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Autore: Federica_97    04/10/2019    2 recensioni
Otto anni dopo la conclusione del progetto Mew, le ragazze hanno preso strade diversi, lavori diversi, città diverse.
Ma un nuovo nemico minaccia la terra. E le ragazze sanno la responsabilità che hanno alle spalle, e non possono tirarsi indietro.
Un nemico fuori dal comune, mai visto prima. Riusciranno a trovare un suo punto debole? Oppure sarà tutto perduto ancor prima di iniziare?
Una storia avventurosa, piena di colpi di scena!
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

 

Shirogane continuava a battere sulla tastiera del computer mentre tutti lo osservavano curiosi.

“Kyle, mi dici le coordinate dell'ultimo avvistamento?”.

L'amico gliele digitò direttamente in modo da accorciare il lavoro.

“Ecco ragazze, l'ultima volta è stato avvistato qui-” indicò un punto sulla mappa,

“E' il parco dietro la nostra vecchia scuola”, intervenne Lory.

“-quindi se vi va di andare in perlustrazione, io sarei ben felice di guidarvi da qui”. Completò Ryan.

Le ragazze annuirono. “Non so voi, ma io sono piena di energia!” esclamò Paddy.

“Tu sei Paddy, non mi meraviglio” la riprese Mina, “Ma ci sto anch'io”.

“Andiamo!” parlarono all'unisono Lory e Strawberry.

“Noi veniamo con voi, chiaramente”, fu la risposta di Ghish.

Il biondo annuì: “siete fuori allenamento, ciò significa che qualsiasi cosa, e dico QUALSIASI, vi allontanerete subito da lì. Senza storie e senza fare le eroine della situazione. Non sappiamo se e cosa troverete”.

“Sissignore, grande capo!” lo presero in giro le ragazze. “Non abbiamo intenzione di morire, quindi sta pure tranquillo, Shirogane”.

Il giovane annuì, alzandosi dalla sedia. Si diresse verso uno scaffale quasi nascosto in un angolo al buio, tiro fuori una valigetta totalmente nera e bombata.

“Questi sono vostri”, consegnò ad ognuna di loro un medaglione. Non li vedevano da anni.

Se li rigirarono tra le mani.

“Mew Paddy metamorfosi!”. La prima a ritrasformarsi dopo anni di fermo era stata -ovviamente- Paddy. Fremeva dalla voglia di riassumere le sue sembianze da scimmietta.

“Noto con grande dispiacere che abbiamo gli stessi costumi infantili” osservò Mina. E la seguì prendendo le sembianze di Mew Mina.

Poi Lory, e infine Strawberry.

A parte i capelli diversi di tutte le ragazze, non era cambiato nulla.

“Sembro una bomboniera malconcia” si accarezzò le orecchie Straw.

“Per me sei sempre la più bella, micetta” Ghish le accarezzò le coda percorrendola rapidamente.

Lei lo ringraziò con l'espressione, anche se non era per nulla convinta. “Allora, andiamo?”.

“Aggrappatevi a noi, arriveremo lì in pochi secondi” prese parola Pai, rimasto zitto fino a quel momento.

La prima a tendergli la mano fu Lory, che lui afferrò. Paddy si aggrappò alla schiena di Tart, facendogli roteare gli occhi infastidito.

“Tortorella, vieni?”, Ghish le porse la mano.

“Solo perché costretta” la afferrò, mentre Strawberry afferrava quella di Tart.

“Ragazze mi raccomando, niente stupidaggini e se vi dico di rientrare, voi rientrate!” urlò il biondo prima che si smaterializzassero.

Le ragazze e gli alieni si ritrovarono proprio sul punto indicato da Ryan, mentre si guardavano intorno. Il parco era stranamente deserto.

“Mi sono venute le vertigini” si lamentò Mina “nemmeno trenta piroette di fila mi fanno questo effetto”.

“C'è una insolita quiete” osservò Lory.

“Già” fu d'accordo la leader del gruppo.

Ragazze, tutto bene? Mi sentite?”.

“Forte e chiaro, biondino”, rispose Ghish. “Vedi qualcosa dal tuo bel monitor?”.

Nulla, stranamente non passa anima viva”.

“Abbiamo notato, non è una cosa da tutti i giorni”. Paddy si guardò intorno, cercando di sentire almeno qualche odore. Ma niente.

Ragazze, dietro ai cespugli c'è qualcosa. State attente”.

“Mi avvicino io,” Strawberry mosse qualche passo in avanti, con cautela.

Sta attenta, non fare stupidaggini”, la riprese il biondo.

“Sta tranquillo, è un gattino”, lo rassicurò la rossa, prendendo in braccio l'animaletto. “Ma come siamo belli, che ci fai qui tutto solo?” continuava a parlare con lui con una vocina stupida.

“Mew Berry sta attenta!”, Ghish non fece in tempo ad avvertirla che subito quel micetto mutò forma, aggredendola con un unghiata dritta alla spalla. L'alieno la tiro a sé sottraendola dalle grinfie di quella...cosa.

Ragazze cosa è successo?!”, Ryan continuava a chiedere spiegazioni.

“Mew Berry è stata colpita dal ''tenero gattino''” spiegò la mew blu.

“Sto bene” dichiarò lei prima che il biondo potesse farle qualsiasi domanda. Le sanguinava la spalla copiosamente, ma poteva benissimo affrontare tutto.

L'essere lì davanti a loro mutò nuovamente, prendendo stavolta le sembianze miste di un uomo.

Aveva denti aguzzi, occhi color ghiaccio troppo innaturali per essere umani. E pelle molto chiara. Somigliava molto agli alieni, ma non era uno di loro.

“Chi cavolo sei?” la mew gialla fece qualche passo avanti, ma fu bloccata da Tart che afferrandola per un polso l'aveva tirata indietro.

“Perdonatemi la cafonaggine, non mi sono presentato,” anche la sua voce pareva mettere i brividi “io sono Barag”.

“E cos'è, un nome voodoo?”, Paddy non riusciva proprio a starsene zitta.

La ignorò: “io so da settimane che mi state col fiato sul collo. Cosa volete da me?”.

“Cosa vuoi tu dalla nostra gente! Sappiamo che te ne vai in giro a rapire persone!”. Fece Straw arrabbiata. Teneva una mano schiacciata sulla ferita sanguinante.

“Sta tranquilla, loro lasciano questo schifo di mondo senza soffrire”, si leccò i canini aguzzi.

“Ora te lo faccio vedere io chi lascia questo mondo, brutto essere!”, Lory richiamò a sé la sua arma, colpendolo col suo getto d'acqua. Ma niente parve scomporlo.

“Se la tua intenzione era farmi la doccia, okay. Ma prima chiedi”. Stavolta fu lui ad attaccare. E le mise al tappeto con un una sola mossa.

I tre fratelli cercarono di attaccarlo ma anche per loro fu una delusione. Quella cosa era davvero forte. Sbalzati via come foglie al vento.

“Cuore di Mina!”. La mew blu cercò di attaccarlo ma senza risultati.

Una risatina sfuggì all'essere “credete davvero di potermi fermare con quei giocattoli?” le bloccò l'attacco prima che potesse rendersene conto e anche lei, come le sue amiche, era a terra.

“Facciamo così, vi lascio in pace -per ora- appena troverete un modo per farmi almeno un graffio allora vi considererò avversari degni della mia attenzione”. Sparì in pochissimi istanti, probabilmente prendendo la forma di una formica o chissà quale altro minuscolo insetto.

Rimasero tutti in silenzio a fissare il punto dove poco prima c'era quell'essere strano.

Ragazze rientrate”. La voce di Ryan li riportò alla realtà.

“Andiamo via”, i tre fratelli le afferrarono scomparendo.

 

* * *

 

 

“Magari siamo semplicemente fuori allenamento. Ahi!” una smorfia di dolore dipinse il viso della rossa.

“O magari abbiamo sottovalutato il fatto che quella cosa è più forte di tutti voi messi insieme” Ryan le puliva la ferita. “Vuoi stare ferma? Trenta secondi, non di più” la rimproverò.

“Il biondo ha ragione, non siete voi fuori allenamento. Ha steso anche noi senza nemmeno volerlo davvero” Tart teneva la busta del ghiaccio poggiata sulla fronte di Paddy, che poverina non si sarebbe risparmiata un bel livido.

Le altre invece se ne stavano sedute sulle poltrone, con qualche livido ma niente di grave. Se iniziavano a farsi pestare adesso, non osavano immaginare più avanti.

“Vi va del thè?” Kyle era appena entrato in salotto con la teiera piena e un vassoio di biscotti. “Riposatevi adesso, è stata una pessima idea mandarvi lì fuori”.

Le ragazze accettarono volentieri. Tutte sfinite per il viaggio e per il -non- combattimento. Una bella tazza di thè era quello che ci voleva.

 

 

* * *

 

 

La sera era ormai calata e sotto l'invito del padrone di casa, e di comune accordo, avevano deciso di rimanere a dormire tutte lì. Ikisataski compresi.

Avevano cenato e si erano dirette tutte nella propria camera da letto.

La villa era così grande da avere una stanza per ognuno di loro.

Mina era felice che ''nessuno potesse invadere il suo spazio'', e quindi fare un lungo bagno caldo.

La Mew verde invece, tutto sommato non le sarebbe dispiaciuto condividere la stanza con qualcuna della sue amiche, ma andava bene anche così.

Paddy... lei era Paddy. Quando tutti erano già rintanati nelle loro camere sgattaiolò fuori della sua, per infilarsi dentro quella di Tart. Che apparentemente infastidito, le concesse di rimanere con lui. Perché infondo ci sperava che venisse da lui durante la notte.

L'unica ancora fuori dal letto e a gironzolare per l'ultimo piano della casa, era Strawberry. Ancora un po' scossa per quello che era successo.

Si piantò davanti ad una delle camere da letto e bussò.

Un profondo ''avanti'' le diede il consenso ad entrare.

La stanza era abbastanza piccolina a differenze di tutte le altre che aveva visto. Sfoglia, come se l'era immaginata. Un comodino, l'armadio e il letto. Poco arredata e abbastanza buia. L'unica cosa ad abbellirla era una foto sul comodino. L'aveva vista così tante volte che ormai sembrava quasi come se quel giorno fosse stata lì anche lei.

“Ciao” mormorò.

Ryan si voltò, era rimasto girato per tutto il tempo fuori sul balcone a fissare le luci della città.

“Ciao, tutto bene?”. Le chiese. Era vestita da notte, il sotto di una tuta ormai scolorita e una misera canottiera nera. I capelli lunghi lasciarti sciolti ricadevano davanti alle spalle.

Lei annuì: “ero solo venuta a vedere come stai”.

“Sto bene, perché non dovrei?”.

Lei lo raggiunse, guardando quello che tanto attraeva quel ragazzo così misterioso.

Le luci della città erano belle e, forse colpa degli stessi geni, attraevano anche lei.

“Perché ti conosco, e so che ti senti in colpa per quello che è successo oggi”, lo fissò. “Ma non è colpa tua”.

Lui sospirò. “E se lo fosse? Sono stato incosciente a mandarvi lì fuori dopo anni di fermo. E' ovvio che sarebbe finita male, dovevo aspettarmelo”.

“Sai qual è il vero problema? Tu hai la mania del controllo, non sopporti che le cose possano andare diversamente da quello che prevedi per poi sentirti in colpa quando succedono cose come questa,” gli poggiò una mano sul braccio “ma Ryan ascoltami, sei umano anche tu. Tutti sbagliano e mai niente va come previsto. Puoi essere genio quanto vuoi, ma la vita è imprevedibile. Fattene una ragione”.

Il biondo la guardò, voltandosi completamente verso di lei: “hai ragione, e la cosa che mi infastidisce di più e non capire dove si nasconde”. Allungò una mano e lei per istinto indietreggiò leggermente: “magari però avrei potuto evitare questo”, le scostò i capelli portandoglieli dietro la spalla, notando che la ferita era ancora rossa. Gliela sfiorò delicatamente rendendosi conto che era anche un po' gonfia.

“E come? Non potevi saperlo”, gli prese la mano accarezzandola. “Nessuna poteva”.

Lui annuì poco convinto. Ma era vero, non sopportava l'idea che potesse sbagliare. Se qualcuno dei suoi calcoli non risultava essere giusto, usciva fuori di testa.

E lei sapeva leggergli dentro come pochi.

“Adesso va a dormire e togliti quell'espressione di fallimento dal volto. Chiaro?”.

Lui abbozzò un sorriso. “Sì, capo, chiaro!”.

La rossa scosse la testa: “cretino”, lo etichettò per poi fare qualche passo indietro.

“Buonanotte, Shirogane”, lo salutò prima di aprire la porta.

“Notte, Momomiya” rispose prima che chiudesse la porta alle spalle.

Ma quella notte Strawberry non si diresse in camera sua. Aveva un'idea che le balzava in testa e magari, ragionandoci un pochino, sarebbe arrivata ad un conclusione.

Quindi, zitta zitta e senza far rumore scese i quattro piano dell'abitazione per poi dirigersi in laboratorio e passare lì l'intera notte.

 

 

Buon salve a tuttiiii!!! Sono tornata prestissimo direi, con un nuovo capitolo!

Allora premetto che io NON sono brava a descrivere gli scontri ecc.. sono più portata alle belle parole e quant'altro. Però davvero, ho fatto del mio meglio e spero vi piaccia. Chiaramente è il primissimo ''scontro incontro'', quindi niente di chissà quale importanza. Ma vi prometto che dai capitoli prossimi farò capire un po' più di cose!

Bene! Detto ciò, vi ringrazio sempre per esserci e seguire le mia idiozie. Spero davvero che possano piacervi.

Lo so che probabilmente vi starete chiedendo: ''ma come, dopo 8 anni non ha cambiato nemmeno i costumi?''. Ebbene no. Perché secondo me sono parte fondamentale dell'essere loro stesse e cambiarli è un po' come perderle. A me piacevano così come sono! A voi? Fatemi sapere, accetto tutto, in bene e in male.

Adesso vi saluto perché altrimenti non la smetto più.

Un grande abbraccio e a presto!

 

 

 

 

 

  
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