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Autore: Sofifi    30/09/2019    1 recensioni
The New Generation’s Chronicles
Libro 1: Epiphany
Sono passati 21 anni dalla sconfitta del Signore Oscuro e Hogwarts è ora frequentata quelli che sono i figli della guerra, una generazione di maghi che non ha vissuto le battaglie e la morte sulla propria pelle ma solamente attraverso i racconti dei genitori, degli amici, dei parenti…
L’elezione di un nuovo Ministro della Magia e l’allontanamento dalla carica di Granger causano malcontento nelle famiglie più liberali del mondo magico, che temono un ritorno al passato. In questo clima di insicurezza ci sarà chi si lascerà prendere la mano, lottando nel peggior modo possibile per ideali che di per sé non sarebbero neanche sbagliati.
In un periodo in cui il confine tra bene e male è sempre più sottile, cresceranno quelli che saranno destinati a diventare nuovi eroi o nuovi carnefici.
Una storia di amori, tradimenti, e il preludio di una guerra.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 5

Scorpius dopo aver visto il corpo sfigurato di Aleksia era rimasto profondamente turbato.

Le ferite sulla sua faccia stavano finalmente guarendo, eppure tutti quei segni la stavano rendendo ancora più schiva e timida del solito.

Gli avevano detto che Angie era messa ancora peggio, e che lui era stato molto fortunato a non riportare neanche un graffio. Scorpius però non pensava si trattasse di semplice fortuna, se avessero voluto colpirlo, l’avrebbero potuto fare senza problemi dopo che l’avevano pietrificato. Quella storia era assurda!

Albus, dopo lo spavento iniziale, aveva ripreso a comportarsi come al solito, come se fossero due semplici conoscenti, e per una volta Scorpius, troppo immerso in ragionamenti che col moro non c’entravano nulla, non sembrò farci nemmeno troppo caso.

Il ragazzo sentiva che quei biglietti erano la chiave per risolvere il mistero, era più che altro un presentimento, eppure era tutto quello che aveva, e dopo aver visto Aleksia perdere tutta la sua combattività, aveva deciso che doveva fare lui qualcosa. Dopotutto è così che si fa tra amici, no? E in più era anche un buon modo per allontanare il pensiero fisso di Albus Potter.

Fu quella consapevolezza che in pochi giorni trasformò Scorpius in un assiduo frequentatore della biblioteca.

Un pomeriggio come tanti si avventurò nell’archivio dei giornali d’epoca dopo aver avuto un’illuminazione.

Chi poteva sapere di quello che aveva fatto Pansy Parkinson?

Se avesse trovato su un giornale un articolo che ne parlava, la risposta sarebbe stata “tutti”, altrimenti avrebbe potuto restringere il cerchio dei sospettati ai figli di coloro che frequentavano la scuola in quell’anno e che adesso si trovavano almeno al sesto anno, si appuntò poi, ricordandosi che i loro aggressori avevano usato incantesimi non verbali.

Sarebbe stata dura, ma da qualcosa doveva pur iniziare.

Scorpius cominciò a sfogliare i giornali, uno dopo l’altro, finché sentì qualcuno afferrarlo per un braccio. Il ragazzo si voltò ma non vide nessuno.

-Cosa ca...-

-Shh!- un sussurro lo zittì, poi udì un fruscio, e la testa di Lily Luna Potter spuntò per qualche secondo prima di tornare invisibile.

-Ah.- si ricordò Scorpius, -Hai il mantello dell’invisibilità.-

-Non possiamo parlare qui. Fai finta di scrivere una lettera e poi raggiungimi in guferia tra mezz’ora.- sussurrò la ragazza con fare complottista.

Scorpius annuì all’aria. Non poteva sapere che la sorella di Albus se n’era già andata.

 

 

 

Lily udì un rumore di passi farsi sempre più vicino e poi la porta della guferia cigolare.

La figura magra di Scorpius apparve poco lontano da lei.

-Lily. Sei qui?- bisbigliò dopo aver controllato di non essere stato seguito da nessuno.

-Sì, sono qui.- rispose la rossa, lasciando cadere il mantello.

-Perché volevi vedermi?- chiese il ragazzo, sinceramente incuriosito.

-Perché tu sai qualcosa.- rispose lei schietta.

-Sto solo facendo delle ricerche.- confidò Scorpius.

-E io voglio sapere su cosa, e quello che hai scoperto.-

Scorpius parve pensarci un po’ su, ma non aprì la bocca. Aveva promesso e Lily, anche se era una dura, era ancora poco più di una bambina.

-Ti prego. È stressante. Da quando perlustro i sotterranei le aggressioni hanno cominciato ad avvenire in aree completamente diverse, e allora ho cominciato a seguire i purosangue, uno a caso ogni giorno, senza schema. Il giorno prima che fosse aggredita ero dietro ad Angie McPhail, e poi appena mi sono staccata da lei, l’hanno attaccata. Sembra quasi che quei tizi riescano a vedere attraverso al mantello.- rivelò la ragazza.

-È impossibile.- provò a farla ragionare Scorpius, -Sono sicuro che siano semplicemente una serie di coincidenze. E poi, credo che gli aggressori siano del sesto o del settimo anno, forse è soltanto meglio che tu non te li sia trovati davanti.-

Lily scosse la testa offesa. Lei non era debole, lei se la sarebbe cavata, ne era certa.

-Non sono una mocciosa, Scorpius, so badare a me stessa.- obiettò infatti.

-Ho promesso alla McGranitt di non condividere alcune informazioni con nessuno. Non posso disubbidire e farti finire nei guai.-

Lily incrociò le braccia e poi gli riservò un sorriso soddisfatto, che in quella situazione risultò piuttosto macabro.

-Bene.- disse solo, -Allora guardati le spalle.- finì prima di sparire ancora una volta sotto il mantello e aprire la porta della guferia.

 

 

 

Scorpius non ci mise troppo a capire cosa significasse quell’ultima frase che gli aveva rivolto Lily prima di andarsene.

La sera successiva alla discussione trovò il contenuto del suo baule completamente rovesciato sul pavimento e le lenzuola stropicciate come se qualcuno avesse appena frugato tra la sua roba ma non avesse fatto in tempo a nascondere il misfatto.

La stessa notte gli sembrò di udire qualcuno sgranocchiare qualcosa e la mattina trovò il pavimento vicino al suo letto pieno di briciole.

La ragazza non stava neanche provandoci, a passare inosservata.

-Piantala.- sbottò Scorpius all’aria mentre entrava nell’archivio dei giornali, ormai li leggeva soltanto al cesso dopo aver tastato tutta l’aria attorno a sé per sicurezza, anche se sperava sul serio che la ragazza non l’avrebbe mai seguito almeno in quella stanza.

Udì un risolino come risposta.

-Sei impossibile, stressante all’inverosimile.- proseguì prima di sbuffare e lasciare anche quella sala, tanto non avrebbe potuto combinare niente con lei intorno.

 

 

 

Il biondo con Lily alle calcagna doveva sempre stare attento alle sue mosse. Sarebbe stato tutto più facile se le avesse semplicemente detto di quella storia dei biglietti, ma se la McGranitt avesse scoperto che aveva fatto una cosa del genere l’avrebbe sicuramente scuoiato vivo, e lui ci teneva alla pelle.

Gli unici momenti in cui il biondo poteva concedersi un po’di svago, erano le ore di lezione, perlomeno in quei momenti non doveva preoccuparsi di trovarsela intorno.

Quel lunedì mattina si trovava alla lezione del professor Rüf, e l’ultima cosa che stava facendo era ascoltare la spiegazione.

Aprì il libro a pagina 93 e cominciò a scrivere a bordo pagina

 

Come sanno di P.P.?

Giornali controllati: tutti quelli dal 2 al 4 maggio 1988

 

La Lega della Giustizia???

La Lega della Giustizia

Lisa?, Gaia?

Ste

 

Giulia?

 

3 cognomi?

 

Il ragazzo alzò la piuma dal libro per rimmergerla nell’inchiostro. Proprio in quel momento vide una mano spuntare e strappare la sua preziosissima pagina.

Riuscì ad afferrare il foglio prima che sparisse completamente e questo si spezzò lasciandolo con un

 

Come sanno di P.

Giornali controllati: tutti quelli dal 2 al 4 ma

 

La Lega

 

-Che diavolo stai facendo?- gli chiese Aleksia voltandosi verso di lui e alzando un sopracciglio.

Per fortuna nessuno aveva notato quella mano oltre a lui, starsene all’ultimo banco a volte conveniva.

 

 

 

-Ridammela!-

Scorpius si era avviato ad ampie falcate verso il tavolo dei grifondoro non appena aveva visto entrare quella stregaccia dai capelli rossi.

-Cosa?- chiese la Potter fingendo sorpresa, mentre prendeva posto accanto ai suoi compagni rosso-oro.

-Lo sai cosa.- sbraitò.

-La tua verginità?- lo prese in giro strizzandogli l’occhio.

-Cosa? No!- sbraitò il biondo arrossendo.

-Ah, bene. Perchè quella dovresti saperlo, non si può avere indietro.- aggiunse in un sorriso.

Hugo, seduto accanto a lei, era sbiancato e guardava la cugina con gli occhi fuori dalle orbite. Le sue compagne di stanza invece avevano preso a parlottare fra loro eccitate.

-Ecco dov’eri martedì notte.- squittì Priscilla, -Sai, abbiamo notato che non sei tornata al dormitorio.-

Lily ammiccò in direzione della ragazza coi capelli corvini.

-Piantala.- ordinò Scorpius alla rossa, furioso, -E comunque non siamo stati a letto insieme.- aggiunse rivolgendosi agli altri che però continuarono a guardarlo chi stralunato e chi con un sorrisetto canzonatorio.

-Sul serio ti serve quello stupido foglio?- indagò Lily voltandosi completamente, -Ti vergogni della tua passione per i fumetti babbani?-

-Mi serve quel foglio perché è una pagina del mio libro di storia della magia e cosa diavolo c’entrano i babbani con questa conversazione?-

-Come cosa c’entrano? Sei tu che hai riempito il margine del tuo libro scrivendoci “La Lega della Giustizia” punto interrogativo, punto interrogativo, punto interroga… Ahia.-

Scorpius aveva afferrato il braccio della rossa e la stava trascinando fuori dalla Sala Grande.

 

 

 

-Conosci la Lega della Giustizia?- sbottò Scorpius non appena la porta della Sala Grande si richiuse alle loro spalle con un tonfo.

-Sì, chi non la conosce, insomma...- fece con ovvietà.

-Io. Io non la conosco.-

Lily alzò un sopracciglio.

Scorpius sbuffò.

-E va bene. Sono stufo di essere stalkerizzato. Quei tizi lasciano dei biglietti sui luoghi delle aggressioni e si firmano in quel modo.-

-Dei biglietti?-

-Sì, ci scrivono i motivi per cui hanno deciso di aggredirti. Sul mio c’era scritto qualcosa riguardo a mio padre e mio nonno e il loro passato da mangiamorte, per esempio.- spiegò Scorpius. -Ora però parlami della Lega.- aggiunse.

-Beh, non è una cosa reale.- cominciò la rossa, -È praticamente un’associazione formata da supereroi, che sono dei personaggi dei fumetti con dei superpoteri tipo la supervelocità o queste cose… Non credo che quest’informazione ci sarà molto utile per la risoluzione del caso però, dato che avevamo già escluso i purosangue dai sospetti.-

 

 

 

Scorpius, al contrario di Lily, pensava di essere vicino alla risoluzione dell’enigma.

Quando aveva sentito la ragazza parlare dei supereroi, un campanello di allarme aveva cominciato a suonare nella sua testa.

Sapeva che a casa di Albus c’era una libreria intera piena di quei fumetti, proprio nella stanza dei giochi dove di solito i coniugi Potter gli preparavano il letto.

-Ah, quelli sono di James, lui è fissato con i supereroi.- gli aveva detto una volta Albus.

Non doveva essere una cosa strana avere i fumetti dei supereroi in casa, per i babbani. Eppure non riusciva a fare a meno di pensare a James e il suo nome come un’eco gli risuonava nel cervello.

Era certo di aver dimenticato qualcosa, qualcosa di importante.

Si rigirò nel letto sentendo la testa diventare sempre più pesante. Poi si addormentò.

Scorpius era seduto sull’erba del parco e vicino a lui c’era qualcuno che parlava.

-Cioè, te lo giuro, solo un pizzico in più di polvere di fiori di lavanda essiccati e il calderone si è sciolto come se fosse fatto di cera. Pazzesco.-

Lui non stava ascoltando quella persona, era voltato e guardava nella direzione totalmente opposta.

Da una collina stavano spuntando delle persone, solo che non riusciva a riconoscerle perché i loro contorni tremavano. Quando Scorpius staccò gli occhi da quelle figure, si accorse che però non erano loro a tremare, ma l’intero mondo attorno a lui.

L’albero sotto il quale era seduto ondeggiava pericolosamente e lui provò ad alzarsi, ma si ritrovò come attaccato al terreno. Non poteva muoversi da lì. Un ramo dell’albero si spezzò e cominciò a cadere nella sua direzione. La persona vicino a lui continuava a parlare e sembrava non essersi accorta di niente. Lui cominciò a gridare…

E poi si svegliò, trovandosi in una pozza di sudore.

Albus smise improvvisamente di scuoterlo e Maxime guardò il biondo con aria preoccupata.

-Cosa sognavi?- gli chiese il ragazzo dalla pelle scura, -Stavi dormendo tranquillo e poi quando Albus ha provato a svegliarti hai cominciato ad urlare.-

-Non me lo ricordo.- riferì Scorpius prima di tirarsi su. Non poteva credere che fosse già ora di colazione, il suo corpo era ancora stanco come la sera precedente, e in più aveva anche un gran mal di testa.

 

 

 

Scorpius si trovava con Lily in una stanza. La rossa aveva in mano il mantello dell’invisibilità di suo padre e lo guardava con aspettativa.

Con un gesto fulmineo se lo lanciò addosso, sparendo dalla visuale del giovane Malfoy.

-Puoi vedermi, Scorpius? Ci deve essere una falla nel mantello. Puoi vedermi?-

-No, non posso.- rispose la voce del biondo.

-Non dire bugie! Loro mi vedono!- strillò allora la Potter, prima di spingerlo per terra e correre via dalla stanza, aprendo una porta che era appena apparsa.

Scorpius si rialzò e superò anche lui quella porta. Non appena i suoi piedi furono fuori dalla stanza però cominciò a cadere…

Aprì gli occhi, svegliato dal rumore del suo stesso cuore che batteva. Attorno a lui tutto era ancora buio e calmo. Non aveva gridato. E questa volta ricordava persino il suo sogno.

Il ragazzo allungò una mano verso il suo comodino, e afferrò a tentoni una piuma e una pergamena.

Sanno dove si trova Lily, scrisse di getto prima di rimettersi a dormire.

 

 

 

Scorpius rientrò in camera presto quella sera. Albus era imboscato da qualche parte con Kristin e Maxime e Aleksia ancora in sala comune che si portavano avanti con i compiti.

Aveva lasciato gli amici con la scusa di essere stanco, ma in realtà aveva la testa piena di pensieri e non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi.

Riprese dal comodino il foglio su cui aveva scritto la mattina e rilesse quella frase: Sanno dove si trova Lily

Si diede dello stupido per essere stato così avventato e aggiunse un punto interrogativo a fine della frase.

Sanno dove si trova Lily?

Se sì, come fanno?

Ancora una volta il nome di James risuonò nella testa del biondo, e ancora una volta Scorpius ignorò quella voce.

1)Sanno dove si trova Lily?

Se sì, come fanno?

 

2)Sanno dell’episodio della madre di Aleksia

Figli di studenti al tempo della guerra?

 

3)Ce l’hanno coi figli dei purosangue

Hanno motivi per avercela

 

4)Conoscono i fumetti

Sono mezzosangue o nati babbani

 

5)Sanno usare magie non verbali

Sono del sesto o del settimo anno

 

6)Non mi hanno fatto neanche un graffio

Perchè?

 

La verità era che il profilo di James poteva corrispondere con quello dell’attentatore facilmente, soprattutto perché essendo il fratello di Lily era possibile che la giovane si confidasse con lui, e quindi era l’unico che potesse vedere oltre il mantello.

Eppure Scorpius non voleva accusare il fratello di Albus, non prima di esserne certo al cento per cento.

 

-...ma ti rispetto, Superman, dammi soltanto la conferma che la tratterai bene.-

 

Un flashback colpì Scorpius come un fulmine a ciel sereno.

Il ragazzo sgranò gli occhi, come aveva fatto ad essere così stupido da non pensarci prima?

Superman era il titolo di alcuni dei fumetti di James, probabilmente era il nome di un supereroe. Insomma, sembrava decisamente un nome da supereroe.

Senza pensarci due volte Scorpius uscì dalla stanza e si diresse verso la torre di corvonero, dove sperava di trovare il suo amico.

Scorpius percorse tutta la strada correndo, senza badare alle occhiate che gli rivolgevano i passanti.

Naturalmente, non avrebbe saputo nemmeno come entrare nella torre. Non gli era mai venuto in mente di chiederlo ad Albus, e ora si ritrovava fermo come uno stupido in un corridoio cieco.

-Morgana impalata.- sbottò, -Merda di drago. Merda, merda, merda.-

Proprio in quel momento una ragazza comparì dietro di lui.

-Scorpius, che sorpresa vederti qui a imprecare.- lo richiamò Rebecca Wildsmith.

-Rebecca!- esclamò lui guardandola, -Puoi aprirmi vero? Sto cercando Albus.-

-A parte il fatto che tu sia nel corridoio sbagliato… Sì, certo che posso. Seguimi.-

 

 

 

Scorpius entrò nella sala comune di Corvonero dopo aver ringraziato Rebecca.

Scorse subito Kristin e Albus, avvinghiati come due polpi, e non sapendo come interrompere quella cosa, si paralizzò sul posto.

Dopo qualche minuto Kristin alzò lo sguardo e notò Scorpius immobile e pallido come un cencio fermo sull’uscio della porta. Subito tirò una gomitata al fidanzato, facendo spostare lo sguardo anche a lui.

-Scorpius!- lo chiamò quest’ultimo, facendolo ridestare.

Il ragazzo da bianco diventò rosso, poi tornò bianco, e alla fine la sua pelle si colorò di una leggera sfumatura verdina.

-Albus.- riuscì a dire, -Devo parlarti.- continuò senza perdere quel colorito decisamente preoccupante.

-Ehi, tutto bene?-

Scorpius scosse la testa.

-Superman è un supereroe, vero?- soffiò subito dopo.

Albus e Kristin si scambiarono un’occhiata stranita, prima che il moro si alzasse dalla sedia.

-Sì, perché?- chiese il ragazzo avvicinandosi al biondo, cauto.

Il volto di Scorpius si piegò in una smorfia.

Come iniziare un discorso del genere? E poi non poteva di certo farlo lì in sala comune.

-Okay, ne parliamo da un’altra parte?- propose Albus vedendo Scorpius in difficoltà, -Tanto tra poco scatta il coprifuoco.-

Il biondo annuì. Sarebbe stato molto meglio parlarne in un posto più riservato.

-Ciao Kri, ci vediamo domani.- Albus salutò la fidanzata, poi scomparì nei corridoi assieme a Scorpius, che continuava a non accennare nemmeno qualcosa.

-Allora? Qui siamo soli.-

Scorpius controllò, guardandosi in torno guardingo. Sembrava proprio così.

-Ti ricordi il tuo primo appuntamento con Kristin?-

Sì, il biondo aveva deciso di prendere le cose molto alla lontana. Albus annuì pensieroso, guardando l’amico di sottecchi.

-Ecco, ad un certo punto io sono rimasto solo con Amandine. E poco distante da noi è passato tuo fratello con Roxanne e il fratello della sua ragazza.-

Albus si voltò completamente in direzione dell’amico, la conversazione non stava andando nel verso che si aspettava.

-Mentre parlavano, il corvonero ha chiamato tuo fratello superman.- rivelò il biondo lasciando Albus perplesso.

-Beh, sei venuto fin qui per avvisarmi dei soprannomi di merda di mio fratello?- indagò infatti il ragazzo chiedendo spiegazioni.

-No.- Scorpius tirò fuori la sua lista dalla tasca e la passò ad Albus.

-Il punto quattro riguarda una cosa sulla quale la preside mi ha fatto giurare di mantenere il segreto. Quel gruppo di ragazzi si firma come La Lega della Giustizia nei biglietti che lascia sui luoghi delle aggressioni. E il punto uno riguarda tua sorella, lei è convinta che quelli sappiano sempre dove si trova, e se fosse davvero così insomma… E poi per il fatto che non mi abbiano attaccato, magari non l’hanno fatto perché…-

La pergamena sfuggi dalle mani di Albus, che incredulo osservava Scorpius mentre pian piano entrava in confidenza con quella nuova possibilità.

-Mio fratello.- sospirò, lasciandosi cadere per terra, -E Roxanne.-

Stette lì fermo per un po’ prima di riprendere la parola e Scorpius rispettò il suo silenzio.

-Non è una cosa da lui.-

Scorpius si abbassò per mettersi accanto al ragazzo.

-È solo un’ipotesi. Non ne sono sicuro al cento per cento.-

Albus non pensava fosse solo un’ipotesi ma annuì comunque. Ora che aveva tutti i pezzi del puzzle in mano, non gli sembrava possibile pensare che fosse andata altrimenti.

-Dobbiamo avvertire la preside.- sentenziò, rialzandosi di scatto.

-Sei sicuro che non vuoi parlargliene prima?-

Albus annuì e poi prese a camminare con Scorpius in direzione della torre più alta del castello.

  
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