UNA RONDA SULLA SESTA STRADA
La cena sulla scala antincendio fu ricordata da più persone di quante avrebbero creduto possibile.
Era novembre e si crepava di freddo, ma il tramonto fu uno dei più belli che la città avrebbe mai registrato. Fu un'idea molto hipster, la loro – una di quelle che solo ragazze sciroccate dagli occhioni blu e giovani architetti con le pareti d'ardesia in camera si sarebbero potuti permettere: fu un atto doveroso, prima di cominciare, mandarli genuinamente a cagare.
Si dissero molte cose, quella sera. Qualcosa venne aggiustato, qualcosa rotto e un'unica parola delicatamente riposta in un luogo tranquillo.
Esco-Demelia, il vecchio gatto di quartiere, passò sotto di loro alle undici e trentasette, mentre stavano suonando.
L'unico occhio che gli era rimasto osservò le loro gambe ciondolare oltre la ringhiera. Un maschio e una femmina? Due maschi? Due femmine? Tutto quel tempo e ancora non capiva la differenza.
Si concesse il tempo di pulirsi una zampa. Avrebbe tardato il suo giro di ronda, ma poco importava.
Lì sotto, in mezzo a tutto quel freddo, arrivava ancora un po' di calore.
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