altra ragazza non molto lontana, che provando un vestito piroettò davanti ad un ragazzo, che sorridendo le diede un bacio sulle labbra.
Ciò la fece tornare all’argomento precedente.
-Ragazze…per voi come è stato il primo bacio?-
-Oh, credo circa verso le elementari. Baciavo tutti all’epoca.-
Rispose Yume ridacchiando.
-Intendo proprio il primo vero bacio.-
Replicò Johanna guardandola.
-Allora alle medie, dietro la scuola nei primi giorni di lezione. Il ragazzino era molto carino per la sua età, ed anche il suo amico che ricordo bene…-
-Il mio è stato sotto la pioggia, dopo un primo appuntamento dove era iniziato un temporale. Eravamo sotto l’ombrello e lui per distrarmi mi ha baciata.-
Sorrise Nadeshiko muovendo la coda.
-Per me è stato in una discoteca, il ragazzo era un mio ammiratore e visto era carino non mi sono certo trattenuta. Me lo sono tenuta per un po’ con me.-
Disse Ayame ricordando quel girono lontano, ma ormai c’era solamente Lighneers per lei.
-Sotto le stelle sul tetto del palazzo di Khal. Mi ha portata lì e si è dichiarato, non me lo sarei mai aspettata.-
Rispose Ailea sorridendo dolcemente, Seraph invece non si trovava a suo agio a parlare davanti a tutte di questioni personali, magari con Ailea o comunque persone strette l’avrebbe fatto, ma con chi conosceva appena non aveva molto senso.
-Il mio è stato con una ragazza che si chiamava Daiyousei…mi sembra fossimo vicino ad un lago d’inverno, le sue labbra erano molto morbide e calde…-
Disse invece Cirno sfiorandosi le labbra.
-Oooh quindi anche tu hai avuto qualche esperienza.-
Rispose Yume tra il sorpreso e il curioso.
-Certo che sì! Ho fatto e so fare molte più cose di quanto tu possa credere!-
Disse l’altra con una linguaccia ancora un po’ offesa per l’esser stata trattata come una bambina.
-Sarei curiosa di queste cose haha.-
Rise la viola per l’involontario doppio senso dell’altra.
-Sono tutte storie molto belle, spero anche il nostro sarà così…-
Disse Johanna sospirando chiedendosi come sarebbe stato il suo primo bacio con Mattia, ed il sorriso che le comparve fece addolcire praticamente tutte le sue amiche.
-Direi che non ti resta altro da fare che trovare il regalo.-
Seraph aveva ragione, erano passate molte ore e dovevano comunque sistemarsi, quindi s’affrettarono a pagare per cercare quello perfetto.
-Allora, sarà una rana?-
Chiese scherzosamente Cirno.
-Ahah, non penso.-
-Un vestito sexy?-
Domandò Yume alzando le sopracciglia un paio di volte, ricevendo questa volta una risposta più secca da parte della bionda.
-No.-
-Fantasia amica mia, fantasia.-
La canzonò Ayame che si trovava più d’accordo con Yume, ma non venne comunque ascoltata.
Iniziarono quindi a camminare per il gigantesco negozio, chiacchierando e pensando al da farsi, quando Johanna si fermò improvvisamente davanti ad una piccola vetrina, notando qualcosa che catturò la sua attenzione.
-Questo…è perfetto.-
 
 
 
 
 
Hope, Grace, Milton, Lacie, Sammy:
 
 
 
-Non sarebbe più veloce prendere uno dei vestiti e tornare all’hotel?-
Erano passati almeno venti minuti da quando le ragazze avevano scelto in quale negozio entrare, e Grace, che aveva già fatto la propria scelta, stava aspettando le altre gironzolando lì vicino.
-Tra poco andremo, godiamoci un’uscita serena intanto.-
Rispose Hope sorridendole, mostrandole poi un vestito verde acqua pieno di balze.
-Che ne pensi di questo?-
-Troppo da sirenetta.-
La rossa era molto schietta e sincera, e questo sicuramente era un pregio per trovare le cose migliori, anche se portava ad impiegare più tempo.
-Penso sia anche una buona occasione per conoscerci. Nel gruppo sicuramente siamo tra le più calme.-
Disse poi Milton intromettendosi tra loro, era passato tanto tempo da quando aveva fatto un’uscita simile tra ragazze.
-Io non direi nya.-
Obbiettò Lacie sbucando tra alcuni vestiti con uno strano cappello a cilindro in testa.
-Ahahah ma dove l’hai trovato.-
Ridacchiò Sammy prendendo il cappello dell’amica e mettendoselo in testa, ma era indubbiamente troppo grande.
-C’è un reparto pieno di cappelli buffi nya.-
-E’ vero, forse sei la più esuberante tra noi Lacie haha.-
Rise Milton guardando le due, andando a mettere al proprio posto un vestito nero.
Solitamente non impiegava molto a trovare dei vestiti che le piacessero, ma visto era con le altre si muoveva con calma.
-Secondo voi come sarà la festa?-
Chiese poi Hope cercando qualche altro abito.
-Normale credo, siamo a Londra infondo.-
-Cosa intendi Grace?-
Chiese Sammy avvicinandosi all’amica, lei non era mai stata ad una festa prima di allora.
-Sai, una stanza piena di gente, con tanta musica, luci che si accendono e si spengono.-
-Magari ci sarà una torta di compleanno.-
Azzardò Milton ricordando alcune feste alle quali era andata.
-E come sono le torte di compleanno?-
Alla domanda di Sammy tutte provarono una fitta al cuore. Essendo rimasta imprigionata per chissà quanto sull’isola forse non ne aveva mai festeggiato uno.
-Sono tanto buone nya, dei gusti che più ti piacciono. Quando sarà il tuo compleanno ne faremo una gigantesca nya!-
-Evviva, non vedo l’ora!-
Rispose la piccola agitando le braccia ed iniziando a saltellare con ancora il cappello in testa.
-In ogni caso sono sicura non sarà male. Una volta abbiamo anche incontrato il ragazzo di Johanna se non sbaglio.-
Disse Hope ripescando quel vecchio ricordo; era stata una sera in cui sia lei che Grace erano uscite per fare una passeggiata, notando una mostra di dipinti per strada.
Lì però c’erano due ragazzi, anche se le sembrava quello dai capelli azzurri fosse Mattia.
-Non è un po’ presto per definirlo così?-
-Sono ottimista Grace.-
Non riusciva a non esserlo, Johanna era una ragazza fantastica e meritava assolutamente di essere felice.
-Come vi è sembrato quel tipo nya?-
Chiese Lacie curiosa.
-Sembrava un normale ragazzo.-
La risposta di Hope era molto vaga, ma effettivamente oltre alle presentazioni non c’era stata praticamente nessuna conversazione.
-Sembrava un tipo esuberante.-
Aggiunse Grace con pochi vaghi ricordi.
-Mi piace la gente esuberante nya.-
-Se piacerà anche agli amici di Johanna sarà un buon inizio.-
Disse Milton voltandosi.
-Anche tu però sei sua amica, vero?-
-Ma certo Sammy, era per dire.-
Si corresse subito la bruna.
-Non ha tutti i torti, quando si è innamorati di qualcuno gli occhi sono foderati di prosciutto.-
Disse Hope in totale sincerità, per lei Alexander era perfetto e forse per i suoi sentimenti non riusciva a vedere nessun difetto.
-Che cosa significa?-
Chiese giustamente Sammy, nuova a quel modo di dire.
-Significa che quando ti piace qualcuno diventi stupido e rimbambito. Come Astral nya.-
-Lacie…significa che quando ti piace qualcuno non riesci a vedere i suoi difetti perché gli vuoi troppo bene.-
Ribatté Milton per non dar false informazioni a Sammy.
Non si poteva parlare genericamente con lei, bisognava spiegare bene certe cose.
-Però io vi voglio tanto bene ma riesco a vedere se avete dei difetti. Anche se siete sempre forti e perfette!-
I complimenti di Sammy fecero sorridere le ragazze, ma Hope presto spiegò la situazione.
-Non è solo il piacere, è quella sensazione tra due persone che desiderano essere più vicine ed intime. E’ diversa dall’amicizia, come due binari separati ma molto importanti; entrambi allo stesso livello ma comunque diversi. Gli occhi foderati di prosciutto ti vengono appunto quando ti piace qualcuno in questo senso più profondo, gli vuoi talmente bene che quasi non vuoi ammettere abbia dei difetti. Non tutti fanno così però ed è importante parlare di certe cose.-
Le spiegazioni della castana potevano sembrare pesanti, ma trovava comunque fossero molto importanti.
-Quindi quando mi innamorerò non è detto farò così?-
Chiese la piccola guardandola.
-Oh è sicuro lo farai.-
-Ma come…-
Alla risposta di Grace l’umore di Sammy era calato, ma Lacie accarezzandole la testa cercò di rallegrarla.
-E’ uno sbaglio che va fatto per crescere nya. Non si nasce perfetti e con le esperienze si migliora, questo però significa anche rischiare di sbagliare per poter ottenere qualcosa di bello in futuro nya.-
Grace spalancò gli occhi dalla profondità della frase della ragazza, solitamente molto più burlona di così.
Forse non l’aveva conosciuta ancora così a fondo come pensava.
Sammy era ancora leggermente confusa per l’argomento, ma sapeva avrebbe avuto tempo per capire meglio in futuro, e tornò immediatamente alla ricerca di un vestito.
-Wow Lacie, bella frase.-
Disse poi Grace non appena si fu allontanata un po’-
-Grazie nya. Diciamo l’esperienza con Brutus mi ha fatto capire ho avuto gli occhi foderati di salmone nya.-
-Non di prosciutto?-
Chiese Milton con un piccolo sorriso.
-Il salmone mi piace di più nyahaha.-
Sicuramente con lei in giro l’allegria non mancava, e proseguirono nello shopping con il solito buon umore sostenuto dalla piacevole compagnia reciproca.
 
 
 
 
 
Daimonas, Ryujin, Vladimir, Alexander, Zell, Lighneers, Khal:
 
 
 
-Bene signori, direi che siamo a buon punto.-
Ryujin era molto soddisfatto di come le cose si erano potute organizzare.
Trovato il negozio tutti si erano impegnati per trovare rapidamente qualcosa che andasse bene, evitando di far gli schizzinosi. Mancavano giusto le ultime aggiunte ed era fatta in poche ore.
-Direi che si prospetta una bella serata.-
Aggiunse Zell in accordo con l’amico.
-Sì, una cosa tranquilla, senza rischi e solo divertimento.-
Disse subito Khal con un sorriso, evitando di mostrare quanto odiava star lì in verità.
Solo Alexander, conoscendolo bene, poteva intuirlo anche senza averne la certezza.
-Con un po’ d’alcol sicuramente ci divertiremo tutti. Giusto Lighneers?-
Chiese Vladimir ricordando l’affinità del verde a far festa, ma questo si mostrò più pacato del solito.
-Posso anche passare.-
Era stato in disparte per tutto il tempo; non voleva avere magagne da Ryujin ed i suoi buonismi, non voleva iniziare a gareggiare con Zell, non voleva fare l’amicone con Vladimir, non voleva farsi prendere la smania di fratello maggiore da Daimonas.
Voleva semplicemente farsi i fatti propri.
-Si può bere senza esagerare.-
Tentò di dire Khal, ben sapendo Lighneers era stato tra i primi a non vederlo di buon occhio. Per qualche motivo il suo umore però era cambiato, magari per una qualche sfortuna fortuna volendo, e questo magari aveva accelerato il processo di distacco da parte sua nei suoi confronti. Era stato molto chiaro, non gli importava fino a quando non faceva nulla di male.
E finché il verde, assieme agli altri, era così stupido da non sapere nulla, andava tutto benissimo.
Lighneers rispose comunque facendo spallucce, non trovando necessità di parlare.
-Wow, tu astemio e Lacie pacata. E’ successo un tale casino nel gruppo?-
Chiese Vladimir sinceramente sorpreso.
-Se non sono un alcolizzato non è colpa mia.-
Ribatté l’altro con sottotono, con una punta di colpa perché in realtà l’ultima volta era finita molto male.
Vladimir nonostante i modi però non rispose, in quanto evitava sempre d’iniziare delle discussioni.
Pensava che Lighneers fosse uno apposto, ma se doveva comportarsi così con lui allora forse faceva bene a non diventare troppo amico della gente in generale.
-Non è che è successo un casino…è solo che Astral e Seraph si sono messi insieme e allora Lacie è arrabbiata.-
Spiegò intanto Khal.
-Sì l’avevo intuito. Da un po’ sembravano pappa e ciccia.-
-Ma se discutevano sempre.-
-Certe volte funziona così.-
-Era poi chiaro Seraph fosse gelosa di Helena.-
Aggiunse Alexander mettendo via una cravatta. Parlava solo perché sapeva il fratello non voleva vederlo isolato.
Non gli avrebbe dato informazioni senza una rete di legami.
-Non penso sia corretto parlare di chi non è presente.-
Disse tuttavia Ryujin, intuendo che nel carattere della coppia nessuno dei due sarebbe stato felice d’esser argomento di gossip.
-Non stiamo dicendo nulla di male. Poi tanto a Lacie passerà.-
Rispose Zell serenamente. Il fatto la ragazza fosse così calma non gli dispiaceva, un po’ di pace soprattutto dopo il volo era stata ben gradita.
-Sì, ma possiamo anche cambiare argomento.-
Continuò comunque Ryujin, rendendosi conto che oltre a Lighneers anche qualcun altro era rimasto in disparte.
-Daimonas, hai scelto cosa mettere?-
Da quando erano usciti il castano era rimasto in silenzio, aspettando il termine di tutto ciò e prendendo le prime cose che gli erano capitate; un paio di pantaloni marroni ed una maglia celeste.
-Queste cose? Ma sono uguali a quelle che già hai.-
Constatò Vladimir sollevando un sopracciglio.
-Non importa, vanno bene per me.-
-Ma no dai. Sarà una festa, puoi vestirti meglio di così.-
Rispose Ryujin con un sorriso mettendo via quegli abiti, sotto lo storcimento del labbro del castano non molto felice di ciò.
-Potresti perfino mettere una tuba.-
Scherzò Zell guardandolo, ma l’altro scosse subito il capo serio.
-Non cambierò mai il mio cappello.-
Era un ricordo troppo caro, troppo importante per essere sostituito…
-Beh, allora andiamo su uno stile semplice. Dei pantaloni neri sono un buon inizio no?-
Disse Khal alzandosi, trovandone un paio per il ragazzo.
-Il nero va bene.-
“Sempre pronto per un funerale lo schifo”
Mostro naturalmente non si lasciava scappare qualche commento, e fortunatamente solo Daimonas lo sentiva; era certo Khal non sarebbe stato felice del soprannome.
-Potrebbe andare, il nero sta bene su tutto. C’è solo da vedere per il sopra.-
Disse poi Vladimir rimanendo seduto, visto il cappello non era facile trovare un buon abbinamento.
-Lighneers tu hai qualche idea?-
Chiese Ryujin cercando comunque di non escludere nessuno. Poteva non avere una grande simpatia per il verde, a quanto pare poi reciproca, ma non era maleducato, anzi, quindi cercava d’essere maturo e di non chiudere le strade per la riappacificazione.
-Non gioco a vesti la barbie.-
Da parte di Lighneers invece tutte le strade erano chiuse.
Daimonas iniziò presto a sentirsi a disagio per esser sotto l’attenzione di tutti oltretutto.
-Posso trovare qualcosa da solo grazie…-
-Non farti condizionare da quel che dice Lighneers.-
Obbiettò Zell, non certo fan dei bulletti.
Ricordava bene quando aveva visto Daimonas venir infastidito da un gruppetto quando si conobbero ufficialmente, e se qualcuno nel gruppo faceva il prepotente non gli andava di star zitto.
-Non mi importa di quello che dice…ma veramente a me va bene tutto.-
-Se vai con una camicia sei sicuro.-
Propose Alexander, trovando un cenno d’assenso da parte di Daimonas, che subito si allontanò cercando un po’ di pace.
Chissà, forse se ci fosse stato Jack non sarebbe stato così impaziente di andarsene, o almeno questo fu il piccolo pensiero nella sua mente, arrivato senza alcun motivo apparente.
-Chissà che starà facendo…-
 
 
 
 
 
Astral- Jack:


Non era stato affatto facile procurarsi tutto il necessario per la sceneggiata messa in piedi da Astral e Jack per i fratelli di quest'ultimo.
Avevano deciso di sistemarsi in un vicolo vicino alla biblioteca preferita di Arthur, il terzo genito della famiglia.
Al tempo in cui Jack ne faceva ancora parte spesso si recava lì per leggere con tutti loro, e sperava che quell'abitudine non fosse scomparsa.
Oltre a questo c'era anche da sperare avessero fortuna di vederli proprio quel giorno a quell'ora, ma infondo non c'era nulla da perdere nel tentare.
Prima di andare lì avevano trovato da un vecchio mercatino il necessario per il loro piano;  Astral si sarebbe travestito da medium ed avrebbe attirato i fratelli nella tenda fatta sul momento per parlare.
Aveva quindi comprato una lunga toga viola dai ricami dorati, vari anelli finti ed un turbante  con il quale nascondersi parzialmente il volto.
Non si sarebbe tolto la maschera, ma nell'insieme avrebbe assunto un tono più mistico.
Per la tenda era bastato un grosso tessuto blu sorretto da una trave di legno trovata per strada.
All'interno avevano poi messo una cassa in legno, su cui erano appoggiati dei tarocchi, e qualche cuscino a terra.
Una volta finito il lavoro Astral sospirò stanco, tenendo d'occhio l'orologio della torre della biblioteca.
-Ricorda che abbiamo poche ore prima della festa.-
-Basteranno. -
Rimasero per circa un'ora in attesa, guardando la strada nella speranza di vedere i fratelli.
Astral preferì non dire nulla sui soldi spesi per quella messa in scena, che non erano poi così tanti in fin dei conti. Non voleva in ogni caso far pesare quegli sforzi a Jack.
Capiva come doveva sentirsi.
Da parte sua l'altro apprezzava molto ciò che il castano stava facendo. Era bello poter iniziare a considerare qualcun'altro come un amico.
Trascorsero almeno altri quaranta minuti, quando finalmente Jack perse il fiato, metaforicamente naturalmente.
George, il secondo tra di loro, era diventato alto almeno quanto Jack, probabilmente di circa vent'anni. I suoi capelli castano scuro erano molto più lunghi rispetto ad anni prima, tenuti in una bassa coda di cavallo e con una ciocca nera che gli cadeva sul viso. Era vestito con una camicia a righe bianche e nere e dei jeans blu scuri.
Accanto a lui c'era Arthur, un sedicenne poco più basso del maggiore, dai corti capelli castano scuro. Vestiva con dei jeans neri ed una maglia di una vecchia band che Jack adorava.
Portava poi con sé un libro, anche se probabilmente ne stava già andando a comprare un'altro.
Anzi, in realtà quella maglia era la sua preferita.
C'era infine Martin, il più basso tra loro, di circa dodici anni con dei mossi capelli castani, leggermente più chiari dei suoi fratelli.
Oltre agli occhi neri che possedevano tutti e tre non aveva perso il suo tratto di vestirsi con un abbigliamento sportivo e di aver di tanto in tanto degli scatti in quanto, al contrario dei fratelli, voleva camminare più velocemente.
Un altro dettaglio però era una piccola collanina che continuava a rigirarsi tra le mani, con una "J" appesa.
Quella collana, la maglia e l'acconciatura fecero provare una stretta al cuore di Jack.
Non l'avevano dimenticato, erano cresciuti senza di lui ma l'avevano comunque tenuto nei loro cuori proprio come lui aveva fatto.
Tutti quegli anni, la dura lontananza, il timore per come potevano esser andate le cose...tutto in una frazione di secondo sembrò svanire ed allo stesso tempo abbattersi sul povero ragazzo, che avvertì calde lacrime bagnarli il viso mentre dei singhiozzi si bloccavano in gola.
Astral vendendolo cosí gli mise una mano sulla spalla, guardando il punto che stava fissando.
-Sono loro?-
Non servirono parole, solo un cenno della testa da parte del bruno.
-Bene. Prepariamoci.-
Annuendo nuovamente Jack entrò nella tenda pet nascondersi dall'altra parte di essa per non farsi vedere.
Non sarebbe stato facile, e per ogni scenario che Astral immaginava c'era sempre un modo per il quale non avrebbe funzionato.
Così decise che, forse, l'opzione migliore era semplicemente buttarsi.
-Ehi, possiamo parlare un'attimo ragazzi?-
-Non abbiamo soldi ci spiace.-
Disse subito George alzando una mano, scambiandolo ovviamente per un mendicante.
-No non voglio soldi, solo parlarvi di vostro fratello.-
A quella frase i tre si fermarono immediatamente, assumendo un tono cupo e per nulla cordiale.
-Che hai detto?-
Chiese Martin per primo, stringendo i pugni, ma Arthur gli mise una mano sulla spalla.
-Calma, magari abbiamo solo frainteso.-
-Sto parlando di vostro fratello Jack.-
Alla frase di Astral il maggiore tra loro, George, si avvicinò visibilmente alterato, come d'altronde gli altri.
-Adesso ti riempio di botte.-
-Fermati, ci sono molte persone che si chiamano così.-
Tentò ancora Arthur, chiaramente il più calmo tra loro, che tuttavia non mancava di lanciare delle occhiatacce allo sconosciuto.
-Fallo nero!-
Il piccoletto invece era visibilmente dalla parte del maggiore, ma anche se si fossero alzate le mani le cose non sarebbero andate come volevano.
-Calmi, noi non ci conosciamo, ma io ho delle cose importanti da dirvi. Seguitemi e se penserete ancora io sia un bugiardo allora potrete picchiarmi.-
-Come se non fosse risaputo che quelli come te basano ogni frase su delle ovvietà. Non abbiamo intenzione di infangare la memoria di qualcuno a cui teniamo.-
Rispose Arthur stavolta irritato, nel frattempo Jack ancora nascosto a non molti metri di distanza stava ancora cercando di controllare le lacrime, con ben poco successo visto ciò che sentiva.
Gli volevano ancora bene...
-Non voglio far nulla di male,  solo mantenere la parola data.-
-Smettila di parlare di lui come se lo conoscessi!-
Sbottò Martin alzando la voce, stringendo la collana talmente tanto forte da avere le nocche bianche.
-So che vi ama, ed ha bisogno di farvi sapere qualcosa. Quindi, per favore, venite e poi giudicate ciò che sto dicendo.-
Con queste ultime parole il ragazzo voltò loro le spalle, strabiliato dalla loro padronanza per un'altra lingua, visto non aveva nemmeno pensato di parlare in inglese, e certo l'avrebbero seguito.
E così effettivamente fu fino a quando non furono tutti nella tenda.
Sentendoli entrare Jack, ben nascosto dietro al punto in cui si sarebbe seduto Astral, teneva una mano tremante alla bocca come a trattenersi dall'andare a parlare con loro.
Fortunatamente non poteva vedere quanto i fratelli fossero seccati.
-La pagherai per questa pagliacciata.-
Disse subito George serio.
-Non è una pagliacciata.-
Rispose Astral senza scomporsi, non era facile aver a che fare con ben tre persone che ce l'avevano con te, ma avendo a che fare con l'esuberanza di Lacie era piuttosto abituato.
-Cosa volete che faccia per di mostrarvelo?-
Chiese poi drizzando la schiena in modo che la testa fosse vicina alla tenda, aveva bisogno di sentire ciò che Jack voleva dir loro.
-Dicci qualcosa che solo Jack sapeva. Se dirai qualcosa che tutti sanno, come semplicemente ciò che gli piaceva o cosa faceva in pubblico, non ti crederemo.-
Rispose Arthur con grande sforzo per l'aver pronunciato il suo nome.
Astral annuì, non avendo però la minima idea di cosa dire; effettivamente non avevano minimamente pensato ad una simile richiesta.
Fortunatamente Jack per quanto vicino riuscì subito ad aiutarlo.
-Dì loro che George ha una voglia caffellatte sulla gamba destra a forma di foglia e che quando eravamo piccoli lo chiamavo per questo fogliolino.-
Menomale che aveva una maschera, altrimenti avrebbero notato che si stava trattenendo dalle risate.
Non appena ritrovò la calma parlò immediatamente.
-Bene…George…tu hai una voglia caffelatte sulla gamba destra.-
-Che tutti possono vedere se ho i pantaloni corti.-
Replicò l’altro irritato.
-E per questo Jack ti chiamava…fogliolino.-
A quell’ultima parte il ragazzo sbiancò, con solo un leggero rossore alle guance mentre Astral nuovamente doveva assolutamente non ridere.
La situazione era serissima, ma quel soprannome…Jack non si smentiva mai.
Tutti e tre si erano improvvisamente ammutoliti, incapaci di smettere di fissarlo e con evidentemente mille domande per la testa.
-Tu…lo conoscevi?-
Chiese quindi Arthur stavolta più calmo.
-Lo conosco…ma per delle mie capacità, perché il suo…spirito…si è messo in contatto con me.-
A parlare il piano gli sembrava sempre più strampalato, ma dopo la prova appena data i tre sembravano quasi credergli.
-E…come sta?-
Chiese quindi George con un groppo in gola.
-Sta bene, non preoccupatevi. Se ora siete d’accordo ci sono alcune cose che vogliamo chiedervi.-
Tutti e tre annuirono in silenzio, tenendosi istintivamente per mano ancora scioccati.
-Jack vorrebbe sapere come state, come avete passato questi primi sei anni.-
La risposta non arrivò per molti minuti, mentre Martin iniziò a tirare su col naso con gli occhi già lucidi.
Fu George il primo a parlare.
-Noi…stiamo bene, siamo rimasti uniti. Io sono riuscito ad entrare all’università, sto praticando il tennis vincendo anche delle gare ed ora sto pensando di convivere con la stessa ragazza con cui stavo anni fa…quella che mi ha fatto conoscere.-
-Io ho vinto dei corsi per poter raggiungere in futuro un’ottima scuola, arrivando primo nelle classifiche…sto imparando a suonare il basso ed anche io ho conosciuto una ragazza molto gentile.-
Sorrise malinconico Arthur, abbassando gli occhi.
-Io…ho vinto quel vecchio torneo di rugby con la mia squadra, ed ora sono in una squadra di cricket…-
Borbottò Martin trattenendo i singhiozzi.
Astral preferì dar loro un po’ di tempo prima di proseguire, mentre Jack sorrideva dall’altra parte della tenda pensando a quanto i suoi fratellini erano cresciuti.
Avrebbe tanto voluto esser lì con loro, ma le cose erano andate diversamente…
-Noi…Jack ci dispiace tanto per quello che è successo…a casa le cose non sono state facili all’inizio, abbiamo litigato spesso con i nostri genitori perché non hanno più voluto nominarti. L’azienda però sta andando bene ed abbiamo trovato un buon equilibrio, soprattutto creando un forte legame noi tre per sostenerci.-
Aggiunse poi George visibilmente dispiaciuto, ma per Jack l’importante era che stessero bene.
Anche se i suoi genitori non parlavano di lui gli bastava sapere che con loro era tutto apposto, ed era felice di sentirli anche così vicini.
Erano diventati veramente grandi…
-Astral…chiedigli se…mi vogliono ancora bene, se mi hanno perdonato e per essermene andato per favore…-
Era una domanda molto difficile da fare, ma necessaria.
-Jack vorrebbe sapere se gli volete ancora bene. E se lo perdonate per il fatto sia morto.-
-Certo che gli vogliamo bene!-
Urlò Martin con qualche lacrima semitrattenuta.
-Jack…noi ti abbiamo sempre voluto bene. Siamo stati così male per non esserti stati vicini l’ultimo anno.-
Disse Arthur asciugandosi anche lui il viso.
-Abbiamo tentato di incontrarti, ma non ci siamo riusciti. Dovresti esser tu a perdonarci.-
Anche George stava piangendo, non era affatto semplice per loro quella situazione, ed anche per Jack era doloroso.
Sentirli così, essere dall’altra parte di un velo e così vicini a loro ma non poterlo superare per abbracciarli…questo doveva essere quando si moriva.
Poté solamente piangere con loro, in silenzio condividendo quel pesante dolore.
-Di-digli che…voglio loro bene.-
Disse con voce strozzata.
-Jack dice che vi vuole bene.
Il piano dei tre ormai era palese, ma controllato.
Fu George a parlare per tutti loro.
-Anche noi gli vogliamo bene, e non lo dimenticheremo mai.-
Durante i minuti successivi Astral lasciò loro il tempo per calmarsi, fino a quando tutti e quattro non s’alzarono, uscendo.
-Grazie per quello che ci hai detto.-
Disse George stringendo la mano dell’altro.
-Ci spiace per la nostra irruenza, ma è un argomento delicato ed importante.-
Si giustificò Arthur riferendosi all’inizio dell’incontro.
-No, vi capisco. Spero possa portarvi un po’ di serenità tutto questo. Jack è…era sicuramente una brava persona.-
Rispose Astral correggendosi sul tempo verbale.
-Era un fratellone fantastico.-
Aggiunse Martin soffiandosi il naso.
-Potremmo…rivederti un giorno? Per parlare ancora con lui…-
Chiese George speranzoso, e qui sicuramente fu un doloroso tasto per Astral.
Forse non si sarebbero mai più rivisiti, e non avrebbero più potuto sapere nulla su Jack.
-Non possiamo saperlo, le cose accadono quando è il momento, ma sono sicuro che ascoltando il vostro cuore sentirete anche vostro fratello.-
Disse quindi rimanendo sul vago, voltandosi per rientrare nella tenda.
Non appena questa si chiuse alle sue spalle scattò immediatamente contro l’altra parte, superandola ed afferrando Jack.
-Andiamo prima che ci vedano.-
Disse quindi tirandolo e levandosi quel pesante travestimento, non se la sentiva di deluderli ancora con risposte vaghe.
-Grazie Astral…-
Rispose Jack asciugandosi ancora gli occhi, ma con un grande sorriso sulle labbra.
Era stato doloroso, ma importante per lui, ed era felice d’aver scoperto come stavano i suoi amati fratelli.
Proprio questi nel momento in cui i due superarono l’angolo del vicolo in cui si trovavano erano rientrati nella tenda, e non vedendo nessuno avevano controllato anche dall’altra parte, scoprendo solamente gli abiti usati da Astral ma senza vedere il misterioso individuo che aveva parlato loro dell’amato fratello.
   
 
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