Find another day
-
Ginny,
ma dove sei stata? Non ti abbiamo visto a cena…-
Neville era seduto su quella che era stata la
poltrona preferita di Harry; Luna a terra con la nuca appoggiata alle sue gambe
proprio dove, solo
un anno prima, era seduta lei. Distolse lo sguardo…
-
Non
avevo fame…- rispose la ragazza cercando nella borsa il libro di Pozioni:
doveva assolutamente distrarsi.
-
Hey
Ginny, cosa fai?- disse Luna sbirciando il libro che la rossa aveva appena
buttato sul tavolo accanto alla finestra - Pozioni?!
Ma sei pazza, a quest’ora?! Non è che ti ha punto un
Pilzius per caso?- Ginny la guardò ma Neville anticipò
la sua domanda con un tono molto più gentile di quanto non sarebbe stato il
suo:
-
Luna,
che cos’è un Pilzius?- Luna sbarrò i grandi occhi
azzurri come faceva sempre prima di cimentarsi in una lunga spiegazione sulle
creature misteriose che, a quanto pare, conoscevano solo lei e suo padre!
-
I
Pilzius assomigliano a piccole zanzare, ma sono molto, molto più pericolosi. La
puntura di un Pilzius adulto, nei casi meno gravi, causa eccessivo interesse
per le cose più impensabili, forti attacchi di senso del dovere e, nei casi più
gravi può causare iperattività, insonnia e egocentrismo….
Ginny sospirò, cercando di scegliere
razionalmente se continuare ad ascoltare quella “affascinante” spiegazione o se
rintanarsi nel dormitorio con una scusa. Alla fine optò per la seconda possibilità.
-
Ragazzi,
scusate ma non sto affatto bene. Forse è meglio che vada a dormire!-
-
Oh…beh
allora buona notte Ginny, e se domani starai ancora così scriverò a mio padre:
sono sicura che lui conosca un buon metodo per curare le punture di Pilzius…
-
Ok…grazie
allora- biascicò Ginny arrampicandosi per la scala che portava ai dormitori.
Come sperava, trovò la stanza vuota. Si buttò sul
letto, chiuse le tende del baldacchino e si mise a fissare il soffitto del
letto.
Non era triste, non era arrabbiata, era solo
insofferente…doveva trovare un modo per uscire da quel torpore, qualcosa che la
smuovesse…proprio come sapeva fare Hermione…
-
Al
diavolo!- esclamò e si butto il cuscino in faccia, chiudendo gli occhi.
Improvvisamente si ritrovò in un bosco. In
lontananza poteva scorgere una piccola capanna dal tetto di paglia con una
finestra illuminata. Di fronte a lei un sentiero immerso nelle felci conduceva
sino alla porta di quel piccolo rifugio disperso. Sentiva che doveva
percorrerlo, che doveva arrivare alla piccola capanna. Si incamminò
ma ogni passo era sempre più faticoso, come se per ogni centimetro che
percorreva, qualcuno le mettesse un grosso cubo di granito sulle spalle. Ma
sapeva che doveva arrivare, per capire. Fece gli ultimi metri impiegando tutta
la sua forza di volontà e crollò a terra stremata a pochi centimetri dalla
porticina di corteccia della capanna. Qualcuno spalancò la porta e lei si
costrinse ad alzare lo sguardo. Vide l’interno della capanna, un mucchio di
paglia nell’angolo destro della piccola stanza buia. Strinse gli occhi per
mettere meglio a fuoco l’immagine e vide una ragazzo sdraiato
sul mucchio di paglia: i capelli rossi che gli ricadevano morbidi sugli occhi
spalancati e sul viso terrorizzato punteggiato di lentiggini; dalla bocca
dischiusa scendeva un rivolo di sangue ormai secco e le gambe erano abbandonate
in una posizione improbabile. Seguì terrorizzata la linea del suo braccio
destro che usciva dalla paglia. Accanto ad esso, con
la mano ancora stretta nella sua, giaceva una ragazza dai lunghi capelli mossi,
la schiena appoggiata al muro, sul volto la stessa espressione terrorizzata del
ragazzo. Sotto di lei una grossa pozza color rubino. Ginny raccolse tutte le
sue forze, si attacco allo stipite della piccola porta e si issò; le gambe le
facevano male, le bruciavano, le urlavano di stare ferma, ma lei si trascinò
fin dentro alla capanna in direzione di suo fratello e della sua migliore
amica. Ad un tratto sentì dei passi dietro di lei, si voltò di scatto e
incrociò quegli occhi smeraldini che tanto aveva aspettato di rivedere.
-
Harry…-
sussurrò disperata. Harry le si avvicinò, ma ogni
passo che muoveva nella sua direzione era una boccata di ossigeno che le veniva
meno.
-
Fermati!-
gli urlò – Ma cosa sta succedendo?- era spaventata.
Harry la guardò, i suoi occhi erano tristi e
lucidi.
-
Ginny,
non voglio farti del male, lascia che mi avvicini- un altro passo.
Ginny non riusciva più a respirare.
Un altro passo.
Sarebbe soffocata.
Un passo ancora.
Avrebbe fatto la fine di Ron e Hermione…
-
Ginny,
Ginny!- due mani la afferrarono e la portarono via da quella capanna. Ginny
aprì gli occhi spaventata e spingendo via Lavanda
Brown che la scuoteva energicamente.
-
Ginny,
era solo un incubo, stai tranquilla…-
Si drizzò sul letto cercando di tornare alla
realtà e si scoprì fradicia di sudore. Guardò Lavanda…
-
…era
incubo orribile…- Lavanda la scrutò un attimo per poi sedersi accanto a lei.
-
Ti
va di parlarne?- le chiese. Ginny fissava il pavimento, l’immagine ancora un
po’ sfocata. Poi si voltò verso Lavanda:
-
Non
la prendere come una cosa personale ma…preferisco di no.- Rispose.
-
D’accordo
allora…-
Lavanda si alzò dal letto e si diresse verso il
suo rimettendosi a dormire. Ginny lanciò un’occhiata all’orologio…le 5.30 di
mattina…beh il sonno sicuramente le era passato. Decise di farsi una doccia
calda per rilassarsi ma essa durò meno del previsto.
Così prese il mantello e si diresse fuori dalla sala
comune: una passeggiata non poteva farle che bene!
Il castello era fantastico a quell’ora: ancora
immerso nel silenzio della notte ma già piacevolmente illuminato dai timidi
raggi dell’alba che filtravano leggeri da ogni finestra. Attraversò veloce il
grande salone di ingresso ascoltando solo il rumore dei suoi passi ritmati sul
pavimento di marmo, poi spinse il portone di ingresso e si ritrovò fuori. Un
piccolo brivido le percorse la schiena quando la brezza mattutina le solleticò
il viso mentre camminava verso le rive del Lago Nero.
Che sogno insensato aveva fatto: era facile individuare le sue paure più grandi
e più profonde ma che c’entrava il senso di soffocamento con Harry?
Probabilmente era una trasposizione della sensazione che spesso aveva provato
da sveglia in sua mancanza. Ma ora era un po’ che non provava più quella
sensazione, era un po’ che non provava nulla, quindi che senso aveva quel
sogno? Si sedette all’ombra di un albero nel prato umido di rugiada fresca in attesa che il castello si risvegliasse.
***
Non sapeva che ora fosse. Sicuramente era molto
presto perché il sole accennava appena a sollevarsi pigro e lento
dall’orizzonte, ma lui era già sveglio. Nelle ultime notti non aveva dormito
molto, troppo ossessionato dai suoi pensieri. Era di nuovo sulla sua terrazza
preferita al 5° piano e stava percorrendo con lo sguardo i confini di Hogwarts
illuminati dalla luce dorata dell’alba. Ad un tratto una sagoma avvolta in un
mantello scuro attirò la sua attenzione. La persona camminava lentamente sulla riva
del lago, i lunghi capelli, frustati dal vento, che risplendevano come fuoco.
La ragazza si fermò a scrutare il lago per poi sedersi all’ombra di un grande
albero. Sembrava sfinita, pensierosa e, per un attimo Draco si vide seduto
sotto quello stesso albero a scrutare pensieroso il lago Nero.
Possibile che
Certo lei aveva sicuramente ben altro in testa:
probabilmente si preoccupava dell’incolumità di San Potter e company...però
doveva ammettere che le poche volte in cui aveva incontrato il suo sguardo, non
ci aveva mai letto né preoccupazione né tristezza. Determinazione, rabbia,
coraggio, ecco ciò che leggeva ogni volta che incrociava gli occhi della
Grifondoro.
Era convinto che avessero più in comune di quanto
si fosse immaginato, ma non voleva ammettere di poter condividere qualcosa con
un Grifondoro e, per di più, con una traditrice del suo sangue come
Abbandonò quei pensieri ma
restò ad osservarla mentre distrattamente si attorcigliava una ciocca di
capelli rossi intorno ad un dito.
Poi quando il sole fu abbastanza alto da
impedirgli di guardare ancora girò su se stesso e rientrò nel castello, diretto
ai sotterranei.
-
Dove
diavolo è Blaise?- chiese Draco a Goyle, non appena entrò nel suo dormitorio,
osservando il letto vuoto del compagno. Goyle, che stava ancora dormendo,
sbuffò.
-
Non
lo so, stavo dormendo, accidenti…- Draco gli lanciò distrattamente un
incantesimo che lo fece ruzzolare giù dal letto, continuando a camminare per la
stanza in cerca del Serpeverde.
-
Blaise…BLAISE,
DOVE DIAVOLO SEI?-
Blaise uscì dal bagno ancora umido con un
asciugamano legato in vita.
-
Draco,
stai calmo. Stavo solo facendo una doccia. Che succede?-
-
Blaise,
ho un assoluto bisogno di distrarmi. Che mi dici di dopo domani? Non c’era una
festa a Hogsmeade? E’ utilizzabile il passaggio del Platano?
Blaise era sempre informato su questo genere di
feste segrete dal momento che suo fratello maggiore Buxter era il proprietario
del “Calderone Volante” di Hogsmeade. Tecnicamente tutte le feste erano state
proibite; a dire la verità erano state proibite tutte le riunioni organizzate
di gruppi di più di 8 maghi e streghe da quando il Signore Oscuro era tornato.
Probabilmente era proprio per questo motivo che le feste al “Calderone Volante”
ultimamente erano diventate decisamente più interessanti: solamente i più privilegiati
vi avevano accesso. Bisognava innanzitutto trovare un modo per raggiungere
Hogsmeade di notte e, una volta là, occorreva fare molta attenzione a non farsi
vedere. Ovviamente Buxter Zabini aveva interesse a tenere ben segreta la sua
attività: aveva aumentato i controlli, qualcuno diceva si servisse anche di
apparecchi simili agli Spioscopi per individuare chi non fosse degno di entrare
nel suo locale. Alcuni tra gli studenti di Hogwarts, i più coraggiosi ovviamente,
avevano colto la palla al balzo, cercando nuovi metodi per uscire dalla scuola.
Si era parlato tante volte dei passaggi segreti presenti ad
Hogwarts, soprattutto di quello che ipoteticamente partiva dal Platano
picchiatore e arrivava fino alla Stamberga strillante; si diceva che tramite
quel passaggio segreto, Sirius Black in persona fosse riuscito ad entrare ad
Hogwarts. Poi qualcuno lo aveva provato e aveva confermato il pettegolezzo e
ora, la maggior parte degli studenti che partecipava a questo genere di feste
lo utilizzava ma, probabilmente proprio per il gran
numero di incantesimi Immobilus a cui veniva sottoposto negli ultimi tempi, il
Platano Picchiatore ogni tanto si ribellava, alzando bruscamente le grosse
radici e rendendo inaccessibile il passaggio.
-
Sì
effettivamente c’è una festa e…mi pare che il passaggio sia utilizzabile. Anche
se, fossi in te, darei una controllata: ieri il Platano mi sembrava molto
nervoso! Ora che ci penso: che fine hai fatto ieri sera? - chiese Blaise mentre
si passava un asciugamano tra i capelli umidi.
-
Non
ero in gran forma, non me la sono sentita di uscire dal castello.- Il compagno
lo guardò sospettoso.
-
Oh…d’accordo.
Ero con
-
Non
c’è bisogno che nascondi le tue conquiste: lo sappiamo bene come ti intrattieni quando ti girano! Ad ogni modo, la festa inizia
alle 21. -
-
Perfetto-
guardò Blaise, ancora intento ad esaminarsi attentamente allo specchio. – E tu
muoviti a vestirti: è tardi.- disse poi congedandosi. Girò sui tacchi e uscì
dal dormitorio.
Ecco il secondo capitolo della mia FanFic…era
pronto da un po’ ma ho avuto poco tempo ultimamente e
volevo rivederlo e correggerlo. Spero vi piaccia! Fatemi sapere!
Ringrazio MemoryDrops e Rayne per le recensioni
(sempre gradite), chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite e le preferite!
Caspita, non avrei mai immaginato che la mia fanfic potesse entrare nelle
preferite di qualcuno…. Sono commossa *_*
Beh, cercherò di pubblicare in fretta il terzo
capitolo e di non farvi aspettare troppo.
Baci a tutti!!!!
-Asia-