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Autore: _Lola99_    30/09/2019    6 recensioni
Sono passati tre anni dall'ultimo incontro tra Draco ed Hermione sul ponte che porta ad Hogwarts.
Lui si è rifatto una vita, ha trovato un lavoro ed è tornato ad essere una delle più importanti persone nel mondo magico, ma lei dov'è? Scomparsa un giorno di Marzo senza lasciare tracce del suo passaggio lasciando a tutti questa domanda in testa.
Dal testo:
"Avete mai immaginato come sia perdere tutto e dover ricominciare da capo?
Lei ha provato tutte queste cose e poi è scomparsa nel nulla. Nessuno sa dove è finita...
Sua madre, i suoi amici e anche le persone più vicine a lei...
Nessuno.
Io devo trovarla, devo avvertirla del pericolo che incombe...
Devo salvarla...
Salvare quello che è rimasto di lei."
- Sequel di "Una specie di principe in divisa Serpeverde".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 27: Epilogo


Freddo.

Nonostante siano mesi che sono qui non ho ancora visto il sole spuntare da quelle montagne in lontananza.

Qui il tempo non cambia mai e i giorni sembrano tutti uguali.

Sempre nuvoloso e a volte piove, ma mai una giornata calda di sole.

Accarezzo le sbarre facendo in modo che il freddo scorra lungo le mie mani. Ormai è l’unica sensazione che riesco a provare in questo posto. Era destino che per un motivo o per un altro sarei finito ad Azkaban, ma speravo che lei non venisse coinvolta in tutto questo.

Appoggio la testa dove prima era la mia mano e non posso impedire alla tristezza di riempire il mio cuore.

Sei mesi.

Non vedo i suoi occhi da sei mesi e credo di stare impazzendo.

La mia mente continua a tornare a quell’ultimo giorno sulla banchina della stazione. L’ultimo giorno da uomo libero passato a litigare e discutere.

Ha ragione. 

Su tutto.


La pioggia batte forte sulle nostre teste, ma sembra che a lei non importi minimamente. L’unica cosa che fa è scuotere la testa e stringersi il cappotto.

Ha pianto in questi giorni: ha gli occhi rossi e gonfi.

Evita il mio sguardo.

- Hermione…

Lei fa un passo avanti e mi abbraccia.

Non riesco a rispondere subito a quel gesto tanta è la sorpresa, poi però mi godo questa sensazione fino in fondo.

Il profumo dei suoi capelli, il calore dei nostri corpi l’uno contro l’altro e la consistenza del suo tra le mie braccia.

Mi mancherà tutto questo in due anni.

Lei scioglie troppo presto questo abbraccio e mi lascia a boccheggiare quasi mi mancasse l’aria.

- Draco, io non riesco a capire perchè lo hai fatto… Potevamo risolvere tutto insieme, ma come al solito hai preso questa decisione senza parlarmene e ora devo solo accettare le conseguenze.

- Era il migliore accordo per noi...

Lei sospira e alza gli occhi cercando di evitare di piangere.

- Non è il migliore se sei costretto a passare due anni ad Azkaban solo per aver impedito a qualcuno di uccidermi.

- Rischiavo il bacio del dissennatore! Rischiavo di non vedere mai più la luce del sole, di non rivedere te!

- Non è vero! Nessuno poteva confermare tutta la storia dei mangiamorte e non saresti stato incolpato per questo.

- Non puoi saperlo…

Ormai le gocce di pioggia si sono mescolate alle sue lacrime.

- Ti stavano facendo soffrire troppo e con l’accordo ho messo fine a tutto questo.

- E pensavi che passando due anni in prigione mi avresti fatto soffrire di meno? Non senti quanto le tue giustificazioni siano ridicole? Se aspettavi ad accettare l’accordo o almeno che tu ti fossi prima consultato con me, avremmo potuto trovare una soluzione migliore! Tu sei innocente!

Avvicino la mano alla sua spalla ma lei si sposta.

Sospiro e cerco di ritrovare la calma.

- So che sei arrabbiata, ma io so che questo è il meglio per tutti e due! 

- No non sono arrabbiata, sono furiosa. Fai sempre così Draco… Se c’è una decisione da prendere, dai la mia opinione per scontato. Non mi hai chiesto se avevo qualcosa in contrario se ti fingevi morto per aiutare tua madre! Mi hai lasciato con una dichiarazione d’amore e tantissimi rimpianti. Non mi hai detto che mio padre ti aveva chiesto di lasciarmi vivere la mia vita senza i tuoi problemi, mi hai abbandonata su quel ponte senza darmi una spiegazione. E sette mesi fa hai deciso di farmi tornare nella tua vita ignorando completamente le mie richieste che cercavano di proteggermi da questo momento. 

Si asciuga velocemente le guance e alza lo sguardo fiera verso il mio.

- Come io non so cosa sarebbe successo se tu non avessi accettato quella proposta, tu non puoi sapere che questo è il meglio per noi e io sono piuttosto convinta che non lo sia perchè ancora una volta mi hai dimostrato che la tua assurda idea di dovermi proteggere da qualsiasi cosa non ha funzionato.

- Cosa vuoi dirmi Hermione?

- Che non ce la faccio più a sopportare questo “tira e molla”. I momenti felici insieme non bilanciano più il dolore che mi fai provare ogni volta che sottovaluti la mia indipendenza, ogni volta che non mi ascolti e che prendi decisioni per me.

Stringo i denti e la guardo con freddezza. 

- Perchè non riesci a capire quanto sto facendo per te? Quanto ho dovuto sacrificare per averti di nuovo?

- Ecco, non mi stai ascoltando ancora una volta! Io non ti ho chiesto di sacrificare mai nulla per me, ma solo di farmi entrare del tutto nella tua vita.

- Tu sei la mia vita! Tutte le mie azioni da quando ho 15 anni sono state fatte per proteggerti.

- Entrare nella tua vita del tutto non significa solo venire protetta da te! Significa che se c’è un problema, io non rimango in un angolo ad aspettare che tu pronunci il verdetto, ma che me ne parli, che ne discutiamo e che insieme andiamo avanti superando ogni ostacolo.

- Lo stiamo facendo anche ora mi sembra…

- No, ormai la decisione è presa e l’hai presa tu ancora una volta senza consultarmi. Ora però tocca a me decidere una cosa...

La pioggia rallenta come se anche lei stesse trattenendo il fiato.

Lei non riesce a capire le mie ragioni, non vede come sono stato in questi mesi mentre lei era Catherine.

Non ha sentito la delusione, la solitudine e lo sconforto ogni singola volta che mi rifiutava.

Dentro di me prevale lo stronzo di una volta o forse è solo il mio istinto di sopravvivenza.

- Forza Granger, fallo! Ci sono degli Auror proprio fuori da questa stazione che mi aspettano per portarmi ad Azkaban per cui fa veloce e dillo.

La rabbia scivola di nuovo via dai suoi occhi poco prima di distogliere lo sguardo, mentre un treno lentamente arriva al binario.

- Sei stato il mio primo amore, sei stato il primo che mi ha fatto sentire veramente amata, e vorrei tanto che fossi anche l’ultimo per me, ma così non può andare avanti. Non puoi ogni volta che ne hai voglia entrare ed uscire dalla mia vita credendo di non farmi soffrire. Come non puoi dare per scontato la mia indipendenza e la mia opinione. Non te lo permetterò più, per cui è finita Draco. Basta, non voglio più sentirmi come mi fai sentire quando te ne vai ancora una volta con la scusa di volermi proteggere.

- E’ finita Granger? 

Lei mi guarda negli occhi e subito mi sento come se si stesse portando via una parte di me. Questa volta è lei ad andarsene…

- Buona fortuna Draco!

Mi volta le spalle e l’ultima cosa che sento sono i suoi tacchi che risuonano lungo la banchina, poi la vedo scomparire nel nulla.

 

Alzo la testa dalle gelide sbarre e mi accarezzo una guancia.

E’ bagnata.

Quasi non mi sono accorto di stare piangendo.

La forza di gravità vince e mi lascio cadere sulla brandina umida alle mie spalle.

Faccio gli stessi errori ogni volta.

Solo il tempo in questa cella mi hanno fatto capire quanti errori entrambi abbiamo fatto, quante cose avrei voluto non dire o fare.

Voglio essere un uomo migliore, non per lei ma per me stesso.

Lei starà andando avanti con la sua vita e anche io lo farò una volta uscito di qui.

Libero e con una nuova vita.

Da qualche parte nel mondo ricomincerò a vivere ricercando almeno un briciolo della felicità che lei sola mi dava.













Ed eccomi qua, tre anni dopo a guardare la foto di mia figlia

Capelli praticamente bianchi , o forse è solo un riflesso della luce che era presente il giorno in cui è nata ed è stata scattata la foto.

Seguo con gli occhi la leggera onda che assumono. Di sicuro questa caratteristica l’ha presa da lei.

Non so di che colore ha gli occhi. Dorme così bene avvolta nella sua copertina rosa pallido.

Mi consolo osservando attentamente il suo viso. Le somiglia tantissimo partendo proprio dal suo minuscolo nasino leggermente a punta, la forma degli occhi e del viso in generale.

La piccola manina che stringe forte un dito che credo sia il suo o forse quello di Haley.

Affacciandomi dalla vetrina vedo proprio quest’ultima allontanarsi. Ho disturbato la sua vita con Baston per l’ennesimo “capriccio”, mi ha scritto via gufo. E’ assurdo che il voler conoscere mia figlia sia considerato un capriccio, ma non posso biasimarla: ho fatto del male anche a lei con le mie decisioni.

Devo affrontare le conseguenze anche se questo significa non poterla considerare più mia, non poter considerare la sua famiglia come la mia.

Sono pronto ad accettare tutto questo? Guardo velocemente di nuovo quel visino dove è inevitabile rivedere lei.

Lo sono. E’ mia figlia e non permetterò che cresca senza un padre sperando di essere migliore del mio…

All’improvviso realizzo di essere già partito con il piede sbagliato: non c’ero quando è nata, la prima volta che ha aperto gli occhi o il suo primo sorriso.

Ma come potevo? Durante il periodo della gravidanza e la nascita stavo scontando la mia pena ad Azkaban. Poi non ne sapevo nulla: stava lei informarmi invece ha preferito non dirmi nulla.

Mi ha privato dei primi momenti con mia figlia, una delle azioni più egoiste dopo ciò che ha fatto mio padre a me:  marchiarmi per soddisfare le richieste di un pazzo.

Come può averlo fatto? E’ una cosa troppo grossa ed importante da nascondere

Scommetto che non le ha neanche dato il mio nome come se non esistesse un padre per quella bimba. Ho dato la vita per lei e non ha neanche voluto dirmelo di persona, con un gufo, un piccione o  un segnale di fumo

Meritavo di più! Avrei voluto scoprirlo subito e non dopo tre lunghi anni.

E’ stata lei ad andarsene lei, mi ha lasciato nonostante fosse già incinta, non me lo ha detto quando poteva e ha preferito privarla di un padre pur di non dirmelo.

Preso dai miei pensieri non ho notato il piccolo foglio piegato in due che probabilmente Haley mi ha lasciato. Lo apro e con un elegante calligrafia vedo l'indirizzo scritto

 

Northway Park Avenue 16 Londra

Terzo piano appartamento 20C

Non fare cazzate

-H

 

Mi precipito fuori dal locale lasciando una grande mancia al cameriere per aver ordinato un the corretto mai consumato e fermo un taxi. 

Con voce tremante dico al conducente l'indirizzo. 

L'attesa sembra infinita quando invece mia figlia era 15 minuti dal locale in cui mi trovavo.

Il taxi si ferma davanti ad un allegro palazzo giallo spento con un giardino davanti.

Cammino come se  fossi in un totale stato confusionale.

Sto per rivederla e per conoscere mia figlia:  24 ore fa ero solo dentro al Manor a bere e ora ho una figlia con Hermione.

L'ascensore apre le porte e il pianto di un bambino raggiunge le mie orecchie seguito da rumore di pentole e di una strana e ipnotica melodia.

È per questo che non mi stupisco quando scopro che tutto questo arriva da dietro una porta con il nome Granger sul campanello.

Busso forte in modo che si senta sopra ogni altro rumore e non passa neanche un secondo prima che lei mi apra.

Eccola bella! Proprio come me la ricordavo: ogni sua caratteristica la ritrovo dove l'avevo impressa nella mia mente: le uniche cose nuove che noto sono un bavaglino sporco sulla spalla, un biberon in mano ed un'espressione stupita sul suo viso.

La vedo boccheggiare e sbattere velocemente le palpebre come se si aspettasse che la mia persona svanisca.

 Il suo braccio accadde in lungo i fianchi come se avessi interrotto una situazione, all'improvviso non più così importante

- Draco?

- Dov'è mia figlia ?

  
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